Concordo. Soprattutto riguardo ai disturbi alimentari i social fanno dei disastri, creando "gruppi di sostegno" in cui queste persone si danno consiglio non su come uscirne ma su come perseguire al meglio la loro ossessione. E la convinzione di appartenere a un gruppo, a una sorta di elite per quanto deviata, è un rinforzo fortissimo e fa danni enormi.
La stessa cosa vale per l'autolesionismo, che non a caso è sempre più diffuso tra gli adolescenti.
1 ora fa, Metamorfo ha scritto:Io (e credo anche Manifredde) ci riferivamo a persone, per qualche motivo praticamente sempre donne, che su vari social (in particolare tik tok)
Esatto, e la corrente PC, una volta oltrepassati limiti di buon senso, sembra voler proteggere la sensibilitá di chiunque, a prescindere dalla ragionevolezza delle richieste, e a prescinedere dalla buona fede, educazione, rispetto e ragionevolezza delle critiche mosse.
Poi, ovvio, chiunque sia stato preso di mira per il proprio aspetto sa cosa vuol dire, e non posso immaginare quale pressione oggi per chi frequenta i social etc etc.
Ma sono due discussioni distinte IMHO.
Secondo me, il "politically correct" c'entra poco con i casi che descrivete e che mi appaiono come la deriva social di atteggiamenti che non sono affatto figli dei social. I gruppi ProAna e ProMia (che sostengono anoressia e bulimia) credo siano più vecchi di Facebook. Per non dire delle pratiche di autolesionismo adolescenziale. Qui come in tutto il resto i social hanno solo aumentato la visibilità di questi fenomeni.
Nel dire "asteniamoci dal giudicare il corpo degli altri" non mi pare proprio che si avallino o giustifichino autolesionismo oppure incitazione alla bulimia o all'anoressia, all'adozione di abitudini alimentari dannose e così via. Anzi. Semmai si mina alle fondamenta di convinzioni e fenomeni socio-culturali di cui questi sono conseguenza.
Sono la pressione sociale sull'aspetto estetico e sull'apparire che generano questa sorta di ansia da prestazione per cui si vuole essere sempre magri ovvero sfidare il paradigma del magro, eccedendo con overdosi di cibo. E' il costante bisogno di avere riflettori e di sfidare il giudizio collettivo che spinge fino al limite di comportamenti autolesionisti.
22 minuti fa, Maya ha scritto:Secondo me, il "politically correct" c'entra poco con i casi che descrivete e che mi appaiono come la deriva social di atteggiamenti che non sono affatto figli dei social. I gruppi ProAna e ProMia (che sostengono anoressia e bulimia)
Non si parla di pro-bulimia, ma di pro-fat: l'essere grassi come stato fisico sano e "giusto" di cui vantarsi, da promuovere e incentivare.
Il collegamento col politicamente corretto è che questo pro-fat viene incentivato confondendolo (e nascondendolo) con le (giuste) idee dell'amare il proprio corpo, degli standard di bellezza, ecc.
Io parlo di cose come questa:
É la prima che ho trovato, non ho né letto in profonditá né verificato. Ne ho viste molte simili in passato.
L'accusa di X-fobia che oggi viene lanciata a destra e a manca ogni volta che si fa qualcosa o si dice qualcosa che, incidentalmente, pure senza intenzione e solo per pura casualitá, finisce per offendere i sentimenti di qualcuno, é, credo, anche figlia di quella PC che un paio di decenni fa iniziato a fare capolino in cinema e tv come limite ad alcune, ehm, eccessive licenze dei decenni precedenti.
Il "sentirsi offesi" basta a lanciare accuse, lo si vede quotidianamente (e basta guardare un qualsiasi telefilm attuale per vedere quanto tempo i personaggi trascorrono piangendo, vedi Star Trek Discovery e compagnia).
Che poi si debba lavorare sull'accettazione di sé in contrasto con l'imposizione di modelli di bellezza arbitrari non ci piove.
EDIT:
curiositá: una delle ragioni per cui litigo di piú con mia moglie é quando dico qualcosa che non le piace sentire e vengo accusato di essere stato "cattivo" perché l'ho offesa, allora le chiedo retoricamente se quello che ho detto é vero o falso, perché é l'unica cosa che in realtá conta.
