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ADWD - Progetto Rilettura ASOIAF
A di Albert Stark
creato il 25 marzo 2015

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Aegon il mediocre
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Aegon il mediocre
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Inviato il 25 aprile 2018 17:56

Quello che dici è vero. 

Però non lo inquadrerei nell'ottica di nuocere a Robb in assoluto. 

Karstark vuole vendetta a priori. E non riconosce più l'autorità di Robb. 

Le diserzioni secondo me avvengono per due motivi. Karstark ha promesso la figli in sposa a chi gli porta lo sterminatore (o la testa adesso non ricordo) e lo veniamo a sapere da un altro pov. E poi nel momento in cui Karstark si appresta all'omicidio il suo seguito è a conoscenza di ciò  (pov di cat). Mi pare logico siano fuggiti a cavallo del fattaccio.


                   2zexno1.png                       

 

" Sono io la tempesta, mio lord. La prima tempesta e l'ultima "

 

Volevo essere il re del mare, ma all'anagrafe sbagliarono una lettera

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


osservatore dal nord
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osservatore dal nord
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Inviato il 25 aprile 2018 18:05

concordo. Volevo sottolineare che robb nn perde i karstark perché questi si risentono della decapitazione del loro lord ( cosa che invece capita nello show). Lo avevano già fatto prima

 


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sharingan
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sharingan
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Inviato il 25 aprile 2018 18:09

JAIME III

Capitolo fondamentale per lo sviluppo del personaggio di Jaime, dopo il quale non sarà più veramente lo stesso. Proprio per questo l'autore, prima di farci sapere cosa diventerà Jaime, si preoccupa di ricordarci quello che era. Tutto il capitolo è costruito secondo un climax sull'idea di libertà: il terreno bruciato diventa sempre più verde, Jaime ha la possibilità di cavalcare, riesce ad ottenere una spada per liberarsi ma finisce poi di nuovo prigioniero. La canzone è un'imprudenza tipica di una persona impulsiva come lui, uno che difficilmente sopporta di stare in catene e di non poter agire. Una volta assaporato uno scampolo di libertà vuole gustarsi tutta quella disponibile e non solo la poca che gli viene concessa. Quindi canta, va al galoppo e poi tenta perfino di scappare scontrandosi con Brienne. Sono gli ultimi guizzi di un uomo d'azione. Se l'incuranza mostrata nel cantare può però apparire un peccato veniale, è forse la parte relativa a Cersei a destare la massima perplessità. E' evidente in questo passaggio quanto questo rapporto sia per Jaime totalizzante ma allo stesso tempo assolutamente naturale; nel suo flusso di coscienza non c'è un singolo momento dove pensa che tutto questo sia sbagliato, vive anzi l'ostilità del mondo come un'ingiustizia bella e buona a cui cercare di porre rimedio. Emerge anche la fondamentale ingenuità del lord comandante della Guardia reale: nella sua testa è ancora possibile sposare Cersei, legalizzare la loro unione e trovare un modo per normalizzarla agli occhi del mondo. Si tratta di poco più di un sogno ma che per lui assume i contorni di qualcosa di assolutamente concreto. La lotta con Brienne è il punto culminante di un dialogo che viene però effettuato con le spade, ovvero con l'unico mezzo che li accomuna veramente. Non a caso l'autore (seppur usando l'ironia) dice che le loro spade "si baciano" e che il loro scontro è "una danza". Le capacità dimostrate da Brienne sono la molla definitiva che smuove Jaime, il quale ha sempre dato grande importanza all'abilità guerresca, cioè proprio quella parte di sè che sta per perdere definitivamente. Il finale è cupissimo e degradante: il nome Lannister non serve a nulla con i Guitti Sanguinari, mentre il nomignolo di Sterminatore di Re è sulla bocca di tutti, persino in quella di gente così volgare e senza principi. Non è un caso che Jaime perda la mano proprio quando stava veramente compiendo qualcosa di disinteressato.

 

ARYA IV

Continuano gli approfondimenti sulla Fratellanza senza vessilli, che in questo capitolo effettua diverse soste e incontra persone differenti, tutte più o meno con qualche particolarità. Ci sono il vecchio cavaliere che racconta sempre la stessa storia dello stesso duello, la signora delle Foglie che vive sugli alberi, la misteriosa Vecchia di Cuore Alto e infine anche una vera e propria nobildonna. Tutto o quasi tutto (nomi, stemmi, città, personaggi) rimanda all'area semantica del bosco, luogo che più di ogni altro caratterizza la compagnia di Beric Dondarrion; è come se la Fratellanza si trovasse a suo agio solamente in contesti che rimandano al posto dove possono più efficacemente combattere la loro guerra che è una lotta di piccoli assalti, sortite condotte in gruppi ristretti e in bande separate con informazioni ridotte al minimo anche tra i vari membri del gruppo stesso. Gli incontri più significativi sono sicuramente quelli con la vecchia e con lady Smallwood. La prima è un personaggio abbastanza inquietante quasi da fiaba horror per bambini e assume rilevanza per le sue esatte premonizioni; la metafora della morte e resurrezione di Catelyn è anche ben anticipata dal racconto di Tom Sette su Edmure e sulla simbologia del pesce molle. Questa ministoryline avrà anche una coda importante in AFFC quando vedremo Tom Sette "infiltrato" a Delta delle Acque, in quella che credo sia una missione per conto di Lady Stoneheart. Mi è piaciuto il personaggio di Lady Smallwood (che non ricordavo), perchè si tratta di quelle figure ultrasecondarie ma alle quali Martin riesce a dare un loro approfondimento e a renderle interessanti almeno per quelle 5-6 pagine in cui compaiono. C'è anche spazio per un momento gossip: Lady Smallwood rimprovera Tom Sette di "piantare semi" un po' ovunque e poi sottolinea come sua figlia sia brava a cantare ... La parte finale con Arya e Gendry mi ha ricordato molto quella della lotta tra Brienne e Jaime (chiaramente con minor drammaticità), ma soprattutto è evidente il parallelismo tra la giovane Stark e la "donzella" di Tarth nel loro imbarazzo/fastidio dovuto dall'indossare un vestito (e nel corrispondere a determinate aspettative) che non vorrebbero avere.

 

DAENERYS II

Inizia la poco riuscita parte sulle città schiaviste che si protrarrà all'infinito e farà ingarbugliare Martin in un vero e proprio nodo. La civiltà ghiscari è un mix poco soddisfacente di Cartagine, Egitto e Sparta così come poco soddisfacenti sono i personaggi incontrati, tutti più o meno inconsistenti come questo Kraznys. Conosciamo anche gli Immacolati e siamo introdotti a tutto il tema della schiavitù che darà tanta pena a Dany. Più interessante la riflessione sulla decadenza degli imperi: Astapor è solo un pallido ricordo della potenza di Ghis ma la stessa riflessione può essere fatta per l'antica Valyria, una volta dominatrice e ora scomparsa dalla storia. Così come le beffe del destino martiniano colpiscono indifferentemente buoni e cattivi, intelligenti e stupidi, allo stesso modo funziona per le grandi civiltà tutte invariabilmente destinate a crollare e ad essere sostituite da nuovi dominatori. In questo senso è anche chiara la simbologia del personaggio di Daenerys: lei discendente della Vecchia Valyria proverà a sottomettere di nuovo l'Arpia di Ghis, seguendo una concezione ciclica della storia che la dovrebbe riportare anche sul Trono di Spade di Westeros. Ma si sa che non sempre le minestre riscaldate hanno lo stesso sapore di prima. La frase finale è tipicamente martiniana ed è una summa del relativismo che avvolge le Cronache.

