Purtroppo ultimamemte ho davvero poco tempo da dedicare alla rilettura di ASOIAF, spero di riuscire a mettermi in pari a breve. Intanto vi leggo con enorme piacere, sappiatelo
9 hours fa, Iceandfire dice:Mah ......non si dovrebbero confondere le vicende raccontate nei libri con quello che viene tratteggiato nella serie ,dato che la caratterizzazione di un personaggio e’ diversa tra loro,certamente per un fenomeno di spettacolarizzazione e probabilmente di identificazione che nella serie è certamente voluto.
Sono d'accordo: i contenuti dei libri non vanno confusi con quelli della serie televisiva. Ma dove li avrei confusi?
Poi, a dirla tutta, se avessi avuto interesse a discutere di GoT (a parte qualche sporadico accenno nel progetto rilettura) lo avrei fatto nel Forte, ma è una sezione che frequento poco.
9 hours fa, Iceandfire dice:A parte il fatto che ognuno poi si costruisce il metro di riferimento che vuole in base a come “legge ed interpreta un personaggio “ partendo da dati che ha recepito (nella serie essenzialmente che qui non c’entra affatto).
Sì, d'accordo. Ma cosa intendi? Non mi sembra di aver citato la serie televisiva. Il mio commento ricade all'interno della rilettura della saga cartacea, ed al più si tratta di una digressione di carattere generale.
9 hours fa, Iceandfire dice:La cosa più interessante comunque è che ,nello specifico metro di misura ,il paragone tra Jon e Theon lo ha fatto proprio Martin in una sua recente intervista per cui .....non capisco ....ecco ma probabilmente per un limite mio
Non mi sembra di aver detto che sia sbagliato mettere a confronto i personaggi ed i loro percorsi (ma mi vien da pensare che forse avrei potuto essere più limpido nel secondo post). Ho approfittato del fatto che Theon sia spesso vittima di JonSnowmetro per accennare ad un vizio diffuso: l'utilizzo spesso e volentieri scriteriato dello stesso JonSnowmetro. Quindi, in sostanza, ho approfittato dello spunto per fare una digressione di carattere generale, come tante altre in questi mesi. Il progetto, del resto, si presta bene a considerazioni anche più generali, relative ad un'analisi olistica della saga o anche relative a ciò che ruota intorno ad essa, come ad esempio certe declinazioni del "rapporto" tra il cosiddetto fandom e l'opera stessa.
3 hours fa, Lyra Stark dice:In realtà è proprio lo stesso Theon a tirare in ballo un riferimento a Jon Snow nel recente PoV che abbiamo letto, motivo per cui continuo a non capire il discorso.
Avrò lo Jonsnowmetro tarato male.
Io stesso ho tirato in ballo Jon Snow parlando di Theon. Il raffronto fra i due personaggi viene facile, del resto, ed è anche interessante. Così come, a maggior ragione, ho trovato interessante lo spunto di Silk del post successivo quando accennava a Robb. Non ho criticato né il paragone Theon Greyjoy – Jon Snow e né ho fatto riferimento al tuo intervento: quest'ultimo aspetto credevo di averlo già chiarito nell'ultimo post, pugnace Lady Stark.
Sulla taratura, ti dirò, è possibile! Qualche tempo fa mi serviva un qualche “robot casalingo” per fare varie cose, fra cui frullare alimenti, pesarli, accordare la chitarra e scrivere al mio posto i commenti della rilettura! E insomma, ho trovato 'sto benedetto JonSnowmetro su uno di quei siti di shopping on-line: dalla recensione, sembrava fosse il prodotto del secolo.
In poche parole, mi hanno spedito una sòla: anziché preparare il gomasio finiva sistematicamente per hackerare la mail di Hillary Clinton, scrivere discutibili best seller young adult di genere paranormal con protagonisti vampiri e licantropi, o trovare l'indirizzo del redivivo Elvis Presley. Tutte cose di cui, francamente, potevo fare a meno. Allora ho chiamato il numero verde e spedito varie e-mail, ma niente da fare! Morale della favola: l'ho pagato a prezzo pieno e non me l'hanno neanche cambiato! A bene vedere, forse è per questo che sono così cattivo col JonSnowmetro.
3 hours fa, Iceandfire dice:Non credo.
Ripeto Martin in persona ha parlato di Jon ,del fatto che tutti vorrebbero essere lui o lo amano e per associazione mentale ha parlato dell’invidia che il polipetto nutriva per Jon .
Anch'io ho accennato all'invidia di Theon.
Esimio @AemonTargaryen, sarò breve per non cavalcare l’onda dell’OT.
Laddove lei probabilmente ne è ignaro, devo confessare di essere persona assai pigra. Pertanto non mi scomoderei affatto per una critica rivolta a una mia osservazione in un post di analisi, come lei ha ipotizzato.
Da buona Stark, invece, tendo a scomodarmi qualora noti delle non troppo velate critiche alla libertà di opinione e di approccio ad un testo letterario, nascoste dietro ad un cosiddetto Jonsnowmetro.
Anche qualora decidessi di credere alla sua buona fede e alla bontà delle sue affermazioni, per sua stessa ammissione a carattere generico, tuttavia il plauso dato da altri esterni alla discussione al suo stesso post mi porta a dubitare dell’innocenza e della buona fede di tutta l’operazione.
Devo ammettere che ritengo un vero peccato che quell’antipatica tendenza a lanciare provocazioni gratuite ai danni di alcuni utenti sia approdata anche in questo topic, finora piacevole e costruttivo.
Mi auguro che questo sia stato solo un fugace episodio e che il clima ritorni ad essere, appunto, piacevole e costruttivo, e sarò più che felice laddove i miei timori dovessero essere smentiti coi fatti.
Quanto al mio esser pugnace, è una caratteristica della casata cui mi onoro di appartenere. Da un lupo del Nord non può aspettarsi altro.
Ad ogni modo è una fortuna che per quella stessa natura starkiana io non sia molto sensibile all’adulazione. Le confesso che, in una fanciulla con più malizia, i complimenti reiterati da parte sua potrebbero anche essere interpretati in modo equivoco.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Concordo con monna Lyra
Ma ci aggiungo qualche considerazione...Il termine rilettura,secondo me,proprio perché di seconda o ennesima lettura si tratta dovrebbe contemplare soprattutto osservazioni che sono venute alla mente DOPO aver letto quanto finora abbiamo dell’opera di Martin,perché molti fatti si possono percepire meglio alla fine di una lettura dato che non si capisce sempre dove Martin vuole portare il lettore seminando indizi precisi ,da cogliere.
