Arrivo lunga, ma arrivo.
Bran I
Come rimarcava già @AemonTargaryen settimana scorsa, è molto significativo ed in rilettura dire quasi evocativo che il POV si apra esprimendo quella che, nella sua sofferenza di cripple, è diventata adesso l’attività prediletta di Bran: osservare.
Bran preferred the hard stone of the window seat to the comforts of his featherbed and blankets. Abed, the walls pressed close and the ceiling hung heavy above him; abed, the room was his cell, and Winterfell his prison. Yet outside his window, the wide world still called.
He could not walk, nor climb nor hunt nor fight with a wooden sword as once he had, but he could still look.
Inoltre se pensiamo alle canzoni dei COTF assume ancor più rilevanza questo pensiero di Bran:
Of late, he often dreamed of wolves. They are talking to me, brother to brother, he told himself when the direwolves howled. He could almost understand them... not quite, not truly, but almost... as if they were singing in a language he had once known and somehow forgotten.
E’ come se già in autonomia iniziasse a sentire la conoscenza perduta nei millenni dagli uomini, come gli ricorderà poi Leaf tra qualche libro.
La sua sofferenza si esprime nel desiderio di essere un lupo e poter così ricongiungersi ai suoi cari, aiutarli e mettere fine ai loro nemici.
L’opinione dei vari personaggi sui metalupi sembra essere non dissimile da quelle che abbiamo già visto sulla cometa: quando l’uomo non capisce, tende ad interpretare seguendo ciò che conosce o ciò che gli fa comodo. In questo caso, la più affidabile su entrambe le tematiche sembra essere Osha. Osha che già in AGOT aveva dimostrato di saperla più lunga anche del Maester. E’ molto significativo che sostenga che la cometa rossa equivalga a Blood and fire and nothing sweet. Il motto dei Targaryen. E Old Nan rincara la dose: Dragon.
Maester Luwin e Osha sembrano quasi rappresentare 2 estremi a cui Bran è costretto a rapportarsi: il maestro, voce della ragione e della razionalità, e la bruta, voce di un antico sapere perduto che sembra incombere e dover tornare attuale.
Arya II
Questo POV, come già dicevate ci mostra la durezza dei tempi di guerra.
Ci mostra anche che Arya, come gli altri piccoli Stark sente la mancanza del proprio branco:
Her father sometimes let them have a cup of beer, she remembered. Sansa used to make a face at the taste and say that wine was ever so much finer, but Arya had liked it well enough. it made her sad to think of Sansa and her father.
Ha anche la prima interazione con quello che si rivelerà essere Jaqen, che rispetto agli altri 3 ingabbiati si distingue per aspetto e per modo di parlare. Addirittura, ad Arya ricorda in un certo qual modo Syrio:
“A man does not choose his companions in the black cells,” the handsome one with the red-and-white hair said. Something about the way he talked reminded her of Syrio; it was the same, yet different too.
Arya si dimostra comunque per ciò che l’abbiamo vista essere già in AGOT: ancora molto immatura e cocciuta, come è normale che sia una bambina di 10 anni del resto. Sulla paura se la paragoniamo a ciò che dice Jon nel POV seguente la pensano molto diversamente: per lui superarla è sinonimo di coraggio, lei tenta di tenerla a bada fingendo esternamente di non provarla.
“A boy has more courage than sense,” the one who had named himself Jaqen H’ghar observed. Arya edged backward away from the wagon. When she felt the hand on her shoulder, she whirled, bringing up her stick sword again, but it was only the Bull. “What are you doing?” He raised his hands defensively. “Yoren said none of us should go near those three.” “They don’t scare me,” Arya said. “Then you’re stupid. They scare me.” The Bull’s hand fell to the hilt of his sword, and Rorge began to laugh. “Let’s get away from them.”
E ha ancora molto bisogno di sfogare la propria rabbia, come si vede dal successivo dialogo con Gendry e dal suo scoprirsi nel dialogo con le cappe.
Nonostante la zuffa del precedente POV con Hot Pie, è proprio il suo unirsi agli altri che sorprende Arya e le fa comprendere il concetto di fratellanza che sta alla base della confraternita dei GdN. Nel suo iniziale non essere in grado nel rapportarsi ai confratelli, non è dissimile dall’esperienza di Jon, anche se Arya si trova in questa situazione principalmente per necessità, non perché sia veramente destinata alla Barriera.
