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GoT - Percorsi evolutivi e mete finali.
J di JonSnow;
creato il 16 febbraio 2018

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Stella di Valyria
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1922 messaggi
Stella di Valyria
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Inviato il 01 maggio 2018 13:16

 

Sì, anch'io la penso cone  @Iceandfire, che non vede possibilità di sopravvivenza per un personaggio che, sin dall'inizio, anzi, da molto prima ancora che inizino Got ed Asoiaf, sappiamo segnato, devastato, marchiato dalla sofferenza. E il finale che lei tratteggia mi piace molto.

Però, per quel che riguarda me, mi rendo anche conto che, ultimamente, tendo a prospettare la morte... un po’ per tutti i personaggi. Probabilmente nasce dal mio umore non esattamente alto (in questi casi, tendo  a cercare, nei libri e nei film, non compensazioni e sbocchi più sereni -che pure mi farebbero bene e mi darebbero un po' di speranza- ma a volermi calare fino al fondo dell’amarezza, cercando una specie di dolore catartico... salvo poi, invece, starci ancora peggio). E in Asoiaf e Got, in più, mi rendo conto che ho una forte tendenza, forse banale e banalizzante -soprattutto rispetto a Martin, al suo dichiarato voler sovvertire gli schemi tradizionali- ad aspettarmi un finale tragico per quei personaggi che, fin dall’inizio, si presentano  come fortemente tragici (Jon in primis; ma anche Brienne o, appunto, Sandor). Però, per provare ad andare contro a questa mia tendenza così pessimistica, voglio provare a pensare anche ad un finale più positivo, per una volta.

 

 

Ma per questo, devo fare un passo indietro e tornare ad un aspetto dell’evoluzione di Sandor di cui, forse, non abbiamo parlato:

 

 

L'evoluzione nei rapporti umani e sociali

 

 

- All’inizio, Sandor, anzi, ancora e più che mai il Mastino, vive in una collettività, ma in modo solo apparente. In realtà non se ne sente parte; non ne fa parte. E’ un individualista, un isolato; un outsider assoluto. Un animale selvatico e solitario, emozionalmente del tutto disconnesso da chi ha accanto, che i casi della vita hanno portato a vivere circondato da - non "dentro" a-  un gruppo.

L'unico tipo di rapporto umano che lo mantiene all’interno della corte, che gli conferisce un ruolo ed un posto in tale ambito, è un rapporto di sudditanza e servitù, tra l’altro verso una persona, Joffrey, che, probabilmente, disprezza con tutto se stesso. E questo gli va bene perchè in fondo è un altro, ennesimo modo per abbassarsi, trasformarsi da uomo a cane, negare i propri sentimenti e la propria capacità di provarne.

 

 

- A questo segue l’affrancamento, la separazione: quel bellissimo voltare le spalle a tutto e tutti proprio nel cuore di una battaglia che lo vorrebbe far affrontare proprio quello che è l'unico terrore di quest'uomo che per il resto non teme nulla, neanche la morte, perchè per temere la morte bisogna amare la vita, la propria vita, e lui non la ama: il fuoco. Momento, quello del voltare le spalle, che, si è notato in un altro topic, è un passaggio quasi ricorrente, comune a molti personaggi di Got, all'inizio o ad un punto-chiave della loro evoluzione: Jon colmo di amarezza, delusione e sconforto, che si toglie il mantello da GdN e volta le spalle a quello che era stato, che credeva fosse il suo mondo e la sua gente, materialmente e simbolicamente, è l'esempio più eclatante e, almeno per i miei gusti, emozionalmente più intenso.


Da qui inizia il suo percorso solitario, una nuova fase della vita che, per quanto probabilmente nemmeno lui ne sia pienamente consapevole, in qualche modo è già ricerca. Perchè è già un essersi scrillato di dosso qualcosa, un ruolo vecchio e costrittivo, una definizione di sè, che lascia spazio, eventualmente, a qualcosa di nuovo che potrà nascere, prendere forma od affiorare in lui. Persorso che poi, per qualche tempo, casualmente si accompagnerà a quello di Arya, dando ad entrambi spunti e semi che attecchiranno in parte presto (l'atteggiamento di Sandor, ancora Mastino, ancora in grado di derubare e tradire un uomo che lo ha aiutato e soccorso, ma man mano sempre più protettivo verso Arya, fino alla commovente preoccupazione, quasi paterna, di proteggerla dal male, dalla vista dei propri cari uccisi e straziati), in parte, forse, in Arya, speriamo in futuro.

 

Dopo questo, dopo il crudele abbandono di Arya che gli nega il tragico dono di un colpo di grazia (gesto che ci appare crudele, eppure avrà, ad insaputa della stessa Arya, una portata ed una conseguenza enorme, mantenendo in vita il suo antagonista e donandogli, inconsapevolmente, non una morte atroce come crede lei, ma quella seconda chance di cui la vita di suo è tanto poco generosa), possiamo solo immaginare: forse sarà riuscito a risollevarsi in qualche modo, attingendo alla sua forza enorme, resa ancora più estrema dalla disperazione; forse avrà vagato ancora, di nuovo e più che mai solo, fuori e dentro, fino a trovare un soccorso, un aiuto, un'oasi nel deserto che è stata la sua esistenza; o forse sarà stato raccolto quasi subito, un attimo prima della fine, da una persona caritatevole che lo avrà trovato per caso.

 

 

- Ma quello che sappiamo per certo, è che questo periodo in cui perdiamo le sue tracce avrà come esito e sbocco una terza fase, radicalmente nuova: perchè quello che vediamo, quando lo scopriamo ancora in vita, non è solo un Sandor -non più Mastino, ora realmente, finalmente Sandor- rinnovato, ritrovato, rinato, cambiato nel profondo: è un Sandor sociale. Che vive veramente in una collettività, e non nella finzione di socialità di quando era a corte, ma rapportandosi realmente ad un gruppo di esseri umani. Condividendo con loro, collaborando con loro. Sentendo con loro, . E forse non è un caso se, nella scena in cui lo scopriamo ancora vivo, sta trasportando un tronco per costruire qualcosa insieme ad altre persone: non solo l’assassino spietato ha lasciato le armi, ma il distruttore è diventato costruttore, l’individuo solo, nella sua armatura di anaffettività, anche in mezzo ad una folla è diventato una voce in un coro.

