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GoT - Percorsi evolutivi e mete finali.
J di JonSnow;
creato il 16 febbraio 2018


JonSnow1992
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JonSnow1992
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Inviato il 29 marzo 2018 11:20
20 minutes fa, porcelain.ivory.steel dice:

Lo lascia intendere quando Jon torna in vita, ma a Roccia del Drago si guarda bene dal dirlo a chiare lettere a Daenerys. 

Come ben detto da @Iceandfire Melisandre Probabilmente sa dei draghi (supposizione) e sa che senza quelli Jon non ha possibilità contro gli Estranei, ma essendo Dany un soggetto con un’elevatissima opininone di se’ in quel momento non avrebbe mai accettato che un perfetto sconosciuto del Nord, ai suoi occhi senza titoli nobiliari, le potesse soffiar via quel ruolo. E non si può permettere più di rischiare di mandare tutto in fumo urtando la sua sensibilità. 

Anche a me il dialogo della 7x03 a Roccia del Drago ha soddisfatto in pieno, vediamo il miglior Jon e la peggiore Dany; la contrapposizione tra chi si è guadagnato tutto e chi invece pensa che le sia tutto dovuto per diritto di nascita.   

E' una delle possibili chiavi di lettura. Però bisogna vedere se la serie tv seguirà lo stesso percorso dei libri dato che in GOT hanno tagliato o omesso tante profezie. Ad esempio la profezia di Azor Ahai non viene nemmeno citata nella serie se non ricordo male. Nella serie può darsi che sia Jon che Daenerys soddisfino i requisiti.. D&D poi sembrano non essere molto interessati alle profezie. Le hanno usate in questi anni con il contagocce

Modificato il 05 July 2024 17:07

"Power resides where men believe it resides. No more and no less."

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Inviato il 29 marzo 2018 12:21

Per quanto sia stato dichiarato che diversi percorsi della serie differiranno dai corrispettivi cartacei martiniani, è stato altrettanto detto che i finali coincideranno, così come coincideranno necessariamente gli eventi principali che condurranno a quel finale. 

Per cui se, come io credo, la profezia su AA sarà determinante e propedeutica al finale deciso da Martin, D&D dovranno necessariamente inserirla.

Poi, non l'hanno omessa nemmeno nella serie, dato che sia Mel che, se non erro, l'altra Sacerdotessa Rossa che vediamo a Meereen essere ricevuta da Tyrion e Varys hanno già introdotto l'elemento "Principe che fu promesso"; evidentemente a Volantis, dove il culto di R'hllor ha preso abbastanza piede da tempo, se ne parla eccome. 

La profezia che è stata parzialmente omessa è quella del Valonquar, ma anche qui potrebbe essere stato per non bruciare l'effetto sorpresa sul finale di Cersei per chi non ha letto i libri.

Modificato il 05 July 2024 17:07

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My faith's in people, I guess. Individuals. And I'm happy to say that, for the most part, they haven't let me down.”

___

"Dreams don't mean anything, Dolores. They're just noise, they're not real." "What is real?" "That wich is irreplaceable."

___

"Gli umani sono strane creature, ogni loro azione è guidata dal desiderio, i loro caratteri forgiati dalla sofferenza. Per quanto essi provino, non potranno mai liberarsi dall'essere eternamente schiavi dei loro sentimenti. Finchè la tempesta li sconvolgerà dall'interno non riusciranno a trovare pace. Né da vivi, né da morti. E quindi, giorno dopo giorno, faranno ciò che è necessario.

La sofferenza sarà la loro nave.. il desiderio la loro bussola."

___

Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.

 

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza; ti salverò da ogni malinconia

perché sei un Essere speciale ed io avrò cura di te. Io sì, che avrò cura di te.

 

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Stella di Valyria
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Inviato il 29 marzo 2018 12:31

Su Jon - AA: ai tempi di Stannis, Mel cercava di vedere nelle fiamme AA, aspettandosi di scorgere il viso di Stannis, e invece più volte le è apparso Jon. Più chiaro di così... Dopo la sconfitta di Stannis, evidentemente mette insieme le due cose, e capisce ciò che non aveva voluto vedere.


                              


JonSnow1992
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JonSnow1992
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Inviato il 29 marzo 2018 12:32
16 minutes fa, porcelain.ivory.steel dice:

Per quanto sia stato dichiarato che diversi percorsi della serie differiranno dai corrispettivi cartacei martiniani, è stato altrettanto detto che i finali coincideranno, così come coincideranno necessariamente gli eventi principali che condurranno a quel finale. 

Per cui se, come io credo, la profezia su AA sarà determinante e propedeutica al finale deciso da Martin, D&D dovranno necessariamente inserirla.