Devo lavorare un pó sulla mia sensibilitá. Deve essere deformazione professionale: quando scrivo codice di programmazione, o é corretto o non lo é, il computer non si offende né "cerca di capirmi", né si aspetta che lo faccia io
7 minuti fa, Manifredde ha scritto:É la prima che ho trovato, non ho né letto in profonditá né verificato. Ne ho viste molte simili in passato.
L'accusa di X-fobia che oggi viene lanciata a destra e a manca ogni volta che si fa qualcosa o si dice qualcosa che, incidentalmente, pure senza intenzione e solo per pura casualitá, finisce per offendere i sentimenti di qualcuno, é, credo, anche figlia di quella PC che un paio di decenni fa iniziato a fare capolino in cinema e tv come limite ad alcune, ehm, eccessive licenze dei decenni precedenti.
Il "sentirsi offesi" basta a lanciare accuse, lo si vede quotidianamente (e basta guardare un qualsiasi telefilm attuale per vedere quanto tempo i personaggi trascorrono piangendo, vedi Star Trek Discovery e compagnia).
Sono d'accordo. Però comincia a venirmi un dubbio: queste isterie da social che tanto ci danno da pensare e discutere, alla fine, hanno un'effettiva influenza sul corso della Società e dei valori di cui è permeata? Le varie polemiche ed esagerazioni su Internet sugli argomenti più disparati hanno effettivamente questo peso nella vita vera? Ad esempio, si parla tanto dello schwa e dell'asterisco e della maggior sensibilità comunicativa, ma pur avendo una netta posizione in merito non mi è mai capitato di parlare di queste cose con nessuno dei miei amici o parenti. Forse stiamo esagerando su delle cose di bassa importanza mentre il Mondo va avanti secondo altre direzioni?
2 minuti fa, Euron Gioiagrigia ha scritto:Forse stiamo esagerando su delle cose di bassa importanza mentre il Mondo va avanti secondo altre direzioni?
Puó anche essere. Peró é il topic "Eccesso di PC"
Cmq a me pare che i social stiano iniziando ad avere un peso anche nella "vita vera". Magari non in Ruanda, ma negli USA eccome e, di conseguenza, probabilmente anche qui in un paio di anni.
Basta vedere tutte le conseguenze che il post sbagliato hanno avuto, o le decisioni prese a seguito di un "movimento popolare" a suon di tweet.
Negli ultimi anni di casi come questi ce ne sono stati a dozzine e ora le grandi compagnie si tutelano fin dall'inizio per non far arrabbiare chi al momento sembra urlare piú forte.
E per quanto "ai limiti" sembrino alcune posizioni ora, ce ne sono tante che fino a 20 anni fa sembravano altrettanto ai limiti e ora sono mainstream.
Quindi credo che possa essere interessante osservare l'evolversi di questi fenomeni...
21 minuti fa, Metamorfo ha scritto:Non si parla di pro-bulimia, ma di pro-fat: l'essere grassi come stato fisico sano e "giusto" di cui vantarsi, da promuovere e incentivare.
Il collegamento col politicamente corretto è che questo pro-fat viene incentivato confondendolo (e nascondendolo) con le (giuste) idee dell'amare il proprio corpo, degli standard di bellezza, ecc.
Scusate, ma non riesco ad attribuire una colpa di questo fenomeno al "politically correct" che al più incentiva ad avere un linguaggio e un atteggiamento che non rechi offesa all'altro. I casi di cui parlate sono una degenerazione del concetto "amare il proprio corpo al netto degli standard estetici". Sviluppare comportamento promia/proama o pro-fat è esattamente il contrario di amare il proprio corpo. Che poi qualcuno reinterpreti il messaggio per sentirsi giustificato o addirittura incentivato nel portare avanti e addirittura promuovere simili comportamento mi pare un problema altro. La soluzione non può essere rinunciare a un approccio più politically correct e rifiutare in blocco l'idea di provare a correggere un certo atteggiamento o una modalità di linguaggio.
13 minuti fa, Euron Gioiagrigia ha scritto:queste isterie da social che tanto ci danno da pensare e discutere, alla fine, hanno un'effettiva influenza sul corso della Società e dei valori di cui è permeata?
