CitaInfine va sottolineato il breve scambio di Jon e Ygritte sul concetto di libertà: tra i Bruti un individuo può fare quello che vuole, ma al tempo stesso se ciò non risulta gradito ad altri questi sono liberi anche di ucciderlo. E’ il motivo per cui non simpatizzo molto con la causa dei Bruti: la trovo un’esaltazione della libertà un po’ ipocrita e contraddittoria, in cui alla fine essere libero significa solo essere schiavo del più forte (e quindi magari non poter seguire i propri desideri per timore della violenza del più forte). Il concetto di libertà è fin troppo indefinito e relativo, e per questo motivo forse nessuno può davvero arrogarsi il diritto di esserne il difensore assoluto e supremo.
Sono abbastanza d'accordo su questo discorso, anche se penso che in fondo la società stessa di Westeros non sia poi così diversa. Anche nei Sette Regni in definitiva l'imposizione della forza risulta essere uno degli elementi fondamentali di governo e di organizzazione, solo che tutto questo viene istituzionalizzato e razionalizzato. Per fare un esempio, il racconto di Tormund viene visto da Jon come un episodio di stupro però anche nella società nobiliare a cui lui è abituato una donna non ha la facoltà di scegliere chi sposare e viene di fatto obbligata a fare sesso con qualcuno che non ha scelto. Però mentre a Westeros tutto ciò viene fatto con accordi tra famiglie, cerimonie, matrimoni, etc... allora appare come più rispettabile e meno brutale, anche se si tratta comunque di una violenza. Almeno tra i bruti Ygritte può decidere di corteggiare Jon e di farlo in modo piuttosto sfacciato.
Cita
perché dici che la vendetta di Davos è ingiustificata? In fondo è un uomo che ha perso i suoi figli nella battaglia delle Acque Nere e lui incolpa lei della perdita della battaglia: "The red woman did this to him," he said. "She sent the fire to consume us, to punish Stannis for setting her aside, to teach him that he could not hope to win without her sorceries."
Ai suoi occhi è una vendetta legittima…
Proprio perchè lo è ai suoi occhi ma in concreto Melisandre non ha avuto alcun ruolo nella Battaglia delle Acque Nere. Credo che Davos debba trovare un modo per giustificare se stesso e Stannis e anche per trovare una ragione di vita e quindi scelga l'obbiettivo più ovvio dal suo punto di vista.
CitaInteressante l'accostamento con Tyrion che faceva poco fa anche sharingan. Forse Brienne e Tyrion andrebbero d'accordo: entrambi hanno passato la loro esistenza ad essere guardati con disprezzo, l'una dagli altri uomini (e donne) e l'altro soprattutto dal padre. Probabilmente avrebbero un terreno comune per venirsi incontro.
Su questo non ne sarei tanto convinto perchè (al di là della bruttezza in comune) si tratta di due personaggi diversissimi. Io credo che l'accostamento sia soprattutto un modo con il quale l'autore ci vuole far capire che Brienne stia pian piano diventando per Jaime una figura interessante e familiare. Jaime cerca nel mondo circostante qualcosa che gli faccia ricordare le persone a lui care.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Bran I
E’ un capitolo che non contiene chissà quali elementi nuovi o significativi. E’ molto introduttivo e serve più che altro a impostare in maniera più chiara e definitiva l’obiettivo e le motivazioni di Bran. Per tutto il tempo viene ribadita l’enorme frustrazione del ragazzino per il suo essere uno storpio (e anche il suo desiderio quasi “da tossicodipendente” di restare il più a lungo possibile nei panni di Estate non è altro che una manifestazione di ciò, visto che dentro il lupo ritrova quella libertà di movimento che nel corpo umano ha perso), quindi la sua decisione di recarsi alla ricerca del corvo con tre occhi è una conclusione naturale. Come viene notato, ci sono possibilità più sicure o comunque più realistiche che andare (soprattutto nelle sue condizioni) nei territori più gelidi del continente a cercare un misterioso corvo, ma non ha importanza, perché nient’altro gli ridarà la speranza di superare i suoi limiti fisici. Meglio allora inseguire un traguardo indefinito, surreale e, razionalmente parlando, improbabile. All’inizio Bran sembra quasi passivo e “trascinato” dai Reed in questa folle impresa, ma alla fine prende la sua decisione in maniera autonoma.
Mi piace particolarmente il passaggio tra la fine del sogno di lupo e il risveglio. E’ un momento che viene reso bene, come quando ci si risveglia da un qualsiasi sogno senza volerlo. Ci si inizia a rendere conto che si tratta solo di un sogno e vi si resta comunque aggrappati, ma ovviamente tutto è vano e il sogno piano piano si “scioglie”. Penso che chiunque abbia fatto nella sua vita un’esperienza del genere.
E’ inoltre curioso che i metalupi sembrino percepire la presenza (o l’assenza, in caso di Lady) l’uno dell’altro anche a questa grande distanza. E’ un potere strano che mi pare non venga mai spiegato. Mi viene da pensare che sia un influsso dei poteri ancestrali di Bran durante il metamorfismo e non una caratteristica intrinseca dei lupi in sé.
Davos II
Questo capitolo non mi piace granché, il più debole finora di ASOS. Tutta questa sete di vendetta improvvisa del personaggio, questa fissazione con la predestinazione e il fatto di essere stato salvato dalla Madre solo per vendicarsi, non mi dice molto. E’ vero che il Davos dei libri, a differenza di quello della serie, non è ateo ma ha sempre creduto nei Sette Dei, ma non mi ha nemmeno dato l’aria di essere particolarmente religioso. Mi sembrava uno che crede nei Sette Dei come ci credono molti altri, in maniera abbastanza “pigra”, più per abitudine culturale che per chissà quale intimo sentimento, senza chissà quale fanatismo. Infatti durante il rogo dei Sette Dei sono più i suoi figli a mostrarsi scandalizzati, mentre Davos reagisce in maniera relativamente calma. Ma in generale è un personaggio che finora mi è sempre sembrato posato e ragionevole, senza “eccessi” di questo tipo. Anche perché, con tutte le cose che si possono dire o criticare di Melisandre, penso che attribuirle la colpa dei figli di Davos sia alquanto discutibile: sono morti in guerra perché sono andati a combattere in guerra, com’è normale che sia, e vederci dietro un grande complotto della Donna Rossa è un po’ troppo un salto logico.
Non che consideri questo comportamento di Davos “out of character”. In fondo è un uomo che ha subito dei lutti tremendi e devastanti, ha appena vissuto un’esperienza traumatica e in più non sta nemmeno tanto bene di salute. Realisticamente parlando, chiunque potrebbe perdere la testa in quella situazione. Inoltre sicuramente è anche un modo per placare il proprio senso di colpa. Tuttavia non capisco molto il senso di questo passaggio della trama da un punto di vista letterario: a cosa serve questo tentativo di vendetta? Cosa aggiunge in più allo sviluppo del personaggio? Forse proseguendo con la rilettura dei capitoli successivi del personaggio riuscirò a vederci un qualche significato inedito, ma non lo so…
Comunque una cosa che mi è piaciuta abbastanza è il dialogo con Salladhor Saan. E’ interessante l’affetto e l’amicizia che questi nutre per Davos. Sembra un sentimento sincero, cosa inaspettata per un pirata che per tutto il resto sembra piuttosto cinico e materialista. Si potrebbe pensare che lo faccia solo nella speranza di riavere al suo fianco un ottimo contrabbandiere, che probabilmente gli sarebbe molto utile, però dal dialogo mi pare abbastanza evidente anche un affetto più genuino e disinteressato.
Jaime II
Questo invece è un gran bel capitolo. Si parte con l’immagine di un re inginocchiato (rappresentato sullo stemma della locanda) che di fatto segna l’inizio della lunga dinastia Targaryen a Westeros e si finisce con il flashback dell’ultimo re Targaryen morente e “in ginocchio” per la sconfitta.
C’è qualche altra battuta simpatica, in primis quella di Jaime sulla balestra, ma insolitamente persino Brienne si lascia andare un po’ ironizzando sul cavallo assegnato a Jaime.
Prosegue lo sviluppo del rapporto tra i due. Questa volta vediamo le Terre dei Fiumi al chiaro di luna, quasi a rendere “più romantica” l’atmosfera di quando i due per la prima volta si avvicinano in maniera più "intima". C’è un Jaime che ad un certo punto pensa di voler uccidere Brienne strozzandola con la catena con cui è legato, ma in varie altre occasioni esprime di nuovo sentimenti di empatia o stima verso la donna. Arriva persino ad accostarla a Tyrion e (miracolo dei miracoli) chiederle addirittura scusa. Ma è significativo anche il fatto che Brienne in questo capitolo dà prova di una certa astuzia, che almeno nell'occasione secondo me è persino superiore a quella di Jaime: oltre a rendersi conto del “tranello” del finto locandiere, riesce a dissimulare alla perfezione questa sua consapevolezza, comportandosi in maniera gentile e fingendosi abbastanza tonta da credergli. Persino Jaime crede in questa sua finzione e si sorprende quando capisce che invece Brienne era del suo stesso parere. Jaime al suo posto probabilmente si sarebbe mostrato ben più supponente e non so se sarebbe riuscito a fingere altrettanto bene di cascarci, non mi pare molto il tipo.
Il dialogo notturno tra i due, alternato da flashback, è veramente ben riuscito. In esso oltre a conoscere meglio Jaime percepiamo anche una sfumatura importante di Brienne: il motivo per cui lei è tanto ostile allo Sterminatore di Re affonda probabilmente le radici nella sua stessa insicurezza e frustrazione. Lei vorrebbe aver avuto il suo stesso onore di entrare nella Guardia Reale e quindi è offesa dal fatto che qualcuno a cui tale occasione è capitata l’abbia calpestata in quel modo. Effettivamente è un sentimento comprensibile e secondo me si tratta di un aspetto molto fine nella caratterizzazione del personaggio. Per quanto riguarda il non sentirsi a suo agio per il suo sesso, imho si tratta di un malessere diverso e quasi opposto a quello di Cersei: quest’ultima ha tutte le carte in regola per essere una donna felice, ma non si sente soddisfatta in quanto preferirebbe essere un uomo, mentre Brienne secondo me ha un’indole di fondo molto più “da lady”, ma i limiti fisici non le permettono di avere successo nei ruoli femminili e lei quindi è quasi costretta a rifugiarsi nel sogno di diventare invece un cavaliere.
Vediamo inoltre più chiaramente che mai la capacità di Cersei di manipolare Jaime tramite il sesso, spingendolo addirittura a rinunciare a Castel Granito per starle vicino. All’epoca Jaime era quindicenne e suppongo che questo lo abbia reso ancora più vulnerabile in tal senso. E’ da notare che viene specificato che quella notte Cersei è anche più focosa del solito, segno che da parte sua era qualcosa di premeditato e consapevole. Intravediamo anche la scena del regicidio commesso da Jaime, ma non veniamo ancora a sapere del pericolo principale che Aerys rappresentava, anche se l’accento posto sul piromante Rossart e sul fatto che Jaime ha ucciso pure lui dovrebbe già dar luogo a qualche sospetto… Interessante anche il fatto che Jaime rinunci a mettere il piccolo Targaryen sul trono con Primo Cavaliere suo padre dopo aver guardato il cadavere di Aerys pieno di sangue. Non voleva più avere nulla a che fare con la faccenda dopo il pesante gesto commesso? O non voleva mettere sul trono un consanguineo di colui che ha ucciso?
