Concordo e anzi, ritengo che tra tutti Feast sia il libro che raggiunge vette emozionali meno alte rispetto al predecessore e al successore, ma come scrive bene @Euron GioiagrigiaFeast e Dance danno l'impressione di essere due parti di quello che doveva essere un unicum.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
4 minutes fa, Lyra Stark dice:ritengo che tra tutti Feast sia il libro che raggiunge vette emozionali meno alte rispetto al predecessore e al successore
Questo anche a causa dei personaggi usati. E' chiaro che Arianne, Cersei e Aeron stuzzicano meno di Jon Snow, Tyrion e Dany (almeno nella maggior parte dei lettori)
In Feast, che proprio in questi giorni sto rileggendo molto velocemente, manca una componente per me fondamentale: il pathos.
"Vigilare non vuol dire cercare di sapere una cosa precisa. Tutto, anche l’irrilevante, può tornar buono un giorno. L’importante è sapere quello che gli altri non sanno che tu sai." U. Eco
6 hours fa, Euron Gioiagrigia dice:
Stavolta non sono d'accordo, Feast è confusionario e prolisso almeno quanto Dance. I capitoli di Areo Hotah e Brienne sono stati duri da digerire.
Ma forse è il punto di vista ad essere sbagliato, è chiaro che Martin ha pensato Feast e Dance come un un unico libro, infatti per la prima metà di Dance le due trame corrono in parallelo
Credo sia anche una questione di preferenze, alla fin fine. Io ad esempio non sono tra quelli che ha riscontrato in Brienne un Pov pesante. Chiaramente non è nemmeno leggero, ovvio, data la complessità della stessa. Però non mi ha causato più di tanti problemi. Lo stesso vale anche per il fatto che distanziarsi un attimo dai Pov più centrali abbia offerto diversificazione e varietà. Su Areo, però, devo concordare.
Su Dance ho invece preso atto di un senso di vuoto che nei precedenti non era presente.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Il 4/1/2018 at 20:52, Stella di Valyria dice:Su Arianne: non dico che avrebbe dovuto fare quello, ma dire al padre che si sentiva sprecata ed avrebbe voluto avere un ruolo nelle vicende dinastiche, non sarebbe stato così difficile. E con un chiarimento, avrebbe appunto evitato quel patetico tentativo di colpo di stato fai-da-te.
Però secondo me nel contesto non mi sembra uno sviluppo peregrino... provo a spiegarmi meglio.
Fondamentale, quando ci viene presentata Dorne, si ha un principe sornione e molto protettivo verso il suo popolo, restio all'azione e scarsamente propenso al rischio. Le serpi invece, con loro Arianne, sono diametralmente opposte: emotive, umorali, impulsive. In particolare Arianne è passionale, con uno spiccato sentimentalismo... propensa al rischio. Ha una relazione clandestina, amicizie più "moderne" rispetto a quelle viste nel resto di westeros. Nel mentre Doran si è espresso chiaramente contro qualsiasi interventismo. Arianne si trova tra due fuochi.. l'amore per le cugine e quello per il padre.. vuoi per come è stata allevata, per i sentimenti in direzioni differente, secondo me si fa trascinare in quel piano, piano raffazzonato, perché ideato da persone che non sono questo gran crogiolo di strategia ed intelligenza. Ci sta tutto che il piano sia andato a rotoli. Io, Arianne che va dal padre a lamentarsi dei suoi diritti, non ce l'avrei mai vista. E anche fosse, non penso che Doran si sarebbe smosso e che le avrebbe rivelato il suo piano a lungo meditato.
Ciò che invece mi pare assurdo è Quentyn. Doran si scopre essere uno stratega che a differenza di un Tywin non mira al potere della sua famiglia a tutti i costi senza preoccuparsi dei metodi impiegati, ha a cuore il benessere del suo popolo, che mantiene le apparenze e soprattutto a pazienza. Ora, io mi chiedo come è possibile che una mente così fine abbia ideato un piano così raffazzonato e soprattutto rischioso, assolutamente in contrasto col suo carattere.
Il colpo di stato di Arianne secondo me è quello che è perché Martin ha voluto fosse così è secondo me è perfettamente coerente.
La parabola di Quentyn per me è una forzatura.
" Sono io la tempesta, mio lord. La prima tempesta e l'ultima "
Volevo essere il re del mare, ma all'anagrafe sbagliarono una lettera
Davvero vi percepisci un senso di vuoto? Posso chiederti in base a cosa?
Da parte mia ho avuto l'impressione che Dance tirasse le fila delle questioni principali molto più rispetto al temporeggiare e divagare di Feast.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
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Per conto mio il difetto principale di ADWD, che da questo punto di vista trovo decisamente peggiore di AFFC, è che Martin si è dimenticato di scrivere il finale
Per il resto, i due libri sono stati scritti in parte insieme, erano inizialmente destinati ad essere un libro unico e condividono gli stessi difetti: troppi punti di vista con pochi capitoli a testa, capitoli troppo lunghi, eccessiva tendenza a volerci mostrare rutto e a non far accadere eventi off-screen, come invece accadeva nei libri precedenti.
