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GoT - Percorsi evolutivi e mete finali.
J di JonSnow;
creato il 16 febbraio 2018


Iceandfire
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Inviato il 01 aprile 2018 20:40

Certamente il fatto che fosse schiava peraltro l’ha portata a credere fortemente in quel dio che voleva sacrifici umani fatti con roghi (una morte terribile oltretutto ) e la fede in quel dio sanguinario ed esigente l’ha resa forte e determinata dandole pure un ruolo importante in una società ipocrita come quella di Westeros 

Non a caso il cristianesimo si diffuse inizialmente proprio tra gli schiavi a Roma proprio perché le fede forte in un dio aiutava a superare i problemi legati alla loro terribile condizione.

 

 


Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei   miei bellissimi  ed elegantissimi avatar e firma

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« I am a wolf and I fear nobody. »

''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''

« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »

''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.

 

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Inviato il 01 aprile 2018 20:53

Concordo con tutti voi, ed anzi mi complimento per la qualità e la profondità dei vostri interventi. 

Io credo che ci manchi un tassello, un pezzo del puzzle che è fondamentale per comprendere Melisandre, le sue origini (sappiamo che era una schiava, che fu venduta, ma poco altro), e credo che il pezzo che ci manca è quello che sarà la chiave di volta del suo personaggio poiché ne comprenderemo finalmente ruolo e finalità.

Per lei, come per Beric, tutto è incentrato fin dalla sua prima apparizione, su questa fiducia cieca, saldissima, irremovibile, al limite del fanatismo nel suo Dio, R'hllor; in suo nome lei brucia idoli, in suo nome sacrifica vite umane, in suo nome chiede ad un padre di sacrificare la cosa più importante che ha, la propria figlia.

Ella è tuttavia anche una donna, umanissima seppure infervorata fino all'inverosimile; ed in quanto umana, dopo l'efferato sacrificio di Shereen, tra l'altro inutile, qualcosa in lei si spezza, si incrina, inizia a scorgere crepe laddove prima vedeva solo certezza, si mostra malferma, titubante, piena di dubbi laddove prima procedeva con sicurezza, inducendo quasi timore in chi le stava intorno.

Tuttavia, la sua fede emerge ancora più vivida proprio in questo frangente, poiché come dice @Stella di Valyria è semplice, facile, non costa sforzo credere quando si hanno dei segni tangibili a conferma di ciò in cui vogliamo credere (riportare in vita Jon ne è l'esempio lampante), ma quanto è più difficile invece mantenersi saldi nella fede quando tutte le nostre certezze, convinzioni, castelli costruiti con volontà ferrea vengono meno? è qui che sta la vera sfida per l'uomo di fede, e Mel si dimostra ancora una volta donna di fede vera.

Così come Beric, il quale continua a tornare in vita dopo essere stato ucciso sapendo che ogni volta lascia indietro pezzi del se stesso precedente, li perde, se ne priva, eppure continua nella sua missione, senza sapere neppure lui quale sia questa missione, ma avendo fede sul fatto che ci debba essere un motivo per tutto ciò che gli accade.

Io credo che è nel passato di Mel che vada ricercato il punto focale di tutta la sua esistenza, nei suoi forse cento, duecento, trecento anni, in chi e cosa fosse davvero prima del suo incontro con il Dio della Luce, del perché la sua fede diviene così forte.

 

 

Modificato il 05 July 2024 17:07

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My faith's in people, I guess. Individuals. And I'm happy to say that, for the most part, they haven't let me down.”

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"Dreams don't mean anything, Dolores. They're just noise, they're not real." "What is real?" "That wich is irreplaceable."

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"Gli umani sono strane creature, ogni loro azione è guidata dal desiderio, i loro caratteri forgiati dalla sofferenza. Per quanto essi provino, non potranno mai liberarsi dall'essere eternamente schiavi dei loro sentimenti. Finchè la tempesta li sconvolgerà dall'interno non riusciranno a trovare pace. Né da vivi, né da morti. E quindi, giorno dopo giorno, faranno ciò che è necessario.