Jon I
Come dice @JonSnow;, nell’incipit si può apprezzare quanto Sam sia la persona giusta per assistere il maestro nelle sue funzioni. A dir la verità, come diceva @AemonTargaryen, il confronto tra Sam e Jon nel volerci contrapporre l’uomo di studio all’uomo di azione è quasi fastidioso. Fastidioso soprattutto nelle risposte superficiali che Jon dà a Sam, sembra quasi cancellare la costruzione del personaggio di AGOT, ci porta a chiederci come può un oratore come Jon pensare questo della carta scritta? Possiamo scusarlo con l’immaturità della sua età e l’impazienza di partire per la missione, ma risposte come queste gli fanno fare diversi passi indietro:
“Look, this one is crumbling,” he said, frowning over the faded script. “Be gentle.” Sam came around the table and took the scroll from his hand, holding it as if it were a wounded animal. “The important books used to be copied over when they needed them. Some of the oldest have been copied half a hundred times, probably.” “Well, don’t bother copying that one. Twenty-three barrels of pickled cod, eighteen jars of fish oil, a cask of salt...” “An inventory,” Sam said, “or perhaps a bill of sale.” “Who cares how much pickled cod they ate six hundred years ago?” Jon wondered. “I would.” Sam carefully replaced the scroll in the bin from which Jon had plucked it. “You can learn so much from ledgers like that, truly you can. it can tell you how many men were in the Night’s Watch then, how they lived, what they ate...” “They ate food,” said Jon, “and they lived as we live.” “You’d be surprised. This vault is a treasure, Jon.” “If you say so.” Jon was doubtful. Treasure meant gold, silver, and jewels, not dust, spiders, and rotting leather.
E’ interessante vedere che la biblioteca dei GdN includa libri così vecchi da risalire a prima della conquista di Aegon. Con la minaccia dell’inverno alle porte e il ritorno degli esatranei è possibile che lì possano ritrovare qualche antico sapere, perduto alle menti di adesso. Sam dice:
“[…] It’s not dated, but he mentions a Dorren Stark as King in the North, so it must be from before the Conquest. Jon, they fought giants! Redwyn even traded with the children of the forest, it’s all here.”
[…]
“I found drawings of the faces in the trees, and a book about the tongue of the children of the forest... works that even the Citadel doesn’t have, scrolls from old Valyria, counts of the seasons written by maesters dead a thousand years...”
A parte la défaillance di cui sopra, Jon si riprende con la sua acuta osservazione del sistema di tunnel e col suo sesto senso:
He had seen a winter once, when he was very young, but everyone agreed that it had been a short one, and mild. This one would be different. He could feel it in his bones.
E percepisce anche quell’aura special che avvolge la Barriera, che probabilmente è molto più di un semplice imponente muro di ghiaccio, come scopriremo più avanti nella lettura:
Sometimes it seemed to Jon almost a living thing, with moods of its own.
Ed il potere dei suoi dei:
The Seven have no power beyond the Wall, he thought, but my gods will be waiting.
Per ritornare al tema della cometa e di quanto gli avvenimenti che l’uomo non sa spiegarsi siano soggetti ad interpretazioni se vogliamo discutibili, basate sulla conoscenza limitata di chi le effettua, ecco che vediamo cosa pensano i GdN, troppo ottimisticamente di questo segno:
The black brothers had dubbed the wanderer Mormont’s Torch, saying (only half in jest) that the gods must have sent it to light the old man’s way through the haunted forest.
Giusto per ricordarci quanto fallace sia l’umana interpretazione dei cosiddetti “segni divini”.
Sto andando lunga ma concedetemi ancora 2 parole su Maester Aemon e i Targaryen.
Dall'excursus sul giovane Maester Aemon si può intuire la grande etica ed il rispetto delle consuetudini che l’uomo aveva fin dalla gioventù: alla proposta del padre, divenuto re, di divenire il maestro della reggia, rifiuta poiché usurperebbe il posto che spetta di diritto al Grand Maester; così come alla proposta del Great Council di regnare rifiuta ugualmente per i voti che già aveva preso. E nel corso della sua vita ha poi scelto di servire alla barriera per impedire intrighi di corte da chi avversasse il regno del fratello minore, disinteressandosi delle vicende dei 7 regni, anche quando i Targaryen furono sterminati durante la ribellione di Robert.
C’è anche un riferimento alla linea interrotta di Aerion Brightflame, non a caso spero, visto che presumo si sia spostato ad Essos e probabilmente possano averlo fatto ricongiungere alla linea Blackfyre/Bittersteel:
“That was the year of the Great Council,” he said. “The lords passed over Prince Aerion’s infant son and Prince Daeron’s daughter and gave the crown to Aegon.”