Tyrion II
Lo scambio iniziale tra Varys e Tyrion serve più che altro a fornirci aggiornamenti su altri avvenimenti “minori” a corte. Vediamo altri segni di crollo dell’architettura costruita da Tyrion nel corso di ACOK (Pycelle che riprende la sua posizione, i Kettleblack ora al servizio di Cersei…). Interessante però la stanza di Varys. Forse sta anche a simboleggiare che, a dispetto di tutti i suoi giochetti e intrighi, Varys in fondo è anche una persona “seria” e veramente interessata alla realizzazione di un fine superiore? Difficile dirlo perché il personaggio forse nemmeno dopo ADWD è chiaro al 100%.
C’è anche una nuova finestra sullo stato d’animo di Loras, con la memorabile frase sul sole tramontato.
Ma la scena che mi ha colpito di più è quella tra Tyrion e Shae, per quanto non rappresenti qualcosa di veramente nuovo. E’ interessante notare che Shae è una donna estremamente superficiale, con desideri molto frivoli (vestiti, gioielli, feste…) e un tipo di furbizia abbastanza di bassa lega e limitata all'ambito in cui dovrebbe essere più competente (è molto brava a fingere apprezzamento verso gli uomini). Questo contrasta con Tyrion, che ovviamente ha una mente di tutt’altro spessore, ma non lo disturba minimamente. Anzi, penso che il suo modo di fare leggero e giocoso, quel suo umorismo così spensierato, lo aiuti a liberare la mente e trovare un po’ di pace dai problemi quotidiani. Insomma, penso che il sentimento verso di lei non sia dovuto solo al sesso e nemmeno al solo desiderio di ricevere affetto da una donna qualsiasi.
Trovo molto ben reso anche il modo in cui Tyrion passa dalla decisione di dire addio a Shae per sempre al cedere alla sua richiesta di restare con lui. Nel mezzo c’è la ben più audace richiesta della donna di essere portata alla festa di matrimonio, con momento di distacco dopo che lui ha rifiutato. Penso che questo breve “conflitto” abbia contribuito a far accettare a Tyrion almeno la richiesta più modesta che Shae gli fa alla fine, cioè di lasciare semplicemente le cose come stanno.
ARYA II
Arya, Frittella e Gendry fanno la conoscenza della Fratellanza senza vessilli. Gradevole il modo nel quale sono presentati senza mostrare subito Beric e Thoros, personaggi che il lettore dovrebbe già parzialmente conoscere e il cui ritorno era già stato anticipato da Jaime nel suo ultimo capitolo. Veniamo inoltre a conoscenza che la decisione di Brienne di non seguire le indicazioni del non proprietario fosse quella corretta. Per il resto non ho trovato nulla di particolarmente significativo.
CATELYN II
I POV di Catelyn riletti con la consapevolezza del dopo sono particolarmente duri, perchè sono una lenta ma costante progressione verso le Nozze Rosse. Se in "Catelyn I" abbiamo saputo della caduta del Crag, qui veniamo a conoscenza di ciò che è successo in questo castello dell'Ovest relativamente poco importante. E' avvenuto che Robb Stark, re del Nord e del Tridente, ha persona la guerra. Ha scelto l'onore e l'amore al posto della politica, ha svillaneggiato uno dei suoi principali alleati e costruito la propria disfatta. Effettivamente da un punto militare-politico è piuttosto chiaro che la guerra degli Stark sia ormai segnata: Approdo del Re saldamente in mani Lannister, Alto Giardino dalla parte del Trono di Spade, Stannis sconfitto e umiliato, Grande Inverno bruciata e ora anche l'abbandono dei Frey. Al di là di qualsiasi passo futuro Robb avesse voluto intraprendere, la situazione era comunque già compromessa da qualunque punto la si potesse guardare. Probabilmente l'unica mossa da fare sarebbe stata quella di arrendersi a Tywin sperando magari in una rivincita futura, ma gli Stark non sono fatti per queste sottigliezze e preferiscono cercare di salvare il (poco) salvabile. Il quadro in cui si trova Robb è pessimo e serve per giustificare quello che è l'evento più shockante dell'intera saga: deve essere chiaro al lettore che Robb si è ficcato in un mare di guai e che in un mondo come quello di ASOIAF gli errori hanno tutti un prezzo (più o meno alto) da pagare. Anche la diatriba finale tra Robb ed Edmure è piuttosto emblematica per via degli equivoci creatisi tra i vari comandanti del fronte Nord-Fiumi; rileggendo il pezzo, tenderei a simpatizzare più per Edmure che per Robb, il quale dà allo zio ordini troppo generici e volti ad un piano generale troppo pieno di speranze su ciò che doveva fare qualcun altro. E' evidente come il campo nordista sia incapace di andare oltre la mera guerra militare e non sia in grado di pensare il conflitto in chiave politica e strategica, se non quando si trovano con l'acqua alla gola (e sbagliando comunque). Anche il breve intermezzo di Rickard Karstark anticipa lo scoppio di un'altra crisi interna che non farà altro che indebolire il già zoppicante re del Nord. Mi piace però anche evidenziare come Catelyn qui faccia qualcosa di buono: suggerisce a Robb di tenersi il lupo e lo avverte della pericolosità del suo sgarbo contro i Frey; spesso si ha l'idea che la caduta di Robb sia quasi totalmente da addurre alla madre ma altrettanto spesso ci si dimentica dei buoni consigli che ha dato al figlio. Tra l'altro in quest'atteggiamento di Robb verso Vento Grigio si può anche vedere un importante aspetto simbolico: tanto quanto gli Stark si allontanano dalla loro terra finiscono per perdere parte della propria identità e delle loro tradizioni, finiscono per smarrirsi ed entrare in conflitto con se stessi. Quando scendono al sud gli Stark fanno sempre male, non riescono ad adattarsi e finiscono per essere "corrotti" da quest'ambiente ostile. Basta ricordare a riguardo il profondo disagio di Ned Stark nella capitale.
JON II
In questa porzione di ASOS pare che a Martin interessi soprattutto parlare del Popolo Libero e della sua eterogeneità. Ci sono i giganti e i Thenn, il Lord delle Ossa e il buon Tormund oltre a mammuth, metamorfi e cannibali in quello che più che un esercito si configura come un'accozzaglia di genti tenute insieme dal carisma di Mance Rayder. Jon, nonostante un comprensibile snobismo, comincia ad ambientarsi e fa anche le prima amicizie, dimostrando come sempre di avere discrete doti di adattamento. Emerge però un problema paradossale: per poter dimostrare di avere realmente rinnegato la confraternita deve fare sesso con Ygritte, prospettiva che lo turba quasi più dell'uccisione del Monco. Al di là dell'imbarazzo dovuto al carattere schivo, è lui stesso a spiegare di non voler diventare padre di un bastardo e di non volere per suo figlio il suo stesso marchio d'infamia. Peccato (o per fortuna) che nel Popolo Libero essere bastardi significa poco o nulla, cosicchè Jon sarà costretto a compiere questo "sacrificio". L'ideologia dei bruti ha indubbiamente la sua attrattiva ma ha anche i suoi punti oscuri: quello descritto da Tormund, seppur in modo simpatico e gioviale, si tratta nè più nè meno di uno stupro e i bruti stessi parlano apertamente di "furto" in relazione alle relazioni di coppia. Si tratta quindi di un mondo regolato più dai rapporti di forza che dalla legge, più dal carisma individuale che da una carica istituzionalizzata e valorizzata dai simboli tipici della regalità westerosiana. A proposito del "furto di Ygritte" mi ha fatto sorridere come l'equivoco possa avere una qualche forma di somiglianza con la vicenda dei supposti veri genitori del nostro: Jon novello Rhaegar "ruba" Ygritte, così come il padre biologico aveva "rubato" Lyanna. I rimandi non finiscono qui visto che Ygritte ricorda a Jon la sorella Arya, la quale sappiamo essere simile nell'aspetto e nella tempra alla famosa zia. E' bene però ricordare che la brutalità non è tipica solo dei selvaggi: anche presso la grande nobiltà dei Sette Regni la donna è sottoposta ad una violenza, essendo concessa in moglie dalla propria famiglia (e senza il proprio consenso) a qualcuno che non ha scelto. Ygritte può scegliere Jon, Lyanna questa facoltà non l'avrebbe mai avuta.
SANSA II
Continua l'avvicinamento della giovane Stark al mondo Tyrell tra alti e bassi, riflessioni giuste e riflessioni sbagliate. Osservando l'ambiente circostante, Sansa si vede già ad un livello di maturità superiore a quello delle cugine di Margaery ma allo stesso tempo riconosce anche che la figlia di Mace si trova su un piano più alto. Margaery comincia a diventare un modello di riferimento perchè è la dimostrazione che si possono mantenere buone maniere, cortesia e misura pur senza rinunciare a scaltrezza, indipendenza e sagacia. Tra gli estremi di Cersei e Catelyn ora Sansa vede una possibile via per poter maturare senza perdere del tutto la propria identità. E' comunque sorprendente quante volte fin dall'inizio di ASOS vengano gettati semi sulla possibile morte di Robb, qui evocata indirettamente quando si parla di Sansa come dell'erede di Grande Inverno. La faccenda del matrimonio tra Sansa e Wyllas mi ha però fatto tornare alla mente un dubbio: rivelando a Dontos questa parte del piano, è plausibile che costui abbia poi girato l'informazione a Baelish il quale poi preleverà la ragazza e proverà a maritarla con Harry l'Erede. Viene quindi da chiedersi quanto i Tyrell e Ditocorto siano in combutta, quali fossero i termini precisi del loro accordo e se avessero deciso un percorso comune in relazione a Sansa. I fatti farebbero credere di no, visto che entrambe le parti hanno piani differenti per la rampolla nordica.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Eccomi in grande ritardo coi POV della settimana passata.
Bran I
Il POV si apre in Summer. Summer/Bran il principe che ricorda i suoi fratelli perduti, il suo branco. Parte da Shaggydog, quello arrabbiato e più distante per quanto sia l’unico rimastogli. Se ne deduce un parallelo di stato d’animo per Rickon. Percepisce anche gli altri più distanti come se avessero una sorta di connessione, tutti tranne Lady e al pensiero della sua morte viene avvolto dalla tristezza. Non più 5 fratelli, ma 4, 4 e Ghost. Che questo ricordo implichi l’estraneità parentale di Ghost alla cucciolata?
Il pensiero per Lady sembra poi essere rivolto a Sansa stessa:
These woods belonged to them, the snowy slopes and stony hills, the great green pines and the golden leaf oaks, the rushing streams and blue lakes fringed with fingers of white frost. But his sister had left the wilds, to walk in the halls of man-rock where other hunters ruled, and once within those halls it was hard to find the path back out. The wolf prince remembered.
