a posteriori non si percepisce alcun pentimento
"I'm not ashamed of loving you, only of the things I've done to hide it. That boy at Winterfell..." (ASOS)
Si percepisce, anche se sono virgole. A Bran pensa in tutto tre volte: una all'inizio di ASOS per dire che non prova rimorso, forte dell'idea di averlo fatto per Cersei, e due dopo, con questo senso di vergogna implicita.
o almeno alcuna riflessione su questo gesto orrendo e vigliacco
Ecco, direi più che si tratta di una mancata elaborazione del suo atto che non di mancata consapevolezza a riguardo, come detto anche da JonSnow;. Spreca molti più pensieri per l'omicidio di Aerys perché lì c'erano di mezzo il suo onore di cavaliere e il giudizio di Ned Stark.
Dubito che il Jaime post-ASOS rifarebbe la stessa cosa nella stessa situazione, ma tengo anche conto del fatto che il Jaime post-ASOS è lo stesso che, per ottenere la resa di Riverrun, minaccia di mettere su una catapulta il neonato di Edmure e Roslin appena fosse stato partorito. La minaccia è vuota (la fa apposta perché, con la brutta fama che ha, Jaime sa di poter essere preso sul serio), ma nell'ipotesi che Edmure si fosse rifiutato avrebbe dovuto stare alla parola data.
E considerando come ragionano molti lord, non era nemmeno detto che Edmure si arrendesse.
(Mi viene in mente ser Rodrik durante l'assedio di Winterfell: carica nonostante Theon minacci di impiccare sua figlia. SER RODRIK, non Randyll Tarly o Tywin Lannister. Certo, la situazione è molto diversa: nel caso dei Tully arrendersi è la scelta più logica, mentre Cassel ha ogni probabilità di liberare Winterfell dagli ironborn).
You may dress an ironman in silks and velvets, teach him to read and write and give him books, instruct him in chivalry and courtesy and the mysteries of the Faith, but when you look into his eyes, the Sea will still be there, cold and grey and cruel.
Come hai sottolineato molto bene forse la cosa che mi causa proprio più irritazione è la forte ipocrisia: pensieri e pensieri su quanto sia stata ingiusta la nomea di Sterminatore di Re, sul fatto che il suo gesto sia stato liquidato subito come disonorevole, sul fatto che Stark fosse sostanzialmente un ingrato bigotto, e poi per Bran... francamente tre puntini di sospensione mi sembrano un po' poco come rimorso.
E ancora, è naturale che non vi sia elaborazione quando la consapevolezza è appena accennata.
Quanto ai senni di poi, il proverbio lo conosciamo tutti ^^" Ad ogni modo direi che l'esempio che hai citato non aiuti molto a nobilitare la figura di Jaime.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Ma perché deve necessariamente pentirsi?
Jaime è un personaggio interessante in quanto complesso, che si evolve nel tempo. Parte nero, poi mostra lati bianchi, è sfaccettato.
Tutto qua.
" Sono io la tempesta, mio lord. La prima tempesta e l'ultima "
Volevo essere il re del mare, ma all'anagrafe sbagliarono una lettera
Come hai sottolineato molto bene forse la cosa che mi causa proprio più irritazione è la forte ipocrisia: pensieri e pensieri su quanto sia stata ingiusta la nomea di Sterminatore di Re, sul fatto che il suo gesto sia stato liquidato subito come disonorevole, sul fatto che Stark fosse sostanzialmente un ingrato bigotto, e poi per Bran... francamente tre puntini di sospensione mi sembrano un po' poco come rimorso.
E ancora, è naturale che non vi sia elaborazione quando la consapevolezza è appena accennata.
Quanto ai senni di poi, il proverbio lo conosciamo tutti ^^" Ad ogni modo direi che l'esempio che hai citato non aiuti molto a nobilitare la figura di Jaime.
Bisognerebbe capire se la mancanza di elaborazione sia una volontà precisa di Martin, che segnerebbe quindi l'evento come poco importante per Jaime o se sia più un suo tralasciare per approfondire altre parti ed in questo caso Martin peccherebbe di superficialità. In ogni caso non si tratta di giungere ad un pentimento, quanto di affrontare la situazione donandole un ruolo più centrale nell'introspettiva e farvi, di conseguenza, i conti. Quanto accaduto con Bran è quasi minimizzato per Jaime, o per meglio dire, non è tra i suoi tarli principali. Pentimento o meno, dovrebbe esserlo.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Ad ogni modo direi che l'esempio che hai citato non aiuti molto a nobilitare la figura di Jaime.
