L'Esorcista, un sequel del quale non si sentiva la mancanza. Per altro non parte male, ma il secondo tempo inanella una serie di schifezze non comuni.
Dogman, un film con i controca**i di Besson, e non sono un grande fan del francese.
Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.
WEEKEND COL MORTO
Recuperato infine.
Bella commedia, gag semplici ma efficaci. Immagino che se il soggetto fosse stato scritto in questi anni sarebbe stato molto più esagerato
Capisco perché sia diventato un piccolo cult.
La coprotagonista feminile è davvero una bellissima ragazza.
Killers of the Flower Moon (2023) di Martin Scorsese
Lunghissimo, fluviale, interminabile. Sono entrato in sala convinto che durasse intorno alle due ore, e sono uscito tre ore e mezza dopo. Inoltre a causa di un errore è stata trasmessa la versione in lingua originale e sottotitolata, e per un amante dei film e serie tv doppiati il tempo di visione si è dilatato in maniera nolaniana.
Battute a parte, si tratta di un'opera complessa e stratificata. Scorsese adatta il libro Killers of the Flower Moon: The Osage Murders and the Birth of the FBI del giornalista David Grann per mostrare una delle tante vicende tragiche alla base della nascita e del consolidamento degli Stati Uniti. Personalmente mi vengono in mente alcune vaghe analogie con There Will Be Blood, anche se lì il POV era sul protagonista, erto a simbolo della giovinezza brutale degli USA, mentre qui l'attenzione è su un vero e proprio collettivo di colpevoli
i quali non verranno tutti puniti con la stessa durezza e senza che i torti vengano davvero raddrizzati, come mostra la spiegazione finale alla quale partecipa anche lo stesso regista.
DiCaprio interpreta coraggiosamente un protagonista non molto positivo, con scarsa intelligenza e un senso etico ballerino, nel complesso debole e vigliacco. De Niro lo sovrasta con il suo istrionismo, ed è molto brava anche Lily Gladstone nell'esprimere, con voce, viso e corpo, le sofferenze e i tormenti del suo personaggio, metafora di quella parte degli USA che alla fine è stata sconfitta dalla Storia.
Voto: 8
The Marvels (2023) di Nia DaCosta
La Fase 5 è iniziata molto male con Ant-Man and the Wasp: Quantumania e sta proseguendo peggio con questo film, che potrebbe essere considerato il terzo e si spera ultimo capitolo di una saga dell'orrido iniziata con Thor: Love and Thunder e proseguita appunto con il film incentrato su Scott Lang. Il film è però interessante dal punto di vista economico e sociologico: nel primo caso, perché è costato più di 200 milioni di dollari ma non si capisce bene dove siano andati a finire, data la resa visiva e tecnica pezzente "che con trentamila lire il mio falegname la faceva meglio" (cit.); nel secondo, perché il sempre maggiore abbrutimento e appiattimento dei dialoghi che stanno subendo i cinecomics danno da pensare che zitti zitti i dirigenti Disney hanno cominciato ad usare la IA per scriverli, e questo giustificherebbe i recenti scioperi degli sceneggiatori.
Sotto l'aspetto recitativo, Brie Larson è legnosa come sempre e non so se userà la scusa dei "maschi kattivi" per spiegare un esordio così pessimo del film nelle sale. Mi chiedo se Feige e colleghi abbiano capito che Captain Marvel aveva incassato bene perché era stato furbamente venduto come anello di congiunzione tra Infinity War e Endgame, così come Black Panther (film appena superiore alla pellicola di Boden e Fleck) era stato ottimamente ricevuto grazie al fatto che precedeva Infinity War.
Considerazioni sulla scena a metà dei titoli di coda (non vi preoccupate, non ce ne sono dopo la fine dei titoli) SPOILER PESANTI
la gradita apparizione di Hank McCoy, sempre interpretato da Kelsey Grammer e doppiato da Stefano Mondini, rafforza l'idea di una fusione (o scontro, chissà) tra i vari universi Marvel, quindi nel caso specifico l'MCU con quello Fox.