[…]
Well, no sane man wanted any blood of Aerion’s on the throne, and Daeron’s girl was a lackwit besides being female, so they had no choice but to turn to Aemon’s younger brother-Aegon, the Fifth of His Name.
Ed il corvo di Mormont interviene, come diceva @AemonTargaryen, ad avvertirci chi sia Jon e forse quale possa essere il suo destino.
Col senno di poi sono quasi ironiche le considerazioni finali sul destino di Robb e quello di Jon:
They will garb your brother Robb in silks, satins, and velvets of a hundred different colors, while you live and die in black ringmail. He will wed some beautiful princess and father sons on her. You’ll have no wife, nor will you ever hold a child of your own blood in your arms. Robb will rule, you will
serve. Men will call you a crow. Him they’ll call Your Grace. Singers will praise every little thing he does, while your greatest deeds all go unsung. Tell me that none of this troubles you, Jon... and I’ll name you a liar, and know I have the truth of it.” Jon drew himself up, taut as a bowstring. “And if it did trouble me, what might I do, bastard as I am?” “What will you do?” Mormont asked. “Bastard as you are?” “Be troubled,” said Jon, “and keep my vows.”
E’ molto significativo che Jon esprima I suoi propositi da bastardo.
Catelyn I
Sono d’accordo con @Lyra Stark quando dice che la corona di Robb ha decretato la sua condanna a morte. Già iniziamo ad intravederlo nel fastidio con cui la veste.
E sono d’accordo col commento di @JonSnow; riguardo alla scena con Grey Wind e Ser Cleos. Ciò che dà al giovane Robb l’autorevolezza e che, nonostante la giovane età, gli permette di incutere timore è la sua connessione speciale con Grey Wind e il metalupo stesso, oltre alle vittorie riportate finora sul campo:
Yet it was not the sword that made Ser Cleos Frey anxious; it was the beast. Grey Wind, her son had named him. A direwolf large as any elkhound, lean and smoke-dark, with eyes like molten gold. When the beast padded forward and sniffed at the captive knight, every man in that hall could smell the scent of fear.
Le guerre si vincono anche con questi giochetti mentali, probabilmente più ad uso e consumo dei propri alleati in questo caso.
L'offerta di pace ai Lannister per quanto messa in termini molto duri fa già uscire allo scoperto il malcontento di Lord Karstark, che possiamo definire l’inizio della fine, già anticipato dal ritorno alle proprie terre da parte dei riverlords. Questa offerta di pace è frutto del lavoro diplomatico che Cat ha operato su suo figlio e si vede quanto anche Robb stesso, nonostante abbia acconsentito per manifesta inferiorità numerica del loro esercito, non ne sia contento:
“I’ll speak with him,” said Robb. “He lost two sons in the Whispering Wood. Who can blame him if he does not want to make peace with their killers... with my father’s killers...”
E questo suo malessere nello scendere al compromesso dell’offerta di pace lo si tocca nelle parole che rivolge a Cat ed Edmund. Da questo momento in poi vediamo la fazione messa in moto da Robb che inizia piano piano a sfaldarsi: i riverlords non vogliono la pace con chi ha raso al suolo le proprie terre e continua a minacciarle, i lord che hanno perso qualcuno alla battaglia del Whispering Woods non vogliono la pace, Robb e Cat finora uniti nei loro intenti vengono divisi dal suo ruolo di re e da quello di madre di lei. Robb non può più permettersi di fare delle sorelle la sua prima preoccupazione, deve andare oltre per tenere insieme il proprio esercito ed in questo possiamo dire che è stato più lungimirante di Jon in ADWD, per quanto si veda che questa scelta non lo lasci indifferente.
“I might have been able to trade the Kingslayer for Father, but...” “...but not for the girls?” Her voice was icy quiet. “Girls are not important enough, are they?” Robb made no answer, but there was hurt in his eyes. Blue eyes, Tully eyes, eyes she had given him. She had wounded him, but he was too much his father’s son to admit it. That was unworthy of me, she told herself. Gods be good, what is to become of me? He is doing his best, trying so hard, I know it, I see it, and yet... I have lost my Ned, the rock my life was built on, I could not bear to lose the girls as well... “I’ll do all I can for my sisters,” Robb said. “If the queen has any sense, she’ll accept my terms. If not, I’ll make her rue the day she refused me.”
E quanto il rapporto tra madre e figlio si stia logorando si fa evidente nel momento in cui Robb cerca cortesemente di allontanarla dai territori in cui la guerra imperversa, invitandola a rientrare a Winterfell e nel modo cocciuto con cui non vuole discutere con lei la decisione di mandare Theon come ambasciatore da Balon. Sembra quasi che voglia dirle: ti ho accontentato sull’offerta di pace, ti permetto di restare a Riverrun, ma adesso basta.
