La scena sotto la neve è emblematica tanto quanto la cavalcata verso Daenerys.

Essa è un atto di potere interiore, che fuoriesce in una serie di fotogrammi di risonanza estetica e visiva. Per una volta la bellezza è associata a Jaime come un tratto poetico, dannato, ma estremamente casto. Vi è purezza e non narcisismo nella neve che si infrange sui suoi guanti, sulle sue mani, tra i suoi capelli. Una purezza ritrovata, insieme ad un senso di libertà che egli stesso non avrebbe mai potuto credere di provare dentro di sé. Quel momento, lo stupore in cui coglie i fiocchi di neve discendere dal cielo, incontra lo stupore di sensazioni ed emozioni inedite dentro di sé.

Quell'attimo di esitazione è ambivalente, si ricollega ad una rinascita interiore, alla volontà che risorge. Vi è un distacco totale da un rapporto tossico e morboso, vi è la presa di coscienza del fatto di essere e valere solamente uno, di non dover più reggere e sottostare a meccanismi complessi e superiori. Solo la possibilità di seguire in tutto e per tutto ciò che l'intimità più profonda è in grado di ispirargli.

Perciò nella morte di un rapporto vi è invece la nascita di una nuova consapevolezza. E la neve, un elemento di per sé puro, incontra l'ultimo centimetro incontaminato dell'esistenza e dell'essere umano che è Jaime, unendosi in un tutt'uno, creando così una scena pregna di significato. 

Quella scena é davvero pura poesia.Quel voltarsi un ultima volta indietro con la neve che sembra purificare e cambiare tutto per sempre è meravigliosa insieme alla sensazione di sollievo che sembra irradiare in quel momento idal personaggio.P.S. "scusate i miei errori di punteggiatura dovuti a una scrittura veloce epoi alla mancanza di tempo ".Comunque Jamie  alla fine farà sicuramente qualcosa di speciale .

Grazie per i vostri interventi, che aggiungono ogni volta qualcosa alla lettura iniziale del percorso di Jaime. 

In effetti anche io credo che la grandezza e l’unicità di questo personaggio che tanto divide e tanto fa discutere sia data dall’assenza di pentimento per ogni gesto da lui compiuto, finanche il più deprecabile, come quello di gettare un bambino giù da una torre per preservare il suo segreto (di pulcinella) amore con Cersei. 

...the things I do for love.. la lenta maturazione che avviene fin dalla prigionia presso Delta delle Acque al massimo lo mette di fronte alle proprie riprovevoli azioni, delle quali non si scusa mai. Le giustifica a se stesso e le giustifica agli altri come mali necessari, ed in alcuni casi ha anche ragione, nella sua ottica naturalmente. Lui è un uomo di violenza, quando lo conosciamo, risolve tutto con una spada in mano, solo dopo, complice la perdita della mano e delle sue granitiche certezze con essa, inizia a valutare quanto sia in alcuni casi più utile l’arte diplomatica. 

Rispetto a Tyrion egli soffre molto più per l’opinione negativa che il mondo si è fatto di lui, ma decide di non mostrare le sue ferite in quanto reputa che il giudizio sferzante che Ned Stark ha fatto cadere su di lui entrando nella sala del Trono dopo la presa di Approdo non meriti alcuna giustificazione.

Tyrion ha una personalità diversa, prende forza dai propri limiti fisici e realmente mette in pratica la sua filosofia di vita never forget what you are, the rest of the world will not. 

Jaime sfida le convenzioni sociali ma soffre facendolo. Il suo strazio è figlio anche da questa sua incapacità iniziale di distaccarsi psicologicamente dal giudizio altrui.

La sua cavalcata nel finale della 7x07 è spettacolare anche in conseguenza di quanto succede poco prima con Cersei, quando finalmente recide il cordone ombelicale con la sorella che ne ha vampirizzato l’esistenza. 

Jaime che va al Nord è un uomo libero ormai. Può essere davvero qualsiasi cosa egli scelga di essere. 

47 minutes fa, Lestoargento dice:

Comunque Jamie  alla fine farà sicuramente qualcosa di speciale .

Lo credo anch'io. Di tragico, più che altro, sia esso in senso positivo o negativo.

Di sicuro egli compirà un Atto, un'Azione decisiva, potente, altisonante. 

Lui vive di questo. 

Mi auto-cito da un precedente intervento (imbarazzante...)

E Jaime Lannister, lo Sterminatore di Re, che fine farà?

Chiaramente il più gran figo dell'universo conosciuto, lo salutiamo alla fine della S7, una delle scene più belle dell'universo conosciuto, che se ne va sulla Strada del Re, sotto la prima neve, finalmente libero.