Milioni di italiani, nonostante le indicazioni di medici, ricercatori, OMS ecc., non si vogliono vaccinare perché "ho letto su Facebook che...", "ho sentito una persona su Instagram ecc." per cui direi che un impatto sulla società ce l'hanno, eccome.
In generale, i social stanno modificando il modo di relazionarsi (o non relazionarsi) e di comunicare (o non comunicare) dei singoli privati e dei soggetti pubblici. La maggioranza delle istituzione e dei politici ha profili sui personali social e li utilizza regolarmente.
Sui social nascono e muoiono tendenze e dibattiti che poi vengono trasposti nella vita reale. Pensiamo solo al ruolo che hanno avuto nel promuovere e forse anche nell'affossare il DDL Zan.
I social hanno prima creato e poi esasperato il bisogno di apparire a ogni costo e alimenta fenomeni che caratterizzano la nostra epoca come il bodyshaming e il revenge porn.
Potrei andare avanti ancora, ma sarebbe OT. In sintesi, per me la risposta è: assolutamente si, i social e tutto quanto che in essi esplode (nel bene e nel male) ha un'influenza sulla società attuale, sulla sua evoluzione prossima e sui suoi valori chiave.
22 minuti fa, Maya ha scritto:Scusate, ma non riesco ad attribuire una colpa di questo fenomeno al "politically correct" che al più incentiva ad avere un linguaggio e un atteggiamento che non rechi offesa all'altro
Il PC non genera questi atteggiamenti, ma quando portato all'eccesso impedisce che vengano affrontati in maniera adeguata perché anche solo parlarne "reca offesa". Infatti l'argomento non é PC, ma "Eccesso di PC". Il problema non é tanto che la PC provoca questo, ma che, per qualche ragione, il "sentirsi offesi" dal fatto che un'altra persona é dimagrita autorizza ad accusarla di fatfobia, non apprezzare il film delle Charlie's Angels autorizza la regista ad accuse di sessismo verso chi non lo va a vedere al cinema etc etc e il non concordare con le scelte di Coca Cola (o chi era) di obbligare i dipendenti ad un corso anti-razzismo autorizza accuse di razzismo.
La discussione si sposta dal piano razionale a quello emotivo, dal "le tue ragioni sono valide?" al "le tue ragioni mi offendono?", e siccome la PC serve proprio a proteggere "la sensibilitá e i sentimenti" (ma dai modi e dal linguaggio, in teoria, non dalle opinioni!) , se ogni discussione viene spostata sul quel piano, ogni discussione rischia di essere impedita.
1 ora fa, Maya ha scritto:I social hanno prima creato e poi esasperato il bisogno di apparire a ogni costo e alimenta fenomeni che caratterizzano la nostra epoca come il bodyshaming e il revenge porn.
Secondo me lo hanno solo esacerbato, ma c'era anche prima.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
51 minuti fa, Manifredde ha scritto:Il PC non genera questi atteggiamenti, ma quando portato all'eccesso impedisce che vengano affrontati in maniera adeguata perché anche solo parlarne "reca offesa". Infatti l'argomento non é PC, ma "Eccesso di PC". Il problema non é tanto che la PC provoca questo, ma che, per qualche ragione, il "sentirsi offesi" dal fatto che un'altra persona é dimagrita autorizza ad accusarla di fatfobia, non apprezzare il film delle Charlie's Angels autorizza la regista ad accuse di sessismo verso chi non lo va a vedere al cinema etc etc e il non concordare con le scelte di Coca Cola (o chi era) di obbligare i dipendenti ad un corso anti-razzismo autorizza accuse di razzismo.
La discussione si sposta dal piano razionale a quello emotivo, dal "le tue ragioni sono valide?" al "le tue ragioni mi offendono?", e siccome la PC serve proprio a proteggere "la sensibilitá e i sentimenti" (ma dai modi e dal linguaggio, in teoria, non dalle opinioni!) , se ogni discussione viene spostata sul quel piano, ogni discussione rischia di essere impedita.
Sei stato bravo a spiegare un fenomeno che in effetti è assai complesso e a dir poco assurdo.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
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Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
A me sembra che più che di "eccesso di politically correct", nei casi che indicate ci sia deformazione e abuso del concetto. Sono casi in cui invocare il politically correct vale quanto invocare il "potere della luna" di Sailor Moon o il "potere di grayskull" di He-Man (le citazioni, quelle belle!).