In definitiva, un film che se fosse uscito 20 anni fa sarebbe andato direttamente in home video, mentre oggi può diventare spunto per critici cinematografici, sociologici e forse anche psichiatri.
Voto: 4
10 ore fa, Euron Gioiagrigia ha scritto:perché è costato più di 200 milioni di dollari ma non si capisce bene dove siano andati a finire
Questo é un argomento interessante, dal momento che uno dei problemi che sta affrontando l'industria é proprio quello dei continui flop, e che é stato dimostrato piú volte che non sono necessarie quelle cifre se si pianifica bene il lavoro e si sa cosa si vuole dire. Il motivo di queste cifre, credo sia da cercare proprio nel modo in cui questi progetti vengono ideati: Disney & co. devono seguire un calendario molto fitto, senza lasciare troppe finestre vuote ma senza pestarsi i piedi da sola. Poco tempo per la pianificazione, riprese iniziate senza neppure una vera sceneggiatura, reboot costanti, effetti speciali da rifare piú volte, e probabilmente compensi per gli attori astronomici, visto che ci si vuole assicurare la presenza per ogni futuro progetto che li riguarda.
Non vedo un gran futuro per un cinema fatto cosí, francamente. Poteva funzionare quando sfornavano un film all'anno, ma ora, con piú film e serie tv..
il problema è che dopo oltre 10 anni questi film hanno stancato. se prima l'interesse maggiore era che tutti i film facevano parte di un piano generale, adesso anche questo aspetto si è perso del tutto. poi parliamoci chiaro ma di tutti questi prodotti, tra film e serie tv, se ne salvano veramente pochissimi. rimangono un discreto intrattenimento, ma quando fai una seconda visione perdono tantissimo.
non puoi pensare di proporre film fatti con lo stampino e dare x scontato sempre grandi incassi.
poi oltretutto si è lasciato spazio alla comicità a discapito delle trame e dell'epica. e ti ritrovi a vedere dei cinepanettoni fatti per altro male...
Assassinio a Venezia (Kenneth Branagh, 2023)
Mi é molto piaciuto il primo, un pó meno il secondo (a causa della pesante CGI che hanno usato al posto dei bellissimi, veri scenari del Nilo) e questo mi é piaciuto ancora meno. Gli ingredienti, per caritá, c'erano piú o meno tutti. Il problema é che lo hanno costruito come un film horror leggero tipo classica casa infestata, ma senza vero horror e senza particolari originalitá (i riflessi negli specchi? Sul serio?). Sembrava quasi una parodia di quel genere di film. Ma si tratta pur sempre di un "giallo", non di un horror, per cui... non fa nessuna paura. Solo che alla parte "soprannaturale" e "orrorifica" hanno dato cosí tanto spazio che quando poi arriva l'epifania, quando poi Poirot capisce tutto e parte lo spiegone finale, sono rimasto spiazzato, perché quasi mi pareva che non ci fosse stata nessuna vera investigazione, nessuna pista seguita, nessuna deduzione esplicitata durante il film. Solo una serie di indizi casuali, persi nel minestrone pseudo-horror, che alla fine sono improvvisamente culminati nella illuminazione finale.
Secondo me, ha fallito sia come film horror (cosa su cui aveva molto puntato il trailer) che come giallo classico, e di entrambi aveva tutta una serie di cliché piuttosto corposa.
Ma poi, siamo sicuri che venisse festeggiato Halloween nella venezia di inizio 900?
Il problema di questa saga è proprio il fatto che alla fine tutto si risolve con una mega intuizione di un Poirot che fino a 5 secondi prima brancola nel buio quanto gli spettatori.
I due film knives out sono molto meglio come gialli visto che forniscono indizi allo spettatore sin da subito.