Che questo sia un indizio sul destino di Sansa? Tutti Gli Stark e Jon sono destinati al Nord, tranne Sansa? O anche lei ce la farà a ritrovare la difficile via d’uscita dalla corte e dagli intrighi di palazzo?
Fa tenerezza poi la volontà di Bran di fuggire da sé stesso, dalla sua condizione insoddisfacente di storpio, di fuggito dal suo castello, incapace di proteggerne gli abitanti, come un cavaliere con le gambe avrebbe per lo meno potuto provare a fare. E per fuggire da sé si immerge totalmente nella pelle di Summer:
“I forgot,” he said.
“You always forget.”
It was true. He meant to do the things that Jojen asked, but once he was a wolf they never seemed important. […]
“I want you to say the words. Tell me who you are.”
“Bran,” he said sullenly. Bran the Broken. “Brandon Stark.” The cripple boy. “The Prince of Winterfell.” Of Winterfell burned and tumbled, its people scattered and slain. The glass gardens were smashed, and hot water gushed from the cracked walls to steam beneath the sun. How can you be the prince of someplace you might never see again?
Jojen, oltre ad essere caratterizzato dal verde nell’aspetto e nel profondo del suo essere, cosa che immagino si perda in italiano se i green dreams diventano i sogni dell’oltre (Jojen Reed could scare most anyone. He dressed all in green, his eyes were murky as moss, and he had green dreams), è anche caratterizzato da una grande fermezza volta al raggiungimento del suo obiettivo: condurre Bran al Corvo a 3 occhi. E finalmente Bran realizza che l’unica cosa a cui può aspirare, per ciò che è, è essere condotto al Corvo a 3 occhi perché si liberi alla sua natura di lupo alato, l’unica che può fargli superare la propria condizione di storpio.
P. S. Convengo con @Aegon il mediocre quando rileva le interessanti abilità dei crannogmen.
Davos II
Davos è debilitato e terribilmente addolorato per la perdita di più figli. Abbiamo visto ciò che ha provocato in Cat. In Davos, una simile irrazionalità si sfoga incolpando Melisandre, sia dell’ambizione di Stannis, che trova in lei un potente mezzo per il proprio fine, sia dell’ambizione stessa di Davos, la cui vita e fortuna è ormai indossolubilmente legata alla parabola di Stannis. La natura umana spesso e volentieri impedisce di colpare sé stessi per una perdita così grande e, di riflesso, impedisce di incolpare, ugualmente, l’artefice della propria fortuna, scagliandosi contro la cosa più vicina e, possibilmente, meno dolorosa da cui prendere le distanze. Nel caso di Davos, Melisandre. Può essere insensato e disperato, come la liberazione di Jaime da parte di Cat, ma umanamente comprensibile.
Convengo con @sharingan e @*Khaleesi* che la parte più interessante sia la previsione del Red Wedding da parte di Macchia. A proposito, grazie @*Khaleesi* che hai quotato la parte in inglese, così evito di allungare il brodo con le solite millemila citazioni! Adoro il termine bridegroom. Mette le cose nella giusta prospettiva. XD
E’ anche interessante osservare la figura di Robert da parte di Edric Storm (che ha un po’ di arroganzina sympa, tipica dei Baratheon, o almeno di Robert e Renly): sembra che ne sia orgoglioso, quasi si può dire che le cantonate prese da Robert nei confronti dei suoi “figli ufficiali”, non siano state tali verso il figlio di sangue, per il quale riusciva ad essere una figura accettabile quella volta all’anno che lo andava a trovare, probabilmente la difficoltà risiedeva nella quotidianità. E anche nel fatto che per forza di cose Joffrey avesse preso ben poco da lui. XD
Jaime II
Mi piace molto quello che mette in risalto @AryaSnow, e cioè che il POV si apre e si chiude su un re in ginocchio: lo Stark who knelt, che ci riporta agli albori della dinastia Targaryen, e Aerys morente, che invece ci riporta alla fine del loro regno.
Per quanto riguarda il passaggio da wench a donzella, devo ammettere che non mi piace: donzella non si porta dietro quello humour implicito nel termine inglese ed anche come suono in sé e per sé non lo trovo altrettanto soddisfacente.
Lo avevo già detto ma adoro il sarcasmo di Jaime contrapposto alla sensatezza di Brienne e Cleos.
Brienne condivide con Cersei l’insoddisfazione per la propria condizione di donna:
Brienne gave the cook a dark look. The wench does hate being reminded that she’s a wench
E, detto tra noi, chi non sarebbe stata insoddisfatta al posto di Cersei:
Robert had laughed so hard he’d spit ale all over Cersei’s silken mantle.
Tralasciando queste futilità, vediamo che Jaime, piano piano, ma molto meno piano di Brienne, continua ad essere “incuriosito” dalla sua persona:
Jaime was pleasantly surprised; it was the same choice he would have made. [...] She hunched gracelessly in the saddle, but seemed to have a sure seat nonetheless. [...] Well, she may be ugly but she’s not entirely stupid.
E’ molto singolare quando accosta Brienne a Tyrion:
What a wretched creature this one is. She reminded him of Tyrion in some queer way, though at first blush two people could scarcely be any more dissimilar. Perhaps it was that thought of his brother that made him say, “I did not intend to’give offense, Brienne. Forgive me.”
Al di là dell’interesse/affetto latente che questo può mostrare verso Brienne, come alcuni hanno sottolineato, quello che rende la cosa interessante è la profondità stessa del pensiero di Jaime. Jaime ha colto lo stesso senso di “outsider” in Brienne che sa essere parte del fratello, ha colto che ella si trova altrettanto a disagio con ciò che si ritrova ad essere quanto lo è Tyrion, ha colto che la sua natura è un qualcosa di altro e che come il fratello fa, in un certo qual modo, del suo aspetto la propria armatura. Ed è probabilmente tutto questo, un po’ il senso della scoperta, un po’ la scoperta stessa di ritrovare in lei una certa inaspettata affinità che lo fanno aprire a dei momenti di grande tatto ed anche di vicinanza. Momenti che per il momento si scontrano contro il muro, o – se preferiamo – l’armatura di Brienne. Ma, viste le sue esperienze passate, non la si può biasimare per questa maggiore lentezza con cui cede ad un rapporto più confidenziale. A cui si aggiunge, probabilmente, una certa ripugnanza verso l’aspetto superficiale di Jaime, che incarna il potenziale cavaliere perfetto (come già aveva rilevato Jon Snow in AGOT Jon I, anzi lui gli aveva proprio riconosciuto un aspetto regale addirittura), a cui è stato concesso il grande onore di entrare a far parte della Guardia Reale, ma che si è macchiato in tale veste del più grande crimine ed abominio: uccidere il re che aveva giurato di difendere anche a costo della vita, e non solo.
E superficialmente non si può dare torto a Brienne. Ma la realtà, come ben sappiamo, non è bianca o nera e non è facile. E quello che si nasconde dietro alla discutibile reputazione del Kingslayer è ben altro. Lo scopriamo essere un impulsivo ed irrazionale ragazzo di belle speranze che entra nelle Guardia Reale per poter tornare a stare vicino alla sua amata sorella. Sorella che sa bene come farsi dire di sì:
“Is it a rock you want? Or me?” [...]
By morning Casterly Rock seemed a small price to pay to be near her always.
Giovane, idealista, romantico, irrazionale Jaime. Come disse lui in AGOT: The things we do for love… Così entrò nella Guardia Reale e niente andò secondo i piani prestabiliti. E’ interessante poi come in preda all’ira affermi che sia stata l’esperienza nella Guardia Reale ad averlo corrotto e non lui stesso la corruzione della Guardia Reale. Così, dopo qualche indizio disseminato nel dialogo con Brienne, da cui si evince la necessità che avrebbe di condividere ciò che si nasconde dietro le sue azioni, Jaime si trova di nuovo a rivivere in sogno il suo vile atto: l’uccisione dell’allora Primo Cavaliere, di cui nessuno ha memoria a causa della bassa estrazione sociale, e quella del re, che è ormai diventata il suo marchio. Quella colpa che si è sentito inchiodata addosso fin dal primo sguardo che Crakehall gli posa addosso e che culmina nello sguardo giudicante di Ned Stark. Significativo nel sogno il contrasto tra l’immagine di Aerys e quella di Jaime. Aerys (The fool was always cutting himself on the blades and barbs of the Iron Throne) ricorda da vicino la stessa inattitudine a regnare che abbiamo visto in precedenza anche in Joffrey, simboleggiata dal trono che lo rifiuta ed anche dal momento stesso della sua morte:
Jaime hauled the last dragonking bodily off the steps, squealing like a pig and smelling like a privy. A single slash across his throat was all it took to end it. So easy, he remembered thinking. A king should die harder than this.
Mentre Jaime non è rifiutato dal trono neanche dopo l’uccisione di Aerys. Quel trono su cui si siede ad aspettare chi lo reclamerà:
Then he climbed the Iron Throne and seated himself with his sword across his knees, to see who would come to claim the kingdom. As it happened, it had been Eddard Stark. You had no right to judge me either, Stark.
Oltre a questo, mi hanno colpito anche i pensieri con cui rinuncia ad imputarsi la nomina del nuovo re. Per un attimo il pensiero conservatore di ristabilire il potere del padre come Primo Cavaliere e questa volta esplicitamente come vero regnante (it was the Hand who truly ruled the Seven Kingdoms), molto di più di quanto non lo fosse già implicitamente al fianco di Aerys, nominando Viserys o Aegon re. Un pensiero che, come dice @Aegon il mediocre, avrebbe isolato i Lannister e ne avrebbe potuto minare la sopravvivenza. Un pensiero che però diverte Jaime e che ne fa risaltare nuovamente sia la sua impulsività quanto la sua profondità. Noi rilettori sappiamo che Jaime ha agito spinto da un ideale positivo volto alla protezione della città ed anche della propria famiglia da un uomo, per quanto re, pazzo, degenerato, macchiatosi di atti sommamente empi. Ma è solo quando si trova il cadavere di Aerys tra le mani che si rende conto che cosa significa l’averlo ucciso, perché lui è arrivato a tanto e quindi perché non può rischiare di agire come vorrebbe. E, probabilmente, è proprio in quel momento in cui, Jaime dopo un lungo training nella capitale si rinchiude in quel vorrei ma non posso/potrei ma non voglio che lo caratterizza fino alla perdita della mano.
“Shall I proclaim a new king as well?” Crakehall asked, and Jaime read the question plain: Shall it be your father, or Robert Baratheon, or do you mean to try to make a new dragonking? He thought for a moment of the boy Viserys, fled to Dragonstone, and of Rhaegar’s infant son Aegon, still in Maegor’s with his mother. A new Targaryen king, and my father as Hand. How the wolves will howl, and the storm lord choke with rage. For a moment he was tempted, until he glanced down again at the body on the floor, in its spreading pool of blood. His blood is in both of them, he thought. “Proclaim who you bloody well like,” he told Crakehall.
