Considerando che Martin svelo tre eventi Sciocccanti e imprescindibili che sappiamo essere stati : Hodor e Sceerin ... il terzo ? Perché i primi due mi sembrano essere stati abbastanza brutti in negativo..
Collegandoci al fatto che Tyrion è sempre stato un personaggio chiave per Martin . Più' di Cersei sicuramente...
Io mi sento motivata a pensare questo grande Evento riguardi Tyrion.
Quindi o T è un Targaryen o è il traditore che farà morire tanta gente anche noi cara.
Il TES (Terzo Evento Scioccante) è che Bran si è wargato nel NIghtKing
Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.
16 hours fa, the neck dice:quanto alle sue qualita come persona credo che tyrion non ne abbia proprio tutta questa stima, i difetti ci mette poco a scovarglieli, di sentimenti piu profondi sinceramente credo non ne provi minimamente! se lui conosce la situazione di daenerys circa i possibili eredi, mi sembra anche normale che preferisca un jon libero per poterlo sistemare con un'altra....
Sempre sulla scia della tua teoria che alla fine Daenerys si rivelerà folle, eh?
Comunque mi sento di concordare parzialmente con la lettura che dai di Tyrion; credo anch'io che egli, per quanto possa celare sentimenti più ampi forse, rappresenti l'ostacolo più grande insieme a Varys per Daenerys. Entrambi non sono del tutto convinti di lei come sovrana, trovandosi a non condividerne metodi ed impulsi. Credo che da questo punto di vista egli la trovi poco all'altezza, pur apprezzando i lampi sporadici di altruismo presenti in lei, che a volte cozzano col pragmatismo di un monarca.
7 hours fa, MezzoUomo dice:Dagli sguardi che le lancia...
Poi parliamoci chiaro, per Tyrion non deve essere esattamente facile vedere come la crudeltà di madre natura lo abbia relegato a una vita sentimentale trascorsa tra friendzone e bordelli. Si può raccontare tutte le bugie che vuole ("a letto, a luci spente, posso essere il Cavaliere di Fiori") ma non è stupido e sa benissimo che, per quanto possa essere intelligente, coraggioso, gentile, capace, brillante, nessuna donna lo guarderà mai con autentico desiderio carnale. Deve essere atroce.
Ed anche questa lettura ha il suo perché. Nei fatti, al di là di ciò che possa sembrargli Daenerys come sovrana, dove avrà le sue riserve, credo ci sia una differente situazione per ciò che riguarda l'uomo e la donna. E' probabile che lì egli celi in sé qualcosa di più, per quanto la teoria del Tyrion innamorato sia abbastanza respinta. Effettivamente sarebbe anche un po' ripetitivo che tutti si innamorino della medesima persona, con le stesse modalità, di continuo. Ma dal punto di vista atroce che citi, avrebbe un suo senso, almeno per Tyrion.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
9 minutes fa, JonSnow; dice:
Sempre sulla scia della tua teoria che alla fine Daenerys si rivelerà folle, eh?
al netto della probabilissima vittoria degli eroi nella battaglia dell'alba e del fatto che, per quanto tu come me prediliga una conclusione con un esilio volontario, il futuro di jon sara quasi certamente il sacrificio per tutti, quale finale potrebbe poi essere piu dolceamaro di una daenerys che perde la brocca dopo aver terminato il suo percorso riprendendosi quello che per lei le spettava di diritto? un'intera serie che parte dai racconti di come un'alleanza rovescio un re folle, e che termina con una regnante folle di quella stessa casata.....
" A Grande Inverno giuriamo la fedeltà della Torre delle Acque Grigie. Cuore e focolare e raccolto a te noi doniamo, mio lord. Le nostre spade, le lance e le frecce sono al tuo comando. Da’ misericordia ai nostri deboli, aiuta i nostri inermi e fa’ giustizia per tutti. Noi mai ti volteremo le spalle. Lo giuro sulla terra e sull’acqua. Lo giuro sul bronzo e sul ferro. Lo giuriamo sul ghiaccio e sul fuoco. "
Io questi indizi di una Dany folle onestamente non riesco proprio a vederli...
Comunque io non credo che Tyrion sia innamorato di Dany, ma che ne sia attratto sì, e che soffra nel vedere, non per la prima volta, che una donna che gli interessa non lo consideri proprio come "suitable partner", a favore di un tipo (non molto :)) più alto e con gli addominali scolpiti.