La sofferenza sarà la loro nave.. il desiderio la loro bussola."

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Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.

 

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza; ti salverò da ogni malinconia

perché sei un Essere speciale ed io avrò cura di te. Io sì, che avrò cura di te.

 

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Inviato il 01 aprile 2018 21:13

Questa discussione su Mel sembrava quasi esaurita, invece sta entrando ora nella sua parte più intensa, che bello! :)
Belli tutti gli intervanti, li ho apprezzati tutti :)
Ma riprendo solo per un attimo, in particolare, l'osservazione finale di   @porcelain.ivory.steel: è vero, c'è moltissimo che accomuna Mel e Beric. Il secondo perde brandelli di sè ad ogni ritorno in vita (non solo fisicamente, anche pcsicologicamente, perdendo parti della propria personalità strato dopo strato, finchè rimane quasi solo il nucleo; e quel nucleo è voler continuare la battaglia); Mel apparentemente è immutabile. Ma entrambi sono guidati da una fede assoluta, in un Dio (Mel) o in una missione (Beric). E sembravano, all'inizio, personaggi come tanti; quello di Mel, in più, "pasticciato" e confuso dalle tante scene di passione puramente fisica e di nudo (a cui potremmo comunque dare un senso, facendo finta che non sia stato il trucchetto acchiappa-audience HBO che era, come un suo giocarsi tutte le carte che aveva per conquistare e manipolare -riuscendoci solo in parte, ma comunque abbastanza- il povero Stannis, quel presunto AA che aveva bisogno della sua presenza, della sua guida per essere portato al proprio compimento). Invece si sono rivelati man mano due colossi, per coerenza e costanza nei propri ideali. Come tutti i grandi personaggi di Asoiaf e Got, anche loro non sono rimasti statici, hanno compiuto un percorso e un percorso sofferto, difficile, duro: ma a differenza di altri il loro percorso si è svolto tutto dentro ciò in cui credevano, il loro ideale o la loro fede. Come tutti i grandi personaggi, sono cambiati, arricchendosi di nuova consapevolezza e sensibilità (Mel) o di un carico quasi insostenibile di dolore (Beric); e, in entrambi i casi, di una grande, grandissima amarezza. Ma che non li hanno smossi di un passo da quella che sanno essere la loro missione.

In quanto alla storia passata di Mel... sì, sarebbe bellissimo conoscerla. Ma in Got, con tutto il materiale che dovranno far stare in una sola stagione, penso proprio che la speranza sia minima. In Asoiaf, forse... se mai uscisse il seguito. Ma non ci spero più. E questa di conoscere come si è formata Mel, per quali strade è diventata quello che è, va aggiungersi alle mille occasioni perse.

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Inviato il 01 aprile 2018 21:22
9 minutes fa, Stella di Valyria dice:

in quanto alla storia passata di Mel... sì, sarebbe bellissimo conoscerla. Ma in Got, con tutto il materiale che dovranno far stare in una sola stagione, penso proprio che la speranza sia minima. In Asoiaf, forse... se mai uscisse il seguito. Ma non ci spero più. E questa di conoscere come si è formata Mel, per quali strade è diventata quello che è, va aggiungersi alle mille occasioni perse.

Se volessero, se fosse importante per la meta finale, basterebbero pochi minuti di flashback sul passato della Sandrona, come a volte viene chiamata, a mo' di quello che fecero con Cersei e la profezia sui suoi figli. Poco minutaggio ma ben scritto e girato basterebbe a chiarire bene il tutto. Io almeno ci spero.

9 minutes fa, Stella di Valyria dice:

Sembravano, all'inizio, personaggi come tanti [...] ma si sono rivelati man mano due colossi, per coerenza e costanza nei propri ideali. 

Come tutti i grandi personaggi della saga, direi, alcuni, molti, partono in sordina, sapientemente celati, sottovalutati, dati per scontati, guardati con occhi distratti fino a che la loro natura non si rivela...uno su tutti, Jon Snow (book).

