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ADWD - Progetto Rilettura ASOIAF
A di Albert Stark
creato il 25 marzo 2015

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thedoor
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thedoor
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Inviato il 04 maggio 2017 19:44

Arya II

 

- “L’inverno sta arrivando.” Rispose Arya in un soffio.

- “Tempi aspri, crudeli.” Assentì suo padre. “Ne abbiamo avuto un assaggio sul Tridente […]”

 

Ned ha la certezza che il futuro sarà gravido di eventi nefasti. D’altronde il suo arco narrativo è segnato dal crescendo di riflessioni personali sul destino. E le sue dichiarazioni hanno sempre un valore confermativo, cioè non esprimono dubbio. Ned poi, contrariamente a Cat, non è superstizioso, ma razionale e difficilmente suggestionabile, per cui la sua visione lucida e disincantata è di grande impatto.

 

 

- “Ma ora l’inverno sta veramente arrivando. Ricorda il sigillo della nostra casa Arya.”

- “Il meta-lupo.”

 

La menzione del sigillo è altrettanto suggestiva, ed il suo potere evocativo è dannatamente forte.

Nondimeno si tratta di un monito. Ricorda chi sei.

Seppure la parabola sui lupi e sulla necessità di restare in branco apra ad altre considerazioni, mi sembra chiaro che il tema dell’identità sia centrale soprattutto se pensiamo al destino di Arya, o a Sansa stessa. In tal senso la perdita di Lady è una vera e propria perdita del branco e della propria genia, con tutto ciò che questo comporta.

 

Tra l'altro il discorso del branco torna più avanti in un sogno di lupo di Jon. ;)

Modificato il 05 July 2024 17:07

"Vigilare non vuol dire cercare di sapere una cosa precisa. Tutto, anche l’irrilevante, può tornar buono un giorno. L’importante è sapere quello che gli altri non sanno che tu sai." U. Eco

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Lyra Stark
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Lyra Stark
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Inviato il 04 maggio 2017 23:18

Uno dei passaggi più belli di AGOT e uno dei più belli per Ned. Nonostante parli con razionalità di una minaccia incombente, Ned ha la capacità di riuscire comunque a trasmettere solidità, affetto e un certo senso di protezione. Proprio l'idea di un padre, direi.


E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.

 

A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.

 

When the snows fall and the white winds blow,

the lone wolf dies, but the pack survives

 

Stark è grigio e Greyjoy è nero

Ma sembra che il vento sia in entrambi

 
 
What do they say of Robb Stark in the North?
They call him The Young Wolf
They say he can't be killed...
 
A thousand years before the Conquest, a promise was made, and oaths were sworn in the Wolf's Den before the old gods and the new. When we were sore beset and friendless, hounded from our homes and in peril of our lives, the wolves took us in and nourished us and protected us against our enemies. The city is built upon the land they gave us. In return we swore that we should always be their men. Stark men!

 

 
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JonSnow;
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JonSnow;
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Inviato il 05 maggio 2017 17:10

Tyrion III:

I primi PoV di Tyrion non hanno mai deluso per la capacità di presentazione così ambivalente che li accompagna. Si può essere coinvolti dai bivacchi e dall'apparente superficialità del soggetto in questione, abbracciare l'ilarità che la sua ironia, inevitabilmente, scatena... Ma al tempo stesso si ha l'occasione di storcere il naso, di irritarsi, di sopirsi nella conta dei suoi difetti. Tyrion è come sempre irriverente, ironico, pungente, ma è anche in grado di peccare di superficialità, di apparente superbia. In realtà al di sotto di tale coltre vi è una grande mancanza di preparazione, una sfida continua nel rapporto con ciò che è angosciante. Per cui è meglio essere garanti di filosofie libertine, protagonisti del frivolo, del gozzoviglio, piuttosto che essere toccati anche di striscio da qualcosa che, irrimediabilmente, andrebbe ad intaccare il proprio spirito di vita, il proprio brio, finendo con lo spegnerlo del tutto. Ed è da qui che nasce lo scherno nei confronti di minacce magiche, esoterismi, pericoli che solo l'ombra sa portare con sé. Non solo la solita paura insita nell'essere umano, quanto una grande forma di repulsione, un terrore puro verso la tristezza, verso ciò che è nefasto. Dinanzi alla malinconia, all'inquietudine, alla preoccupazione, all'angoscia... Tyrion rifugge. Sono stati d'animo che teme, verso cui si sente impreparato a tal punto da trincerarsi dietro comportamenti estremamente leggeri. E questa non è una critica, ma una semplice osservazione, perché è proprio grazie ad aspetti simili, così umani e tangibili che egli, come altri, risalta.

Si scorge poi Maestro Aemon e la grandezza di un dettame assai antico: il parlare al momento opportuno, con le parole opportune. E' probabile che l'estrema saggezza del Maestro in questione sia stata in grado di dissipare la nebbia della superficialità del folletto, lasciandogli dare un'occhiata più approfondita. Una dimostrazione di intelligenza e percezione da cui l'ironia non è in grado di difendere sé stessa e chi ne usufruisce. La decisione successiva di Tyrion è, difatti, l'unica scelta sensata che si ha di fronte ad un'intelligenza pulsante, profonda. Un definitivo silenzio, se non si hanno gli strumenti per controbattere adeguatamente, almeno.

L'ultimo incontro tra Jon e Tyrion è estremamente emotivo. Ogni ostilità, ogni battibecco, ogni ostentazione di sé è messa da parte poiché non necessaria. C'è una reciproca intesa, un naturale raffronto di onestà, onestà da cui l'intero rapporto è stato iniziato e forgiato e che, in fondo, lascia lo stesso Tyrion a stupirsi di sé stesso delle conseguenze di una manciata di parole che, al di là dello smodato cinismo, hanno attecchito grazie alla loro sincerità. Jon, per contro, è nel medesimo stato d'animo di sempre. Più aperto all'ambiente intorno a sé, più calmo, ma sempre malinconico. Un Jon che, tra l'altro, fa con leggerezza e con scherzo una promessa importante, a cui poi terrà realmente fede. E' anche da notare che ci sia una sorta di fiducia conclamata da parte del ragazzo nei confronti di Tyrion, nonostante si tratti di una conoscenza basata sullo spazio di poche conversazioni. In definitiva non è nient'altro che una spontanea e sincera amicizia tra due spiriti complessi e controversi.