 

 SPOILER ASOIAF
 

Tra l’altro, in questa parte preferisco persino Got ad Asoiaf, dove la connotazione religiosa mi pare (ma forse è solo una percezione mia) ancora più accentuata. In Got mi sembrerebbemeno sottolineato l’aspetto religioso e più quello pacifista. Aspetto religioso che, invece,dal poco che ricordo, mi pare più rilevante in Asoiaf (ma posso ricordare male, se qualcuno mi vuole correggere accetto volentieri), dove quindi Sandor si riconduce ad un tipo di personaggio non certo nuovo. Alla Cristoforo nei Promessi Sposi o Rodrigo Mendoza in Mission, per citare i primi due esempi che mi vengono in mente. Ma, ripeto, potrebbe essere che non ricordo bene.

 

 

Il massacro dei suoi compagni è per lui una nuova ferita. Per il motivo, qui abbastanza ovvio, di cui parlavo nel post precedente: amare qualcuno, o anche solo voler bene, ammettere nel tuo cuore qualcuno, è sempre un rischio, e a maggior ragione in un mondo spietato come quello di Got. Perché significa accettare di moltiplicare la tua possibilità di soffrire per due, per dieci, per cento: perché soffrirai non solo per il male inferto direttamente a te, ma anche per quello fatto a loro, ad ognuna di quelle persone a cui hai concesso un posto dentro quelle mura che hai eretto per difenderti proprio dalla sofferenza.

 


La tregua, nella vita di Sandor, si è rivelata breve ed effimera; la tregua è già finita. Perchè il destino di Sandor non è la tregua, la pace interiore; o almeno, non ancora.

Così, questo nuovo dolore lo porta ad impugnare di nuovo le armi, a cambiare ancora una volta veste e, in parte, cuore. Ma non per rinnegare o dimenticare il suo nuovo se stesso (che, pur non avendo seguito il processo, immaginiamo e capiamo costruito con enorme sconvolgimento interiore, fatica, tempo e dolore), bensì per creare una sintesi. Il nuovo Sandor con qualcosa del vecchio. Un essere umano – non più, mai più un cane- che ha ritrovato la spada, ma non ha perso il cuore.

 

 

E quando lo rivedremo, sarà in un contesto diverso, discutibilissimo (l'uscita oltre Barriera) ma ancora -e non a caso- socliale e comunitario.

 

 

Bene. E adesso, finalmente, posso passare alle

 


IPOTESI FINALI

 

provando a pensare ad una sua sopravvivenza (che pochi più di lui meriterebbero... se solo il mondo e la vita fossero giusti)

 

 

- Una soluzione che a me piacerebbe molto, è che, alla fine, scegliesse la libertà. Da ogni vincolo, compresi quello dei beni materiali, di un'etichetta o di un ruolo prefissato. Che tornasse ad essere il Sandor solitario che viaggia senza meta nè padroni, ma completamente rinnovato, come essere umano, rispetto a quando vagava in solitudine subito dopo l'abbandono di Approdo del Re. Una sorta cavaliere, benchè senza titolo  (che ha sempre disprezzato, anche solo per il fatto che quel titolo, che dovrebbe significare nobiltà d'animo ed intenti, è stato sporcato e lordato dal suo disumano, spregevole, mostruoso fratello: sappiamo bene , dopo anni di Got ed Asoiaf, quanto poco significhi, ormai, quella parola una volta alta, impegnativa e pregna di ideali), ma che di fatto fa ciò che dovrebbe fare un cavaliere in un mondo migliore, un po' alla Lancillotto seppure in un altro contesto: aiutare i deboli e cercare, nel suo piccolo e per quello che può, di combattere l'ingiustizia. Un po' una Brienne prima maniera, insomma.
Ma un finale del genere mi pare, oltre che un po' banale, abbastanza improbabile. Non me lo vedrei, tornare alla solitudine. Perchè ormai Sandor ha scoperto di saper convivere, collaborare con altri esseri umani. E, probabilmente, essendo umano pure lui -e ora finalmente lo sa, finalmente lo accetta fino in fondo, finalmente lo vuole essere- anche di averne bisogno.

 


Che vaghi in questo modo, ma con Arya, come in una delle ipotesi di Jon... non so. Tutto sommato non me lo vedrei. Perché ai tempi del loro tratto di strada insieme erano entrambi due outsider, due isolati, due anime profondamente, irrimediabilmente sole, fuori e dentro. Erano, soprattutto, due esseri soli contro un mondo feroce, la cui priorità assoluta era difendersi per sopravvivere un altro giorno, anche quando difendersi significava attaccare per primi. 

Ma paradossalmente, in un ipotetico periodo di relativa pace, la vera outsider per me sarà solo più Arya. Che ha ritrovato una famiglia ed una casa, ma, se non riesce a scrollarsi almeno qualcosa del ruolo che ha impiegato anni ed ostinazione a cucirsi addosso, psicologicamente è una quasi sociopatica, che faticherà non poco a ritagliarsi un ruolo in tempi più umani e meno feroci. O meglio: che dovrà fare un lungo e difficile cammino per ricostruire se stessa in un modo più armonioso e meno sbilanciato, anche se qualche germe di umanità rinata (il dialogo coi soldati Lanister) in lei lo abbiamo visto, per sua fortuna. Una Arya che si aggira per Westeros insieme a Sandor mi saprebbe più di giustiziere tout court che di paladino della giustizia; me la vedrei più a sgozzare contendenti che a risolvere contese, più a vendicare -forse con un inquietante sorrio sulle labbra e nello sguardo- che a fare giustizia. Ed è vero che, nel risultato pratico -che spesso sarà uccidere chi si è reso colpevole di qualche crimine- spesso le due cose, vendicare e fare giustizia, ad uno sguardo esteriore coincidono: ma lo spirito è diverso. Lo spirito deve essere diverso. Nel suo esercizio della giustizia, Ned eseguiva personalmente le condanne, ma non ne ha mai goduto o tratto piacere. Ned non ha mai sorriso, mentre uccideva. Arya sì.
Ne ha ancora da strada da fare, o da ripercorrere al'indietro, Arya, per svestirsi della se stessa dei tempi bui e tornare adatta a vivere, integrata, in una società ed un mondo comunque non fiabesco, ma un po' meno aspro e crudele.