Ed è qui la maestria dello zione, che che se ne dica la sua scrittura è geniale e manca, eccome se manca.

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Inviato il 01 aprile 2018 21:58

Già, magari... Perchè in questo topic parliamo dei percorsi dei personaggi in Got: ma il percorso di Mel è come monco, senza l'antefatto. E' curioso: mentre su altri personaggi ci spremiamo le meningi per sapere come finiranno, per lei sentiremmo soprattutto la curiosità, quasi il bisogno, per completezza narrativa, di sapere come è iniziata. Che strade ha percorso, per diventare quella che conosciamo, dai tempi in cui è stata una ragazzina venduta all'asta come schiava, come "lotto numero sette" (Sette: quante sono le morti, nel libro, di Beric. Quanti sono gli antichi dei. Un numero caro a Martin, sicuramente). Certo c'è stato un addestramento lunghissimo, difficile, fortemente voluto, con fede incrollabile, momento per momento. Ma per quali vie è arrivata a questa scelta? E prima di Stannis c'è stato altro, nella sua vita, o è stata formata e preparata solo ed esclusivamente per cercare il novello AA, quando si fosse manifestato, e fargli da mentore e guida nella scoperta di se stesso? E il fatto che sia vecchissima, forse ben oltre la naturale durata di una vita umana, aumenta ancora la curiosità.
Ha dovuto attendere, magari secoli, fino a quando colui che sembrava AA si è manifestato? O fino al momento in cui lo scontro finale, che forse sotto la quiete apparente si preparava da tempo immemorabile, o addirittura è ciclico, è stato imminente?
Oltre al discorso dell'eventuale flash-back (ma il mio timore è che D&D pensino di aver ormai finito, con la presentazione dei personaggi, ed intendano dedicarsi solo all'azione. Già la scorsa serie per molti di loro - Varys, Baelish, Tyrion- mi ha dto quest'impressione), mi chiedo, tra l'altro, se il discorso della vera natura, del vero volto di Mel, verrà ancora ripreso. Magari anche solo -anche se sarebbe banale- facendola morire (perchè lei morirà, lo ha profetizzato lei stessa) e, una volta morta, tornare lentamente al suo vero aspetto. Alla sua limitatissima, immensamente fragile e vulnerabile natura umana.
Trashata suprema, forse... o scena bellissima, toccante e di grande impatto: dipenderebbe tutto da come viene girata.

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Inviato il 01 aprile 2018 22:07

Concordo sul fatto che ci sia poco tempo per sviluppare trame e chiudere storylines, ma ripeto se il minutaggio viene ben speso non ci vuole molto. 

Nemmeno escludo che si possa ancora fare ricorso al flashback o a salti temporali, vedi per esempio Bran, ok, i suoi viaggi nel tempo sono funzionali alla trama, e sono parte del suo personaggio, ma li hanno centellinati bene. 

A me personalmente preoccupa più come risolveranno altre situazioni per ora fortemente in sospeso, la cui conclusione temo non vedremo mai.. penso a Robert Arryn, ad Edmure Tully, al Pesce Nero (la cui morte da molti, tra cui me, è data come tutt'altro che scontata) a Daario Naharis, alle due povere Serpi, Ellaria e figlie, lasciate a morire nelle segrete di Approdo da psycho Cersei.. 

Su Mel sono abbastanza fiduciosa sul fatto che ce ne sveleranno le origini, poiché come ho già detto per me queste saranno importanti per comprenderne il finale.

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the neck
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Inviato il 01 aprile 2018 23:31

e l'inizio del suo percorso sarebbe ancora piu bello da scoprire perche è il personaggio della saga piu legato al luogo misterioso per eccellenza, ossia asshai, anzi è curioso come diventi cosi devota di uno specifico culto essendo cresciuta in un posto dove di per se la magia è dovunque, e tutto quello che circonda la citta è esso stesso un segno intangibile di cose incredibili accadute li nel passato......