Ultima considerazione, Martin compie un'ottima descrizione della Foresta Stregata, dell'ambiente, della salita di Tyrion in generale. Ma è ottima non per struttura, quanto per introspettiva. Mette Tyrion nelle condizioni di confrontarsi con ciò che più teme e che va al di là di una forzata superficialità e al contempo pone il lettore in una nuova chiave di lettura di fronte alla presa di coscienza del folletto.

Arya III:

Si potrebbe crollare e precipitare per un tempo incalcolabile tra facili considerazioni di capricci infantili o sbalzi di pre-adolescenza, ma in realtà il tutto è scatenato da uno degli eventi più brutali che il mondo possa offrire, in qualunque epoca: la morte. Mycah è il perno dell'umore di Arya, ma soprattutto della personale evoluzione della sua visione verso quello stesso mondo. Una visione netta che parte da una base molto giovanile: la totale mancanza di accettazione verso il compromesso, verso le contraddizioni che l'etichetta e la controversia delle regole che sorreggono quello stesso mondo. Da qui l'incolpare tutti gli uomini degli Stark di quanto accaduto con un giudizio subitaneo e tagliente. Non credo che, al suo posto, vi sarebbero potute poi essere reazioni molto differenti dalla sua e per cui non mi sento nella posizione di condannare quest'impeto con un giudizio superficiale. Il suo è un lutto d'irrequietudine, che la porta a piangere non solo la persona, ma la visione di ciò che il mondo dovrebbe essere e invece non è. E' uno dei primi meccanismi che la porteranno a sviluppare un desiderio di giustizia personale e sommaria.

Vi è poi il faccia a faccia con Ned, la cui stanchezza è percepibile e comprensibile oltre ogni misura e che lo porta ad avvertire Arya con sincerità a riguardo del nuovo ambiente e dei pericoli che esso possa celare in sé. Si decantano spesso le lodi di Eddard come padre, basate su smisurato amore. Ebbene, pur condividendo lo spessore del personaggio in questione in tal ruolo, non mi soffermerei solo sul sentimento, quanto sulla capacità di comprensione e confronto che ha con i propri figli. Egli, al di là del temperamento di Arya e della sua età, ne riconosce il potenziale, ne accetta la personalità e il carattere, ma soprattutto le concede una parziale libertà per la fiducia che ha in lei. Una fiducia che si basa, appunto, sull'aver intravisto in lei un'intelligenza rapida e creativa. Principalmente un padre, per esser fino in fondo definito tale, ha il compito di introdurre i propri figli al mondo e di donargli i relativi strumenti per muoversi in esso. Ma è nel momento in cui tale padre accetta il proprio figlio come individuo con una personalità propria, con una sua vita ed una sua visione delle cose che assurge realmente. E' benedire quel tipo di libertà la massima espressione d'amore, non una libertà di concessione, di semplice svago. Ovviamente è un discorso complesso che, nella situazione di Arya, vale solo parzialmente vista l'età.

E' probabile che questo comportamento di Ned e tali aperture, oltre che dalle abilità paterne, siano frutto di una particolare debolezza che egli ha verso Arya per via di Lyanna e di quanto essa stia in fondo rivivendo in lei dinanzi ai suoi occhi, ennesima conferma che è la pietra angolare della vita di Ned da adulto.

La frase sulla menzogna non priva di onore è appunto un richiamo alla più grande menzogna onorevole della vita di Eddard.

Daenerys III:

Non sono mai stato affascinato da Essos, dai Dothraki e dall'ambiente in generale che è solito circondare Daenerys. E nel rileggere il tutto, ne trovo conferma. Ho trovato comunque la crescita e maturazione di Daenerys tra questi capitoli meno graduale rispetto a quella degli altri; non la definirei affrettata, visto che è necessaria una certa consapevolezza per sopravvivere a tale nuova vita, ma vedo quantomeno una solerte e persistente spinta dell'autore stesso che cerca in tutti i modi di sottolinearla, talvolta anche esplicitamente, laddove in casi altrui sono la perspicacia e lo spirito critico del lettore ad avere il compito di cogliere gli aspetti di una maturazione e che, così facendo, tradiscono una sua certa ansia. Per il resto i sogni di Drago sono come sempre indicativi, quasi al pari di quelli di Bran. I Targaryen, soprattutto nella famiglia di Aegon Il Conquistatore, non sono esenti da doni che gli permettessero di vedere più in là, laddove altri non hanno vista. Ed è per questo che sbarcarono a Roccia del Drago, se ben ricordo. E' possibile che lei abbia capacità simili. Vi è poi il solito Viserys da cui lei, in preda ai primi brividi che il potere e la nuova posizione le lasciano provare, riesce a distaccarsi in modo duro. Per inciso è una ribellione dovuta, necessaria, giustificata. La follia è ormai in lui dilagante. Piuttosto, per quanto non nutra stima per Viserys, ammetto di essermi sentito un po' infastidito nei giudizi che Jorah gli riserva. Non che siano in fondo sbagliati, ma il pulpito da cui provengono, unitamente alla pochezza con cui sono espressi e alla totale mancanza di onore e compostezza, non trovano il massimo della simpatia. Ma, in fin dei conti, ho sempre trovato Jorah poco più che un fastidio.

Bran IV:

Un Bran irrequieto, quasi compulsivo, totalmente preda delle conseguenze della sua condizione. Le storie della Vecchia Nan potrebbero in futuro rivelarsi un parziale ammonimento di quanto avverrà. Vi sono poi piccole chicche narrative in cui viene messo in risalto il ruolo di Robb, che, pur essendo visto dagli occhi fraterni di Bran, viene spesso annunciato come ''Robb Stark'', a sottolinearne il ruolo di Lord. E' poi davvero indicativa la vicinanza che Robb riserva a Theon, sempre al proprio fianco, come fosse un vero membro della sua famiglia, perfino durante le udienze. Robb si dimostra comunque ancora - giustamente - impreparato ma anche troppo irruente e impulsivo nel trattare con le persone e nel dare giudizi facili. Non riesce a mantenersi composto quando dialoga con Tyrion e manifesta troppo apertamente la propria ostilità. La battuta ironica del folletto su Ned e Jon e la relativa cortesia è forse un indizio sul fatto che, per quanto Robb non sia affatto un erede indegno, sia Jon il vero successore di Ned. A dire il vero non è neanche il comportamento eccessivo di Robb a lasciarmi interdetto, quanto il fatto che punti deliberatamente la propria spada verso l'ospite. L'ho trovato un gesto goffo, non da Stark. Il capitolo regala anche una delle frasi migliori di Tyrion sui bastardi e le cose spezzate, direi l'ennesima. Alla cena con Yoren Robb si fa di nuovo prendere preda dai suoi animi caldi e dall'esagerazione. Recupera poi punti nell'ultima conversazione con Bran, quando lo mette a letto.