Purtroppo come al solito Cat ci aveva visto lungo e questo distacco tra lei ed il figlio, oltre alla scissione dei suoi bannermen, sta a simboleggiare l’inizio della fine da un lato dal punto di vista militare, come ci descrive bene Brynden, dall’altro dal punto di vista politico/diplomatico. Infatti, anche se il POV si chiude con l’idea intelligente di Cat di proporre un’alleanza con Renly, possiamo già aspettarci che sarà molto difficile portarla a compimento dati i caratteri dei 2 da poco nominati re.
"And now at last it comes. You will give me the Ring freely! In place of the Dark Lord you will set up a Queen. And I shall not be dark, but beautiful and terrible as the Morning and the Night! Fair as the Sea and the Sun and the Snow upon the Mountain! Dreadful as the Storm and the Lightning! Stronger than the foundations of the earth. All shall love me and despair!”
She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.
“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”
***
"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor.
C'è anche da dire che l'idea di rimandare i lord delle Terre dei Fiumi a casa è un altro parto di quel genio tattico di Edmure. Un gran peccato che il Pesce Nero non fosse in giro in quel momento.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Sì, Edmure purtroppo, a differenza di Cat, è abbastanza imbarazzante nelle sue valutazioni politiche.
Certo è anche vero che senza un consigliere del peso di Brynden al fianco di Robb, penso che lui abbia concesso ai riverlords di partire ben sapendo che tenere tutto l'esercito in attesa a Riverrun fino alla risposta di Cersei sarebbe stato duro.
Robb come re ha dovuto crescere più velocemente, rispetto, ad esempio, a Jon, che ha avuto tutto il tempo di imparare dai suoi mentori. È anche vero però che è stato preparato al comando da Ned da una vita, in quanto primogenito, quindi questa scusa credo possa valere fino a in certo punto.
Ed è anche vero che, nonostante la decisione sia stata presa da Edmure, non ci risulta che né Robb né Cat abbiano fatto alcunché per ostacolarla. Probabilmente è una caduta di concatenazione eventifunzionale alla trama, ma è giustificabile dall'inesperienza di entrambi sul tema bellico. Certo stride con la visione avanguardistica che Robb aveva in AGOT, in cui la tattica vincente utilizzata in battaglia sembrava essere farina del suo sacco, se non ricordo male.
"And now at last it comes. You will give me the Ring freely! In place of the Dark Lord you will set up a Queen. And I shall not be dark, but beautiful and terrible as the Morning and the Night! Fair as the Sea and the Sun and the Snow upon the Mountain! Dreadful as the Storm and the Lightning! Stronger than the foundations of the earth. All shall love me and despair!”
She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.
“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”
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"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor.
Proprio. Hai evidenziato bene quello che forse è uno dei punti nodali del personaggio. A volte per esigenze di trama Robb è un ottimo stratega militare, altre volte ha delle cadute poco giustificabili. Giustamente come dici credo che questa sorta di montagna russa sia figlia di esigenze di trama. Forse si potrebbe dire che lasciato solo lui agisce meglio che non quando è influenzato da altri, Cat ed Edmure soprattutto. Ma Theon è una decisione che prende da solo, o per meglio dire influenzato da Theon stesso. Certo si può obiettare che tattica militare e politica sono ambiti differenti, eppure Robb non manca di lucidità nell'analizzare la situazione generale, lo leggiamo qui ma anche altrove.
Forse aldilà di tutto anche in Robb compare quell'handicap che hanno tutti gli Stark: quando entra in gioco l'amore che provano per le persone care cominciano a combinare minchiate. ^^"
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
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49 minutes fa, Lyra Stark dice:Proprio. Hai evidenziato bene quello che forse è uno dei punti nodali del personaggio. A volte per esigenze di trama Robb è un ottimo stratega militare, altre volte ha delle cadute poco giustificabili.
In verità è una peculiarità del character di Robb. Più di ogni altro è soggetto alle pressioni ed è anche forse colui che, ironicamente, ne ha accumulate maggiormente su di sé. Semplicemente è in costante apnea, a dispetto di altri personaggi, che godono di momenti di riflessione e talvolta di apatia, non ha rilassamento, pertanto ad influenzarlo è la tensione in sé ed il fatto di dover affrontare il malcontento generale e mutarlo in una posizione di soddisfazione. Banalmente, egli vive nel tentativo di accontentare tutti coloro che ha intorno, col massimo dell'equilibrio, fallendo solo perché tale obiettivo è utopia, una rassicurante isola d'idealismo. Per il resto, avendo avuto un'educazione sana e convivendo con concetti come rispetto e amore, difficilmente riesce ad aspettarsi il peggio dagli altri, come chi, addestrato ad una vita di scorrettezze e nella demolizione del prossimo, riesce a fare.