 

Mentre Sandor è già cambiato, da tempo. Sandor in un’epoca nuova saprebbe vivere; anzi, sarebbe il suo sollievo, la sospirata, tanto attesa fine di un calvario durato una vita.

 

Ma Arya, rischia di essersi spostata, lei, troppo nella direzione di ciò che è stato una volta il Mastino, perlomeno nella crudeltà.

E se in questo cammino di recupero di sè dovrà avere qualcuno accanto, che le faccia da ancora e punto di riferimento... “a pelle” non mi vedrei Sandor, ma la persona che per lei contava più di tutte (a parte Ned) nell’età dell’innocenza, prima che ogni cosa venisse travolta e spazzata via: Jon. Jon che le ha regalato Ago, quella piccola spada che le ha salvato la vita ad Approdo del Re e tanto volte dopo; quella da cui è cominciata la sua evoluzone ed il suo cammino. Jon, da cui è iniziato tutto e con cui tutto, forse, potrebbe cambiare ancora una volta. Jon che, anche lui, è ormai lontanissimo da quello di allora, porta dentro di sè ferite -anche non metaforiche- che lo hanno disilluso, amareggiato, straziato nell'innocenza, spezzato nell'anima. Irrimediabilmente cambiato, straziato, dilaniato. Ma, a differenza di Arya, ha conservato, anche nei momenti più duri (almeno in Got; quello di Asoiaf è capace di più cinismo, almeno in apparenza) il suo lato umano.

 

Ma tutto questo l’ho scritto solo a livello di ipotesi: perché chissà quale sarà il destino di Jon, la sua meta ultima... e qualunque sia, se anche lo lasciasse in vita, se anche gli concedesse, finalmente, una vita sua, è ben difficile che gli conceda tempo, luogo ed occasione per esssere il punto di riferimento di una nuova Arya.

 

E allora...

Allora. Allora penserei a un Sandor che rimanga in un contesto fortemente sociale. Prendendo il posto -ed il potere- del fratello. Nella nuova età della Primavera, che sarà meno cupa e folle; ma finchè l’essere umano sarà l’essere umano, conoscerà ancora e sempre soprusi, violenze, crisi e cadute. E quindi più che mai avrà bisogno, a guidarla, di uomini forti e non sprovveduti, con un grande cuore ma una altrettanto grande conoscenza degli abissi di cui è capace l'essere umano.

 

Perchè la nuova fase che seguirà l’inverno e sarà tutta da inventare, sarà certo più lieve dei tempi che l'hanno preceduta ma, per molti aspetti, almeno all'inizio, sarà quasi altrettanto difficile. Perchè richiederà la cura e la guarigione di tante ferite, la ricostruzione quasi dal nulla di un “ordine” da sostituire a quello di una volta, sbagliato, ingiusto e malato ma che in qualche modo per secoli ha "tenuto insieme i pezzi" della società, di un mondo e un modo di essere che sono stati spazzati via. E  di questa nuova stagione del mondo il Mastino, anzi, non più, mai più il Mastino, ma Sandor Clegane, potrebbe essere, uno dei costruttori.

 

Probabilmente insieme –che non significa "nello stesso luogo"- a Sansa. Donna che anche lei ha un cuore -almeno, l'aveva, speriamo sia riuscita a conservarlo- ma ha conosciuto il Male, profondamente e duramente, sulla propria pelle. E queste, per i motivi che dicevo sopra, mi sembrano due caratteristiche ugualmente necessarie, in coloro che saranno i Costruttori. L'umanità, ma non l'ingenuità. Perchè Got e Asoiaf non sono favole; perchè i nostri eroi sopravvissuti non vivranno "per sempre felici e contenti". Perchè l'essere umano, anche in primavera, sarà ancora l'essere umano; con tutte le sue oscurità e miserie. Meno feroce, meno falco, ma mai del tutto agnello. E l'ingenuità, il candore totale, la mancata conoscenza della vita e dell'abisso, soprattutto per chi occupa una posizione di comando, finirebbero sbranati. Allora come adesso. Anche in primavera.

 

Modificato da Lord Beric il 05 July 2024 17:07 per

                              


Iceandfire
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Iceandfire
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Inviato il 02 maggio 2018 21:42
Il 1/5/2018 at 13:16, Stella di Valyria dice:

vive in una collettività, ma in modo solo apparente. In realtà non se ne sente parte; non ne fa parte. E’ un individualista, un isolato; un outsider assoluto. Un animale selvatico e solitario, emozionalmente del tutto disconnesso da chi ha accanto, che i casi della vita hanno portato a vivere circondato da - non dentro a-  un gruppo.

Certamente ,il mastino dopo il torto subito,è stato profondamente ferito non solo e forse non tanto dall'operato del fratello , ma dal fatto che egli abbia avuto una totale impunità.Lo ha ferito il fatto che nessuno abbia stigmatizzato il comportamento del fratello, che tutti ,tutta la società che diceva di credere a certi ideali cavallereschi, in primis la protezione del più debole, abbiano accettato l'accaduto senza remora alcuna : è chiaro che allora lui di questa società marcia,  ipocrita,violenta e meschina non voglia fare assolutamente parte, la disprezza e se ne tiene alla larga, non ne cerca affatto l'approvazione ,approvazione che,Ned a parte, ha di fatto , però, per essere lo scagnozzo di Joffrey, quello che gli fa il lavoro sporco.

In  fin dei conti per quella società obbedire ciecamente agli ordini di un sadico vigliacco era un comportamento "onorevole" che rendeva di fatto Sandor "rispettabile".Insomma Sandor disprezzava e si prendeva beffe della codardia ipocrita di quella gente, NON POTEVA FARNE PARTE

 

Il 1/5/2018 at 13:16, Stella di Valyria dice:

A questo segue l’affrancamento, la separazione: quel bellissimo voltare le spalle a tutto e tutti proprio nel cuore di una battaglia che lo vorrebbe far affrontare quello che è l'unico terrore di quest'uomo che per il resto non teme nulla, neanche la morte, perchè per temere la morte bisogna amare la vita, la propria vita, e lui non la ama: il fuoco.

 

Io credo che il trattamento crudele di Sansa da parte di gente senza alcun  valore morale, piccina ed egoista, abbia fatto poi scattare la molla per la quale Clegane manda al diavolo chi lo meritava e che vigliaccamente non combatte in prima linea per la sua casata ma manda gli altri al macello per difendere i suoi diritti.