In generale è un capitolo che mette in risalto l'assenza, più che la nostalgia. La necessità di ritrovare equilibrio nel nucleo familiare e il fardello che è crollato sulle spalle di un Robb che le prova tutte pur di ripristinarlo. Diciamo che, personalmente, al di là dell'episodio della spada, a me piace molto lo stile di questo Robb. Come dicevo in separata sede, fosse stato un po' più simile a zio Brandon, forse avrebbe avuto una dimensione più personale e un maggior spessore.


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« I did what I thought was right. » Jon Snow

« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister

« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learnWinterfell is Our Home, we have to fight for it.  » - Sansa Stark 

« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark

« good act does not wash out the bad, norbad act the good. » - Stannis Baratheon

Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.

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Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.

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Lyra Stark
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14108 messaggi
Lyra Stark
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Inviato il 05 maggio 2017 17:24

Concordo con te JonSnow proprio nell'episodio della spada Robb ricorda l'impulsività dello zio Brandon.

Hai scritto, giustamente, che non è un gesto da Stark e mi hai fatto tornare in mente una riflessione che ho fatto in passato: in fondo noi degli Stark di prima, i veri Stark, che ne sappiamo? Molto poco. Molta di quella che è la nostra immagine degli Stark, o dello Stark tipico, viene da Ned, ma lui è sicuramente uno Stark sui generis, cresciuto per parecchio tempo a Nido dell'Aquila da Jon Arryn.

Pensando a Brandon credo che gli altri Stark non dovessero essere proprio così all'acqua di rose, anche perchè autodefinirsi lupi ed avere un metalupo come stemma sono cose indicative, così come il fatto che non mantieni la supremazia così a lungo su un territorio così vasto solo perchè sei buono e comprensivo. E difatti dalle poche notizie che abbiamo ci sono personaggini come Theon Stark il lupo affamato, che di certo non è affamato di torte e pasticcini. :ehmmm:

Certo c'è quel passaggio in cui si dice che gli Stark o sono come il ghiaccio o sono come i lupi, ma ancora una volta poche semplici righe portano a riflessioni più complesse.

Da parte mi piacerebbe sapere di più su questi Stark del passato, non di meno mi piacerebbe anche vederli sotto una luce diversa rispetto a quella "standard", più ferale e più selvaggia.


E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.

 

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JonSnow;
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Inviato il 05 maggio 2017 17:32

Ed infatti è proprio come dici. Gli Stark del passato sono stati più simili a Brandon che a Ned, per quanto in tempi recenti possiamo osservarli come un gruppo di ingenuotti lupi bonari. In verità con quel ''non da Stark'' facevo riferimento all'austera compostezza, più che all'onore e al porgere l'altra guancia, che in quest'occasione è mancata. Minacciare a cuor leggero il proprio ospite con una spada è un gesto goffo da Joffrey, da Viserys. Il fare austero è un tratto che agli Stark di qualunque tempo non è mai mancato, diciamo così. Comunque essendo un episodio isolato si può dire ben poco, se non che avrei preferito una continuità sotto quest'aspetto. Mi sarebbe piaciuto vedere Robb avvicinarsi inconsapevolmente più alla figura dello zio rispetto che a quella del padre. Lo avrei trovato più unico e, come tu osservi, diverso dal solito. Ciò non significa che per avere spessore avrebbe dovuto dispensare imprecazioni e risse ad ogni passo. Semplicemente sarebbe dovuto essere più impetuoso, più ferale e meno vicino all'onore di quanto lo sia stato.


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Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.

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***Silk***
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***Silk***
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Inviato il 05 maggio 2017 18:48

Questo aspetto più ferale però mi sembra che Martin lo stia costruendo intorno al piccolo Rickon.

Robb, anche se la sua natura fosse stata quella, difficilmente sarebbe riuscito a sviluppare a pieno questo lato per il contesto educativo in cui è cresciuto: a 14 anni ancora non portava una lama, gliela concedono solo dopo la caduta di Bran/partenza di Ned. Pensiamo invece ad un Jamie Lannister che a 15 anni è diventato una guardia reale.

Sembra quasi come se la perdita di gran parte della famiglia abbia fatto sì che Ned abbia voluto allungare l'isolamento e l'infanzia dei propri figli per proteggerli dalle insidie del mondo. Quando questo contesto viene a cadere, la natura di ognuno dei piccoli Stark è libera di venire fuori e l'unicum ferale è la copia Rickon+Shaggydog che mi auguro non a caso si distingua per la pelliccia nera. Aspetto che già si evidenzia sia dal fatto che Rickon sia sempre in compagnia dei metalupi perché gli umani o sono assenti o hanno altro da fare, sia dal fatto che Shaggydog fosse il più minaccioso nei confronti di Tyrion.


"And now at last it comes. You will give me the Ring freely! In place of the Dark Lord you will set up a Queen. And I shall not be dark, but beautiful and terrible as the Morning and the Night! Fair as the Sea and the Sun and the Snow upon the Mountain! Dreadful as the Storm and the Lightning! Stronger than the foundations of the earth. All shall love me and despair!”

 

She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.

 

“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”

 

***

 

"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor. 

 

 

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Albert Stark
Alchimista del Ghiaccio e del Fuoco
Guardiani della Notte
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Albert Stark
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Guardiani della Notte

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Inviato il 06 maggio 2017 12:50 Autore

Aemon ha aggiunto i link al RECUPERO RILETTURA qui: QUI

 

Io ho messo il link a quello anche nel primo post, così è tutto recuperabile facilmente per i nuovi arrivi.

 

Buon proseguimento :)

 

Vi attendo per continuare insieme con AFFC e ADWD incrociati :D


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Nicholas Seaworth
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Nicholas Seaworth
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Inviato il 06 maggio 2017 14:56

Questo aspetto più ferale però mi sembra che Martin lo stia costruendo intorno al piccolo Rickon.

Sono d'accordissimo. E infatti (potrebbe essere solo una mia suggestione) non è un caso che Martin abbia spedito Rickon a Skagos, un'isola che di tratti ferali, bestiali e selvaggi ne ha parecchi da quel che si è letto sul suo conto.


D
Dorniano
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Dorniano
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Inviato il 06 maggio 2017 16:16

 

Questo aspetto più ferale però mi sembra che Martin lo stia costruendo intorno al piccolo Rickon.

