Sul capitolo di Eddard aggiungo:
Il mistero relativo ad Arya, viene da interpretarlo come un inciso che Ned fa per sollevare il morale della figlia, ma Ned la conosce bene, come può pensare che quegli argomenti abbiano presa su di lei?
Mi sembra sopra le righe anche prenderlo sul serio, ipotizzando che lui abbia pianificato, per assurdo, di reclamare il trono per Jon ed unirlo ad Arya si aprono una serie di interrogativi: perché ha promesso l'altra sua figlia a Joffrey? Come pensa di conquistare e mantenere un trono unendo suo nipote e sua figlia e lasciando fuori dalla torta tutte le altre casate? Li darà agli altri Stark? Ho sempre trovato sorprendente, per quanto funzionale alla storia, che Robb non fosse ancora stato promesso a nessuna.
Sul capitolo di Jon ammetto di aver tirato un po' via per il sonno. Rileggendo i vostri contributi, trovo molto interessante l'analisi di JonSnow; del sogno come metafora e come possibile presagio. Se Jon arriverà a Winterfell in seguito alla lettere rosa, non troverà nessuno dei fratelli.
Mi è piaciuto anche che tu abbia sottolineato le abilità strategiche di Jon, credo che l'idea della sua avventatezza appartenga più alla serie che ai libri.
Ho anche apprezzato Aegon che sottolinea quanto importante sia stato l'incontro con Tyrion per Jon. Adesso lui si presenta ome bastardo, non è più un termine che lo fa andare su tutte le furie. Mi pare che si inizi già a delineare una crescita molto diversa per Jon e Robb. Jon ha scelto una vita dura, ma ha già avuto modo di trarre i propri insegnamenti oltre che da Tyrion anche da Donal Noye e avrà in seguito molte altre possibilità (Master Aemon, Lord Commander Mormont, per dirne alcuni). Cosa che mancherà invece a Robb.
"And now at last it comes. You will give me the Ring freely! In place of the Dark Lord you will set up a Queen. And I shall not be dark, but beautiful and terrible as the Morning and the Night! Fair as the Sea and the Sun and the Snow upon the Mountain! Dreadful as the Storm and the Lightning! Stronger than the foundations of the earth. All shall love me and despair!”
She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.
“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”
***
"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor.
Aggiungo un commento anche ai 2 capitoli mancanti della settimana passata, in breve.
Eddard
Anche in questo capitolo possiamo vedere l'inadeguatezza di Robert alla guida del reame: la sola cosa che ha fortemente voluto dal suo ritorno a KL è stato il torneo per il primo cavaliere, che sta causando forti disagi alla città, sommato al fatto che non si sia mai vista la sua presenza ad un concilio ristretto.
Come dicevate tutti voi, si ha subito l'impressione che all'interno del concilio ristretto Stannis fosse una bestia rara: Renly non perde occasione per deriderlo per "una delle sue tante uscite", si vede subito che dei 3 fratelli Baratheon, Stannis è quello che mal si amalgama agli altri 2 che ci sono stati presentati come molto simili. Alla richiesta di Ned su un suo eventuale ritorno, Ditocorto la butta subito sul ridere dando man forte a Renly.
Dopo il concilio, riprende l'indagine sulla morte di Jon Arryn. Le cose più interessanti le apprendiamo dal kitchen gossip: Jon ha avuto a che dire col re, aveva l'intenzione di mandare suo figlio a Dragonstone ed aveva visitato un fabbro insieme a Stannis per "farsi costruire una nuova armatura tutta ingioiellata", cosa non da lui. L'assenza di Stannis si fa sempre più pesante, è ovvio che nel suo ultimo periodo su questa terra Jon fosse strettamente legato a Stannis. La cosa si fa ancora più losca quando tra i loro giri da inseparabili (quali non erano), salta fuori la frequentazione di un bordello.
Per inciso, vediamo anche che Renly stava già portando avanti la sua macchinazione politica per togliersi i Lannister dai piedi:
"And now at last it comes. You will give me the Ring freely! In place of the Dark Lord you will set up a Queen. And I shall not be dark, but beautiful and terrible as the Morning and the Night! Fair as the Sea and the Sun and the Snow upon the Mountain! Dreadful as the Storm and the Lightning! Stronger than the foundations of the earth. All shall love me and despair!”
She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.
“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”
***
"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor.
AGOT, capitoli 29-32
Sansa II.
In questo capitolo viene narrata la prima parte del torneo del Primo Cavaliere ed il primo vero confronto con Sandor Clegane, il Mastino.
Si apre, appunto, con il torneo, e sulla funzione di questo tipo di manifestazioni all'interno della società tornano in mente le parole di Pycelle di qualche capitolo fa.
Ad ogni modo, si parte con Sansa che vi assiste dal posto promessole dal padre, fra gli alti lord e le loro lady. Inevitabilmente, la giovane Stark rimane estasiata dal primo impatto con quella realtà, non potendo ancora percepire, ovviamente, il substrato che si cela al di sotto della grandiosità di tale evento e del fascino, dell'appariscenza di quei vanagloriosi uomini in armatura.
[…] E poi i cavalieri, i cavalieri soprattutto.
"È meglio di come narrano le canzoni..."
Il primo commento di Sansa, del resto, non poteva che essere su questa lunghezza d'onda.
Anche in questa circostanza emerge una differenza abbastanza marcata fra il Nord ed i Regni a sud dell'Incollatura. Ho trovato curioso il commento di septa Mordane su Jory.
«Al confronto di tutti questi nobili signori» commentò septa Mordane con aria vagamente disgustata «Jory Cassel sembra un mendicante.»
Un particolare interessante riguarda Jaime. Al momento della discesa in campo dei sette cavalieri della Guardia reale, il Leone di Lannister si presenta con la cappa bianca, come i suoi confratelli, ma sotto di essa è coperto d'oro dalla testa ai piedi, inclusi l'elmo a forma di testa di leone e la spada, d'oro come tutto il resto. Torna alla mente, inevitabilmente, il dettaglio della dell'armatura dorata che indossava il giorno della "conquista" di Approdo del Re.
Durante le cariche, a differenza di Jeyne Poole, Sansa non si copre gli occhi. Ed il pensiero è di fatti: […] ma Sansa era di una fibra ben più robusta. Una vera, grande lady sapeva come comportarsi ai tornei.
Metterei in evidenza anche (e soprattutto) la sua reazione di fronte alla morte del cavaliere della Valle di Arryn. Si sottolinea in maniera ancor più marcata la differenza rispetto a quella di Jeyne Poole, che piange in modo talmente disperato che la septa è costretta a portarla via. Qui, rispetto alle cariche di qualche rigo prima, si tratta di un qualcosa di molto più complesso. Sansa, per la prima volta, vede morire un uomo.
...rimase con le mani intrecciate davanti a sé, a osservare come ipnotizzata quella vita che si spegneva. Era la prima volta che vedeva morire un uomo. Anche lei, come Jeyne, avrebbe dovuto piangere, ma le lacrime non vennero. Forse si erano tutte dissecate tutte per Lady, per Bran. Se si fosse trattato di Jory o di ser Rodrik o di suo padre sarebbe stato diverso [...] era soltanto uno sconosciuto della Valle di Arryn, del quale aveva dimenticato il nome l'attimo stesso in cui l'aveva sentito.
Il cadavere viene portato via. Il torneo riprende.
Renly, disarcionato dal Mastino, si rivela comunque una specie di rockstar. Così come Loras Tyrell, che a differenza del Baratheon arriva fino in fondo: di lui viene subito messa in evidenza – oltre agli atteggiamenti da rockstar – un'eccezionale bravura (abbatte tre cavalieri della Guardia reale nei primi tre assalti di quella mattina).
E poi l'incontro con Ditocorto, che chiude la prima parte del capitolo. Un incontro abbastanza fugace, ma non privo di qualche dettaglio significativo.
«Tu devi essere una delle sue figlie» disse. Il sorriso che gli incurvò le labbra non raggiunse mai gli occhi grigioverdi. «Hai i lineamenti dei Tully.»
Durante il banchetto, si ritrova accanto il giovane de Sade Joffrey. Dopo il capitolo del Tridente in cui se la prende per le parole di Renly, il ragazzo si mostra per la seconda volta un po' piccato, ora nei confronti di Loras.
Mi soffermerei sulla scenata di Robert. Curioso come ad ogni sua apparizione, il re riesca sempre ad offrire il peggio di sé.
Condivido le considerazioni di qualche settimana fa di Aegon il Mediocre sul rapporto con Cersei.
«Hai rovesciato il vino, Robert.» Lord Renly fece un passo avanti e sorrise al fratello. «Ti riempio di nuovo la coppa.»
Verrebbe da chiedersi cos'avrebbe pensato Stannis.
Infine, Sansa viene scortata alla Torre del Primo Cavaliere da Sandor Clegane, sul quale era stata aperta una discussione interessante da parte di JonSnow, che troverete qui.
Non può non colpire la profonda contrapposizione fra la parte iniziale del capitolo e la sua chiusura: dalla grandiosità del torneo e dei cavalieri in armatura ("È meglio di come narrano le canzoni") alla tremenda disillusione del Mastino, che mette a nudo il substrato marcio e ipocrita celato al di sotto delle apparenze (e qui rimanderei ad un'apposita discussione sul concetto di onore a Westeros, aperta di recente da Iceandfire nella sezione dedicata alla serie tv).
Infine, di un'umanità disarmante il racconto di Sandor e le sue considerazioni.
Ironia della sorte, Gregor venne investito del titolo di cavaliere proprio da Rhaegar Targaryen. Quello che avvenne qualche tempo dopo, è noto.
Eddard VI.
Si apre con un breve dialogo tra Eddard e Barristan dinanzi al corpo senza vita di ser Hugh.
Grottesca la scena di Robert che si prepara alla Grande Mischia. Ne traiamo comunque qualche spunto interessante, soprattutto per quanto riguarda il rapporto fra lui e Ned, che di certo non gliele manda a dire. Stavolta, anche per quanto riguarda Lyanna.
«Robert, tu non conoscevi Lyanna quanto me. Hai visto la sua bellezza, ma non l'acciaio che si trovava sotto di essa. Lyanna ti avrebbe detto che la Grande Mischia non è affare tuo.»
Comunque, il dialogo che segue è intenso, e dice veramente tanto su Robert, sotto vari aspetti. V'è, inevitabilmente, della malinconia.