Quanto ad Edmure... E' solo stupido.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
@Lyra Stark, io credo che il suo diventare re, lo abbia mutato. Inoltre, possiamo presumere che il rapporto tra Robb e Cat, unica consigliera affidabile in assenza di Brynden, si logori a causa del camvuamento di atteggiamento di Cat. La perdita di Ned le rende più irrazionale e meno diplomatica nei confronti del figlio re, il ruolo di re del figlio lo rende meno incline a tollerare un comportamento del genere.
La spiegazione che ritengo più plausibile è che Cat ed Edmure lo abbiano attaccato l'una chiedendo una pace, l'altro chiedendo di far tornare i riverlords a difendere le proprie terre. Probabilmente Cat è stata la prima ad ottenere l'assenso alla sua richiesta, visto che Robb sembra essere più irritato da lei. Edmure, che non ha polso né l'aura di condottiero di Robb potrebbe essersi attaccato all'occasione della pace per fare la sua richiesta.
La scelta di mandare Theon alle isole di ferro invece è il risultato del logoramento del rapporto tra Robb e Cat: Robb vuole rimetterla al suo posto.
La cosa più inspiegabile per me resta l'acconsentire alla richiesta di Edmure. È la decisione con causale più debole delle 3, a mio avviso.
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She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.
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"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor.
Mah, si e no. È vero da un lato che le persone che lo circondano continuano a buttargli addosso il carico uno dopo l'altro (Edmure e il mulino, Cat, Theon, di nuovo Cat, Karstark) e che quindi è costretto continuamente a mettere pezze, più di molti altri personaggi. Peró questa teoria secondo cui i guai di Robb deriverebbero dal suo voler accontentare tutti che aleggia spesso parlando di lui non mi convince. Robb non cerca affatto di accontentare tutti, il suo voler mediare che sarebbe inteso in quel senso, è necessario in uno scenario con diverse forze in campo ma si vede solo fino a un certo punto. In alcune decisioni fondamentali (la discesa in guerra, le tattiche militari, l'invio di Theon, il matrimonio, la decapitazione di karstark) è perfettamente autonomo e spesso va contro la madre.
Anche la sua visione utopistica non lo è poi così tanto, qui e anche oltre dimostra estrema lucidità. Lui è da subito conscio che una volta intrapresa la guerra può solo andare avanti, non c'è possibilità di fare ammenda coi Lannister, cosa che invece Cat si auspica più volte.
Poi certo magari è stato cresciuto con concetti alti e onorevoli ma a ben vedere è l'autore che si accanisce, non il personaggio a peccare di particolare ingenuità.
@***Silk***la vera goccia che fa traboccare il vaso è Cat che gli rinfaccia di aver abbandonato le sorelle. È come dire a uno che ha iniziato una guerra per salvare suo padre che non tiene alla famiglia. Dopo che questo ha pure acconsentito a presentare una proposta di pace.
Ma non è tanto la critica in sé è proprio il ricordargli un qualcosa che lui stesso fa fatica a mandare giù in nome del suo ruolo, un po' un rigirare il coltello nella piaga. Credo.
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Secondo me il voler accontentare tutti non è sinonimo di una sua presunta mancanza di indipendenza o malleabilità. E' un desiderio spontaneo derivante da com'è stato educato e dall'equilibrio che la guida del padre trasudava. Quindi oltre che uno stato di soddisfazione negli altri, ciò che mira a creare è appunto equilibrio. La soddisfazione altrui viene da sé. Poi che Robb sia uno dei pg con cui Martin è andato più pesante, lo dico da sempre. Difatti non dubito sia quello su cui abbia più rimpianti e di cui riscriverebbe più parti.
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« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
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Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Ho capito ciò che intendi ed è una visione che è sensata soprattutto considerando il suo background. Normalmente è ció che si richiede a una figura di autorità ascoltare tutti ed aspirare all'equilibrio e all'equitá. Questo Robb lo mette in pratica cosi come faceva suo padre ma non penso sia il suo tallone d'Achille. Non dimentichiamo che Robb ha pure il suo lato lupesco e quando vuole decide anche contro il parere generale.
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Secondo me il suo tentativo di accontentare tutti è più che altro sinonimo della sua volontà di mantenere unite tutte le varie fazioni che lo supportano. Purtroppo gli manca in questo caso il discernimento per capire a quali richieste dare ascolto e a quali no e questo probabilmente si può ricollegare al discorso dell'ansia che faceva @JonSnow;.
