a proposito di roose , come reagirebbe per voi nell'incontrare gli estranei ? Mostrerebbe paura o come un qyburn ne sarebbe affascinato ? In fondo i polaretti sono lui elevato all'ennesima potenza
Che ottimo quesito quello che poni.
Direi che Roose Bolton, per quanto pragmatico, ha mostrato un lato di soggezione verso talune credenze (come dicevamo, l'assassino di consanguinei), che contraddice in parte la fredda logica. Per questo credo che egli sia il primo a non ritenere gli Estranei una banale invenzione, come il più dei soggetti è superficialmente portato a credere senza lasciare adito al minimo dubbio, anche per una questione di negazione dovuta ad una possibile paura recondita. Egli è però parimenti saggio, quindi direi che mostrerebbe al tempo stesso timore per la stabilità e un qualcosa che stavolta non potrebbe controllare, ma anche curiosità e interesse per un potere così distruttivo e complesso.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Anche secondo me, pur con una certa curiosità, mostrerebbe timore.
Dopotutto, anche se ben nascosta, vediamo la sua paura anche a Grande Inverno durante la rissa al banchetto.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Roose Bolton alla fine è pur sempre un essere umano ,molto alla fine ma lo è
Un traditore poi e cioè uno che trama nell’ombra ha certamente anche altri aspetti negativi inclusa la vigliaccheria
Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei miei bellissimi ed elegantissimi avatar e firma
;
« I am a wolf and I fear nobody. »
''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''
« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »
''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.
12 hours fa, JonSnow; dice:direi che mostrerebbe al tempo stesso timore per la stabilità e un qualcosa che stavolta non potrebbe controllare
Probabilmente scrivo una sciocchezza, perchè è incredibile come ho dimenticato i dettagli di Asoiaf dopo un solo anno. Quindi mi baso solo su una sensazione "di pelle", un ricordo che può benissimo essere deformato e sbagliato: Roose mi sembra un uomo che ambisce ad un controllo estremo su fatti e cose. Si nota da dettagli anche piccoli: la voce sempre bassa (controllo delle proprie reazioni istintive ed emozioni), l'essersi trattenuto dal vendicarsi -per considerazioni varie- del figlio bastardo che gli ha ucciso quello legittimo; e a me verrebbe da metterci persino l'ossessione per le sanguisughe, che non mi sembra solo un'anticipazione per la sua passione per il sangue (gli piace vederlo, persino il proprio), ma un modo per avere il controllo persino sul proprio corpo, in un mondo (corrispondente a quello medioevale) in cui di medicina si sapeva pressochè nulla (al massimo si cercava di "equilibrare i quattro umori del corpo", di cui uno era il sangue. Oppure -ma qui lavoro proprio di fantasia- a Roose piace avere persino il controllo di quanto sangue gli scorre nelle vene). Quindi qualcosa di completamente nuovo, sconosciuto ed incontrollabile come i non-morti sarebbe dovuto risultare, per lui, totalmente destabilizzante... Accidenti, quasi quasi mi piacerebbe, se in Asoiaf un incontro simile ci fosse. Potremmo -forse- vedere finalmente un Bolton che perde il controllo. Non tanto per la paura in se', ma per il trovarsi di fronte qualcosa che esce completamente dai suoi schemi. Oltre al fatto -e qui scivolo nel banale assoluto, vi avverto- che Bolton ha fondato molto della temibilità del proprio esercito sul terrore che incuteva, sugli avversari, la minaccia della tortura, non a caso "ricordata" loro persino con il simbolo sugli stendardi. Ma ti voglio vedere, a scorticare un non-morto... Qui, una delle armi dei Bolton -il terrore che incutono sugli avversari- sarebbe stata completamente impotente. E questa sarebbe stata, per lui, un'altra bella novità con cui fare i conti.
Esattamente. Paura e immaginazione. A differenza di Ramsay, che trasmette un'immagine vivida e poderosa delle atrocità commesse, per quanto riguarda Roose c'è solo sospensione. Egli lascia che i soggetti attorno a lui immagino di cosa sia capace e fin dove possa spingersi, suggestionati dal suo sguardo vitreo e dalla capacità di non mostrare emozione alcuna. Paradossalmente è un qualcosa che spinge anche ad una soggezione maggiore, perché l'uomo in qualunque ambito è da sempre schiacciato dal concetto dell'ignoto e da ciò che esso possa celare. Dunque l'atrocità certa perde di risonanza verso l'atrocità incerta. E qui sta Roose Bolton.
Ma un meccanismo del genere non avrebbe effetto contro un Estraneo, che per l'appunto porterebbe Bolton ad una contraddizione maggiore.