Su questo passaggio, scappa un sorriso: «...Mai potresti mentire, Ned Stark, né per amore né per onore...»
Poi, durante la colazione, i due tornano indietro nel tempo, al Nido dell'Aquila. Le riflessioni di un Eddard fiducioso chiudono questa parte del capitolo.
Riprende il torneo. Assistiamo al duello tra i fratelli Clegane. Mai, Sandor, cerca di colpire il viso scoperto del fratello. A conferma di ciò che potrebbe trarsi dal capitolo precedente, il Mastino finisce con il dimostrarsi più cavaliere di tutti i cavalieri presenti al torneo, pur non essendolo.
Mi piace sottolineare come il rapporto fra Eddard e Arya sia ora pregno di complicità. Il padre sembra aver accettato di dover fare i conti con l'indole ribelle della figlia, la quale promette solennemente di stare attenta. Per quanto la promessa solenne fatta di una bambina possa apparire curiosa, credo che per Arya sia stato importante il discorso sulla fiducia di qualche capitolo fa.
Nella parte finale, mentre Eddard riflette sui figli illegittimi di Robert, arriva Varys, il Ragno Tessitore, che dimostra la sua abilità nel camuffarsi. Tant'è che Ned afferma: «Avrei potuto passarti a un metro di distanza senza riconoscerti.»
Significativa la risposta di Varys in merito alla domanda sul come sia riuscito a superare le guardie del Primo Cavaliere.
«La Fortezza Rossa contiene vie note soltanto agli spettri, e ai ragni.»
La conoscenza di quei cunicoli sarà decisiva in vari frangenti, nel prosieguo. Del resto, lo è tuttora.
Significativo anche questo passaggio:
«La Fortezza Rossa è abitata da due tipi di persone, lord Eddard» continuò Varys. «Coloro che sono leali al reame e coloro che sono reali a se stessi. Fino a questa mattina, non ero in grado di definire a quale di queste due categorie appartenessi. Così ho atteso. E o osservato. Adesso so, per certo.»
In particolare, la lealtà verso il reame fa tornare alla mente varie cose, che convergono, infine, nel discorso di Varys nell'epilogo di ADWD.
Eddard si ritrova a desiderare di tornare alla lineare semplicità di Grande Inverno, dove gli unici nemici erano il gelo e gli esseri selvaggi oltre la Barriera.
Tyrion IV.
Il primo spezzone sul povero cavallo di Tyrion ci mostra la precisione di Bronn con le lame.
Seguono le riflessioni del Lannister sul proprio rapimento, cui segue un certo compiacimento per la propria arguzia che, però, finisce per infrangersi di fronte alla decisione di Catelyn di dirigersi verso la Valle di Arryn, dopo aver fatto credere agli astanti, in maniera convincente, che lo avrebbe condotto a Grande Inverno.
Per tutta la vita, Tyrion era stato molto orgoglioso della propria astuzia, l'unico dono che gli dèi gli avevano concesso. Eppure quella dannatissima lupa dei ghiacci era riuscita a imbrogliarlo come l'ultimo degli idioti: una realtà ben più bruciante del suo rapimento.
Comincia poi la discussione fra lui e Catelyn riguardo la famosa daga, ed il discorso si sposta sulla persona di Ditocorto. I due hanno idee a dir poco distanti, in merito. Il lampo di dubbio nello sguardo di Catelyn è significativo. "Per quale ragione Petyr Baelish dovrebbe mentirmi?"
Conversazione interrotta dagli uomini dei clan delle montagne.
Qui Lannister e Stark, di fronte al pericolo comune, decidono di fidarsi gli uni degli altri. Catelyn acconsente che Tyrion venga armato, e lui finisce addirittura per salvarle la vita.
Nel corso del capitolo, da segnalare il siparietto comico fra Tyrion e Marillion, e l'emergere graduale dell'intesa fra il Lannister e Bronn.
Al termine del combattimento, Tyrion riprende il discorso della daga.
"...Qualsiasi cosa tu creda di me, lady Stark, puoi stare certa di questo: io non scommetto mai contro la mia famiglia."
Arya III.
Il capitolo in cui assistiamo alla conversazione fra Varys e Illyrio Mopatis. Anche questo è un punto sul quale si è discusso molto.
La curiosità che metterei in evidenza è il fatto che Varys non tema né i Lannister (definiti "idioti"), né Renly e né Ditocorto (di cui addirittura ammette di non conoscerne le intenzioni), ossia coloro che più sono coinvolti nei giochi di potere, negli intrighi politici, quanto piuttosto Eddard Stark, un uomo onesto.
Nella parte finale del capitolo, Yoren chiede udienza ad Eddard nel bel mezzo della notte. Pur non schierandosi, il confratello in nero cavalca duro, fin quasi ad uccidere il cavallo, pur di incontrare Ned il prima possibile. Lo fa in nome di Benjen Stark, e questo ci dice molto sul legame tra i confratelli in nero.
"...Il suo sangue è il sangue dei confratelli in nero. Lui è mio fratello come è tuo fratello. È in suo nome che sono qui..."
Quello che avrà da dire al Primo Cavaliere, in fondo, lo sappiamo già.
Sansa
Lo so che sono ripetitivo, ma non posso non rimanere basito dalla cagneria di septa Mordane che arriva a disprezzare un cavaliere della casa Stark solo perché appare poco elegante nei confronti degli altri partecipanti al torneo. Dei, grazie di averci liberato da questa arpia!
Interessante notare la reazione di Sansa alla morte di sir Hugh: l’assenza di emozioni sembrerebbe ad una prima occhiata essere un’anticipazione della “dark Sansa” che verrà a costruirsi in AFFC, ma in realtà è più un sintomo di scollegamento e astrazione dalla realtà, come quando noi in televisione vediamo le vittime dei vari drammi/guerre/terremoti senza provare nulla. La Sansa di AGOT non prova nulla di fronte alla morte perché ancora incosciente, la sansa di TWOW/ADOS non proverà nulla di fronte alla morte (si spera) perché cosciente.
Ironico poi vedere lord Tyrell elogiare la bellezza di Sansa quando in realtà si intuirà successivamente che ha altri gusti…insomma, ci siamo capiti. E pure abbastanza indicativo che dopo questo passaggio Sansa è intercettata proprio da Ditocorto, come se questo passaggio da Loras a Ditocorto fosse una metafora del passaggio dal mondo dei sogni al mondo della realtà che caratterizza la sansa di ASOS/AFFC.
Molto indicativo che Sansa dia ancora la colpa della morte di Lady ad Arya, e addirittura a sé stessa: evidentemente, la lezione non le è ancora bastata. Sarà la morte del padre a illuminarla definitivamente sui modi di cortesia dei Lannister.
Altro passaggio che illustra la potenza dei POV:
Jaime Lannister si rialzò [dopo che Robert lo ha buttato a terra] e si ripulì. “Qualsiasi cosa tu desideri, maestà”. La sua voce era fredda.
Sansa certo non può immaginarlo, ma già da qui traspare il disprezzo che Jaime nutre verso Robert, e che sarà evidente nei POV di Jaime in ASOS.
Infine, il primo incontro tra Sansa e il Mastino, il quale pronuncia una della frasi più belle di ASOIAF:
“Risparmiami i tuoi vuoti, ridicoli complimenti, ragazzina” la rimbeccò Sandor Clegane. “E risparmiami anche i tuoi ser. Io non sono un cavaliere. Io sputo su di loro e sui loro titoli. Il cavaliere è mio fratello”.
Esatto, il cavaliere è Gregor, uno dei personaggi più repellenti di ASOIAF, mentre Sandor, personaggio brutale ma molto più complesso e tormentato (come noterà anche Jaime in AFFC), è solo il cane da guardia di Joffrey. Permettetemi il paragone azzardato, ma Sandor è una versione esasperata di Mike Ehrmantraut di Breaking Bad : come lui, è cinico verso il mondo che lo circonda e la gente con cui lavora. La differenza fondamentale è che Mike ha un valore, la famiglia, mentre Sandor è a dir poco nichilista. Comunque il dialogo tra i due è interessantissimo: non è un caso che Sandor racconti proprio a Sansa una cosa che aveva taciuto con tutti, ossia il come si sia bruciato mezza faccia, come se rivedesse in lei il sé passato, ingenuo e felice prima che Gregor lo rovinasse. Interessante altresì che Sandor menzioni di aver passato le fiamme dell’inferno, cosa che anticipa un suo ruolo eventuale come pedina di Rhllor, e che sia stato proprio Rhaeghar a nominare Gregor cavaliere, cosa che aggiunge un tocco davvero drammatico e terribilmente ironico sapendo quello che avverrà dopo.
Eddard
Beve birra al mattino dopo essersi ingozzato di vino la sera prima, è troppo grasso per la sua armatura e insulta i suoi servitori, ma ha anche dei difetti. Ok, scusate per questa semicitazioni dei contenuti trash dell’Internet, ma l’immagine di re Robert in tutto il suo degrado è troppo esilarante. Nulla più di tutto questo restituisce la decadenza che ha subito Robert nel corso del suo regno, ma la sua amicizia con Ned (benché non sempre serena) rimane un punto saldo. Il bello è che lo è anche per il lettore, che non si immagina certo che prima della fine del libro entrambi i personaggi saranno sotto terra.
Andando avanti, è interessante notare una frase che pronuncia Ned:
Il tuo diritto al trono era più valido, maestà.
È interessante perché Robert ha ottenuto il trono con una ribellione, quindi in modo del tutto illegale, ma allo stesso tempo si è cercato di salvare le apparenze andando a ripescare le sue parentele con la casa Targaryen. Questo dà l’idea di quanto sia ambiguo il diritto a Westeros, e che il vero potere nasce dalla forza, e non dalla legge.
Interessante pure notare il rammarico di Robert su quanto avvenuto a Lady: si tratta di un rammarico molto umano, ma che esprime di fatto in maniera ancora più marcata la codardia di Robert, che non ha fatto nulla per chiudere la bocca a Cersei ma ora esprime pentimento su ciò che è successo. Troppo facile. Concordo invece con Robert sulla natura del “figlio” Joffrey: leggendo questo passaggio, mi è rivenuto in mente l’aneddoto su Joffrey che sventra un gatto. Questo aneddoto verrà narrato da Cersei (col POV di Tyrion) che ovviamente cerca di sminuire la faccenda, e verrà narrato ancora da Stannis (con POV di Davos) che invece ne sottolinea giustamente la natura cruenta. Ah, come vorrei che Stannis decapitasse Cersei…vabbè, sto divagando.