E ok, nella S5 quella gita a Dorne è stata imbarazzante (ma la scena nella nave con Myrcella è meravigliosa) e nella S6 e nella S7 ha fatto forse fin troppo avanti e indietro, ma alla fine non è la prima persona nella storia che ci mette troppo tempo a liberarsi di un amore tossico e ribadisco, se tutta quella fuffa doveva portarci al momento del No One Walks Away From Me, beh, a me va benissimo.

Quindi adesso cosa farà? Cosa gli succederà? Jaime, forse solo come Sansa (non a caso i due slow-learner della Saga), può ancora fare di tutto, può ancora capitargli di tutto.

Morirà insieme a Cersei, come da lungo tempo predetto? Sarà lui il Valonqar? Cavalcherà di nuovo lancia in resta, novello San Giorgio, verso un drago, questa volta di Ghiaccio? Vivrà? Sposerà Brienne? Sarà il 1000th Lord Commander della Night'sWatch? Sarà il Lord Commander della nuova King's (or Queen's) Guard?

Io, davvero, non lo so.

É quello che intendiamo fare con queste analisi, cerchiamo di immaginare per ogni personaggio scenari il più coerente possibile con quanto visto finora in GoT. 

Per Jaime davvero le possibilità sono molteplici. 

Come io ho già scritto nell’incipit, mi stuzzica l’idea che egli possa contribuire in qualche modo alla sconfitta del NK, non come AA, quel ruolo abbiamo ormai pacificamente capito che spetterà con molta probabilità a Jon/Aegon, ma comunque dando il proprio contributo. Se ricordiamo la visione di Jojen con la mano in fiamme quando dice a Meera e Bran che quando arriverà la fine se ne accorgeranno mi lascia ben sperare in questo senso. 

Probabile che egli sia il Valonquar della profezia, chiuderebbe perfettamente il suo cerchio. 

Come Lord Comandante dei GdN nel guidare la resistenza nemmeno mi spiacerebbe. 

Tuttavia, credo che qualcosa di “inumano, magico” da lui ce lo dovremmo aspettare. 

2 hours fa, MezzoUomo dice:

Mi auto-cito da un precedente intervento (imbarazzante...)

E Jaime Lannister, lo Sterminatore di Re, che fine farà?

Quindi adesso cosa farà? Cosa gli succederà?

Pur essendo varie le ipotesi, una sola è la costante: l'enfatizzazione e il carico emotivo portato allo stremo di ogni suo gesto. Paradossalmente ogni sua azione è una conclamata esplosione di sofferenza e fatalità. Per questo c'è sempre una coerenza nell'associarlo alla tragedia, alla meta finale e all'umano che giunge al sovvertimento degli equilibri e dei ruoli. Ecco, Jaime è proprio egli stesso una moltitudine di gesti eclatanti. 

Pertanto è lecito che il suo epilogo non sia dissimile. 

In effetti non si spiega perché solo a Jaime venga imputato da Ned di non aver mosso un dito per fermare Re Aerys mentre metteva a morte suo padre e suo fratello con l'altofuoco; come ricorda Jaime stesso, la sala del Trono era gremita di gente incapace di proferire parola, con le sole urla di dolore e disperazione di padre e figlio Stark mentre morivano.

E' come se Jaime dovesse essere il capro espiatorio dell'amarezza di Ned, ma altri Cavalieri investiti avevano medesimi obblighi di lealtà verso i più deboli, oltre che verso il proprio re. A tal proposito ricordo il dialogo, che però forse è presente solo nei libri, tra Robert e Ned, quando Robert di fronte alle rimostranze dell'amico nel cercare di capire perché mai avesse scelto di confermare Jaime nella sua Guardia Reale dopo che questi si era macchiato dell'onta dell'assassinio del suo re, egli risponde con molto pragmatismo dicendo che se non fosse stato Jaime a piantare una spada nella schiena di Aerys sarebbe toccato ad uno di loro due, in pratica gli ha fatto un favore.

Torna quindi a farsi largo il tema dell'ipocrisia di quel mondo dorato in cui Jaime si era ritrovato a vivere, una ipocrisia ben incarnata da Re Robert, il quale si mostra sollevato per non aver dovuto lordare le proprie mani con l'assassinio di un re, avendoci già pensato lo spergiuro Jaime.

E' come se venisse visto un male necessario, contrariamente a quanto invece leggiamo nel POV di Jon.. "They called him the Lion of Lannister to his face and whispered "Kingslayer" behind his back. Jon found it hard to look away from him. "This is what a king should look like", he thought to himself as he passed".