" A Grande Inverno giuriamo la fedeltà della Torre delle Acque Grigie. Cuore e focolare e raccolto a te noi doniamo, mio lord. Le nostre spade, le lance e le frecce sono al tuo comando. Da’ misericordia ai nostri deboli, aiuta i nostri inermi e fa’ giustizia per tutti. Noi mai ti volteremo le spalle. Lo giuro sulla terra e sull’acqua. Lo giuro sul bronzo e sul ferro. Lo giuriamo sul ghiaccio e sul fuoco. "

 

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Iceandfire
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Inviato il 02 aprile 2018 11:47

 

Piccola precisazione: il Jon di cui stiamo parlando qui non è certamente quello dei libri che si trova ancora accoltellato e con ferite che fumano

Il Jon  con cui intergisce Melisandre e di cui percepisce dolore,disperazione, stanchezza è solo quello della serie.

Già quello definito superficiale, piatto e stereotipato solo perchè non ha 50 ed oltre sfumature di grigio ( ma anche questa sarebbe, è per me una forzatura  semplificatrice e banalizzante perchè troppo reiterata).

Questo per una necessaria puntualizzazione .

Circa  il passato di Melisandre  i tempi per mostraci quale esso sia stato sono estremamente ristretti ma tra una battaglia e l'altra qualcosa ci possono far vedere per darci elementi  di giudizio meno aletori.

Sappiamo che Mel serve sempre e comunque il signore della luce e che la profezia su AA è molto antica  e che il principe Rhaegar l'aveva trovata, letta e valutata  tanto da aver voluto cambiare vita  dal momento che in un fase iniziale egli si riteneva AA.

Quello che è certo è che AA doveva nascere dalla linea di sangue di Aerys e Rhaella,ora certamente Melisandre era viva e "attiva"  quando il re folle gridava "bruciateli tutti" , possibile che Mel nulla gli abbia riferito sui piani del dio Rosso?E' vero Bran forse ha avuto un ruolo nella pazzia di Aerys ,ma se il ruolo vero e proprio lo avesse avuto Melisandre?Magari anche nel consigliare Rhegar? 

Credo che forse ( se usciranno soprattutto) dai libri potremo sapere qualcosa ma forse anche qualche visione improvvisa di Bran potrebbe fare luce sul ruolo di Melisandre prima degli eventi raccontati nella prima stagione di Got e nelle stagioni successive.

Comunque credo che Mel faccia una morte con il botto, certamente la sua non sarà una morte anonima e di scarso peso nell'economia narrativa

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Inviato il 02 aprile 2018 11:59

@Stella di Valyria

Io credo che tra Beric e Melisandre ci sia una grossa differenza 

Beric è morto e rinato più volte ma con il tempo invece di acquisire lati dark via via sempre più accentuati  e forse anche in virtù del fatto che per ogni rinascita perde parti di se stesso, diventa consapevole del fatto che quello che gli è accaduto ha uno scopo...superiore e fortemente altruistico.

Egli deve combattere il nemico che vince sempre ed aiutare Jon ad accettare il suo destino e  chissà magari darà a lui il bacio della vita dato che combatte al suo fianco.

Essi sono simili ma Beric  è ad un livello superiore di chi sa cosa deve fare e perchè e lo accetta serenamente


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Inviato il 02 aprile 2018 12:10

Sì, hai ragione. Io mi sono lasciata furoviare dal Beric dei libri, che amo moltissimo e che è un personaggio dilaniato, condannato a sopravvivere a oltranza a se stesso per seguire un'ideale, di cui ormai è solo più lo straziato strumento. Non ho "assorbito" quello televisivo, perchè sono troppo legata alla sua versione cartacea; quindi, per quanto sforzo faccia, continuo a sovrapporli e mescolarli. Ma riconosco che qui si parla di Got, e in Got questa dimensione dolorosa è molto attenuata, anzi, persino compensata da una forma di "disperata speranza". Ne senso che lui sa che la battaglia è impari, non sa come e con quali mezzi la si possa vincere... ma sa che la si deve comunque combattere. E, soprattutto, che ne vale la pena.