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Il 15/2/2018 at 22:41, JonSnow; dice:c'è solo sospensione. Egli lascia che i soggetti attorno a lui immagino di cosa sia capace e fin dove possa spingersi, suggestionati dal suo sguardo vitreo e dalla capacità di non mostrare emozione alcuna. Paradossalmente è un qualcosa che spinge anche ad una soggezione maggiore
E trovarsi di fronte ad un antagonista che si sa pericoloso e appare completamente anaffettivo ed a-emozionale incute ancora più terrore, perchè.... è spiazzante, ci toglie qualsiasi punto di riferimento. e noi siao abituati ai punti di riferimento, ne abbiamo bisogno; e tantopiù nelle situazioni di tensione fortissima, quando tutto il nostro essere è all'erta e cerca qualsiasi appiglio a cui aggrapparsi. Noi siamo abituati -siamo fatti per- interagire con esseri umani che hanno delle reazioni. Già il solo fatto che non le abbiano, ce li fa percepire come atipici, anomali, sinistri, "sbaglati", diversi, inquietanti.
In più, le reazioni in genere (quelle che Roose è riuscito ad eliminare) sono una piccola anticipazione di ciò che succederà dopo. Magari un'anticipazione di un secondo, ma è già qualcosa: vedo l'altro assumere un'espressione irata, lo sento alterarsi, e so che sta per succedermi qualcosa di brutto. Magrissima consolazione; ma è già un minimo di preavviso, un uscire dalla sospensione. Sospensione che, per chiunque sia già spaventato o preoccupato, è una autentica tortura.
(Esempio stupidissimo e personale: recentemente ho avuto a che fare con vari medici. E quanto mi sono trovata meglio con quelli che, con un sorriso rassicurante o un'alzata di sopracciglia perplessa, ti mandano un messaggio non verbale che anticipa il verdetto che ti diranno dopo, a parole. Magari è questione di un secondo; ma è una cosa che sento moltissimo. Se il messaggio non verbale ed anticipatorio è positivo, ti toglie un peso; se è negativo, almeno ti prepara a subire il colpo. Mentre quelli che mantengono un'espressione da sfinge, tacciono un lungo istante, e poi magari dicono "Tutto perfetto"... accidenti, quanta tensione in più mi creano! Io sono particolarmente recettiva ed esagerata, in questo; però mi fa notare come, nelle situazioni di tensione, abbiamo bisogno della comunicazione non verbale. Bolton è riuscito ad annullarla, e questo è il primo degli strumenti di tortura che tanto ama).
Altro inciso: il figlio, almeno in GOT, o meglio, l'attore, usa un metodo ancora più spinto e totalmente spiazzante, che è il passo successivo all'atteggiamento paterno: non la mancanza di espressone e reazioni emotive visibili (e relativa assenza di comunicazione non verbale), ma la discordanza tra espressione, oltretutto esasperata ed estremizzata in modo compiaciuto ed istrionico, e azione successiva. Sorridea Theon, e poi lo tortura. Lo guarda con il suo sguardo più inquietante... e poi gli fa il bagnetto come ad un bambino. La mancanza totale di sintonizzazione e corrispondenza tra messaggio non verbale ed azione è talmente disturbante e destabilizzante, per l'essere umano, soprattutto sotto tensione, che costituisce già da sola una consistente parte delle torture del povero Theon, amplificando il terrore, precipitadolo nel tormeno dell'incertezza e di quella terribile sospensione di cui parlavo prima.
Superfluo dire che, con i non-morti, almeno quest'arma i Bolton la perderebbero, completamente. Insieme a quella del terrore provocato dai loro stessi stendardi, dalla loro fama sinistra e terribile. Si troverebbero per la prima volta a dover combattere solo con le azioni ed i dati di fatto, "spogliati" di quell'aura di terrore che si sono costruiti sapientemente intorno, e che è, a tutti gli effetti, una loro arma.
36 minutes fa, Stella di Valyria dice:[...] La mancanza di totale di sintonizzazione e corrispondenza tra messaggio non verbale ed azione è talmente disturbante e destabilizzante, per l'essere umano, [...]
Verissimo, quella di Ramsay è una discrepanza sincronica che aumenta ancor di più il disagio e la tortura ed esacerba la follia già presente. Al contrario con Roose abbiamo una perfetta continuità sia espressiva, sia afferente al linguaggio del corpo che non tradisce l'azione successiva, ma ne enfatizza la risonanza aumentando la tensione di coloro che assistono ad essa. In questo Roose è abile nel non contraddirsi. Il suo sguardo vitreo domina abilmente, estendendo la sensazione di criptico e di irrisolvibile dagli occhi al resto di sé stesso. In questo senso è una mente che con potenza partorisce violenza e con altrettanta potenza la gestisce da un punto di vista puramente asettico.