E certo che il mastino ha paura del fuoco, quello è un meccanismo riflesso che secondo me supererà  nel momento in cui userà molto probabilmente il fuoco per ammazzare la cosa che è diventata il fratello , che cosa era anche prima peraltro

Credo che assisteremo ad una scena altamente drammatica a tale proposito

 

Il 1/5/2018 at 13:16, Stella di Valyria dice:

Da qui inizia il suo percorso solitario, una nuova fase della vita che, per quanto probabilmente nemmeno lui ne sia pienamente consapevole, è già ricerca. Perchè è già un essersi scrillato di dosso qualcosa, un ruolo vecchio e costrittivo, una definizione di sè, per lasciare spazio, eventualmente, a qualcosa di nuovo che potrà nascere, prendere forma od affiorare in lui.

 

Verissimo,e non è un momento facile dato che per molto tempo si era lasciato vivere anestetizzando anche la sua coscienza con il vino.Ora deve essere vigile e letale per non essere ammazzato ,deve cogliere ogni occasione per vivere (e con lui Arya) fosse pure  rubando pochi soldi a chi sapeva  che senza di essi non sarebbe sopravvissuto...è ancora il vecchio Sandor che vediamo ma con sprazzi di nuovo che consistono nel proteggere sempre a modo suo Arya di cui diventa il mentore più pragmatico ed essenziale per certi versi

 

Il 1/5/2018 at 13:16, Stella di Valyria dice:

Dopo questo, dopo il crudele abbandono di Arya che gli nega il tragico dono di un colpo di grazia (gesto che ci appare crudele, eppure avrà, ad insaputa della stessa Arya, una portata ed una conseguenza enorme, mantenendo in vita il suo antagonista e donandogli, inconsapevolmente, non una morte atroce, ma quella seconda chance di cui la vita è tanto poco generosa

 

Certamente ,anche se io ho visto anche una sorta di sua delusione per il non gesto di Arya che pure aveva cercato di curarlo: qui già intravediamo il nuovo mastino per me.

E per inciso,una volta rinato credo che lui volesse iniziare una nuova vita in cui guadagnarsi da vivere con il suo lavoro non sporco come quello precedente, ma che gli permetteva  anche di inserirsi in una comunità semplice non in cerca di ricchezze o potere.

Per questo dopo il massacro ritorna ad essere una belva ferita e assetata di sangue,vuole vendetta per i suoi nuovi conoscenti ( che dividevano il pasto con lui, un pasto guadagnato con  il suo duro lavoro fisico) e per se stesso ancora una volta brutalmente e tragicamente deluso perchè privato della chance di essere un uomo normale con semplici ,normali aspettative,gli rubano la serenità, come il fratello gli aveva rubato il futuro

 

Il 1/5/2018 at 13:16, Stella di Valyria dice:

Allora. Allora penserei a un Sandor che rimanga in un contesto fortemente sociale. Prendendo il posto -ed il potere- del fratello. Nella nuova età della Primavera, che sarà meno cupa e folle; ma finchè l’essere umano sarà l’essere umano, conoscerà ancora e sempre soprusi, violenze, crisi e cadute. E quindi più che mai avrà bisogno, a guidarla, di uomini forti e non sprovveduti, con un grande cuore ma una altrettanto grande conoscenza degli abissi di cui è capace l'essere umano.

 

 

Non credo,il mastino dopo il pesante trauma infantile,un trauma che ne ha condizionato pesantemente la vita, non vorrà essere cavaliere ,meno che mai al posto del fratello

Egli si è investito della missione di essere con Jon e Beric ,lo scudo che protegge il dominio degli uomini, quelli che lo meritano e ne hanno bisogno, quelli umili di cui non importa nulla a nessuno.

In fin dei conti Jon , Beric e lui sono rinati a nuova vita per questo scopo, portata a termine la loro missione non ci sarà per loro un  happy end...la morte è un avversario che vince sempre

Ma il mastino per me merita una morte "eroica" con gente che piangerà sinceramente per lui in primis Sansa,colei che ha acceso la scintilla della vita in un uomo che si considerava già morto,senza pulsioni e desideri e aspettative normali e ovviamente Arya,la pupilla di cui era fiero,la figlia che non avrebbe mai avuto

Modificato il 05 July 2024 17:07

Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei   miei bellissimi  ed elegantissimi avatar e firma

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« I am a wolf and I fear nobody. »

''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''

« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »

''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.

 

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Inviato il 03 maggio 2018 17:46

He's not a knight. He spits on them, and their vows.

Mi permetto di aggiungere solo pochissime, banali considerazioni sparse alle vostre, già ampiamente esaustive della personalità del Mastino, del suo percorso e della sua probabile meta.

Riallacciandomi a quanto detto da tutti, credo che il tratto distintivo di Sandor Clegane sia la sua viscerale convinzione che ormai nulla valga la pena, non i titoli, non le casate, non l'oro dei Lannister, nulla vale la sua lotta, perché nulla vale la sua vita.

Fino a che non intercetta la fragilità di Sansa, il suo essere vittima, agnello sacrificale, trastullo di un essere infido e meschino come Joffrey, vessata senza alcuna ragione, umiliata per umiliare la casata a cui appartiene, senza speranza di salvezza se non mostrandosi dimessa, arrendevole, innocua.

Entrambi hanno pagato a carissimo prezzo l'aver avuto dei sogni, un'infanzia, un'innocenza, entrambi si sono ritrovati improvvisamente rigettati in una società per la quale essi non sono che dei sopravvissuti, senza alcun diritto all'individualità: entrambi non sono altro che utili alla causa, Sandor diviene il mastino di Joffrey, colui che con la sua fisicità e la sua portentosa abilità di combattente e con il suo, ancora più utile, totale sprezzo delle etichette di quel mondo che egli stesso serve ob torto collo si configura come la migliore guardia personale del bamboccio reale; Sansa è l'ostaggio di alto lignaggio, la pedina di scambio eccellente che all'occorrenza può fungere da pungiball inerme per le angherie reali.