                              


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Inviato il 02 aprile 2018 12:18

Ma soprattutto convince un Jon dubbioso  di questo, la scena in cui parla con Jon nella vituperata 7X6 è emblematica

L'attore  ha molto carisma ed infonde fiducia e speranza in Jon  che ricorda come di fatto egli sia ancora lo scudo che difende i domini degli uomini.

Avendo visto  da poco alcuni episodi di GoT 1 , ho notato che per il ruolo di Beric c'è stato un recasting ed hanno fatto benissimo , il Beric della settima stagione ( e non solo) è molto più carismatico :)     


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Inviato il 02 aprile 2018 12:37

Sicuramente meno dilaniato che nella sua controparte cartacea, anche il Beric di GoT (ma poi ne parleremo meglio più avanti quando arriverà il suo turno) dimostra totale abnegazione ad una causa che abbraccia pur non comprendendone la finalità, come ci viene spiegato alla perfezione nella scena della 7x06 di cui parla @Iceandfire, una delle pochissime cose che salvo di quella puntata (nemmeno la morte di Viserion mi ha turbata, che ci posso fare, amo i metalupi, i draghi non mi fanno effetto >_>).

Il suo ruolo è quello di infondere motivazione e coraggio ad un Jon Snow ancora titubante circa la loro possibilità di frapporsi tra il numerosissimo esercito dei morti, destinato ad accrescere esponenzialmente le proprie fila, e la compagine dei vivi; Mel ha di certo un ruolo differente, è come se non le interessasse motivare nessuno, non più almeno, non dopo Stannis, lei semplicemente va dritta per la propria strada, strada sulla quale incontra Jon, verso il quale si pone comunque in maniera meno protettiva, lasciatemi passare il termine, di quanto non faccia Beric, che è più una guida per Jon.

Concordo infine sulla felice operazione di recasting di Beric, sicuramente l'attore che lo interpreta attualmente ha più carisma e presenza scenica.

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Inviato il 02 aprile 2018 14:57
8 hours fa, porcelain.ivory.steel dice:


@Iceandfire

Mel ha di certo un ruolo differente, è come se non le interessasse motivare nessuno, non più almeno, non dopo Stannis, lei semplicemente va dritta per la propria strada, strada sulla quale incontra Jon, verso il quale si pone comunque in maniera meno protettiva

 

Già. Mel penso non protegga nessuno, perchè non può, non può concederselo: lei è essenzialmente lo strumento del suo dio. E il suo dio non protegge gli esseri umani: li usa. E, se lo ritiene necessario (o quando non gli servono più?), li sacrifica. O, più pessimisticamente, li butta via.

Se Mel diventasse protettiva, se si concedesse questo, o di cambiare anche di pochissimo il proprio comportamento per un'umanissimo cedere ad un sentimento, non compirebbe più il volere di R'hllor. E lei lo vuole compiere, senza la minima deroga, fino all'ultimo. La novità della seconda Mel è "soltanto" (si fa per dire: in realtà è tantissimo, ma ho usato questa parola perchè riguarda un cambiamento interiore, che di fatto, non ha ricadute eclatanti sul suo modo di agire) che, ora, capisce la sofferenza dell'essere umano che sta usando e, probabilmente, anche se lei stessa, nel caso di Jon, non è in grado di vedere il suo futuro ultimo, conducendo verso l'altare sacrificale.

Per il fine ultimo di un bene superiore, certo (che forse, ma potrei sbagliare, veniva ribadito molto più nelle prime serie che in questa; comunque il concetto era stato reso molto chiaramente ed esplicitamente). Ma un bene superiore che riguarda la vittoria della Luce sulle tenebre, riguarda l'umanità in generale; non il singolo individuo. Per il singolo individuo, diversamente dallo Zoroastrismo, non è previsto nè un paradiso nè una ricompensa: il singolo individuo è un pezzo di carne da straziare per affilare la spada e poi buttare via. Usato, abbandonato, finito. Riconsegnato al Nulla da cui proviene.