Ma anche queste considerazioni di cui sopra, in ogni caso, sono figlie della singola percezione che ogni singolo lettore ha,lettore che, se arriva a leggere tutti i libri finora usciti, è di fatto un fan che appartiene ad un fandom
Nello specifico trattasi di fan della ortodossia del racconto e/ o di un singolo personaggio che tale fan ha apprezzato e che magari ritiene sminuito nella serie.Eppure lo stesso Martin ha detto che cambierebbe qualcosa,per esempio scriverebbe qualche POV pure per Robb anche se,per me ,POV o non POV,Robb è ugualmente una grande figura tragica per come ha saputo affrontare un momento drammatico da solo e senza essere stato addestrato pienamente e compiutamente al mestiere delle armi .
Eppure anche nei suoi confronti, si è utilizzato un metro di giudizio,il famigerato Jonsnowmetro, nuova misura metrica suppongo decimale, che peraltro credo ognuno ,fan acritico dei libri o della serie, possa e debba essere libero di utilizzare senza che debbano crollare su di loro (entrambi i tipi di fans dico) giudizi di vario tipo genere numero e grado .Tali giudizi,peraltro,sono figli di un vissuto diciamo emotivo,umorale
E a proposito di un vissuto emotivo e non razionale mi spiace che Lei abbia comprato uno jonsnowmetro che definisce sola.Messere Lei si è chiesto se ha capito bene tutte le funzioni di un jonsnowmetro frullatore stocastico e relative variabili? Ed inoltre Lei ha letto bene le istruzioni per l’uso?No perché la matematica, e meno che mai la statistica fatta bene( non quella dei due polli per 2 persone da far mangiare a 6 spendendo per uno), non sono mai una opinione ,emotiva per giunta.
No perché se non Le hanno rimborsato il prezzo (opino molto salato ), dell'acquisto un motivo ci sarà .Ergo Le consiglio per una eventuale prossima volta di comprare di persona un frullatore che frulla e basta e non abbia troppe funzioni,integrali e derivate,magari stando attento agli indici dei prezzi al consumo sul piano tendenziale,così avrà anche un prezzo non gonfiato e almeno congruo con la caratteristica precisa del frullatore che Le serve , e cioè una sola (che significa soltanto nello specifico).Ma credo che il tema frullatore sia OT qui , magari Le posso dare consigli non casuali , per gli acquisti in altra sezione del forum
Insomma lascerei al lettore la fruizione libera di ASOIAF e la personale e soggettiva rilettura dell’opera se ritiene farla e lo stesso metro di lettura userei per chi sceglie la serie ( che non è figlio di un dio rosso minore) la quale ,almeno , si muove direbbe Galilei (anche se,purtroppo per lui, sprovvisto di un elettrodomestico iperfunzionale ).Poi lascerei chiunque libero di utilizzare o meno un sofisticato ,troppo a questo punto immagino ,jonsnowmetro concordando in questo con il buon Voltaire.....
Sono per la liberta di opinioni e di paragoni ,qui e altrove ,che non potranno nè dovrebbero mai essere matematica e neanche critica della ragion pura o peggio del giudizio ( e del pre-giudizio peggio se di altri..)
Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei miei bellissimi ed elegantissimi avatar e firma
;
« I am a wolf and I fear nobody. »
''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''
« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »
''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.
Nel frattempo io proseguo...
Jon:
Capitolo che pone in essere un atmosfera cupa e reticente, colma di vuoto e solennità. Uno scritto in cui, a prendere le redini, sono superstizione e umana paura. Paura che influenza, distorce, si intreccia con il misticismo e lascia che l'uomo si riscopra più solo di ieri. Il modo in cui Jon affronta questo vuoto è quello di una sconsolata consapevolezza, al punto da lasciare adito alla disillusione, al dubbio, ad un principio di insicurezza, ma di altrettanta, spontanea, riflessione. Egli è semplicemente inghiottito dal Nord, dal vero Nord, un assetto di atmosfere e situazioni incontrollabili, pressanti, talvolta avvilenti. Il gelo pratico, il gelo dei cuori, meramente la solitudine, o, a seconda di chi lo viva, la pace. Eppure, nonostante tutto ciò, accetta ciò che esso rappresenti. Si lascia guidare dalla consapevolezza, dalla propria religione, in un moto che è decisamente lontano dalla venerazione, ma vicino al rispetto e a quella controversa ed irrimediabile sensazione di riverenza, di serietà. Sempre vicino al padre, sempre vicino a ciò che egli ha tramandato, a ciò in cui egli crede.
Il pessimismo è poi incarnato, ai limiti del black humor, con l'ingresso in scena di Eddison Tollet. Figura ancor più consapevole, ancor più umile nell'estrinsecare il proprio pensiero, in un comportamento che verte tra l'ironico e il diretto, in una spietata rivalsa di coscienza. C'è verità nelle parole di Edd, in quell'esagerato sarcasmo, in quel mettere a nudo gli agi, a tratti l'inutilità dell'esistenza in quanto tale. La sua friabilità. Jon non giudica quelle parole, non ne assorbe il pieno significato, ma è cosciente dell'effetto che esse abbiano su di lui, intrappolandolo in una momentanea visione nichilista. Visione che è comunque respinta dal triangolo emotivo che lo sostiene; la figura del padre, l'amicizia di Ghost, il ricordo sempre presente e mai sopito di Arya, il cui volto appare, sfuma e si dirada di continuo nella sua mente, a rinfrescargli i sensi, a ricordargli di non essere poi stato così solo.
E nello stesso confronto con Sam quella malinconia svanisce. Egli decide di optare per lo scherzo, per la leggerezza, per una superficialità che in realtà cela dell'altro, un'azione altruistica, l'ennesimo desiderio di mettere a proprio agio il nuovo, singolare amico con cui sta stringendo un legame significativo. Sam stesso, pur nella condizione in cui si trova, mostra il coraggio della mente, al punto da non intorpidirsi tra i propri timori, ma di avere la forza di perseguire il proprio desiderio, rappresentato da quelle mappe.
Le metafore finali sui Corvi sono appunto allegorie cicliche, da sempre accostate alla figura di Jon Snow e all'origine che egli abbia.
Postilla finale: Se Robert Baratheon aveva indicato la neve come un qualcosa sotto la quale nascondersi, ponendo un ironico doppio senso alla luce dello status di Jon Snow, qui la neve è invece intesa come un qualcosa di nefasto, di distruttivo.