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Il "non molto" è un colpo basso
pero non c'è mai uno sguardo, un riferimento esplicito, forse un minimo spiraglio è quel "noi perdiamo tutto se tu dovessi cadere" nel momento in cui decolla per salvare jon, ma mi sembra piu spontanea preoccupazione che altro, cosi come quando la vede ribaltarsi in cielo quando l'arpione è in azione contro drogon! nella scena mentre navigano a nord in tyrion credo agiscano fattori politici e complicazioni varie dopo ipotetici accordi fatti con cersei, di risvolti sentimentali non penso ne vedremo, almeno su quel fronte, se non a fini strategici con sansa alla fine di GOT...
" A Grande Inverno giuriamo la fedeltà della Torre delle Acque Grigie. Cuore e focolare e raccolto a te noi doniamo, mio lord. Le nostre spade, le lance e le frecce sono al tuo comando. Da’ misericordia ai nostri deboli, aiuta i nostri inermi e fa’ giustizia per tutti. Noi mai ti volteremo le spalle. Lo giuro sulla terra e sull’acqua. Lo giuro sul bronzo e sul ferro. Lo giuriamo sul ghiaccio e sul fuoco. "
1 hour fa, Stella di Valyria dice:Il "non molto" è un colpo basso
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Voleva esserlo...
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per quello ci ha pensato gendry a colpire e affondare con quel "e tu piu basso"....
" A Grande Inverno giuriamo la fedeltà della Torre delle Acque Grigie. Cuore e focolare e raccolto a te noi doniamo, mio lord. Le nostre spade, le lance e le frecce sono al tuo comando. Da’ misericordia ai nostri deboli, aiuta i nostri inermi e fa’ giustizia per tutti. Noi mai ti volteremo le spalle. Lo giuro sulla terra e sull’acqua. Lo giuro sul bronzo e sul ferro. Lo giuriamo sul ghiaccio e sul fuoco. "
5 hours fa, the neck dice:al netto della probabilissima vittoria degli eroi nella battaglia dell'alba e del fatto che, per quanto tu come me prediliga una conclusione con un esilio volontario, il futuro di jon sara quasi certamente il sacrificio per tutti, quale finale potrebbe poi essere piu dolceamaro di una daenerys che perde la brocca dopo aver terminato il suo percorso riprendendosi quello che per lei le spettava di diritto? un'intera serie che parte dai racconti di come un'alleanza rovescio un re folle, e che termina con una regnante folle di quella stessa casata.....
Questo scenario è più o meno simile a quanto Martin aveva programmato inizialmente nella trilogia primaria. Egli voleva che Daenerys fosse la villain umana della sua storia. Ammetto che una Daenerys villain la troverei particolarmente interessante. In ogni caso non saprei, è uno scenario molto Martiniano, ma per come sono strutturati i percorsi in GoT non credo si andrà in questa direzione. Anche perché se Tyrion a questo punto dovrà tradire, lo farà sotto una luce poco positiva. Forse giustificata dai dubbi accumulati su di lei come sovrana, esposti in quel confronto con Varys, ma non sotto una luce positiva.
Che poi sempre su Tyrion, è stata tagliata quasi completamente Tysha. Segno che anche in ASOIAF probabilmente non la incontrerà e resterà l'unica donna che l'abbia mai amato davvero.
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Riprendiamo oggi l'analisi dei personaggi considerando il loro percorso e valutando possibili mete finali. E' il turno di Jaime Lannister.
Discesa e ascesa, così definirei la sua parabola: Jaime, figlio primogenito di Tywin Lannister ed erede di Castel Granito, entrato giovanissimo a far parte delle Cappe Bianche, la Guardia Reale di Aerys Targaryen, il Re Folle, del cui omicidio si macchierà indelebilmente guadagnandosi il dispregiativo soprannome di Kingslayer, Sterminatore di Re, epiteto che egli sembra vestire con apparente derisione, cinico scudo che cavalca tanto abilmente quanto abilmente cavalca un destriero.
Se per la maggior parte dei personaggi arrivati a questo punto abbiamo come comune denominatore il concetto dell'eroe grezzo, in potenza, che diventa atto nel corso della narrazione, per Jaime il percorso è l'inverso.