Queste due letture opposte di Jaime cozzano tra di loro, Jon addirittura vedendolo per la prima volta, conscio di quanto si dicesse di Jaime, ebbe tuttavia l'impressione di avere di fronte a sé un uomo dall'aspetto regale.

Siccome tendo a pensare che Jon fosse di lunga il più scaltro e lungimirante di casa Stark, almeno nei libri, chi lo sa che questa ulteriore lettura non ci riservi qualcos'altro nel finale di grandioso per Sir Jaime Lannister.

Secondo me quel dialogo è principalmente lo specchio dell'ingenuità che c'è ancora in Jon all'inizio della Saga. Vede un uomo che gli appare come l'immagine sputata del Guerriero, e si convince che è così che debba apparire un Re.

Già quella sera stessa Tyrion Lannister comincerà a spiegargli alcuni importanti concetti sull'argomento.

Nella saga la rabbia di Ned verso Jaime è sicuramente caricata, ma viene fatto intendere che in generale il Lord di Winterfell ce l'avesse un po' con tutti gli alleati dell'ultima ora della Ribellione. Ned non è certo Stannis, ma qualche testa in più si capisce che l'avrebbe voluta veder rotolare.

certo, anche questa lettura ci starebbe.. 

13 minutes fa, porcelain.ivory.steel dice:

In effetti non si spiega perché solo a Jaime venga imputato da Ned di non aver mosso un dito per fermare Re Aerys mentre metteva a morte suo padre e suo fratello con l'altofuoco; come ricorda Jaime stesso, la sala del Trono era gremita di gente incapace di proferire parola, con le sole urla di dolore e disperazione di padre e figlio Stark mentre morivano.

Perché Jaime è l'unico a vantarsi di aver ucciso Aerys, al che giustamente gli viene fatto notare che non ha mosso un dito finché non c'è stato l'esercito di babbo Tywin a spalleggiarlo e garantirgli l'impunità.

L'esecuzione di un re da parte dei ribelli è molto, molto diversa dall'assassinio da parte di una guardia del corpo, non c'è niente di ipocrita nel giudizio, universalmente negativo e comune a tutto il regno, su Jaime.

@Gedeont ora capisco. A maggior ragione però mi pare che in quel dialogo tra Robert e Ned, Robert parli con sollievo ricordando che a causa di quel gesto né lui né Ned abbiano dovuto insozzarsi con quell'uccisione. Posto che realmente Re Aerys doveva essere fermato, in un modo o nell'altro.

Ovvio che il fatto che Jaime fosse un cavaliere giurato della Guardia Reale e non un ribelle qualsiasi fungesse in quel caso da discrimine nel giudizio che se ne da a posteriori.

Penso comunque anche io che la tensione tra Ned Stark e buona parte dei Lannister sia stata creata e pompata ad arte per gli sviluppi successivi della trama.

Ma io non credo che il dialogo significhi quello, giustiziare il re non sarebbe stato un gesto riprovevole né per Ned né per Robert, anzi. Non è che ti confondi con l'uccisione dei figli di Rhaegar? A proposito dei quali, fra l'altro, Ned è quasi venuto alle mani col re per cui il suo astio verso i Lannister mi sembra normalissimo.

Per Ned è stato riprovevole non tanto per il gesto in sè, ma perché Jaime era della Guardia Reale. Infatti dice a Robert  'tu e io non avevamo il mantello bianco' (o qualcosa del genere).

Ned: "Quanto puoi fidarti di Jaime Lannister?"

Robert: "  E' il gemello di mia moglie ed è un confratello investito della Guardia Reale. La sua vita, la sua fortuna, il suo onore sono tutti legati a me."

"Nello stesso modo in cui erano legati ad Aerys Targaryen" sottolineò Ned.

R: "Che ragione ho di non fidarmi di lui? Jaime ha fatto qualsiasi cosa io gli abbia chiesto. Non solo: è la sua spada che mi ha aiutato a ottenere il trono!"

"La sua spada ti ha aiutato a lordare il trono". Parole che Eddard Stark non permise lasciassero le sue labbra.

[...] "Per i Sette Inferi, Ned! Qualcuno doveva pur uccidere Aerys! Se non fosse stato Jaime, sarebbe toccato a me o a te!"

"Né tu né io eravamo confratelli investiti della Guardia Reale"

Questo è il passo al quale mi riferisco.

Per il resto, non ho dubbi che nell'ottica di Ned di motivi per avere fortissimo livore verso i Lannister ve ne fossero di numerosi e fondati.