Vorrei aprire una piccola parentesi su Cersei: sapendo che più avanti nei suoi POV, la scopriremo innamorata più di Rhaegar che di Jaime, viene da chiedersi quale fosse il suo scopo: è credibile che volesse riavvicinarsi al fratello, ma mi chiedo se oltre a questo non albergasse anche un modo per nascondere la frustrazione dell’essere stata anni prima rifiutata come promessa sposa a Rhaegar, la ricerca di un alleato per togliersi Elia dai piedi, l’eliminazione dell’unico e accettabile erede (per Tywin) a Casterly Rock. Del resto, Jaime tra un libro si renderà ben conto di quanto il suo amore/passione per Cersei non fosse che un’attrazione verso l’uomo che avrebbe potuto/voluto essere, oltre che uno sfogo manipolatorio per esprimere il proprio potere. Ma avremo modo di riflettere meglio sulla natura di Cersei più avanti.
Piccolo inciso: mi piace pensare che, visto il luogo in cui si aggirano, questi ululati siano quelli del branco di Nymeria:
Off in the distance, some wolves were howling. One of their horses whickered nervously.
Altro piccolo inciso: è interessante leggere che l’ombra di Stannis che ha ucciso Renly porta con sé il freddo, come succede anche agli estranei.
Tyrion II
Anche a me, come ad @AryaSnow, ha colpito molto la stanza di Varys: molto spartana, molto essenziale, non ci sono segreti, fogli, passaggi; non c’è neanche del vino.
Interessante anche il discorso che fanno su Mandon Moore, il supposto killer inviato da Cersei. Scopriamo che proviene dalla Valle ed è stato portato a corte da Jon Arryn, ma non era particolarmente amato da lui né da Robert. Ciò che viene dalla Valle è molto facile che sia stato usato da Petyr più che da Cersei. Del resto, me lo aspetterei anche per la vicenda della daga.
E poi Shae. I 2 fratelli Lannister non sono poi così diversi nella loro impulsività e irrazionalità sentimentale:
No, it’s not wise, it’s bloody madness. I want to see her one last time, before I send her away. I cannot abide having her so close. [...]
Fool, fool, the voice inside him screamed. Why did you say that? You came here to send her away! Instead he kissed her once more.
Ma come diceva @sharingan, la diversità sta nella veridicità di tale sentimento, per quanto si possa anche dire che quello di Cersei abbia degli aspetti altrettanto manipolatori ed egoistici. Fa tenerezza l’irrazionalità di Tyrion nel volersi vestire al meglio ma non poterlo fare e il realizzare che l’abito può fino a pagina 2… Non solo il potere logora chi non ce l’ha, anche il fisico.
L’incontro con Loras inizia ad introdurre il tema che arriverà più tardi del parallelismo tra lui e Jaime. Jaime abbiamo scoperto essere diventato Guardia Reale per amore di Cersei e per poter tornare a vivere nello stesso castello, ma risponde a Brienne che lo ha fatto per la gloria. Loras rivela di essere diventato Guardia Reale per la gloria perché perso l’amore era l’unico obiettivo che per lui valesse la pena di essere perseguito:
When the sun has set, no candle can replace it.
Sorte similare che lo accomuna anche all’altro eroe da lui citato: Aemon the Dragonknight, che si unì alle cappe dorate poco dopo l’unione di Naerys al fratello.
"And now at last it comes. You will give me the Ring freely! In place of the Dark Lord you will set up a Queen. And I shall not be dark, but beautiful and terrible as the Morning and the Night! Fair as the Sea and the Sun and the Snow upon the Mountain! Dreadful as the Storm and the Lightning! Stronger than the foundations of the earth. All shall love me and despair!”
She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.
“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”
***
"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor.
CitaSono abbastanza d'accordo su questo discorso, anche se penso che in fondo la società stessa di Westeros non sia poi così diversa. Anche nei Sette Regni in definitiva l'imposizione della forza risulta essere uno degli elementi fondamentali di governo e di organizzazione, solo che tutto questo viene istituzionalizzato e razionalizzato. Per fare un esempio, il racconto di Tormund viene visto da Jon come un episodio di stupro però anche nella società nobiliare a cui lui è abituato una donna non ha la facoltà di scegliere chi sposare e viene di fatto obbligata a fare sesso con qualcuno che non ha scelto. Però mentre a Westeros tutto ciò viene fatto con accordi tra famiglie, cerimonie, matrimoni, etc... allora appare come più rispettabile e meno brutale, anche se si tratta comunque di una violenza. Almeno tra i bruti Ygritte può decidere di corteggiare Jon e di farlo in modo piuttosto sfacciato.
Sicuramente ci sono degli aspetti della società dei bruti affascinanti e positivi/migliori. E quella del matrimonio non può che apparire una grossa ingiustizia agli occhi di qualunque persona con la sensibilità moderna. Tuttavia il rischio di avere leggi/tradizioni ingiuste è intrinseco e direi inevitabile per qualunque società che si pone delle leggi, mentre è ovvio che chi le leggi rinuncia proprio a farle questo pericolo non lo correrà mai. Questo non è un po' un "ti piace vincere facile"? Un po' come il detto "solo chi non fa non sbaglia mai" o qualcosa del genere
C'è anche da dire un'altra cosa: è vero il caso dei matrimoni concordati di cui parli (o meglio, casi di matrimoni concordati e non desiderati dalla sposa stessa, che tra l'altro a differenza di quanto accade tra i Bruti non ha nemmeno la possibilità di difendersi perché se lo facesse probabilmente ad essere punita sarebbe lei), ma perlomeno nella maggioranza degli altri casi nei Sette Regni lo stupro viene almeno per legge/in teoria considerato un crimine e punito. Dico "in teoria" perché poi purtroppo sappiamo che di fatto in certe situazioni, come quella caotica della Guerra dei Cinque Re (ma non solo!) non né viene impedito né punito proprio niente. Infatti questa è l'ipocrisia di una società come quella dei Sette Regni (ma spesso anche la nostra, oserei dire).
Tuttavia resto dell'idea che il discorso dei Bruti sull' "essere davvero liberi" sia come ideale in sé parecchio contraddittorio e vago, a prescindere dalla presenza di lati oscuri che a loro volta sono evidenti pure nelle proposte alternative.
Comunque né approfitto per commentare i capitoli che nel frattempo sono riuscita a finire di leggere. Poi arriveranno i restanti.
Arya II
Mentre in ACOK adoro praticamente ogni singolo capitolo di Arya, in ASOS li trovo più altalenanti, con capitoli molto belli e altri... non dico brutti, ma nel complesso abbastanza riempitivi e/o puramente di transizione, che non colpiscono molto. Questo capitolo l'ho sempre messo più in questa seconda categoria, però rileggendolo lo trovo più carino e valido di quanto ricordassi.
A me sembra che assuma molto i toni della fiabetta/cartone animato, almeno in apparenza. Tre ragazzini se ne vanno in giro per i boschi (ok, in quel momento specifico erano usciti un po' fuori dal bosco per raccogliere gli ortaggi, ma il concetto è quello :-P) e incappano in tre misteriosi sconosciuti dall'aria losca. Anche la Locanda dell'Uomo Inginocchiato fa un po' "casetta della strega di Hanse e Gretel" quando Arya osserva che a prima vista sembra un luogo invitante. Anche il modo in cui tutti insieme si dirigono verso la locanda, posizionandosi in un ordine preciso e cercando invano di mantenerlo mentre proseguono, appare un po' "infantile". Il capitolo è anche costantemente accompagnato dal canticchiare di Tom Sette (un altro cantastorie!), cosa che non fa che accentuare questa atmosfera di leggerezza in superficie. Tra l'altro divertente quando anche Frittella si unisce al canto sorprendendo Arya con la sua performance, mi ero scordata persino io questa parte. I dialoghi sono molto buffi, spesso anche ridicoli (non nel senso di scritti male, ma proprio in sé). Arya si comporta in modo alquanto assurdo nel cercare di assumere un'aria minacciosa di fronte a tre uomini adulti e armati. Credo tuttavia che questa sua follia sia una manifestazione della sua disperazione dopo tutti i traumi che ha attraversato. Il culmine di questo miscuglio di ridicolaggine e tragicità lo si ha verso la fine del capitolo, riassunto nel seguente passaggio:
Arya’s only answer was to reach over her shoulder for her sword, but before she had it halfway drawn Lem grabbed her wrist. “We’ll have no more of that, now.” He twisted her arm until her hand opened. His fingers were hard with callus and fearsomely strong. Again! Arya thought. It’s happening again, like it happened in the village, with Chiswyck and Raff and the Mountain That Rides. They were going to steal her sword and turn her back into a mouse. Her free hand closed around her tankard, and she swung it at Lem’s face. The ale sloshed over the rim and splashed into his eyes, and she heard his nose break and saw the spurt of blood. When he roared his hands went to his face, and she was free. “Run!” she screamed, bolting.
But Lem was on her again at once, with his long legs that made one of his steps equal to three of hers. She twisted and kicked, but he yanked her off her feet effortlessly and held her dangling while the blood ran down his face.
“Stop it, you little fool,” he shouted, shaking her back and forth. “Stop it now!” Gendry moved to help her, until Tom Sevenstrings stepped in front of him with a dagger.
Un “combattimento” molto goffo e quasi da scena comica, che però è l’occasione in cui Arya mostra davvero la sua più profonda paura di essere impotente.
Bello ovviamente il pezzo finale in cui Arya finalmente si sfoga, lasciandosi andare al pianto dopo aver visto Harwin. Si tratta di un personaggio di Grande Inverno estremamente secondario, direi insulsotto, ma il lettore può solo pensare che, se già avere di fronte lui la porta ad una tale esplosione emotivo, chissà come reagirebbe se incontrasse Jon, Catelyn o qualche altro suo famigliare stretto. Visto che in questo momento Arya si sta dirigendo dai famigliari stretti a Delta delle Acque, Martin è piuttosto "sadico" nel creare nel lettore l'aspettativa per il momento dell'incontro senza mai permettergli di realizzarsi. Sigh.
In ogni caso, il gruppo di Arya passa per la stessa locanda del gruppo di Jaime. Ecco, io adoro questi diversi gruppi di viaggiatori, caratterizzati da un'improbabile e bizzarra alchimia di personaggi particolari, che girando per le terre dei fiumi percorrendo gli stessi luoghi e vivendoli in maniera diversa. E' una delle cose che secondo me rende in particolare le Terre dei Fiumi una location così memorabile e "viva".
Altra piccola nota: Gendry parla di Re Robert come "un vecchio ubriacone ammazzato da un cinghiale" senza sempre che si tratta di suo padre. Martin ama spesso scherzare su questo genere di inconsapevolezza.
Catelyn II
Non posso che quotare il discorso di sharingan, che trovo molto condivisibile e rispecchia quello che ho sempre sostenuto più volte sul forum in passato. Sia sulla distribuzione di colpe tra Catelyn e Robb sia su Edmure (trovo forse anche un po’ forzato che non gli siano state fornite indicazioni più precise sui piani di guerra. E’ di fatto il Lord di Delta delle Acque, non un pirla qualunque. A meno che il piano stesso non sia stato improvvisato da Robb e Brynden solo dopo la partenza…). E sì, leggere di tutti questi sviluppi con la consapevolezza di quello che accadrà dopo fa davvero male. E’ uno dei casi in cui lo “spoiler” non compromette affatto il mio coinvolgimento emotivo.
Va notato come Catelyn nelle fasi iniziali del capitolo si preoccupa più di perdere l’affetto del figlio che di ogni altra conseguenza o questione. Emerge forse più che mai il suo lato puramente materno. Verso la fine del capitolo inoltre Catelyn esprime in modo forte ed esplicito il suo desiderio di brutale vendetta contro Theon. Ricordo che a fine AGOT e in ACOK lei ha spesso fatto un po’ la parte di quella equilibrata, che diceva che la vendetta in fondo non serve e che la cosa migliore era tornare il prima possibile ad una situazione di pace. Ecco, ora il suo atteggiamento sembra un po’ cambiato, quasi a iniziare l’evoluzione che proseguirà poi in modo più drastico con Lady Stoneheart. Altra cosa interessante è che all’inizio, quando Catelyn vede i Frey andarsene arrabbiato, sospetta che sia stato Edmure in qualche modo a provocarne la rabbia senza mai porsi dubbi su suo figlio... povero Edmure
Nel capitolo viene anche presentata l’idea che, se proprio Robb doveva infrangere il patto con Frey, era meglio che se lo avesse fatto con Margaery. Ecco, se solo avesse avuto lo stesso acume strategico dei Lannister… Non mi soffermo troppo a commentare la follia del gesto di Robb perché io lo trovo davvero difficile da concepire. E dico anche una cosa un po’estrema: non avrei nemmeno biasimato più di tanto i suoi alfieri se avessero organizzato un assassino di Jeyne stessa, se era l’unico modo di ostacolare quella follia. Insomma, l’idea espressa da Walder il Nero a me in questo caso non è che scandalizzi così tanto.
Dal discorso a fine capitolo inoltre capiamo che gli Stark non hanno ancora appreso della distruzione di Grande Inverno. Fa davvero male pensare che non abbiano nemmeno saputo di tutte le cattive notizie per il momento.
Arya II
Bell’incipit, dalla contrapposizione di immagini di vita e morte. E nel limbo mediano: la paura.
Il gruppetto di Arya viene rapidamente spinto a mostrarsi da un sagace scambio di battute. Si capisce subito che gli sconosciuti sono persone ambientate in quei luoghi e serene nel percorrerli.
Si torna alla locanda, che ormai è un set ricorrente in asoiaf e sembra che, in quei territori angustiati dalla guerra, i sopravvissuti si siano arrangiati e abbiano generato una parvenza di solidarietà, protetti dalla fratellanza. In particolare, nella locanda, l’atmosfera è quella di una grande famiglia, con tutte le piccole litigate e battute del caso.
Ed è quasi commovente la ricongiunzione con Harwin.
Catelyn II
Cat, ancora confinata, fiuta che qualquadra non cosa, perché i Frey se ne vanno abbastanza concitatamente. E all’arrivo di Robb, momento di orgoglio materno.
La situazione è abbastanza incasinata. Cat ha agito egoisticamente e Karstark è adirato. Il Giovin Lupetto però è altamente propenso a comprendere la madre e inizia a fare strani discorsi…”Sono consapevole di che cosa significhi amare al punto da non riuscire più a comprendere nient'altro”.
E si capisce subito la ragione. Il Giovin Lupastro ha fatto una bischerata, violato il patto con i Frey, che gli avevano fornito 1000 cavalieri e 3000 fanti, per ottenere la fedeltà di una casata dell’ovest (dunque potenzialmente dubbia quanto i Frey) che gli ha recato l’opulenza di 12 cavalieri e 50 fanti. Il tutto per la graziosa Jeyne. Non fosse stato da kinga in da norf non ci sarebbero stati problemi… ma allo stato attuale Robb commette una ingenuità mostruosa ed un errore fatale.
@sharingan parlava di chi considera Cat fautrice della disfatta di Robb e fondamentalmente concordo. Più che altro penso che Jaime poteva essere merce di scambio, nulla più. Non è che Sansa in mano ai Lannister abbia contribuito a chissà cosa di nefasto per gli Stark, ad esempio. No.
Robb è l’artefice principale della sua disfatta. Secondariamente vi è Cat, secondariamente vi sono i Greyjoy, che possono aver minato lo spirito dell'esercito e sempre secondariamente i Bolton. Dico secondariamente i Bolton perché, seppure concretamente abbiamo contribuito molto, il loro tradimento deriva comunque dall’aver compreso che quella guerra non avrebbe portato nulla agli Stark, figurarsi ai Bolton. E Roose, mandato ad arginare le forze Lannister, arrivato ad Harrenhal, capisce che oltre non potrà spingersi facilmente e che neanche potrà mantenere quella posizione. Da là il tradimento. Tywin gli promette un risultato possibile ed un avanzamento sociale, si sa, è il gioco del trono e lui fa la sua mossa. Ma anche alla base del tradimento di Roose, c’è la strategia militare di Robb, che ha portato a delle vittorie in battaglia consecutive, ma nessun risultato rilevante. Eppure è lui l’invasore che scende a sud. Ma Approdo, Castel Granito, sono intatte. Il tridente è in stallo. Perso il nord occorre una svolta o da Harrenhal verso Approdo o dalle conquiste nell’Ovest verso Lannisport, ma si sceglie di protrarre una guerra senza averne i mezzi né il tempo.
E il giovin lupetto si scava la giovin fossa da solo.
“Tu non solo hai infranto un solenne giuramento, Robb, tu hai oltraggiato l'onore delle Torri Gemelle scegliendo una sposa da una casata minore. “ This is it…
E poi la faccenda del lupo, dove Cat mostra saggezza. Il lupo non era solo un simbolo, ma un copagno fedele, una difesa, per di più semisoprannaturale se consideriamo chei metalupi sono creature semileggendarie. E viene allontanato perché? Per la graziosa Jeyne. Secondo elemento che ci fa capire come Robb abbia perso completamente la brocca. In più il ricordo di Bran ed Estate, il potere innegabile di quelle bestie ed il giusto consiglio di Cat di allontanare Rolph.
Cat non mi è mai piaciuta, commette i suoi errori, ma ogni tanto ci azzecca.
Poi veniamo a sapere dell’arzigogolata strategia militare che Edmure avrebbe fatto fallire. Robb dice che non aveva abbastanza uomini per minacciare il seggio dei Lannister. Ma mi chiedo, un'ulteriore vittoria sul campo stavolta contro Tywin, avrebbe avuto l’effetto sperato? Secondo me sarebbe stata un’ennesima vittoria di Pirro.
Jon II
Nulla da rilevare. Ygritte, l’eterogeneità dei Bruti, i giganti e i metamorfi. Informazioni più che altro. Come preventivabile, i Corvi sono stati spazzati via dal Pugno.
Sansa II
La scelta dell’aggettivo “cauta” nell’incipit è uno dei primi segnali che l’ambiente sta sortendo qualche effetto su Sansa.
Sansa sta assumendo fattezze di donna e a quanto pare di una bella donna, che attira sguardi maschili. Lo sviluppo di Sansa ed i cambiamenti del suo corpo sarebbero il motivo per cui Cersei le sta rifacendo il guardaroba. Ma la sarta ci dice che molte persone sono state costrette a lavorare in fretta e furia sul suo guardaroba, il che tradisce intenti di diversa natura,
E infatti Sansa si chiede il perché e, essendo ancora tendenzialmente “pivella del mondo degli adulti”, sospetta di un intervento dei Tyrell in suo supporto.
Però qualche effetto già si è fatto sentire ed il seguente passo spiega il suo stato d’animo al momento. Ha subito batoste che le hanno mostrato l’ipocrisia dell’idealizzazione di un mondo didame e cavalieri. Queste batoste hanno avuto un sapore amaro. Avrebbe preferito restare nell’ignoranza, restare felice.
“I loro sogni erano pieni di canzoni cavalieresche e di storie romantiche, proprio come lo erano stati i suoi prima che Joffrey facesse tagliare la testa di suo padre. Sansa aveva pietà di loro. E nello stesso tempo provava invidia. ”
Antiteticamente ci viene mostrata Margaery. Arguta, contenuta, ruffiana.
Abbiamo anche un momento di approfondimento storico circa il virtuoso, sommo e immenso Aegon il mediocre:
Aegon il Mediocre non aveva mai fatto del male alla regina Naerys, forse proprio per timore di suo fratello, il Cavaliere del drago... ma quando un altro membro della Guardia reale si era innamorato di una delle sue amanti, il Mediocre li aveva fatti decapitare entrambi.
Il capitolo termina con i sogni ad occhi aperti di Sansa, che col senno di poi, sono abbastanza tristi da leggere.
" Sono io la tempesta, mio lord. La prima tempesta e l'ultima "
Volevo essere il re del mare, ma all'anagrafe sbagliarono una lettera
Questa settimana sono ultra in ritardo e non ho ancora avuto tempo di leggere i capitoli, probabilmente rallenterò un po'. Però mi sento di quotare @Aegon il mediocre qui sopra. Essenzialmente la disfatta di Robb è a causa di Robb.
Per un insieme di concause.
A parte che secondo me non ha senso: Martin secondo me ha un po' forzato la cosa: va bene che si tratta di Robb quindi Stark quindi l'onore, onore della ragazza sopra il proprio (cala cala Robb che nemmeno tuo padre l'ha fatto) e tutto il resto, ma avrebbe potuto semplicemente tenerla come amante Jeyne e sposarsi Roslin e magari mettere al mondo qualche altro Snow e nessuno avrebbe detto nulla (tranne forse, ancora: ma sì, in fondo anche tuo padre...).
Ma a parte questa decisione mal presa, tre parole: perché - decapitare - Karstark?
Per tutti gli dei antichi e nuovi... Già perde i Frey, poi smembra l'altra metà dell'esercito. Amen.
Poteva che so imprigionarlo (così magari teneva leali i Karstark anche coattivamente) e rimandare esecuzioni di sorta a fine guerra?
- Most have been forgotten. Most deserve to be forgotten. The heroes will always be remembered. The best. The best and the worst. And a few who were a bit of both. -
- If I look back I am lost. -
- There are ghosts everywhere. We carry them with us wherever we go. -
Il 11/4/2018 at 01:23, ***Silk*** dice:Che questo sia un indizio sul destino di Sansa? Tutti Gli Stark e Jon sono destinati al Nord, tranne Sansa? O anche lei ce la farà a ritrovare la difficile via d’uscita dalla corte e dagli intrighi di palazzo?
Potrebbe essere anche solo una metafora su Sansa. Da sempre lei è quella più vicina alla mentalità della madre, la meno "starkista" della cucciolata e quella più propensa a cambiare vita e sede. Tra gli Stark vige una sorta di terrore del sud, una diffidenza un po' "campagnola" dovuta in parte al carattere particolarmente chiuso e conservatore di Ned (accentuato dagli eventi della Ribellione di Robert), in parte alla generale attitudine di tutti i nordisti all'isolamento. Grosso modo i figli di Ned aderiscono a questa concezione, tranne Sansa.
Il 12/4/2018 at 22:17, AryaSnow dice:Tuttavia resto dell'idea che il discorso dei Bruti sull' "essere davvero liberi" sia come ideale in sé parecchio contraddittorio e vago, a prescindere dalla presenza di lati oscuri che a loro volta sono evidenti pure nelle proposte alternative.
Sì, sicuramente infatti pure io preferisco la società di Westeros a quella Oltre Barriera.
Diciamo che nei Sette Regni è incominciato il processo di istituzionalizzazione della forza e della giustizia. Gli esseri umani, consci dei propri limiti e dell'impossibilità di creare un sistema idealizzato, hanno affidato a determinate organizzazioni (monarchia, aristocrazia, guardiani della notte, etc...) il compito di regolare la vita dei Sette Regni. Già di per sè l'esistenza di una monarchia ereditaria è un passo in avanti dal punto di vista della stabilità e dell'ordine perchè limita le possibilità che il potere divenga contestabile perennemente (ovviamente uso il verbo "limita" non a caso). Nell'organizzazione dei bruti invece prevale una filosofia basata più sul breve periodo e sull'adattamento alle circostanze, tanto che non sempre si organizzano eleggendo un sovrano.
Cita
Ma come diceva @sharingan, la diversità sta nella veridicità di tale sentimento, per quanto si possa anche dire che quello di Cersei abbia degli aspetti altrettanto manipolatori ed egoistici.
Qui però io ho sempre avuto alcuni dubbi.
Da questi capitoli è chiaro come Cersei esercitasse fin da subito verso il gemello una forma strumentale di seduzione atta a ottenere qualcosa in cambio. Questo sarà ancora più evidente in AFFC dove appare che l'amore tra i due sia quasi unidirezionale e del tutto secondario dal punto di vista di lei. Però io da AGOT avevo inteso diversamente: credevo che fosse un rapporto molto più paritario, folle quanto si vuole ma comunque decisamente reale e sentito. La mia impressione è che Martin abbia cambiato qualcosa e abbia, col tempo, reso la figura di Jaime sempre più vittima di un rapporto "malato".
54 minutes fa, Aegon il mediocre dice:
@sharingan parlava di chi considera Cat fautrice della disfatta di Robb e fondamentalmente concordo. Più che altro penso che Jaime poteva essere merce di scambio, nulla più. Non è che Sansa in mano ai Lannister abbia contribuito a chissà cosa di nefasto per gli Stark, ad esempio. No.
Avere Jaime è fondamentale perchè rappresenta una polizza sulla vita di Robb. Finchè Jaime è in mani Stark, Tywin non può uccidere Robb nè acconsentire a qualsiasi piano per eliminarlo. Nel momento in cui invece sa che gli avversari non hanno più questa leva dalla loro parte può fare la sua mossa decisiva con maggiore libertà.
Cita
Poi veniamo a sapere dell’arzigogolata strategia militare che Edmure avrebbe fatto fallire. Robb dice che non aveva abbastanza uomini per minacciare il seggio dei Lannister. Ma mi chiedo, un'ulteriore vittoria sul campo stavolta contro Tywin, avrebbe avuto l’effetto sperato? Secondo me sarebbe stata un’ennesima vittoria di Pirro.
Credo che comunque Robb avesse bisogno di un'altra grande vittoria per poter anche solo trattare da una posizione più forte.
36 minutes fa, *Khaleesi* dice:A parte che secondo me non ha senso: Martin secondo me ha un po' forzato la cosa: va bene che si tratta di Robb quindi Stark quindi l'onore, onore della ragazza sopra il proprio (cala cala Robb che nemmeno tuo padre l'ha fatto) e tutto il resto, ma avrebbe potuto semplicemente tenerla come amante Jeyne e sposarsi Roslin e magari mettere al mondo qualche altro Snow e nessuno avrebbe detto nulla (tranne forse, ancora: ma sì, in fondo anche tuo padre...).
Ma a parte questa decisione mal presa, tre parole: perché - decapitare - Karstark?
Per tutti gli dei antichi e nuovi... Già perde i Frey, poi smembra l'altra metà dell'esercito. Amen.
Poteva che so imprigionarlo (così magari teneva leali i Karstark anche coattivamente) e rimandare esecuzioni di sorta a fine guerra?
Robb ha sicuramente sbagliato e avrebbe potuto tranquillamente fare tutto quello che dici, però probabilmente sarebbe stato troppo out of character. Un po' come nel caso di Ned, anche in quello di Robb il bello (e il brutto) del personaggio è proprio quello di cadere e perdere in nome di un certo tipo di ideali che sono molto in contrasto rispetto al contesto nel quale si trovano ad agire.
Riguardo a Karstark ci tornerò meglio nel capitolo che lo riguarda più da vicino, però in linea di massima credo che la decisione di Robb sia qui molto più comprensibile e difficile da giudicare nettamente.
PS.: nei libri i Karstark non rappresentano metà dell'esercito nordista (contrariamente alla serie TV)
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
2 hours fa, sharingan dice:PS.: nei libri i Karstark non rappresentano metà dell'esercito nordista (contrariamente alla serie TV)
Beh dai non metà ma sono una buona parte se non ricordo male.
I Frey sono più numerosi però, se ben ricordo tipo 4000
- Most have been forgotten. Most deserve to be forgotten. The heroes will always be remembered. The best. The best and the worst. And a few who were a bit of both. -
- If I look back I am lost. -
- There are ghosts everywhere. We carry them with us wherever we go. -
2 hours fa, sharingan dice:
Avere Jaime è fondamentale perchè rappresenta una polizza sulla vita di Robb. Finchè Jaime è in mani Stark, Tywin non può uccidere Robb nè acconsentire a qualsiasi piano per eliminarlo. Nel momento in cui invece sa che gli avversari non hanno più questa leva dalla loro parte può fare la sua mossa decisiva con maggiore libertà.
Questo avviene però nel momento in cui si sono verificate le altre condizioni di cui parlavo prima. E si concretizza alla luce della situazione globale della guerra.
Per uccidere direttamente Robb occorre il tradimento di una fetta dei suoi. Il tradimento dei Frey avviene per colpa di Robb. Il tradimento dei Bolton avviene accettando la proposta di Tywin, proposta che viene accettata per via di una serie di motivi. Si fossero aspettati una vittoria di Robb non credo lo avrebbero fatto.
A giudicare dal piano attuato nelle nozze rosse e dalla sua riuscita, non mi sarei stupito se avesse avuto in appendice la liberazione di un Jaime ancora in catene.
" Sono io la tempesta, mio lord. La prima tempesta e l'ultima "
Volevo essere il re del mare, ma all'anagrafe sbagliarono una lettera
1 minute fa, Aegon il mediocre dice:A giudicare dal piano attuato nelle nozze rosse e dalla sua riuscita, non mi sarei stupito se avesse avuto in appendice la liberazione di un Jaime ancora in catene.
Questo credo di sicuro
- Most have been forgotten. Most deserve to be forgotten. The heroes will always be remembered. The best. The best and the worst. And a few who were a bit of both. -
- If I look back I am lost. -
- There are ghosts everywhere. We carry them with us wherever we go. -
certo era una buona parte, ma non la metà. Diciamo che in una guerra "normale" la perdita dei Karstark sarebbe stato un fattore relativamente secondario, ma in questo contesto già abbastanza precario è un altro brutto colpo. Credo però che sia negativo soprattutto perchè è un ulteriore innesto di sfiducia e precarietà che incide nel modo in cui Robb viene percepito dai suoi soldati e soprattutto dai suoi lord alfieri. Avremo però modo di approfondire la questione più avanti.
Tywin viene avvertito da Varys della fuga di Jaime pochi giorni dopo il fatto, tanto che lo stesso Tywin manda suoi uomini nelle Terre dei Fiumi per cercarlo. Nel momento in cui Tywin sa che suo figlio non è più prigioniero di Robb può dare il via libera a qualsiasi piano volto ad ucciderlo.
Questo non toglie che le ulteriori azioni di Robb abbiano fatto sì che Frey e Bolton passassero dall'altra parte e dessero concretezza ai piani di Tywin. Il "bello" delle Nozze Rosse è proprio che vengono preparate da Martin con una successione di eventi piuttosto chiara e scandita, tanto che a posteriori viene da meravigliarsi per la meraviglia creata nel lettore. La sorpresa è dovuta al fatto che normalmente gli eroi di una storia sbagliano decine di volte ma vengono sempre salvati dal plot armor, mentre qui avviene che sbagliano decine di volte e ne subiscono le conseguenze.
In successione abbiamo:
Liberazione di Jaime da parte di Catelyn
Errore di comunicazione Robb-Edmure --> Battaglia Acque Nere
Matrimonio Robb-Jeyne
Decapitazione di Karstark
Caduta di Grande Inverno
Sono tutti eventi avversi alla Casa Stark e tutti con errori di giudizio valutazione di uno di loro. Una disfatta era in effetti ampiamente prevedibile se avessimo giudicato in base ai soli fatti.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Recuperino quasi sul gong!
Magari settimana prossima divento più brava...
Arya II
Dopo l’opinione di Edric Storm su Robert ecco che ci imbattiamo in quella dell’altro suo bastardo, Gendry. L’ho trovata molto comica:
“That old drunk?” said Gendry scornfully. “He’s dead, some boar killed him, everyone knows that.”
Mi è anche piaciuto il parallelismo tra la canzone precedentemente udita da Sansa e adesso riproposta nel POV di Arya.
Comunque, il trio incontra la BWB e vengono portati alla locanda dove poco prima erano passati Brienne Jaime e Cleos. Degno di nota l’arrivo alla locanda del resto della BWB: dopo tanto penare e girovagare, Arya finalmente ritrova un volto amico, Harwin.
“Harwin, it’s me, don’t you know me, don’t you?” The tears came, and she found herself weeping like a baby, just like some stupid little girl. “Harwin, it’s me!”
Questo ultimo anno l’ha talmente provata che Harwin stenta a riconoscerla finché Arya non gli ricorda di Winterfell:
His eyes went wide. “Gods be good,” he said in a choked voice. “Arya Underfoot? Lem, let go of her.”
“She broke my nose.” Lem dumped her unceremoniously to the floor. “Who in seven hells is she supposed to be?”
“The Hand’s daughter.” Harwin went to one knee before her. “Arya Stark, of Winterfell.”
Catelyn II
Il POV si apre sulle defezioni seguenti al matrimonio di Robb con Jeyne Westerling: i Frey ed altri riverlords abbandonano la causa. In concomitanza, si apre anche la crisi con Karstark per la fuga di Jaime organizzata da Cat.
Un punto che colpisce molto è quando Cat riconosce in Robb un atteggiamento più similare a quello di Brandon che a Ned:
“Enough.” For just an instant Robb sounded more like Brandon than his father. “No man calls my lady of Winterfell a traitor in my hearing, Lord Rickard.”