Egli è già atto, quando lo incontriamo per la prima volta, egli è già lo spergiuro, il traditore, l'incestuoso, ciò che il mondo crede che egli sia è già tracotante in lui.
Forte e fiero, sprezzante, egocentrico, presuntuoso, strafottente, egli è il perfetto risultato dell'ambiente in cui è cresciuto, plasmato dalla rigidissima educazione di Tywin Lanister, radicato nei valori che gli sono stati inculcati prima dal padre, poi dall'essere divenuto una delle Guardie Reali del Re Folle, posizione che comporta la rinuncia all'eredità di famiglia e l'obbligo al celibato.
Solo al fratello minore Tyrion, il Folletto, egli riserva atteggiamenti di affetto, spesso protettivi, che non scadono però mai nella pietà; solo in sua presenza, oltre che in quella di Cersei, intravediamo in Jaime slanci di spontaneità, di bontà, di complicità, iniziamo a percepire la sua natura al di sotto della corazza di cinismo che ha indossato per farsi scudo del giudizio sferzante che la società gli ha affibbiato.
L'inizio della sua discesa agli inferi che lo condurrà ad una vera e propria espiazione avviene nel momento in cui viene fatto ostaggio dell'esercito di Robb Stark in battaglia: una situazione inconsueta per lui, un leone in gabbia, incatenato, insultato, reso inoffensivo ma comunque mai domo nello spirito.
Egli sprofonda giorno dopo giorno nei fondali dei propri timori, ma questo nuova condizione lo porta lentamente alla maturazione di una nuova consapevolezza di sé.
In catene, in una cella nelle segrete di Delta delle Acque, egli apre il cuore a Catlyn Tully, la madre del Re del Nord, con fierezza e disincanto le parla del Re Folle, di ciò che l'ha spinto a pugnalarlo alla schiena, del suo amore morboso per la sorella e gemella Cersei, per proteggere il quale ha spinto suo figlio Bran giù dalla torre, quasi uccidendolo;le parla dell'onore di suo marito Eddard Stark che ha pagato con la vita, quel Ned così lontano, così differente da lui.
Stringe un patto con lei, le sue figlie salve e libere in cambio della possibilità di tornare dall'amata Cersei.
Ed è da questo momento in poi che per Jaime inizia il cammino che lo porterà ad abbandonare definitivamente ogni granitica certezza, interiore ed esteriore, permettendo ad un lui rinato di venire alla luce.
Inizia il viaggio verso Approdo del Re scortato da Brienne di Tarth, donna tanto poco avvenente esteriormente quando leale e pura intimamente, così differente da Cersei in tutto.
Tra loro si instaura un rapporto di iniziale naturale diffidenza, che si tramuta ben presto in reciproca comprensione ed accettazione di pregi e difetti dell'altro, quasi un carezzarsi vicendevole nelle proprie intime ferite.
Perso nei boschi, da sempre schiacciato in un mondo in cui l'apparenza conta più della sostanza, Jaime Lannister cerca solo di non sprofondare nell'abisso della sua vacuità.
Determinante a questo cambiamento è la perdita della mano destra, la mano della spada, la mano con cui uccide il Re Folle e scaraventa Bran giù dalla torre.. la mano che usa per commettere le peggiori nefandezze di colpo spazzata via con un fendente preciso, secco, che non gli lascia nemmeno il tempo di realizzare.
E' la caduta delle certezze, una atto però quasi provvidenziale, di misericordia, che lo libera da quelle catene di convenzioni che lo tenevano ancorato ad un abito sempre più scomodo da indossare, quello del cieco cinismo e della strafottenza.
Alla mutilazione del corpo però corrisponde la nascita di una nuova struttura emotiva, lentamente, con sofferenza, egli si libera del ragazzo e diviene l'uomo che sarebbe stato se l'uccisione di Aeys non lo avesse costretto in abiti non suoi: momento supremo di questo percorso è il bagno nella vasca ad Harrenhal in cui egli rivela a Brienne le motivazioni che lo costrinsero a scegliere se uccidere un uomo, finanche il suo Re, che aveva giurato di proteggere, o salvare la vita di tutti gli abitanti di Approdo. Egli non ha scelta. E paga il suo gesto di coraggio con il disprezzo di Ned Stark fino alla fine dei suoi giorni.. con che diritto un lupo giudica un leone?