Sono d'accordissimo. E infatti (potrebbe essere solo una mia suggestione) non è un caso che Martin abbia spedito Rickon a Skagos, un'isola che di tratti ferali, bestiali e selvaggi ne ha parecchi da quel che si è letto sul suo conto.

Rickon è/sarà sicuramente il più selvaggio degli Stark, Ma io non vedo in che modo potrà essere un personaggio di rilievo, è un bimbo, ha un metalupo, ma sempre bimbo è.



Euron Gioiagrigia
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Euron Gioiagrigia
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Inviato il 06 maggio 2017 16:56

Diciamo che siccome fino ad ora non ha fatto nulla di rilevante (a parte leccare il sangue del maestro Luwin ferito da Cagnaccio, grande scena), qualche aspettativa la suscita.

E' possibile che una volta che Stannis avrà eliminato i Bolton e i Frey, probabilmente morendo nel tentativo, Rickon comanderà assistito da Manderly e company vista la sua giovane età


D
Dorniano
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Dorniano
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Inviato il 06 maggio 2017 18:35

Comanderà come comanda Robert Arryn.


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JonSnow;
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JonSnow;
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Inviato il 11 maggio 2017 20:31

Eddard:

La conversazione con Pycelle è ricca di convenevoli e luoghi comuni, che almeno al momento non offrono presagio sulla totale negatività e sull'animo subdolo del Maestro in questione. Il giocoforza di tale parte si concentra maggiormente sulle conseguenze dell'età di questi, lasciando dunque allo stesso Ned l'associazione ''età avanzata = (presunta) saggezza''. Spesso, effettivamente, non è errata, ma talvolta non vi è nessuna saggezza, ma una semplice maturazione del peggio di sé. Un inasprimento di ciò che si è già. Ed è forse il caso di Pycelle. Indicativo il fatto che abbia allontanato Coleman, ma ancor di più il modus operandi calunnioso e infangante quando cerca di puntare le luci su Varys e di mettere in dubbio la stabilità di Lysa, che sappiamo comunque non esserci, ma il modo in cui il Gran Maestro ne parla non rende giustizia ad una certe dignità.

C'è poi un altro confronto tra Ned ed Arya. Interessante notare che, nonostante ella si trovi in una situazione di rischio, egli si limiti esclusivamente ad una mezza ammonizione. E' probabile che, oltre al discorso di fiducia e concessione cui si faceva riferimento nei commenti precedenti, Eddard stesso sia rassegnato al fatto che richiamo o proibizione, la figlia continuerebbe comunque nel suo intento. Da qui due strade. Una è dettata dalle convinzioni di Ned e porta ad un Bran adesso sterile e impossibilitato a procreare. La sua riflessione sarà oggetto di perenne dibattito, poiché non è detto sia una conferma, bensì è più possibile che si tratti solo di una mera deduzione personale. La seconda porta al futuro di Arya, che stranamente Ned associa al maritare un Re, nonostante i piani di matrimonio effettivi portino Sansa su tale cammino.

L'ultima parte con Ditocorto dovrebbe effettivamente portare l'attenzione sulle nuove piste riguardanti il caso Arryn, ma è impossibile astenersi dal constatare ancora una volta l'estremo cinismo di questi e come egli, consapevole di tutto, sia divertito da suddette situazioni. In poche parole Baelish prosegue la propria messa in scena, ma al contempo non riesce ad evitare di schernire Ned a causa della propria foga e di ciò che provi nel tenere le redini. Sono comportamenti evitabili che, chissà, in futuro potrebbero giocargli un tiro mancino.

Sottolineerei poi, con un'ultima riflessione, quanto talvolta ipotesi e considerazioni leggermente più marcate non indichino una semplice paranoia, ma allunghino invece il proprio sguardo a pericoli concreti, reali. Ad esempio da un punto di vista semplice come quello di Ned, si potrebbe pensare che le voci su intrighi, spie e trame nell'ombra siano solo un'esagerazione o una visione di una mente distorta. Come fa notare Petyr, invece, ci sono contraltari concreti a testimonianza di ciò. Per cui, a volte, forse, è meglio evitare di trattare eventuali situazioni con nient'altro che superficialità.

Jon:

Capitolo che tende a mostrare maggiormente i frutti dell'educazione che Jon ha ricevuto, ma soprattutto dell'innato carisma, di una leadership in erba. L'arrivo di Sam, il carattere di questi e l'ennesima opportunità di violenza per Ser Alliser, che pedissequamente continua a sfogare le proprie frustrazioni, scatenano una reazione netta in Jon. Come egli stesso dice, non c'è onore nel colpire una persona al suolo, una persona che si è appena arresa. Un'affermazione da Ned Stark, ma che a mio avviso è estrinsecata in un momento in cui il ragazzo stesso è disgustato dalla situazione venutasi a creare. La personalità e il carattere di Jon sono in continua evoluzione, c'è proprio un riscontro su come egli si stia formando come individuo a sé, con una propria visione d'insieme. Elemento cardine è una peculiarità che si ritrova ad avere in comune con sua sorella Arya e in parte Bran, ossia il non fare distinzione, la totale assenza di qualunque tipo di razzismo o, in qualche altro caso, facile pregiudizio di carattere. E' un qualcosa che non verrà fuori solo nell'approcciarsi a Sam, ma anche con i bruti. E non si tratta di un modo di fare dettato da una volontà buonista, oppure da una visione nobile e romantica insita in lui. Io credo semplicemente che Jon, come Arya, non avverta proprio il bisogno di fare distinzione. Egli si affaccia ad una naturale eguaglianza, si limita a vagliare il contenuto di un uomo e ad associarlo per categoria solo in seguito al valore e al costrutto delle sue azioni.

Si parlava di carisma, dunque. Pyp e Gren decidono di seguirlo nello scontro. Il loro è proprio un supporto a Jon, più che una reale comprensione della situazione o una difesa verso l'ingiustizia perpetrata dinanzi ai loro occhi. Anche successivamente Jon riuscirà a fare leva sugli altri e lo farà con consapevolezza e decisione, portandoli a difendere Sam di notte contro Rast. Ecco, qui il metodo, con tanto di minaccia annessa e zanne di Ghost che si lasciano dietro una gola sanguinante, non è propriamente ortodosso e onorevole. Come mi ritrovo spesso a dire, in Jon è più che altro nobile lo scopo, ma egli sa essere in grado di fare delle rinunce, di assumere comportamenti machiavellici e, talvolta, controversi. Situazioni non proprio affini a quelle del classico protagonista ricco di solarità e positività. Un distinguo che me lo ha sempre fatto apprezzare maggiormente, checché se ne dica.