Sandor soffre più di tutto il fatto di aver avuto dimostrazione sulla propria pelle del cinismo e della bestialità del mondo in cui si trova a vivere, a partire dalla mancata punizione del fratello per la tremenda ustione che gli causa in tenera età per futili motivi: non solo non vi è per lui punizione, ma, una vota cresciuto, è lo stesso Gregor ad ereditare titoli e terre dal loro defunto padre, mentre a lui non resta che mettere la propria spada al servizio dei Lannister: da lì in poi la sua personalità si livella sempre più verso il basso, verso il disprezzo per tutto ciò che è onore, buona condotta, moralità, nonché di ciò che rende una vita degna di essere vissuta, i rapporti umani, la compassione; egli ha disprezzo per la propria stessa vita, dopo che ha tastato quanto poco essa valga per chi avrebbe dovuto invece tenerne in grande conto.

Quello che lo affligge e che lo rende sordo ad ogni richiamo è secondo me il fatto che dimostra di avere, per lo meno nella sua fase iniziale, bassa autostima, talmente bassa da divenire il cane di Joffrey pur disprezzandolo, che si traduce in un vero e proprio mal di vivere, non riuscendo a reagire a questo stato di cose, e vedendo che gente che vale di gran lunga meno di lui conduca una vita molto più gratificante della sua, con onorificenze  e cariche che a lui sono invece precluse, a partire proprio dal tanto odiato fratello Gregor, reo tra l'altro, come egli sa, di essersi macchiato dello stupro e dell'assassinio brutale della principessa Elia Martell e di uno dei suoi figli, un infante, su ordine di Tywin.

 

Piccole crepe iniziano a farsi largo in questo buio intimo che lo pervade dall'incontro con la giovane Stark; è l'inizio del suo mettere in discussione tutto, ed a suo modo tenta di proteggerla, non rassicurandola, non indorandole la pillola, ma al contrario spronandola anche bruscamente a prendere coscienza che il mondo in cui ora lei si muove non  ammette debolezza, pertanto prima lei lo capirà e meglio sarà.

E' il suo modo di fornirle una corazza che la ragazza in quel momento non ha, o non sa ancora di avere.

"Se gli dèi esistono, per quale motivo hanno creato le pecore che vengono divorate dai lupi? Per quale motivo hanno creato i deboli con cui i forti si trastullano?". Ed ancora... "Non esistono veri cavalieri, così come non esistono dèi.

Se non sei in grado di proteggerti da solo allora muori e cedi il passo a quelli che ci riescono. Duro acciaio e braccia forti, ecco quello che domina il mondo. E farai meglio a non credere a nulla di diverso".
In questo senso, è la cosa più simile ad un vero cavaliere, per lei.

E' durante la Battaglia delle Acque Nere, nel suo nuovo incontro con la minaccia di sempre, il momento in cui il Mastino decide di voltare le spalle al suo giuramento di guardia reale ed alla casata che fino a quel momento ha servito, poiché l'ancestrale suo terrore è di nuovo lì, vivido, dirompente di fronte a lui: la fiamma, la fiamma che non si spegne, come non si placa mai il suo tormento interiore.

Messo di nuovo faccia a faccia con la sua paura e con la presa di coscienza dell'inutilità di quella lotta per una causa che non gli appartiene, egli diserta (" perfino un cane si stanca di essere preso a calci ") e fugge, lontano, solo, ma prima si rifugia nella camera da letto di Sansa, dove lei lo trova, ubriaco, dove lui le offre una via di fuga dalla sua prigionia, che lei però rifiuta, e dove lui la costringe  a cantare una canzone per lui. 

In sintesi, si potrebbe dire che, nel gioco del trono, non è né giocatore ne' pedina, egli vede le cose per quello che sono, semplicemente, è troppo intelligente per non rendersi conto di come giri il mondo intorno a lui ma gli manca la volontà di farne parte. Per lui nulla vale la pena, non vivere e nemmeno morire, nulla sembra avere importanza.

 

E' però nel suo rapporto con l'altra giovane Stark, Arya, la piccola indomita, il cucciolo di lupo, che Sandor sviluppa, in GoT più che in ASOIAF, un rapporto a tratti paritario (emblematico il suo sorriso di approvazione misto a orgoglio quando, alla fine di GoT7, Brienne gli comunica chi e cosa è divenuta Arya), sebbene di fondo improntato anch'esso sul proteggere e svezzare la giovane alle brutture del mondo, non a caso la colpisce in modo da farla svenire dopo che si trovano faccia a faccia con lo scempio che hanno i Frey fanno del corpo di Robb  alle Nozze Rosse.

Lui riconosce in lei grande coraggio e determinazione, forza di carattere e testardaggine pari alla sua, impara ad apprezzarla, ed a sua volta, inevitabilmente, la mastinizza, rende simile a lui.

Sono due cavalieri erranti, ognuno con i propri demoni, ognuno con la propria ricerca, lui di libertà, lei di vendetta per la propria famiglia.

Probabilmente vede in lei una seconda possibilità di proteggere, a suo modo, una delle sorelle Stark, in questo caso non dal sadismo di Joffrey ma da quello non inferiore del mondo esterno in cui la piccola Arya precipita dopo che ha perso tutto e tutti.

Il Mastino è inizialmente uno dei nomi presenti nella lista dell'odio di Arya, tuttavia, pur continuando serbargli rancore, quando dopo uno scontro le ferite di lui si infettano, lei lo lascia moribondo sotto un albero nei pressi del Tridente, risparmiandogli la misericordia di una morte rapida nonostante lui tenti in tutti i modi di spingerla a dargliela.

 

Credo che un giusto finale per lui sia morire, infine, per una ragione che egli sceglie di perseguire, gesto improntato probabilmente alla salvezza di qualcuno a lui caro (immagino Arya), auto depennando il proprio nome dalla famosa lista; non credo sia destinato ad uccidere suo fratello Gregor, poiché sappiamo che questi non è più Gregor, ma una sua mutazione innaturale, e che pertanto con ogni probabilità non conserva né coscienza né memoria di chi e cosa fosse prima, sarebbe quindi un accanirsi su un essere non più senziente, un vendicarsi di chi già non è più.

Allo stesso modo, credo che sia finalizzato a qualcosa di più altisonante il suo essersi unito alla Fratellanza senza vessilli di Beric Dondarrion, per il quale il fuoco è elemento determinante e torna quindi prepotente a pretendere un ruolo - chiave nelle vicende di Sandor Clegane.

Non escludo che potrebbe dover avere uno scontro finale con il suo nemico di sempre, il fuoco, o meglio l'alto fuoco.