 

BRAN II

La sola parte sul Cavaliere dell'albero che ride meriterebbe pagine e pagine di approfondimento, ma è stato tutto riassunto bene dagli interventi precedenti quindi non mi soffermerò più di tanto. Io comunque sono certo al 99,99% che Lyanna sia il cavaliere e che quell'episodio segni proprio l'inizio del concatenarsi degli eventi che porteranno Rhaegar a conoscere Lyanna, a scappare con lei, alla guerra, etc... quel che è sicuro è che quei giorni ad Harrenhal sono successe molte cose importanti, magari non tutte collegate ma che prese singolarmente avrebbero dato il via ad un momento chiave della storia. E' però ingegnoso il modo in cui lo scrittore riesce a parlare di qualcosa nascondendolo in un racconto allegorico e non con un semplice flashback.

Modificato il 05 July 2024 17:07

 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »

 

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sharingan
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Bannato
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Inviato il 25 aprile 2018 22:43

@***Silk***

Cita

 

Missandei si caratterizza fin da subito come un soggetto particolare: non ha più di 10 anni eppure ha un’ottima padronanza della Common Tongue per non essere mai stata a Westeros. Non volendoci vedere grossi misteri, si può presupporre che la baia schiavista sia abitualmente frequentata da westerosiani, altrimenti non si spiega come vi possa essere stata esposta.

 

 

Credo sia stata semplicemente istruita per fare l'interprete dagli schiavisti. Le avranno assegnato anche un maestro in Lingua Comune.

 

Cita

Piccola nota: che il re pirata interessato a comprare un centinaio di Unsullied fosse Euron?

 

Del re corsaro se ne parla anche in AFFC dicendo che si trova nelle Isole dell'Estate, quando però ormai Euron è già a Westeros.

 

@Aegon il mediocre

 

Cita

Nuovi dettagli a rimarcare il concetto che il legame tra Jaime è Cersei è profondo ,duraturo, viscerale. Per quanto si possa notare sudditanza psicologica dell’uno rispetto all’altro, rimane una delle storie d’amore più sincere di asoiaf.

 

Il problema è che in AFFC questo legame non pare più così sincero da parte di Cersei. Non si tratta più di un rapporto sbilanciato ma di un rapporto unidirezionale. Appare che per Cersei, Jaime è sempre stato solo uno strumento, nemmeno la sua prima scelta, mentre per il fratello lei è sempre stata davvero sopra qualsiasi altra cosa. Lei invece dice che Jaime era nettamente inferiore a Rhaegar e dimostra di essere molto più interessata al potere e a regnare, senza farsi nemmeno troppi problemi nel tradirlo più e più volte. Confesso però che questo presunto cambiamento (dico presunto perchè il POV di Cersei lo leggiamo solo in AFFC) non mi ha mai convinto del tutto e l'ho trovata una giravolta non preparata benissimo da Martin. Contando che Cersei dice a Ned che Jaime "la completa", mi è sembrato che Martin abbia voluto cambiare in seguito la natura del loro amore sbilanciandolo eccessivamente verso Jaime.

 

@Figlia dell' estate

Cita

È quasi impossibile non rendersi conto di quanto sia finta. Ma forse questo serve a rendere piú umano Tyrion: dietro la maschera del nano cinico c' è solo un uomo che chiede di essere amato. Bello il paragone (non mi ricordo chi lo ha fatto) tra Cersei e Shae per il fatto che entrambe manipolano le persone col proprio corpo. Mi ricordo infatti che Cersei aveva tentato di sedurre Ned nel primo  libro (dopo aver appena detto che lei e Jaime sono "una cosa sola" :ehmmm:)

 

Il vero dramma di Tyrion è che se ne rende conto, ma pensa che uno come lui non potrà mai avere nulla di più di una prostituta. La convinzione del nano è anche sbagliata perchè fa soprattutto riferimento al caso di Tysha, la quale non era una prostituta ed era sinceramente innamorata di lui.

 

Cita

ma noi sappiamo che Ned aveva agito in maniera totalmente diversa, rinunciando all' amore per Ashara e accettando a sposare Cat per dovere.

 

Io in realtà dubito che Ned fosse realmente innamorato di Ashara e sono sicuro al 99% che lei non lo sia stata di lui bensì di suo fratello Brandon.

 

Cita

Esso ha avuto conseguenze importanti non solo sugli Stark, ma anche sulla battaglia delle Acque Nere, visto che Tywin è riuscito a congiungersi con i Tyrell proprio durante la ritirata.

 

Ma questo Edmure non poteva saperlo. Se Robb contava per davvero su questo, avrebbe dovuto dirlo esplicitamente allo zio.

 

@AryaSnow

 

Cita

la differenza tra l’interesse più immediato (forse più tipico di una casata “pragmatica” come i Lannister) e il pensare a lungo termine (forse maggiormente simboleggiato dagli Stark, con il loro “Winter is coming”, che però in compenso spesso dimenticano di badare alle insidie più ovvie e terra-terra, al punto da dimostrarsi spesso “stupidi” proprio per via degli errori più banali che commettono).

 

Bisogna anche considerare le distanze in un luogo (Westeros) che di fatto è un Continente. Per un Lannister la Barriera, i bruti e gli Estranei sono qualcosa di remotissimo e che impatta essenzialmente sul Nord, regno che in un modo o nell'altra gli è stato (e in gran parte gli è) ostile. Inoltre le casate nobiliari non ragionano quasi mai in termini di salvezza del regno o di bene collettivo ma soprattutto di interesse particolare. In questo senso Tywin mi pare anzi uno di quelli che riesce a fare ragionamenti un po' più estesi e articolati, anche se sempre legati ad una "grandezza" di casata. Non escludo nemmeno che ci sia verso il Nord in generale un po' di quella alterigia e superbia che i Lannister hanno più volte mostrato verso altri attori (popolini, borghesi, casate minori, etc....: gli Stark sono un'antica casata ma nel complesso il Nord è meno dinamico, meno ricco e meno "aristocratico" in senso stretto.

Modificato il 05 July 2024 17:07

 

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And on the pedestal these words appear:
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Inviato il 26 aprile 2018 15:41

JON II:

Due cose mi hanno colpito di questo capitolo. La prima è la descrizione del Pugno dei primi uomini e in particolare l' assenza dei corpi:

"Non avete trovato il suo corpo?" Harma fremette e il disprezzo le si condensó fuori falle narici. "Che idioti che sono questi corvi neri qua".

La seconda cosa è la canzone "L' ultimo dei giganti" che è un pó l' "inno" dei bruti. In particolare mi è piaciuto il fatto che Ygritte si sia commossa cantandola.

SANSA II:

Questo capitolo ci mostra una Sansa da un lato piú matura e consapevole, dall' altro ancora ingenua e legata ai suoi sogni (cosa del tutto naturale da una ragazzina di dodici anni). In qualche modo lei è tra Margaery e le sue cugine. A proposito di Margaery (che sta iniziando a starmi simpatica): ho sempre pensato che ignorasse il piano di sua nonna per uccidere Joffrey, ma la sua sicurezza prima del matrimonio mi fa pensare che sapesse giá tutto! Il passaggio che mi è piaciuto è quando lei pensa di chiamare i suoi figli con i nomi dei suoi familiari: "Eddard, Brandon e Rickon, ecco come li avrebbe chiamati... Nei sogni di Sansa, i volti dei suoi figli erano gli stessi dei fratelli che aveva perduto. A volte, appariva anche una bambina con il viso di Arya."