Successivamente cerca di avvicinare Sam e di stringere amicizia con lui. In questo comportamento non credo che Jon abbia intravisto quanto accaduto a sé stesso, con il suo precedente isolamento. Credo sia un prosieguo del suo pensiero principale, ossia che isolamenti, razzismi e pregiudizi non siano necessari allo scorrere della vita, all'evolversi delle situazioni attorno a sé. Il background di Sam è interessante, a riprova che Martin abbia sempre avuto idee ben precise quasi per tutte. Si scorgono i primi comportamenti brutali di Randyll Tarly, che, per quanto violenti e gratuiti, non mi permettono comunque di etichettarlo come uno stereotipo per ragioni che osserveremo successivamente. Jon riesce infine a coinvolgere Sam nel proprio gruppo, comportandosi quasi da capobranco.

Inutile far presente come la parte più interessante del capitolo sia quella riguardante i sogni sulle Cripte di Grande Inverno. E' chiaro che, più o meno, il tutto converga verso la presenza della statua di Lyanna. Come afferma poi Jon, egli non vuole scendere lì sotto, ma sa che deve farlo a tutti i costi. Deve dunque fronteggiare la verità sulle sue origini, su ciò che è. Il tutto ha ovviamente una lettura metaforica, ma non mi dispiacerebbe un risvolto più concreto e materiale sulle Cripte, qualunque cosa possa celarsi lì sotto. E' interessante, a dire il vero, come nel sogno il Castello di Grande Inverno sia vuoto, privo dei membri della famiglia. Ora, la cosa può essere letta come un forzare Jon a concentrarsi esclusivamente su ciò che deve fare, ossia scendere nelle Cripte e fronteggiare la verità. Ma potrebbe anche significare che quando si ritroverà in futuro a solcare nuovamente il pavimento del Castello in questione, sarà solo, poiché tutti gli altri saranno ancora dispersi, morti o in altre località dei 7 Regni.

Un'ultima cosa: a differenza di quanto si possa fraintendere, Jon non è per niente incapace di formulare strategie, così come non è un combattente avventato. Come si evince dalla descrizione dello scontro, egli si concentra sulle mosse e sui comportamenti dei suoi avversari, formulando una propria lettura della situazione, anche sotto pressione e adattandosi conseguentemente.

Eddard:

Proseguono le indagini di Ned su quanto accaduto a Jon Arryn. Ma soprattutto comincia ad aleggiare con insistenza l'aura di Stannis. Spesso si accusa quest'ultimo di un eccessivo rancore e di una durezza senza pari, eppure, da come egli viene schernito e dal poco riguardo che si mostra nel discutere di lui, mi pare che le reazioni dello stesso Stannis siano anche troppo poco, oltre che giustificate. E' davvero impossibile non prendere le sue parti o comunque non provare un filo di antipatia per le parole di Renly e Ditocorto, per quanto non si abbia un riscontro dell'interessato in prima persona. Per il resto c'è poco da dire, è un capitolo breve che assume il ruolo di collante tra le informazioni già acquisite e gli intrighi futuri, ingarbugliando ancor di più la situazione con la comparsa di Gendry.

Catelyn:

Come gran parte dei Pov che la riguardano, Catelyn è divisa tra nostalgie del Sud e doveri del Nord. Vi è sempre un confronto, un dualismo tra la donna Catelyn e la madre di famiglia Catelyn. Tra ella come singolo individuo e poi come mera funzione. E' chiaro che non possa far a meno di pensare ciò che si è lasciata dietro, i tempi andati, ambienti diversi, altre percezioni. Ma il tutto assume i contorni di una nostalgia positiva, poiché per quanto il presente possa pesarle, ella non ha rimpianti e frustrazioni per ciò che ha ottenuto, per ciò che le è stato riservato. I doveri familiari, forse anche per il ceto da cui ella nasce e proviene, sono per lei quasi un onore, qualcosa che la completi e la gratifichi, seppur vadano ad intaccare una sua certa dipendenza. Ecco dunque che compie rinunce dolorose, che pone un freno ai propri nostalgici desideri, al rivedere la propria famiglia d'origine e a qualunque cosa la tenti in quel momento. Lo fa perché è consapevole di quanto deve compiere, lo fa soprattutto perché è consapevole del ruolo di madre, del passo successivo. Non passa poi inosservato quanto sia una persona in grado di prendere l'iniziativa, di avere una propria dimensione intellettuale da cui attingere e che, per quanto presentimenti e situazioni minino la sua stabilità, sia capace di riscoprisi ad essere una donna forte, senza la necessità di dimostrarlo con le parole o con atteggiamenti marcati. Catelyn, per quanto criticabile sotto alcuni aspetti strategici, su presunte ingenuità o mosse sbagliate, va comunque apprezzata per averci provato, per averlo fatto con cognizione di causa. La scena in cui prende Tyrion prigioniero l'ho sempre trovata molto bella più che spettacolare. Lo è per intensità, lo è perché sprigiona una sorta di liberazione interiore in lei. E la forma in cui è accaduta fa capire come Catelyn abbia teso un tranello non da poco, facendo affermare la propria fedeltà agli uomini degli Alfieri di suo padre, rendendo quindi impossibile un loro passo indietro. Non c'è dubbio, nonostante gli errori e le altre mancanze, Catelyn è un grande personaggio. Decisamente apprezzabile.


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« I did what I thought was right. » Jon Snow

« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister

« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learnWinterfell is Our Home, we have to fight for it.  » - Sansa Stark 

« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark

« good act does not wash out the bad, norbad act the good. » - Stannis Baratheon

Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.

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Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.


Euron Gioiagrigia
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Euron Gioiagrigia
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Inviato il 11 maggio 2017 22:23

AGOT, capitoli 25-28

 

Eddard

Non credo che gli sproloqui iniziale di Pycelle sull’estate torrida dell’epoca di re Maekar e sull’inverno gelido che l’ha seguita siano casuali. L’atmosfera generale dei romanzi lascia intendere che l’inverno che è stato preannunciato nel finale di ADWD sarà terribile, e porterà morte e desolazione. O almeno, questo è quello che spero ardentemente, voglio vedere vere atmosfere dark in TWOW.