NAPOLEONE
infilare in due-tre ore la vita del corso era chiaramente impossibile senza tagliare.
Dividerei il film in due parti con l'incoronazione come spartiacque.
Nella prima, la migliore, si mostra il decennio post rivoluzione. Il film qua scorre bene alternando tra guerra,politica e vita privata ( un po' troppo chiaccherata dai giornali in realtà per essere davvero definibile come privata ).
Proprio il rapporto con Giuseppina diventa chiaramente l'intelaiatura del film nella seconda parte dove gli aspetti politici e militari non mancano ma sono abbastanza decontestualizzati e sembrano quasi messi lì perché si dovevano spuntare delle voci da un elenco di cose obbligate.
Per fare un esempio, si passa in in pochi secondi dal ritorno dalla Russia all'esilio all'Elba senza spiegazioni, come se Napoleone fosse stato scaricato di colpo da tutta la Francia.
Come prevedibile, seguono poi i cento giorni e una battaglia di Waterloo con tutti i crismi tipo l'immancabile scena della cavalleria che si schianta contro i quadrati di fanteria inglesi. Il tutto, come dicevo, sullo sfondo del rapporto con Giuseppina, che dal momento del divorzio diventa una sorta di figura irraggiungibile per Napoleone, stretto e tormentato tra il suo presunto destino e il rapporto sentimentale che vede come la cosa più vicina alla felicità domestica. Fedele a questo principio, non sorprenderà che Waterloo arrivi pochi giorni dopo che il rapporto tra queste due persone è giunto a una svolta decisiva.
Concludendo, un film da 6,5 in cui Scott mette in scena vicende note da un'angolazione diversa dal solito. Peccato che nella seconda parte politica e guerra rimangano troppo sullo sfondo . A parte forse Mosca vuota, manca proprio un momento memorabile o una scena tecnicamente innovativa da ricordare in futuro.
Paradise (Boris Kunz, 2023)
Lo avevo scambiato per una serie, non per un film, per questo l'ho iniziato a vedere. Il film parte da una premessa che non é poi cosí diversa da In Time di Niccol: e se in futuro il tempo potrá essere scambiato come una qualsiasi valuta?
Ma se il film di Niccol affronta il tema da un punto di vista sociale (tanto é vero che mostrava la questione come una metafora di capitalismo vs socialismo, con tanto di accenno finale ai possibili problemi di un mondo in cui tutti sono "ricchi"), Paradise segue una storia squisitamente personale, limitata. E devo dire che fino a circa 3 minuti dalla fine lo aveve promosso a pieni voti: ho trovato alcune intuizioni estremamente interessanti e funzionali. Nonostante il budget evidentemente limitato (non si tratta di una grossa produzione hollywoodiana) il film presenta una estetica gradevole, attori in forma e una trama che si fa seguire.
Purtroppo il finale non mi é per niente piaciuto, tanto che ho il sospetto che sia stata tagliata fuori una parte fondamentale della storia, del tempo dedicato alla caratterizzazione dei personaggi che é lo spettatore a dover cercare di riempire in qualche modo.
Non é infatti giustificato né l'epilogo del protagonista né quello della protagonista. Non si capisce come mai (né come) il protagonista sia finito nel gruppo Adam, né come la protagonista, dopo tutto quello che é passato, abbia potuto cambiare vita in questo modo, "tradendo" il marito, né come possa sfuggire ai sicuri tentativi della villain di riprendersi il tempo "rubato" alla figlia.
L'epilogo che mi aspettavo, che mi sarebbe interessato vedere perché completava gli archi in maniera agrodolce e romantica, sarebbe stato che la protagonista dovesse rinunciare a recuperare i propri anni, e il marito dovesse rinunciare egli stesso ad altrettanti anni per "chiudere" i conti con la societá. I due, entrambi anziani anzitempo, sarebbero potuti cosí "invecchiare assieme", come piú volte avevano detto che avrebbero voluto poter fare.