Avevo osservato tempo fa come la religione di Mel fosse molto vicina allo Zoroastrismo, ma come Martin, per adattarlo al suo mondo livido e disperato, sembri averlo privato delle parti più "luminose" e consolatorie (l'idea di Paradiso, in particolare) per lasciare solo quelle più cupe e terribili. Nelle quali  la ricompensa per il giusto o per l'anima generosa e pura che si immola, semplicemente non è contemplata.
Se c'è una speranza, nel credo di Mel (e c'è: quella di vincere le tenebre, di far prevalere quella Luce che pure a noi lettori o spettatori appare crudele e disumana quasi quanto le tenebre che combatte), è una speranza generale, o generica. Ma per il singolo, per Jon o Shereen, per l'individuo da sacrificare nella lotta, non è prevista speranza alcuna.

Modificato il 05 July 2024 17:07

                              

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Inviato il 03 aprile 2018 14:50

_ Altro pezzo di @JonSnow;

 

Varys. 

Un'ennesima forza cerebrale che aleggia da sempre nell'opera, rintanandosi nei suoi punti più oscuri. Eppure è impossibile non constatare quanto la natura dell'eunuco differisca tra ASOIAF e GoT, non solo a causa dei tagli, ma soprattutto a causa dei propositi che, de facto, vengono modificati al fine di seguire una direzione del tutto differente.

 

Egli proviene dal nulla, soggiogato dalla brutalità della schiavitù e successivamente intimamente libero grazie al rifiuto di morire, aggrappandosi così alla vita in modo morboso, ossessivo. Ne conosce il fondo, ne ha assaporato la polvere da creatura non amata, tra elemosine e povertà, tra un niente in cui si è ritrovato costretto ad edificare nuove convinzioni. 

 

Dopo aver saggiato il potere di una schiavitù materiale, rifugge ancor di più dinanzi a quello di una schiavitù ideologica; egli non ha ambizione personale, non freme, non brucia. Non ha passione, è privo di qualunque coinvolgimento. Non ama. E' totalmente libero, slegato. Sfuggevole, è sinceramente sorpreso e inorridito nel constatare dove l'ardimento possa portare l'uomo, quanto prigioniero di esso egli possa essere e fin dove possa intaccare ogni intenzione, gesto, comportamento. 

 

Non c'è un mondo interiore univoco, vi è invece una controversa pietas teatrale, la convinzione di un interesse patologico per coloro che si ritrovano tra gli ultimi, negli angoli più lugubri e angusti della società. Per loro e soltanto per loro. Per ciò che un tempo è stato, per ciò che un tempo ha saggiato sulla pelle, per la sua innocenza segnata, per la sua carne violata. Tante sono le smorfie, le improvvisazioni, i ruoli. Innumerevoli i comportamenti, silenziosi i passi. L'unica scia è la cipria, interpretazioni friabili asservite al medesimo scopo. 

 

Non ha scrupoli, eppure è un osservatore del tutto critico. Egli esamina, è allettato dalle coscienze con cui viene a confronto, le inquisisce. Esse possono essere pedine o nemici da distruggere, eppure sono degne di essere approfondite, schernite o rispettate a seconda di quanto riscontra. 

 

Non ci sono false illusioni, non vi è nulla che riesca più a incatenarlo. Non vi sono filosofie da tradire. L'unico assunto è il reame, servirlo, con qualunque metodologia.  Ne consegue un'importanza immediata, un qualcosa da plasmare, un qualcosa di cui essere funzione. Non vi è dunque né il tempo né la volontà di essere qualcuno. Non c'è niente che sia realmente personale, poiché in quanto personale sarebbe un impedimento, una futilità

L'identità fallace è essa stessa una pietra angolare, il vigore che tutto incrementa. Non ci sono personalità, solo meccanismi. Solo il vuoto. Dunque l'interrogativo, il beneficio del dubbio, l'ignoto

 

Laddove Littlefinger prosperava nel caos, egli ricerca a suo modo una forma di stabilità, un equilibrio, una forza equiparante che lasci cessare l'abuso. Pertanto lavora alacremente contro tutti coloro che possano comprometterla, mentre sostiene chi ritiene capace di portarla a termine, di crearla su quello stesso nulla da cui egli è partito per giungere sin dove è giunto infine. La compromissione di tale equilibrio in favore di altro è l'unica, concreta e reale minaccia.