Arya:
Atti ed eventi cruciali, nonché atroci, adornati da una narrazione quasi limpida e poetica. L'inizio non è nient'altro che una concreta, diretta, incontrovertibile dimostrazione macabra e cinica di cosa la guerra rappresenti e comporti. Il cadavere è spogliato tanto quanto coloro che lo spogliano, che strappando via vestiti e dignità ad esso, rinunciano anche alla propria, portando a termine un'azione inevitabile per chi, in tempo di conflitto, è costretto alla sopravvivenza e a metodi di fortuna. La vita umana è ridotta a questo, così come ne è ridotto il sopravvissuto. Emblematica è la prosecuzione del racconto di fragilità della stessa Arya, la quale si abbandona a pensieri di cui, comunemente, ne avrebbe spregio. La riflessione sui Cavalieri quali garanti di giustizia, ordine, protezione degli innocenti è una beffa ironica per chi, come lei, ha sempre deriso la sorella maggiore per l'elaborazione del medesimo pensiero, che nel caso in questione non è però superficiale, ma puramente idealista, disperato. In seconda battuta il rapporto con il pianto della bambina che ritorna, a dimostrare quanto, pur non rendendosene conto a pieno, la sofferenza altrui la disturbi, appesantendo la propria coscienza, anche non essendone la causa scatenante. Ella è incapace di rendersi indifferente.
Indicativo è il segnale che precede l'allarme. Un sogno di Lupo, forse un anticipo delle sue doti da warg. Appunto un avvisaglia di pericolo. Arya osserva il volto di Lorch e ne riscopre l'amoralità, la violenza, il putridume umano. Coglie la verità nella menzogna, capendo come non vi sia più nulla da fare. L'assalto è brutale, riconduce lo schieramento in minoranza a dimostrarsi ciò che è, vittime di un conflitto indesiderato, soggetti impreparati, dalla maturità dubbia, dal vissuto monco, tranciato troppo presto. Emerge l'orgoglio, il senso di appartenenza, il pensiero di Jon, che si riallaccia a quelli di quest'ultimo. Emergono anche le prime doti da combattente, da chi ha preso il proprio addestramento primario anche più serio del dovuto e per questo si è salvato. Ma, tutta la narrazione, a partire dal fumo che si contorce come una Serpe nera, o l'elmo di Gendry che riflette coperte d'Oro, mette in luce un senso poetico-distruttivo non proprio di Arya, il cui innesco è la sorpresa, lo spaesamento, l'inconsapevolezza.
Ma è nella disfatta che risorge nuovamente. In quel crollo nella botola che, per assurdo, la rialza. La caduta in basso che fa risalire alla vita. Tutto l'istinto di autoconservazione e di sopravvivenza che emerge. L'immensa, indissolubile, inviolata voglia di vivere di Arya, così a cuore aperto da salvare Jaqen e i suoi compagni, dal non lasciarsi alle spalle la bambina, da piangere per... Ogni cosa.
Tyrion:
King's Landing in tutta la sua essenza. Il concilio ristretto, specialmente in questa riunione, rappresenta una delle essenze principali dell'opera di Martin. L'intrigo più sporco, la nefandezza politica, il gioco di potere, dunque di interesse e contro interesse. Difficile dare torto a Tyrion a riguardo di sua sorella Cersei. Egli la giudica, pur con irriverenza, in modo totalmente acuto ed adeguato. Cersei è difatti una mera guitta, in grado però di credere ella stessa alle proprie parole e menzogne. E' come se tutto ciò di cui viene accusata sia per lei realmente un oltraggio, un qualcosa di impensabile e lontano dalla sua natura. Allo stesso modo la donna è preda del divertimento più spietato del proprio fratello minore. Il decorso della battuta su Jaime e l'averla pagata, dopo aver preso nota del malumore della sorella a riguardo della parola pu***na, è lento e inesorabile, lo gusta, lascia che lo smuova dentro. In poche parole gode, gode davvero nel far fallire ogni farsa e piano di Cersei, nel metterla a nudo per ciò che è veramente. E lo fa con il massimo della malvagità e della consapevolezza, per un bisogno personale.
La tattica di Baelish è poi molto utile ai fini strategici, presenta, però, inevitabilmente, la vera indole del proprio ideatore, esponendo Ditocorto stesso. Un errore di foga non da poco, come il pittore che propone la propria anima mediante un dipinto. Troppo leggibile. E difatti Tyrion lo coglie subito, pur piegandosi alla forzatura di trama più brutale in ASOIAF e cioè il dimenticarsi di affrontarlo sulla Daga. La calunnia, comunque, è un'arma distruttiva che talvolta supera la pericolosità delle lame. Il lavoro a riguardo della catena, che servirà poi a fini strategici, mette in luce la prontezza e l'abilità di Tyrion nel nuovo ruolo, ma anche un certo agio nel muoversi.
Il Bordello invece rappresenta nell'occasione la totale schiavitù del Folletto verso i propri vizi. Un simbolo vivente di lussuria e vanità. Azioni che potrebbero essere un errore, che egli commette con consapevolezza e senza riflettervi troppo. Singolare come sempre è il faccia a faccia con Varys. Entrambi, sulla punta di un rasoio ben affilato, si dondolano tra l'ambigua amicizia e il servirsi l'uno dell'altro per i propri scopri, rispettando le reciproche abilità mentali. Quello che accade tra i due è un continuo duello al fioretto verbale.
Bran:
Un tipo di capitolo che gradisco moltissimo, da amante delle lande del Nord di ASOIAF, di quell'ambiente e dei soggetti che le popolano. E' un tipo diverso di politica, differente nel modo di presentarsi, di essere esposta e ''nascosta'', ma non è differente da quella del Sud a livello di ambizione. La questione delle terre degli Hornwood e dei vari pretendenti della Lady suddetta, lo dimostra ampiamente. Bran è poi preda dei soliti rimpianti, che lo conducono al cortile e al nefasto e irritante confronto con i due Walder. Tuttavia non rifugge al ruolo di Lord di Grande Inverno, dimostrando talvolta disciplina e predisposizione. Non è un caso se, pur bambino, abbia la capacità di non sottovalutare mai le proprie sensazioni e le varie possibili situazioni contrarie. Si capisce da come egli prevedesse già azioni sconsiderate da parte di Ramsay, volendo affidare a Lady Hornwood cento uomini. Quindi, ragazzino o meno, ci aveva visto giusto più di veterani come Ser Rodrik o di presunti e illustri sapienti come Luwin.