Sembra quasi che si affidi anche un po' troppo ai parenti più prossimi a causa dell'educazione che ha ricevuto. Un'educazione che oggettivamente non lo ha preparato ad affrontare il mondo perché gli Stark sono stati molto protettivi coi loro figli, fin troppo, infatti sono proprio i maggiori a trovarsi più in difficoltà una volta usciti dalle mura di Winterfell. Robb in più, come erede primogenito, è ancor meno preparato degli altri poiché non poteva vedere dei rivali nei fratelli. Infatti dal punto di vista del saper vivere, per quanto sia un po' "fumino" alle volte, Jon parte avvantaggiato dall'aver vissuto la condizione di essere l'ultimo tra i fratelli e quindi di essersi dovuto dimostrare sempre un qualcosa in più con la consapevolezza di alcun riconoscimento.
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Mi piace "fumino"
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Ma sembra che il vento sia in entrambi
Sono sempre stato dell'idea che Robb avrebbe fatto molta più fatica nel rinunciare all'onore rispetto al fratello bastardo.
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« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Beh il caso di Jeyne è esemplare.
Robb pone il padre a modello, col fatto che poi è morto ancor di più per onorarne la memoria.
Jon pure ma fino a un certo punto, è più concreto e realista sia per il diverso ambiente in cui si muove, in cui alla fine conta la sopravvivenza, ma soprattutto perchè portatore di un conflitto interiore riguardo l'onore di per sé stesso. Lui è la rappresentazione vivente di un venire meno all'onore e sa bene cosa questo significhi, perciò lo valuta in modo meno assoluto rispetto a Robb.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Non avevo realizzato quanto mi mancasse ACOK finché non ho intrapreso questa rilettura. E i capitoli che questa settimana dobbiamo commentare (Tyrion II - Theon I) sono semplicemente brillanti. :')
...
Ma mi si è impallata la tastiera e ho perso praticamente tutto il messaggio, ergo, riscrivo su word e torno tra poco tra una vita.
EDIT:
Di nuovo tra voi! Prima di commentare i capitoli della settimana, vorrei spendere qualche parolina sul prologo, sebbene in ritardo. Lo nascondo sotto spoiler, visto che si tratta di un arretrato.
Di questo prologo avete già fatto tante osservazioni che condivido pienamente. Il maestro Cressen ci fa da guida in un prologo tetro e al tempo stesso dolcemente malinconico, che si dilunga con sicurezza nelle magnifiche descrizioni dell’ambiente, intrecciate a momenti di pura humanitas, come quelli con Shireen e Pylos e le tante riflessioni sulla personalità di Stannis: tutti aspetti che, direi, avete ampiamente sviscerato nei giorni scorsi.
Una nota sullo stile narrativo dell’Autore. Il buon Martin sembra aver più volte adottato il topos letterario della presentazione della personalità un personaggio attraverso la descrizione della sua dimora: e.g. Grande Inverno in relazione a Eddard/famiglia Stark, Pyke in relazione a Balon, i Giardini dell’acqua in rapporto all’apparentemente pacifico e quieto Doran e, se consideriamo anche le tante descrizioni indirette e en passant di altri castelli, dovremmo menzionare almeno Castel Granito, dimora del machiavellico Tywin. Con Stannis accade lo stesso: Stannis vive a Roccia del Drago ed egli è la Roccia del Drago.
Come ho scritto nel topic dedicato al personaggio, l'immagine del castello è molto evocativa, esprime magnificamente l'essenza del suo signore: è una costruzione monumentale, tetra e collocata sul pendio di un vulcano in un'isola non particolarmente ospitale, lontana da tutto e da tutti. Ma, sotto la dura roccia, quel vulcano in mezzo al mare è tutt'altro che freddo: il suo magma è in continuo movimento, è lì da sempre a trattenersi, a cercare di evitare l'eruzione, in una faticosa lotta con se stesso rivelata da pochi e rari sbuffi di fumo. Insomma, è una fotografia che materializza quel concentrato di emozioni ribollenti e da sempre contenute, represse, che gli umanissimi occhi di Cressen riescono a scorgere nella persona del “freddo” Lord Stannis.
E allo stesso tempo, la descrizione della magnifica fortezza, che di Stannis dice tutto, non fa altro che ricordarci come la medesima appartenga, in realtà, a qualcun altro e lascia facilmente presagire un ritorno del sangue di Aegon il Conquistatore tra le sue mura.
