Arrivo un po' in ritardo e con poco tempo (pessima!)
Per me è Lizzie è stato il quarto libro di Shirley Jackson, dopo Abbiamo sempre vissuto nel castello, L'incubo di Hill House e (il molto breve e altrettanto cattivo) La lotteria. Questo credo mi abbia aiutata a capire ben presto dove saremmo andati a parare. La "claustrofobia psicologica" è infatti la cifra artistica dell'autrice. Intellettuale nevrotica, anticonformista e insoddisfatta, Jackson visse in prima persona traumi quali rifiuto materno, bullismo, tradimento, isolamento sociale che la condussero all'abuso di alcol e farmaci, ma evidentemente anche alla scrittura.
Lo stile di Shirley Jackson si porta dietro innegabilmente tutto il peso dei suoi anni e probabilmente oggi non avrebbe più alcun senso leggerla, se non fosse per l'inquietante originalità e la straordinaria modernità con cui tratta temi come la nevrosi, la sociopatia, la depressione, la schizofrenia ecc. - Stephen King considera la "strega del Vermont" la sua "musa ispiratrice" (sic!). Chiaro che se ci si avvicina a questa autrice pensando di trovare un'horror classico, o anche solo una storia "alla Stephen King" probabilmente la delusione c'è. L'orrifico nell'opera di Jackson sta infatti non nella narrazione in sé (non del tutto), ma piuttosto nel disagio costante che si prova durante la lettura, quella sensazione di perverso che striscia tra le parole e soffia nell'orecchio, nel non detto che crea suggestioni disturbanti e angoscianti e che per altro non sempre l'autrice sceglie di confermare o smentire.
In Lizzie la prova è particolarmente interessante, dal mio punto di vista. Se in Abbiamo sempre vissuto nel castello e L'incubo di Hill House la "prigione" in cui i protagonisti e le protagoniste sono intrappolati, ingannati, feriti è un luogo fisico, lugubre, spaventoso, qui Jackson alza la posta: è la mente lo spaventoso labirinto da cui non si riesce a uscire, una rete in cui più si cerca di liberarsi, più si resta mortalmente impigliati.
Non tutto mi ha convinto a cominciare dalla narrazione del dott. Wright che a tratti mi è sembrata poco spontanea e realistica. Anche il finale mi ha lasciata perplessa: un po' buttato lì e poco verosimile. Una tale frantumazione delle personalità sarebbe apparsa più credibile alla luce di un trauma consistente, come un abuso infantile di natura sessuale (che per altro ho immaginato fino alla fine che venisse fuori). Forse in questo senso Jackson, che era comunque donna nella società statunitense iperconservatrice del secondo dopo guerra, non ha osato abbastanza.
In generale, sono soddisfatta della lettura. Nella mia testa ho immaginato quale meravigliosa prova attoriale potrebbe essere necessaria per portare sullo schermo quattro personalità così tanto distinte e immediatamente distinguibili. Chissà se la vedremo mai!
Maya ha scritto:In generale, sono soddisfatta della lettura. Nella mia testa ho immaginato quale meravigliosa prova attoriale potrebbe essere necessaria per portare sullo schermo quattro personalità così tanto distinte e immediatamente distinguibili. Chissà se la vedremo mai!
In teoria un film esiste già, per quanto datato...
Lord Beric ha scritto:Maya ha scritto:In generale, sono soddisfatta della lettura. Nella mia testa ho immaginato quale meravigliosa prova attoriale potrebbe essere necessaria per portare sullo schermo quattro personalità così tanto distinte e immediatamente distinguibili. Chissà se la vedremo mai!
In teoria un film esiste già, per quanto datato...
Non ne avevo proprio idea: grazie. Provo a recuperare
Nel frattempo, ci stareste per un altro giro? Diamo il via ad altre proposte tra cui estrarre la prossima lettura?
Per me va bene :)
Assolutamente sì :)
Sono indietro con la recensione di Lizzie... arriverò
La lettura è un rapporto con noi stessi e non solo col libro, col nostro mondo interiore attraverso il mondo che il libro ci apre.
Italo Calvino
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Bien sûr je te ferai mal. Bien sûr tu me feras mal. Bien sûr nous aurons mal. Mais ça c’est la condition de l’existence. Se faire printemps, c’est prendre le risque de l’hiver. Se faire présent, c’est prendre le risque de l’absence.
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C’é una vergogna positiva, che prima di aprire bocca ti fa chiedere se hai veramente titolo per dire quello che stai per dire. É la grande assente di questo secolo.
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Ogni persona che passa nella nostra vita è unica. Sempre lascia un po’ di sé e si porta via un po’ di noi. Ci sarà chi si é portato via molto, ma non ci sarà mai chi non avrà lasciato nulla. Questa é la più grande responsabilità della nostra vita e la prova evidente che due anime non si incontrano per caso.
Jorge Luis Borges
Per questo giro sono pronta! Sto ultimando un libro per cui sono pronta per nuove proposte.
Io intanto propongo Hallowe'en parti di Agatha Christie
Lady delle Gocciole Extra Dark
We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.
La mia proposta è Le ricette perdute del ristorante Kamogawa di Hisashi Kashiwai.
Avevo pensato di proporre il libro che sto leggendo, ma l'ho quasi finito :unsure:
E allo propongo Tutti i particolari in cronaca di Antonio Manzini.
Io intanto nel dubbio mi sono messa in lista prenotando quello proposto da Koorlik perché su mlol mi da 187 persone in coda 😱
Considerando che non conosco ne il libro ne l'autore adesso sono curiosissima 😂
Lady delle Gocciole Extra Dark
We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.
Per me va bene :)
Per me va bene :)
Lady delle Gocciole Extra Dark
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