Bello anche il dialogo tra Eddard e Arya. Due cose vanno notate:

- Ned accenna al fatto che Bran non potrà più giacere con una donna, né tanto meno avere figli. Mi pare però che su questo forum qualcuno ne dubitasse, non essendo la questione mai stata chiarita del tutto da Martin. In ogni caso, per me l'erede di casa Stark è Rickon;

- Quando Ned dice ad Arya quale potrà essere la sua vita futura (ah, se potesse sapere), Arya lo rigetta, dicendo che “quella è roba per Sansa”. Ancora una volta rimango colpito dall’indole selvaggia di Arya, impossibile non empatizzare con lei.

Infine, una frase di Ditocorto quasi storica: “Da quando sei smontato dal tuo cavallo, non fidarti di me è stata la cosa più giusta che tu abbia fatto”. Frase a dir poco presaga del futuro, ma questo il lettore inesperto non può saperlo.

 

Jon

A dir poco caustica la presentazione che Martin ci offre del povero Sam, che di certo non fa una grande impressione. Col senno di poi, è sbalorditivo che uno come Sam sia sopravvissuto al Pugno dei Primi Uomini e abbia ucciso un Estraneo, ma l’ironia di George si palesa anche in questo. In ogni caso, il capitolo merita di essere ricordato per il racconto di Sam su come è finito alla Barriera, storia da cui possiamo già farci un’idea di che tipo di persona è Randyll Tarly, e per il racconto dell’importantissimo sogno in cui Jon Snow scende nelle cripte di Grande Inverno, argomento su cui vi è un’ottima discussione iniziata da JonSnow. Degno di nota il modo in cui Jon convince, con le buone e con le cattive, tutti i confratelli ad aiutare Sam: emerge in qualche modo il carisma e la leadership che contraddistingueranno il personaggio in ADWD

Bello poi vedere il senso di amicizia tra Jon e gli altri, e in particolare Grenn e Pyp, che sarà un elemento importante nella battaglia del Castello Nero in ASOS.

 

Eddard

Lo so che il capitolo non è incentrato su Stannis, ma permettetemi di dimostrare l’affetto che ho verso di lui al leggere che voleva proibire i bordelli, al che ovviamente Robert gli risponde alla sua maniera facilona e superficiale. Rigido, tagliente come una lama e, soprattutto, reazionario fino al midollo: come si fa a non amarlo?

Ok, andiamo avanti.

Varie cose colpiscono di questo capitolo: la descrizione della puzzolente e fetida Approdo del Re (Oberyn ci aveva visto giusto nel descriverla in ASOS); l’immagine dell’irruento e allegro Beric Dondarrion, ben diverso da come diventerà dopo le varie morti; il dialogo con Gendry, con il primo tassello del mistero sulle ricerche di Jon Arryn. E ovviamente mi devo gustare il particolare dell’immagine di Stannis che fissa male Gendry, con la sua espressione torva e austera. Ok basta, la devo smettere di sottolineare ogni passaggio del mio secondo personaggio preferito.

Una domanda cretina a cui voi ovviamente saprete rispondermi: ma l’uomo che ha pagato l’armaiolo per assumere Gendry è Varys travestito, giusto?

 

Catelyn

Capitolo fondamentale per la prosecuzione della saga. Alla fine, non è sbagliato dire che la Guerra dei Cinque Re sia stata scatenata a causa dell’idiozia irrazionale delle sorelle Tully, vere campionesse di furbizia. Da questo punto di vista i pov di Catelyn sono simili a quelli di Aeron in AFFC: totalmente deformati e quasi scollegati dalla realtà. Del resto è la stessa Catelyn ad ammetterlo in questo capitolo: “lei conosceva la paura, fin troppo bene”. E basta vedere il modo in cui Catelyn squadra Tyrion, pronta a individuarne eventuali negatività scolpite sul volto.

Per il resto, possiamo ammirare le descrizioni delle Terre dei Fiumi, pacifiche e rigogliose, ignare del cataclisma che si sta per scatenare su di loro, e possiamo godere del particolare gustoso di Walder Frey che interviene in ritardo alla Battaglia del Tridente, pronto a schierarsi col vincitore. Insomma, personaggio viscido fin dall’inizio.

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Inviato il 11 maggio 2017 23:57

Eddard

Ned inizia ad occuparsi della ragione per cui è sceso a sud: indagare sulla morte di Jon Arryn. Inizia recandosi da Master Pycelle.

Il gran caldo estivo di KL è il pretesto per ricordarci che l'estate è stata la più lunga di cui si abbia memoria e ad una lunga estate segue un altrettanto lungo inverno. Sono dei preparativi per il lettore, vengono scacciati via subito dal ricordo dell'ultimo anno dell'estate sotto il regno di Maekar. Quanto a età Pycelle fa concorrenza a Master Aemon. L'excursus che fa sull'estate sembra anche un modo per attendere che la sua serva se ne vada prima di iniziare a parlare di "cose serie". Come vedremo poi più avanti, si capisce che Pycelle teme Varys.

Su Jon Arryn, scopriamo che ultimamente era cambiato, appariva molto preoccupato (e ci credo! chissà che colpo scoprire che gli unici eredi che Cersei aveva prodotto erano in realtà dei bastardi!), l'ultima cosa che ha fatto sembra essere interessarsi ad un libro in cui erano descritti tutti i membri delle famiglie delle maggiori casate di Westeros. Evidentemente, per avere la conferma finale che una discendenza in cui le caratteristiche Baratheon sono assenti, mentre, al contrario sono così evidenti nei figli bastardi di Robert, fosse sinonimo di tradimento da parte della regina.

Pycelle conferma di aver tolto le cure di Jon Arryn a Master Colemon e di averle assunte. Ovviamente, sapendo della lettera di Lysa questa azione è una ragione in più per ritenere che i Lannister siano colpevoli della morte di Jon Arryn. L'avergli dato il milk of the poppy negli ultimi istanti non aiuta il modo in cui Ned recepisca il personaggio, per lui sembra un modo anticipato per chiudergli la bocca. Soprattutto alla luce del poco senso che assumono le sue ultime parole:

 

Just before he closed his eyes for the last time, he whispered something to the king and his lady wife, a blessing for his son. The seed is strong, he said. At the end, his speech was too slurred to comprehend. Death did not come until the next morning, but Lord Jon was at peace after that. He never spoke again.

 

Col senno di poi è chiaro che voglia dare un avvertimento a Robert: il seme è forte, il tuo fenotipo è dominante, quelli che credi essere i tuoi discendenti non sono tuoi.

Non appena Ned insinua il sospetto sull'avvelenamento e che questo sia l'arma di una donna, Pycelle pensa subito a Varys:

 

 

“It is said. Women, cravens . . . and eunuchs.” He cleared his throat and spat a thick glob of phelm onto the rushes. Above them, a raven cawed loudly in the rookery. “The Lord Varys was born a slave in Lys, did you know? Put not your trust in spiders, my lord.”