Ho sempre rimproverato a Sansa la mancanza di affetto nei confronti dei suoi fratelli nel primo libro, perció apprezzo molto questi passaggi. E ho gradito molto anche questa frase: "E impareranno anche a odiare i Lannister." Brava Sansa! Figli cresciuti con valori!


"Gli dei esistono" ripetè a se stessa. "E anche i veri cavalieri. Tutto questo non può essere una menzogna".

 

Comitato Pro Brandon Stark; Comitato S.P.A. Salvate il piccolo Aemon (in difesa del figlio di Mance, del figlio di Gilly e di tutti gli altri bimbi di ASOIAF); Comitato QUANDO C'ERA LUI (Meglio Tywin di quella psicopatica di sua figlia); Comitato A.T.P.A. (Aemon Targaryen pro-pro-prozio dell'anno); Comitato E.S.S.S. (Eddard Stark Santo Subito); Comitato E.T.S.T. (Eddison Tollett li seppellirà tutti); Comitato M.E.F.H. (Martin esci fuori Howland) gemellato con M.E.F.W. (Martin esci fuori Willas); Comitato T.M.G.M.S.  (Theon Mezzo Greyjoy Mezzo Stark); Comitato Y.L.J.E.M. (Ygritte levati, Jon è mio), Comitato T+S: Tyrion+Sansa (possibilmente a regnare su Castel Granito); Comitato Pro Jojen e Meera Reed; Comitato G.M.S.S. (Giù le mani da Sansa Stark); Comitato L'unico Vero Aegon (ovvero l'Egg delle novelle);

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Inviato il 27 aprile 2018 12:58

ARYA II:

Diamo addio a Frittella <_<, che peró ci regala un' altra battuta: "Io qua non sono piú Frittella. Sharna mi chiama ragazzo. Chiama ragazzo anche l' altro ragazzo. Finisce che facciamo confusione". È bello il fatto che Arya senta la sua mancanza.

Veniamo a sapere qualcosa della missione della fratellanza senza vessilli: "Alcuni di noi pensarono di arrendersi, ma Lord Beric non volle neppure sentirne parlare. Eravamo ancora uomini del re, ci disse, e le genti che i leoni di Castel Granito stavano sterminando erano ancora le genti del re. Se non potevamo combattere per re Robert, allora sarebbe stato per loro che avremmo combattuto". Qualcuno li ha paragonati ai guardiani della notte, io vedo anche una somiglianza col popolo libero, per l' uguaglianza di fondo che esiste tra i vari componenti.

SAMWELL I:

La cosa migliore del capitolo è il contrasto tra la scena quasi immobile della marcia, dominato dal silenzio e dalla stanchezza di Sam, e i ricordi della battaglia. Per molti versi mi ha ricordato il primo capitolo di Davos (e infatti anche qui c' è il tema dell' istinto di sopravvivenza). L' altro casa bella del capitolo è che vediamo da un lato l' inettitudine di Sam (ha lasciato volare i corvi senza spedire un solo biglietto), dall' altro il suo coraggio (l' uccisione dell' estraneo).


"Gli dei esistono" ripetè a se stessa. "E anche i veri cavalieri. Tutto questo non può essere una menzogna".

 

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Inviato il 29 aprile 2018 15:30

TYRION III:

Ci sono alcuni capitoli ad Approdo del re che ho trovato noiosi, questo non è il caso! Le riunioni del Concilio ristrette mi sono sempre piaciute. Vediamo volti giá conosciuti (Varys, Ditocorto), e volti nuovi. Tra questi spicca Mace Tyrell, che è una figura quasi comica (evidentemente l' astuzia in casa Tyrell salta una generazione). L' Altopiano rivendica il suo ruolo, ma le decisioni importanti vengono prese dai Lannister. È curioso come Cersei, Tyrion e Tywin vedano Sansa in maniera diversa. Tyrion cerca di proteggerla (anche se per un momento appare sedotto dall' idea di sposarla), Cersei la vede come un ostaggio, quasi una sua proprietá, senza capire l' importanza strategica che ha, per Tywin è semplicemente uno strumento, non gli interessa nè renderla felice, nè torturarla psicologicamente (come hanno fatto Joffrey e Cersei). Ma Tywin sembra considerare uno strumento anche la sua stessa figlia e la costringe a risposarsi. Ammetto di aver provato anche io pena per Cersei in questo caso, anche se forse sarebbe da compatire piú il povero Willas (che infatti la rifiuta, lol). Sono sempre piú curiosa di vedere questo personaggio. 

CATELYN III:

Se nel capitolo precedente abbiamo visto un ragazzino inmaturo ed egoista, questa volta vediamo un re. Karstark aveva torto marcio: puoi anche ribellarti dopo che Catelyn aveva liberato Jaime, ma fare fuori due ragazzini che erano anche due validi ostaggi (uno di loro era e un Frey)! Robb non poteva fare altrimenti: darebbe apparso debole non punendolo. Tuttavia ho apprezzato la dignitá di Karstark. In qualche modo rappresentano due lati del nord: l' onore e la vendetta. Jeyne è abbastanza scialba come personalitá (probabilmente per far apparire ancora piú supido il gesto di Robb), ma quasi tenerezza quando parla della " pozione della fertilitá" (voglio veder motire Sybell Westerling in maniera atroce).

PS. Un dettaglio affascinante: nel precedente capitolo di Arya pioveva cosí come in questo.


"Gli dei esistono" ripetè a se stessa. "E anche i veri cavalieri. Tutto questo non può essere una menzogna".

 

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AryaSnow
Assassina al servizio della Barriera
Guardiani della Notte
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AryaSnow
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Inviato il 30 aprile 2018 20:22

Jaime III


Questo è davvero un capitolo di alta qualità. E’ anche estremamente equilibrato e completo, perché c’è tutto: atmosfera, introspezione del PdV, una bella scena di combattimento, un momento di vera angoscia per la sorte dei personaggi e un plot twist inaspettato e di grande effetto. Si candida sicuramente ad essere uno dei migliori capitoli del libro. Anche l’ambientazione delle Terre dei Fiumi viene valorizzata, con l’alternanza di un ambiente devastato dalla guerra e scenari più “verdeggianti” e rigogliosi.


Viene messo in evidenza quanto i giochetti con l’altofuoco di Aerys abbiamo segnato Jaime, non solo dal ricordo già citato da Silk in relazione ai campi anneriti che gli ricordano i roghi dell’ex sovrano, ma anche perché, a ben vedere, è proprio l’ennesimo riferimento a quel tradimento da parte di Brienne a far scattare in lui quella molla finale che lo spinge a iniziare il combattimento. E poi sì, c’è l’amara constatazione che persino gente della risma dei Bravi Camerati si permette di chiamarlo “Sterminatore di Re” e considerarlo inaffidabile per via di quel regicidio.


Sappiamo che tra i lettori c’è una nutrita schiera di shippatori di Jaime e Brienne, e in questo capitolo ci sono diversi dettagli che probabilmente possono solleticare certe fantasie. A partire da quando lui si propone di lavarle la schiena (gesto tra l'altro associato ai suoi ricordi con Cersei), cosa che tra l’altro anticipa il fatto che fra poco si troveranno davvero a “fare il bagno” insieme, anche se nel fiume e in un contesto un po’ diverso. E non dimentichiamo che in un capitolo successivo si ritroveranno proprio letteralmente nella stessa vasca. 