Poi c’è la descrizione di Gregor Clegane dal punto di vista di Ned: colpisce la natura cupa e selvaggia del personaggio, con tutta la quantità di storie ambigue che lo circondano (la morte del padre, della sorella, lo stupro di Elia…). E la scena successiva, con Gregor che uccide brutalmente il suo cavallo e cerca di uccidere Loras e Sandor, conferma tutto quanto. Comunque permettetemi di osservare che se Martin ha messo uno scontro (per quanto breve) tra i due Clegane, questa deve essere molto probabilmente un’anticipazione di un altro scontro tra i due fratelli. Il processo a Cersei ci illuminerà in proposito.
Infine, le riflessioni di Ned e il dialogo con Varys. Riguardo le prime, colpisce una frase:
La daga, la caduta di Bran e tutto il resto facevano parte di un unico disegno collegato direttamente alla morte di Jon Arryn, Ned Stark se lo sentiva nelle viscere […].
Il lettore poco esperto può pensare che Ned abbia ragione, ma arrivati in ASOS diventa ben chiaro che Martin ci ha ingannato: ognuno degli avvenimenti narrati da Ned è slegato dagli altri, e i motivi sono quasi casuali. Non ci sono complotti cervellotici e piani metafisici dietro quello che accade, come invece avviene nei libri di Tolkien ed Erikson: c’è solo la semplice e volubile volontà umana, nulla di più e nulla di meno. Sul dialogo con Varys, impossibile non notare il disagio di Ned di fronte a tutti i complotti e gli inganni che circondano il re e l’ambiguità sorniona di Varys, perfettamente a suo agio e mellifluo come non mai.
Tyrion
Interessanti le riflessioni di Tyrion sui dothraki: ovviamente non li apprezza minimamente visti i loro usi barbari, ma è ironico che forse in TWOW dovrà avere a che fare con loro. E interessante anche vedere nel flashback di Tyrion come gente fino a poco tempo prima amichevole diventi improvvisamente aggressiva di fronte alle accuse di Catelyn: l’ennesimo particolare che col senno di poi che giustifica il misantropismo nel Folletto. Bello anche vedere come Tyrion, di fronte al pericolo, faccia un rapido e razionale giudizio della situazione soppesando tutti i pro e i contro, osservando che solo due soldati Frey si erano mossi per aiutare Cat, salvo risedersi vedendo che il comandante non aveva fatto nulla. Un altro indizio di ciò che i Frey riserveranno agli Stark. Comunque il capitolo dimostra anche i limiti della stessa intelligenza di Tyrion: tutte le sue argute riflessioni si sciolgono quando si accorge che la destinazione non è affatto Grande Inverno. Ciò mostra anche che Cat non è completamente stupida, solo instabile emotivamente, anche se ho goduto quando Tyrion le dice: E tu sei profondamente stupida, Catelyn Stark.
È anche gustoso notare gli atteggiamenti di Bronn: cinico, esperto nel combattimento e molto letale. Un’altra anticipazione della futura collaborazione con Tyrion.
Arya
Bello vedere come all’inizio Martin tratteggi la profonda differenza tra Arya e i figli minori di Cersei: selvatica, sanguinante e irruenta la prima; ordinati, ingenui e fanciulleschi i secondi. Interessante anche che gli armigeri non riconoscano che Arya è una ragazza, cosa che ritornerà molte volte in ACOK e ASOS.
Mi ha colpito la descrizione del sogno che fa Arya, in cui le si perde nei meandri della Fortezza Rossa: può significare qualcosa?
Poi, la parte più bella: il dialogo udito da Arya. Lei e il lettore non lo possono sapere, ma si tratta di Varys e Illyrio, intenti a parlare delle loro macchinazioni. Una cosa non mi è mai stata chiara di questo dialogo: da come parlano, sembrano che vogliano favorire la guerra civile in modo che Daenerys, trovando un paese indebolito, possa conquistarlo più facilmente. Ma in ADWD sappiamo che Varys e Illyrio favoriscono Aegon, quindi come si spiega? Ho come l’impressione che in AGOT Martin non avesse ancora pensato ad Aegon, e lo abbia aggiunto dopo tanto per aumentare la confusione generale della trama, e questo non è un buon presentimento.
Infine, il dialogo finale tra Desmond e Arya. In un libro profondamente pro-Stark come AGOT per atmosfere e POV, il lettore è tentato di credere alle parole rassicuranti di Desmond sulla forza degli Stark. Sarà il finale a risvegliare il lettore, come una doccia fredda.
Sansa:
Uno dei migliori capitoli di Sansa o, se non altro, della sua prima versione. Le stesse modalità in cui è scritto, l'approccio utilizzato, così superficiale, così adolescenziale... così differente. Si può comprendere in modo netto che quando Martin parla della difficoltà di sfiorare menti diverse ed immagazzinarne pensieri per produrre i vari PoV, non fa della retorica, ma afferma una verità conclamata. In questo caso riesce, almeno ad ampi tratti, a riprodurre i pensieri e la mentalità di una ragazzina di tale fascia d'età. Oserei dire che l'ossatura di tale capitolo sia rappresentata principalmente dall'idea, personale e non, che Sansa sia completamente adatta agli usi e costumi del Sud, al punto da renderla una straniera esclusivamente al Nord. Lei, tra sogni e pensieri frivoli, è rapita da tali situazioni, ma il messaggio che traspare è che non sia solo una sua impressione, ma una sorta di dato di fatto. Come se fosse nata per quell'ambiente e... per nient'altro. Il modo in cui i giochi sono poi descritti è realmente singolare, non solo per la precisione e per come ogni personaggio e pettegolezzo si incastonino in essi, quanto per l'entusiasmo di sottofondo che può essere percepito attraverso la stessa Sansa, rendendo dunque il tutto fluido e coerente con la sua visione delle cose. Questa tipologia di osservazione, anche sotto emozioni diverse e più negative, sarà una costante dei PoV di Sansa nel lungo periodo, rendendoli il fulcro di Approdo e dell'intrigo in generale. Devo convenire su quanto Septa Mordane sia fuori luogo. Dall'affermazione su Jory ci si può rendere conto di come ella sia una delle principali fonti di negatività per Sansa e di come molto probabilmente una larga parte di comportamenti discutibili siano stati assimilati per sua responsabilità e non, come spesso si dice, per esclusiva responsabilità di Cat. Dubito fortemente che, per quanto legata al Sud, Catelyn avrebbe mai fatto un'affermazione colma di tanto spregio e priva di classe nei confronti di un sottoposto del marito.
Vi è poi l'episodio, molto indicativo, della morte del giovane cavaliere della Valle. Per un assunto di coerenza con la sua personalità sognatrice, Sansa dovrebbe essere molto incline alle lacrime e alla repulsione verso macabre visioni, invece, a rimarcare la coerenza dell'autore in sé, ogni sua creatura ha dentro sé stessa un alone di controversia e contraddizione, contribuendo ad un unicum di realismo e introspettiva. Nel caso specifico non credo si tratti di un sintomo riguardante un futuro sadismo della stessa Sansa, quanto il manifestarsi di una predisposizione verso una visione delle cose più completa e lontana dall'attuale. In particolare, una mancanza d'empatia generale, che invece può essere ritrovata negli altri membri della sua famiglia e nel fratello bastardo. Ella non ha un istinto al fare del bene, così come non ne ha a fare del male. E' in un certo senso pronta a svuotare sé stessa, a ritrovarsi incompatibile con certi dettami per combaciare invece con altri. E' singolare, unica. Non è positiva. Rifacendoci alle teorie della Via Negationis e a Plotino, col metodo negativo possiamo affermare ciò che Sansa non è. Di conseguenza, pur non essendo positiva, non possiamo affermare ad oggi per corrispondenza che sia invece negativa. Per ora dà l'impressione di abitare un interessantissimo limbo con molte strade da intraprendere.
Il resto del capitolo provi come, in quest'occasione, nulla sia gettato al caso e non vi siano punti di flessione. Il modo con cui Baelish si avvicini a Sansa fa pensare e mi convince ancor di più di come ella, nel suo piano, rappresenti esclusivamente una ciliegina sulla torta, un proprio capriccio, un ciò che non è potuto essere con Cat e invece sarà. Sansa è da egli vista come una sorta di dono da fare a sé stesso, un premio per aver congiurato e cospirato così bene. E tutto ciò al di là della funzione che poi lei stessa avrà nei suoi piani come erede di Winterfell. Quello che è interessante ed apre a letture più ampie è che Sansa, immediatamente, lo trovi inquietante. Una sensazione più affine al Ragno Tessitore che non all'indisturbato Petyr.
Vi è infine l'ennesima dimostrazione d'indecenza di Robert, tra fiumi di vino, arroganza e maleducazione. Mi rifiuto di soffermarmi più di tanto su quest'episodio, dato che, ironicamente, si commenta da sé.
Quanto allo scambio col Mastino e al cominciare del rapporto con esso, ne ho parlato più ampiamente qui:
https://www.labarriera.net/forum/index.php?showtopic=16698
PS. Sono convinto che Joffrey non reciti la parte del bravo principe con lei. Trovo invece che in questi momenti vengano fuori diversi disturbi della sua personalità che rendono i comportamenti in essere tutt'altro che una recita, ma una vera e propria forma di dissociazione.
Eddard:
Credo che l'obiettivo di Martin fosse quello di rappresentare in modo esplicito l'inadeguatezza di Robert come Re, ma al tempo stesso catturare simpatia e ilarità verso suddetto personaggio, proprio a causa dei modi rozzi e volgari che lo rendono inadatto al ruolo che ricopre. Il vino, come sempre, è una sua costante. E' il rifiuto liquido verso il presente che si ritrova a vivere ed è materia con cui la sua codardia diviene concreta. Ciò che di tale personaggio è pericoloso non è il lasciarsi andare, quanto la totale assenza di risposte alla corrente in cui è sospinto. Gli sta bene così. L'importante è una caraffa straripante, siano altri a indicare la direzione in cui il vento deve soffiare. Questa è la mentalità. Per il resto, anche il suo passato, non è altro che un covo di ricordi e persone idealizzate da una visione distorta e una conoscenza per niente completa. Come Eddard gli fa notare, egli ama l'idea che aveva di Lyanna e non Lyanna in sé. Trovo fuori luogo l'esternazione su Lady, ma perfettamente realistica con quello che è il comportamento umano. In una lettura più cinica, non è affatto singolare o raro che un essere umano mostri pentimento solo ai posteri, in un momento in cui esternare tale sentimento è del tutto inutile e non cancella un atto codardo, spropositato. Di meglio, il pentimento è una strada di redenzione quando l'atto negativo è compiuto, ma quello di Robert non lo vedo affatto come il compiersi di un'azione negativa, quanto il non compiersi di un'azione positiva. Poteva risparmiare a Lady quella sorte di Lady, ma ciò che egli è e la sua natura non glielo hanno permesso. Su Joffrey c'è poco da commentare, anche Robert ha le sue responsabilità, per quanto determinate inclinazioni possano essere insite in lui. Piuttosto è da notare quanto Robert sia facilmente manipolabile, perfino da personaggi che non brillano di arguzia come Ned e Barristan Selmy.
