25 minutes fa, JonSnow; dice:

 Il fatto che Sansa non abbia pianto e tutto il resto non è comprovante del fatto che non abbia alcun sentimento dentro di sé. Sansa non è Jon. E' un individuo violato in tutti i modi sin da bambina, che ormai non crede più nel mondo

Questo mi fa venire in mente delle osservazioni -bellissime- venute fuori in un altro topic (accidenti, non ricordo quale... quello delle contraddizioni, forse). Sul Mastino, che, osservava JonSnow; ha scelto di diventare quello che viediamo all'inizio del libro (spietato, un cane, un esecutore senza cuore nè giudizio personale) per immunizzarsi, per difendersi dal dolore, dopo averne provato tanto. Lo dico in modo strabanale: chiudi il cuore in un cassetto, e butta via la chiave. E (sto sempre riprendendo JS, quando vede Sansa così illusa, totalmente indifesa e vulnerabile, rivede se stesso bambino. E cerca, con quel suo strano (in apparenza) comportamento che alterna rozza, imbarazzata dolcezza ("usignolo") a scossoni, atteggiamenti volutamente duri, disturbanti, volgari e sgradevoli, di aprirle gli occhi, di portarla sulla stessa sponda dove lui si è messo in salvo: quella della presa d'atto del buio nel cuore dell'uomo, del totale disincanto e del, quasi altrettanto totale, distacco dalle emozioni. Perchè anche il dolore è un'emozione: e se cancelli le tue emozioni, non potrà più raggiungerti.
Ma, come per tante cose anche nella vita reale, non è sufficiente l'esperienza altrui, il racconto di un altro, per quanto accorato: per esempio, un vecchio può raccontare a un quindicenne che anche lui declinerà e invecchierà, ma il ragazzino non gli crederà mai davvero, non può credergli... perchè siamo fatti così. E anche il racconto del dolore e della disillusione, è pur sempre solo un racconto: devi viverlo sulla tua pelle, sentirlo piantato come una lama nella tua stessa carne, per capirlo davvero, perchè ti entri dentro e ti cambi.
 

Il Mastino non è riuscito ad intaccare la candida fiducia di Sansa nella vita, se non in modo superficiale e, per così dire, propedeutico a ciò che la attende. Ma il seguito del cammino di Sansa... quello sì, ci è riuscito. Ora Sansa è passata sull'altra sponda, quella da cui cercava di lanciarle messaggi il Mastino. Forse è semplice realismo, crollo dei sogni (conosce Ramsay troppo bene per non sapere, con certezza, che Rickon è già perduto). Forse è anche un po' di durezza... ma per me è la durezza difensiva, le spine dell'istrice chiuso su di sè per difesa, la corazza costruita intorno al cuore perchè, senza quella, saresti crollato da un pezzo. E una delle caratteristiche fondamentali di Sansa -su questo siamo d'accordo tutti, anche se discordiamo sui mezzi con sui la persegue- è il voler sopravvivere. Ad ogni costo.
Su che cosa significhi questo "costo", evidentemente abbiamo idee diverse. Ma va be': è un dialogo, le opinioni diverse sono una risorsa, non un problema, no?

43 minutes fa, Stella di Valyria dice:

Ma, come per tante cose anche nella vita reale, non è sufficiente l'esperienza altrui, il racconto di un altro, per quanto accorato: per esempio, un vecchio può raccontare a un quindicenne che anche lui declinerà e invecchierà, ma il ragazzino non gli crederà mai davvero, non può credergli... perchè siamo fatti così. E anche il racconto del dolore e della disillusione, è pur sempre solo un racconto: devi viverlo sulla tua pelle, sentirlo piantato come una lama nella tua stessa carne, per capirlo davvero, perchè ti entri dentro e ti cambi.

Nell'occasione in questione non vi è niente di più illuminante che le affermazioni di Kafka, secondo cui l'unico giudice possibile è la parte coinvolta, ma essendo ella coinvolta gli è impossibile giudicare in modo credibile. Ciò fa intendere che l'esperienza è una e una soltanto, un condotto in cui vi è spazio per una sola entità, con le proprie emozioni ed i propri dolori, che sono agli altri solo parzialmente percettibili, ma mai riscontrabili e comprensibili con la medesima intensità. Solo la vita in prima persona è maestra di comprensione. Pertanto giudicare l'altro è una minuzia, perché se ne ha una visione e comprensione solo parziale. Questo è il caso di Sansa e di quello sguardo verso Rickon.

