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Commenti su film appena visti
D di Darrosquall
creato il 25 luglio 2005

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Inviato il 04 gennaio 2016 20:08

Veloce veloce: ho visto Ant Man: sulla carta difficile da rendere in un film decente, ma ne è uscito un prodotto godibile e divertente. Anche per chi si sta stufando della Marvel (come il sottoscritto) questo film rappresenta un efficace intrattenimento.

 

Nota: bisogna essere disposti ad accettare assurdità scientifiche ad altezza uomo per tutta la durata.


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Inviato il 04 gennaio 2016 22:50

Appena finito di vedere San Andreas: consigliatissimo se vi manca Emmerich. Ancora fatico a credere che non sia opera sua. Niente presidente americano dipinto come eroe, quindi forse si, è di qualcun'altro. Detto questo, il film è nettamente più spettacolare di quanto mi sarei immaginato, e diverse scene sono davvero interessanti da vedere. Nonostante lo abbia visto per ripiego, lo consiglio a tutti gli appassionati di disaster movies.



Seija
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Inviato il 05 gennaio 2016 12:40

"Il Piccolo Principe" di Mark Osborne.

 

Il capolavoro di Antoine de Saint-Exupery, oltre ad essere il libro in lingua francese più stampato di ogni tempo, è anche un tale concentrato di lettura a più livelli da essere difficilissimo da trattare se non col linguaggio della parola scritta.Romanzo di formazione, favola mistica, romanzo filosofico, romanzo allegorico e molto altro ancora:la potenza delle metafore riguardanti la condizione umana de "Il Piccolo Principe"e'resa al massimo sulla carta. E in effetti gli esiti poco soddisfacenti delle passate trasposizioni cinematografiche del racconto non deponevano a favore di tale impresa.

Il film d'animazione si dipana su due livelli ben distinti dal punto di vista stilistico,tecnico e narrativo.

Il primo livello che riguarda le vicende della bambina, della madre e dell'aviatore da vecchio fa uso dell'ormai classica animazione 3D :è la parte che giustifica le orde di giovanissimi con genitori a seguito da cui ero circondata(nonostante il messaggio de "Il Piccolo Principe"sia rivolto al bambino dentro l'adulto), e la classificazione come film d'animazione per bambini, ormai assuefatti ad una narrazione Pixar-style. La storia risulta quindi piatta, dilatata e scialba, e l'intreccio, i ritmi e le battute sono ordinari.

Ciò che salva e riscatta la pellicola, facendola diventare un buon film d'animazione, è la parte che riguarda più strettamente il racconto dell'aviatore da giovane, cioè le vicende narrate ne "Il Piccolo Principe". Qui va riconosciuto alla regia e agli autori di non essere caduti nella trappola di continuare con la CGI ma di aver ricercato una tecnica di animazione che avrebbe davvero potuto trasferire in immagini"L'essenziale invisibile"individuandola nell'antica Stop Motion. La tecnica a passo uno consente non solo d'illustrare la poesia del libro di Saint-Exupery, con la sua tridimensionalità eterea ma allo stesso tempo tangibile e con la sua stilizzazione, ma anche di poter ricalcare i disegni e lo stile degli immortali bozzetti dell'autore stesso allegati al libro.Si ha quindi l'impressione che le parti in stop motion nascano direttamente dalle pagine del libro, e la fotografia a luce reale delle scene aumenta la carica metaforica del racconto. Una scelta tecnica e registica decisamente felice, che rende finalmente giustizia alla parabola laica che è "Il Piccolo Principe".

Il doppiaggio italiano appare all'altezza, da Toni Servillo a Paola Cortellesi, da Pif a Gassman. Uniche note stonate Micaela Ramazzotti(l'accento borgataro pure nella Rosa francese me lo sarei volentieri risparmiato)e Stefano Accorsi troppo impostato e tronfio della sua voce come Volpe .

Per concludere, il messaggio dell'originale passa eccome: il fantastico e l'immaginazione sono gli unici mezzi per giungere davvero all'essenza delle cose.


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Inviato il 07 gennaio 2016 10:54

La battaglia delle 5 armate (Peter Jackson, 2015, versione estesa).