Poi, non l'hanno omessa nemmeno nella serie, dato che sia Mel che, se non erro, l'altra Sacerdotessa Rossa che vediamo a Meereen essere ricevuta da Tyrion e Varys hanno già introdotto l'elemento "Principe che fu promesso"; evidentemente a Volantis, dove il culto di R'hllor ha preso abbastanza piede da tempo, se ne parla eccome. 

La profezia che è stata parzialmente omessa è quella del Valonquar, ma anche qui potrebbe essere stato per non bruciare l'effetto sorpresa sul finale di Cersei per chi non ha letto i libri.

Allora sulla prima parte non ne sono così sicuro. Hanno tagliato troppi personaggi dei libri con un ruolo importante e le premesse, il background  risultano essere tante volte agli antipodi. Le similitudini se ci saranno si limiteranno a: chi vive, chi muore, chi si siede sul Trono di Spade(se mai rimarrà ancora),ecc ma nella serie tv non verranno approfonditi i destini dei sette Regni e non è detto che Rickon ad esempio muoia anche nei libri.

 Per quanto riguarda le profezie mi pare che quella di Azor Ahai non venga mai citata in modo esplicito nella serie tv. Per me le due profezie di Azor Ahai e del Principe che fu Promesso almeno nei libri non coincidono necessariamente. 

Modificato il 05 July 2024 17:07

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JonSnow1992
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Inviato il 29 marzo 2018 12:35
1 minute fa, Stella di Valyria dice:

Su Jon - AA: ai tempi di Stannis, Mel cercava di vedere nelle fiamme AA, aspettandosi di scorgere il viso di Stannis, e invece più volte le è apparso Jon. Più chiaro di così... Dopo la sconfitta di Stannis, evidentemente mette insieme le due cose, e capisce ciò che non aveva voluto vedere.

Questo nei libri comunque:

"Ho pregato a R'hllor di farmi vedere Azor Ahai ma tutto ciò che egli mi ha mostrato è stato neve”(neve che nel testo originale in Inglese è scritta con la lettera maiuscola)


"Power resides where men believe it resides. No more and no less."

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Inviato il 29 marzo 2018 12:38

Sì, ovvio, se si parte dal presupposto che le due figure non necessariamente coincidano allora convengo con te, non sembra nemmeno a me si sia mai parlato di AA ma solo di PP, il quale, essendo per me la stessa figura, nel senso io li identifico non so perché da sempre, credo solo che assumano definizioni diverse a seconda dei vari popoli che di volta in volta ne richiamino la memoria, allora per me parlando di PP si è parlato anche di AA.

MA, hai ragione, tecnicamente non sappiamo se sono la stessa figura.

Le storylines che hanno tagliato, come giustamente fai notare tu, molte delle quali importantissime nei libri (Stannis, Aegon, Dorne su tutte) probabilmente però non inficeranno il finale vero e proprio, nel senso che è probabile che Stannis nei libri riconquisterà Grande Inverno ma comunque questo non influirà sui chi dovrà assurgere al ruolo di AA o PP.

Comunque sia brancoliamo nel buio...

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Iceandfire
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Inviato il 29 marzo 2018 12:41

Ma veramente nella serie se ne parla ,nella stagione 2 lo fa Melisandre e pure il pirata amico di Davos se non erro 

 


Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei   miei bellissimi  ed elegantissimi avatar e firma

bQ7ab7S.png;
« I am a wolf and I fear nobody. »

''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''

« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »

''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.

 

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Stella di Valyria
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Inviato il 29 marzo 2018 12:45

In che strano modo funzionano le idee: le cerchi per un bel po', e non arrivano; poi, in un momento in cui non ci stai più pensando, spuntano fuori per conto loro, dal nulla. Così mi sono venute in mente solo ora, nate quasi da sole, alcune osservazioni su due personaggi, che però non sono Mel. Posso condividerle lo stesso, dato che sono comunque stati oggetto di questo thread non molto tempo fa?

 

Il primo è Arya: vorrei condividere due piccole osservazioni, una sull’inizio del suo percorso e una –a livello di ipotesi- sulla sua meta finale.
Semmai spezzo in due parti, perchè se no diventa molto lungo e di lettura pesante.