Comunque è anche un espediente per conoscere maggiormente la situazione dei vari Alfieri e le loro peculiarità. Non si può evitare, ad esempio, di provare assoluta simpatia verso Manderly e Umber. Cerwyn, invece, contribuisce al ritorno della memoria e all'evoluzione finale del trauma della caduta, così come Osha nel citargli i sogni di lupo. Bran rivive in modo diretto il tragico evento di cui è stato protagonista e, infine, compare l'uomo dorato, a riempire il vuoto delle sue reminiscenze. In tutto ciò il Corvo ed il suo destino, inesorabilmente, chiamano.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Mod on
Il clima di questi ultimi post, oltre che estremamente sgradevole, è inaccettabile, è il caso di smetterla con post ot, sarcastici, provocatori, con insinuazioni e frecciatine più o meno velate e chi più ne ha più ne metta.
Vi ricordo, anche se dovreste saperlo, che esiste la funzione segnala. Se vi sentite toccati da un qualsiasi intervento è opportuno utilizzarla o scrivere ai mod di sezione, invece di farsi "giustizia" da soli, con interventi che hanno l'unico effetto di appesantire e rovinare il clima della discussione. Questi comportamenti non saranno più tollerati, né vogliamo dover intervenire ancora.
Come sempre, per i chiarimenti, i mod sono disponibili in privato.
Mod off
"Pensavo che il mio canto fosse solo all'inizio quel giorno, invece era quasi alla fine"
Passo anche io ai quattro nuovi POV della settimana
JON
Sebbene non sia sicura della loro natura, gli alberi diga continuano a inquietarmi ogni volta che leggo di loro. Questo che si trova nel villaggio dà veramente l’idea di una presenza sinistra, quantunque non malvagia credo. Non è un caso comunque che Lord Mormont decida di non accamparsi in quel luogo per la notte.
Bellissimo il passaggio in cui Jon nota che tra tutti gli uomini in missione forse l’unico a non avere paura è proprio Sam.
Piccola nota: per la seconda volta, credo, un personaggio del Nord fa una riflessione sul fatto che i corvi non vanno ascoltati. Mormont dice che non dicono mai niente che valga la pena di sentire. La vecchia Nan, se non erro, diceva a Bran di non ascoltarli perché sono tutti bugiardi.
Mi piacciono molto questi capitoli oltre la Barriera: è davvero suggestiva l’atmosfera che suggerisce qualcosa di arcano, antico, magico, che trascende le mere leggende e storie popolari e che si mescola a un senso di attesa, pericolo e di qualcosa di incombente e sinistro. Il fascino del mistero si allaccia al fascino di questi paesaggi desolati e inospitali.
ARYA
Nota bene @JonSnow; quando cita una certa poeticità in questo capitolo, che fa il paio con le azioni tutt’altro che poetiche che ne vengono descritte (gli orrori e le miserie della guerra e soprattutto l’assalto vile da parte dei soldati a un gruppo di persone disinteressate alla guerra, per lo più ragazzini).
Sempre alle prese con le tracce della guerra, vediamo che anche Arya si lascia andare a qualche ingenuità, quando ripensa a lady Whent e ai suoi cavalieri: Perché era questo che facevano i cavalieri: proteggevano la gente, soprattutto le donne. E’ bello vedere ogni tanto la bambina che è in lei e il fatto che questo pensiero porti alla luce il senso di spaesamento e di paura che ella cerca in tutti i modi di combattere e soffocare. Si intuisce benissimo che tale pensiero è indirizzato in primo luogo a sè stessa.
L’attacco al fortino mostra tutta la brutalità della guerra (poveri animali), anche se Arya entra in modalità Commando e fa fuori praticamente chiunque le si pari davanti, riuscendo persino a compiere delle missioni di salvataggio. Il tutto a quanto? 10 anni? Mah. Laddove spesso mi viene citato il realismo delle Cronache, questi frangenti mi fanno sorridere.
TYRION
In questo capitolo si vede tutto il marcio e il viscidume dietro Ditocorto. Il modo velocissimo in cui inventa maldicenze della peggior specie su Stannis, arrivando a fare battute di cattivo gusto perfino sulla sua figlioletta. Perfino Pycelle si indigna e osa ribellarsi, il che è tutto dire. Nel farlo però Ditocorto si lascia scoprire un po’ troppo dimostrando, anche se fugacemente, chi è in realtà. Tyrion lo comprende subito.
Un pensiero: il tunnel che si trova nel bordello di Chataya è stato costruito per un Primo Cavaliere che non voleva farsi scoprire. Data l’ira verso i costumi di suo figlio e il colpo di scena durante il loro ultimo incontro, non sarà mica che questo Primo Cavaliere che andava a puttane ma lo faceva di nascosto era Tywin?
Si torna anche sulla questione della paternità dei figli di Cersei, e Varys dimostra di aver capito tutta la questione da tempo e basandosi sulla mera logica.
BRAN
Da un lato capitolo molto triste. Si respira così tanta solitudine, così tanto schiacciamento... Si sente tutto il peso delle responsabilità di adulto sulle spalle di un bambino, che perdipiù non potrà più avere una vita come quella di prima. Luwin in questo passo è abbastanza detestabile nella sua freddezza. Sarà anche stanco e pieno di grattacapi, ma Bran è pur sempre un bambino.
Dall’altra parte, mi accodo a @JonSnow; capitolo bellissimo per il modo in cui sfruttando soprattutto la questione dei possibili pretendenti di Lady Hornwood (poveraccia), inquadra la questione dei vassalli del Nord, i giochi di alleanze e la situazione che si ritrovano ad affrontare quelli che non sono andati in guerra. Anche a me piacciono molto questo tipo di capitoli, ricchi di informazioni e quasi didascalici, e questo è molto piacevole perché lo fa con leggerezza, presenta una situazione dissimile rispetto ai quasi sordidi siparietti che fanno da contraltare ad Approdo del Re e soprattutto perché riguarda il mio ambito territoriale preferito. Vediamo che neanche al Nord non si è esenti da certe mire e certe trame, pur tuttavia senza arrivare ai limiti della bassezza umana pur di metterle in pratica.
Facciamo la conoscenza di Lord Manderly, che viene descritto in modo da ispirare una certa simpatia fin da subito. Interessante la sua proposta di costruire una flotta da guerra e forse non così inutile.