 

Come da tradizione, ho approfittato delle vacanze natalizie per la visione del film esteso e dei contenuti aggiuntivi di un nuovo (e ahimé ultimo) capitolo ambientato nella terra di mezzo.

Ancora ricordo quando, ancora ragazzino, cercavo su internet ogni notizia riguardante la produzione del Signore Degli Anelli, gioendo di fronte alla scelta di girarlo in Nuova Zelanda, lontano da Hollywood, incrociando le dita sulla capacitá di Jackson di realizzare con successo una simile impresa, perplesso di fronte alle voci sulle modifiche alla trama e ai personaggi (Arwen in primis).

 

Lasciare la Terra di Mezzo cinematografica mi ha commosso: adoro ISDA, sia nella versione cartacea che in quella cinematografica. Adoro Lo Hobbit. Ma solo nella versione cartacea. Eh, si, perché Jackson ha fatto tanto bene con la prima trilogia, quanto ha cannato con la seconda. Le intuizioni giuste le ha avute: collegare il piú possibile la trama dello Hobbit con quella del ISDA, sovrapporre i finali/gli inizi in modo da dare estrema continuitá, affidarsi allo stesso cast e alla stessa troupe, integrare la storia con le appendici del ISDA etc.

Ma non ha saputo decidere cosa voleva fare: un flm per ragazzini, o un film per appassionati? Perché troppe sono le gag, i siparietti comici, e cadute di stile. Personaggi inesistenti assumono spazio enorme, mentre i nani, salvo un paio, spariscono cosí tanto che molti di loro hanno una sola battuta (e solo nella versione estesa). Forse Jackson non ha creduto abbastanza che i nani potessero sorreggere il film, e ha sovracompensato ottenendo un brodo poco digeribile. Ed é un peccato: secondo me la prima ora del primo film era ottima.

 

E non é solo nella sceneggiatura il problema: lo stile adottato é opinabile: troppa, TROPPA CGI. Dove sono i paesaggi veri della prima trilogia? É tutto finto, tutto luccicoso, tutto sintetico. E se parliamo, in particolare, della battaglia delle 5 armate, questo é evidente. sembra sempre tutto sovraesposto, con alteluci accecanti (e un bel blur filter costante), molto pittorico ma nel senso brutto del termine. Come classico nella accoppiata Weta+Jackson, alcuni degli effetti speciali sono ottimi, altri sono scandalosi.

 

La battaglia di per se é brutta, ripetitiva: duelli 1 contro 1 che non finiscono mai, personaggi che stanno per morire ma che vengono salvati all'ultimo secondo nei modi piú improbabili, acrobazie ridicole a raffica che fanno sembrare il tutto un videogioco. Si voleva fare qualcosa di piú grande della battaglia a Minas Tirith. Non ci sono riusciti. Perché al posto di re Theoden che cavalca la carica dei cavalieri di Rohan, c'é un nano su una capra che dice vaccate. E tutto é troppo lungo. Ancora di piú nella versione estesa.

 

Guardando i contenuti speciali é comunque facile capire perché le cose sono andate come sono andate: Jackson, mollato da Del Toro, ha dovuto improvvisare un pó tutto, rifacendo da capo parte della preproduzione senza averne il tempo. La battaglia, ad esempio, non avevano idea di come farla fino all'ultimo momento, e tutto é statto fatto in fretta e furia. Ma non penso sia solo questo: credo che di fondo ci sia anche una mancanza notevole di ispirazione, l'insicurezza sul fatto che da solo, Lo Hobbit, riuscisse a reggere una trilogia del genere e la necessitá di 'fare di piú' rispetto al ISDA.

Il risultato é un brodo allungato, con troppe spezie, che non sa né di carne né di pesce.

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Inviato il 09 gennaio 2016 15:29

Ho letto proprio poco tempo fa un'intervista in cui PJ concordava sul fatto di aver confezionato un pastrocchio ma fondamentalmente dava la colpa al poco tempo che aveva a disposizione per rivedere la sceneggiatura e iniziare le riprese (un anno circa).

 

Lucy di Luc Besson

L'idea di fondo era interessante: cosa può fare il cervello umano se sfruttato molto di più rispetto a quello che usiamo di solito. L'espediente della droga ricavata da una proteina che le mamme forniscono al feto durante la gravidanza poteva essere un espediente credibile.