Dalla scena del combattimento invece emerge, più che l’ostilità di Jaime per Brienne, il suo amore generico per il combattimento e l’azione. Credo che sia una passione totalmente neutra, al di là di ogni tifo per il proprio schieramento, al di là di ogni principio morale, al di là di ogni amore o odio per il nemico (ricordiamo anche che durante la Battaglia delle Acque Nere Tyrion ha richiamato alla mente proprio i racconti di Jaime sulla "febbre da battaglia"). Nulla da fare… è proprio una cosa che gli piace, una specie di droga che infatti in questo capitolo, dopo aver assaporato, non intende per nessuna ragione interrompere. Non è particolarmente “arrabbiato” con Brienne, e in realtà pure a livello di convenienza non è che quell'iniziativa sia stata una scelta così saggia (la donna aveva comunque intenzione di riportarlo dove lui voleva andare e con quel combattimento ha solo provocato rumore inutilmente, cacciandosi in grossi guai). E’ che proprio gli piace la sensazione di avere una spada in pugno e tornare ad usarla, niente di più e niente di meno.


Anche i ricordi di Jaime su Cersei mostrano, come hanno già detto altri, la grande imprudenza e passionalità del personaggio, che sarebbe davvero pronto a fare la “follia” di annunciare a tutti il loro incesto e sposare la sorella apertamente. Il desiderio di tenere la relazione nascosta sembra quindi più di Cersei che suo e infatti, come è emerso dai suoi ricordi di qualche capitolo fa, pure il gesto di gettare Bran dalla torre è stato fatto nella speranza di compiere la volontà della sorella. E sinceramente io vedo già dai tempi di ACOK che tra i due probabilmente quello più “coinvolto” emotivamente è Jaime stesso, che si è sempre vantato di essere sempre rimasto fedele a lei, mentre Cersei già allora non si faceva problemi a tradirlo.

 

Confesso infine che mi è dispiaciuto un po’ per Cleos. Non era male come abbinamento al comunque già efficace duo Jaime-Brienne, Ma anche come personaggio in sé, per quanto molto marginale, non è che fosse da buttare.

 

 

Arya IV


La prima parte di questo capitolo la trovo un po’ un allungamento del brodo. Si parla del tragitto fatto dalla Fratellanza Senza Vessilli e dei particolari luoghi che visitano, ma di suo secondo me quella parte poteva essere parecchio abbreviata. Una cosa abbastanza interessante però è l’arrivo del gruppo al tempio devastato. Inizialmente si potrebbe sospettare che si tratti dello stesso tempio visto nel capitolo precedente da Jaime e Brienne e saccheggiato dai Bravi Camerati. Lo stesso Lem chiede se sono stati i Guitti Sanguinari (per quanto per svariate ragioni la cosa non avrebbe molto senso, se ci si pensa con attenzione). Tuttavia poi si scopre che si tratta di un luogo ben diverso e che in questo caso i colpevoli sono gli uomini del Nord, cosa che provoca in un’Arya una certa dose di vergogna e probabilmente inizia a farle maturare una nuova consapevolezza. Forse questo momentaneo “malinteso” di cui può cader vittima anche il lettore è stato intenzionale da parte dell’autore, creando prima l’illusione di una rassicurante certezza su chi sono i cattivi e poi dissolvendola. Insomma, insieme al PdV di Arya anche noi siamo portato a sbagliarci, proprio a causa della somiglianza con il capitolo precedente di Jaime.


Ma le vere parti interessanti del capitolo sono la visita alla vecchia del Cuore Alto e a Lady Smallwood. La prima riesce a trasmettere un’atmosfera davvero magica e sinistra, introducendo la scena con la coperta che viene strappata ad Arya nel cuore della notte ad opera del forte vento (della serie “era una notte buia e tempestosa…” e poi presentandoci questa misteriosa vecchietta che fa profezie incredibilmente esatte. 


Lady Smallwood è un personaggio molto carino anche se ci fa compagnia davvero per una breve frazione del libro (e del capitolo). Probabilmente è il primo personaggio davvero “di buon cuore” che Arya incontra dopo tanto tempo, almeno tra gli sconosciuti, e che le manifesta gentilezza in modo disinteressato. Probabilmente la ragazza stessa lo percepisce e anche per questo alla fine del capitolo si mostra così gentile e riconoscente. Ammetto che rileggere Arya che chiede alla lady scusa per il vestito mi fa sempre una gran tenerezza. Una delle cose che mi piacciono di più del personaggio è proprio che in mezzo a tanta cupezza e rabbia mostra questi improvvisi piccoli “bagliori” di umanità, che sembrano più evidenti proprio perché ben dosati in mezzo ad un contesto ben più oscuro. E spesso non si tratta nemmeno di chissà quali gesti evidenti e grandiosi, sono proprio i piccoli dettagli che contano. C’è inoltre un nuovo parallelismo tra la canzone di Tom il Sette e quello che sta avvenendo: la ballata illustra una lady assai poco convenzionale, proprio come lo è Arya, e probabilmente ammicca al gioco tra Arya e Gendry (lo stesso Tom le strizza l’occhiolino quando la vede rientrare). Ma penso anche che ci sia di più e che la ballata voglia alludere anche al rapporto tra Rhaegar e Lyanna (molto spesso associata ad Arya).

 

Daenerys II


Non sono mai stata una fan accanita delle ambientazioni di Essos (a parte Braavos, che però è un po’ un caso a parte in quanto è una città di ispirazione abbastanza europea e quindi non granché esotica). Trovo un po’ stereotipato e banalotto il gusto per l’esotismo orientale di Martin. Diciamo che non lo trovo abilissimo nel dare profondità ad una cultura così distante.
Tuttavia questa iniziale descrizione di Astapor non mi dispiace affatto. Ho comunque qualche riserva, soprattutto perché trovo un po’ martellante e forzata (e pure esagerata) la pressoché totale negatività con cui la città viene presentata: ha un clima terribile e soffocante, tutta l’urbanistica è in decadenza, le usanze del popolo sono le più disgustose possibili (schiavismo, spettacoli con bambini sbranati dagli orsi, cibi con ingredienti ripugnanti…) e gli abitanti sono psicologicamente piatti e sgradevoli che più di così non si può. Però devo dire che questo insieme di caratteristiche riesce a raggiungere con efficacia lo scopo di creare un’atmosfera opprimente per tutto il capitolo. In modo particolare è davvero ben reso il caldo: leggendo la descrizione delle sensazioni di Dany pure io riesco quasi a percepirlo.

 

Al di là delle carine dimostrazioni di Kraznys sugli immacolati e del racconto sul modo simpatico in cui vengono addestrati, bisogna prestare attenzione al fatto che questi guerrieri vengono abituati a fare quel genere di vita fin da piccoli, e fin da piccoli subiscono il lavaggio del cervello più spersonalizzante possibile. La domanda che mi pongo è: un uomo che viene addestrato per tutta la vita in quel modo, e che quindi ormai ha totalmente assimilato una certa impostazione mentale, nel profondo potrebbe capire davvero cos'è la liberta e il suo valore, oppure ormai è talmente “addormentato” da aver ormai smesso di bramarla? E’ una cosa che da un punto di vista psicologico-antropologico mi incuriosisce. Come vedremo dagli sviluppi successivi, Martin risponde con la prima interpretazione, ma mi viene sempre da chiedermi se realisticamente le cose andrebbero proprio così. Comunque è anche spiegato che questa incrollabilità degli Immacolati è in parte dovuta ad una sorta di droga che li rende più insensibili al dolore, segno che anche il semplice addestramento/educazione non basterebbe a renderli quello che sono diventati.