 

 

 
 

 

Modificato il 05 July 2024 17:07

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My faith's in people, I guess. Individuals. And I'm happy to say that, for the most part, they haven't let me down.”

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"Dreams don't mean anything, Dolores. They're just noise, they're not real." "What is real?" "That wich is irreplaceable."

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"Gli umani sono strane creature, ogni loro azione è guidata dal desiderio, i loro caratteri forgiati dalla sofferenza. Per quanto essi provino, non potranno mai liberarsi dall'essere eternamente schiavi dei loro sentimenti. Finchè la tempesta li sconvolgerà dall'interno non riusciranno a trovare pace. Né da vivi, né da morti. E quindi, giorno dopo giorno, faranno ciò che è necessario.

La sofferenza sarà la loro nave.. il desiderio la loro bussola."

___

Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.

 

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza; ti salverò da ogni malinconia

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Inviato il 03 maggio 2018 19:11

Verissimo: se deve chiudere il suo cerchio, qualunque cosa gli debba o possa succedere dopo, prima dovrà prima affrontare i suoi due nemici di sempre, quelli che hanno fatto scempio della sua innocenza e della sua vita: il fuoco ed il fratello. Ha due conti in sospeso, due debiti verso un bambino che, un giorno lontano, ha candidamente pensato di poter giocare con un gioco bellissimo che al fratello neanche interessava più: e non può andarsene senza saldarli. A qualsiasi costo.

 

Affronterà il fuoco, quindi; e affronterà il fratello. Forse non solo per motivi di fanservice, per accontentare il pubblico che ormai esige il Clegane-Bowl (accidenti, quanto è brutto questo termine, quanto banalizza un momento che dovrebbe essere, che sarà il culmine della tragedia di un'intera esistenza violata, straziata e cambiata per sempre), allora; ma perchè la sua vita stessa lo esige, il suo percorso lo esige, prima di potersi dire chiuso o, eventualmente, andare avanti lasciandosi finalmente tutto alle spalle.

 

Il fratello a cui, tra l'altro, ha rivolto quella frase sibillina "Non importa cosa tu sia diventato, o cosa ti hanno fatto: lui sta arrivando. E forse lo hai sempre saputo".
"Lui": non la vendetta o la giustizia, perchè sarebbe neutro, immagino; invece nel dialogo è "He". Possibile che si riferisca allo Straniero, inteso come morte? Ma avrebbe ben poco senso dire ad un essere umano, benchè "mutante", e con quel tono sinistro e pieno di sottointesi "forse hai sempre saputo che morirai": grazie tante, lo sappiamo tutti; e senza "forse", purtroppo. Allora, dato il contesto, verrebbe quasi da pensare che si riferisca... al NK. Possibile, allora che, in sostanza, Sandor dica a Gregor "Tu sei una parte del Male: e anche se sei nato da questa parte della Barriera, il tuo animo mostruoso è gemello identico di coloro che ne stanno al di là. Tu appartieni a quel mondo. Sono quelli, i tuoi simili.". In effetti, abbiamo discusso tanto di come in Martin in teoria non dovrebbero esistere personaggi che sono "puro male"; ma Euron-book e, più ancora, la Montagna, appaiono veramente esserlo. E Sandor, ora che conosce l'orrore oltre la Barriera, ora che ha visto i non-umani (in tutti i sensi: anche nel senso di inumani, disumani, privi di umanità) improvvisamente riesce ad inquadrare il fratello, a dare una collocazione e, quasi, un senso alla sua figura: perchè lo inquadra come uno di loro. Pensando addirittura -e forse questa è da prendersi più come un'insinuazione che come un dato di fatto; un'accusa, sì, ma in un certo senso simbolica, metaforica; che riguarda un modo di essere più che un'azione effettiva- "forse, in fondo, dentro di te lo hai sempre sentito, di non essere un caso isolato ma un'avanguardia di qualcosa di orribile ed immensamente più grande. Forse, in fondo dentro di te hai sempre obbedito ad un essere di ghiaccio e senza cuore nè vita. Così come forse sentivi benissimo che i mostri senza umanità nè cuore, i tuoi simili, esistevano, e si stavano avvicinando".

 

E che nello scontro epocale, finale, a cui si va incontro, La Montagna sarà non più un'eccezione, un caso isolato, come è stato per tutta la vita, ma uno tra i tanti della fazione opposta che sta per riversarsi su Westeros, un mostro disumano in un'infinità di mostri disumani. "Soltanto", in un certo senso, uno in più da combattere.

Modificato il 05 July 2024 17:07

                              

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Inviato il 03 maggio 2018 20:13

Non saprei in effetti a chi Sandor si riferisca quando pronuncia quella frase così sinistra e sibillina.. in effetti dice he, chissà che non sia un'entità al maschile oppure, perché no, il fuoco, quello stesso fuoco che ha condannato lui, Sandor, all'eterna infelicità.

Io ad ogni modo immagino la morte di Gregor come qualcosa di grottesco, per sottolineare la beffa di un uomo mastodontico, di indomita forza, annientato da qualcosa di ben più piccolo, ben meno spaventoso.. a prima vista.

Che sia... un ago

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Inviato il 03 maggio 2018 20:20

Sai che l'ho già pensato anch'io? Cioè, non in questi termini (molto suggestivi e interessanti, proprio), ma solo al fatto che Arya alla fine decida di salvare Sandor, e lo faccia colpendo la Montagna. In effetti, ora che mi ci fai pensare, sai una cosa? L'armatura della Montagna sarà perfetta ed inviolabile; ma se avesse una fessura, calcolata in modo da essere troppo piccola per una spada normale, potrebbe non esserlo pe una spada atipica, improbabile, mai vista in un combattimento "adulto" come appunto è quella di Arya. E nell'ultima stagione abbiamo visto, nel primo piano del dialogo di cui parlavo, che anche l'elmo è molto coprente: protegge persino la parte tra gli occhi... ma, inevitabilmente, non gli occhi. Insomma: chi ha costruito quell'armatura ha cercato, più che mai, di non lasciare fenditure vulnerabili. Ma forse, chissà, ha pensato alle dimensioni di una spada o lancia "standard". Non alla più anomala ed imprevedibile delle spade da combattimento... non ad un Ago.