Torna da Cersei, mutilato e cambiato nel corpo e nello spirito, e questa inizia a disprezzarlo per questo motivo, poiché non lo riconosce più come il suo riflesso, diventa fredda, sempre più distaccata, chiusa nel suo bozzolo di crescente lucida follia. E nonostante l'amore puro che egli prova per la sorella, inizia a percepirla diversa, comincia a vederne la reale natura, capisce che per lei lui è sempre stato una sua estensione, qualcosa o qualcuno che le apparteneva, nulla più.
Inizia il naturale distacco che però non avviene completamente nemmeno quando lui, di ritorno da una missione, la ritrova sul Trono di Spade auto proclamatasi Regina dei Sette Regni, dopo aver fatto esplodere con l'altofuoco il Tempio di Baelor, cosa che spinge il loro ultimogenito, re Tommen, a suicidarsi per il dolore di aver perduto nell'esplosione la sua adorata sposa Margery.
Il suo percorso è già maturo, ma non è ancora concluso. Il cerchio deve chiudersi e si inizia a percepire che potrà accadere in un unico modo, recidendo il cordone ombelicale che lo trattiene da tutta la vita a sua sorella Cersei.
Lo lasciamo così, alla fine dei GoT7, un uomo nuovo, disilluso ma con una nuova prospettiva e consapevolezza di sé. Con la voglia di recuperare l'onore di cavaliere che ha perduto anni prima ed il cui desiderio ha sempre celato in una parte del proprio essere.
Lo vediamo diplomatico e negoziatore, lo vediamo coraggioso e senza speranza cavalcare lancia in mano all'attacco di Daenerys e del suo Drogon (provvidenziale Bron).
Lo vediamo lasciare infine Approdo in solitaria, con la neve che inizia a cadere sul guanto che copre la mano dorata, un cavaliere solo ed anonimo che va a Nord per onorare un giuramento, quello di aiutare i vivi contro i morti.
Un'immagine poetica e meravigliosa il suo voltarsi indietro un'ultima volta prima di raggiungere il suo destino. Quale sarà, quindi, il destino di Jaime Lannister?
D'altro canto, come lui stesso ricorda a Cat.. There are no men like me. Only me.
”My faith's in people, I guess. Individuals. And I'm happy to say that, for the most part, they haven't let me down.”
___
"Dreams don't mean anything, Dolores. They're just noise, they're not real." "What is real?" "That wich is irreplaceable."
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"Gli umani sono strane creature, ogni loro azione è guidata dal desiderio, i loro caratteri forgiati dalla sofferenza. Per quanto essi provino, non potranno mai liberarsi dall'essere eternamente schiavi dei loro sentimenti. Finchè la tempesta li sconvolgerà dall'interno non riusciranno a trovare pace. Né da vivi, né da morti. E quindi, giorno dopo giorno, faranno ciò che è necessario.
La sofferenza sarà la loro nave.. il desiderio la loro bussola."
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Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza; ti salverò da ogni malinconia
perché sei un Essere speciale ed io avrò cura di te. Io sì, che avrò cura di te.
Jaime è un altro soggetto cui è venuto meno un idealismo di fondo, nonostante la sua personalità fosse da sempre marcata in una direzione ben precisa, che lo esula da qualunque assoluzione completa.
Egli percepisce ancora a distanza di due decadi quello che è un fallimento personale, di un qualcosa in cui ha creduto ampiamente, così come percepisce su di sé lo sguardo di Ned ed il giudizio che egli ha scelto di far cadere su di lui quel giorno. Jaime non si crogiola nell'insoddisfazione, non si autocommisera. Sceglie di diventare ciò che gli altri dicono di lui, sceglie di esasperare la sua persona, affinché rispecchiasse in tutto e per tutto ciò che la società si aspetta da lui. La scelta di divenire del tutto reprobo, incontrollabile, selvaggio, narcisisticamente intoccabile.
E' uomo d'impeto, in grado di trasformare un istante in tragedia o sporadico esempio di grandezza. In altre occasioni feci riferimento a Schopenhauer e la vita intesa come prigione. Per Jaime è esattamente così. Egli soffre la sua dannazione, coglie il biasimo di un mondo contraddittorio e a pezzi, la abbraccia completamente, sceglie di non dare più spiegazione, di estraniarsi da qualunque forma di compassione potesse ricevere.