<<Non abbiate alcun timore>> li rassicurò il lord. <<Re Robb non troverà servitore più fedele di Wyman Manderly>>. Posso piangere? Quanto amo quest’uomo!
Poi purtroppo vengono fatti i primi riferimenti al bastardo di Lord Bolton e ai suoi passatempi.
Fortunatamente l’orrore che già si intuisce dalla parole di Lady Hornwood viene mitigato dal siparietto quasi divertente sui possibili pretendenti di lei, incluso ser Roderick.
Interessante comunque che in due occasioni, la flotta e i provvedimenti contro Ramsay, Bran nella sua ingenuità di bambino dimostri di averci visto più lungo di tutti gli altri. Un caso? Intuito o preveggenza?
In chiusura uno degli orrorifici sogni di Bran col Corvo a tre occhi (a me hanno sempre fatto impressione). Sibillino il fatto che, dopo essere stato messo al corrente della lettera di Stannis e della verità sulla paternità di Joffrey, la sua memoria sia tornata quasi inconsapevolmente al giorno della caduta, pur senza che lui riconosca Jaime.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
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Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Andando avanti...
Jon II
La spedizione è già oltre la Barriera. Scoprono che i villaggi dei bruti si sono svuotati spontaneamente, anche quelli abitati a distanza di un anno. Sembra che qualcosa abbia spaventato i bruti o li abbia spinti a spostarsi. Questa stranezza è ciò che può aver portato Benjen a indagare ulteriormente e quindi a mettersi in pericolo.
Jon, come Arya nel POV precedente, si trova a pensare ad Arya:
As he rode, Jon peeled off his glove to air his burned fingers. Ugly things. He remembered suddenly how he used to muss Arya’s hair. His little stick of a sister. He wondered how she was faring. It made him a little sad to think that he might never muss her hair again.
Per il resto è un POV di passaggio anche abbastanza simpatico: le battute di Edd, l’insolito stato d’animo di Sam che sembra essere l’unico GdN la cui paura non è aumentata durante la missione, e l’ironicissimo finale del Lord Commander:
“Is the bird away?” the Old Bear asked. “Yes, my lord. Sam is teaching them to talk.” The Old Bear snorted. “He’ll regret that. Damned things make a lot of noise, but they never say a thing worth hearing.”
Un altro punto che vorrei mettere in risalto è ancora lo stato acerbo di Jon/la sua poca conoscenza del mondo, del resto come tutti i pargoli Stark, è ancora in procinto di capire quali siano le vere sfortune ed asprezze della vita e maturare, attraverso l'esperienza:
Jon had to stoop to pass through the low door. Within he found a packed dirt floor. There were no furnishings, no sign that people had lived here but for some ashes beneath the smoke hole in the roof. “What a dismal place to live,” he said. “I was born in a house much like this,” declared Dolorous Edd. “Those were my enchanted years. Later I fell on hard times.” A nest of dry straw bedding filled one corner of the room. Edd looked at it with longing. “I’d give all the gold in Casterly Rock to sleep in a bed again.” “You call that a bed?” “If it’s softer than the ground and has a roof over it, I call it a bed.”
Arya IV
Anche lei ha una visione dei cavalieri non dissimile da quella che abbiamo visto continuamente esprimere a Sansa (e di cui di solito viene incolpata):
Arya could reveal herself to Lady Whent, and the knights would escort her home and keep her safe. That was what knights did; they kept you safe, especially women. Maybe Lady Whent would even help the crying girl.
E ha un altro dei primi impatti con la dura realtà dell’uomo comune, come Jon ci rimane male nel sapere che tipo di casa rimpiange Edd nel POV precedente, adesso Arya si chiede:
Why would people run off and leave their homes and everything? What could scare them so much?
Anche la torre del signore locale è vuota ed è lì che I nostri si installano per passare la notte, a porte sbarrate perché lo stato di abbandono è sospetto.
Nonostante la sua giovane età, Arya si dimostra però la più sveglia di tutti, perché per lei è insensato e pericoloso restare in un luogo da cui tutti sono fuggiti:
Arya could not keep quiet. “We shouldn’t stay here,” she blurted. “The people didn’t. They all ran off, even their lord.” “Arry’s scared,” Lommy announced, braying laughter. “I’m not,” she snapped back, “but they were.” “Smart boy,” said Yoren. “Thing is, the folks who lived here were at war, like it or no. We’re not. Night’s Watch takes no part, so no man’s our enemy.” And no man’s our friend, she thought, but this time she held her tongue.
L’anticipazione che Arya ha dell’attacco grazie al fatto che abbia sentito ululare un lupo mi fa pensare che il branco del suo POV precedente potesse essere quello di Nymeria e che in questo caso si sia involontariamente wargata in lei, vedendo il pericolo con gli occhi del metalupo ed iniziando a ululare per avvertire sé stessa rientrando nel suo corpo umano. Oppure si è trattato di una connessione più flebile tra le 2, palesatasi attraverso l’ululato:
She must have slept, though she never remembered closing her eyes. She dreamed a wolf was howling, and the sound was so terrible that it woke her at once. Arya sat up on her pallet with her heart thumping. “Hot Pie, wake up.” She scrambled to her feet. “Woth, Gendry, didn’t you hear?” She pulled on a boot. All around her, men and boys stirred and crawled from their pallets. “What’s wrong?” Hot Pie asked. “Hear what?” Gendry wanted to know. “Arry had a bad dream,” someone else said. “No, I heard it,” she insisted. “A wolf.” “Arry has wolves in his head,” sneered Lommy. “Let them howl,” Gerren said, “they’re out there, we’re in here.” Woth agreed. “Never saw no wolf could storm a holdfast.” Hot Pie was saying, “I never heard nothing.” “It was a wolf,” she shouted at them as she yanked on her second boot. “Something’s wrong, someone’s coming, get up!”
Vediamo anche che questo breve tempo passato coi GdN-to-be, l’ha già parzialmente staccata dall’Arya innocente e candida che abbiamo conosciuto in AGOT:
Suddenly Arya remembered the morning she had thrown the orange in Sansa’s face and gotten juice all over her stupid ivory silk gown. There had been some southron lordling at the tourney, her sister’s stupid friend Jeyne was in love with him. He had a lightning bolt on his shield and her father had sent him out to behead the Hound’s brother. It seemed a thousand years ago now, something that had happened to a different person in a different life... to Arya Stark the Hand’s daughter, not Arry the orphan boy. How would Arry know lords and such?