Per me "eccesso di politically correct" è quando sento dire che per doppiare un attore di colore serve una persona di colore o che per tradurre le poesia di un'autrice di colore serve un traduttore di colore.
La regista che rivolge accuse sessiste a chi non va a vedere il proprio film è come Ridley Scott che si lamenta che The Last Duel ha incassato poco per colpa dei "millennial lobotomizzati da social e smartphone" che non sarebbero riusciti a capire e ad apprezzare il suo film. Ci va una potente cura di "stacce" per entrambi.
Nel "sentirsi offesi" dal fatto che una persona è dimagrita e nella conseguente accusa di "fat fobia" (what????) i problemi mi sa che sono altri ancora. Assumere diffusamente un atteggiamento "oh, magari smettiamola di giudicare il corpo degli altri", risolverebbe il problema alla radice. Mia opinione
6 minuti fa, Maya ha scritto:Assumere diffusamente un atteggiamento "oh, magari smettiamola di giudicare il corpo degli altri", risolverebbe il problema alla radice.
Non capisco però perchè ti "fissi" sul giudicare il corpo degli altri. Allora vale per tutti gli altri concetti. E se diventasse smettiamola di esprimere giudizio su ogni cosa si diventerebbe proprio come i lobotomizzati citati da Scott.
Semplicemente ci vorrebbe la giusta misura nel commentare, la capacità di dare il giusto peso ai commenti, che siano sulla taglia di una persona o su altro è la stessa cosa.
Per esempio, in questi giorni prende piede la polemica sulla "coscia importante" di Emma che pertanto farebbe meglio a non indossare le calze a rete. Apriti cielo, e giù commenti, offese e quant'altro. Mah! Posso dire, e verrò subissata da critiche, che io non ci ho visto chissà che body shaming. Ho sentito commenti molto peggiori uscire dalla bocca di Enzo Miccio, guru della moda.
Per contro il cantante con la canottiera (mi scusi se non ricordo il nome) è stato sfanculato ovunque perchè il suo vestiario era ritenuto inelegante per un palco eppure nessuno si è indignato.
Di nuovo, come diceva Pongi, assistiamo alla capacità di propagazione alla velocità della luce di alcuni commenti rispetto ad altri, quando magari sarebbe meglio silenziarli sul nascere e stop.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
3 ore fa, Maya ha scritto:Milioni di italiani, nonostante le indicazioni di medici, ricercatori, OMS ecc., non si vogliono vaccinare perché "ho letto su Facebook che...", "ho sentito una persona su Instagram ecc." per cui direi che un impatto sulla società ce l'hanno, eccome.
È un po' diverso. La gente si informa in fatto di medicina su Internet perché pensa che su Internet ci siano le risposte a tutto e perché è calato il senso civico generale in seno alla società, per cui le figure autorevoli come quella del medico sono percepite come un po' meno importanti e sostituibili con la propria conoscenza raffazzonata. Tra parentesi, i milioni di italiani che non si vogliono vaccinare sono comunque pochi, e te lo dice uno che ha parenti no vax che effettivamente parlano in modo quasi robotico, esternando ogni volta che si tocca l'argomento tutte le idee astruse di quella categoria.
Comunque specifico meglio: gli eccessi di PC infastidiscono anche me, ne ho parlato lungamente in questa discussione, però ultimamente ho parzialmente rivalutato il mio punto di vista. Se nel mondo virtuale effettivamente ognuno di noi, che siamo presenti su un social o su un forum, ha una identità virtuale che associamo a determinate idee e posizioni alle volte difese aspramente (da cui le polemiche, i flame ecc.), nella vita reale tutto questo spesso (non sempre, spesso) perde di importanza.
Tutto questo per dire che non vorrei che ci fissassimo su problemi per così dire superficiali mentre i veri problemi continuano ad attanagliarci e ad essere ignorati.