L’inizio del suo percorso, se ci limitiamo ad un livello molto materiale... è Ago. Donatale, non a caso, da Jon. Per inciso, un dono pieno di immenso affetto, un regalo vero, come tutti i regali dovrebbero essere: non qualcosa che piace a chi fa il dono, ma qualcosa scelto leggendo nel cuore della persona che lo riceve. Superfluo dire che, per fare questo, è necessario conoscere profondamente l’altra persona... ed amarla, anche, tanto. Butto lì appena, come inciso, che forse non è casuale che Jon abbia questa istintiva empatia con Arya. D’accordo, può essere perché, tra i “veri” figli Stark, è l’unica controcorrente, quasi un’outsider per scelta. Ma Arya, lo sappiamo dai pensieri di Ned, somiglia moltissimo a Lyanna. Ha il suo stesso carattere indomito, il suo stesso spirito di ribellione al classico ruolo femminile tutto ricamo e mettere al mondo figli, e il suo stesso “sangue del lupo”: chissà che Jon, inconsapevole figlio di Lyanna , non la senta, inconsciamente, questa affinità. L'affinità con una parte di lui che gli deriva, proprio, da Lyanna. Ma torno al filo principale del discorso: sarà proprio la scoperta di Ago, nascosta nel  baule di Arya, ad Approdo del Re, che intenerirà Ned (forse, anche, perché quella figlia così atipica e così teneramente indomita gli ricorda tanto la sua amata, perduta Lyanna) e gli farà decidere di farle dare lezioni da Syrio. E sarà solo grazie a queste lezioni e ad Ago, che Arya riuscirà a fuggire da Kingslanding.

E molte altre volte Ago e gli insegnamenti di Syrio le salveranno la vita; e, soprattutto, la direzione che il suo cammino prenderà  nasce da questi due elementi. Quasi spontaneamente, cosa che porta cosa. Non c’è un un vero momento in cui lei dice “scelgo questa via”: tutto –persino la partenza per Bravos, in un certo senso legata alla moneta donatale da Jaquen- sembra seguire una strada tracciata. Certo, influisce moltissimo anche la lista dell’odio: ma senza una spada e la consapevolezza di poterla usare e di poter perfezionare la sua abilità con questa, senza la scoperta di poter essere non una pedina del gioco, ma un giocatore, e potenzialmente letale, la lista sarebbe rimasta solo il sogno cupo, doloroso e inutile di una bambina.  


Tutto questo per dire: non solo la sopravvivenza di Arya, ma tutto il suo cammino, il suo percorso di vita... nascono da Ago. E da colui che, con enorme affetto, dolcezza e, chissà, forse, inconsapevole preveggenza, gliel’ha donata:  Jon Snow.
 

Modificato il 05 July 2024 17:07

                              

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Stella di Valyria
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Inviato il 29 marzo 2018 12:52


In quanto alla meta finale... ripeto, non so fare previsioni, anche perché –ve l’ho già scritto fino alla noia, scusate- non so cosa prevarrà, la coerenza con il personaggio o le esigenze di spettacolarità televisiva e assecondamento del pubblico.

Però, posso dire cosa vorrei io.

Cersei è in testa alla lista dell’odio, e la lista, lo abbiamo già toccato con mano molte volte, non è uno sfogo mentale, un qualcosa di virtuale. E' reale, e Arya vuole fortemente portarla a compimento. E’ quasi una ragione di vita, per lei; o meglio: lo è stata, è stato ciò che l’ha tenuta in vita nel lungo periodo in cui ha creduto di essere sola al mondo, di aver perso tutti i suoi affetti e tutto il suo mondo. Ma quando, mentre si reca ad Approdo per spuntare finalmente quel nome, il primo di tutti, quello di Cersei; quando sta per arrivare al momento atteso e costruito per anni con pazienza incrollabile e assoluta dedizione, a raccogliere finalmente il frutto di una pianta cattiva ed amara coltivata con cura dentro di sè per tutto questo tempo, innaffiandola con l'odio, il sangue ed il dolore, scopre che Jon è vivo. E allora, non ci pensa un attimo a cambiare strada e correre a Winterfell: perchè per Arya esiste qualcosa di ancora più importante della lista. Il “branco” –a cui, forse non a caso, anche il suo alter-ego Nymeria si è congiunta- o, detto fuori metafora e con termini molto più umani e dolci, il “fratello” prediletto, quello a cui era legata molto più che ai suoi consanguinei; il "fratello sbagliato" che, per lei, era il più "vero" e "giusto" di tutti.

Colui che ha sempre amato con tutto il cuore.
E quindi, niente: se dovesse scegliere tra due strade, una che la porta ad uccidere Cersei, l’altra che la porta a raggiungere Jon, sono sicura che sceglierebbe la seconda.

 

Ma sono poi così inconciliabili, queste due strade?