Così il pensiero di Cressen rievoca l’immagine della montagna fumante, nell’elegante traduzione di Altieri: “I luoghi tetri volevano levità, non solennità, e quanto a tetraggine, la Roccia del Drago non aveva rivali: una solitaria cittadella nel mezzo della desolazione liquida, assediata da tempeste e dal sale, con l'ombra della montagna fumante incombente sullo sfondo.” Quel “levità” deriva dall’originale lightening (“Grim places needed lightening”), che foneticamente è quasi uguale a “lightning”. E di bagliori e fuoco, come noi ben sappiamo, a differenza del povero e ingenuo Cressen, a Roccia del Drago sta per arrivarne fin troppo.
L’ultima parte del prologo consiste in un serrato crescendo di tensione, una climax ascendente che culmina nella morte per auto-avvelenamento del Maestro. Una morte inutile, volta solo a far risaltare, per contrasto, l’oscura e letale figura di Melisandre? Per un verso, può darsi sia così, ma a me sembra soprattutto una morte volta a scatenare in noi lettori una reazione emotiva ben determinata, che ci porterà ad avallare da qui in avanti l’opinione che Cressen aveva di Stannis, e quindi a non cedere davanti alle meno gradevoli manifestazioni del carattere di quest’ultimo, né screditare il “morbido” filtro-pov di Davos.
Ma archiviamo il vecchio e veniamo ai capitoli della settimana.
Tyrion II
In breve: il capitolo porta avanti la trama in maniera semplicemente brillante, come sempre, quando si tratta di Tyrion. Ovviamente, tra il confronto con Janos e quello con Varys intercorre una differenza abissale, che non può non divertire il lettore! L’indovinello di Varys su dove risieda il potere è indimenticabile e segna forse il punto più alto dell’intero capitolo.
Bypasso il commento vero e proprio e riporto, in traduzione di Altieri, i frammenti di discorso indiretto libero che ho trovato più personalizzati. Su Janos Slynt, devo dire che Tyrion si scatena! Vediamo: “…la sua risata era quella di un uomo avvezzo a ridurre la carne in pezzi”; “Aveva la corporatura di un barile, e altrettanta capienza”; “ripeté (…) nel caso il grasso imb****le che aveva davanti non avesse capito bene la prima volta; la testa di Janos “era diventata rossa come una barbabietola”; “…il mento tremolante come un mucchio di lardo”; “Non gli andava giù di starsene seduto lì, in quella farsa di giustizia, imponendo punizioni a quei penosi pupazzi come Janos Slynt mentre sua sorella [questa mi piace molto!] andava avanti imperterrita per la sua strada lastricata di sangue.”
E poi un interrogativo che, in seconda lettura, appare per ovvie ragioni piuttosto amaro: “Una pu***na è in grado di amare davvero, mi domando? No, non dire niente, Varys. Certe domande è meglio che rimangano senza risposta”.
Arya III
Il viaggio di Arya prosegue, seguendo un tracciato irregolare e che “continua(va) a snodarsi come una serpe”, quasi a delineare il senso di disorientamento della ragazzina, una scheggia travolta dagli eventi. Il tutto all’insegna di un’atmosfera inquietante e romanticamente gotica, che oserei definire degna dei migliori racconti di Edgar Allan Poe e Howard Phillips Lovecraft. Sentieri sperduti, un carro solitario, campi bruciati e banchetti di corvi, una bambina che non smette di piangere e una donna in agonia, traumatizzata e fatta letteralmente a pezzi, l’ululare dei lupi nella notte e ricordi di storie di oscuri castelli abitati da giganti maligni, inquietanti foschie e il rumore di una daga che viene affilata e poi… Rumori indistinti, dai quali Arya non sembra infastidita, quasi come fossero sussurri nel vento, anche se “forse erano urla”. Se si vuole bene a questa ragazzina, la conclusione del capitolo non può che addolorare profondamente. Sotto il profilo descrittivo, siamo di fronte a un gioiello, che presenta uno scenario al contempo realistico e romanticizzato, sicuramente di grande impatto emotivo, almeno per la sottoscritta.
Chissà che i lupi incontrati dalla ragazza non siano proprio Nymeria e il suo nuovo branco... Non è chiarissimo cosa Arya veda. Siamo al buio pesto, e a un tratto compaiono scintillanti occhi di lupo. Poi uno dei lupi avanza fuori dal folto dagli alberi, quel tanto che basta a mostrare le zanne. Non si accenna ad alcuna sagoma, quindi immagino che, data la limitata visibilità notturna, Arya veda il riflesso sugli occhi e sulle fauci dell’animale, niente di più. Inoltre, ella parrebbe essere stata “risparmiata” dal lupo alpha, e il discorso sulla differenza tra lupi e metalupi successivo all’episodio potrebbe appunto voler accendere una spia sulla scena immediatamente precedente. Se così fosse, la perdita d’identità di Arya sarebbe iniziata nel più brutale dei modi, con la ragazza che addirittura non riconosce il proprio lupo.