Cosa che ritengo fosse già avvalorata implicitamente dalla relazione con Grey Wind e che probabilmente ha portato a questo risvolto coi Westerling. Ho letto che Robb abbia ceduto all’amore e all’onore, ma ho la sensazione che il suo sia stato più un cedimento alla passione ed un impulsivo tentativo riparatorio. L’onore avrebbe voluto che tenesse fede alla promessa fatta ai Frey, à mon avis. Come dicevano già @sharingan e @AryaSnow, tra Robb e Cat, la maggior sensatezza nella questione viene mostrata da lei:
“And you,” she said softly, “have lost the Freys.” [...]
“Dare I ask how many swords come with your bride, Robb?” [...]
It is swords you need, not gentle hearts. How could you do this, Robb? How could you be so heedless, so stupid? How could you be so... so very... young. [...]
Not only have you broken your oath, but you’ve slighted the honor of the Twins by choosing a bride from a lesser house. [...]
If you had to fall into a woman’s arms, my son, why couldn’t they have been Margaery Tyrell’s? The wealth and power of Highgarden could have made all the difference in the fighting yet to come. And perhaps Grey Wind would have liked the smell of her as well.
E Robb, per Jeyne, si distanzia anche da Grey Wind (folle!). Anche in questo Cat dimostra un maggior senso nel percepire quei Westerling per cui il lupo ha diffidenza come un pericolo, nello specifico madre e zio di Jeyne. Ma i dubbi di Robb sui metalupi, basati sull’errore di fondo, ovverosia la morte di Bran e Rickon, hanno un senso:
I used to think the same as you, that the wolves were our guardians, our protectors, until...”
“Until?” she prompted.
Robb’s mouth tightened. “Until they told me that Theon had murdered Bran and Rickon. Small good their wolves did them. I am no longer a boy, Mother. I’m a king, and I can protect myself.”
Ed assistiamo anche all’ulteriore indurimento di Cat: il modo in cui si rivolge a Robb per esortarlo a riprendere Winterfell e l’appello alla sola cosa che resta, la vendetta.
“It is too late for ifs, and too late for rescues,” Catelyn said. “All that remains is vengeance.”
E per riprendere il Nord hanno bisogno di riconquistare i Frey, alla cui causa viene immolato Edmure. Ma come aveva detto la stessa Cat:
“He is not reasonable,” said Catelyn. “He is proud, and prickly to a fault. You know that. He wanted to be grandfather to a king.”
Infine, sulle questioni strategiche. Robb aveva ordinato di tenere Riverrun. Edmure ha scelto di “ritardare” il passaggio di Tywin. La colpa sta nel mezzo: Robb dà un ordine a cui Edmure dovrebbe attenersi esclusivamente. Questo ordine però non esclude (forse) automaticamente la possibilità di portare avanti altre azioni collaterali. Il ritardo al rientro di Robb avrebbe dovuto essere un messaggio per Edmure, messaggio che egli fraintende. Sicuramente Robb e Brynden avrebbero dovuto leggere la natura di Edmure e dare maggior dettaglio, ma se un uomo d’esperienza come Brynden non ha ritenuto opportuna questa esplicitazione, ne deduco che fosse perché – come dicevo qualche frase fa - Robb aveva dato un ordine a cui Edmure avrebbe dovuto attenersi esclusivamente. Quindi sì, la colpa di aver perso gli alleati e della direzione ormai nefasta della guerra è di entrambi: Robb ha minato dall’interno ragionando con una parte del corpo che non era esattamente il cervello, Edmure ha inconsciamente favorito le alleanze e mosse avversarie.
Jon II
La prima cosa che mi colpisce è il paragone che Jon fa tra i giganti per come sono e per come raccontati da Old Nan. Sembra quasi che si possa intuire, per quanto ci sia un fondo di verità nelle storie riportate da lei, queste stesse siano in un certo qual modo corrotte dal tempo rispetto all’antico sapere di millenni che esse riportano, o comunque, in un certo qual modo adattate nel tempo per rendere comprensibile a chi non vede ciò che vi è descritto quello di cui si può trattare.
In Old Nan’s stories, giants were outsized men who lived in colossal castles, fought with huge swords, and walked about in boots a boy could hide in. These were something else, more bearlike than human, and as wooly as the mammoths they rode. Seated, it was hard to say how big they truly were, Ten feet tall maybe, or twelve, Jon thought. Maybe fourteen, but no taller. Their sloping chests might have passed for those of men, but their arms hung down too far, and their lower torsos looked half again as wide as their upper. Their legs were shorter than their arms, but very thick, and they wore no boots at all; their feet were broad splayed things, hard and horny and black. Neckless, their huge heavy heads thrust forward from between their shoulder blades, and their faces were squashed and brutal. Rats’ eyes no larger than beads were almost lost within folds of horny flesh, but they snuffled constantly, smelling as much as they saw.
They’re not wearing skins, Jon realized. That’s hair. Shaggy pelts covered their bodies, thick below the waist, sparser above. The stink that came off them was choking, but perhaps that was the mammoths.
IL flirtone con Ygritte è abbastanza evidente ormai, se era chiaro che qualcosa avesse colpito Jon quando ha scelto di risparmiarla, adesso è ancora più chiaro.
When she grinned, the crooked teeth didn’t seem to matter. And maybe her eyes were too far apart, but they were a pretty blue-grey color, and lively as any eyes he knew. Sometimes she sang in a low husky voice that stirred him. And sometimes by the cookfire when she sat hugging her knees with the flames waking echoes in her red hair, and looked at him, just smiling... well, that stirred some things as well. [...]
She reminded him a little of his sister Arya, though Arya was younger and probably skinnier. It was hard to tell how plump or thin Ygritte might be, with all the furs and skins she wore.
La cosa che mi ha più colpito sono le affinità e divergenze tra la visione della donna oltre barriera e nei sette regni. Nei sette regni ritengono che la condizione della donna possa essere moralmente più accettabile perché regolata da leggi e non da – chiamiamolo – lo stato di natura. In realtà, è una visione molto ipocrita. Come ci ha già ricordato Cersei, nei sette regni le donne non sono nulla di più che “capi di bestiame” da scambiare per alleanze di qualche sorta senza che abbiano alcuna voce in capitolo. Cosa assolutamente in linea con il setting in cui l’opera è ambientata perché sì nel medioevo esistevano delle leggi che regolavano la vita quotidiana, ma la legge del re o del lord si fermava comunque alla soglia della porta di casa, luogo in cui a fare la legge era il capofamiglia. Quindi la donna passa dalla tutela del padre a quella del marito senza che abbia alcuna voce in capitolo. E, per quanto il legame col marito possa essere sancito dal matrimonio stesso, questo non significa che ogni volta che lui la “prende”, questa sia d’accordo
SPOILER GOT 5
Come abbiamo visto con Sansa e Ramsey. Ma come accade anche in molte altre serie tv ambientate all’epoca.
E’ lecito per un marito violentare la moglie non consenziente, come è lecito arrivare ad ucciderla in uno scatto d’ira senza che per questo sia in qualche modo perseguibile per l’assunto di cui sopra. Per assurdo basti pensare che in Italia l’abominio del delitto d’onore è stato in vigore fino all’81. Ma sto divagando. Questo per dire che tra una situazione ipocrita in cui la donna è gestita da altri e comunque svilita per quanto nell’ambito di una serie di regole ed una situazione che espone la donna agli stessi rischi di svilimento, forse anche maggiormente violenti, ma che le consente quantomeno una certa libertà di fondo e minori compromessi, non sono del tutto sicura che la prima condizione sia preferibile o maggiormente favorevole.
Altro punto interessante è la convinzione di Qhorin che i wildlings stessero cercando qualcosa di “speciale” nei Frostfangs per oltrepassare la Barriera. Da qui il dubbio che negli anni precedenti in cui Mance ha unito i vari clan abbiano potuto essere loro la causa del risveglio degli Estranei.
The Halfhand had suspected that the wildlings had gone up into the bleak and barren Frostfangs in search of some weapon, some power, some fell sorcery with which to break the Wall... but if they had found any such, no one was boasting of it openly, or showing it to Jon. Nor had Mance Rayder confided any of his plans or strategies.
Interessante anche il modo in cui si pone Jon: scopriamo che lui sente la necessità di essere ligio al dovere e di assecondare i bruti in quanto ordinatogli da Qhorin, certo è che la vita con loro e la conoscenza diretta mette in atto delle dinamiche particolari, per cui si riscopre infatutato da Ygritte e affascinato da personaggi come Tormund e Mance; ciononostante ammette a sé stesso che pur di salvare tutte quelle percone che abbia mai conosciuto ed amato, che risiedono in quelle terre che sarebbero subito colte dall’invasione dei bruti, non esiterebbe ad uccidere Mance nonostante l’ammirazione che gli ispiri, anche se questo sicuramente gli costerebbe la vita. Già in questa considerazione c’è un’evidente anticipazione di ciò che poi succederà con fArya. Del resto come dice Jaime: The things we do for love.
Ci viene anche anticipata la sorte che tocca ai metamorfi quando muoiono: parte di Orell persiste nella sua aquila.
SPOILER GOT 6/TWOW
Questo potrebbe già essere un’anticipazione di quanto si presume possa accadere a Jon dopo l’attentato di fine ADWD. Il tempo ci dirà se lo ritroveremo in Ghost o meno.
Can a bird hate? Jon had slain the wildling Orell, but some part of the man remained within the eagle. The golden eyes looked out on him with cold malevolence.
Scopriamo inoltre l’epilogo dell’attacco del prologo. Una minaccia che Mance conosce bene e che gli fa capire come mai i suoi uomini non avessero subito attacchi per un certo tempo.
Sansa II
Per Sansa, Cersei ha ordinato massima priorità nel rinnovamento del guardaroba e la ragazza fa bene a chiedersi quali ragioni vi siano dietro.
But why? Sansa wondered when she was alone. It made her uneasy.
Pensa ai Tyrell, ma pensa male, anche se le prime due lettere sono corrette.
Bello il momento in cui Sansa ripensa al Mastino:
Sansa wondered what Megga would think about kissing the Hound, as she had. He’d come to her the night of the battle stinking of wine and blood. He kissed me and threatened to kill me, and made me sing him a song.
Al di là della ship, che apprezzo, questo ci rende subito lampante quanto il bagaglio di esperienze di Sansa sia più “ricco” e “variegato” nel male rispetto a quello delle cugine di Margaery. Ma un bagaglio di questo tipo non significa che non possa avere anche delle conseguenze positive. Sicuramente è un bagaglio pesante e Sansa ne è ben conscia, riconoscendogli questo valore negativo e allo stesso tempo positivo non può che avere pena di loro perché sono ancora ignare e non possono capire la realtà per quella che è davvero, ma anche invidia perché quando la realtà è dolorosa, riuscire a non vederla, per quanto limitante, è pur sempre un sollievo.
They are children, Sansa thought. They are silly little girls, even Elinor. They’ve never seen a battle, they’ve never seen a man die, they know nothing. Their dreams were full of songs and stories, the way hers had been before Joffrey cut her father’s head off. Sansa pitied them. Sansa envied them.
In Margaery, invece rileva una natura differente: una facciata di cortesia e gentilezza dietro cui intravede almeno parte dell’arguzia di Olenna.