Scrivevo, giorni fa, che la daga di Valyria fatta arrivare nelle sue mani, in modo anche vistosamente forzato, mi pare un chiaro segno che Arya affronterà gli Estranei. Quindi andrà, o resterà, a Nord, verrebbe da dire. Ma ormai molti di noi hanno ipotizzato, e con basi fondate –alcune immagini dei set in costruzione- che gli Estranei arriveranno ad Approdo. E allora, ecco che le due strade potrebbero congiungersi, con Arya al cospetto di Cersei, e contemporaneamente si ricongiunge con Jon eche affronta gli Estranei. E allora...

Allora sarò un'anima semplice, un'incoerente che con la testa fa tanti discorsoni teorici ma poi, col cuore, vorrebbe tanto la scena semplice e con sentimenti a mille, ma questa è la scena che a me piacerebbe vedere: Arya che sta per uccidere Cersei, è sul punto di raggiungere la meta perseguita per anni, di liberare tutta la sua rabbia, il suo dolore, il grido trattenuto dentro per anni per il tutto il male immenso e disumano che le è stato fatto. Ma che Jon sia in pericolo, stia lottando con qualcuno o qualcosa, o che so io; e che lei, quindi, si trovi a dover scegliere. Una cosa o l’altra. E che capisca o che scelga, lei, la gelida macchina per uccidere, lo srumento della Morte, che la vita di qualcuno che si ama vale di più, immensamente di più, della morte di qualcuno che si odia.  


“La sola cosa che sappiamo, è che stiamo combattendo per la vita”, diceva a Jon, in quella puntata oltre la Barriera che per tanti motivi non amiamo molto, non so più se Beric o Thoros. Appunto: la vita. Che vale sempre di più della morte, fosse anche quella del tuo peggior nemico.

 

 

Modificato il 05 July 2024 17:07

                              


the neck
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Inviato il 29 marzo 2018 16:49

nella serie hanno citato la profezia sul PCFP, hanno girato attorno a quella su AA, e tralasciato quella sul valonqar e sulle 3 teste del drago, semplificando inoltre visioni e profezie su daenerys!

 

quanto a melisandre, secondo me portera rinforzi da volantis, avra un bel dialogo con arya(un nuovo incontro tra loro risulta chiaro dalla terza stagione)e poi uscira di scena o sacrificandosi per qualcuno(ipotesi che apprezzerei di piu), o perche fermata prima che possa sacrificare qualcun altro!


" A Grande Inverno giuriamo la fedeltà della Torre delle Acque Grigie. Cuore e focolare e raccolto a te noi doniamo, mio lord. Le nostre spade, le lance e le frecce sono al tuo comando. Da’ misericordia ai nostri deboli, aiuta i nostri inermi e fa’ giustizia per tutti. Noi mai ti volteremo le spalle. Lo giuro sulla terra e sull’acqua. Lo giuro sul bronzo e sul ferro. Lo giuriamo sul ghiaccio e sul fuoco. "

 

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Iceandfire
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Inviato il 30 marzo 2018 18:49

@Stella di Valyria

Trovo molto interessanti le tue osservazioni sullo stretto rapporto Arya -Jon ,oltretutto Arya somigliava molto a Lyanna per caratteristiche fisiche e mentali ,per cui è chiaro che ,sia pure inconsciamente fossero portati l’uno per l’altra .

Ago tra l’altro è la cosa che più li unisce essa per inciso implica che Jon fosse per lei il fratello -complice che più la capiva ,e certamente se si capisce una persona ,punti forti e punti deboli di essa ,la si ama di più e meglio ,certamente non la si usa in vari modi.

E’ paradossale ma non troppo che solo Ned e Jon ,i veri Stark al midollo abbiano concesso ad Arya di essere come desiderava senza porle gli ostacoli che una società gretta e meschina e fortemente classista  imponeva di fatto.

Volendo fare un poco di ironia Ago fa collegare Arya a Sansa ma in quanto ne individua bene il carattere di entrambe e cioè Ago ,arma di difesa e attacco di Arya che impara ad usarla benissimo e Ago inteso come strumento per cucire e ricamare che Sansa sa usare molto bene ma che la qualifica come donna di casa che al più può cucire e agire su una trama e cioè tramare ma che non può attaccare di suo ma solo usando terzi.La stessa Sansa sa che Jon e Arya sono legatissimi e infatti dice che quando si vedranno il loro cuore andrà a mille.

Per inciso Visenya è stata quella che ha instituito il corpo della guardia reale e questo fatto ,tenendo conto delle analogie tra Arya e Visenya , rafforza la possibilità che Arya diventi la migliore guardia reale possibile per il fratello dato che,a differenza di lui ha avuto un addestramento preciso per riconoscere inganni,menzogne ,tranelli ,addestramento peraltro completato con il periodo in cui da cieca ha imparato a combattere e ad uccidere nel modo più imprevedibile possibile ,sentendo più che vedendo l’avversario .E a quello che si vede nella ottava stagione si combatte aspramente al buio e tra i fumi delle fiamme.