Malgrado un po' di sospensione dell'incredulità iniziale, l'inizio è promettente. Poi però si scade in una storia che altalena tra sparatorie e acrobazie alla Kill Bill e il ridicolo (grazie ai poteri del supercervello la protagonista controlla computer e telefoni a continenti di distanza e riesce persino a fare le TAC, guidando per Parigi coinvolge in incidenti mortali almeno 60 persone, per non parlare dell'assurda sparatoria finale) per finire col solito pistolotto celebral-filosofico. A fine film uno riesce solo a chiedersi: e quindi?

Insomma super cervello = super abilità ci sta, ma cosa c'entrano i viaggi nel tempo, fuori dal tempo e dallo spazio e la conoscenza suprema?

Quand'era uscito volevo andare a vederlo al cinema, per fortuna ho risparmiato i soldi del biglietto.

Modificato il 05 July 2024 17:07

E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.

 

A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.

 

When the snows fall and the white winds blow,

the lone wolf dies, but the pack survives

 

Stark è grigio e Greyjoy è nero

Ma sembra che il vento sia in entrambi

 
 
What do they say of Robb Stark in the North?
They call him The Young Wolf
They say he can't be killed...
 
A thousand years before the Conquest, a promise was made, and oaths were sworn in the Wolf's Den before the old gods and the new. When we were sore beset and friendless, hounded from our homes and in peril of our lives, the wolves took us in and nourished us and protected us against our enemies. The city is built upon the land they gave us. In return we swore that we should always be their men. Stark men!

 

 
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Inviato il 10 gennaio 2016 23:32

Ho visto "La grande scommessa" e ne sono rimasta davvero entuasiasta. Sceneggiatura brillante (nonostante i termini tecnici non ho mai perso il filo, aiutata anche da "spiegazioni improbabili" che non vi svelo :D ); interpretazioni ottime di attori ottimi (Bale e Carell strepitosi per quanto mi riguarda, livelli molto alti per tutti); scelte musicali da me particolarmente apprezzate; mi è piaciuta tutta la regia e soprattutto le inquadrature della vita che scorre mentre sotto la superficie si annida il germe della crisi finanziaria. Risate, ma amarissime :)


Oh, Arya, piccola mia, soffiano venti selvaggi dentro di te.
 

Nel mio cuor dubitoso
sento bene una voce che mi dice:
“Veramente potresti essere felice".

Lo potrei, ma non oso.

Paura, Umberto Saba


Seija
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Inviato il 11 gennaio 2016 12:12

"Macbeth"di Justin Kurzel.

 

Il regista australiano Justin Kurzel, dopo Welles, Kurosawa e Polanski, accetta la sfida di portare sullo schermo una delle opere più potenti e controverse di Shakespeare sfruttando quella che è una delle principali caratteristiche delle opere shakespereane, vale a dire la loro attualità. Quello dell'avidità e del successo da raggiungere senza scrupoli sono temi oggi più che mai attuali, come la questione dei soldati perseguitati dai loro incubi di guerra.

Kurzel riporta fedelmente sul grande schermo l'intera storia, conservando nella loro interezza e complessità linguistica i dialoghi shakespeariani. Tuttavia il contributo originale del regista si limita alla messinscena, in una Scozia selvaggia e brulla, per il resto l'adattamento è talmente fedele ed ossequioso rispetto al testo di Shakespeare da risultare convenzionale. È l'ambientazione comunque ad avere un ruolo fondamentale in quanto contribuisce alla centralità del personaggio di Macbeth:la sua discesa agli inferi è accompagnata da paesaggi che si fanno sempre più tetri, in un crescendo di erba fitta, pioggia e oscurità che coinvolgono lo spettatore conducendolo negli angoli più remoti di una tragedia fosca, cruenta in cui dominano il male e l'insanita'mentale.

L'arduo compito di portare sulla scena questo eroe tragico che è Macbeth è affidato a Michael Fassbender, che ci regala un'interpretazione forte, intensa, con il grande pregio di non dare risposte, ma di suscitare domande ed indurci a riflettere. L'attore irlandese è magistrale nel muoversi nel gioco di rifrazioni, riuscendo così a dare corpo a quelle che non solo sono le ambiguità del personaggio, ma della vicenda stessa. Un gradino sotto la Cotillard , che comunque ci regala una discreta Lady Macbeth, pericolosa e fragile.