                              


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Inviato il 03 maggio 2018 21:04

Non credo proprio 

Ago non è in acciaio di Valyria ,ma Arya ha un pugnale in acciaio di Valyria regalatole guarda te da Bran e Bran lo ha dato a lei perché sa che lo userà alla grande contro ....appunto i non morti .

Peraltro resto del parere che Gregor la Montagna perira’ con l’uso del fuoco da parte del fratello 

In fin dei conti in GoT esiste una giustizia poetica o se si preferisce vige la legge del contrappasso e chi di fuoco colpisce ,beh di fuoco perisce.

Circa il faccia a faccia Gregor -Sandor più o meno il mastino gli chiede se lo riconosce (ed è convinto di si ) poi gli dice 

Che  cosa ti hanno fatto ?Non importa , non è così che finira per te ,sai chi sta venendo a cercarti ,lo hai sempre saputo 

Questo nella traduzione in italiano che ho riportato parola per parola 

In originale you know  who’s coming for You you ‘ve always know

Ho sempre pensato che si riferisse al fatto che lui Sandor Clegane sarebbe stata la sua nemesi e questo la Montagna lo sapeva da sempre che sarebbe arrivato tra loro il redde rationem 

Ergo ci hanno dato un indizio preciso per il Clegane bowl 


Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei   miei bellissimi  ed elegantissimi avatar e firma

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« I am a wolf and I fear nobody. »

''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''

« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »

''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.

 

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Inviato il 03 maggio 2018 21:11
10 minutes fa, Iceandfire dice:

In originale you know  who’s coming for You you ‘ve always know

Ah, io capisco "He is coming". Comunque, non sarebbe un po' forzato, Sandor che parla di sè in terza persona?

Per quanto lo riascolti, io sento chiaramente "he". Ed p anche la traduzione che ho trovato in due siti.
(il link è già al punto giusto, un attimo prima della frase)

 

 

Modificato il 05 July 2024 17:07

                              


Iceandfire
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Inviato il 03 maggio 2018 21:18

No non credo 

Voglio dire che lo minaccia in modo confidenziale 

Lo sai chi sta arrivando per farti la festa ,lo hai sempre saputo gli dice .

È proprio la parte finale della frase che fa capire che si riferisce a lui ,il mastino che non molla la presa .

No perché certamente non poteva riferirsi al NK o ai non morti perché semplicemente Gregor non ne sapeva nulla 


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Inviato il 03 maggio 2018 22:03

Io ho sempre avuto dubbi su chi o cosa fosse ciò a cui Sandor si riferisce quando rivolge quella frase al fratello ormai zombie.

Devo dire che inizialmente ho pensato a qualcosa, una presenza legata al fuoco, sì per il discorso della vendetta poetica come dice @Iceandfire ma ancor di più perché ho avuto l'impressione che lui abbia visto il destino della Montagna tra le fiamme al seguito di Beric.

Non so perché, ma più che una specifica persona io credo che sia di fatto l'elemento fuoco a dover purificare la Montagna, e ci starebbero in quest'ottica i draghi di Dany.

Anche perché ora mi rendo conto che non è più propriamente umano, per cui per ucciderlo dovrebbero essere necessarie armi non da umani, quindi fuoco, acciaio di Valyria o vetro di drago, che sappiamo essere efficace contro i non morti.

La questione Ago era poetica, ma perché non riesco a capire in cosa possa usarla Arya, e per me verrà usata.


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Inviato il 04 maggio 2018 8:55

A me sembra che, pur con un accento molto  carico tipico dell'attore, dica Who e non He. La pensano così anche su reddit e così riporta lo script su Springfield. 

Quindi parla di se stesso. Indovina chi sta arrivando a farti il c**o a strisce? 

Detto questo, resto convinto che sarà No One a scalare la Montagna.

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Inviato il 04 maggio 2018 10:09

Si effettivamente.

Per inciso nella puntata registrata a dicembre su my Sky ho inserito la funzione lingue con sottotitoli in inglese che seguono esattamente quello che dice Rory il quale mangia molto le parole . Ed i sottotitoli recitano WHO.

Poi per quello che vale anche la frase in italiano  fa capire che sarà Sandor colui che deve vendicarsi di Gregor per i motivi che ho esposto sul significato del lo hai sempre saputo.

D&D non lasciano nulla al caso e con questa scena ci preannunciano il Clegane bowl che per me ci sarà anche perchè la gente lo vuole fortemente.

Che poi Arya dia il colpo di grazia  ci può stare e del resto ha un'arma in acciaio di Valyria che non è certamente Ago ( forse avrà qualcosa a che vedere con Sansa ,come per dire:il tuo ago non serve a nulla in tempi di guerra o serve solo a preparare abiti e mantelli,il mio Ago invece serve davvero per combattere e che l'addestramento ha fatto diventare le due Stark quello che sono ) :ergo la cosa probabilmente da quell'acciaio magico forgiato anche con il fuoco dei draghi oltre che con incantesimi,potrà essere uccisa  ma ripeto dopo lo scontro tra i due fratelli

Modificato il 05 July 2024 17:07

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ryer
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Inviato il 04 maggio 2018 10:38

In realtà credo che in GoT si sforzi pure di parlare più neutro e meno ooczzese :indica:

Comunque, grammaticalmente, la frase ha più senso con "who" e secondo me non bisogna vederci chissà quali significati. Stiam pur sempre parlando di D&D (già altre volte ci si è fatti film su particolari che in realtà non nascondevano niente di strano). Per me intende semplicemente: "Sai che prima o poi arriverà la nostra resa dei conti".

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Inviato il 04 maggio 2018 12:07

L'idea di @ryer (che forse non è il caso di dare troppo peso a quella frase, che, benchè molto, molto suggestiva, potrebbe essere una cosa messa lì da D&D pensandoci molto meno di quanto ci stiamo pensano noi) mi sa che ha molto senso :)

 

Il 3/5/2018 at 22:03, porcelain.ivory.steel dice:

per ucciderlo dovrebbero essere necessarie armi non da umani, quindi fuoco, acciaio di Valyria o vetro di drago, che sappiamo essere efficace contro i non morti.