Credo che nell’ottava Stagione il rapporto Jon -Arya sarà benissimo messo a fuoco.

Grazie ad esso Arya non uccidera’ Melisandre ma potrebbe uccidere Cersei se 

leak 8 stagione 

 

Jaime morirà in battaglia alla terza puntata per cui ella ne assumerà le sembianze per ammazzare da fratello minore quale in effetti è la bombarola folle

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Iceandfire
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Inviato il 30 marzo 2018 19:00

Ah quando si combatte per la vita la lealtà totale ed incondizionata è la prima cosa e questo Arya e Jon lo sanno perfettamente.

Il tutto in un'opera che tratta del potere e di chi briga per esso in modo meschino,egocentrico,squallido...paradossale no?

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Stella di Valyria
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Stella di Valyria
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Inviato il 01 aprile 2018 16:35

Dato che ho ancora un paio di idee, torno a Melisandre, che è il personaggio di questa sezione di topic.
Il primo aggettivo che viene in mente, pensando alla sua figura in Got, è... sì, l’ho sentito che qualcuno ha detto “bona”. Più di qualcuno, anche. L’ho sentito benissimo; ma dato che voglio fare un discorso serio, faccio finta di niente e vado avanti.

Oh.
Allora, dicevo: il primo aggettivo (sì, va be’, il secondo) è “crudele”. E’ superfluo ricordare perché: accenno appena ai roghi umani, in particolare a quello, disturbante fino ai limiti dell’insostenibile, di Shereen, che comunque non è certo il primo. E anche la frase che dice a Jon, prima della battaglia, quando lui le chiede, anzi, le ordina “se muoio, questa volta, non riportarmi indietro” (frase di una potenza straziante, tra l’altro: quanto dolore bisogna avere dentro, per pronunciare parole del genere? Quanta amarezza, quanta immensa stanchezza; e quale sensazione di prigionia e privazione della libertà, in un certo senso, di essere solo una pedina mossa da altri in un gioco senza senso?). E lei in sostanza gli risponde che, evidentemente, R’hllor intende servirsi di Jon. E quindi lei se sarà il caso lo farà, indipendentemente dalla volontà di lui. Anche questo atteggiamento, persino la fermezza con cui pronuncia queste parole, sono crudeli. Nel senso che non tengono minimamente conto della sua volontà, della sua sofferenza, del suo essere persona ed essere umano: Jon è, potenzialmente, solo l'ennesima vittima da immolare al volere di un dio che si dice essere della luce ma che, con un capovolgimento abbastanza singolare, noi spettatori e lettori percepiamo invece come un crudele, oscuro, spietato abisso di tenebra.

 

Jon, per lei e per questo dio, non è né più nè meno che un’altra  Shereen.

 

Eppure, nonostante tutto, ho la sensazione che qualcosa sia cambiato, dalla prima Melisandre a questa. Entrambe compiono il volere di R’hllor, entrambe sono sua voce e suo strumento. Ma la prima Melisandre appariva farlo in modo completamente anemozionale, anaffettivo, persino disumano: non solo senza il minimo dubbio –come ho già scritto in un altro post- ma senza il minimo giudizio proprio. Era uno strumento come lo può essere un oggetto, un freddo ingranaggio di un meccanismo molto più grande. La seconda Melisandre... La seconda Melisandre ha mandato Stannis –e chissà quanti suoi uomini- verso la morte; ha ucciso Shereen per una chimera ed un errore. La seconda Melisandre ha scoperto il dubbio.

Ciònonostante, non ha mai messo in discussione la sua fede nel Dio Rosso: perché ci crede veramente; o, forse –ma non lo sappiamo e non lo sapremo mai- perchè, più umanamente,dopo aver plasmato tutta la sua esistenza su questa, ora sarebbe terribile e richiederebbe uno sforzo quasi disumano riconoscere “ho sbagliato tutto; ho dedicato l’intera esistenza a un’ombra su un muro, un abbaglio, un fantasma”. Quanta fatica facciamo, noi, a volte ad aprire gli occhi dopo una delusione, a guardarne il crollo e riconoscerlo per quello che è, un nulla che ci ha ingannati e poi è svanito di colpo lasciandoci smarriti, disorientati e soli? Quanto è difficile distruggere un castello in aria, se in quel castello ci abbiamo creduto; se abbiamo percorso i suoi corridoi e vissuto nelle sue stanze come se fossero reali... I castelli in aria sono fatti di nulla; eppure, a volte, sono mille volte più difficili da abbattere che un palazzo di pietra.