 

That was scarcely anything Ned needed to be told; there was something about Varys that made his flesh crawl.

 

Di Varys sapevamo che non fosse un nobile fino a questo momento. Adesso ci viene addirittura rivelato che è schiavo di nascita. Questo ci aiuta a capire che ci troviamo davanti ad un personaggio estremamente interessante: in un luogo in cui non esiste praticamente una scala sociale e dove i piccoli nobili sono malvisti (si pensi a LF, o peggio ancora ai Westerling), Varys è nato schiavo a Essos e adesso siede nel Concilio ristretto, neanche la ribellione di Robert, gli ha tolto potere.

 

Sulla via del ritorno, Ned si imbatte in Arya e parlano di Bran. Arya, dopo la buona notizia del suo risveglio, spera che possa raggiungerli al più presto perché la sua solitudine abbia fine. Ovviamente questo non è possibile. Arya si interroga su quale possa essere la sorte di Bran che voleva diventare un cavaliere e qua, come ha già ricordato JonSnow; c'è uno dei pensieri più dibattuti di Ned:

 

 

But he will never run beside his wolf again, he thought with a sadness too deep for words, or lie with a woman, or hold his own son in his arms.

 

Secondo me si sbaglia, ma non ci sono prove per confutare la momento.

 

Ned aggiunge su Arya:

 

 

“You,” Ned said, kissing her lightly on the brow, “will marry a king and rule his castle,and your sons will be knights and princes and lords and, yes, perhaps even a High Septon.”

 

Mistero.

 

Ned incontra poi Petyr. L'incipit ci serve ad introdurre che Barristan è tanto ancora sveglio come uomo d'azione nonostante l'età, quanto poco brillante dal punto di vista intellettuale. Di questo dovremo ricordarcene quando sarà la nostra fonte molto più avanti. Tornando a Ned e Petyr, Ned a pelle non si fida di lui e fa anche bene, Petyr per contro cerca di ingraziarselo guidandolo nella strategia relativa alle indagini sulla morte di Jon Arryn. Come ricorda Euron Gioiagrigia, non c'è affermazione più vera dell'ultima che fa Petyr. Un presugio di un futuro prossimo:

 

You are slow to learn, Lord Eddard. Distrusting me was the wisest thing you’ve done since you climbed down off your horse.

 

Jon

Entra in scena Sam. La sua descrizione iniziale è quasi grottesca, la Barriera non ha mai visto un ragazzo così grasso e devono improvvisargli un'armatura della sua taglia. Ser Alliser non perde l'occasione di sfogarsi sulla nuova recluta e in questa occasione possiamo di nuovo apprezzare la diversità di Jon rispetto ai suoi compagni, che si riallaccia al discorso dell'onore portato avanti da Iceandfire in un altro topic. Jon, a differenza degli altri, anche se bastardo, ha ricevuto un educazione da nobile, non si sente quindi inferiore a quelli che dovrebbero essere i suoi superiori, ma si pone alla pari facendo valere le proprie opinioni. Vediamo che la crescita di Jon è già iniziata, proponendosi in modo positivo verso i suoi compagni attraverso il training fisico, ha guadagnato la loro fiducia ed il loro sostegno: quei compagni che qualche capitolo fa lo avevano attaccato, adesso si schierano addirittura al suo fianco.

Jon prende un certo interesse in Sam, vede del coraggio nel suo affermare di essere un codardo. Sam prima di raccontare la propria storia piange. Jon resta impietrito ma gli vieni in aiuto Ghost:

 

 

It was Ghost who knew what to do. Silent as shadow, the pale direwolf moved closer and began to lick the warm tears off Samwell Tarly’s face. The fat boy cried out, startled . . . and somehow, in a heartbeat, his sobs turned to laughter.

 

I 2 ragazzi entrano in confidenza e si aprono l'uno all'altro. Jon gli racconta il suo sogno ricorrente:

 

 

And then I find myself in front of the door to the crypts. It’s black inside, and I can see the steps spiraling down. Somehow I know I have to go down there, but I don’t want to. I’m afraid of what might be waiting for me. The old Kings of Winter are down there, sitting on their thrones with stone wolves at their feet and iron swords across their laps, but it’s not them I’m afraid of. I scream that I’m not a Stark, that this isn’t my place, but it’s no good, I have to go anyway, so I start down, feeling the walls as I descend, with no torch to light the way. It gets darker and darker, until I want to scream.” He stopped, frowning, embarrassed. “That’s when I always wake.” His skin cold and clammy, shivering in the darkness of his cell. Ghost would leap up beside him, his warmth as comforting as daybreak. He would

go back to sleep with his face pressed into the direwolf s shaggy white fur.

 

Sogno che come diceva JonSnow; ha come motivo centrale la statua di Lyanna.

Sam invece gli racconta di come il padre avesse cercato di renderlo un uomo di spada a qualsiasi costo, fallendo. Avendo una seconda migliore possibilità col secondo figlio, Randyll esprime a Sam i suoi piani molto crudamente: o prendi il nero o morirai in un incidente per lasciare spazio a Dickon. In pratica, gli viene riservato il trattamento che viene usualmente riservato ai grandi criminali, o il nero o la morte.

Jon prende a cuore Sam, tanto da far minacciare da Ghost l'unico loro compagno che non si era piegato alla sua proposta di attaccare Sam per finta gli allenamenti del mattino. In questa occasione, vediamo le capacità sociali e politiche di Jon, si adatta ad ogni singolo interlocutore per portarlo dalla propria parte. E riesce a fare quel salto di cinismo, sporcandosi un po' le mani, per usare le maniere forti e convincere chi è stato più irremovibile.

Jon inizia a capire il sentimento di fratellanza dei GdN ed il pensiero va allo zio ancora disperso.

 

(Prossimamente anche gli altri 2)

Modificato il 05 July 2024 17:07

"And now at last it comes. You will give me the Ring freely! In place of the Dark Lord you will set up a Queen. And I shall not be dark, but beautiful and terrible as the Morning and the Night! Fair as the Sea and the Sun and the Snow upon the Mountain! Dreadful as the Storm and the Lightning! Stronger than the foundations of the earth. All shall love me and despair!”

 

She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.

 

“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”

 

***

 

"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor. 

 

 

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Inviato il 12 maggio 2017 18:17

Eddard V.