Il mantello bianco ormai lordato gli pesa, ma ciononostante non rinnegherà mai l'azione compiuta. Egli non ha mai tollerato il senso di superiorità morale, ma soprattutto l'ipocrisia di fondo di soggetti apparentemente limpidi come i suoi fratelli in bianco, i quali restavano impassibili ad assistere alle atrocità di Aerys e a grida di uomini le cui pelli venivano dilaniate dal fuoco. Ecco lo sgomento del Leone di Lannister, l'incredulità dinanzi all'onore inteso come la cieca fedeltà irrazionale verso un essere umano del genere.
E allora i giuramenti si disperdono in una moltitudine di parole insensate e contraddittorie. Si giura fedeltà al Re, quanto all'Innocente una volta diventati cavalieri. Ma quale giuramento infrangere e a quale rimanere leali nella palese contraddizione di fondo? Dunque non vi è altro che negatività, uno squarcio nella sua intimità che mette in risalto un cuore pulsante, in perenne sofferenza, in perenne conflitto e inquietudine.
La calma apparente è in realtà l'ennesima miccia dei comportamenti più compulsivi, di relazioni superficiali e di impeti di passione e lussuria che, proprio con Cersei, diventano l'ultimo modo per sentirsi vivi, per appurare la certezza di avere qualcosa di concreto e attivo dentro di sé, qualcosa che non lo renda passivo, o la bestia amorale e narcisista che ha scelto di voler interpretare. Un qualcosa di morboso, di tossico, da cui sa di non potersi separare.
E lo stesso accade su un cavallo, con la spada o la lancia nel pugno, con quella ricerca di morte sempre presente nell'essere umano, dove non vi è più tempo per riflettere, dove ogni azione è marcata da pochi secondi che sfibrano tutto ciò che si ha dentro, rilasciandolo con ridondanza.
Nessuno lo crede possibile, eppure egli ha coscienza; sveglia, onnipresente, oppressiva. Proprio in virtù di quella coscienza egli giunge ad essere consapevole degli errori commessi, sente il peso del peccato, ma non ha un vero e proprio pentimento. Non vi è nemmeno più l'illusione dell'atto di eroismo, di un vero miglioramento. Sceglie semplicemente di provare ad accettarsi e ad essere sé stesso, non la bestia, non il mantello bianco immacolato, ma un uomo spezzato, con i suoi errori e i suoi atti migliori. Decide così di evitare di peggiorare ulteriormente, di non scendere nel baratro della perdita dei sensi e della volontà. La sua volontà è tutto. Anche per lui non ci sono Dei.
Ma, inconsciamente, permane immutato quel desiderio recondito di essere davvero quell'eroe che Arthur Dayne ha da sempre rappresentato per lui. Ciononostante, questo non rappresenta un'illusione, semmai una vicinanza maggiore a sé stesso, a quella parte pura che, per paradosso, ha intravisto in Brienne, quel ciò che sarebbe potuto essere se...
Jaime Lannister è un solo istante, un istante in cui egli ha potere di far fallire il mondo, di consumare ogni cosa, di consumare sé stesso e coloro i quali osino solo lontanamente provare ad amarlo. E' un istante corrosivo, in grado di sovvertire ogni convinzione, ogni equilibrio, ogni senso di quiete.
Egli è la corsa stessa che compie nella carica verso Daenerys e Drogon. Il suo apice perfetto.
Venendo allo scenario più probabile e coerente;
Il Valonqar. Per quanto scontato, non può che essere così. Egli è venuto al mondo insieme a Cersei, come fossero una cosa sola. Ce lo dice lei, ce lo dice lui. E' destinato ad uscire da questo mondo proprio come vi è entrato: con lei.
Jaime è soprattutto tragedia umana ed in virtù di ciò e del suo percorso, è necessario che con tragedia egli concluda.
Pertanto è possibile che scelga ancora una volta di commettere gli errori passati, pur in una luce differente, assassinando la sovrana a cui ha giurato fedeltà, molto probabilmente per fermarla dal mettere in atto propositi simili a quelli che portarono all'omicidio di Aerys. Tutto si ripeterà e, ironicamente, egli sarà destinato ancora una volta a commettere il gesto che l'ha segnato.
E lì finirà tutto. La sua dannazione, la sua famiglia, la sua amante, egli stesso.
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14 minutes fa, JonSnow; dice:Egli è la corsa stessa che compie nella carica verso Daenerys e Drogon. Il suo apice perfetto.