 

Eppure, un sospetto che qualcosa in lei stia vacillando forse ce l'abbiamo: lei che poco tempo prima indossava, all'aperto e nel gelo, salendo sulla Barriera, un abito leggero, perchè -spiegava a Jon- era scaldata da dentro dal fuoco di R'hllor, quando Davos chiede il suo aiuto nel momento della sua crisi, siede davanti alle fiamme avvolta in una spessa coperta. Per scaldarsi. Perchè sente freddo. Come chiunque. Il fuoco, in lei, non arde più come un tempo: qualcosa no è più come prima; qualcosa si è incrinato. Ma lei, probabilmente, ricaccia indietro e dentro il tarlo che corrode, la voce che insinua il dubbio, e sceglie di continuare a credere in un dio che, dice "non le ha mai parlato": un dio remoto ed irraggiungibile, almeno per lei; ma che, tuttavia, vuole continuare a credere esistente, sebbene inaccessibile ed indifferente ad ogni suo sforzo.

 

Così, Mel continua a credere in R’hllor.

E attribuisce l’errore a se’ stessa, alle proprie letture errate. Che non sono una scusa di comodo costruita sul momento,  perchè sono una possibilità di cui ella è ben consapevole da sempre, ne ha parlato più volte anche in GOT... ma che, che lei se ne renda conto o meno, offre anche, appunto, una facile via di fuga quando la realtà delle cose ti imporrebbe a gran voce certi dubbi ed interrogativi.

La sua fede incrollabile troverà comunque, successivamente, nuovo sostegno ed alimento dal “miracolo” di Jon. Quel "miracolo" che lei che, per prima, non credeva di poterlo fare. Ma non per sfiducia in R'hllor, che non mette mai in discussione: di nuovo, per sfiducia nel proprio potere personale, in se' stessa, nel proprio potere personale. Lo aveva detto o fatto capire a qualcuno (Arya?), mi pare, in una delle serie precedenti: ha sentito di un sacerdote -Thoros- in grado di richiamare in vita i morti, ma lei non sa arrivare a tanto, non possiede questo potere. Eppure, apparentemente, il Dio Rosso compie questo miracolo proprio tramite lei. E scrivo "apparentemente" perchè, in tutta Westeros ed oltre, la magia in generale ha avuto un'improvviso risveglio ed un enorme aumento di potenza, coincidente più o meno con il ritorno dei draghi. Quindi anche la "resurrezione" di Jon, almeno per noi che siamo al corrente di questo, potrebbe anche essere un potentissimo momento di magia, che nulla ha a che fare con l'esistenza di un Essere superiore che si interessa, anche se in modo assolutamente cinico e spietato, del destino di quei piccoli, goffi esseri chiamati "uomini".


Ma qualcosa, comunque, le si è insinuato dentro, e lei non ha potuto evitarlo. Dopo il disastro di Stannis, Melisandre non è più la stessa di prima. E lo capiamo da una sola, semplice frase: quando Jon le chiede “Che dio è, un dio che farebbe questo?” , riferendosi al richiamare un uomo dalla morte solo per servirsene per un po’, e poi riconsegnarglielo quando ha smesso di tornargli utile, come si butta via un oggetto che non serve più, indifferente alla sua sofferenza di esssere umano, lei dà quella risposta ormai famosa:

“E' quello che abbiamo”.
 


Quante cose ci sono, dietro queste tre parole; che lungo cammino personale. Non appariscente perchè compiuto quasi del tutto dentro, nel proprio cuore, dentro se stessi. C’è la fine della fede entusiastica, fanatica e trionfale. C'è una disillusione che pesa come un macigno. C’è un’amarezza immensa. E c’è, per la prima volta, un giudizio personale.
Melisandre che eseguiva freddamente, Melisandre spietata perché strumento di un dio spietato –e uno strumento non deve avere opinioni, sentimenti o giudizi personali-  è ancora uno strumento di quel dio. Perché crede in lui o perché non può fare a meno di credergli, non le resterebbe altro.
Ma Melisandre, adesso, è uno strumento che pensa. Melisandre lo giudica. Melisandre vede con i propri occhi, e, forse, comincia a sentire (qualcosa) con il proprio cuore.