 

L'ho pensato anch'io, ma poi ho notato che indossa sempre l'armatura, come se fosse vulnerabile come tutti (a meno che sia per eventuali lame di Valyria, anche se in giro ne sono rimaste ben poche, nei primi tempi della sua zombizzazione. O, più semplicemente, è una cosa a cui D&D non hanno pensato; o, più probabilmente ancora, è una scelta estetica e, soprattutto, psicologica: il mostro in armatura, di cui non vedi neanche il volto -tra l'altro solo a me l'elmo ricorda un po' quello di Darth Vader? Entrambi, non a caso, nati per trasmettere un senso di inquietudine, crudeltà, imperscrutabilità, mancanza totale di comunicazione, di appiglio visivo, e la percezione di essere di fronte a qualcosa di "altro", estraneo, non umano- ti appare molto più temibile di un omone di fatto altrettanto indistruttibile, ma che si aggira in pantaloni e giubba).

In quanto alla "poeticità" (in senso lato) della sua fine, mi piacciono entrambe le idee di @porcelain.ivory.steel  : o Ago (l'imprevedibile e quasi la beffa, del piccolo che uccide l'enorme), o il fuoco (Gregor che finisce nello stesso modo in cui ha straziato il fratello. La giustizia umana è ben misera cosa, perchè non cancella e non restituisce: non cancella la sofferenza inferta e non restituisce alla vittima occasioni perdute, tempo e vita; però questo poco è il massimo a cui possiamo aspirare, o che sappiamo realizzare, come esseri umani... e se Gregor morisse così, almeno sarebbe giustizia, finalmente). Ma in entrambi i casi, la presenza e partecipazione attiva di Sandor (ormai non riesco più a chiamarlo il Mastino, perchè lui stesso non è più il Mastino, da molto tempo) mi appare imprescindibile. Sarà fondamentale; dovrà esserlo. Come già ho scritto, non per fan-service, Clegane-Bowl (poveri noi, che banalizzazione estrema di una giustizia narrativa e poetica, traboccante del dolore di un'intera esistenza straziata, attesa da sette anni e cinque libri) e simili; ma per una necessità ben più profonda: perchè il cammino di Sandor, prima di poter proseguire o finire, deve riportarlo al punto di partenza, dove tutto è iniziato. Ci sono ferite che non guariranno mai, te le porterai sempre addosso, incise in un angolo del cuore o, nel caso di Sandor, scavate nella carne viva. E faranno sempre male, segneranno per sempre quello che sei e a volte, come nel caso di Sandor, anche come gli altri ti percepiscono. Ma per poterne almeno accettarne le cicatrici e trovare il modo di conviverci per il resto dei tuoi giorni, devi avere il coraggio di voltarti, tornare indietro e fare i conti, ancora una volta, con quel giorno o quel momento in cui è iniziato tutto. Devi tornare all'origine del dolore. Al come e al quando ti sono state inferte.  Vale anche per noi, nella real life; almeno, per me è stato ed è così. Ma per noi è un percorso, spesso dolorosissimo ma di chiarimento, accettazione, a volte di perdono, altre di riconoscimento dei nostri errori, comunque ala fine di pacificazione, che compiamo psicologicamente, interiormente; con la mente e, soprattutto, col cuore. Per Sandor, è chiaro che la situazione è ben diversa. E che sarà un percorso prima di tutto materiale, d'azione: perchè finchè la Montagna vive e cammina su questa terra, sulla stessa terra su cui vive e respira lui, il cerchio non sarà mai chiuso, nessuna pace interiore sarà possibile. Forse neanche quella che ha cercato con i costruttori e portatori di pace; o che forse con loro aveva anche trovato, ma gli è stata strappata via da un mondo che è arrivato fin lì, fino a quel luogo sperduto in un bosco, a ricordargli che la vita è crudele, che una tregua è, appunto, solo una tregua, ma la lotta continua, più intensa, aspra e crudele che mai. Che il tempo della pace, per quanto sospirato, cercato e voluto con tutte le sue forze, non è ancora giunto; che saranno necessarie ancora molte battaglie e molto dolore per poterlo, forse, conquistare. Il tempo della pace del mondo, e il suo.

Chissà se poi sarà la pace di un presagio di primavera che finalmente arriva, dopo un'esistenza gelida di inverno, di una seconda chance e della vita che continua finalmente senza più un macigno da portare sulle spalle, o la pace ben più misera, amara e crudele, quella della morte, per un'anima tormentata che sin da un lontano giorno dellìinfanzia in qualche modo è stata come condannata al sacrificio e ad un lungo, doloroso, difficile percorso verso un gesto eroico che richiederà la propria autodistruzione. Su questo per me -anche se propendo per la seconda possibilità, perchè tendo a vedere certi personaggi, nati in un'"aura" di tragedia, come destinati a sviluppare e, ahimè, concludere, loro malgrado, tutto il proprio percorso in quella stessa aura, come se fosse qualcosa che ormai li ha impregnati per sempre- il discorso è ancora aperto. Completamente aperto.

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Iceandfire
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Inviato il 06 maggio 2018 17:21

L’elmo della Montagna se non erro ricorda gli elmi dei soldati Lannister,un elmo brutto e molto criticato anche per la scarsa visibilità .

Certamente Gregor è molto ben protetto ma credo che il collo sia raggiungibile ,se per caso non si riesce a far volare via l’elmo.

Ago certamente non sarà l’arma che potrà ucciderlo visto che anche la Montagna è uno zombie sia pure non creato dal NK ma da un maestro atipico e amorale.

Credo che D&D riusciranno a creare una vera grande tensione emotiva nel Clegane Bowl che ci sarà magari in un momento preciso e cioè quando Arya forse riuscirà ad entrare nella fortezza rossa per ammazzare l’ultimo nome della sua lista ,quello cruciale .

Ovviamente Cersei sarà con la sua enorme e non morta guardia del corpo che la difenderà .

A questo punto Arya stessa capirà che tocca al mastino che la accompagna ,combattere contro il fratello dato che è suo diritto avere la sua vendetta sia pure dopo tanto tempo.

Razionalmente quindi avremo lo scontro tanto atteso tra chi non ha mai avuto un’anima ed un cuore e chi invece ne aveva eccome anche se ne celava l’esistenza in primis a se stesso.

Credo che Sandor dovrebbe avere con se una lama di acciaio di Valyria,affilatissima e capace di attraversare una armatura .

E sarà un duello epico ,non ho dubbi , anche se credo che la fine di Gregor avverrà attraverso il fuoco ,per deduzione logica come ho già prospettato .


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