Bello l’approfondimento storico segnalato da @Aegon il mediocre. Adoro questi excursus nel passato dei Targ. Inoltre, questo passaggio rimarca ancora una volta il paragone che avevamo già visto nel POV di Tyrion tra Loras e il Dragonknight.
Per quanto riguarda l’interrogativo di @sharingan su piani Tyrell/Ditocorto, il fatto che Sansa riveli a Dontos del piano Tyrell e questi reagisca in maniera scomposta rivela già che i piani per lei di Ditocorto sono diversi. Ciononostante, questo non impedisce a Ditocorto di accordarsi con loro per l’uccisione di Joffrey: questa parte del piano è comoda ad entrambe le parti, toglie Margaery dal pericolo e crea un diversivo per la fuga di Sansa. La vera domanda è: si tratta di un piano ideato solo da Ditocorto su cui i Tyrell sono saliti in corsa, oppure si tratta di un piano già orchestrato nel momento in cui i Tyrell hanno scelto di impegnarsi nella Battaglia delle Acque Nere? Del resto, il veleno a Sansa venne consegnato nel suo ultimo POV di ACOK.
Se il POV precedente non ci aveva abbastanza convinti del fatto che la causa di RObb sia ormai una causa più che persa, il fatto che Sansa venga ormai considerata l’erede a Winterfell a KL dovrebbe darci il mattoncino finale.
Per quanto Sansa possa essere cresciuta nell’arco di due libri e un tot, ogni volta che un barlume di speranza di vita migliore le si palesa all’orizzonte, cede nuovamente ai suoi sogni di un tempo. I Tyrell sono stati per lei una parentesi di pace tra le angherie della vita di corte. Peccato che tutte queste belle speranze le si rivolteranno contro in -5, -4, -3…
"And now at last it comes. You will give me the Ring freely! In place of the Dark Lord you will set up a Queen. And I shall not be dark, but beautiful and terrible as the Morning and the Night! Fair as the Sea and the Sun and the Snow upon the Mountain! Dreadful as the Storm and the Lightning! Stronger than the foundations of the earth. All shall love me and despair!”
She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.
“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”
***
"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor.
ARYA III
Capitolo in parte descrittivo (con il flashback di Harwin sugli eventi di Approdo del Re), in parte d'azione con il tentativo di Arya di fuggire dalla Fratellanza. Non mi vengono in mente grandi riflessioni da fare sia su questa parte sia su tutte le parti lette da Arya fin'ora. All'epoca della prima lettura ricordo che si trattava di alcuni dei capitoli che leggevo con più interesse, probabilmente solamente per via della simpatia del personaggio. Adesso invece non mi dicono più di tanto.
SAMWELL I
Ansimando, Samwell Tarly fece un altro passo. "Questo è l'ultimo, davvero l'ultimo. Non ce la faccio ad andare avanti, non ce la faccio proprio".
Samwell Tarly calciò un albero con il piede sinistro, spezzando la neve incrostata. Calciò anche con il destro. << Ci provo. >> Stringendo i denti, fece un passo. << Ce la metto tutta.>> E ricominciò a camminare.
Il capitolo si apre con un ultimo passo, un passo fatto a fatica che simboleggia una resa e si conclude con dei calci piuttosto decisi a indicare una nuova attitudine e un nuovo inizio. Fin da subito ci vengono mostrati i limiti fisici (l'obesità) e caratteriali (la codardia) di questo personaggio che in una società marziale come quella di Westeros diventano problemi molto grossi. Sam ha ben presente quello che è, lo dice chiaramente fin dalla prima volta che lo conosciamo e continua più volte a ribadirlo a se stesso e a tutti coloro che lo circondano. A ben vedere è proprio questa consapevolezza a renderlo un personaggio interessante: rispetto a Jon che non ha mai accettato la propria condizione di bastardo, Sam è un passo avanti verso quel percorso che Tyrion aveva suggerito al bastardo di Grande Inverno quando gli aveva consigliato di non nascondere la propria condizione di "diverso". Così come nel caso di Jaime, mi piace anche che l'autore faccia intraprendere al personaggio un'evoluzione graduale, evoluzione che probabilmente non sarà nemmeno del tutto completa e che non annullerà tutto ciò che il personaggio è sempre stato. Sam probabilmente rimarrà un codardo, probabilmente rimarrà grasso, però magari imparerà ad utilizzare più spesso quell'istinto di sopravvivenza che lo ha aiutato ad uccidere l'Estraneo. E' comunque significativo notare come nelle azioni positive intraprese da Sam sia sempre necessario uno stimolo esterno; di solito questo stimolo è Jon, qui invece è rappresentato dagli altri compagni dei Guardiani della Notte che sono per lui un valido aiuto materiale ma anche morale.
TYRION III
Capitolo molto denso e pieno di informazioni.
<< Troppe facce strane. Troppi nuovi giocatori. >>
Una conferma di ciò che era stato già detto nel primo dei POV del nano in ASOS. Il Folletto ha assaporato il potere e ora si ritrova a dover cominciare tutto daccapo e a reinventarsi in una situazione nuova e non confortevole. La novità più rilevante è l'arrivo in massa dei Tyrell, i quali ora spartiscono il potere con i Lannister da pari a pari, consci della loro influenza. Tuttavia i Lannister hanno ancora un vantaggio, ovvero possiedono la carica più importante (Primo Cavaliere) ma soprattutto hanno in quella posizione l'unica persona (Tywin) che riesca per davvero ad avere una visione complessiva della situazione e che si dimostri capace di usare i vari giocatori nel modo che più gli aggrada. In una sola seduta Tywin riesce ad occuparsi più o meno di tutti i Sette Regni: buona parte del suo tempo è dedicato ovviamente al Nord e agli Stark, gli ultimi reali contendenti rimasti, ma non si dimentica nemmeno dei Greyjoy e dei Tyrell, della sua stessa famiglia (con i matrimoni di Tyrion e Cersei), dei Guardiani della Notte e dei bruti, della Guardia Cittadina e pure di Lysa Arryn e dei dorniani, finendo anche per menzionare qualche avvenimento al di là del mare. Finchè Tywin è in vita si ha l'impressione che tutti i problemi interni verranno ridotti ai minimi termini e che i Tyrell, per quanto detentori del'esercito più potente del regno, dovranno accontentarsi di stare un gradino dietro i Lannister. Morto il capo dei leoni, la situazione non sarà più la stessa. Se però il signore di Castel Granito si dimostra di nuovo abile nel gestire la situazione Stark-Greyjoy, in realtà commette anche degli errori di valutazione che emergeranno sicuramente o quasi sicuramente in un futuro più o meno vicino. Come tutti, anche Tywin sottovaluta Ditocorto per via della sua posizione sociale inferiore (non a caso gli rivolge appena un cenno della testa) e gli concede qualcosa che sarà fondamentale per il prosieguo della scalata ostile di Petyr; in questa situazione emerge tutta la superbia dei Lannister e il loro disprezzo per le categorie "inferiori" della popolazione, evidente anche dal modo con il quale parlano degli Spicer. Più di ogni altro nei Sette Regni, i Lannister rappresentano l'essenza stessa dell'aristocrazia (nel bene e nel male).
CATELYN III
I vari errori commessi dagli Stark portano come conseguenza il tradimento dei Karstark, ultimo vero grande rovescio prima delle Nozze Rosse. Catelyn ha lasciato fuggire Jaime Lannister, negando la vendetta a lord Rickard, ma Robb non ha punito la madre con la massima pena, dimostrando così debolezza nel suo ruolo di re. La vendetta di Karstark si configura così proprio come un disconoscimento della figura di Robb:
<< Tu non sei il mio re. >>
E' vero che i lord devono assoluta obbedienza al loro sovrano ma bisogna sempre considerare che Robb è un monarca nominato sul campo di battaglia che deve quindi la corona solo all'appoggio delle persone che lo sostengono. I tradimenti successivi di Frey e Bolton avranno anch'essi una matrice di questo tipo: non tutti sono più disposti a seguire un re così incauto che si fa sopraffare dall'emozione e prende continuamente decisioni sbagliate. Non si possono chiedere ai propri uomini sacrifici, sangue e sofferenza per non essere poi in grado di sopportarne le conseguenze e buttare intere alleanze alle ortiche per i propri scrupoli personali. Nel contesto però di una situazione difficile come questa, la condanna di Karstark è abbastanza comprensibile; si tratta di quelle situazioni dove qualsiasi decisione è una sconfitta, di scegliere il male minore senza nemmeno avere la certezza di quale sia questo male minore. Rickard Karstark si è apertamente ribellato al proprio signore, lo ha fatto incurante delle conseguenze e anche con una certa crudeltà gratuita esemplificata dall'uccisione di due ragazzi innocenti. E' tuttavia piuttosto difficile comprendere il gesto di questo nobile del nord, per il quale uccidere due Lannister a caso viene visto come un prezzo accettabile per la morte (in guerra) dei suoi figli. Vero che nell'ottica della società di Westeros il concetto di vendetta assume spesso caratteri di faida familiare, però è anche vero che poche persone danno a questa formula il carattere estremo che gli ha dato il lord di Karhold. Robb avrebbe potuto tenerlo prigioniero ma avrebbe ulteriormente perso la faccia davanti al proprio esercito, sarebbe stato come dire che a tradire il re del Nord ne consegue una pena da piccolo reato. Credo quindi che in quel contesto l'uccisione fosse quasi inevitabile; le colpe di Robb sono piuttosto quelle di aver creato le condizioni di arrivare fino a questo punto. Da notare infine il dialogo tra Catelyn e Jeyne, dove possiamo notare come la madre della neo-regina avesse già programmato il voltafaccia: il lettore pensa chiaramente che alla figlia venga dato un composto per favorire una gravidanza mentre in realtà si tratta di un abortivo. Gli Stark non hanno solo perso amici ma si sono portati in casa dei nemici.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Posso partecipare anche se in ritardo?
"Gli dei esistono" ripetè a se stessa. "E anche i veri cavalieri. Tutto questo non può essere una menzogna".
Comitato Pro Brandon Stark; Comitato S.P.A. Salvate il piccolo Aemon (in difesa del figlio di Mance, del figlio di Gilly e di tutti gli altri bimbi di ASOIAF); Comitato QUANDO C'ERA LUI (Meglio Tywin di quella psicopatica di sua figlia); Comitato A.T.P.A. (Aemon Targaryen pro-pro-prozio dell'anno); Comitato E.S.S.S. (Eddard Stark Santo Subito); Comitato E.T.S.T. (Eddison Tollett li seppellirà tutti); Comitato M.E.F.H. (Martin esci fuori Howland) gemellato con M.E.F.W. (Martin esci fuori Willas); Comitato T.M.G.M.S. (Theon Mezzo Greyjoy Mezzo Stark); Comitato Y.L.J.E.M. (Ygritte levati, Jon è mio), Comitato T+S: Tyrion+Sansa (possibilmente a regnare su Castel Granito); Comitato Pro Jojen e Meera Reed; Comitato G.M.S.S. (Giù le mani da Sansa Stark); Comitato L'unico Vero Aegon (ovvero l'Egg delle novelle);