 

 

                                                                       *****

 

Mi lasciate solo fare ancora un inciso? La frase di Jon, “Che dio è, un dio che farebbe questo?” non è solo un passaggio come tanti in un’opera di fantasia. E' una finestra su noi, esseri umani in carne e sangue, sulle nostre vite.  E’ il momento di crisi supremo, l’interrogativo, eterno e terribile, dell’uomo –non il personaggio di un romanzo ma quello reale- credente ma non così sicuro, quando la vita lo pone di fronte alla sofferenza incomprensibile ed ingiusta, all'assurdità del male, alla vastità immane e insostenibile del dolore umano.
E proprio per questo motivo mi ricorda molte frasi analoghe, sentite o lette in contesti diversissimi. Ve ne cito solo due: Il Grande Cocomero, delicatissimo film della Archibugi, in cui un sacerdote, celebrando il funerale di un bambino, esce dai binari del testo eucaristico classico e, anziché pregare con la frase ripetuta “Signore, pietà”, la sostituisce con un quasi eretico ma umanissimo, disorientato, smarrito “Signore, perché?”. “Perché muoiono i bambini? Signore, perché?”. E –mi sembra strano citarlo qui, lui, essere umano splendido, immenso e straziato dalla vita- Primo Levi. Che scriveva “Non può esistere Dio, se è esistito Auschwitz”
Tornando a volare un chilometro più in basso rispetto a quest’ultima citazione –adoro Martin, ma Primo Levi è sofferenza immensa e reale, mi è sembrato così strano citarlo qui; ma del resto parlando di Asoiaf spesso parliamo di noi; e, parlando di noi, parliamo della vita- l'importante, qui, non è la domanda. Jon non ha mai creduto nel Dio Rosso: Jon crede nei Sette Dei. O, piuttosto, credeva loro: perchè da anni, in Got, questa fede (e fiducia) non viene più a galla. Forse l'ha persa, perchè ha sofferto troppo; forse è stata una svolta definitiva l'essere stata "dall'altra parte" e avervi trovato solo il Nulla assoluto. Ma qui, a pesare come un macigno -e a raccontarci tutta la storia di un cammino interiore- non è la domanda, ma la risposta. Perchè Melisandre risponde alla domanda di Jon. Ma non come risponderebbe un sacerdote o una persona di fede cristiana, “Dio ci ama, arriverà  una giustizia e una ricompensa” (cosa neanche tanto inverosimile, se ci basiamo sull'ipotesi che la religione del Dio Rosso corrisponda allo Zoroastrismo, che pure prevede un Paradiso e un'aldilà benevolo per i giusti ci duore): no. Mel dà una risposta amara, povera, che non reca alcun conforto, anzi è essa stessa quasi sconfortata. Una risposta dura, terribile, assolutamente priva di aperture alla speranza:

 

“E’ il dio che abbiamo”.

 

Ed é poco.

 

Maledettamente poco.

 

 

 

 

Modificato da Lord Beric il 05 July 2024 17:07 per

                              


Iceandfire
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Iceandfire
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Inviato il 01 aprile 2018 20:07

Secondo me Melisandre ,dopo aver realizzato gli orrori che ha commesso in nome del suo Dio è come se perdesse la fede e con essa tutta la baldanza e la noncuranza con cui commetteva direttamente o indirettamente crimini .Gia’ al suo arrivo a Castello Nero e’ estremamente turbata e sconvolta e non credo solo perché realizza di aver sbagliato tutto ma anche perché probabilmente realizza l’inutilita fortemente immorale della morte della principessa Sheeren,oltre all’abbaglio preso su Stannis.

Volendo commentare le sue azioni e i suoi crimini come non fare mente locale alle atrocità perpetrate in nome di un Dio sanguinario (che tale non è nella figura di Gesù misericordioso per eccellenza) da presunti sacerdoti nel periodo dell’inquisizione o come non ricordare le atrocità delle crociate ?

Credo che indirettamente con la figura di Melisandre, Martin voglia proprio stigmatizzare tutti i fanatismi religiosi che tanta gente hanno fatto soffrire ,ma che hanno colpito soprattutto i bambini che di tante atrocità sono le vittime innocenti ,

E come non pensare ad Ivan dei Fratelli Karamazov?

“Ivan e Alësa discutono di Dio e di ciò che per Ivan è “lo scandalo del male”. 

Dice Ivan: “Sono convinto come un bambino che le sofferenze si rimargineranno e si cancelleranno … che tutto l’abominio umano scomparirà … nel momento dell’armonia universale … che tutto si redimerà, tutte le infamie umane, tutto il sangue versato, basterà a far sì che diventi possibile non solo perdonare ma giustificare tutto ciò che è accaduto fra gli uomini. Sì, tutti gli uomini sono colpevoli, gli è stato offerto il paradiso e loro hanno voluto la libertà, hanno rapito il fuoco dal cielo pur sapendo che sarebbero stati infelici, bisogna compatirli”. Ma poi, quasi inaspettatamente, cambia registro: “Ma i bambini che colpa ne hanno? … È inconcepibile che questi piccini debbano soffrire, e perché occorre comprare l’armonia al prezzo della loro sofferenza? ...  Perché devono servire da concime per qualche futura armonia?”.