Per il resto il discorso del Mastino si diversifica. Egli non riesce a violare Book!Sansa, ma riesce perfettamente con Show!Sansa. Anche se va detto che è Ramsay, più una moltitudine di eventi passati, a traghettare Sansa verso la filosofia estrema del Mastino. In questo caso quest'ultimo è solo uno starter e non un vero e proprio Caronte. Da qui il fatto che una morte di Sansa è perlopiù contraddittoria col suo percorso in GoT.

Ella deve trovare un equilibrio, proprio come la società di Westeros. Né illusioni chimeriche, né esagerazioni mostruose in negativo. Solo la realtà e l'accettazione di sé. Quindi è lecito ipotizzare che debba sopravvivere e ricostruire sé stessa insieme al nuovo mondo che verrà.

Sansa è una persona alla ricerca. Di una propria identità.

Non è più, questo è sicuro, la stupid little girl with stupid little dream, who only wants to marry the King, be his Queen and have his babies. (ammesso che questa Sansa sia mai davvero esistita di per sè e non come come mera proiezione della madre e degli standard educativi che le erano imposti).

Ma cosa vuole essere Sansa? La Lady of Winterfell, Warden of The North, True heir of Ned Stark and Catelyn Tully?

Sinceramente non lo so. Ci sono molti aspetti in Sansa, alcuni certamente oscuri, altri luminosi. E' una persona vera, forse la più vera, della Saga. In quanto tale a volte di difficile lettura.

Il suo ciclo narrativo si potrebbe concludere con la morte? Non so, onestamente a immaginarlo oggi mi parrebbe incompleto (e, se devo dirlo, poco coerente industrialmente con il ruolo che è stato dato a Sophie Turner) però potrebbe anche essere e se una opera vuole essere realistica, deve anche considerare che non tutti "i cicli della vita" possono giungere alla completezza.

Molti elementi sembrano spingere verso un suo futuro regale, e i segni di Sansa come una novella Elizabeth sono parecchi. Però a me qualcosa lascia perplesso. Sarebbe davvero questo il punto di arrivo di Sansa? La sua dimensione? Forse. O forse sarebbe soltanto una proiezione, ancora una volta, dei desideri genitoriali. Con l'unica differenza di essere quella del padre, anziché della madre.

A volte mi piace pensare che invece, quando tutto questo sarà finito, Sansa potrà trovare una sua dimensione. Sua e soltanto sua. Che possa cut the strings ed essere finalmente libera.

Il Mastino è un personaggio molto complesso  che ha perso ogni illusione sulla natura umana e che si fa beffe dell’ipocrisia egocentrica della società in cui viveva ,società la quale tendeva ad incasellare le persone in certi stereotipi precisi: l’appartenenza ad essi era il presupposto per essere accettati e riconosciuti personaggi degni.

La septa aveva allevato Sansa in base a questi stereotipi ,e Sansa credeva fosse giusto e degno per lei appartenere ad essi .

Quando ha avuto il brusco contatto con la realtà vera,ha saputo solo subirla passivamente 

In questo è l’opposto di Arya che a certi stereotipi non aveva voluto appartenere neanche per amore del padre che voleva fosse una lady con tutto quello che essere una lady allora comportasse.

Certamente e’ il rapporto con Ramsay che la cambia davvero perché lui la fa sentire come una cosa da usare e di cui abusare senza problemi .

Ed infatti non a caso le dice che ormai lui è parte di Sansa che ha un lieve sorriso mentre lo lascia in preda ai suoi mastini.

Per questo credo che la parabola finale di Sansa  non sia scontata anzi sia aperta ad ogni possibilità anche perché la Sansa a GI è vero che condanna a morte Ditocorto ma sempre e solo con la partecipazione imprescindibile di altri e perché Arya ha remore non soggettive nei suoi confronti .

Certamente la Sansa lady del Nord e moglie di Tyrion per me sarebbe l’esito più scontato di un percorso che scontato non è o meglio non dovrebbe essere 

Ricordo che in un modo o nell’altro ci dicono che Sansa è diventata una manipolatrice ,fine manipolatrice e allora chiedo : hanno solo perso tempo a depistare ?