E vediamo l’annoiata crudeltà con cui Amory Lorch mette a ferro e fuoco le terre dei fiumi. E’ una battaglia della disperazione, in cui gli adulti si sacrificano per salvare i ragazzi, o Yoren si sacrifica per salvare Arya. E Arya sente il bisogno di non abbandonare al loro destino i 3 derelitti imprigionati nel carro. E per la seconda volta, dopo l’attacco nella Fortezza Rossa, è una sopravvissuta.
Tyrion III
Vediamo subito la differenza d’ingegno che intercorre tra Cersei e Tyrion (come se ce ne fosse ulteriore bisogno). Alla lettera di Stannis, Cersei starnazza accecata dall’ira, come diceva Caterina Caselli: la verità ti fa male, lo sai. Invece Tyrion, oltre a regalarci delle meravigliose e pungenti battute tra un pensiero e l’altro, mantiene il controllo e cerca di sfruttare le debolezze che già avevamo intravisto nel POV di Davos, contro la fazione avversa, sottolineando la sua conversione ad un dio straniero:
Tyrion made a show of glancing over the writing again. There had been some niggling phrase... “Done in the Light of the Lord,” he read. “A queer choice of words, that.” Pycelle cleared his throat. “These words often appear in letters and documents from the Free Cities. They mean no more than, let us say, written in the sight of god. The god of the red priests. It is their usage, I do believe.” “Varys told us some years past that Lady Selyse had taken up with a red priest,” Littlefinger reminded them. Tyrion tapped the paper. “And now it would seem her lord husband has done the same. We can use that against him. Urge the High Septon to reveal how Stannis has turned against the gods as well as his rightful king...
Per controbattere alla “menzogna” diffusa da Stannis, scelgono di mettere in dubbio la paternità di Shireen ed in questo frangente Littlefinger si conferma nel suo essere spietato, tanto da stupire perfino Pycelle, come rileva bene @Lyra Stark:
“Ser Axell might serve for Shireen’s father, but in my experience, the more bizarre and shocking a tale the more apt it is to be repeated. Stannis keeps an especially grotesque fool, a lackwit with a tattooed face.” Grand Maester Pycelle gaped at him, aghast. “Surely you do not mean to suggest that Lady Selyse would bring a fool into her bed?” “You’d have to be a fool to want to bed Selyse Florent,” said Littlefinger. “Doubtless Patchface reminded her of Stannis. And the best lies contain within them nuggets of truth, enough to give a listener pause. As it happens, this fool is utterly devoted to the girl and follows her everywhere. They even look somewhat alike. Shireen has a mottled, halffrozen face as well.” Pycelle was lost. “But that is from the greyscale that near killed her as a babe, poor thing.” “I like my tale better,” said Littlefinger, “and so will the smallfolk. Most of them believe that if a woman eats rabbit while pregnant, her child will be born with long floppy ears.”
Come dice @JonSnow; Littlefinger si scopre anche troppo ed infatti questo è l’ultimo di una serie di indizi che Tyrion ha raccolto, ma non lo affronta apertamente se non per imboccarlo quasi minacciosamente con quel liar che poi non dà adito ad altro. Un po’ per necessità di trama, da vedere nel prosieguo se la scelta si possa anche motivare con una mancanza di tempo/diversa prioritizzazione da parte di Tyrion rispetto a questa amena attività. Del resto, come abbiamo visto anche per la mancata partenza degli Stark da KL in AGOT, c’era piena giustificazione oltre che necessità.
Nella casa del piacere di Chataya, scopriamo qualcosa di più su Tysha:
His first had been even younger [than 16]. Tyrion remembered how shy she’d seemed as he drew her dress up over her head the first time. Long dark hair and blue eyes you could drown in, and he had.
E ci viene presentata anche la visione religiosa molto liberale diffusa sulle Summer Islands:
“Does she come from your home lands, this girl?” “Her blood is the blood of summer, my lord, but my daughter was born here in King’s Landing.” His surprise must have shown on his face, for Chataya continued, “My people hold that there is no shame to be found in the pillow house. In the Summer Isles, those who are skilled at giving pleasure are greatly esteemed. Many highborn youths and maidens serve for a few years after their flowerings, to honor the gods.” “What do the gods have to do with it?” “The gods made our bodies as well as our souls, is it not so? They give us voices, so we might worship them with song. They give us hands, so we might build them temples. And they give us desire, so we might mate and worship them in that way.”
Tanto per ricordarci che il bene, il male, l’etica et similia sono una convenzione frutto della cultura e del tempo, apparentemente concetti fissi ma allo stesso tempo dinamici.
La grande abilità di Varys nel travestirsi è rimarcata:
Varys did not look at all like himself. A scarred face and a stubble of dark beard showed under his spiked steel cap, and he wore mail over boiled leather, dirk and shortsword at his belt. […]
Even his walk is different, Tyrion observed. The scent of sour wine and garlic clung to Varys instead of lavender. “I like this new garb of yours,” he offered as they went. “The work I do does not permit me to travel the streets amid a column of knights. So when I leave the castle, I adopt more suitable guises, and thus live to serve you longer.”
E troviamo pure quello che possibilmente è un riferimento alle nascoste abitudini di Tywin (per me @Lyra Stark è proprio un’allusione a lui!), ma che si paleseranno più avanti:
“How is it a brothel happens to have a secret entrance?” “The tunnel was dug for another King’s Hand, whose honor would not allow him to enter such a house openly. Chataya has closely guarded the knowledge of its existence.”
Entusiasmante il botta e risposta dei 2 cervelli fini, Tyrion e Varys, che si salutano considerandosi migliore amico e allo stesso peggior nemico l’uno per l’altro. E interassante soprattutto questa parte del loro dialogo:
“He [Robert] fathered eight, to the best of my knowing,” Varys said as he wrestled with the saddle. “Their mothers were copper and honey, chestnut and butter, yet the babes were all black as ravens... and as ill-omened, it would seem. So when Joffrey, Myrcella, and Tommen slid out between your sister’s thighs, each as golden as the sun, the truth was not hard to glimpse.” Tyrion shook his head. If she had borne only one child for her husband, it would have been enough to disarm suspicion... but then she would not have been Cersei.