E incalza ancora: “Com'è possibile che l’abominio, o semplicemente il capriccio, la sete di potere e non ultima l’idea, possa tradursi in atti di violenza sui bambini gratuitamente? … Dove sta Dio? Perché lo permette?” La sofferenza dell’adulto Ivan riesce ad ammetterla come conseguenza del male da loro commesso: “Essi hanno mangiato del frutto proibito, conosciuto il bene e il male, ma i bambini, i bambini no e dunque di cosa sono colpevoli per soffrire a volte terribilmente qui sulla terra? Sono forse castigati per la colpa dei loro padri?”. Ivan questo non lo può accettare, è inconcepibile per lui che un innocente paghi il male altrui. In questo momento egli sembra parlare non al suo interlocutore, Alësa, ma a se stesso. Alësa è lì, in ascolto, ma per Ivan è qualcosa di assente. 

Ma qual è l’intento di Ivan, qual è la forza che lo trascina? Processare Dio e il suo regno armonioso che fa pagare “ai figli dei figli, per sette generazioni, la colpa dei padri”. Ivan è l’uomo-dio che si erge a giudice di Dio stesso. “La solidarietà tra gli uomini nel peccato, io la comprendo, come comprendo la solidarietà nell’espiazione, ma la solidarietà nel peccato non riguarda i bambini. E che anch’essi sono solidali con tutti i delitti commessi dai padri, io, una tale verità, non la comprendo e non l’accetto … Ecco perché io non posso credere nel tuo Dio. Io non credo in lui, né nell’immortalità dell’anima”.

Per Ivan nulla vale la sofferenza dei bambini, neanche se essa dovesse servire per acquistare la più grande verità. “Io affermo fin d’ora che tutta la verità non vale un tale prezzo e a Dio restituisco con tutto rispetto il biglietto”. Secondo Ivan, Dio tace e questo è scandaloso. Dio tace alla miseria, all’urlo di bisogno, alla preghiera che sale dal cuore dell’uomo. Per Ivan non ha senso questo silenzio di Dio. Sembra dire: “Mi hai detto di bussare alla tua porta ed io ho bussato; mi hai detto che ero come la pupilla del tuo occhio che avresti protetto ed io son diventato cieco; mi hai detto quanto ero prezioso per te e mi hai perso. Forse ci sei ma dunque perché io prego e tu taci?”.
Anche Ivan è sulla croce con Cristo e forse non lo sa. La voce del Dio fatto uomo è la sua stessa voce (“Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?”) ma mentre Ivan si ribella, Cristo si fida di Dio Padre.”

da

http://www.lanuovabq.it/it/il-silenzio-di-dio-la-ribellione-di-ivan-karamazov

Tornando a Melisandre ,ella sa che ha una missione da portare a termine che comporterà ancora tanto dolore ,morte,disperazione e trovo intringante la possibilità che 

leak 8 stagione

Mel possa ingaggiare un duello con il NK ,anche lei ha riportato in vita l’eroe della saga (ma non per dargli gloria immortale ma solo ulteriori affanni ,dolore,disperazione ) ,ma ormai Mel ha un’anima ,prova sentimenti umani rispetto all’inossidabile,imperturbabile, motivatissimo NK e per questo credo che,eventualmente sarà sconfitta proprio come Gandalf il grigio contro il male assoluto Saruman.Certo la possibilità di cadere nel trash è alta ma chissà potremmo avere scene ad alto livello di spettacolarizzazione con Mel che si sacrifica magari per rallentarne avanzata e distruzione



Se il leak si mostrerà vero,ovvio 

 


Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei   miei bellissimi  ed elegantissimi avatar e firma

bQ7ab7S.png;
« I am a wolf and I fear nobody. »

''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''

« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »

''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.

 


the neck
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the neck
Confratello



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Inviato il 01 aprile 2018 20:31

secondo me, anche se ben celata in precedenza, la disillusione melisandre l'ha sempre avuta, memore anche dei suoi trascorsi da schiava, del resto che tipo di giudizio abbia sul mondo in cui vive è palese quando ne parla con shireen.....

 

 


" A Grande Inverno giuriamo la fedeltà della Torre delle Acque Grigie. Cuore e focolare e raccolto a te noi doniamo, mio lord. Le nostre spade, le lance e le frecce sono al tuo comando. Da’ misericordia ai nostri deboli, aiuta i nostri inermi e fa’ giustizia per tutti. Noi mai ti volteremo le spalle. Lo giuro sulla terra e sull’acqua. Lo giuro sul bronzo e sul ferro. Lo giuriamo sul ghiaccio e sul fuoco. "

 

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