 

Da certi passaggi gli Immacolati sembrano inoltre rappresentare in maniera molto estremizzata, direi anche distorta, quello che i GdN sono rispetto ai Bruti. In un capitolo passato Jon osservava come la confraternita rispetto al Popolo Libero ha una maggiore disciplina e organizzazione che potrebbe riuscire a colmare la disparità numerica, e anche lo schiavista osserva che, anche se ci sono guerrieri fisicamente molto più forti o più veloci, gli Immacolati hanno il dono di essere in assoluto i più obbedienti. Inoltre anche la castrazione è un modo estremizzato per ottenere lo stesso effetto a cui mira voto di castità del GdN (ricordiamo anche che Tormund prendeva in giro Jon chiedendogli se i confratelli vengono castrati), come fa  notare Kraznys stesso.

 

Nonostante la disumanità di ciò che gli schiavisti e i loro Immacolati rappresentano, Jorah fa notare a Dany il “lato positivo” di tutto questo: se i guerrieri sono così obbedienti, lo saranno anche nell'esecuzione degli ordini che Dany ipartità loro, e quindi non si abbandoneranno agli eccessi e alle atrocità a cui capita di lasciarsi andare ai soldati ordinari. In fondo l’addestramento degli Immacolati ormai è passato e quel che è fatto è fatto: non puoi certo far tornare in vita i neonati che hanno dovuto uccidere, ma puoi sfruttare questi uomini nel migliore dei modi possibili. Io capisco questo discorso e in parte posso anche concordare, ma c’è un altro aspetto da non sottovalutare: comprando gli Immacolati si finanzia il business degli schiavisti e quindi in qualche modo li si incoraggia e continuare con queste discutibili usanze (sappiamo che alla fine Dany non farà esattamente questo, ma questo lo si vedrà solo dopo). Diciamo che l’ambiguità morale della situazione resta evidente, anche se ovviamente ci sono tante cose su cui un’aspirante conquistatrice deve a suo malgrado passar sopra.


Divertente la finta barriera linguistica tra Dany e lo schiavista, con la discrepanza tra il modo in cui si rivolge alla sua cliente e il modo in cui le sue parole vengono tradotte.


Bran II


Prima del racconto di Meera non l’ho trovato un capitolo molto entusiasmante, però ci ho visto un certo parallelismo con la fuga di Arya da Harrenhal nel tentativo di raggiungere Delta delle Acque. In entrambi i casi i ragazzi Stark si pongono degli obiettivi piuttosto lontani e in entrambi i casi viene evidenziato come per seguire il corso naturale del terreno sono costretti per alcuni tratti a procedere in direzione opposta, rallentando ulteriormente il loro viaggio (cosa che forse è un po’ una metafora involontaria del modo a tratti inconcludente in cui talvolta procede la narrazione di ASOIAF e soprattutto dei ritmi di scrittura di Martin stesso). Entrambi gli Stark ad un certo punto arrivano ad una dimora, abitata da qualcuno che permette loro di consumare un pasto. Solo che, mentre nel caso di Arya si trattava di fuorilegge con intenti non proprio trasparenti, per Bran (con il presunto Liddle) è un vero e proprio aiuto completamente disinteressato.


E’ interessante il fatto che il Liddle ricorda come al Nord le cose fossero migliori quando gli Stark tenevano saldamente in mano la regione. Dimostra che, per quanto Eddard sia sempre accusato dai lettori di essere incapace politicamente, nel governo della sua regione riusciva piuttosto bene. E a proposito dei vecchi tempi di tranquillità degli Stark, ho trovato toccanti i pensieri di Bran sulla Vecchia Nan, più che altro perché rievocano quell'atmosfera famigliare di Grande Inverno che nei primi due libri è stata resa davvero bene e che probabilmente non tornerà più. Sono stati posti del punti di riferimento che poi sono stati messi in crisi e distrutti, anche se l’atteggiamento amichevole del Liddle serve a donare un minimo di concretezza alla nostalgia del tempi andati e le parole di Jojen sui lupi che torneranno mantengono accesa una scintilla di speranza.


Il Cavaliere dell’Albero che Ride secondo me è Lyanna. Anche perché nei capitoli di Arya (sia in quello appena trascorso durante la canzone di Tom, sia nel capitolo ancora precedente quando vengono evidenziate le abilità a cavallo di entrambe le ragazze) ci sono fin troppi parallelismi con Lyanna, che non penso che siano un caso. In questo stesso capitolo viene messa in evidenza l’indole ribelle della ragazza, che rovescia una coppa di vino in testa al fratello, un po’ come se fosse il preludio di qualcosa di ancora più ribelle che avrebbe fatto poco dopo (partecipare al torneo)... e probabilmente di una ribellione ancora successiva (fuga con Rhaegar).

Modificato il 05 July 2024 17:07


AryaSnow
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Inviato il 30 aprile 2018 20:40

 

Cita

 

Bisogna anche considerare le distanze in un luogo (Westeros) che di fatto è un Continente. Per un Lannister la Barriera, i bruti e gli Estranei sono qualcosa di remotissimo e che impatta essenzialmente sul Nord, regno che in un modo o nell'altra gli è stato (e in gran parte gli è) ostile. Inoltre le casate nobiliari non ragionano quasi mai in termini di salvezza del regno o di bene collettivo ma soprattutto di interesse particolare. In questo senso Tywin mi pare anzi uno di quelli che riesce a fare ragionamenti un po' più estesi e articolati, anche se sempre legati ad una "grandezza" di casata. Non escludo nemmeno che ci sia verso il Nord in generale un po' di quella alterigia e superbia che i Lannister hanno più volte mostrato verso altri attori (popolini, borghesi, casate minori, etc....: gli Stark sono un'antica casata ma nel complesso il Nord è meno dinamico, meno ricco e meno "aristocratico" in senso stretto.

 

Sì sì, ma guarda, a livello strettamente pragmatico il punto di vista di Tywin ha anche senso, non metto in dubbio che sia razionale. O meglio: io sono convinta che il pericolo degli Estranei riguardi un po' tutto il continente (se si scoprisse che non riescono ad andare più a meridione dell'Incollatura per me sarebbe un po' deludente come minaccia, sinceramente) e che tutti dovrebbero averne paura, ma è anche vero che dal punto di vista di un westerosiano razionale, che non ha mai avuto nessuno straccio di prova dell'esistenza di queste creature, non ha molto senso ragionare in funzione di questo pericolo. I Bruti appaiono sicuramente come qualcosa di più realistico, ma al tempo stesso per loro ha più senso pensare che sia un problema che riguarda più che altro il Nord e che, essendo Mance umano, sia anche fattibile una futura alleanza con lui (proprio come pensa Tywin).

 

Tuttavia, al di là della ragionevolezza delle considerazioni di Tywin, che possiamo benissimo capire se ci mettiamo nel suoi panni e facciamo finta di non essere dei lettori che sanno ben di più, penso che ad un livello più tematico, simbolico e letterario si possa ravvisare questa contrapposizione tra un'approccio più immediato e qualcosa di più sul lungo termine, tra l'avere degli interessi più limitati (e il fatto di essere interessati più alla propria casata che al continente nel complesso è un po' un sintomo di tutto ciò a mio parere*) e una visione più di ampio respiro, tra l'attenzione tutta focalizzata sul giochi di potere "estivi" e l'inverno che sta arrivando. Ovviamente ciò non toglie che nell'ambito dei vari "giocatori del trono" Tywin sia più lungimirante di tanti altri. Semplicemente penso che ASOIAF racchiuda nel complesso qualcosa che va anche oltre tali giochi.

Poi sì, forse in questo disinteresse verso il Nord c'è anche un pizzico di quel classismo, anch'esso come ho già detto un importante limite di Tywin.

 

*Riguardo a questo passaggio mi viene però da osservare che c'è un paradosso: da un lato la determinazione di Tywin di mettere l'interesse dei Lannister come casata sopra ogni questione di riguardante il reame nel complesso può essere vista come una visione troppo ristretta, ma dall'altro Tywin può essere accusato di non prestare abbastanza attenzione al particolare con il suo atteggiamento freddo verso i figli intesi come singoli individui. Lo trovo molto interessante. 

Modificato il 05 July 2024 17:07


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Inviato il 01 maggio 2018 0:04

in un contesto medievale ci sta che jeyne o la prima Sansa appaiano a noi moderni piatte : Molta della loro educazione si basa sul fatto che devono essere le compagne servizievoli dei mariti e al massimo gestire il focolare quando gli sposi sono via. Basti pensare a walda la grassa che sembrerebbe essere diventata la donna più felice del mondo solo perché ha rimediato un lord potente come roose Bolton.

Proprio perché la barriera sembrerebbe essere affare solo del nord rende ancor più importante l'andarci di stannis

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Inviato il 01 maggio 2018 10:51

DAVOS III

La parte più interessante è senz'altro quella del confronto tra Melisandre e Davos, lo ying e lo yang di Stannis Baratheon. Davos non è nè un filosofo nè un pensatore quindi parrebbe poco adatto a un confronto teologico di questo tipo, però possiede il giusto mix di saggezza popolare e devozione verso la religiosità tradizionale che rende non banale il suo contrasto con la donna rossa. Il cavaliere delle cipolle non rifiuta nemmeno del tutto il credo di R'hlorr, ne riconosce il potere e prova anche a vedere nelle fiamme ma in definitiva non può e non vuole fare il passo definitivo della conversione perchè quel culto è qualcosa di troppo alieno per lui. C'è comunque un alleggerimento anche nel suo rapporto con Melisandre, forse comprende che lei non è realmente responsabile della morte dei suoi figli o forse molto pragmaticamente riconosce l'utilità della donna per il suo sovrano. I dibattiti metafisici in ASOIAF sono piuttosto particolari perchè sono calati in un contesto dove la magia e il soprannaturale esistono e non sono solamente una mera speculazione filosofica: Melisandre ha poteri oggettivi e può portare questi poteri come prova della veridicità del suo credo. Non è però un caso che lei stessa pronunci la profezia di Azor-Ahai, quella che l'ha portata a credere che Stannis sia il prescelto del dio rosso per distruggere la minaccia estranea. Si tratta quasi sicuramente di una predizione erronea, per lo meno di un'interpretazione sbagliata di determinati segni che sono stati effettivamente mostrati: esiste il soprannaturale ma gli esseri umani sono sempre soggetti all'errore. Il finale chiarisce ancora meglio la personalità di Davos e si connette più o meno direttamente al discorso religioso: è Stannis il dio di Davos, è ad un uomo non ad un nume nè ad un messia che decide di donare la sua completa fedeltà.

 

JON III

Già in precedenza l'autore aveva messo in risalto la vicinanza tra bruti e nordici e ora questo concetto trova piena risoluzione con l'unione carnale tra Jon e Ygritte. Il bastardo è combattuto ma si sente sempre meno colpevole, comincia ad apprezzare i vantaggi di far parte del popolo libero e gli obbiettivi iniziali diventano sempre più sfumati. Una parte di Jon continua ad utilizzare la giustificazione della missione sotto copertura ma un'altra parte sempre più preponderante capisce l'ipocrisia di questa autoassoluzione. I dilemmi legati a questa vicenda mi hanno ricordato quelli di Jaime, altro personaggio legato da troppi giuramenti e altro personaggio impegnato in un amore "proibito". L'insistere di Ygritte sul concetto di "donna rubata" continua a farmi venire in mente la vicenda di Lyanna e Rhaegar:

 

<< Non mi sono nemmeno reso conto che eri una ragazza fino a quando non ho premuto la lama alla gola.>>

 

Rhaegar viene inviato dal padre a dare la caccia al cavaliere dell'albero sorridente: è plausibile che la storia d'amore di Jon e Ygritte sia nata in un modo simile a quella dei suoi presunti genitori biologici.  Abbiamo pure il punto di vista dei bruti riguardo la pratica dell'incesto e scopriamo che viene considerata ripugnante e aberrante anche tra di loro, fatto singolare perchè è molto probabile che lo stesso Jon appartenga ad una famiglia che ha largamente fatto uso di questa pratica senza contare che SPOILER SERIE TV 7 STAGIONE

lo stesso Jon potrebbe avere un simile destino con sua zia Daenerys

. Anche la rievocazione della vicenda di Bael il Bardo va nello stesso verso: un re musicista che rapisce la figlia del re del Nord e la lascia incinta.... rileggendo i libri si nota come i riferimenti alla R+J siano ancora maggiori di quanto ricordassi.

 

DAENERYS III

Il capitolo è ben scritto e ha un finale emozionante e coinvolgente però ha alla base il difetto di presentare dei villain abbastanza macchiettistici e stereotipati, tanto da rendere difficile pensare che Daenerys non riesca a farla franca. In questo modo la chiusura risulta prevedibile nonostante Martin faccia di tutto per occultare le vere intenzioni di Dany utilizzando una tecnica narrativa abbastanza ingannevole e omissiva. L'apparizione/profezia di Qaithe non so bene come collocarla, mentre mi pare ben più significativa la visione del Tridente che anticipa un'eventuale discesa degli Estranei in pieno sud.

 

SANSA III

Ad esclusione di quelli con morti tragiche e importanti, è difficile trovare in tutta la saga un capitolo più triste e amaro. Per Sansa si tratta forse del momento di definitivo distacco dal mondo ideale alla quale è stata istruita dalla septa e dell'ingresso in quello reale degli adulti. Il matrimonio dovrebbe rappresentare il punto più alto della vita di una lady, nella mente della giovane Stark tutto sarebbe dovuto essere perfetto e fiabesco, dall'abito al marito, dalla location agli invitati. Qui invece abbiamo un marito deforme, invitati che sono quasi tutti nemici della sua famiglia, un luogo che per lei è ormai simbolo di tragedia, etc... ci sono piccoli momenti in cui Sansa riesce anche a vedere qualcosa di positivo (quando danza con Garlan per esempio) ma sono solo brevissime illusioni in un contesto già compromesso. Tutto in questo matrimonio è infatti rovesciato e quanto più lontano dal desiderabile: Joffrey fa le veci di Ned, Cersei quelle di Catelyn e Tyrion quelle di Loras. Al posto del padre, della madre e del marito desiderato ci sono tre carnefici, anche se almeno sul terzo si possono fare discorsi in parte differenti. Anche Tyrion è infatti una vittima della situazione ed è la stessa Sansa ad accorgersi di questo, con un'accortezza che rivela nella ragazza una nuova maturità. Non è facile in una situazione del genere provare empatia per una persona come il Folletto che nella frase finale sulle puttane spiega bene il senso profondo del suo rapporto con Shae. Nella rievocazione del suo matrimonio con Tysha è possibile notare pure un certo parallelismo con Sansa: anche Tyrion è stato ingenuo, anche Tyrion ha avuto delle passioni e delle illusioni giovanili che si sono poi infrante di fronte alla dura realtà. Devo dire che mi dispiace che Tyrion e Sansa avranno un'interazione così breve, i loro scambi in questo libro sono i più interessanti di tutte le Cronache.