Già, ma in quella cavalcata suicida tu ci vedi più impeto o corsa verso la (sua propria) distruzione? perché, al di la di tutto, una cosa che non ho ancora compreso nella serie è quanto Jaime abbia sicurezza nei propri mezzi.
Nello specifico, quando carica verso Dany egli sa che non è in grado di sostenere un combattimento, per quanto si alleni non è lo spadaccino formidabile che era prima che perdesse la mano destra; c'è del desiderio inconscio di autodistruzione in lui? Oppure in quel frangente ha semplicemente pensato di avere un'opportunità non ripetibile di abbattere Drogon e Dany?
Quanto egli fa affidamento sulle proprie forze di guerriero e quanto invece di comandante di eserciti?In questa ottica, escludi a priori l'ipotesi LC dei Guardiani della Notte?
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C'è autodistruzione, è presente eccome. Non è più un qualcosa di latente; in quell'istante estemporaneo emerge tutta l'esasperazione per situazioni irrisolvibili, per massacri materiali ed emotivi che si ripetono di continuo in modo ciclico, non permettendo nessuna conclusione vera e propria. E' proprio lui che, ironicamente, sceglie di rompere la ruota con quella cavalcata. L'opportunità, in sé, è irripetibile anche per la guerra, che con la morte di Daenerys potrebbe cessare evitando ulteriori spargimenti di sangue su più fronti. Ma, di fondo, è l'ennesima azione di impeto, è un atto totalmente irrazionale, liberatorio. Egli si ritrova, ritrova quella sensazione di vita in quell'ultima cavalcata, pur procedendo verso un destino ignoto. Non sceglie di tentare il tutto e per tutto, non lancia quell'arma dalla distanza, ne solca invece ogni centimetro, aggiungendo impeto su impeto ad ogni passo.
L'ipotesi dei GdN non la escludo. Ma non credo vi sia il tempo per un qualcosa di ufficiale. E' più probabile che semplicemente prenda il comando dei GdN rimanenti una volta deceduto Edd l'Addolorato, per pragmatismo.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
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Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Che bello il primo post di @JonSnow;... Semplciemente stupendo.
Non aggiungo quasi nulla, è troppo bello così. Soltanto, riagganciandomi alle ultime frasi, se è così Jaime chiuderà il cerchio. Di quella che, non per copa sua e per una specie di beffa del destino, è stata, almeno apparentemente e agli occhi del mondo, di chi giudica senza sapere, di chi coglie la superficie e ignora la sostanza, una vita tutta sbagliata. Un giuramento reso, da ragazzo, a qualcuno che sarebbbe stato -o era già- un pazzo assetato di distruzione. Un gesto che ha salvato migliaia di vite, ma l'ha reso spergiuro e uccisore di re. Un'etichetta che gli è stata attaccata addosso dal mondo, da quel giorno; e lui, per impetuosità, orgoglio giovanile e inesperienza della vita, l'ha indossata e ostentata come uno stemma di cui andare orgoglioso; ma che, man mano che la sua personalità maturava, è diventata sempre più un peso e un marchio. Un amore che non era solo morboso e contro natura: era una dipendenza malata e soffocante da una personalità che, contro le apparenze, era molto più forte e manipolatrice della sua. Delle macchie sulla coscienza, come la tentata uccisione di Bran, compiuta nella fase di totale dipendenza tossica dalla sorella (e che comunque è stata necessaria alla Storia, è stato il primo passo perchè Bran diventasse ciò che è: ma, perchè accadesse questo, qualcuno ha dovuto sporcarsi le mani. E l'anima.)
Jaime è consapevole delle sue colpe. Ma come è consapevole che non potrà mai espiarle, perchè per lui come per Stannis un gesto buono non cancella una colpa: e questa consapevolezza è qualcosa di terribile da portare dentro. Perchè significa che non potrai mai liberarti veramente delle tue colpe; così come non puoi cancellare ciò che è già stato fatto.
In un vecchio forum parlavamo del fatto, che ci pareva anomalo, che Jaime, pur in cerca di una nuova via ed un nuovo se stesso, non appare mai realmente pentito. Ma forse non è questo, non è assenza di pentimento: è consapevolezza della propria responsabilità individuale non cancellabile, e del fatto che rimarrà sempre una parte di lui, qualcosa di cui non potrà mai liberarsi, un peso che non potrà mai togliersi di dosso.