Vi è poi un quadro maggiore sul personaggio Gregor Clegane, che in tale occasione non appare come il classico mostro di forza bruta, bensì una sorta di pianificatore per la riuscita dei propri interessi, come nel caso dell'eredità. Il rapporto con Arya si mantiene stabile ed è degno di nota osservare come nonostante i lividi, Ned non giunga alla conclusione di smetterla con le lezioni, quanto solo con il cambiarle maestro, a testimonianza di volerla lasciare proseguire nella sua volontà.
L'ultimo confronto è con Varys, che ancora una volta dà prova di essere il miglior conoscitore dei segreti della Fortezza Rossa, se non altro dai tempi di Maegor. Egli, per quanto Baelish sia abile, è un passo avanti anche per questo. Credo che nell'occasione specifica l'intento sia di fomentare ancor di più la probabile guerra tra lupo e leone, ma che al tempo stesso l'eunuco non nutra particolare avversione per Ned, anzi... Io ho sempre pensato che Varys ammirasse e rispettasse Ned per il suo onore e la sua integrità morale, per quanto non lo ritenesse una cima e non avesse interesse a salvargli la vita.
Ultima considerazione, le parole di Robert:
« Tu avresti dovuto essere Re, Ned, tu oppure Jon. »
Si riferisce chiaramente a Jon Arryn, sì, ma la lettura in un altro senso è comunque strabiliante.
PS. Renly si vanta che in una scommessa contro il Folletto avrebbe vinto ancora più danaro, prova che quindi, Tyrion, non mentirà affatto nel dire che non scommette mai contro la sua famiglia. Peccato che poi tale intrigo corrisponda ad un futuro buco di trama.
Tyrion:
E' lo stesso Tyrion di sempre, almeno nella prima parte delle Cronache. Irriverenza, sarcasmo. Soprattutto un rivestimento di voluta immaturità. La situazione di costrizione è un impedimento, lo disturba, ma in un certo senso diverte il suo spirito. Anch'egli è attratto dalla controversia, dall'osservare dove portino gli intrecci, dove finirà per scorrere il sangue. Non perché ami l'alterco e l'intrigo, ma solo perché, trovandosi in essi, riscopre un'innata curiosità dentro sé stesso. E' al vaglio anche quanto le apparenze giochino un ruolo importante, come nel caso di Varys. C'è un sottile strato di non detto, secondo il quale la deformità sia per forza malvagità, un subdolo indice di qualcosa di immorale, da perseguire. E dunque Tyrion diviene un credibile indiziato, non solo per via di Ditocorto, ma anche e di molto per la base che questo non detto contribuisce a creare. C'è poi l'entrata in scena di Bronn e della sua filosofia di vita, forse la più adatta ad una società come quella di ASOIAF, almeno nei bassi ranghi. Sopravvivenza a tutti i costi, più che sano cinismo. Lo scontro che ne segue credo sia nient'altro che un espediente per donare a Catelyn una diversa lettura della situazione, in cui diversi dubbi confluiscono inesorabilmente. L'ultima frase di Tyrion è poi indubbiamente vera.
Ps. Straordinari, a mia detta, i momenti in cui Tyrion tira in ballo il padre, indipendentemente da questa situazione. Non lo fa con vanto e lo fa solo in parte per salvarsi la pelle. In realtà è sempre divertito dalle reazioni che il padre potrebbe avere dinanzi un'offesa ai Lannister.
Arya:
Ovviamente è un capitolo che, più che per Arya in sé, serve a confondere ancor più le carte e ad aggiungere altre complicazioni logiche e dilemmi. Nella prima parte c'è un accenno al travestimento, al cambio d'identità, al passare inosservati, alla diversa personalità. In poche parole un piccolo preludio al futuro che la ragazzina si ritroverà ad affrontare. E' indicativo, secondo me, che la conversazione a riguardo del complotto Targaryen venga udita proprio nella sala dei Teschi, laddove i Draghi morti osservano silenziosi. Sicuramente i meandri in questione sono stati scelti per il loro stato d'abbandono e per la poca presenza, ma il significato astratto è comunque ridondante. Interessante il passaggio sugli stivali, dove l'uomo in questione viene citato come dal passo leggero, in grado di lievitare a tratti. Sarà un marchio di Varys per tutte le Cronache, è un po' come rivelare la sua identità senza parlare. Non so se Aegon fosse nei piani di Martin sin dall'inizio, dato che nelle sue idee originali Daenerys sarebbe dovuta essere una villain, ma sono sicuro che la guerra tra Lannister e Stark sia stata solo un'occasione in più per Varys, che appunto si serve in questo momento dell'opportunità creata grazie alle macchinazioni di Ditocorto. Diciamo che l'unico passo un po' deludente riguarda la reazione di Ned al racconto di Arya. Quest'ultima gli ha citato alcune parole chiave che avrebbero dovuto solleticare all'istante la sua mente. Il modo in cui reagisce, invece, è un po' frutto di un abusato cliché, dove negli horror e nelle novelle nere c'è sempre una persona che cerca di mettere in guardia tutti gli altri ma rimane inascoltata e si ritrova a fronteggiare le stesse reazioni di scherno o di spiegazioni facili che sminuiscono quanto si appresta a dire. Ecco, forse questa è stata una piccola mancanza di creatività.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Bellissima,centrata e molto ben articolata la tua disanima del personaggio Sansa che effettivamente ha anche lei un suo meschino lato oscuro tratteggiato e suggerito ,non espressamente evidenziato.Martin sta seminando indizi sulla futura Sansa?
E' una piccola capra ignorante ed egocentrica che guarda solo al suo ombelico non curandosi,al momento degli altri
Il punto chiave del personaggio Sansa e' l'ignoranza in cui e' stata anche tenuta dalla septa e dalla madre che ha,per me,delle responsabilità precise nella costruzione di questo guscio vuoto
Non ha ovviamente al momento capacita' manipolatrici vere e,come sappiamo, ha avuto una pessima educazione che da un lato la porta ad essere compiacente e disponibile,che l' ha fortificata nella sua ipocrisia di base,dall'altro a nascondere i suoi veri pensieri,anche se in questo,essendo appunto una capra travestita da lady,non riesce a controllarsi del tutto
Effettivamente gli esempi che riporti sul suo mostrarsi in questo momento ,sono interessanti,acuti ed illuminanti in un certo senso
E' strano che lei sia,al momento ,l'unica Stark che si rifiuti di essere tale e agogni il corruttume di Approdo del re,la poverina e' tanto sprovveduta da non capire che le sue origini erano da rispettare e coltivare non da svendere per diventare una regina di carta straccia,no perché svendere se stessa,le sue origini,la sua famiglia sono tutte cose che non possono non ritorcersi contro di lei...ma lei e' molto poco intelligente...non solo per colpa sua ...le connessioni nervose vanno stimolate e pure i neuroni...
Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei miei bellissimi ed elegantissimi avatar e firma
;
« I am a wolf and I fear nobody. »
''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''
« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »
''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.
Comunque va detto che Sansa è anche uno dei personaggi che evolverà di più. Lo dimostra l'opinione che ha di Jon Snow: in AGOT lo chiama "fratellastro" solo perché così lo chiama quella bellissima persona che è la madre, in AFFC prova il forte desiderio di rivederlo. Ma già in ASOS Sansa non è più la stessa persona dell'inizio, come dimostra la diffidenza che prova verso Tyrion (che è ingiustificata, ma a Martin piace creare equivoci e malintesi)
Certamente Sansa evolverà ma credo che la sua evoluzione possa dipendere anche da situazioni contingenti ed opportunistiche del momento
Trovo nello specifico molto intrigante l'analisi di JonSnow; che ,anche tenendo conto della non banalità degli archi narrativi delineati da Martin ,
non esclude una svolta molto negativa di Sansa
Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei miei bellissimi ed elegantissimi avatar e firma
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''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''
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« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »
''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.
Sebbene con tempi lunghi e in coda ai già numerosi ed esaustivi interventi, aggiungo qualche notazione sui capitoli di Sansa e Ned. :)
“Jeyne si copriva gli occhi, ma Sansa era di una fibra ben più robusta. Una vera, grande lady sapeva come comportarsi ai tornei. La stessa septa Mordane notò la sua compostezza e annuì in segno di approvazione.”
La citazione condensa prerogative e obiettivi di Sansa, ma anche gli strumenti dei quali la ragazza si avvale per aderire al mondo favoleggiato e ingannevole di Approdo del Re.
Il nodo centrale della sua personalità, almeno agli inizi, va ricercato proprio nel desiderio vivo e pulsante di essere parte integrante di quel mondo, un mondo cui è indubbio che lei voglia appartenere a pieno titolo. Il suo sforzo d’altronde è palese e la sua forza probabilmente sta proprio in questa caparbia volontà al limite della stolidità. Soddisfazione di bisogni fasulli ed egoistici, adesione acritica all’etichetta, alle formalità di una corte di guitti, ne fanno un personaggio sostanzialmente freddo, distante, incapace di suscitare empatia tanto nel lettore quanto in chi la circonda.
Opportunismo e passività al limite dell’ambiguo sono strumenti e stratagemmi rudimentali posti in essere per far fronte alla sostanziale inadeguatezza e assenza di elementi positivi di cui dà prova.
L’inadeguatezza è tra l’altro, elemento centrale e comune di questi capitoli. Serve fedelmente la causa dello scrittore nell’illustrare la frizione tra complessità del mondo e visione parziale dei personaggi, aggrappati a concezioni fuori tempo ed a speranze irrealistiche. Ancora la loro possibilità di adattamento al contesto risulterà fondamentale nel definirne il destino.
«Dì almeno che sono stato un re migliore di Aerys e falla finita. Mai potresti mentire, Ned Stark, né per amore né per onore. Io sono ancora giovane, e adesso che tu sei al mio fianco, le cose andranno meglio. Renderemo leggendario questo regno, e che i Lannister sprofondino nei sette inferi. Sento odore di pancetta.»
Sebbene sia già stato detto tutto o quasi sul re, l'irriverente sovrapposizione regno-pancetta è stupefacente nel delineare la lievità e inconsistenza di Robert, facendo risultare paradossali sia le attese di gloria futura che la conoscenza dell’amico.
Il nucleo drammatico dell’azione viene accentuato dalla componente farsesca e greve, per cui sembra di stare nel mondo alla rovescia tipico delle commedie carnascialesche medievali.
È il gioco degli equivoci, della falsa conoscenza alimentata da presupposti ormai tramontati, venuti meno o che forse addirittura non sono mai esistiti se non nell'immaginario cavalleresco.
“Era questo il ragazzo con il quale era cresciuto. Era questo il Robert Baratheon che aveva conosciuto e amato.”
L’immagine del re guerriero e giusto cui Ned indulge e cui vuole credere con rinnovata forza si frange contro il re idiota di Varys, e obbligando ad una dolorosa e pervasiva presa di coscienza, segna un punto di non ritorno.
Il cozzare degli idealismi (Ned, Sansa) con la prammatica del regno è ormai ineluttabile.
"Vigilare non vuol dire cercare di sapere una cosa precisa. Tutto, anche l’irrilevante, può tornar buono un giorno. L’importante è sapere quello che gli altri non sanno che tu sai." U. Eco
Per un assunto di coerenza con la sua personalità sognatrice, Sansa dovrebbe essere molto incline alle lacrime e alla repulsione verso macabre visioni, invece, a rimarcare la coerenza dell'autore in sé, ogni sua creatura ha dentro sé stessa un alone di controversia e contraddizione, contribuendo ad un unicum di realismo e introspettiva. Nel caso specifico non credo si tratti di un sintomo riguardante un futuro sadismo della stessa Sansa, quanto il manifestarsi di una predisposizione verso una visione delle cose più completa e lontana dall'attuale. In particolare, una mancanza d'empatia generale, che invece può essere ritrovata negli altri membri della sua famiglia e nel fratello bastardo. Ella non ha un istinto al fare del bene, così come non ne ha a fare del male. E' in un certo senso pronta a svuotare sé stessa, a ritrovarsi incompatibile con certi dettami per combaciare invece con altri.
Sansa viene cresciuta come una piccola lady, e tutti si basano sulla cortesia che sfoggia (ma a cui è semplicemente stata educata, quindi che non le appartiene completamente e che indica solo la sua esteriorità) per giudicarla. Si basano altresì sulla sua esteriorità fisica, essendo lei una giovane di bell'aspetto; Littlefinger non si sarebbe neppure interessato a lei in mancanza della bellezza e della somiglianza con la sua vecchia fiamma.
Ci si aspetterebbe, come tu dici, che davanti alla morte di ser Hugh lei reagisse come Jeyne (è la prima volta che vede un uomo morire!), invece reagisce come uno reagirebbe al cinema o a teatro: da spettatrice. La morte di Hugh è triste perché 'non sarà cantata dai bardi', non perché è una vita spezzata in modo insensato ad un torneo.
Sull'essere spettatrice insensibile si baserà il meccanismo di difesa di Sansa di fronte agli abusi di Joffrey e di Cersei. A King's Landing, lei diverrà una facciata di bellezza e cortesia completamente vuota: sarà questo che mostrerà al mondo, e sarà questo che il mondo vedrà.
Ma lungi dal non provare nulla, Sansa prova. Infatti se scaviamo, ha un sacco di emozioni ambigue, persino negative, che una piccola lady non dovrebbe avere, che non le sono mai state insegnate da qualcuno e che al contrario della sua ''corazza da lady'' le appartengono totalmente: dall'impassibilità di fronte alla morte al desiderio egoistico di restare al Sud e di sposare Joffrey (che in AGOT travalica qualsiasi altro, Sansa va contro la volontà di suo padre fino ad essere disposta a credere che sia un traditore e che meriti la Barriera, fino ad essere disposta a sposare gioiosamente colui che lo accusa), dall'impazienza di fronte alle lacrime di una Jeyne inquietata dal macello delle guardie del Nord da parte di quelle Lannister alla semplicità con cui scaraventa la colpa su Arya per la morte di Lady, fino agli svariati sogni di vendetta contro Joffrey (immagina di buttarsi con lui giù dalle mura quando le mostra la testa di Ned, gli augura la morte e così via).
Martin la fa andare per gradi e ci illustra l'utilità di questa sua capacità di svuotarsi, di adattarsi, di essere sfuggente e ambigua, ci illustra come i suoi tempi di recupero di fronte a certe botte psicologiche siano veloci, a suo vantaggio.
Devo ancora recuperare la discussione, ma l'osservazione di JonSnow mi ha fatto venire in mente la scena della morte di Joffrey, quando Sansa si sente dire di avere un cuore delicato/gentile da lady Tanda. Ripete tra sé tali parole mettendosi a ridere ''istericamente'', colpita dal controsenso tra quello che la lady dice e quello che prova, dal momento che sta piangendo per il sollievo e la liberazione e non per compassione. Interessante dunque il contrasto tra ciò che Sansa sembra e ciò che Sansa è: anche Tyrion, con tutta la sua intelligenza e la sua capacità di inquadrare gli altri, viene ingannato dalla giovane, delicata moglie, perché di fatto ne sottovaluta l'individualità. Ritiene che Sansa, essendo bella e cortese, non possa avere pensieri violenti, negativi, ambigui. (Caratteristiche della figura femminile tipica dell'amor cortese sono bellezza cortesia compassione bontà d'animo, ovviamente è un ribaltamento del trope).
Sansa stessa pensa di essere colpevole. Mi riferisco alla scena a Nido dell'Aquila, quando pensa di non appartenere alla purezza del mondo di neve che la circonda. Eppure a fronte di egoismo e superficialità da ragazza ci sono anche compassione per Sandor e per Dontos, la volontà di essere una regina che regna con l'amore e non con la paura.
A mio avviso, Sansa ha e continuerà a rappresentare una sorta di purezza, proprio perché nulla di ciò che subisce e a cui assiste riesce mai a contaminarla fino in fondo.
Porcelain, ivory, steel.
You may dress an ironman in silks and velvets, teach him to read and write and give him books, instruct him in chivalry and courtesy and the mysteries of the Faith, but when you look into his eyes, the Sea will still be there, cold and grey and cruel.
Questa settimana arrivo allo scadere del gong. Meglio tardi che mai!
Sansa
Sansa finalmente partecipa al tanto agognato torneo in onore del primo cavaliere. Capiamo subito che vede tutti i suoi sogni realizzarsi, come è ben riassunto subito all'inizo del PoV, come ricordava già Aegon:
Vengono passati in rassegna molti dei partecipanti al torneo: risalta la diversità di Jamie rispetto alle altre guardie reali, come rileva anche Aegon; fa una delle prime sue apparizioni Beric Donadarrion (era già comparso nei PoV precedenti in realtà ma non mi ci ero soffermata), fa quasi tenerezza vedere la sua immagine attraverso la reazione di Jeyne adesso, sapendo poi cosa ne sarà di lui; fa la sua prima comparsa anche un anonimo Lothor Brune che incontreremo di nuovo più avanti.
Mi unisco al coro dei commenti precedenti riguardo al commento di Septa Mordane su Jory. Andando oltre la simpatia/antipatia per il personaggio in questione, da un punto di vista oggettivo, scavando più in profondo, ci dice tutto sull'educazione che ha ricevuto Sansa a Winterfell. Questa giovane undicenne dal carattere piuttosto accomodante e passivo, è stata plasmata ed educata secondo i dettami della Septa, che piaccia o meno, e quindi secondo gli usi del sud, non c'è da stupirsi che, a differenza di tutti gli altri Stark, si trovi a suo agio almeno in apparenza a KL.
Un'altra caratteristica che risalta di Sansa è la sua forza di carattere che diventerà vera e propria resilienza più avanti. Sansa si dimostra composta alla vista degli scontri ed anche della morte di Ser Hugh:
E' interessante vedere come ognuno di noi interpreta questa ultima reazione di Sansa in maniera diversa. Per come la vedo io, si tratta dell'inizio dell'indurimento di Sansa, indurimento volto alla sopravvivenza. Ha già pianto per il coma di Bran, che per gli Stark è stato quasi come una morte, e per la morte di Lady. Avendo conosciuto dei lutti così vicini, vedere uno sconosciuto morire per lei ha un significato minore, perché ha già conosciuto dolori più grandi.
Per inciso, difficilmente la morte di Ser Hugh è stata un caso.
Renly come Loras sono i favoriti del pubblico, mettono in piedi consapevolmente un vero e proprio show. E notevole è soprattutto Ser Loras: ad ogni vittoria omaggia una Lady con una rosa. Aegon ci ricordava la bravura di Loras, in effetti è bravo, ma non dimentichiamoci che è anche furbo, studia bene l'avversario ed è in grado di trarre vantaggio da ogni dettaglio, più o meno lecito. In confronto a lui, Sansa appare ancora molto acerba, come del resto lo sono apparsi i suoi fratelli maggiori, Robb e Jon, nei precedenti PoV. Sembra che gli Stark più pronti alla vita all'inizio del racconto siano quelli più giovani.
Il disagio dell'incontro con Petyr viene perfettamente trasmesso al lettore:
Eddard
Ned davanti al copro di Ser Hugh ed alla sua gioventù, sembra che riviva ancora una volta la perdita della sorella quando afferma che nessuno è mai pronto per la morte.
Insieme a Barristan si reca alla tenda di Robert che ha intenzione di partecipare al torneo ed anche in questo incontro la decadenza regna sovrana. Mentre Robert fa colazione con una bella birra, i suoi scudieri non riescono a fargli indossare l'armatura che è ormai troppo stretta per la sua debordante larghezza da cibo e alcol. Come dice Steve Zissou "ho avuto un momento di appannamento negli ultimi 10 anni". Ecco Robert sembra che ce lo abbia avuto negli ultimi 15-16... Finché Ned non gli fa notare che è troppo grasso per la propria armatura, Robert non se n'era accorto. Come non si era accorto di aver favorito i Lannister per i molti uffici ed onori che poteva concedere. Come non si era accorto della natura di Lyanna, nel poco tempo che ha potuto conscerla, potendola così idealizzare alla donna perfettamente rispondente al proprio carattere, riempiendo i buchi di conoscenza con le proprie aspettative.
Nel dialogo tra Robert e Ned, dai modi di Robert si può ben capire perché Joffrey abbia la natura che ha. Robert non perde occasione per affermare il suo primato su chiunque, lo abbiamo già visto in azione con la moglie, col cognato, e adesso con Ned. Dopo averlo richiamato nella tenda, gli ordina di bere con lui e di ascoltarlo perché in quanto re, la sua persona ha maggiore valore di tutte le altre.
Si scusa con Ned per aver ordinato l'uccisione di Lady, ma sembrano scuse di circostanza. Robert, come Renly, ha un grosso problema, vuole piacere a tutti, quindi se ha lasciato che Lady fosse condannata a morte per compiacere la moglie, adesso, lontano dagli occhi della moglie, si scusa con Ned per l'accaduto nel tentativo di compiacere anche l'amico. E rivelando la propria codardia e/o il proprio orgoglio nel non potere ammettere pubblicamente la menzogna del figlio ed erede. Ma la cosa più inquietante è questa:
Per la risoluzione dell'assassinio di Jon Arryn, però Varys sta con Ditocorto, fa intendere a Ned che Ser Hugh sia stato la mano dietro l'avvelenamento di Jon da parte dei Lannister. Dimostra quindi di trarre profitto dall'inimicizia tra Lannister e Stark e di volerla fomentare, anche se poi più avanti Illyrio gli chiederà di frenare la faida.
Più tardi proseguo con gli altri 2 capitoli.
"And now at last it comes. You will give me the Ring freely! In place of the Dark Lord you will set up a Queen. And I shall not be dark, but beautiful and terrible as the Morning and the Night! Fair as the Sea and the Sun and the Snow upon the Mountain! Dreadful as the Storm and the Lightning! Stronger than the foundations of the earth. All shall love me and despair!”
She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.
“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”
***
"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor.
Tyrion
Tyrion riconosce l'intelligenza della mossa fatta da Cat alla locanda, una volta scoperta, ma scopriamo anche che dei molti bannermen dei Tully presenti alla locanda pochi rispondono al suo appello (anche se sufficienti in quel caso). E nota che del gruppo Frey prima si alzano 2 soldati, ma non essendo seguiti dal capitano ci ripensano subito e tornano seduti. Come dice Aeron, è un indizio di quello che sono i Frey (oltre al precedente late Walder) e di quello che ci riserveranno in futuro. Infatti, lo stesso Tyrion pensa:
Arya
Ho trovato molto divertente il racconto che viene fatto del vecchio gatto nero, Balerion, quello che fu il gatto di Rhaenys:
"And now at last it comes. You will give me the Ring freely! In place of the Dark Lord you will set up a Queen. And I shall not be dark, but beautiful and terrible as the Morning and the Night! Fair as the Sea and the Sun and the Snow upon the Mountain! Dreadful as the Storm and the Lightning! Stronger than the foundations of the earth. All shall love me and despair!”
She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.
“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”
***
"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor.
Eddard:
Assolutamente impossibile non prendere le parti di Ned nel capitolo in questione. Mai come in quest'occasione emerge in maniera così netta l'integrità morale che lo contraddistingue. Tale integrità si manifesta dinanzi a chi, per contro, ne è privo. I comportamenti disgustosi sono molteplici e, per quanto non nutra simpatia per lui, non fanno certamente capo esclusivamente a Robert. Le azioni di un uomo spregevole non sono mai sua esclusiva responsabilità, vanno sempre condivise con chi le ha assecondate o si è semplicemente esonerato dal fare qualcosa per fermarle. In chiave biblica verrebbe considerato un peccato d'omissione, per così dire. Nell'occasione specifica è una codardia di gruppo ad aleggiare sulla discussione e sui vari interlocutori, di pari passo con una mancanza di dignità a dir poco ignobile. In altre parole ci si ritrova innanzi a coscienze dormienti o presunte tali, non in grado di esaminare sé stesse, o meglio dire, non in grado di approfondire sé stesse. E' come se il sistema decisionale operato fosse partorito da un mero riflesso condizionato e da nient'altro. Una modalità con cui fare le proprie scelte che è anche al di sotto dell'agire per istinto. Tale meccanismo si unisce poi allo spirito di conservazione, all'egoistico desiderio di preservare il proprio status quo e, in favore di ciò, sacrificare ogni altra cosa, anche se ciò significhi compiere un'atrocità. Questo è ciò che accade, pur con lievi e differenti sfumature, a Renly, a Varys, a Littlefinger; dalle labbra dello stesso Pycelle, che confronta la morte del singolo individuo con una morte di massa, parte inoltre la flebile scintilla di un dilemma morale, ma esso nasce più come una giustificazione indiretta e implicita delle proprie barbarie che non come una riflessione di scopo. E' l'animo corrotto, egoista, lascivo, perfettamente individuale che Martin presenta nel capitolo. E' la visione nichilista dell'umanità che, di tanto in tanto, fa capolino e ricorda di essere una delle basi principali dell'opera in questione. Per lo stesso Robert, poi, le riflessioni non sono molto differenti. Anch'egli cerca di compiere un tentativo, pur più aggressivo, di preservare il proprio status quo. Egli, per quanto ossessionato dai Targaryen, non è in vero molto toccato dall'idea di perdere la corona, quanto di non poter più essere protagonista di gozzovigli e comodità che sorreggono e compongono su larga scala la sua esistenza, abitudini e lussurie di cui è schiavo e in cui è solito crogiolarsi per un'eterna fase di negazione esistenziale. Basti notare quanto egli dipenda da una caraffa piena e quanto, nel cap, si senta spaesato e vulnerabile riscoprendola vuota. Al di là dell'aspetto psicologico e morale del capitolo, concentrandosi ora maggiormente sui discorsi in essere, è interessante notare come Viserys non sia poi preso molto in considerazione neanche in Occidente. Pur essendo per linea Targaryen ufficiale il Re, tutti loro si preoccupano dell'erede di Daenerys, come se questi fosse già asceso al ruolo dello zio. Inoltre sono controverse e ambigue le posizioni di Varys, se si considera fAegon.
Vi sono infine i sensi di colpa sul lasciare Robert a sé stesso, a cui Ned, per quanto sia spudoratamente nella ragione, fatica a sottrarsi. Un processo a cui ogni persona perbene e con una coscienza totalmente viva e funzionante non può sfuggire.
Catelyn:
Come da routine il PoV di Cat è utilizzato anche per mostrare e spiegare nel dettaglio gli usi e costumi dei vari regni, in questo caso la Valle. Ella è sovrastata dai dubbi, dalle incertezze ma soprattutto dalle sensazioni. Come dicevo precedentemente, questa sua peculiarità sensoriale, di presagio, di presentimento, la rende unica nel suo genere. E' un tratto che, oltre a contraddistinguerla, guiderà perennemente il suo percorso fino al suo naturale esaurimento. Catelyn ha inoltre la capacità di ragionare sul suo istinto, di lasciarsi a qualche considerazione nonostante gli impulsi e nonostante non si esuli spesso dal seguirli. In un certo senso, per quanto il raziocinio le dica molto e le fornisca una versione differente, Catelyn sta già, a questo punto, avvertendo dentro di sé sensazioni positive verso Tyrion, per quanto non lo realizzi nell'immediato e non lo ammetta ancora completamente a sé stessa. Per il resto quella della Valle è per lei una scalata reale e metaforica al tempo stesso. Una Catelyn determinata, disposta a tutto, che in vero sfida i suoi limiti e diviene un'emula di Sisifo, per atto diretto e indiretto. Spunta poi per la prima volta il leggendario Pesce Nero, anche se nell'occasione non possiamo ammirare i migliori aspetti del suo mito, dato che si limita ad un comportamento da patriarca rassicurante. Credo sia anche giusto così e narrativamente coerente, visto che il focus è basato su Lysa e sul suo presunto cambiamento. Il passaggio con Mya Stone, oltre a portarla in cima, mette in risalto l'umanità di Cat, il ricordo di Jon Snow e quanto, nonostante il rancore, abbia coscienza di vergognarsi per i propri sentimenti negativi e, soprattutto, di rendersi conto, implicitamente, di quanto ingiustificato sia il suo odio. C'è poi l'incontro finale con Lysa, il cui cambio di personalità ha la funzione di presentarla come un soggetto paranoico oltre ogni misura e storpiato introspettivamente dagli eventi di cui è stata protagonista, rendendola quindi una carta ambigua ai fini narrativi, una variante capace di tutto.
ps. Come sempre va sottolineata l'ironia di Tyrion, quanto tagliente e pronto egli sia. E perché no, anche una certa superficialità che non lo danneggia molto.
Eddard:
Uno spartiacque in tutti i sensi. Stanchezza, riflessioni sempre più amareggiate. Si può avvertire quanto Ned sia allo stremo e, a proposito di stremo, quanto Littlefinger provi gusto a farsi beffe di lui. E' un comportamento che nel corso dei capitoli diviene sempre più marcato, sino a mutarsi in qualcosa di ripetitivo, consueto, ma soprattutto pedante. Egli non riesce a farne a meno, è divertito dalle reazioni di Ned e, rendendosi conto di non riuscire a scatenare una reazione definitiva in lui, di tanto in tanto alza l'asticella, osando sempre di più. E' probabile sia in parte per Cat e in parte per l'istinto vendicativo insito in lui, che lo porta a ridicolizzare il sistema di cui fa parte. Non credo infatti Petyr sia veramente sguaiato e sboccato, la sua è una provocazione, una sorta di direzione opposta da mostrare a Ned e ad alti Lord come lui, come se dovesse significare che non contano poi così tanto, nonostante l'apparenza sia tutto. Nel confronto abbiamo il peggio di Jaime e siamo, a questo punto, ancora ignari della sua ambiguità e degli aspetti controversi che lo caratterizzano. Egli accetta di fare questa mascherata, di rendersi davvero ciò che la gente e la società affermano che egli sia. Jaime non fa altro che assurgere al ruolo attribuitogli e si comporta di conseguenza. Tuttavia è l'amore per il proprio fratello ad innescare un simile comportamento e a fargli perdere il senno. Ed è per questo motivo che cede alla propria impulsività, finendo col dare l'ordine. Un altro segno che, per quanta luce repressa abbia dentro di sé, non è privo di larghe e oscure macchie.
Ovviamente il capitolo regala anche ulteriori basi ed elucubrazioni sulla base di R+L=J. Il fatto che Rhaegar e Lyanna ritornino come un mantra dimostra poi che la questione ha un'importanza di livello assoluto e pertanto vada ricordata al lettore in vari modi, con continuità.
Resto poi convinto che, almeno in parte, Ned sia soggetto ad una sorta di negazione che gli compromette una totale coscienza della realtà quando si tratta di Robert. Egli è solito riflettere sul Robert che conosceva, ma il Robert che conosceva ha sempre avuto comportamenti discutibili, per nulla differenti da quelli di oggi, che magari sono solo più esasperati. Robert è sempre stato Combattere, Bere, Scopare. Ed ha sempre voltato la faccia, non condannando l'omicidio di bambini.
Ps. Stannis, Unico Vero Re, ha tutte le ragioni del mondo per essere così com'è e per essere pieno di astio verso Robert e i suoi accoliti.
Daenerys:
Il capitolo, al di là dell'approfondimento sugli usi e costumi Dothraki, ha il compito, più di ogni altra cosa, di consolidare un lento ma sempre più evidente cambio di mano e consapevolezza, da Viserys a Daenerys. In poche parole viene fatto intendere a chiare lettere ciò che in parte era già chiaro, ossia che sarà proprio in lei che riscopriremo la vera guida della rivoluzione/vendetta/conquista Targaryen. Il cap in sé non mi entusiasma, sia perché non sono coinvolto dai Dothraki, sia perché i capitoli di Daenerys tendono ad avere un certo alone avventuriero che mi risulta forzato e poco naturale. La protagonista che, scampata agli abusi e persa tra mille mondi variopinti tutti da scoprire, è affascinata ed estasiata dalle meraviglie che incontra e di cui è testimone. Mondi e meraviglie che la forgeranno, che rispetterà, che contribuiranno alla sua crescita. Magari coerente ma... Forzato. Jorah mette poi in mostra, ancora, la propria inadeguatezza. Come dicevo precedentemente, Viserys è un folle autore di violenti atti da condannare, ma egli non è nella posizione di giudicarlo. E tanto più c'è bisogno di comportarsi con maggior dignità verso situazioni sensibili. Fa lo stesso, in sintesi, quando si lamenta di Ned Stark. Non mi sono mai sentito ''umanamente'' vicino a Jorah, che è incapace di avere una propria individualità e non vivere di riflesso.
Sia Daenerys che Viserys non brillano di logica e perspicacia in quest'occasione. Lei cerca un riavvicinamento, ma è un tentativo che compie tralasciando quasi completamente quanto accaduto, come se Viserys non avesse mai avuto quella frusta attorno al collo. In un certo senso è anche stupita dalla sua reazione, ma cosa aspettarsi dopo aver umiliato un soggetto già disturbato di per sé, giorni addietro? E' ovvio che le reazioni non siano concilianti. Viserys invece non ha la minima empatia o lettura dell'atto, non coglie l'affetto comunque presente nella sorella ed è sempre più folle e violento, nonostante la situazione richiederebbe ben altri comportamenti, sia sotto il profilo umano che logico. Diciamo che è ormai una larva preda della propria pazzia, incapace d'altro, incapace d'avanzare, incapace di tutto.
Infine la scena con le uova di Drago e con Rhaego, che simboleggia il definitivo distacco da Viserys e una totale consapevolezza di ciò che va fatto e cioè prendere le redini.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Anche questa settimana parte 1 e parte 2. Ecco la 1:
Eddard
Il capitolo si apre sulla sfuriata di Robert in seguito alla notizia della gravidanza di Dany. Il primo concilio a cui lo vediamo partecipare e ci rendiamo conto che forse non partecipare fosse la scelta più saggia. Ormai vediamo un Robert in preda alla follia ogni volta che l'ombra dei Targaryen si allunga su di lui:
“The whore is pregnant!” The king’s fist slammed down on the council table loud as a thunderclap. “I warned you this would happen, Ned. Back in the barrowlands, I warned you, but you did not care to hear it. Well, you’ll hear it now. I want them dead, mother and child both, and that fool Viserys as well. Is that plain enough for you? I want them dead.”
“But if it is a boy?” Robert insisted. “If he lives?”
“Robert, I ask you, what did we rise against Aerys Targaryen for, if not to put an end to the murder of children?” “To put an end to Targaryens!” the king growled.
Questo capitolo forse è l’unico caso in cui non sono d’accordissimo con JonSnow. Non vedo l’agire del Concilio Ristretto come una codardia di gruppo, piuttosto come uno sfruttare il posizionamento di Robert per fare i propri interessi. Non vedo tanto codardia quanto conservazione e utilitarismo. Per svariate ragioni a quasi tutti i presenti (eccetto Ned e Barristan) fa comodo conservare Robert al potere e quindi per mantenere lo status quo ritengono accettabile pianificare l’omicidio di Dany incinta e del fratello. Del resto, Tywin, per provare la sua fedeltà dell’ultimo minuto ed ovviare a rivendicazioni future, fece sterminare la famiglia di Rhaegar non molti anni prima.
E’ molto interessante il ruolo di Varys: molto propositivo per poter poi controllare ciò che accadrà ad est: è lui a rivelare la notizia della gravidanza di Dany e poi a suggerire di avvelenarla.
Colpisce anche ciò che dice riguardo al bene del reame:
Yet we who presume to rule must do vile things for the good of the realm, howevermuch it pains us.
Quando finalmente Ned si allontana dalla sala del concilio, il suo pensiero va a Rhaegar:
Always? Suddenly, uncomfortably, he found himself recalling Rhaegar Targaryen. Fifteen years dead, yet Robert hates him as much as ever. It was a disturbing notion . . .
Pensando a questo e al diffondersi della notizia del rapimento di Tyrion, Ned cerca subito di organizzare la propria uscita di scena:
“It might be safest if I went on ahead,” he told Poole. “I will take my daughters and a few guardsmen. The rest of you can follow when you are ready. Inform Jory, but tell no one else, and do nothing until the girls and I have gone. The castle is full of eyes and ears, and I would rather my plans were not known.”
Ned è combattuto tra il desiderio di tornare a casa, a Winterfell, e l'arrabbiatura di dover lasciare il reame in mano a Robert e ai suoi inadatti consiglieri e non poter scoprire l'assassino di Jon. Per quanto, spesso sia considerato poco assennato nella pianificazione, vediamo che organizza puntigliosamente il suo ritorno. Capisce benissimo che la cosa migliore da fare per lui e le ragazze sia tornare a Winterfell: via mare, per poter incontrare Stannis e almeno scoprire la verità sulla morte di Jon. Ma anche su questo è combattuto: a che scopo scoprire il segreto della morte di Jon se poi questo segreto avrebbe dovuto tenerselo per sé (come quello che si porta dentro da una quindicina di anni)...
And when you have it, what then? Some secrets are safer kept hidden. Some secrets are too dangerous to share, even with those you love and trust.
Si chiede se anche Tyrion abbia cercato di uccidere Bran per qualche segreto. E finalmente si interroga sul suo caro amico, Robert. Su quanto sia cambiato in questi anni, quasi quanto sia irriconoscibile, ricordano le parole di Cat:
You knew the man, she had said. The king is a stranger to you.
Il PoV si chiude con l'incontro con Petyr. Interessante che cerchi di capire se Ned si tratterrà o meno e che poi lo tenti a restare ancora un po' per andare a visitare il bordello di cui era alla ricerca. Sarà una coincidenza? Ovviamente no.
Catelyn
Come abbiamo già iniziato a vedere i segni dell'indurimento di Sansa al torneo, li vediamo in maniera decisamente più evidente in Cat. Come avevamo detto, parte della poca empatia di Sansa verso Ser Hugh al torneo può essere data anche dall'astrazione. Questa attenuante non è presente in Cat. Cat perde 6 uomini per arrivare all'ingresso della Valle, ma non riesce a dispiacersene, anzi quegli uomini sono già solo un pallido ricordo quasi svanito:
Sometimes she felt as though her heart had turned to stone; six brave men had died to bring her this far, and she could not even find it in her to weep for them. Even their names were fading.
Cat si accorge anche che in seguito alla morte del mercenario, Tyrion e Bronn si sono avvicinati. Inizia ad avere dei dubbi sulla colpevolezza di Tyrion, ma cerca di scacciarli perché ormai ha già sacrificato 6 uomini a questa causa.
I dubbi su Marillion che avevo già espresso in precedenza continuano ad essere alimentati:
“My lady,” Marillion said, riding forward. “I beg you allow me to accompany you to the Eyrie, to see the end of the tale as I saw its beginnings.” The boy sounded haggard, yet strangely determined; he had a fevered shine to his eyes. Catelyn had never asked the singer to ride with them; that choice he had made himself,
and how he had come to survive the journey when so many braver men lay dead and unburied behind them, she could never say. Yet here he was, with a scruff of beard that made him look almost a man. Perhaps she owed him something for having come this far. “Very well,” she told him.
Il bardo è stato la causa per cui Tyrion ha riconosciuto Cat alla locanda e ha voluto fortemente seguirli. Nonostante fosse uscito abbastanza bastonato dallo scontro coi clan e con le dita della mano con cui suona rotte, continua ad insistere nel voler raggiungere Nido dell'Aquila. Continuo a pensare che sia una spia di qualcuno di KL.
Il Pesce Nero si fa da portavoce della situazione della Valle: la zona è molto risentita con la corona per aver tolto agli Arryin il titolo di Guardiano dell'Est ed averlo assegnato a Jaime in seguito alla morte di Jon Arryn; i lord sono anche preoccupati dell'erede e della sua inadeguatezza.
Attraverso le sue parole, ci iniziamo a rendere conto che il ricordo che Cat ha della sorella non sia più corrispondente a ciò che ella è adesso, un po' come succede a Ned con Robert. Significative sono anche le sue parole (col senno di poi), non appena viene a sapere che Lysa ha ordinato a cat una scalata notturna per raggiungere Nido dell'Aquila:
"And now at last it comes. You will give me the Ring freely! In place of the Dark Lord you will set up a Queen. And I shall not be dark, but beautiful and terrible as the Morning and the Night! Fair as the Sea and the Sun and the Snow upon the Mountain! Dreadful as the Storm and the Lightning! Stronger than the foundations of the earth. All shall love me and despair!”