Un'altra contraddizione, ma più che altro morale-pragmatica, è quella tra Ned Stark e Jaime Lannister. Nonostante il primo sia di norma un soggetto afflitto dal proprio rigore morale, da una giustizia che ammette pochi compromessi e sia noto anche per la sua tolleranza, egli con Jaime sceglie di limitarsi all'apparenza, ignorando del tutto la ricerca del senso dietro il crimine o la sua azione. Eppure Ned, dal punto di vista di molti altri, tra cui Jon, è rinomato per essere un soggetto in grado di cogliere tutte le sfumature dietro le azioni di un uomo che si macchia di un possibile crimine. Come proprio Jon fa a Stannis, suo padre Ned avrebbe comunque ascoltato e cercato di capire le ragioni dietro le azioni di Mance Rayder, il suo punto di vista e quant'altro. Con Jaime invece c'è solo glacialità che risponde al meccanismo di beffa con cui il leone cerca di difendere sé stesso. Ci sono occhi vitrei, non differenti da quelli di Roose in quest'occasione, che scelgono di sentenziare.
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Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
L'interpretazione immediata è che Jaime avesse agito per conto di Tywin. Non c'è niente che la metta in dubbio neanche in minima parte, non vedo nessuna ragione per cercare un'altra motivazione. Non lo fa gente che ha a cuore il destino e la reputazione di Jaime (Tyrion, Tywin), avrebbe dovuto farlo Ned?
Parlando di motivazioni: Jaime non ha ucciso Aerys per salvare la città, per quello bastava la morte di Rossart. L'ha ucciso perché comprensibilmente lo detestava.
Posso ricordare male (se sbaglio, correggimi tranquillamente ), ma Aerys non aveva anche chiesto a Jaime, in sostanza, di consegnargli la testa di suo (di Jaime) padre? O è solo un'invenzione della serie, per giustificare meglio Jaime?
No ricordi bene... Quando Aerys viene a sapere che i Lannister stanno depredando la città, ordina a Jaime di portargli la testa di Tywin. Jaime torna con la testa del primo cavaliere e uccide il re folle.
Secondo me era la goccia finale.
È anche vero che Jaime disprezzasse il Re, un vecchio pazzo sanguinario ed incendiario. Jaime non tollerava che il re stuprasse la moglie; la guardia reale ne sentiva le grida, ma quando lui se ne lamentò, dicendo che era loro compito proteggere la regina, un collega gli rispose "non dal re". Fu inorridito dalle morti del fratello e del padre di Ned. Situazione inaspritasi ulteriormente vedendolo ordinare i preparativi per incendiare la città.
Insomma vi è un crescendo di motivazioni.
Dopo l'assassinio gli viene anche chiesto chi sarebbe stato il nuovo re... Jaime aveva l'occasione di rendersi "creatore di re" ed aveva più opzioni: dire Tywin, dire Aegon, un re infante protetto dal padre, ma con gli Stark in arrivo e consapevole delle conseguenze, se ne lavò le mani...
Circa Eddard, io non credo che fosse un personaggio così comprensivo e flessibile. Dimostra in più occasioni la sua rigidità e fedeltà alle "regole". In più probabilmente gli stavano antipatici i Lannisters. E non vedo quindi una simmetria con Jon Snow.
Probabilmente Jon Snow anziché giustiziare il disertore nel prologo lo avrebbe condotto a castello nero per fargli dire ciò che aveva visto, probabilmente anziché aggredire verbalmente Jaime si sarebbe posto più razionalmente e probabilmente alla morte di Robert non ci sarebbe rimasto secco.
" Sono io la tempesta, mio lord. La prima tempesta e l'ultima "
Volevo essere il re del mare, ma all'anagrafe sbagliarono una lettera
4 minutes fa, Aegon il mediocre dice:Circa Eddard, io non credo che fosse un personaggio così comprensivo e flessibile. Dimostra in più occasioni la sua rigidità e fedeltà alle "regole". In più probabilmente gli stavano antipatici i Lannisters. E non vedo quindi una simmetria con Jon Snow.
Probabilmente Jon Snow anziché giustiziare il disertore nel prologo lo avrebbe condotto a castello nero per fargli dire ciò che aveva visto, probabilmente anziché aggredire verbalmente Jaime si sarebbe posto più razionalmente e probabilmente alla morte di Robert non ci sarebbe rimasto secco.