Veniamo a sapere che oltre ai 4 noti bastardi di Robert ce ne erano altri 4 che probabilmente hanno seguito il fato della povera piccola Barra e che fosse molto evidente che il seme di Robert fosse forte, come disse Jon Arryn in punto di morte. Questo la dice molto lunga sulla personalità di Cersei: una politica e diplomatica mediocre nella migliore delle ipotesi, che mantiene il potere grazie alla ricchezza e potenza della propria casata, ma grazie anche ai furbi consiglieri che si approfittano della sua mediocrità. Un potere che la rende megalomane e la fa sentire intoccabile, in un comportamento che emula la superiorità con cui i precedenti regnanti Targaryen si ponevano verso il continente, superiorità a cui sospetto anelasse dal momento in cui le fu prospettato il matrimonio con Rhaegar, rifiutato da Aerys. Quando pian piano verrà spogliata di queste peculiarità insieme al suo aspetto fortemente appetibile la vedremo percorrere una lunga discesa verso il baratro. Ma questo è materiale a venire.
Bran II
Ritorna in Bran l’inaccettabilità della sua condizione e il desiderio ormai irrealizzabile di diventare cavaliere.
Come diceva @JonSnow;, questo POV ci dà l’occasione di avere uno scorcio politico sul Nord, che non di meno è in grado di fare politica, anche se in maniera diversa dal Sud, probabilmente per una questione territoriale, culturale, ma anche di costume stesso:
“The feast makes a pleasant pretext,” Ser Rodrik explained, “but a man does not cross a hundred leagues for a sliver of duck and a sip of wine. Only those who have matters of import to set before us are like to make the journey.”
E’ innegabile la decadenza che affligge KL. Ed è altrettanto innegabile che l’isolamento delle terre nordiche facenti capo ad un unico Lord, certo della sicurezza che gli deriva dai propri avamposti implichi delle relazioni diverse rispetto a dei territori costretti a interfacciarsi per facilità geografica che implica anche una maggiore necessità di alleanze e possibilità di conquiste, oltre che di commerci nei tempi di pace.
I 2 Walder vediamo che sono abbastanza pesanti e anche poco educati nelle prese in giro sia a Bran che a Hodor. Certo, in una società in cui la disabilità è vista come peggiore della morte, si può comprendere che il comportamento potesse anche essere ritenuto plausibile, specialmente se rivolto a classi inferiori. Rivolgerlo allo Stark in Winterfell non è una grandissima idea e ancora meno lo è se stiamo parlando di un luogo in cui vige il rispetto per la disabilità anche di coloro che non occupano posizioni di potere, vedi Hodor. Questa caratteristica degli Stark possiamo dire che metta questa famiglia su un piano diverso rispetto alla media generica di Westeros. La deformità di Tyrion agli occhi di Tywin, ad esempio, è vista in maniera molto negativa ed è considerata altrettanto dai Lord e dal popolino in maniera generica, come fosse stato un castigo divino per Tywin che aveva osato elevarsi così in alto sotto il regno di Aerys, un po’ alla modalità antico-ebraica di concepire le malattie specialmente mentali e dermatologiche.
Non estenderei però questa caratteristica all’intera regione, perché come ci dice Bran poco più avanti, già al di fuori del Castello, Hodor aveva subito degli episodi di bullismo dagli autoctoni:
He remembered once when he was little, going to the market square with his mother and Septa Mordane. They brought Hodor to carry for them, but he had wandered away, and when they found him some boys had him backed into an alley, poking him with sticks. “Hodor!” he kept shouting, cringing and covering himself, but he had never raised a hand against his tormentors.
Se Little Walder sembra essere arrogante e poco lungimirante, almeno Big Walder sembra essere leggerissimamente un po’ più sul pezzo. Cosa confermata anche dall'opinione di Osha.
Tornando alla politica, Lady Hornwood, o meglio le sue terre, fanno gola a molti, come ci spiegano dopo l’incontro con Manderly e la stessa Lady Hornwood:
Ser Rodrik nodded. “Sad and gentle, and not at all uncomely for a woman of her years, for all her modesty. Yet a danger to the peace of your brother’s realm nonetheless.” “Her?” Bran said, astonished. Maester Luwin answered. “With no direct heir, there are sure to be many claimants contending for the Hornwood lands. The Tallharts, Flints, and Karstarks all have ties to House Hornwood through the female line, and the Glovers are fostering Lord Harys’s bastard at Deepwood Motte. The Dreadfort has no claim that I know, but the lands adjoin, and Roose Bolton is not one to overlook such a chance.” Ser Rodrik tugged at his whiskers. “In such cases, her liege lord must find her a suitable match.”
Se l’erede di Lady Hornwood può essere morto nel Whispering Wood per fatalità, sul Lord suo padre ho seri dubbi, come avevo già sospettato in Tyrion VIII di AGOT.
E’ proprio Lady Hornwood a riportare che Ramsey Snow sta reclutando soldati e guarda alle terre Hornwood ormai libere da maschi con cupidigia. Anche questo fa sembrare quanto sopra un’azione di opportunismo mirata. Alle sue richieste di difesa sembra che chi ci abbia “visto” più lungo sia proprio Bran che le avrebbe subito garantito dei soldati. Il temporeggiare degli adulti non si rivelerà essere una strategia vincente.
Già ora Martin inizia ad insinuare incertezza sulla linea dinastica che a Winterfell potrebbe sembrarci chiara:
“One day you will be a good lord for Winterfell, I think… “No I won’t.” Bran knew he would never be a lord, no more than he could be a knight. “Robb’s to marry some Frey girl, you told me so yourself, and the Walders say the same. He’ll have sons, and they’ll be the lords of Winterfell after him, not me.” “It may be so, Bran,” Ser Rodrik said, “but I was wed three times and my wives gave me daughters. Now only Beth remains to me. My brother Martyn fathered four strong sons, yet only Jory lived to be a man. When he was slain, Martyn’s line died with him. When we speak of the morrow nothing is ever certain.”
Il POV si chiude in un crescendo claustrofobico con Bran che sta male solo nel sentir nominare Jaime da parte di Cley Cerwyn, ed infine nonostante la sofferenza finalmente ha una sorta di liberazione nel sogno, nel momento in cui ricorda l’uomo dorato and the things he does for love.
Con grande leggerezza però mi piace citare anche una frase di Lord Manderly, non per particolari motivi se non perché mi è piaciuta:
“Why, no prince is ever late,” the Lord of White Harbor responded amiably. “Those who arrive before him have come early, that’s all.”
"And now at last it comes. You will give me the Ring freely! In place of the Dark Lord you will set up a Queen. And I shall not be dark, but beautiful and terrible as the Morning and the Night! Fair as the Sea and the Sun and the Snow upon the Mountain! Dreadful as the Storm and the Lightning! Stronger than the foundations of the earth. All shall love me and despair!”