Ne consegue infine che, in quanto uomo lontano dall'umanità, egli non sia un lealista Targaryen, ma realmente fedele agli ultimi.

 

In virtù di tutto ciò, queste le possibili mete;

 

A) La morte. Ed è il confronto con Melisandre l'indizio più importante, ma anche gli svariati confronti con Daenerys e quelli con Tyrion in privato. E' possibile che egli non ritenga più la Madre dei Draghi un sovrano stabile, affidabile, realmente in grado di garantire quanto sopra. Pertanto finirà col tradirla, alla ricerca di altro. E come ella stessa lo aveva avvertito, ciò comporterebbe la morte. Anche atroce, che dir si voglia. Questo è lo scenario più probabile, tanto che gli altri due sono una semplice forzatura. 

B) La morte, rimanendo però fedele alla causa di Daenerys. Ciò significherebbe una caduta a causa di terzi. Mi è difficile ipotizzare che uno della sua levatura cada semplicemente per mano dei Lannister. E' più possibile che finisca vittima degli Estranei, se proprio deve rimanere fedele.

C) Sopravvivenza, con fedeltà o meno. Nel primo caso si ritroverebbe a corte, nel secondo caso è possibile che si ritroverebbe nuovamente esule. Egli, più di tutti, è un insetto che si è dimostrato capace di sopravvivere nelle situazioni più distruttive e incredibili. Non è difficile immaginare sia in grado di spingersi nuovamente ad Essos e ricominciare ancora da quello stesso nulla da cui è partito. 


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My faith's in people, I guess. Individuals. And I'm happy to say that, for the most part, they haven't let me down.”

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"Dreams don't mean anything, Dolores. They're just noise, they're not real." "What is real?" "That wich is irreplaceable."

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"Gli umani sono strane creature, ogni loro azione è guidata dal desiderio, i loro caratteri forgiati dalla sofferenza. Per quanto essi provino, non potranno mai liberarsi dall'essere eternamente schiavi dei loro sentimenti. Finchè la tempesta li sconvolgerà dall'interno non riusciranno a trovare pace. Né da vivi, né da morti. E quindi, giorno dopo giorno, faranno ciò che è necessario.

La sofferenza sarà la loro nave.. il desiderio la loro bussola."

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Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.

 

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza; ti salverò da ogni malinconia

perché sei un Essere speciale ed io avrò cura di te. Io sì, che avrò cura di te.

 

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Inviato il 03 aprile 2018 17:06

Ennesimo big, quello che oggi mettiamo al centro delle nostre analisi e speculazioni.

Varys, solamente e semplicemente Varys, l'eunuco, o al più Ragno Tessitore: nel primo caso, lo conosciamo solo con il suo nome di battesimo (sarà poi reale, o un'altra maschera, l'ennesima, per celare qualcosa,  forse una provenienza, ben più importante?), nel secondo caso, l'appellativo che ne sottolinea la mutilazione fisica ed in qualche modo ne richiama debolezza, inettitudine, inoperosità; il terzo è in vero tra gli epiteti a lui attribuiti il maggiormente dispregiativo, almeno nelle intenzioni di chi è solito definirlo Ragno Tessitore, eppure, a ben pensarci, egli è tutt'altro, essendo il ragno un aracnide silenzioso, furtivo, paziente nel tessere la sua tela con meticolosità e tenacia.

 

Strano come in effetti egli si faccia scudo di tutti i nomi che gli vengono attributi di volta in volta, infischiandosene e mostrando un pragmatismo senza pari in GoT.