Non a caso abbiamo la sensazione -superficialmente quasi fastidiosa- che il suo cammino di redenzione sia atipico, monco; un'eterna promessa che non viene mai portata a compimento: sia in Asoiaf che in Got, non cerca mai il gesto eclatante, l'atto eroico che costituirà la sua redenzione: perchè non esiste redenzione. Non a caso il suo unico atto per cui si può parlare di eroismo, quando affronta il drago, si può anche leggere come un lanciarsi verso la morte, in un atto quasi autodistruttivo o in una disperata, impossibile ricerca di purificazione. Mi fa quasi pensare al Giudizio Degli Dei, tanto frequente in Asoiaf e Got (nella variante del duello tra due campioni: Oberyn e Montagna, Bronn e il cavaliere di Lisa Arryn): Jaime, con quel gesto così rischioso e arrischiato, sembra lanciarsi a capofitto verso qualcosa di simile a un giudizio degli dei tutto individuale, solo suo. E -qui vado sul soggettivo, esprimo solo una sensazione a pelle, che può essere giusta o sbagliatissima - a me non sembra il gesto, benchè eroico, di un uomo che ama la vita. E' il gesto di un uomo che la mette in gioco come una chincaglieria da poco, perchè è immensamente stanco. Di avere sbagliato, di essere stato ingannato, di essere stato beffato dalla vita stessa, di aver amato fino alla dipendenza morbosa una donna di cui non aveva mai saputo vedere l'immensa bruttezza inteeriore, di avere scoperto che le persone, il mondo e la vita non sono quelli che aveva creduto da ragazzo, di essere giudicato.
In quanto al suo traguardo finale, se è lui il valonqar, se la vita ha preparto per lui anche questo peso e questa amara beffa, di doversi accollare l'ennesima colpa, come scrive splendidamente @JonSnow;; se
"è possibile che scelga ancora una volta di commettere gli errori passati, pur in una luce differente, assassinando la sovrana a cui ha giurato fedeltà, molto probabilmente per fermarla dal mettere in atto propositi simili a quelli che portarono all'omicidio di Aerys. Tutto si ripeterà e, ironicamente, egli sarà destinato ancora una volta a commettere il gesto che l'ha segnato.
E lì finirà tutto. La sua dannazione, la sua famiglia, la sua amante, egli stesso. "
Se sarà così, dicevo, suo percorso sarà davvero circolare: perchè dopo tutto il suo cammino per allontanarsi dal Jaime di una volta, di nuovo sarà costretto a compiere, per il più sacrosanto dei fini, un gesto salvifico e vitale che tuttavia, nella piccola e parziale logica del mondo, nella morale spicciola dei giudici da quattro soldi, sarà un assassinio, un tradimento ed un fratricidio.
Se fosse così, Jaime sarebbe, tra tutte, la figura più tragica e maledetta dal Destino. Un eroe senza gloria che il destino ha condannato a strisciare nel fango, coprendosi di macchie, affinche la Storia si potesse compiere.
Se mi permettete di uscire per un attimo dal mondo di Got, tutto questo mi ha fatto venire in mente un verso di una canzone di Roberto Vecchioni (mon amour, guardacaso). Una vecchia, di quando era un grande il cui valore non abbiamo mai capito pienamente, e in cui vedo un parallelo tra la vicenda di Jaime e Bran.
La canzone parla di Giuda, e in sua difesa. Rivolgendosi a Cristo, a un certo punto Roberto diceva
"ma il primo a uccidersi / per farti Re / è stato quello che / non salverai".
Il tradimento di Giuda è stato necessario perchè il percorso del Cristo si compisse, perchè giugesse alla crocefissione, che era il coronamento e la meta della sua esistenza, per salvare l'umanità. Eppure, Giuda è colui che, unico, non diverrà santo, non riceverà preghiere o onori; verrà eternamente ricordato solo come il traditore. Nonostante sia stato colui che, più di tutti, ha compiuto il gesto necessario perchè tutto si compisse. E che, più di tutti, è stato sacrificato dalla Storia, quello a cui la Storia ha chiesto il prezzo più alto: il sacrificio di sè più completo e assoluto. Perchè ha compreso il sacrificio del proprio onore, della propria coscienza e purezza, e del ricordo e giudizio che il mondo avrà di lui.