9 minuti fa, Maya ha scritto:Tu hai chiesto se i social hanno un impatto e io ho risposto. Mi pare innegabile che molti oggi si informino sui social e non solo per quel che riguarda i vaccini. Tra parentesi, i non vaccinati credo siano ancora qualcosa più di 4 milioni... a me non sembrano pochi.
9 minuti fa, Maya ha scritto:Ecco invece io lo trovo particolarmente fuori luogo a meno che che l'amico o il conoscente non sia un medico. Ma poi il conoscente? Possiamo considerare accettabile e gradito che il vicino di casa ci guardi e ci dica "oh, ma mangia meno/di più, altrimenti poi sta male"?
Faccio fatica a capire la tua posizione: prima dici che i social hanno un effetto sulla vita di tutti noi (e quindi implicitamente fai capire che questo è negativo o comunque problematico) e poi dici che comunque certe tendenze social come quella di cui si discute, ossia la fatfobia, in qualche modo trovano una giustificazione nel fatto che la persona obesa a diritto a non farsi scocciare? Fra l'altro io non intendevo certo suggerire questo, quanto il fatto che la tendenza di cui parlavano Manifredde e Metamorfo era di persone e gruppi di persone che in qualche modo si "ghettizzano" pensando di stare assolutamente bene e finendo poi per stare molto male, e da questo facevo una riflessione sul fatto che negli USA certi estremismi stanno diventando comuni. Però aggiungo anche che cose del genere rimangono comunque confinate in delle minoranze, e in Europa (almeno spero) diventeranno ancor meno di moda.
Poi, giusto a margine, anche per me 4 milioni di non vaccinati, specie se over 50, sono un problema, ma era utopistico pensare di vaccinare il 100% degli adulti, direi che se si è vaccinato più dell'80% della popolazione forse l'influenza di Internet nella vita comune è meno forte di quanto si pensi.
32 minuti fa, Euron Gioiagrigia ha scritto:Faccio fatica a capire la tua posizione: prima dici che i social hanno un effetto sulla vita di tutti noi (e quindi implicitamente fai capire che questo è negativo o comunque problematico) e poi dici che comunque certe tendenze social come quella di cui si discute, ossia la fatfobia, in qualche modo trovano una giustificazione nel fatto che la persona obesa a diritto a non farsi scocciare?
Rispondendo a una tua domanda, ho detto che i social secondo me hanno impatto sulla società e i suoi valori. Impatto positivo o negativo non l'ho detto. Ci sono effetti positivi e negativi. Ma ripeto qui, in questa discussione, è del tutto OT.
Non so se sia una tendenza social andare da un conoscente e fargli presente la connessione tra la sua massa corporea e il suo stato di salute. Sicuramente lo considero un atteggiamento invadente, poco educato e ancor meno rispettoso a prescindere che avvenga in ascensore o sulla pagina di Facebook.
Quello che ho detto è ancora altro:
- sarebbe preferibile astenersi dall'offrire giudizi sul corpo degli altri se non richiesti (tipo mentre vai a ritirare un premio e sei un vacanza con la famiglia)
- si dovrebbe evitare di fare una correlazione corpo-salute SE non si hanno competenze mediche E non si conosce il caso e comunque al di fuori di contesti medici (leggi: no, il conoscente non è autorizzato a dire a qualcuno deve prestare attenzione all'alimentazione dal momento che è evidentemente sotto/sovrappeso. Neppure se è medico. A meno che non sia il medico curante che lo sta visitando. L'amico deve essere proprio tanto stretto)
- ci si dovrebbe astenere dal giudicare il corpo di qualcuno nel momento in cui il corpo non è parte in causa. Leggi: la "coscia importante" di Emma è un'uscita sgradevole e decisamente fuori luogo. Se proprio la si vuole criticare, si possono prendere in esame le sue canzoni.
- la persona obesa o sottopeso ha assolutamente il diritto di non farsi scocciare da amici, conoscenti, passanti e follower in merito al suo fisico a meno che non chieda espressamente "che ne pensi?". Per me, è proprio così: ognuno ha proprio tutto il diritto di non volersi sentir dire cosa deve fare del proprio corpo e del proprio aspetto a meno che a dirlo non sia il medico e, toh!, la mamma. E questo vale sui social e sul pianerottolo di casa, per strada e sul palcoscenico dell'Ariston, su un giornale e al supermercato.
Il nostro corpo ce lo portiamo in giro ogni giorno. Non possiamo lasciarlo a casa. Non per questo chiunque lo veda è autorizzato a dire la sua. E peggio ancora, a trarne non richieste conclusioni.
Io ritengo che serva un bilanciamento: viviamo in una comunità, dobbiamo tutti imparare ad usare un certo tatto parlando di certi argomenti ma dall'altra serve anche una certa consapevolezza da parte del singolo.
Nell'esempio in questione se da una parte nessuno si dovrebbe permettere di giudicare (ma anche ripetere ossessivamente "consigli in buona fede") dall'altra sarebbe opportuno l'essere consapevoli ed accettare che oltre una certa soglia si è esposti a rischi ulteriori (comunque anche chi è magro non è esente da valori fuori posto e rischi annessi) e, perché no, riconoscere che l'aspetto fisico conta fino ad un certo punto.
Quest'ultimo punto è importantissimo per disinnescare sul nascere certe problematiche, il problema degli standard estetici per me è sempre stato un mistero: dovunque mi girassi vedevo ragazze apprezzate nonostante fossero lontanissime dagli standard imposti dalla TV/cinema/media/colpevole del momento, addirittura ragazze con la pancetta e la retromarcia (do il buon esempio parlando di tatto ) così come vedevo ragazzi apprezzati nonostante non avessero il mascellone od il fisico di un personaggio di Jojo eppure tante persone ne erano vittime, secondo me sarebbe bastato fare un ragionamento a 360° per liberarsi di certi pesi e, contestualmente, alleggerire tutte quelle persone più fragili su cui il peso era stato buttato a forza.
12 ore fa, Maya ha scritto:Questi sono due esempi e mi spiace che siano solo donne e per di più famose, ma spero che sia chiaro il perché della mia fissazione.
Questi però sono esempi per cui secondo te viene sminuito il loro lavoro passando a concentrarsi sul loro corpo, secondo me è un discorso ancora diverso da quello di prima. Qui siamo al classico in una donna conta più la gamba o il decolltè di quello che fa. Non c'entrano l'obesità o la magrezza in quanto tali nè i giudizi medici o non medici. Conta che viene dato più risalto all'aspetto esteriore che non al contenuto.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
11 ore fa, Il Lord ha scritto:Io ritengo che serva un bilanciamento: viviamo in una comunità, dobbiamo tutti imparare ad usare un certo tatto parlando di certi argomenti ma dall'altra serve anche una certa consapevolezza da parte del singolo.
Nell'esempio in questione se da una parte nessuno si dovrebbe permettere di giudicare (ma anche ripetere ossessivamente "consigli in buona fede") dall'altra sarebbe opportuno l'essere consapevoli ed accettare che oltre una certa soglia si è esposti a rischi ulteriori (comunque anche chi è magro non è esente da valori fuori posto e rischi annessi) e, perché no, riconoscere che l'aspetto fisico conta fino ad un certo punto.
Quest'ultimo punto è importantissimo per disinnescare sul nascere certe problematiche, il problema degli standard estetici per me è sempre stato un mistero: dovunque mi girassi vedevo ragazze apprezzate nonostante fossero lontanissime dagli standard imposti dalla TV/cinema/media/colpevole del momento, addirittura ragazze con la pancetta e la retromarcia (do il buon esempio parlando di tatto ) così come vedevo ragazzi apprezzati nonostante non avessero il mascellone od il fisico di un personaggio di Jojo eppure tante persone ne erano vittime, secondo me sarebbe bastato fare un ragionamento a 360° per liberarsi di certi pesi e, contestualmente, alleggerire tutte quelle persone più fragili su cui il peso era stato buttato a forza.
Che è anche quanto sostenevo io prima nei miei post. Come sempre basterebbe usare un po' di BUON SENSO che poi credo sia la medicina al PC.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
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17 minuti fa, Lyra Stark ha scritto:Questi però sono esempi per cui secondo te viene sminuito il loro lavoro passando a concentrarsi sul loro corpo, secondo me è un discorso ancora diverso da quello di prima. Qui siamo al classico in una donna conta più la gamba o il decolltè di quello che fa. Non c'entrano l'obesità o la magrezza in quanto tali nè i giudizi medici o non medici. Conta che viene dato più risalto all'aspetto esteriore che non al contenuto.
non è diverso perché sono figli del medesimo problema: ci sentiamo in diritto di esprimere giudizi sul corpo altrui, di farlo pubblicamente, a prescindere da tutto, di aggiungere considerazioni che non ci competono (mediche per esempio) e, a quanto capisco, neppure ci sembra sbagliato. Anzi. Ci sembra che la malattia da curare sia non questo tipo di comportamento, ma il politically correct.
5 ore fa, Maya ha scritto:Anzi. Ci sembra che la malattia da curare sia non questo tipo di comportamento, ma il politically correct.
Alla fine questa penso sia a cosa più surreale di tutte.
Lo dico da inizio discussione e lo ribadisco nella settimana in cui tra rigetto del referendum sul fine vita, referendum sulla cannabis, definitivo affossamento del DDL Zan (mentre le radio della destra reclamano il diritto a chiamare "r+++++one" un ragazzo omosessuale...per altro con argomentazioni spesso cicciate fuori anche qui), mi pare assodato l'avvento di questa ondata neo-reazionaria: nel paese in cui i dati Unar pubblicati da L'Espresso certificano due aggressioni razziste al giorno, una a sfondo antisemita ogni due giorni e una omotransfobica ogni due giorni, che a lamentarsi siano quelli che si sentono oppressi dalla "cancel culture" (fregnaccia inesistente) e dal politically correct ha smesso da un pezzo di essere surreale ed è diventato offensivo.
5 ore fa, Maya ha scritto:non è diverso perché sono figli del medesimo problema: ci sentiamo in diritto di esprimere giudizi sul corpo altrui, di farlo pubblicamente, a prescindere da tutto, di aggiungere considerazioni che non ci competono (mediche per esempio) e, a quanto capisco, neppure ci sembra sbagliato. Anzi. Ci sembra che la malattia da curare sia non questo tipo di comportamento, ma il politically correct.
Continuo a non capire. Il problema sta nel giudizio o meglio nella critica (negativa) o solo nel farlo verso un corpo? E nel fatto che non siamo medici?
Secondo me bisogna distinguere:
giudizio non è un'operazione sempre negativa e soprattutto ne siamo tutti soggetti sempre, in positivo e negativo.
Se il problema per Maya è giudicare gli altri e non dovremmo farlo potremmo per lo stesso ragionamento abolire voti a scuola per non offendere la sensibilità dei poveri ragazzini. E in effetti c'è chi vorrebbe farlo. Bisogna invece far capire che il giudizio non ti deve qualificare come persona, è limitato a un fatto estemporaneo e comunque dargli il giusto peso nel contesto in cui viene espresso. Togliendo ogni espressione di giudizio in tutti i campi non vi sarebbe più valore a niente.
Critica (negativa): un po' diversa dal giudizio, già è connotata in modo più negativo qualcuno obietta su qualcosa.
Diversa ancora è l'offesa, perché implica una seria mancanza di rispetto, cosa che invece io non imputo del tutto al giudizio o alla critica che ha comunque un fondo se non sempre costruttivo almeno impostato a un confronto, e viene fatta in modo proprio da colpire scientemente l'oggetto per danneggiarlo.
Dopo aver cercato di mettere ordine nei miei pensieri, tuttavia chiudo perché anche se non capisco i punti di vista altrui per esperienza ho notato che in certi casi non è possibile.
Oltretutto è anche un po' strano portare avanti certi discorsi legati alla fisicità e alle offese ad essa collegate in questo contesto specifico con tutte le implicazioni del caso.
Personalmente è un esercizio di astrazione che non mi riesce, così come ho avuto modo di indignarmi quando mi è capitato di assistere nel concreto a tali manifestazioni pur magari non supportando altre visioni che leggo qui.
Probabilmente sono più portata al concreto che all'astratto.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
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Ma sembra che il vento sia in entrambi
Sulla questione dell'essere o non essere medici per comprendere una situazione, dipende: ci sono situazione note a chiunque. Per esempio, se una persona fuma due pacchetti di sigarette al giorno, o beve una bottiglia di whisky ogni sera, non è necessario essere medici per sapere che sta danneggiando la sua salute. Allo stesso modo, se una persona è obesa, non serve essere medici per sapere che non è una situazione salutare.
(sempre tenendo conto del fatto che questa comprensione serve, ai fini della discussioni che facevo, non per dare giudizi/consigli non voluti sulla persona in questione, ma per disapprovare la promozione di quello stile di vita come sano, che spesso è connessa al tema politicamente corretto del "se non sei d'accordo col fatto che si possa essere obesi e sani è perchè sei grassofobico)
2 ore fa, Lyra Stark ha scritto:Continuo a non capire. Il problema sta nel giudizio o meglio nella critica (negativa) o solo nel farlo verso un corpo? E nel fatto che non siamo medici?
Mi pare ovvio che il problema non sia il giudizio in sé.
A scuola si viene valutati per il proprio rendimento scolastico, al concorso di bellezza si viene votati per la bellezza, nell'ambito di un premio letterario si viene giudicate in base al proprio scritto e così via. Tutte queste situazioni nascono per valutare e giudicare i partecipanti che sono perfettamente consapevoli e disponibili in tal senso (oddio, magari gli studenti e le studentesse non sono sempre disponibili... ).
D'altro canto, un/una insegnante non può offrire una valutazione sull'abbigliamento, al concorso di bellezza non si viene selezionat* sulla base (che so?) dei voti di fisica delle superiori, al concorso letterario non si viene scelt* in base a canoni estetici, ecc. Anzi dico di più: quando mai una di queste situazioni dovesse avvenire si contesta valutazione, giudizio e giudicante.
Perché questa contestazione è perfettamente condivisibile e ragionevole?
1) innanzi tutto, perché vengono applicati nella valutazione e nel giudizio criteri che non c'entrano nulla: a scuola non conta quando si è belli o brutti, ben vestiti o mal vestiti, ecc. Queste cose non influenzano il voto finale (spero).
2) Inoltre, in teoria anche chi ci giudica non ha le competenze: se insegni storia non solo il tuo giudizio non deve tenere conto di come gli allievi e le allieve portano i capelli, ecc. Neppure puoi esprimerti circa i risultati raggiunti in matematica. Il fatto di avere una buona conoscenza della materia comunque non ti rende competente.
Siamo sempre tutti sottoposti a giudizio: vero. Il punto è che pretendiamo giustamente di essere giudicati in una situazione in cui volontariamente ci esponiamo al giudizio, in un luogo appropriato e da persone competenti.
Ora, negli ormai tantissimi casi che ho citato una o più di queste condizioni che di norma pretendiamo salta: si giudica qualcuno che non chiede di essere giudicato per un aspetto non richiesto, in contesti non appropriati e da persone non competenti. Questo, oltre a essere scorretto è un'invasione della sfera personale e, in alcuni casi, rasenta l'offesa.
Può non sembrare ma dire a qualcuno "dovresti mangiare di meno perché rischi un infarto", "dovresti mangiare di più altrimenti collassi" non va sempre bene, anche se può essere una considerazione corretta. Non va bene se l'interessato o l'interessata non ha chiesto un parere. Non va bene in una qualsiasi situazione. Non va bene se non si conosce il caso (magari è già una persona che sta mangiando meno...). Non va bene se non si hanno competenze molto specifiche per giudicare lo stato di salute di un individuo (certi livelli di magrezza non sono affatto "non sani")
Spero sia chiaro.
1 ora fa, Metamorfo ha scritto:Sulla questione dell'essere o non essere medici per comprendere una situazione, dipende: ci sono situazione note a chiunque. Per esempio, se una persona fuma due pacchetti di sigarette al giorno, o beve una bottiglia di whisky ogni sera, non è necessario essere medici per sapere che sta danneggiando la sua salute. Allo stesso modo, se una persona è obesa, non serve essere medici per sapere che non è una situazione salutare.
(sempre tenendo conto del fatto che questa comprensione serve, ai fini della discussioni che facevo, non per dare giudizi/consigli non voluti sulla persona in questione, ma per disapprovare la promozione di quello stile di vita come sano, che spesso è connessa al tema politicamente corretto del "se non sei d'accordo col fatto che si possa essere obesi e sani è perchè sei grassofobico)
Finché si ragiona in astratto è tutto vero e va tutto bene. E' giusto e sacrosanto promuovere comportamenti sani e contestare quelli scorretti e potenzialmente dannosi per la salute. E ci sta anche criticare chi viceversa promuove comportamenti notoriamente scorretti. In una situazione di questo tipo, l'accusa di fatfobia vale come qualsiasi altro insulto trendy.
Le cose sono diverse quando dal generale si passa al personale. La persona che decide di seguire un'alimentazione sballata ha tutto il diritto di farlo. Non sta a noi giudicare o criticare. Nel momento in cui fa propaganda di questo comportamento, siamo pienamente autorizzati a contestare non la persona, ma il comportamento promosso.
Inoltre, la verità è che i principi sono noti, ma le situazioni specifiche spesso sfuggono: la persona che noi giudichiamo in sovrappeso, magari è già da tempo in cura, il suo peso è già frutto di un notevole sforzo di dimagrimento e complessivamente segue una dieta più sana della nostra. La persona molto magra magari già mangia a sufficienza e semplicemente è di costituzione magra. Oppure sta malissimo, ma non per via di un disturbo alimentare. E così via.
Tutto questo per dire che, posto che non è quasi mai necessario andare da qualcuno a offrire un giudizio non richiesto anche se con tutte le migliori intenzioni, davvero non possiamo tenere per noi le opinioni che ci facciamo sugli altri? Davvero va sempre bene giudicare la fisicità degli altri "così de botto e senza senso"? A noi sta bene che in qualsiasi circostanza gli altri siano autorizzati a esprimere un giudizio (positivo o negativo, fa poca differenza) sul nostro corpo?
2 ore fa, Maya ha scritto:
La persona che decide di seguire un'alimentazione sballata ha tutto il diritto di farlo. Non sta a noi giudicare o criticare. Nel momento in cui fa propaganda di questo comportamento, siamo pienamente autorizzati a contestare non la persona, ma il comportamento promosso.
Se qualcuno propaganda sui social dei comportamenti dannosi, mi pare si possa criticare anche la persona non soltanto il comportamento promosso: se un influencer con un grosso seguito di persone, magari anche molto giovani, dice che fumare due pacchetti di sigarette al giorno non fa male e incoraggia a farlo, oppure che essere obesi è salutare e incentiva a mantenere quello stato fisico...direi che sia criticabile.
Infatti, oltretutto continuo a non capire (ma vabbè) perchè puntarsi su un aspetto quando ce ne sono altri mille.
E trincerarsi dietro la competenza, quando non è un criterio sempre valido o indispensabile.
Solo per fare un esempio tratto da qui, quanti hanno giudicato e criticato no vax, vaccini, dati sulla pandemia etc pur non essendo affatto scienziati competenti in quel campo? Tutti. E a volte pure in modo pesante per i miei gusti.
Pertanto mettersi ora a sindacare che solo i medici devono esprimere giudizi medici, e gli altri no mi pare un po' "fuorviante". O lo possono fare solo sui corpi? Sul resto invece lo possono fare tutti? C'è qualcosa che non mi torna proprio di fondo in questo discorso.
Eppure a volte non serve nemmeno essere uno scienziato per capire che un certo comportamento è scorretto o dannoso.
Se dico a uno che fuma 50 sigarette al giorno di smettere perchè gli fa male lo offendo? Violo il PC? O dovrei piuttosto sentirmi sentita io urtata nella mia sensibilità perchè questa persona sta scientemente buttando via la sua vita (e danneggia l'ambiente e gli altri attorno a lui) quando magari io ho dovuto rinunciare a una persona cara che si è ammalata per molto meno? Sono tutti discorsi che secondo me sono troppo soggetti a variabili. La variabile che al giorno d'oggi ognuno vuole essere libero di fare tutto ciò che vuole, anche quando per buon gusto o buon senso sarebbe meglio non lo facesse.
Oltretutto se il criterio valido è unicamente la competenza nel settore ci sono anche competenti nel settore che magari appoggiano certi comportamenti scorretti (per carità vergogna della categoria specifica) tuttavia esistono questi casi.
Quindi è tutto un po' un mare magnum dai confini ben poco netti, mi sembra semplicistico dire "da oggi non si deve più giudicare niente e nessuno se non si è competenti in materia."
E già questa competenza come la certifichiamo? Chi decide cosa è giusto? e penso che alla fine la domanda che ad alcuni infastidisce o fa paura sia proprio questa.
Premesso che qualcuno deve pur farlo, perchè non si può pensare ad una società priva di regole, così come a una qualsiasi comunità. A volte le regole, come nell'antica Grecia, erano anche mantenute grazie al senso comune.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
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Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
49 minuti fa, Metamorfo ha scritto:
Se qualcuno propaganda sui social dei comportamenti dannosi, mi pare si possa criticare anche la persona non soltanto il comportamento promosso: se un influencer con un grosso seguito di persone, magari anche molto giovani, dice che fumare due pacchetti di sigarette al giorno non fa male e incoraggia a farlo, oppure che essere obesi è salutare e incentiva a mantenere quello stato fisico...direi che sia criticabile.
In quel caso sì perché sta facendo propaganda di un comportamento sbagliato e quindi espone le sue posizioni e opinione a giudizio. Ma se, per esempio, vedi la stessa influencer che si accende una sigaretta dopo l'altra mentre parla - che so - di moda, libri, cucina, no. Non sta facendo promozione del suo comportamento di fumatrice. La si può comunque considerarle un modello sbagliato, ma è un'altra questione.
20 minuti fa, Lyra Stark ha scritto:Infatti, oltretutto continuo a non capire (ma vabbè) perchè puntarsi su un aspetto quando ce ne sono altri mille.
E trincerarsi dietro la competenza, quando non è un criterio sempre valido o indispensabile.
Un giorno mi piacerebbe sentire almeno uno di questi mille altri problemi che sono sempre più importanti di quello di cui si sta parlando e che si sta cercando di risolvere.
27 minuti fa, Lyra Stark ha scritto:Solo per fare un esempio tratto da qui, quanti hanno giudicato e criticato no vax, vaccini, dati sulla pandemia etc pur non essendo affatto scienziati competenti in quel campo? Tutti. E a volte pure in modo pesante per i miei gusti.
Nel momento in cui promuovi un comportamento sbagliato la critica è giustificata. La stessa propaganda implica un esporsi al giudizio per le proprie posizioni.
22 minuti fa, Lyra Stark ha scritto:Pertanto mettersi ora a sindacare che solo i medici devono esprimere giudizi medici, e gli altri no mi pare un po' "fuorviante". O lo possono fare solo sui corpi? Sul resto invece lo possono fare tutti? C'è qualcosa che non mi torna proprio di fondo in questo discorso.
Credo di averlo spiegato almeno tre volte. Mi arrendo. Spero che qualcuno riesca a fare meglio di me.
Il 16/2/2022 at 11:35, joramun ha scritto:Il 14/2/2022 at 15:18, Mar ha scritto:Se si tratta il proprio figlio come un idiota (nel caso in questione, se si pensa che possa avere un peso maggiore 20 minuti di modella su instagram e tik tok al giorno, piuttosto che una vita passata al tuo fianco)
A parte che un buon modo per non trattare il proprio figlio come un idiota sarebbe quello di smetterla di pensare che i suoi riferimenti e il modo in cui trascorre il suo tempo siano da idioti... trovo mille volte più sensato e pedagogico chiedersi perchè per il ragazzo hanno più peso 20 minuti di influencer e tiktoker che i messaggi di un genitore.
Il 14/2/2022 at 15:18, Mar ha scritto:se lo si cresce impaurito del mondo e del giudizio altrui, non si farà altro che danneggiarlo.
Lo si danneggia non essendo presenti nel momento in cui la paura dei giudizi altrui arriva, non mettendogli in testa che quella paura non esiste o che non debba provarla "perchè si", veicolando magari pure il messaggio implicito che se si fanno ferire o influenzare da queste che a noi appaiono come vacue st++++ate, "sbagliano".
Alè
Non ho espresso un giudizio (negativo o meno) sui riferimenti (o presunti tali) del figlio (o chi per lui). Ho letteralmente detto che sarebbe idiota (vogliamo dire inutile, edulcorando il senso?) prendersela col tale contenuto socialmediatico x, e o col suo messaggero, pensando che l'uno e l'altro sia chissà quanto stupido, se non addirittura dannoso per il proprio figlio (ripeto, o chi per lui), o comunque sbagliato in sè. Ho letteralmente detto di NON trattare il proprio figlio come un idiota, pensando che sia idiota il modo in cui trascorre il suo tempo e che lo siano i suoi riferimenti, ma piuttosto di RISPETTARE lui (e quindi anche i riferimenti) responsabilizzandolo (due facce della stessa medaglia) e di responsabilizzare se stessi assumendosi le proprie responsabilità (di genitore, per restare all'esempio che avevo fatto, ma ovviamente non è un ragionamento limitato al rapporto genitore-figlio). In pratica ho detto proprio di chiedersi semmai perchè per il ragazzo hanno più peso 20 minuti di .. eccetera .. i messaggi di un genitore. Mi hai copiato la frase !
Quanto al secondo quote, come al solito tu vedi ciò che vuoi vedere e su quello basi il resto. Tra l'altro non vedo io, come la tua frase sarebbe necessariamente negata dalla mia, anzi, ma ok . Ripeto e rinforzo il mio concetto, dopodichè però non proseguirò oltre su questo binario perchè sprecare il mio tempo libero in questa maniera mi piace il giusto : se lo si cresce (sempre per restare al caso del figlio, ma è solo un esempio, non c'è bisogno di fissarsi se si coglie la logica) impaurito dai giudizi del resto del mondo, in un "qui e ora" dove mai come prima giudizi/opinioni altrui, giusti/sbagliati/belle/brutte che siano, non sono mai stati così numerosi e veloci nel nascere, partire, circolare, arrivare eccetera, e pensando che la reazione più intelligente sia quella di cambiarli forzatamente o, piuttosto che lasciargieli (al resto del mondo), quella di zittirglieli/impedirli, sempre nel solito "qui e ora" in cui questo non è mai stato così poco fattibile, lo si danneggia? Si? Con quali conseguenze ? Quelle che ho già scritto. Ho finito ? Yes. Buona serata a todo el mundoo:)
"It may be a reflection on human nature, that such devices should be necessary to control the abuses of government. But what is government itself, but the greatest of all reflections on human nature? If men were angels, no government would be necessary. If angels were to govern men, neither external nor internal controls on government would be necessary. In framing a government which is to be administered by men over men, the great difficulty lies in this: you must first enable the government to control the governed; and in the next place oblige it to control itself".
Federalist No. 51, The Structure of the Government Must Furnish the Proper Checks and Balances Between the Different Departments, in The Federalist Papers, a collection of essays written in favour of the new Constitution as agreed upon by the Federal Convention, September 17, 1787
Alexander Hamilton, James Madison, John Jay
Il 16/2/2022 at 11:35, joramun ha scritto:A parte che un buon modo per non trattare il proprio figlio come un idiota sarebbe quello di smetterla di pensare che i suoi riferimenti e il modo in cui trascorre il suo tempo siano da idioti... trovo mille volte più sensato e pedagogico chiedersi perchè per il ragazzo hanno più peso 20 minuti di influencer e tiktoker che i messaggi di un genitore.
Questa la so: forse per via, tra le altre cose, di un modo di pensare ultraliberale post 1968 con il quale si è insegnato ai ragazzi di fregarsene a prescindere e a priori di ogni autorità e di polemizzare sempre e comunque contro di essa, chiedendo solo diritti e senza rispettare alcun dovere? Cosa che tra parentesi ha influenzato pesantemente la serietà della scuola. La Natura aborre il vuoto, e se insegni alle persone di non ascoltare la famiglia o lo Stato (Stato inteso come insieme delle regole e delle leggi che regolano il vivere civile e non come Stato totalitario ed etico, intendiamoci) quelli trovano altri modelli di riferimento, che sono un po' più precari.
CitaLo si danneggia non essendo presenti nel momento in cui la paura dei giudizi altrui arriva, non mettendogli in testa che quella paura non esiste o che non debba provarla "perchè si", veicolando magari pure il messaggio implicito che se si fanno ferire o influenzare da queste che a noi appaiono come vacue st++++ate, "sbagliano".
Se ho capito bene di lavoro fai proprio lo psicologo quindi dovresti saperlo: il problema non è una sana volontà di essere ben giudicati dagli altri, ma quando appunto questo desiderio diventa paura isterica del cattivo giudizio altrui, e secondo me Mar stava parlando di questo. Il punto è che esistono motivi legittimi per essere feriti e altri che così importanti non sono.