Diciamo che un finale, a effetto, c'è. Piú di uno anzi, con snodi anche notevoli per la storyline di alcuni personaggi. Il problema è non avere il libro che viene dopo. Così che non possiamo dire se si tratta di un buon espediente oppure no.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
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Mah, più che un finale vero e proprio direi che ci sono cliffhanger al termine di ogni linea narrativa
Se ti riferisci a Jon capisco il tuo punto di vista, però quel finale (che così sospeso non mi convince comunque) avrebbe avuto più senso se attorno ci fossero stati dei finali degni di questo nome; e invece niente battaglia del ghiaccio né battaglia del fuoco, Aegon in mezzo al guado, Tyrion e Victarion arrivati QUASI a Meereen...
Il tutto peggiorato dalla sensazione che non sia stata una scelta spontanea ma solo nata da esigenze editoriali (pubblicare qualcosa purchessia nel 2011, quando cominciava la serie tv).
Più lo rileggo più ADWD mi appare uno scempio imbarazzante.
Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.
20 hours fa, Koorlick dice:Mah, più che un finale vero e proprio direi che ci sono cliffhanger al termine di ogni linea narrativa
Se ti riferisci a Jon capisco il tuo punto di vista, però quel finale (che così sospeso non mi convince comunque) avrebbe avuto più senso se attorno ci fossero stati dei finali degni di questo nome; e invece niente battaglia del ghiaccio né battaglia del fuoco, Aegon in mezzo al guado, Tyrion e Victarion arrivati QUASI a Meereen...
Il tutto peggiorato dalla sensazione che non sia stata una scelta spontanea ma solo nata da esigenze editoriali (pubblicare qualcosa purchessia nel 2011, quando cominciava la serie tv).
D'accordo, ma allora si puó anche dire che il finale ci sarà solo alla fine. Neanche negli altri libri abbiamo finali ma al massimo un livellamento di certe situazioni (e neanche troppo), in Dance il cliffanger è invece molto piú impattante.
Comunque nel senso generale del tuo discorso mi trovi d'accordo. Neanche a me è piaciuto il finale tutto aperto, ma è chiaramente una scelta che non ha tutti caratteri negativi, poi il gusto personale è un altro discorso e come ho scritto tante volte non mi ha entusiasmato per niente. Come ho giá detto, però, personalmente credo che il nostro punto di vista sarebbe stato diverso se nel frattempo avessimo avuto la possibilità di leggere il seguito e non vederci spoilerate le cose tramite la serie, in modo da poter cogliere maggiormente il disegno generale. Così però non è. Da parte mia, comunque, Dance ha più pregi che difetti e senso di compiutezza che non Feast.
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10 hours fa, MezzoUomo dice:Più lo rileggo più ADWD mi appare uno scempio imbarazzante.
Imbarazzante è forse un termine troppo estremo. Di sicuro l'ho sempre visto come l'anello debole dell'opera Martiniana. Se non altro per trame confusionarie, qualche buco qua e là, una moltitudine di perdite di tempo e il fatto che si percepisca fin troppo come l'autore non abbia avuto in qualche caso le idee chiare. Ma, almeno in ambito puramente introspettivo, ci sono delle piccole gemme.
Comunque altro punto debole/piccola forzatura: Arya e i tre nomi di Jaqen, in pratica si poteva porre fine alla Guerra.
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Il fatto è che secondo me noi lo interpretiamo come qualcosa di conclusivo perché è l'ultimo romanzo che abbiamo a disposizione, ma magari nelle idee di Martin è solo una tappa di una strada molto lunga. È un apripista a una serie di situazioni che concateneranno eventi che porteranno alla conclusione in mezzo alla fuffa, chiaro, e qui concordo con @JonSnow; la sensazione che si meni il can per l'aia è molto forte in certi casi, ma era una cosa già iniziata con Feast.
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Non so se tu abbia letto la saga in lingua originale. Se sì, al di là della trama (su quale personalmente mi soffermo fino ad un certo punto) non può sfuggire il crollo verticale qualitativo, si salvano giusto una dozzina di capitoli. Per dire, quelli di Tyrion sulla nave fanno sanguinare gli occhi per quanto sono scritti male.
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10 hours fa, MezzoUomo dice:Più lo rileggo più ADWD mi appare uno scempio imbarazzante.
Bisogna leggerlo un paio di volte per digerirlo bene e sorvolare su alcuni svarioni(comunque evidenti). Anche a me all'inizio aveva dato la stessa impressione, quella di un'opera pasticciata, confusionaria, dove emergeva prepotentemente lo stallo della mente creativa del suo autore.
"Power resides where men believe it resides. No more and no less."