Per concludere, in rilievo in questo film la materialità del sangue, delle viscere, dell'assassinio in tutta la sua potenza mostrata senza veli.Ambientazioni suggestive e aderenti al racconto, costumi essenziali, azioni sceniche dolenti; la fa da padrone assoluto la lingua del bardo, cui rende omaggio la fisicità di un gigantesco Fassbender. Regia anomala, ingiusti i paragoni con Polanski e Welles, ma con uno scenario simile e Fassbender a poco serve. Colonna sonora purtroppo deludente.



Corvina
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Inviato il 11 gennaio 2016 19:19

Wild di Jean-Marc Vallèe

 

Molto molto bello. Non so, è uno di quei film che riescono a comunicarti qualcosa. Forse è perche ho trovato la protagonista, seppur stereotipata e quasi caricaturale, stranamente credibile. Sul serio, sono riuscita a immedesimarmi in lei come non mi capitava da anni con un personaggio di questo genere di film.

 

Anche i paesaggi mozzafiato contribuiscono a rendere unica l'atmosfera di questo film, sapientemente arricchita da frammenti di immagini e ricordi, il tutto senza musica: intimo, davvero.

 

Nonostante la trovi incredibilmente antipatica, Reese Witherspoon convince e regge bene il proprio ruolo da protagonista quasi completamente in solitaria.

 

Voto: 8

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Inviato il 11 gennaio 2016 21:35

Seija non so se è tua la recensione del macbeth ma, per la cronaca, non riporta fedelmente l'opera shakesperiana, in realtà la scorpora e aggiunge due scene togliendone due (di cui una vitale a mio giudizio). Cambiando poi completamente alcune inerzie che però danno alla tragedia un sapore lievemente diverso e forse con una virata più verso il macabro rispetto all' originale.

Detto questo non era affatto male.



Seija
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Inviato il 11 gennaio 2016 22:35

Allora mi sa che mi sono espressa male.Non metto in dubbio l'opera di riduzione del testo originario, che c'è! Quello che volevo dire è che "Macbeth" si presta ad un adattamento fortemente personale, ed è su questo punto che Kurzel (nonostante scorpori ed incorpori)non ha aggiunto nulla né al testo né tanto meno ai rifacimenti precedenti.Avrei personalmente preferito delle scelte più coraggiose, piuttosto che limitarsi ad aumentare l'aspetto macabro, cosa su cui gia Polanski aveva nel suo rifacimento calcato la mano.


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Inviato il 12 gennaio 2016 1:39

Seija l'ho trovato anch'io un po' troppo "tradizionale" ma credo che abbia giocato molto sulle luci e sulla fotografia piuttosto che sulle scene comunque trovo che l'esplicitazione della morte del bambino e la presenza con le streghe della bambina e dell'infante siano un interessante (seppur non originale) tocco. In una bellissima interpretazione due anni fa al grassi fatta dallo stabile di torino avevano ancora aumentato la percezione del parallelismo mancato figlio/sete di potere di lady m. con una scena inquietantissima nel delirio con una carrozzina piena di bambolotti. Comunque andiamo ot @_@

 

ps: perdonate ma su shakespeare parto in quarta >_>



Erin la Spezzata
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Inviato il 13 gennaio 2016 11:35

Veloce veloce: ho visto Ant Man: sulla carta difficile da rendere in un film decente, ma ne è uscito un prodotto godibile e divertente. Anche per chi si sta stufando della Marvel (come il sottoscritto) questo film rappresenta un efficace intrattenimento.

 

Nota: bisogna essere disposti ad accettare assurdità scientifiche ad altezza uomo per tutta la durata.