Modificato il 05 July 2024 17:07

 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »

 

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Inviato il 01 maggio 2018 14:30
Il 30/4/2018 at 20:40, AryaSnow dice:

 

 
Tuttavia, al di là della ragionevolezza delle considerazioni di Tywin, che possiamo benissimo capire se ci mettiamo nel suoi panni e facciamo finta di non essere dei lettori che sanno ben di più, penso che ad un livello più tematico, simbolico e letterario si possa ravvisare questa contrapposizione tra un'approccio più immediato e qualcosa di più sul lungo termine, tra l'avere degli interessi più limitati (e il fatto di essere interessati più alla propria casata che al continente nel complesso è un po' un sintomo di tutto ciò a mio parere*) e una visione più di ampio respiro, tra l'attenzione tutta focalizzata sul giochi di potere "estivi" e l'inverno che sta arrivando. Ovviamente ciò non toglie che nell'ambito dei vari "giocatori del trono" Tywin sia più lungimirante di tanti altri. Semplicemente penso che ASOIAF racchiuda nel complesso qualcosa che va anche oltre tali giochi.

Poi sì, forse in questo disinteresse verso il Nord c'è anche un pizzico di quel classismo, anch'esso come ho già detto un importante limite di Tywin.

 

 

E' un'interpretazione sicuramente interessante e che si presta ad interpretazioni. Io però più che un approccio sul lungo termine, ho sempre visto gli Stark più propensi alla conservazione, alla difesa di tutto il bagaglio di tradizioni del Nord, alla peculiarità di questo ambiente (e quindi anche alla Barriera, gli Estranei, i bruti, i figli della foresta, etc...); anche tutto il discorso che "ci deve sempre essere uno Stark a Grande Inverno", ribaduto dal Liddle, va in questa direzione di immutabilità del Nord e della famiglia che dovrebbe governarlo. Gli Estranei sono di quanto più antico esista ed è quindi in linea con questa concezione che siano gli Stak a doversene occupare più direttamente. Per i Lannister invece la gloria della casata è qualcosa proiettato nel presente e nel futuro, qualcosa in divenire piuttosto che qualcosa di appartenente ai tempi antichi.

 

Cita

*Riguardo a questo passaggio mi viene però da osservare che c'è un paradosso: da un lato la determinazione di Tywin di mettere l'interesse dei Lannister come casata sopra ogni questione di riguardante il reame nel complesso può essere vista come una visione troppo ristretta, ma dall'altro Tywin può essere accusato di non prestare abbastanza attenzione al particolare con il suo atteggiamento freddo verso i figli intesi come singoli individui. Lo trovo molto interessante. 

 

Credo che Tywin sia ormai talmente calato nel suo ruolo di politico da aver totalmente dimenticato quello di padre. In questo ha avuto sicuramente la sua parte l'essere figlio di un genitore debole e indeciso, che ha quasi rischiato di distruggere la sua famiglia con il suo atteggiamento remissivo. Non escludo che, se avessimo un POV di Tywin, lui troverebbe in tutto questo la giustificazione per le sue azioni: si comporta da pessimo padre ma nella convinzione di fare il meglio per i propri figli.


 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
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Inviato il 01 maggio 2018 20:24

JAIME III:

È il capitolo della fatidica mutilazione. Tutto parte dal combattimento tra Jaime e Brienne: Jaime vuole prendere i vestiti di Cleos e Brienne si scandalizza del suo cinismo. Francamente, penso Brienne sia uno dei personaggi femminili meglio riusciti di Asoiaf. Non è semplicemente la classica donna-guerriero, è una persona idealista, a tratti ingenua, con un forte senso dell' onore e una visione idealizzata dei cavalieri. Per certi versi è un misto tra Sansa e Arya. Interessante anche il riferimento a Joanna Lannister, specialmente alla luce del sogno di Jaime in AFFC. Mi chiedo: se fosse sopravvissuta, sarebbe diverso il rapporto tra i due gemelli e quello tra Tywin e i suoi figli?

ARYA IV:

Altra bel capitolo. La cosa che mi è piaciuta di piú è stata Lady Smallwood: una donna gentile, affettuosa e femminile e che peró sa rispondere per le rime a dei soldati:

"E tu che cosa gli hai detto, milady?" Chiese Jack Fortunello.

"Che cosa? È chiaro, che avevo ser Jaime nudo nel mio letto, ma che lo avevo lasciato troppo esausto perchè potesse scendere."

Mi ha commosso il fatto che Arya le abbia chiesto scusa per il vestito, e anche il fatto che pensasse che la sua famiglia non lo volesse piú. Penso che Arya abbia sempre nutrito dei complessi di inferiorità rispetto a Sansa, e che si senta meno amata da sua madre, per questo sarei molto curiosa di vedere un incontro tra lei e Lady Stonehearth.


"Gli dei esistono" ripetè a se stessa. "E anche i veri cavalieri. Tutto questo non può essere una menzogna".

 

Comitato Pro Brandon Stark; Comitato S.P.A. Salvate il piccolo Aemon (in difesa del figlio di Mance, del figlio di Gilly e di tutti gli altri bimbi di ASOIAF); Comitato QUANDO C'ERA LUI (Meglio Tywin di quella psicopatica di sua figlia); Comitato A.T.P.A. (Aemon Targaryen pro-pro-prozio dell'anno); Comitato E.S.S.S. (Eddard Stark Santo Subito); Comitato E.T.S.T. (Eddison Tollett li seppellirà tutti); Comitato M.E.F.H. (Martin esci fuori Howland) gemellato con M.E.F.W. (Martin esci fuori Willas); Comitato T.M.G.M.S.  (Theon Mezzo Greyjoy Mezzo Stark); Comitato Y.L.J.E.M. (Ygritte levati, Jon è mio), Comitato T+S: Tyrion+Sansa (possibilmente a regnare su Castel Granito); Comitato Pro Jojen e Meera Reed; Comitato G.M.S.S. (Giù le mani da Sansa Stark); Comitato L'unico Vero Aegon (ovvero l'Egg delle novelle);

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Inviato il 02 maggio 2018 23:07

Davos III

 

Assistiamo alla messa in discussione dei punti fermi di un uomo normale. Davos è pieno di dubbi ed il colloquio con Melis sembra ammorbidire la di lui posizione nei suoi riguardi.

Vi sono dei passaggi che mi piacciono molto:

 

"Quindi i miei figli altro non sono stati che una lezione per un re?" Davos sentì le labbra contrarsi.

 

Tuttavia quel re è una delle coordinate che gli restano.

 

Cieco nei confronti di qualunque dio, stremato nel corpo, Davos si raggomitolò su se stesso e si abbandonò al sonno.