Lo vediamo correre in soccorso di Ned Stark nelle segrete,  mascherandosi per non farsi scoprire, nell'estremo tentativo di salvargli la pelle, così come lo vediamo molto dopo accusare pubblicamente Tyrion al processo-farsa messo in scena da Tywin, e subito dopo rischiare nuovamente in prima persona per far fuggire lo stesso Tyrion da Approdo.

Cosa nasconda l'animo di questo essere oramai privo di ogni ideale ma pronto a sposare cause di altri apparentemente distanti dalla sua, di causa, non è dato sapersi.

 

Di certo, egli è un reietto, l'ultimo tra gli ultimi, condannato ad una condizione di oppressione e sottomissione, nella migliore delle ipotesi, o di sopraggiunta morte per stenti e violenze fisiche, in quella più realistica, quando viene evirato e poi gettato in strada a mendicare. Tuttavia, la sua forza di volontà non gli consente di soccombere, la sua lotta per la vita lo porta a sopravvivere con gli espedienti più miserevoli, prima, con la forza del proprio intelletto e scaltrezza, poi, fino a portarlo ad emergere come Maestro dei Sussurri, presenza imprescindibile del Concilio Ristretto, destinatario di innumerevoli bisbigli che egli sapientemente distribuisce, o tiene per sé, a seconda dei casi.

 

Una presenza perennemente nell'ombra, la cui rete di informatori praticamente non ha confini, egli sembra apparentemente senza alcuna ideologia, senza alcuna passione, senza una vera pulsione, senza mai un vero impeto che sia di amore o di rabbia o disprezzo.

Commediante per necessità, la tramuta virtù, ed i suoi travestimenti, il suo essere altro, ne divengono marchio di fabbrica: nessuno conosce le reali intenzioni di Varys, perché è Varys a non mostrarsi mai per ciò che realmente è.. io sono colui che mi si crede, avrebbe detto Pirandello, ed in effetti è davvero così, egli non si cura mai di confermare né smentire ciò che altri a torto o a ragione gli attribuiscono.

 

Differentemente da Ditocorto, l'altra grande mente della serie, Lord Varys non lavora per sé stesso, per proprio tornaconto, per propria ambizione o prestigio personale, difatti non si fa problemi a tornare ad indossare umili vesti e a frequentare i sobborghi più infimi della città quando la situazione lo necessita; vive la sua condizione di elevato di rango come un mezzo, uno strumento per migliorare la vita del popolo, unico elemento verso il quale egli sembra essere realmente leale, al cui benessere egli appare sinceramente interessato.

La conoscenza per lui è sì potere, come per Ditocorto, ma è intesa come condizione necessaria per agire, come parte di un ingranaggio più complesso dal quale forse un giorno deriverà un sovrano più illuminato.

Egli vuole conoscere perché conoscere gli permette di compiere scelte in nome di un bene superiore.

Ditocorto, al contrario, per manipolare uomini e donne, grandi e piccini, piegandoli alla propria brama di affermazione sociale e di scalata al potere.

 

Emblematico, in questo senso, quello che dice a Daenerys a Roccia del Drago.. "se è lealtà cieca che cerchi, non sono l'uomo adatto."

In sintesi, egli cerca un sovrano meritevole della sua lealtà, laddove Dany preme per avere invece fedeltà e devozione incondizionate, mostrandosi nei fatti come servitore unico non di lei ma di quello stesso popolo di cui Dany si propone sovrana.

 

Meta finale per lui per me resta la morte, come ci viene ampiamente predetto da Melisandre, e tutti gli indizi disseminati nella Season7 mi lasciano presumere che egli scorgerà in Jon Snow un sovrano migliore di quanto non sarà mai Dany, verso la quale nutre già forti dubbi, probabile quindi che egli faccia confluire tutte le sue capacità e le sue forze a sostegno del vero erede al Trono di Spade, poiché sappiamo che la restaurazione dei Targaryen è da tempo una sua ambizione.. "Black or Red, a Dragon is still a Dragon".

Modificato il 05 July 2024 17:07

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