NB: Fa la sua ricomparsa, dai tempi di AGOT, quel "silenziosa come un'ombra", similitudine mista a sinestesia ricorrente in numerosi POV di Arya.
Davos I
A Roccia del drago è in corso il rogo dei sette dei. Mentre “avvolti nei loro sudari di fiamme” gli dei diffondono “una luce cangiante, un caleidoscopio di sfumature rosse, arancioni, gialle”, Davos rievoca la morte di Cressen ed lascia trapelare tutto il proprio disprezzo per la Donna Rossa, alla quale taglierebbe volentieri la gola, se solo potesse. I primi pensieri vanno al re Stannis, per il quale l'ex contrabbandiere nutre sentimenti di vero affetto, oltre che profonda riconoscenza e sincera stima. Davos è preoccupato per la piega che sembra aver preso la politica di Stannis, e vede quel rogo come un presagio delle cose a venire. “Molti altri roghi sarebbero stati accesi, prima che quella guerra avesse fine”. E la portata di quest’affermazione è terribilmente forte, molto più ampia di quanto Davos possa immaginare, come ci ha rivelato in anteprima una dichiarazione dell’Autore a seguito della messa in onda di GoT 5x09… Ah, Shireen...almeno su carta, vivi finché puoi!!
Da notare che Davos non crede neppure per un secondo alla devozione di Stannis nei confronti del Signore della Luce. Non c'è neppure bisogno di arrivare alla loro conversazione, a fine capitolo, per capirlo. Nel momento in cui si presta al rito di Melisandre, il re avanza verso la statua infuocata “come un soldato che marcia in battaglia”. Insomma, il rituale è per Stannis una farsa da sopportare, un altro dei tanti necessari doveri cui adempiere senza lamentarsi… anche se Davos non può fare a meno di notare che, alla fine del rito, “la pazienza del re si era definitivamente esaurita”.
La conversazione tra Davos e i suoi figli evidenzia il generalizzato desiderio di riscatto sociale della famiglia Seaworth, che si manifesta nei ragazzi attraverso la negazione delle proprie condizioni umili (“Sono il figlio di un cavaliere, padre.”) e la preferenza della stato formale delle cose rispetto a quello sostanziale, sicché non vedono la cipolla sul proprio vessillo; il pensiero del padre, al contrario, muove verso l'affermazione di quella stessa immagine che i suoi ragazzi rifiutano. Egli non dimentica né vuole dimenticare di "venire dal basso": così, affronta la realtà con maggiore lucidità e raziocinio, rendendosi conto di essere disprezzato da praticamente chiunque lo circondi, in quell’ambiente. Ser Davos, banalmente, non può fare a meno di chiedersi quali siano i pensieri dei Celtigar e dei Velaryon di turno in relazione al rituale, giungendo alla frustrante conclusione che nobili di tale lignaggio mai parlerebbero con un cavaliere “puzza(va) di pesce e di cipolla”, ma confida che un giorno i suoi discendenti saranno ben accetti dalla nobiltà e arriveranno finanche a mescolare il proprio sangue con quello dell’antica Valyria. Tutto ciò, nella consapevolezza che il destino della sua famiglia dipenda strettamente dal destino di Stannis, Re che egli intende servire fedelmente in ogni maniera possibile.
Così, l’interdipendenza tra ambizione, memoria delle proprie umili origini, desiderio di riscatto sociale, riconoscenza, stima e affetto per Stannis fa sì che questi sentimenti di Davos, a ben vedere potenzialmente alternativi, non entrino mai in conflitto tra loro, bensì convergano armoniosamente verso un unico obiettivo: quello di consigliare l’amico re, sostenerlo e difenderlo nel gioco del trono. In che modo? Davos diverrà per il re un interlocutore privilegiato, e ciò proprio in forza della sua estraneità rispetto classe nobiliare e, quindi, a quella logica delle “vuote lusinghe” tanto diffusa tra i lord quanto disprezzata da Stannis.
Quello di Theon (I) è un capitolo straordinario e vorrei trattarlo un po' più decentemente, per cui mi riservo di commentarlo nei prossimi giorni.
Forza Ellyn!!
Comunque concordo, anche io non leggevo ACOK da tantissimo ed è quasi tutta una riscoperta!
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi