24 minuti fa, Maya ha scritto:esista un fattore genetico per cui il livello di entusiasmo per la materia è legata al presenza o meno cromosoma Y
Ah si, scusa, non mi sono ricordato di rispondere a questo punto.
Anche qua, mi baso su intuito ed esperienza, e quindi potrei prendere enormi cantonate.
Io penso che ci siano fattori genetici, e onestamente non vedo perché si dovrebbero negare, o voler negare. Che l'uomo sia mediamente piú aggressivo é risaputo (ormoni etc e potrebbe quindi preferire mestieri piú "dinamici" e "fisici").
Stessa cosa con le mie figlie: hanno sempre voluto giocare con le bambole, nonostante, per facilitare il nostro rapporto, abbia tentato piú volte di deragliarle su attivitá a me piú congeniali (senza alcun risultato).
Mio figlio, invece, é fissato con il tirare calci ad un pallone nonostante a me non piaccia il calcio, e passa metá del suo tempo con fucili e pistole giocattolo, nonostante da me incoraggiamenti alle armi certo non li riceve.
Boh, che devo dire? SICURO che c'é la componente sociale.
Credo che la componente sociale si sia costruita su quella biologica, e l'abbia a quel punto rafforzata.
Quello che si puó fare é distinguere tra le due, non eliminare qualsiasi differenza.
Questo imho, ovviamente.
E per campagne di recrutamento rivolte al pubblico femminile, ovviamente, niente in contrario: se ci sono ragazze che potrebbero volerlo fare ma che non vengono raggiunte dalle informazioni e dagli stimoli adatti, andare loro incontro non puó che fare del bene a tutti
Citaalla maggioranza delle donne non interessa diventare astronaute perché a forza di mostrare questo come un mestiere per maschi si sono autoescluse
Se darai alle donne esempi di donne astronauta, ci scommetto anche io che molte piú saranno quelle che diranno "ah, peró, quasi quasi". Solletichi l'immaginazione, questo é normale.
Ma lo stesso vale per gli uomini: chi ci pensava ad essere astronauta prima di vedere Armstrong? Giusto qualche pazzo pilota di caccia o appassionato di Verne.
Il punto é (e mi pare che tu sia d'accordo) che un conto é dire "la nasa discrimina perché ci sono piú uomini", altro é dire "possiamo fare qualcosa perché le donne siano maggiormente interessate".
La prima affermazione é "noi contro loro" di cui parlavo (ostilitá, se preferisci), la seconda é "collaborazione".
Posso citare un piccolo episodio appena accaduto, giusto per ridere un pó?
Mia figlia é appena tornata da scuola tutta contenta per il progettino scientifico di un evento che organizza l'istituto ogni anno: una scatola con "la luna" dentro e dei fori sulle pareti: proiettando la luce di una torcia attraverso le fessure, sará possibile simulare le fasi lunari.
Forte! dico io tutto contento. Lei sa che ho un pó la passione di astronomia, astrofotografia etc ed in casa ne parlo spesso.
A quel punto, il piccolo dice che il suo progettino sará che cucineranno la pizza (praticamente, "staranno ai fornelli").
Subito mia figlia, imbronciata, urla "Fortunello!"
32 minuti fa, Manifredde ha scritto:Il punto é (e mi pare che tu sia d'accordo) che un conto é dire "la nasa discrimina perché ci sono piú uomini", altro é dire "possiamo fare qualcosa perché le donne siano maggiormente interessate".
La prima affermazione é "noi contro loro" di cui parlavo (ostilitá, se preferisci), la seconda é "collaborazione".
In realtà anche neppure nella prima affermazione vedo un "noi contro loro". Tutt'al più si indica un fenomeno, la discriminazione in ambito NASA, tutto da dimostrare.
Personalmente non parto dal presupposto che in un qualsiasi contesto ci sia inevitabilmente discriminazione. In questo sono ingenua, ma mi sorprendo ancora nel riscontrarla. Possibile che nel 2022 siamo ancora qui a parlare di un mondo diviso tra rosa e azzurro, giochi da maschi e da femmine, ecc.? Eppure.
Venendo al nocciolo della questione: no, non vedo nella "pubblicità" fatta da NASA niente di aggressivo, ostile, minaccioso. Anzi. Per altro non sono i primi e non saranno gli ultimi a utilizzare l'argomentazione un po' "furbetta" "da noi ci sono anche un sacco di donne! E neri! E disabili! E gay!" con lo stesso tono sensazionalistico che si potrebbe usare per dire - che so? - "abbiamo anche due draghi! E tre unicorni! E l'ultimo leocorno!!!". Purtroppo, è ancora utile e necessario mettere in evidenza che in alcuni contesti professionali e sociali ci sono anche le donne, i neri, i gay ecc. anche se, in teoria, è perfettamente normale che ci possano essere. Ampliare linguaggio e narrazione magari non basta, ma sicuramente aiuta.
Sull’argomento segnalo questo articolo sul “ paradosso della parità di genere”. Curioso fenomeno per il quale quanto più le donne hanno raggiunto l’uguaglianza all’interno di una società, tanto meno sceglieranno una carriera in ambito scientifico, ingegneristico, tecnologico e matematico.
Una spiegazione circa l'allontanamento delle donne rispetto alle materie STEM è l' "effetto Matilda": in pratica la scarsa rappresentazione e il mancato riconoscimento dei risultati raggiunti dalle scienziate ha contribuito a rafforzare il preconcetto per cui si tratterebbe di "roba da maschi": https://www.ilpost.it/2021/04/03/che-cose-leffetto-matilda/
3 ore fa, Maya ha scritto:Possibili spiegazioni:
- le donne sono meno capaci
- le donne sono meno interessate
- le donne più difficilmente accedono alla categoria
Hai dimenticato che forse biologicamente in condizioni molto estreme come nello spazio le donne hanno qualche difficoltà in più magari per via del ciclo? Non so bene come funzioni, spero non sia come per le atlete dove ti riempiono di pillola per bloccarlo in modo da garantire le prestazioni. Usanza che purtroppo ormai si sta diffondendo anche a tante altre. Dico purtroppo solo perché non so quanto sana sia come cosa.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Non lo dimentico affatto invece. Semplicemente non lo considero un limite, soprattutto dopo aver letto l'esperienza diretta di Samantha Cristoforetti: https://avamposto42.esa.int/blog/le-scarpe-rosa-vita-quotidiana-sulla-iss/
L’effetto Matilda non spiega il cosiddetto gender equality paradox
5 minuti fa, Quattro_Calzini ha scritto:L’effetto Matilda non spiega il cosiddetto gender equality paradox
Non l'ho sostenuto infatti. Potrebbe spiegare (anche questa è una teoria) perché le donne sarebbero storicamente meno attratte dai percorsi di studio STEM.
Non conosco nel dettaglio il gender equality paradox. Dall'articolo mi è sembrata una teoria interessante, ma un po' fumosa. Ad esempio, non è del tutto chiara la composizione del dato che dimostra la parità di genere raggiunta nei Paesi presi in esame. Inoltre le conclusione che sono state tratte mi sembrano riflessioni molto ipotetiche. Magari però non ho capito io oppure semplicemente è raccontato sommariamente.
Il dato che misura parità di genere raggiunta nei Paesi presi in esame è il Global Gender Gap Index, un indicatore del World Economic Forum
14 ore fa, Manifredde ha scritto:Perché se nel 2022 si sente ancora il bisogno di urlare ai 4 venti che la scelta é stata fatta con questo obbiettivo (diverso da quello primario di trovare la persona migliore per quel compito) significa che si sta emettendo un gravissimo giudizio verso la societá: "c'é bisogno di fare cosí".
La società progredisce grazie ai gravissimi giudizi che le si applicano.
Quelle del politically correct spesso mi appaiono polemiche pretestuose e sterili, ma anche quelle speculari non scherzano.
2 ore fa, Quattro_Calzini ha scritto:Il dato che misura parità di genere raggiunta nei Paesi presi in esame è il Global Gender Gap Index, un indicatore del World Economic Forum
Ecco mi era completamente sfuggita l’origine del dato. Inoltre lo conoscevo come “paradosso nordico” e legato ai tassi di violenza carnale.
La spiegazione rispetto alle STEM però mi pare confermi la teoria della pressione dello standard sociale, piuttosto che di una predispone/attrazione genetica. Ho letto diversi articoli stasera e ho per esempio trovato questo tra i più recenti https://valored.it/news/il-paradosso-delle-stem-come-descriviamo-il-gender-gap/
da cui cito:
”Questi dati a livello globale bastano a smontare lo stereotipo per cui ci sarebbero materie "da maschi" o "da femmine". Eppure sono proprio gli stereotipi di genere, le rappresentazioni culturali onnipresenti delle materie STEM come intrinsecamente maschili che riducono l’interesse delle ragazze nei campi tecnici, convincendole del fatto che le competenze correlate a questo ambito non siano a loro congeniali. Il condizionamento che deriva dagli stereotipi di genere, per quanto riguarda la scelta delle carriere professionali, è così forte da renderli delle credenze che si auto-avverano. Inoltre, anche la mancanza di modelli di ruolo visibili e politiche e ambienti poco favorevoli o addirittura ostili possono impedire alle ragazze e alle donne di perseguire queste carriere.
(…)
Un team di ricercatori e ricercatrici dell’Università di Chicago ha usato l’intelligenza artificiale e i dati per misurare la diversity in migliaia di libri per l’infanzia pubblicati dagli Stati Uniti. Il progetto, realizzato dal MiiE Lab (Messages, Identity, and Inclusion in Education Lab), ha mostrato che:
- la maggioranza dei personaggi sono maschi bianchi adulti, anche nei libri sulla diversity;
- le donne sono più presenti come illustrazioni che come personaggi parlanti della storia.
Inoltre i ricercatori hanno scoperto, per esempio, che le donne sono più rappresentate nelle immagini rispetto ai testi, tranne nelle collezioni dedicate ai libri con personaggi femminili. Ciò suggerisce che potrebbe esserci un'inclusione simbolica delle donne nelle immagini, senza però un'inclusione sostanziale nella storia reale, secondo i ricercatori.
Insomma, la spiegazione del paradosso gender legato alle STEM va ricercata nella rappresentazione e nel tessuto socio-culturale, se capisco.
Allora la spiegazione del gender equality paradox, per il quale la percentuale di donne laureate in materie Stem nel 2015 in paesi come Svezia Danimarca ma anche Svizzera e Francia, è inferiore a quella di Portogallo o Italia, a loro volta inferiore a Tunisia Algeria Uruguay è: I modelli di ruolo visibili dalle bambine.
pertanto le bambine Algerine hanno modelli meno stereotipati di quelle Portoghesi, che a loro volta hanno modelli meno stereotipati di quelle Svizzere o Danesi?
19 minuti fa, Quattro_Calzini ha scritto:Allora la spiegazione del gender equality paradox, per il quale la percentuale di donne laureate in materie Stem nel 2015 in paesi come Svezia Danimarca ma anche Svizzera e Francia, è inferiore a quella di Portogallo o Italia, a loro volta inferiore a Tunisia Algeria Uruguay è: I modelli di ruolo visibili dalle bambine.
pertanto le bambine Algerine hanno modelli meno stereotipati di quelle Portoghesi, che a loro volta hanno modelli meno stereotipati di quelle Svizzere o Danesi?
La spiegazione sarebbe (e cito qui dall'articolo che hai postato):
"In un articolo dedicato ai risultati di Stoet e Geary pubblicato su The Atlantic, si spiega che la questione (parità di genere - percentuale di donne che seguono percorsi di studio STEM) non riguarda il talento dei singoli. Quanto, piuttosto, la società.
Quelle in cui c’è maggiore uguaglianza tra uomini e donne sono anche quelle in cui esiste un welfare state maggiormente strutturato. Al contrario, nei Paesi cui il Wef assegna un indice più basso, non esistono forti reti di protezione sociale. E quindi il conseguimento di una laurea in una disciplina Stem viene vista come un viatico verso una più sicura carriera lavorativa, che permetta alle donne di mantenersi. In altre parole, una via alla loro emancipazione. Questa la conclusione cui sono arrivati i due psicologi. I numeri, per parte loro, si limitano a confermare il paradosso.
In altre parole, il paradosso in questione fa nascere due riflessioni:
1) Come si spiega in sé il paradosso? Secondo teorie come quella citata, nei Paesi dove il gender gap è più forte e il sistema di welfare più fragile, una laurea STEM viene vista da una donna come una via più sicura per una migliore carriera e per il raggiungimento dell'autonomia finanziaria. Non ne consegue che i modelli siano meno stereotipati (mi pare un sillogismo imperfetto). Anzi. Semplicemente la necessità di risolvere il gender gap è un bisogno più forte e spinge ad assumere comportamenti e ruoli considerati "da maschi" per poter arrivare all'affermazione sociale.
2) Nei Paesi dove invece è stata raggiunta (o quasi) la parità uomo-donna, tutto il discorso fatto viene a cadere. Il bisogno non è più primario e funzionale, ma secondario: per intenderci facciamo un paio di gradini verso l'alto nella piramide di Maslow. La dinamica è caratteristica delle società più evolute in cui i bisogni primari sono assodati e quindi gli individui puntano a soddisfare quelli secondari (socializzazione, identificazione, autorealizzazione). Non essendo necessario risolvere il gender gap, le femmine non vedono nelle professioni STEM un "via di uscita", un mezzo per fare carriera, guadagnare di più, ecc. Tuttavia, poiché non si riconoscono né identificano facilmente nei ruoli, scattano più facilmente dei freni culturali.
Io l'ho capita così.
22 ore fa, Manifredde ha scritto:
Ah si, scusa, non mi sono ricordato di rispondere a questo punto.
Anche qua, mi baso su intuito ed esperienza, e quindi potrei prendere enormi cantonate.
Io penso che ci siano fattori genetici, e onestamente non vedo perché si dovrebbero negare, o voler negare. Che l'uomo sia mediamente piú aggressivo é risaputo (ormoni etc e potrebbe quindi preferire mestieri piú "dinamici" e "fisici").
E' anche il motivo per cui si pensa che pure in sport/giochi dove non conta la parte fisica, come gli scacchi (o il poker sportivo), le donne hanno risultati peggiori.
In tutta la storia degli scacchi, soltanto una donna è stata in grado di giocare alla pari con i campioni dello sport e, attualmente, c'è soltanto una donna tra i primi 200 scacchisti (e soltanto 10 donne tra i primi 600).
Ci sono anche meno donne praticanti, ma la differenza in numero non è tale da giustificare la differenza in risultati.
Un motivo sarebbe che gli uomini, per fattori genetici (il testosterone, per esempio) hanno una maggiore predisposizione alla competizione, che aiuta a tenere quel livello di persistenza, aggressività e altissima tensione necessario per rimanere nelle elite anche a livello di challenge mentale. Un altro motivo sarebbe la maggiore predisposizione all'analisi logico-matematica.