 

Si parte dall'incontro con Pycelle. Sull'apertura, concordo con Euron e Silk: il gran caldo estivo di KL è l'avvertimento che ad una lunga estate seguirà, giocoforza, un inverno altrettanto lungo.

Condivido la considerazione di Jon sul primo confronto vero e proprio con questo personaggio. La negatività di Pycelle sarà di certo evidente in misura maggiore, nel prosieguo. E sì, in questo caso con il passare degli anni è maturato il peggio dell'uomo. Visto l'ultimo POV di Tyrion, verrebbe quasi da mettere a confronto Pycelle e maestro Aemon. Il primo è membro del concilio ristretto, il secondo serve invece come maestro in un ordine decaduto all'estremo confine del mondo. Eppure fra i due v'è un abisso.

Come sottolineava Silk, Ned comincia l'indagine vera e propria sulla morte di lord Arryn.

Segue l'incontro con Arya. Il fatto che Ned non si impunti nel farla desistere dai suoi esercizi, è in effetti coerente con il loro ultimo confronto, al discorso sulla fiducia, quando le permise di tenere Needle. Inoltre non posso che condividere le vostre osservazioni sulle parole di Eddard riferite al futuro di sua figlia. Mistero, appunto.

Su Bran, effettivamente, se n'è discusso molto.

Sull'incontro con Ditocorto: sì, sta recitando la propria parte. Ne sembra, tra l'altro, anche divertito. Sul fatto di affrontare intrighi e trame nell'ombra con superficialità sono abbastanza d'accordo. È curioso come Eddard rimanga colpito nel constatare come la guardia al soldo di Cersei lo stia effettivamente tenendo d'occhio, soprattutto in considerazione delle parole dette a Ditocorto in chiusura:

"Lord Petyr" lo fermò Ned "ti sono grato per il tuo aiuto. Forse mi sono sbagliato a non fidarmi di te."

"Imparti con lenteza, lord Edard." Ditocorto si arricciò il pizzetto."Da quando sei smontato dal tuo cavallo, non fidarti di me è stata la cosa più giusta che tu abbia fatto."

 

Jon IV.

 

Condivido, l'entrata in scena di Sam è decisamente grottesca.

E poi sì, vediamo come diceva JonSnow l'emerge di una leadership in erba. Tra l'altro, nel modo di difendere Sam, è curioso come Jon passi da una frase da Ned Stark, ad una minaccia (nei confronti di Rast) non in stile Ned Stark. Trovo centrata la considerazione di JonSnow che mette in evidenza il suo formarsi come individuo a sé.

La scena del combattimento nel cortile riesce a coinvolgere anche in rilettura, ed è appunto notevole il fatto che ragazzi che qualche capitolo fa avevano attaccato Jon, ora si schierino al suo fianco, mandando su tutte le furie ser Alliser.

Comunque, oltre alla crescita di Jon, sottolineerei come fra i nuovi arrivati alla Barriera si stia già formando un legame abbastanza forte.

Dopo l'ultimo POV di Tyrion la seguente frase colpirà certamente di meno, eppure mi piace sottolineare come sia stato davvero importante, per Jon, quel confronto. Forse, alla fine, sarebbe giunto comunque alle stesse conclusioni, ma è evidente che il ragazzo abbia ripensato spesso alle parole del Lannister, facendone tesoro in breve tempo. Si presenta a Samwell Tarly così:

"Sono Jon Snow, bastardo di Ned Stark di Grande Inverno."

Inoltre Jon ripensa proprio alle parole di Tyrion, riconoscendo a Samwell una strana forma di coraggio nell'ammissione della sua codardia. E poi sì, i due entrano in confidenza. Jon si apre come mai prima d'ora, ed il racconto del sogno, come avete sottolineato, è molto significativo. Invero, trovo interessanti le osservazioni di JonSnow sulle possibili interpretazioni del castello vuoto.

Su Randyll Tarly, ovviamente, avremo modo di approfondire in seguito.

Colpisce davvero come sia già così forte il legame fra i ragazzi al Castello Nero. Già a metà capitolo Grenn, Pyp e Halder vengono pensati come "amici". Emblematica la chiusura.

"Non so cos'hai fatto, ma so che sei stato tu." Sam distolse lo sguardo, imbarazzato. "Non ho mai avuto un amico, prima d'ora."

"Non siamo amici." Jon pose una mano sull'ampia spalla di Sam. "Siamo fratelli."

[…]

"Lo zio aveva detto il vero" sussurrò a Spettro. Si chiese se avrebbe mai più rivisto Benjen Stark per potergli dire che anche lui, alla fine, aveva capito."

Eddard VI.

 

L'anti-concilio/2.

Eddard, evidentemente, è già al punto di saturazione, per quanto riguarda il suo ruolo di Primo Cavaliere. E, per quanto riguarda il torneo, continua ad essere sottolineato il diverso punto di vista rispetto a Robert.

La seguente affermazione di Pycelle sul torneo, non può che portarmi a fare dei parallelismi con il mondo "reale":

"Ma in simili circostanze" intervenne il gran maestro Pycelle "il reame prospera. Esse portano ai grandi il senso della gloria, e ai piccoli un sia pur breve sollievo dai travagli quotidiani."

E poi sì, le reazioni di Stannis sembrano anche a me ampiamente giustificate.

Eddard va avanti nelle sue indagini in maniera importante, in questo capitolo. Ha cominciato ad immergersi nel libro sulla storia e le discendenze delle Grandi Case e, come se non bastasse, viene a conoscenza dell'esistenza di Gendry.

Catelyn V.

 

Ritengo anch'io che Catelyn sia un grande personaggio.

Chiaramente si tratta di un capitolo fondamentale. Ad ogni modo, credo che l'incidente scatenante possa essere considerato la lettera spedita da Lysa a Catelyn, perché le indagini di Eddard (e quindi la sua discesa a sud) partono da lì. Il rapimento di Tyrion è comunque fondamentale per quanto riguarda il conflitto Lannister-Stark, pur rimanendo una conseguenza dei sospetti covati da Eddard e Catelyn.

Interessante il dualismo sottolineato da JonSnow fra Catelyn come donna e Catelyn come madre.

Metterei in evidenza il fatto che Catelyn, prima del rapimento di Tyrion, pensando alle Terre dei Fiumi ed agli alfieri di suo padre (viene citato, peraltro, Walder Frey "il Ritardatario") in relazione all'eventualità di un conflitto, giunga alla conclusione che una guerra vada evitata ad ogni costo.

Ad ogni modo, sempre molto intensi i capitoli di Catelyn.

Modificato il 05 July 2024 17:07

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