Allo stato attuale delle cose, paragonare i due casi è pura malafede. Questo articolo spiega abbastanza bene lo stato delle cose: http://www.ilpost.it/2016/09/13/attacco-hacker-russi-database-wada/
Irregolarità fin'ora non emergono, c'è una regolare procedura di richiesta di esenzione e una regolare concessione della stessa. Il passaggio successivo del pezzo sopra copiato è una libera interpretazione degli hacker russi, che evidentemente hanno una posizione di parte nella faccenda.
Non sappiamo per esempio se queste deroghe sono state concesse anche ad altri atleti, oltre a quelli americani, nè quanto questa pratica sia diffusa. Gli hacker russi hanno altri dati a riguardo? Non mi pare.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Il punto della faccenda per me è che la WADA si è dimostrata un organo non imparziale ma manipolato da qualcuno o meglio da qualche nazione potente. Quindi difatto è un organismo i cui responsi non danno alcuna garanzia di correttezza dato che ha agito non in ambito prettamente sportivo ma politico. Potete girarla come vi pare ma è stato smascherato. D'altronde solo nel mondo delle favole uno può pensare che solo i russi si dopassero anche a fronte di atleti e atlete di altre nazioni con muscolature che dire fuori da ogni logica è ancora poco. Nella ginnastica ad esempio ho sempre visto donne mingherline gracili magre fino ad essere anoressiche addirittura bambine fino a Rio 2016 dove abbiamo avuto le ginnaste carro armato, quindi i dubbi sono più che leciti.
Gil Galad - Stella di radianza
Tutti o quasi tutti gli atleti di altissimo livello sono dopati, almeno secondo un punto di vista "da uomo della strada", di buon senso comune: ovvero se per doping si intende fare largo uso di sostanze chimico/farmaceutiche e/o pratiche mediche che nessuna persona normale e in salute si sognerebbe mai di assumere e/o seguire e che tuttavia migliorano le prestazioni atletiche.
Poi certo, possiamo metterci a tirar fuori i sofismi e i tecnicismi... tipo che anche il Gatorade è una sostanza chimica che migliora le prestazioni ma non per questo è doping. Dove tracciare la linea di confine?
Oppure: se acquisto una certa sostanza di nascosto da un contrabbandiere del Caucaso sono uno sporco baro, se invece ottengo il permesso ad assumere la stessa sostanza dal medico della federazione compiacente allora sono un eroe dei tempi moderni.
Il punto è che non necessariamente ciò che è lecito è anche virtuoso e pulito, e può falsare una competizione favorendo tizio piuttosto che caio tanto quanto una pratica illecita.
Però, al netto di tutti i se e i ma, se un ragazzo di 20 anni che scoppia di salute e corre come il vento prende giù roba pensata per curare i malati terminali, poco importa che le scartoffie del medico abbiano i timbri in ordine oppure no.
E' un dopato punto e basta.
Detto questo, che si dopino pure. Loro sono felici e guadagnano pacchi di soldi, oltre a far guadagnare pacchi di soldi ancora più grandi ad altre persone, mentre noi assistiamo alle loro prestazioni fenomenali e ci stupiamo, divertendoci. Basta che si sappia che non sono eroi o esempi, ma solo entusiasmanti fenomeni da baraccone pompati come dei cavalli.
Le uniche vittime sono gli sportivi (temo pochi a certi livelli) che vorrebbero gareggiare ad armi pari, lealmente, senza rischiare di restarci secchi ai 45 anni tra pilloloni e beveroni vari.
Beh possono mettersi l'animo in pace, loro saranno lo 0,0000001% della popolazione e al resto va bene così (oppure non gliene potrebbe fregar di meno).