 

Al di là della bellezza di questo passaggio, abbiamo l’esplicitazione del modo di stare al mondo che contraddistinguerà Davos da ora in poi. Non solo gregario socialmente, ma anche esistenzialmente, si lascerà trasportare dagli eventi, dalla corrente, consapevole che il destino non è nelle sue mani. Anche perché se pensasse il contrario, convivere con le perdite familiari che ha subito non sarebbe facile.

 

Dopo la rievocazione della profezia del ritorno di AA, sono un po’ più convinto che si  tratti di Daenerys.

 

  

Jon III

 

Nulla da rilevare. Solo tristezza alla fine, pensando a come andrà.

 

In questo momento Jon sente di essere estremamente vincolato, dall’educazione, dalle origini, dai giuramenti. Non ha uno scopo a lungo termine, se non il generico difendere i sette regni, ma non è la sua missione esclusiva, è il suo lavoro. E procede giorno dopo giorno scansando ostacoli o talvolta schiantandocisi, paletti imposti da sé stesso o dagli obblighi di natura sociale, che comunque lui vorrebbe rispettare. Situazione diametralmente opposta a quella di Daenerys.

 

 

Daenerys III

 

Astuta conquista di Astapor.

 

In questo momento Daenerys sente di avere un fine ultimo, una mission, che non sa come espletare. Ha un traguardo da raggiungere ed ha massima libertà nelle scelte, da quelle piccole e quotidiane a quelle strategiche che incideranno su un orizzonte più lontano. Situazione diametralmente opposta a quelle di Jon.

Apprezzo in Daenerys la capacità di ascoltare tutti i consiglieri mantenendo però in capo a sé stessa la facoltà di scelta finale. Non si fa manipolare ma decide da sola, maturando esperienze nel corso del tempo. Un processo di costruzione granulare, sia della personalità che del suo immediato futuro.

Pensando al POV di Davos, lei sembra avere tanto libero arbitrio quanto lui sembra non averne.

I “sembra” sono d’obbligo.

 

 

Sansa III

 

Un altro tassello del meraviglioso mondo di unicorni e arcobaleni va a sgretolarsi. E con esso Martin tira un’altra bordata all’ideale cavalleresco-cortese del nostro medioevo idealizzato. Il matrimonio è tutto l’opposto di quanto Sansa sognasse.  E non ha nulla di bello, né di sentimentale.

Il ballo con Garlan il galante è un barlume di quanto Sansa desiderasse e per un poco la Stark si lascia andare. Sagace il conforto che le dà, affermando che Tyrion sarebbe un marito migliore di loras.

 

Non essendo un POV di Tyrion non sappiamo cosa gli passi per la testa, ma considerando l’umore di quelli precedenti, è facile immaginare l’odio che lo abbia pervaso durante tutto il matrimonio, ennesima umiliazione riservatagli. Ora però ha una compagna di umiliazioni.

 

Nel letto vi sono diverse battute degne di nota, specie del nano e non ricordavo che il nano inizialmente fosse pronto a consumare il matrimonio… mannaggia alla serie.

Questo POV aiuta a ricordare che del resto il Tyrion di Essos non è tanto peggio di quello di Westeros, non molto più violento o egoista o rassegnato.


                   2zexno1.png                       

 

" Sono io la tempesta, mio lord. La prima tempesta e l'ultima "

 

Volevo essere il re del mare, ma all'anagrafe sbagliarono una lettera

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Inviato il 03 maggio 2018 16:13

DAENERYS II:

Capitolo molto bello. Personalmente io non trovo cosí  noiosi i capitoli ad Essos (non quelli di ASOS, almeno). Vengono sottolineati gli aspetti peggiori di questa cittá (la schiavitú, l' arroganza di Kraznys, il senso di decadenza), ma allo stesso tempo emerge il fascino e la bellezza del luogo. Mi ha colpito molto il ragionamento che fa Daenerys: Astapor è al centro di un colossale "business" degli schiavi che coinvolge anche i dothraki e altri popoli. È interessante notare come il tema della schiavitú sia presente in tutto il percorso di Dany: lei aveva liberato alcune schiave, ma Mirri l' ha ripagata con l' assassinio di suo figlio e altre furono uccise.

Ho notato un' altra cosa: durante il rapporto sessuale con Irri i draghi si agitano, che ci sia un collegamento simile a quello tra gli Stark e i metalupi?

BRAN II:

Uno dei miei capitoli preferiti! Mi è piaciuto molto questo passaggio:

"Su e giú" aveva sospirato una volta Meera, durante la marcia. "E poi di nuovo su e giú. Le odio queste tue stupide montagne, principe Brandon." 

"Ieri avevi detto di amarle."

"Oh, le amo, certo. Il lord mio padre mi aveva parlato delle montagne. Ma non ne avevo mai vista una, fino adesso. Le amo molto di piú di quanto riesca a spiegare".

Bran aveva fatto una faccia buffa. "Ma se hai appena detto di odiarle." 

"Perchè? Non puó essere tutte e due le cose?" Meera aveva allungato una mano per dargli una strizzatina al naso.

"No, sono due cose diverse" aveva insistito lui. "Come il giorno e la notte, come il ghiaccio e il fuoco."

"Ma se il viaggio puó anche bruciare" aveva risposto Jojen con quella sua voce sempre cosí solenne " allora anche l' amore e l' odio possono unirsi."

Mi è piaciuto anche molto l' incontro con il Liddle (che riconosce e Bran e non li consegna ai Bolton). Penso che i clan delle montagne avranno un ruolo fondamentale nei prossimi libri (ammesso che prima o poi usciranno). Ma la parte piú significativa è il racconto di Meera. Personalmente credo che il cavaliere dell' albero che ride sia Lyanna, perchè:

1)Jojen sembra escludere l' idea che il cavaliere sia un crannogman;

2) Lyanna aveva un valido motivo per nascondere la sua identitá, Howland invece voleva portare gloria al suo popolo e poteva farlo soltanto rivelandosi;

3) Rhaegar ha incontrato il cavaliere dell' albero; se fosse Lyanna si spiegherebbe meglio il suo gesto di inconorarla regina d' amore e di bellezza;


"Gli dei esistono" ripetè a se stessa. "E anche i veri cavalieri. Tutto questo non può essere una menzogna".

 

Comitato Pro Brandon Stark; Comitato S.P.A. Salvate il piccolo Aemon (in difesa del figlio di Mance, del figlio di Gilly e di tutti gli altri bimbi di ASOIAF); Comitato QUANDO C'ERA LUI (Meglio Tywin di quella psicopatica di sua figlia); Comitato A.T.P.A. (Aemon Targaryen pro-pro-prozio dell'anno); Comitato E.S.S.S. (Eddard Stark Santo Subito); Comitato E.T.S.T. (Eddison Tollett li seppellirà tutti); Comitato M.E.F.H. (Martin esci fuori Howland) gemellato con M.E.F.W. (Martin esci fuori Willas); Comitato T.M.G.M.S.  (Theon Mezzo Greyjoy Mezzo Stark); Comitato Y.L.J.E.M. (Ygritte levati, Jon è mio), Comitato T+S: Tyrion+Sansa (possibilmente a regnare su Castel Granito); Comitato Pro Jojen e Meera Reed; Comitato G.M.S.S. (Giù le mani da Sansa Stark); Comitato L'unico Vero Aegon (ovvero l'Egg delle novelle);

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MIGLIOR CONTRIBUTO IN QUESTA DISCUSSIONE
A
Albert Stark
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*
***Silk***
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J
JonSnow;
68 messaggi
A
Aeron Plain
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