Confermo anch'io. Convinta di dover assistere ad un'enorme stupidaggine il film si è rivelato più piacevole del previsto, probabilmente anche grazie al fatto che sono i personaggi stessi a non prendersi sul serio. :D


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Inviato il 17 gennaio 2016 11:26

Revenant

 

Cosa posso dire? Un film perfetto: regia e fotografia da lasciare senza fiato, finora per me sta una spanna sopra tutti gli altri che ho visto in lizza per gli Oscar (anche confrontato a Mad Max che potrebbe essere il suo unico concorrente tecnicamente, ma non li ho visti tutti quindi si tratta di un giudizio parziale). Ero completamente immersa e non sono mancate scene in cui con pochissimi dettagli mi sono commossa. La sceneggiatura è minima, è un film molto silenzioso ma a me piace che siano le immagini a parlare e qua le immagini sono belle potenti e intense (addirittura avrei preferito ancora meno chiacchiere :D ). Di Caprio assolutamente sublime (il fotogramma finale dura pochi secondi ma mi ha rapita e mi ha lasciato un segno, potrei citare altri 10 momenti simili ma questo in particolare). Anche Hardy è stato eccezionale. Comunque non è per tutti, è lungo, crudo e può risultare pesante, io l'ho adorato. Penso che Inarritu abbia raggiunto dei livelli altissimi con i suoi ultimi 2 film, non che prima fosse male ma adesso è uscito un po' dalla "comfort zone" e devo ammettere che sta facendo un lavoro pazzesco.

Modificato il 05 July 2024 17:07

Oh, Arya, piccola mia, soffiano venti selvaggi dentro di te.
 

Nel mio cuor dubitoso
sento bene una voce che mi dice:
“Veramente potresti essere felice".

Lo potrei, ma non oso.

Paura, Umberto Saba

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Albert Stark
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Albert Stark
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Inviato il 18 gennaio 2016 16:56

Revenant

In breve, un film bellissimo, regia da paura, fotografia perfetta, ambientazioni eccezionali, recitazione ottima. La trama è abbastanza semplice, ma incisiva e bella. Per ora è il mio favorito tra quelli in corsa (anche se forse preferisco per gusto personale Mad Max).

Inarritu rischia una storica doppietta. Non siamo ai livello assurdi di Birdman, ma nemmeno molto lontani. Complimenti!!


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Inviato il 23 gennaio 2016 18:12

Revenant

 

Disclaimer: era lo spettacolo delle 21:30, ma è iniziato alle 22:00 casusa 30 minuti (maledetti) di pubblicità. Io arrivavo da una giornata pesante e dopo 2 ore di film ero impegnato a tenere gli occhi aperti e non vedevo l'ora che finisse. Il film mi è parso almeno venti minuti troppo lungo.

 

Detto questo, il film è semplicemente magnifico! La regia segue un precisa e magnifica estetica, fatta di straordinari paesaggi evocativi, colori brillanti e saturi, ma anche estremamente naturali (voglio un fantasy girato in questo modo! Lo voglio!). La fotografia è splendida e nonostante l'apparente semplicità, dietro a questo film c'è una tecnica di ripresa e montaggio molto complessa ed elaborata.

Non saprei dire niente riguardo alla recitazione, avendolo visto doppiato ed essendo la mimica limitata dal freddo e dai costumi. Ho adorato invece la regia: si passa dai campi lunghi dei paesaggi (e che paesaggi!!) a una cinepresa che circonda, si focalizza e segue da molto vicino i vari personaggi, evidenziando i dettagli dell'arma, del volto, dell'abbigliamento. E la cinepresa, mai ferma, 'viaggia' lungo questi percorsi il cui centro è sempre il personaggio, o i personaggi. E' molto più facile capire guardandolo che spiegandolo, ma è da vedere! In un certo senso, mi ha ricordato alcune riprese di Gravity (in particolare quella iniziale).

 

Menzioni d'onore per due scene, strepitose, e che valgono da solo l'intero film:

 

La prima è l'attacco degli indiani in piano sequenza (simulato, ma efficace). Il fatto è che è tutto ambientato all'aperto, e non nel pomeriggio, ma di sera, e con il sole contro. Per mantenere la luce costante, avranno avuto immagino non più di una mezz'ora di riprese al giorno, e per una sequenza cosìi complessa, non immagino quanti giorni ci abbiano impiegato!

La seconda scena è quella dell'attacco dell'orso: è DA-VE-DE-RE!! In galera chiunque non la guardi almeno una volta. E' IL CINEMA, che sa ancora stupire senza ricorrere alle giostre. Non ho parole per descrivere questa scena che scommetto sarà emulata presto.

 


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