Se devo scommettere un euro che non scometterò, alla fine Lady del Nord (ma Lady del tutto a modo suo) sarà Arya, che diventerà quello che Lyanna sarebbe voluto essere e non potè (cosa che chiaramente Ned rimpiange, tanto da lasciare che Arya si prenda delle libertà che per Sansa sarebbero inconcepibili).

Per questo una sua unione con Gendry non la vedrei così sbagliata, anche perché Arya in nessun momento sembra respingere gli uomini, mentre si oppone con veemenza a quello che avere un uomo sembra dover comportare (sottomissione, obbedienza, rinuncia alla propria personalità).

Ribadisco che se c'è un PG che può ancora fare di tutto, quello è Sansa (D&D l'adorano, questo è chiaro).

Infatti anche io penso che a Sansa può accadere di tutto ,anche andare incontro ad una morte per salvare una vita ,Sansa l’egocentrica che diventa altruista perché alla fine deve dare un senso alla sua vita 

44 minutes fa, Iceandfire dice:

[...] perché la Sansa a GI è vero che condanna a morte Ditocorto ma sempre e solo con la partecipazione imprescindibile di altri [...]

E questo difatti l'ho sempre definito come uno degli errori chiave nella scrittura di Show!Sansa. Ella avrebbe dovuto comprendere il gioco di Ditocorto e sconfiggerlo con le sue sole forze. Invece per come hanno costruito le cose hanno fatto intendere che senza l'aiuto dei poteri di Bran ella sarebbe cascata nuovamente nelle sue trame, dimostrando di non aver imparato nulla. Ma resta appunto un errore di scrittura, più che un qualcosa insito nella natura del personaggio. 

Certo ma stiamo parlando di percorsi nella serie e con questa premessa le risultanze possono essere deducibili 

9 minutes fa, JonSnow; dice:

 

E questo difatti l'ho sempre definito come uno degli errori chiave nella scrittura di Show!Sansa. Ella avrebbe dovuto comprendere il gioco di Ditocorto e sconfiggerlo con le sue sole forze. Invece per come hanno costruito le cose hanno fatto intendere che senza l'aiuto dei poteri di Bran ella sarebbe cascata nuovamente nelle sue trame, dimostrando di non aver imparato nulla. Ma resta appunto un errore di scrittura, più che un qualcosa insito nella natura del personaggio. 

Ma secondo me è solo una lettura che ha voluto dare il pubblico, incitato a questo dalle trollanti dichiarazioni di D&D e compagni, che fanno il loro gioco incrementando le discussioni sulla saga e sulla sua ambiguità, che a volte a me pare molto presunta.

Only a fool would trust littlefinger

No, non è una lettura. E' proprio quel che hanno fatto. 

Come hanno dichiarato in varie interviste dopo la S7, hanno tagliato una scena dove Sansa chiede aiuto a Bran perché non sa che pesci prendere, è manipolata da LF e teme Arya. Bran quindi usa i suoi poteri e le dice le cose come stanno, ossia che è tutto un piano di LF per manipolarla. Da lì Sansa decide di giustiziarlo. Hanno scelto di non mostrarla più lasciando che fosse implicito. Sta di fatto che è un loro errore. Sansa doveva a tutti i costi sovrastare il maestro al suo stesso gioco, ma con le sue sole forze. 

E per chi per caso non capisse ribadisco che si sta parlando dei percorsi in GoT valutando quello che nella serie ci viene mostrato o adombrato.

E ragionandoci sopra 

Le scene tagliate nella serie non ci sono. Se non ci sono un motivo c'è, no? Dite perché era implicito? Può essere.

Più che implicito credo che si sia voluto lasciare una sorta di ambiguità per dar modo ai fans di discutere e valutare il comportamento di Sansa 

Sappiamo che anche la partecipazione dei social contribuisce molto al successo della serie 

A leggere in questa discussioni e in altre sul forum, pare debbano tutti morire dando la vita per qualcun altro.

Jon? Muore sacrificandosi perchè è destinato al martirio

Sansa? Muore sacrificandosi per dimostrare di non essere egocentrica

Jaime? Muore sacrificandosi per redimersi

Theon? Muore sacrificandosi per redimersi

...

...

Lo spettatore? Muore dopo una plotline così piatta.