She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.
“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”
***
"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor.
Eddard
Fa impressione vedere un Robert così codardo e avvelenato, che vuole far uccidere una ragazzina incinta e ha pure l’indecenza di pensare che il veleno è un’arma da codardi. È lo stesso Robert che voleva i figli di Rhaeghar morti ma non voleva essere quello con il sangue sulle mani (in questo senso Tywin e Gregor Clegane sono stati utili capri espiatori). Tuttavia questo fa a pugni con l’immagine di Robert che manda il suo maestro guaritore da ser Barristan, che fino a prima della Battaglia del Tridente era un suo nemico, conferma che il personaggio di Robert in fondo è più complesso di quanto pensiamo. A proposito, avete notato il particolare di Roose Bolton che propone di uccidere Barristan? Straordinario come Martin abbia reso inquietante il personaggio di Roose già a partire da un dettaglio apparentemente inutile come questo. Riguardo al resto, il viscidume del concilio ristretto, con l’eccezione di Barristan, è palese. Tutti mentono: Renly pensa già a come mandare avanti i suoi piani con i Tyrell, Varys ha i suoi supercomplotti da portare avanti, Ditocorto pensa agli affari suoi e Pycelle pensa solo a servire i Lannister. Il povero Ned non può che rimanere da solo, a riconferma che l’onore a Westeros conta relativamente e solo una giustizia di fuoco e spada come quella di Stannis può far piazza pulita di tutto il lerciume.
Ah, il particolare di Robert che lancia la caraffa di vino contro il muro mi ha ricordato troppo il tormentone del VINOH!, me lo immaginavo già a urlare con la voce italiana di Stefano De Sando.
Straziante anche vedere come Ned pensi con nostalgia a Grande Inverno: il Sud non è il suo posto, non lo è mai stato, ma almeno ha abbastanza sale in zucca da rendersene conto. Purtroppo l’onore si dimostrerà un cappio troppo stretto per il suo collo.
Infine, l’ennesimo dialogo tra Ditocorto e Ned, con il primo che non si stanca mai a punzecchiare il secondo. Una frase mi ha colpito:
Tu eserciti il tuo potere come qualcuno che balla su una crosta di ghiaccio marcio. Ti garantisco che farai un bello spruzzo quando quel ghiaccio andrà in pezzi sotto i tuoi piedi.
Un’altra anticipazione del disastro finale che riguarderà Ned.
Catelyn
A volte Catelyn Stark cominciava a credere che il suo cuore fosse diventato di pietra. In realtà, Cat non ha ancora idea del dolore che dovrà ancora provare, e di come questo dolore la deformerà talmente tanto da farla diventare l’incarnazione dell’odio. In ogni caso, cose che ci riserverà TWOW. Comunque, il viaggio su per le montagne fino al Nido dell’Aquila si conferma esser stata un’idea folle, il che per certi aspetti pone sullo stesso piano Cat e Lysa, anche se su livelli di pazzia diversi.
Bella l’introduzione di Brynden Tully: personaggio duro, pratico, sveglio, ma anche gentile e affettuoso se serve, un vero pilastro della famiglia Tully. Spero vivamente che in TWOW riemerga dalle ombre in cui è finito e ci regali qualche bel passaggio.
Il capitolo merita anche di essere ricordato per una delle citazioni di Tyrion più belle:
“Mio fratello è indubbiamente arrogante” concesse Tyrion. “Mio padre è l’essenza dell’avidità e la mia dolce sorellina Cersei desidera il potere più dell’aria che respira. Io tuttavia rimango innocente come un agnellino”. Fece una smorfia. “Vuoi che ti faccia un belato, lady Stark?”.
Mi diverte troppo immaginare Tyrion con la stupenda e strafottente voce italiana di Gaetano Varcasia (il doppiatore di Tyrion fino a GOT 4, per chi non lo sapesse) che dice questa frase. Se non si fosse rovinato in ADWD Tyrion sarebbe ancora nella mia top five.
Proseguendo, riemerge ancora il falso orgoglio di Catelyn. Quando Mya Stone le fa presente che la scalata è pericolosa, lei risponde così:
“Io sono una Tully e ho sposato uno Stark” dichiarò Catelyn. “Non mi spavento facilmente”.
Peccato che durante la scalata finirà nel panico più buio…vabbè, lasciamo perdere, ormai avete capito che Catelyn mi sta antipatica.
Infine, la presentazione di Lysa e Robert Arryn. Non c’è molto da dire, mi sono diventati anticipatici fin da subito, anche se forse Robertino può darci qualche sorpresa. In particolare Lysa mi è parsa fin da subito una psicopatica, incapace di controllare le sue emozioni. I capitoli in ASOS purtroppo confermeranno questa impressione.
Eddard
Concordo completamente con JonSnow sull’atmosfera che si respira in questo breve ma intenso capitolo. Ned è stanco, allo stremo, con pensieri sempre più cupi e con il ritorno nella mente di vecchi segreti che noi conosciamo bene: il passaggio sulla pioggia calda come sangue e implacabile come antiche colpe non può non far tornare alla mente il promettimi di Lyanna. Sempre di Lyanna è un’altra delle citazioni più significative di ASOIAF:
“L’amore è una cosa dolce, caro fratello” aveva risposto Lyanna “ma non può cambiare la natura di un uomo”.
Ancora, Ned ricorda le promesse fatte sempre a Lyanna e il prezzo pagato per mantenerle. È veramente irritante che Martin, attraverso il pensieri di Ned, ci faccia subodorare il mistero che circonda le ultime parole di Lyanna senza svelarcelo mai chiaramente, e posticipando la risposta agli ultimi due libri, ma se c’è un motivo che ha reso famosa la saga di ASOIAF è proprio questo cocktail di mistero, magia e azione.
Ancora, un’altra citazione storica di ASOIAF:
Per la prima volta dopo anni e anni, gli tornò in mente Rhaegar Targaryen. Chissà se anche Rhaegar frequentava i bordelli. Per una qualche ragione, non lo credeva possibile.
Frase che vorrebbe illustrarci tutta la differenza in termini di statura morale tra Rhaegar e Robert, anche se io, nonostante tutto, continuo a preferire il secondo, o più precisamente, la versione giovane del secondo. Comunque, citando un commetto letto su Facebook, è giusto dire che tra Rhaegar e Robert non ha vinto il migliore: il migliore era Stannis.
Infine, lo scontro tra Ned e Jaime: questo può essere considerato a tutti gli effetti l’inizio ufficiale della guerra tra Stark e Lannister. Dal POV di Ned continuiamo a farci un’idea malsana e nera di Jaime, senza capirne le sue motivazioni. È indubbio che Jaime in questo frangente abbia peccato di impulsività, ma questo è molto in linea con il suo carattere iniziale: forse il Jaime di AFFC/ADWD non avrebbe mai pensato di attaccare l’ex Primo Cavaliere del Re con spada in pugno. Comunque, l’evento è la mazzata finale al povero Ned, che è costretto a veder morire molti suoi uomini venendo ferito a sua volta.
Daenerys
C’erano volute molte implorazioni, più tutti i giochetti erotici con il cuscino che Doreah le aveva insegnato […] Perdonatemi, ma mi chiedo proprio di quali giochetti Dany stia parlando…vabbè, lasciamo perdere, ho preso troppo dai personaggi di Robert e Tyrion.
Nel POV di Dany, riusciamo a cogliere la potenza dell’orda dothraki, con tutti i tesori rubati alle varie civiltà che sembrano guardare Dany con malevolenza: in particolare, le statue deformi provenienti da Asshai confermano l’impressione che Asshai sia una specie di buco nero di cui non si sa nulla, e in cui accadono cose indicibili. Continua Martin a parlarci di questo luogo misterioso, e considerando che Melisandre proviene da lì, mi chiedo se ne sapremo ancora.
Comunque l’immagine di Viserys è sempre più assurda e patetica: non capisce nulla di ciò che avviene intorno a lui, continua a giocare col fuoco senza considerare che i dothraki sono a dir poco suscettibili e spera irrazionalmente che Khal Drogo manterrà la sua parola. Insomma, un’idiota completo, vero rappresentante della follia Targaryen.
Interessante il dialogo tra Jorah e Dany sulla forza militare dell’orda dothraki, e sulla possibilità che abbiano di conquistare Westeros. Ricordo che in questo forum se n’era parlato a lungo, e le opinioni sono discordanti. L’opinione di Jorah comunque mi sembra abbastanza chiara: i dothraki possono vincere in campo aperto, ma non in un assedio, un po’ come i barbari che combattevano contro i romani nelle lande del Nord. Il dialogo tra Jorah e Dany fra l’altro riporta alla luce la vecchia ferita di Jorah, ossia il crimine di aver venduto dei bracconieri ai mercanti di schiavi: ovviamente Jorah non riesce a capire come mai Ned si sia impuntato a incriminare Jorah, ma il lettore lo capisce fin troppo bene. Jorah è colpevole, sembra ombra di dubbio, e merita l’esilio.
La profezia delle anziane dothraki sembra interessante: essa profetizza che un giorno tutti i khalasar si riuniranno nella stessa città. Sarà forse Dany a riunirli? E li condurrà forse in guerra per riprendersi il trono? Saranno TWOW e ADOS a dircelo. Io comunque credo che le cose non saranno così facili per Dany: per quanto sia la beniamina di Martin insieme a Jon e Tyrion, non credo che la sua conquista di Westeros sarà rapida e facile. Poi GOT è una tutta un’altra storia.
Interessante la riflessione che fa Dany sui cavalieri della Guardia Reale che hanno tradito suo padre: considerando che Jaime ha ucciso Aerys e Barristan è passato dall’altra parte, le sembrano tutti falsi, e ha già in mente come sostituirli con cavalieri di sangue. Inutile dire che Dany non ha idea delle motivazioni di Jaime e Barristan, che saranno chiare in ASOS.
Infine, la lite finale tra Dany e Viserys: diventa sempre più chiaro di come la prima maturi sempre di più, a contatto con Khal Drogo, e non abbia più paura dello scellerato fratello che non conosce decenza. Dopo il litigio Dany, come a riprendere forza, prende in mano un uovo di drago (quello di Viserion se non sbaglio): sarà pure una khaleesi, ma Dany è pur sempre sangue di drago, e le uova stanno lì a ricordarcelo.