Comunque nel caso specifico della fatfobia, ovviamente trovo ridicolo che una persona obesa si offenda solo perché le viene fatto cortesemente notare da un amico o conoscente che non ha uno stile di vita salutare, ma ci dimentichiamo delle modelle anoressiche di inizio anni Duemila e del cattivo esempio che esse davano? Penso che alla fine parte del problema sia il poco equilibrio che caratterizza la società americana, che passa spesso da un eccesso all'altro. Che poi come pensa Manifredde questo schema culturale si applicherà tale e quale anche in Europa è tutto da vedere, in fondo le due sponde dell'Atlantico rimangono molto diverse in fatto di storia e cultura.
37 minuti fa, Lyra Stark ha scritto:Per esempio, in questi giorni prende piede la polemica sulla "coscia importante" di Emma che pertanto farebbe meglio a non indossare le calze a rete. Apriti cielo, e giù commenti, offese e quant'altro. Mah! Posso dire, e verrò subissata da critiche, che io non ci ho visto chissà che body shaming. Ho sentito commenti molto peggiori uscire dalla bocca di Enzo Miccio, guru della moda.
Questo caso è esattamente la ragione per cui io (ma non solo io) mi "fisso" su questo punto. Ci sentiamo tranquillamente autorizzati a giudicare il corpo di chiunque anche quando quel corpo non c'entra assolutamente nulla con la persona e con quello che sta facendo. Se giudico il film di Scott è un conto: lui è un regista, fa film e nel momento in cui li propone al pubblico si espone a giudizio. Se per criticare il suo film uso il suo corpo è politicamente scorretto.
Emma è una cantante. A Sanremo indossa un outfit che possiamo dire che le donasse oppure no. Quanto la sua coscia sia importante non è oggetto di discussione e non ci si deve permettere. Lo si può pensare? Certo. Lo si può dire pubblicamente e scrivere su un giornale in un articolo in cui si parla di Emma la cantante (non Emma la modella, Emma che fa un calendario ecc.)? No. Non c'entra nulla perché lei è lì per cantare. Per di più un simile commento la sminuisce, riducendola da artista a corpo da giudicare. L'attenzione passa da quello che fa (cantare) al suo fisico che non c'entra nulla.
Nel 2010, mentre la scrittrice Silvia Avallone saliva sul palco del Campiello per ritirare il premio per "Acciaio", Bruno Vespa chiese un'inquadratura sul suo décolleté. Una scrittrice stava per ritirare un premio letterario e, invece di essere applaudita per la sua arte, si chiedeva che venisse applaudita per il seno. Di nuovo a essere giudicato è stato il corpo di Avallone in un contesto in cui lei era lì per ritirare un premio letterario.
Nel caso di Emma la controazione è "eh che sarà mai!", in quello di Silvia Avallone "ma era un complimento!". Lascio a voi giudicare.
Questi sono due esempi e mi spiace che siano solo donne e per di più famose, ma spero che sia chiaro il perché della mia fissazione.
24 minuti fa, Euron Gioiagrigia ha scritto:È un po' diverso. La gente si informa in fatto di medicina su Internet perché pensa che su Internet ci siano le risposte a tutto e perché è calato il senso civico generale in seno alla società, per cui le figure autorevoli come quella del medico sono percepite come un po' meno importanti e sostituibili con la propria conoscenza raffazzonata. Tra parentesi, i milioni di italiani che non si vogliono vaccinare sono comunque pochi,
Tu hai chiesto se i social hanno un impatto e io ho risposto. Mi pare innegabile che molti oggi si informino sui social e non solo per quel che riguarda i vaccini. Tra parentesi, i non vaccinati credo siano ancora qualcosa più di 4 milioni... a me non sembrano pochi.
Al netto di questo mi pare che l'impatto dei social sulla vita di tutti i giorni sia innegabile e che diversi problemi importanti trovino spazio e terreno fertile di discussione sui social. Sicuramente ci saranno problemi "altri" per i quali questo non vale. Come detto però questo tema qui è OT.
24 minuti fa, Euron Gioiagrigia ha scritto:Comunque nel caso specifico della fatfobia, ovviamente trovo ridicolo che una persona obesa si offenda solo perché le viene fatto cortesemente notare da un amico o conoscente che non ha uno stile di vita salutare
Ecco invece io lo trovo particolarmente fuori luogo a meno che che l'amico o il conoscente non sia un medico. Ma poi il conoscente? Possiamo considerare accettabile e gradito che il vicino di casa ci guardi e ci dica "oh, ma mangia meno/di più, altrimenti poi sta male"?