EDIT:
a questo proposito, c'é una scena molto bella in cui la protagonista, a cui sono stati rubati 38 anni di vita, durante la notte si alza e ogni tanto si va a guardare allo specchio, e si vede ogni volta piú vecchia. Il tempo "le sta scappando" a causa del processo che ha subito. Chi non si é mai guardato allo specchio chiedendosi "ma dove sono finiti tutti gli anni"? O altre domande esistenziali legate all'invecchiamento e al passare del tempo. A parte il fatto che questa scena poteva essere resa anche in modo piú potente di cosí, e che anzi il film avrebbe potuto diventare una vera e propria metafora di questa paura esistenziale di invecchiare (a differenza dell'aspetto sociologico scelto da Niccol), il finale da me suggerito prima avrebbe anche colpito lo spettatore invitandolo a dare il giusto peso alla sua vita: sappiamo tutti che il tempo é limitato, che scorre in fretta etc, eppure non riusciamo a fare a meno di perderlo in cose senza importanza. I due sposi, anziani senza quasi aver vissuto, potevano essere una suggestiva immagine metaforica per quella vita che alle volte ci pare trascorsa "troppo presto", un monito a ricordarci di far valere ogni istante.
Sembra che il finale del film sia stato appiccicato come un ripensamento o qualcosa del genere. Peccato.
A parte questo, il film dá comunque molti spunti interessanti e per uno come me, che non ama particolarmente il cinema e la televisione europei, é stata una visione gradevole: film molto "americano", ma con alcune sfumature europee che contribuiscono a dare un taglio un pó diverso a quello che un simile film avrebbe potuto essere se fosse stato prodotto negli USA.
Ieri sera ho visto Oppenheimer. Mi è piaciuto, l'inaspettato coinvolgimento emotivo mi ha tenuta in botta tutto il tempo, e tre ore non sono poche per un film del genere. Avrei forse preferito una maggiore attenzione alle risoluzioni tecniche del progetto rispetto alla politica che ci ruota intorno e si sviluppa successivamente (maccartismo, che bel periodo eh, USA?!), ma il prodotto è interessante. Credo che opterò per una seconda visione, voi l'avete riguardato?
Phoenix ha scritto:(maccartismo, che bel periodo eh, USA?!)
La scena che più continua a rimanermi impressa è quella del brusco dialogo tra Oppenheimer e Truman. Come già dissi all'epoca, è stato il modo in cui Nolan ha sintetizzato i contrasti tra l'idealismo della Scienza e il cinismo della Politica. Grandissimo Gary Oldman.
Phoenix ha scritto:Credo che opterò per una seconda visione, voi l'avete riguardato?
Io forse tra qualche mese. Non rivedo subito film del genere.
Spider-Man: Into the Spider-Verse (2018) di Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman
Primo capitolo di quella che dovrebbe essere una trilogia di animazione della Sony dedicata a Spider-Man, proseguita nel 2022 con Across the Spider-Verse e che dovrebbe chiudersi con l'ultimo capitolo Beyond the Spider-Verse. Me lo ha consigliato in maniera quasi patologica un amico e pur non dando all'inizio molto credito alla pellicola l'ho gradita parecchio. La prima parte, pur indubbiamente ben realizzata, non aveva rimosso del tutto il mio scetticismo mostrando dinamiche già viste in vari altri cinecomic, ma la seconda ha un crescendo notevole e finisce per dare spessore al film contribuendo a sostenere un genere - quello appunto dei cinecomic - che nel 2018 stava vedendo l'apice in termini di interesse con Infinity War e che nel bene e nel male è diventato parte del cinema contemporaneo. Per quanto ancora non saprei visto che il genere mi pare stia vivendo un calo di interesse a causa della sovrabbondanza di offerta e del conseguente scadimento della qualità media, ma questo film ha il pregio di riuscire a cogliere i tratti fondamentali del personaggio di Spider-Man
Ottime l'animazione e la colonna sonora, con pezzi moderni e adeguati alla trama e alla narrazione. In definitiva un gioiellino, consigliato.
Voto: 9
Adagio (2023) di Stefano Sollima
Chiusura della cosiddetta "trilogia della Roma criminale" iniziata con la serie Romanzo Criminale e proseguita con Suburra, anche se non ho mai visto nessuno dei due e neanche ho mai visto un film di Sollima. In effetti non si capisce perché me lo sia andato a vedere visto il mio scarso (?) interesse per il cinema italiano, ma visto che Favino pare essere ovunque non potevo esimermi. Il film mi è comunque piaciuto: un noir ambientato in una Roma estiva piagata da incendi e blackout ma in effetti non così diversa dalla Roma di tutti i giorni. Può essere visto sia come la descrizione del misero destino finale di chi si inerpica per lungo tempo in sentieri criminali senza poi riuscire a distaccarsene del tutto come i tre personaggi intepretati da Favino, Mastandrea e Servillo, sia come una riflessione sui rapporti familiari sia come un'ulteriore e quasi involontaria riflessione sulle dinamiche oscure della Roma del potere (il ministro che viene ricattatato da dei misteriosi "committenti"). Un film secco, denso e non inutilmente ambizioso. Promosso.
Voto: 8
Ciao a tutti!. Nessuno è ancora andato a vedere l' ultimo film di Hayao Miyazaki? Io l' ho appena visto e mi è piaciuto parecchio. Come in molti altri film del maestro ci sono buchi di trama, trip mentali niente male etc ma alla fine ti ritrovi con gli occhi lucidi! . Devo dire che è il film più complesso graficamente che mi ricordi e in alcuni momenti avrei voluto pure gli occhialini 3D. Miyazaki si autocita in tutto il film e per ogni riconoscimento ti metti una medaglia ! :D Meno male che non ha smesso di fare film dall' ultima volta in cui l' aveva detto.. Film consigliatissimo. Erano decenni che non vedevo un cartone animato al cinema (si direbbe anime ma sono anziano..) e per la prima volta ne ho visto uno giapponese! Non so per quale motivo qui dove vivo non avevano mai proiettato un film animato giapponese.
Anch'io ho visto IL RAGAZZO E L'AIRONE. Film bellissimo, uno dei migliori di Miyazaki. Graficamente è a un livello altissimo, la storia ricorda altri film dell'autore (in particolare La cittá incantata) ma si differenzia per i temi trattati e la complessità delle allegorie utilizzate. SPOILER TRAMA
In ogni caso è un film pazzesco che merita di essere visto, discusso e rivisto.
Stra-consigliato!
"Gli dei esistono" ripetè a se stessa. "E anche i veri cavalieri. Tutto questo non può essere una menzogna".
Comitato Pro Brandon Stark; Comitato S.P.A. Salvate il piccolo Aemon (in difesa del figlio di Mance, del figlio di Gilly e di tutti gli altri bimbi di ASOIAF); Comitato QUANDO C'ERA LUI (Meglio Tywin di quella psicopatica di sua figlia); Comitato A.T.P.A. (Aemon Targaryen pro-pro-prozio dell'anno); Comitato E.S.S.S. (Eddard Stark Santo Subito); Comitato E.T.S.T. (Eddison Tollett li seppellirà tutti); Comitato M.E.F.H. (Martin esci fuori Howland) gemellato con M.E.F.W. (Martin esci fuori Willas); Comitato T.M.G.M.S. (Theon Mezzo Greyjoy Mezzo Stark); Comitato Y.L.J.E.M. (Ygritte levati, Jon è mio), Comitato T+S: Tyrion+Sansa (possibilmente a regnare su Castel Granito); Comitato Pro Jojen e Meera Reed; Comitato G.M.S.S. (Giù le mani da Sansa Stark); Comitato L'unico Vero Aegon (ovvero l'Egg delle novelle);