Esatto. Credo difatti che sia una leggenda diffusa più che altro dalla disturbante e facile assonanza Stark = Totalmente buono, moralmente superiore, tollerante. Eppure lo stesso Eddard dà più volte prova di poter essere distante da questo meccanismo, rifugiandosi il più delle volte in un onore mal riposto. Talvolta sarebbe bene non accentrarsi nel senso di superiorità morale verso gli altri, ma cercare di controllarsi maggiormente, ricercando appunto un punto di vista totalmente razionale ed una lettura diversa di ogni evento. Anche perché il fatto che si sia comunque onorevoli non è indice di salvezza da un giudizio superficiale, affrettato o limitato dall'apparenza. Nei confronti di Jaime si pone proprio così, che egli lo voglia o meno, aggredendolo verbalmente spinto proprio da un onore estremo che lo porta alla superiorità morale e a guardare, per una volta, dall'alto al basso proprio quando non dovrebbe farlo. Che poi ci sta avere limiti e imperfezioni, è segno che anche Ned sia profondamente umano.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
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Aegon, Bellissimo intervento
"Fu inorridito dalle morti del fratello e del padre di Ned." Se è così, questo sarebbe persino stato un ottimo punto di avvicinamento ed incontro, per Ned e Jaime! Ma a questo punto, mi pare di cogliere non solo una ma due contraddizioni, seppur lievi:
- Ned: troppo tetragono nel suo senso di giustizia, questa volta esagera, cadendo nella superficialità: ha ucciso, quindi è colpevole. Senza cercare di capire, senza approfondire le reali motivazioni. (ma potrebbe anche non essere una vera e propria contraddizione di Asoiaf: potrebbe semplicemente significare che anche Ned, dopotutto, è un essere umano. E pur con tutte le sue qualità, che lo pongono moralmente al di sopra di quasi tutti i personaggi di Asoiaf, non è infallibile).
Ma anche
- Jaime:
SPOILER GOT
nella celeberrima (e bellissima: recitata splendidamente, davvero toccante nei contenuti, piena di dolore, di sfogo e di resa insieme, e rivelatrice, finalmente, di un volto completamente nuovo di Jaime) scena della vasca, con Brienne, (che metto sotto spoiler solo perchè non ricordo se nei libri c'è ed è esattamente così)
Jaime racconta le vere motivazioni del suo gesto. ma... farlo prima, magari, e con altri? Possibile che nessuno lo avrebbe capito, gli avrebbe creduto? Neanche un Ser Barristan? Jaime a volte mi dà l'impressione di soffrire tantissimo per il marchio di Kingslayer, ma di averlo subito totalmente, senza aver mai fatto nulla per toglierselo di dosso. "Nessuno mi capisce...". Ma, tesoro, se tu non provi a spiegarti, a dare qualche indizio...
(Oh, poi magari potrebbe averci provato cento volte, ma non essere raccontato nel libro. Ma se episodi del genere sono avvenuti, l'autore deve dirlo. Non può saltare parti di trama così fondamentali, se no salta tutto il concetto di romanzo)
Oppure, il suo lato Lannister e la sua posizione fa sì che provi anche una parte di orgoglio, in questo. Che sia diviso a metà: una parte -quella Lannister, spaccona, narcisista ed esibizionista- ne sia fiera; l'altra -quella intima, nascosta, talmente nascosta che lui stesso ne prenderà pienamente coscienza solo dopo l'amputazione dell mano e la svolta obbligata impressa alla sua vita- in fondo ne soffra, e tanto. E allora, di nuovo non sarebbe contraddizione di George, ma profondità del personaggio (e abilità estrema di George, nell'averlo creato così).
EDIT su Ned ho ripetuto -più superficialmente- le stesse cose dette da JonSnow. Ma non avevo letto il suo post, abbiamo scritto in contemporanea
Circa Ned c'è anche da dire che Jaime non è tipo da porsi in modo accogliente per consentire un dialogo ed andare oltre le apparenze. Effettivamente agisce, è sicuro di sé poi in seguito si lamenta.
Sull'aver agito prima, considerando il quadro della situazione a corte che esce incrociando Jaime e Barristan, probabilmente Jaime lo avrebbe spacciato via prima. Ma Jaime era l'ultimo arrivato nella guardia reale e la situazione era molto delicata e soprattutto fraintendibile, come poi è stata fraintesa.
" Sono io la tempesta, mio lord. La prima tempesta e l'ultima "
Volevo essere il re del mare, ma all'anagrafe sbagliarono una lettera
Difatti anche Jaime ha scelto un approccio sbagliato. Egli ha constatato il marchio che la società ha scelto di mettergli addosso e, sconcertato da quanta facilità e brutalità di giudizio le persone avessero, ha scelto di conseguenza di vestire quello stesso marchio e incarnare la figura estrema e disonorevole che gli avevano attribuito, per quanto ciò sia una cosa che lo segni nel profondo e da cui non riesce a districarsi. E' una sorta di silente e comprensibile protesta verso tutti coloro che si sentono in dovere di ergersi sugli altri e rilevarne le mostruosità senza appello, come fossero unici possessori di una morale perfetta e inviolabile che mai si contraddice e che mai cade in errore. E credo che è esattamente ciò che Jaime ha visto in Ned. Da qui il fatto che non abbia mai voluto provare a spiegare, neanche un minimo, le sue ragioni.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
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