She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.
“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”
***
"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor.
13 hours fa, ***Silk*** dice:E troviamo pure quello che possibilmente è un riferimento alle nascoste abitudini di Tywin (per me @Lyra Stark è proprio un’allusione a lui!), ma che si paleseranno più avanti:
“How is it a brothel happens to have a secret entrance?” “The tunnel was dug for another King’s Hand, whose honor would not allow him to enter such a house openly. Chataya has closely guarded the knowledge of its existence.”
Quindi non sono l'unica ad averlo pensato!
In fin dei conti la cosa potrebbe spiegare anche perchè i comportamenti di Tyrion fanno tanto infuriare il padre: agli occhi di Tywin la sua tendenza a frequentare prostitute potrebbe essere vista come "ereditaria" e quindi essere un'ulteriore riprova che Tyrion è proprio suo figlio, oltre a far sorgere confronti con le figure attorno a lui e magari mettere potenzialmente a rischio il segretuccio del padre.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Il 11 ottobre 2017 at 18:16, Lyra Stark dice:Interessante comunque che in due occasioni, la flotta e i provvedimenti contro Ramsay, Bran nella sua ingenuità di bambino dimostri di averci visto più lungo di tutti gli altri. Un caso? Intuito o preveggenza?
Diciamo che ci sono forzature comportamentali non da poco nel circondario che si ritrova Bran al Nord. Sia Rodrik, che soprattutto Maestro Luwin, rimarcano di continuo una sorta di maturità che dovrebbe conferirgli autorevolezza e saggezza, ma così facendo si dimostrano più infantili del bambino che assistono e, soprattutto, di mentalità ristretta. Basti pensare alle rassicurazioni banali che danno a loro stessi, a come ogni possibilità di magia ed eventi nefasti venga sminuita, o a come tendano a enfatizzare i comportamenti di Bran come mero sfogo di un bambino. In particolare Luwin è abbastanza fallimentare sia come tutore che come Consigliere in questi frangenti.
Su Tywin... Osservazione acuta e maliziosa. Certamente sarebbe nella personalità del soggetto irritarsi col figlio a causa di una propria devianza riflessa in lui, che gli fa compromettere lo schema di perfezione e infallibilità a cui ambisce. Ma, se si trattasse proprio di lui, possibile non sia mai circolata una sola voce a riguardo, per quanta paura, comunque, egli ispiri?
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Su Tywin: secondo me si può evincere dai tasselli che si trovano nei vari libri, li metteremo insieme a tempo debito!
Il suo nascondere questo vizietto e l'irritarsi con Tyrion perché lo fa invece apertamente è da ricercarsi anche nel problematico rapporto che aveva col padre. Tywin lo ha ritenuto responsabile del periodo di declino della casata e inorridiva del suo essere poco serio e molto incline al riso (infatti Tywin non ride mai o quasi) e al servirsi apertamente di prostitute. Era lo zimbello dei propri bannermen e qualsiasi comportamento glielo possa ricordare nella sua progenie, che è il futuro della casata, è per lui intollerabile.
Quindi sì in un certo senso si può anche dire che è una questione ereditaria, ma propenderei anche per una questione culturale. Del resto lo fanno anche molti altri!
Certo visto che comunque Tywin lo fa di nascosto è molto ipocrita come comportamento. Ma si vede che per lui è sufficiente limitarsi all'immagine perché è l'immagine che è trasmessa ai sottoposti per il mantenimento del potere. Alla fine l'utilizzo aperto della prostituzione è l'ammissione di una debolezza e in un ambiente di politica spinta come quello che c'è a sud ammettere debolezze è pericoloso.
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She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.
“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”
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"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor.
Per carità che lo facessero in molti non c'è dubbio ma è proprio il modo in cui lo rifaccia a Tyrion a suscitare lo sdegno. La storia di Tysha se ci si pensa è tremenda. Umanamente inqualificabile, perdipiù nell'ottica che abbiamo ipotizzato.
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La storia di Tysha è tremenda e si ricollega anche questa al discorso del lascito ereditario. Sembra che con un solo gesto volesse inculcare a Tyrion una totale non fiducia verso "gli inferiori", causando però in lui una ossessione verso le prostitute.
Poi va anche contestualizzata: per Tywin i cosiddetti "inferiori" non valgono niente a meno che non siano utili ai propri scopi. Poi Tyrion per quanto inacettabile, era al momento l'unico figlio maschio non cappa dorata, anche se non lo vuole come erede perché la sua deformità equivale a derisione e debolezza, era comunque un rischio (per lui).
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“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”
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"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor.
Certo che comunque il pg di Tywin perde d'identità nel momento in cui si ipotizza una così radicale propensione verso ciò che è libido, da parte sua. Verrebbe svilito in questo senso soprattutto il rapporto con la defunta moglie Joanna, che è tra i pezzi cardine della sua individualità. E non perché ne tradirebbe la memoria, ma perché sarebbe così assuefatto alla carnalità da rendere autocontrollo e prudenza fantasmi inesistenti per lui. Io ho sempre pensato, difatti, che Shae fosse solo un caso isolato, solo il modo di infliggere l'ennesima lezione punitiva a Tyrion e fargli un torto, uno sfregio.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
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« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
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Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Inizialmente anche io e sembra lecito pensarlo, solo che Tywin non può sapere che Tyrion verrà liberato e scoprirà la verità. Dunque a che pro mettere in scena una simile pantomima quando lui era già fuori dai giochi e non avrebbe in teoria potuto scoprirla?
Sarebbe una specie di lezione/vendetta postuma ma perché prendersi la briga, perdipiù rischiando parecchio la reputazione dato che lei è la prostituta con cui si accompagnava il figlio?
Secondo me a pensarci bene non ha tanto senso la versione della "vendetta". Anche fosse solo quella implicherebbe un risentimento e una totale mancanza di freddezza (lasciando infatti trasparire una certa vena sanguigna e passionale nel senso più vero del termine) che non mi pare da Tywin. La cosa puzza un po', insomma.
Più probabile che la verità stia nel mezzo: Tywin non disdegnava e ha questo vizietto, e quando gli si presenta l'opportunità trova pure il modo di compiere lo sfregio verso il figlio. Ma questo viene solo dopo, secondo me, come una specie di bonus che rende Shae più gradita di altre.
E comunque il sottotesto di tutta la questione rimane parecchio tenebroso/scabroso/malato a livello morale.
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