Non volevo nobilitarlo, era una precisazione, era per dire che anche se vuole prendere una strada diversa rispetto a come si comportava in AGOT, rimane sempre un uomo di spada, e non mi aspetto che uno che minaccia di spedire neonati sulle catapulte si metta a riflettere su tutte le persone che ha storpiato e ucciso (d'altra parte, però, non me lo sarei aspettato nemmeno da Theon). Non penso che sia cambiato rispetto ad AGOT, solo che abbia preso altre decisioni e abbia realizzato delle cose che prima aveva imparato a vedere con maggior cinismo. Ciò che di buono c'era in lui c'è sempre stato, ciò che di male c'era in lui c'è ancora.
Per un personaggio così, tre puntini di sospensione sono un traguardo! Poi oh, ti dà fastidio l'incoerenza tra tutte le pare per Aerys e nessuna para per un bambino che quelle pare se le meritava, lo capisco.
Ma perché deve necessariamente pentirsi?
Jaime è un personaggio interessante in quanto complesso, che si evolve nel tempo. Parte nero, poi mostra lati bianchi, è sfaccettato.
Tutto qua.
La redenzione non è un processo obbligato, Jaime va preso per com'è e concordo. Qui si parlava di rimorso però, e di gusti personali sostanzialmente. Il problema di quando si giudica in base a gusti personali è che ci si aspetta che i personaggi annullino il proprio background e la propria personalità per venire incontro ai nostri desideri, capita anche a me coi Martell e con Jorah, ma ovviamente non succede.
You may dress an ironman in silks and velvets, teach him to read and write and give him books, instruct him in chivalry and courtesy and the mysteries of the Faith, but when you look into his eyes, the Sea will still be there, cold and grey and cruel.
E' la mancanza di raffronto che lascia un po' basiti. Eppure è un evento molto importante. In ogni caso credo che, implicitamente, abbia già pagato per il crimine, visto che ha perso quella stessa mano.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
@Euron Gioiagrigia Non discuto la qualità o il realismo del personaggio. In un'opera del genere è forse necessario avere un simile elemento. Il mio è un giudizio puramente personale forse nei confronti del Robert Baratheon persona. Oltre che la mancanza di decenza, sono molteplici le azioni che non gli perdono e che non mi fanno avere una buona opinione di lui. Ecco perché la sua morte non mi lascia alcun dispiacere, se non nella mancanza di equilibrio tra i regni che poi comporterà. Ciò che mi ha maggiormente disgustato è la vicenda di Aegon e Rhaenys, semplicemente perché si è comportato forse in modo peggiore di un Tywin, che almeno ha preso posizione sporcandosi indirettamente le mani, rendendosi responsabile di un crimine atroce, ma con coscienza. Robert è stato invece ipocrita, meschino, codardo e ha fatto finta di non vedere. Anzi, è stato ampiamente sollevato che quell'atrocità sia stata commessa e ne ha raccolto i benefici.
Rispondo un pò in ritardo ma l'ho visto solo ora. Sì, per quanto riguarda la faccenda dei figli di Rhaegar mi trovi d'accordo, si è comportato in maniera veramente disgustosa. Uno Stannis non l'avrebbe mai fatto, o almeno credo
Ciò però non toglie che nutra una simpatia irrazionale per Robert, forse dovuta al fatto che lo vediamo principalmente con gli occhi amichevoli di Ned. In effetti, fa pensare che appena il punto di vista cambia (Jaime, Cersei, Davos che sente parlare Stannis), l'immagine di Robert cambi anch'essa, e non in bene. In un certo senso, è un sintomo di quel relativismo che permea le cronache da ACOK in poi, ossia da quando le vicende diventano più complesse e i punti di vista non sono solo degli Stark. Certe certezze che il lettore si è costruito inconsciamente in AGOT vengono mano a mano smontate in ACOK, e in ASOS non vi sono già più riferimenti certi (facile che un fan degli Stark nel primo libro sia diventato fan di Jaime nel terzo).
Ma in realtà anche gli occhi di Ned Stark non sono poi così amorevoli verso Robert.
Ned prova sincero affetto per il Robert che fu, ma non mi sembra che straveda per il Robert del presente. Si pone sempre in maniera rispettosa perché è onorevole, è il suo re, e per l'affetto che fu. Ma è attraverso i suoi occhi che vediamo che cos'è oggi Robert e non è un bello spettacolo. In particolare, quando più avanti andrà alla ricerca dei figli di Robert, non esisterà a pensare che a differenza di Robert, Rhaegar non avrebbe mai frequentato bordelli.
Oltre ai motivi già elencati da JonSnow;, in particolare la vicenda dei figli di Rhaegar, che è ciò che fa allontanare anche Ned da KL (ovviamente ance per altri motivi...), trovo estremamente disgustoso Robert nel momento in cui ammetterà, più avanti, che avrebbe voluto abdicare per ritornare ad una vita di azione, ma non lo ha mai fatto perché sa che cosa sia Joffrey. Ciononostante, impone (perché un re non propone ma impone) a quello che dovrebbe essere il suo migliore amico di dare la propria figlia in moglie (o per meglio dire in pasto!) a quel soggetto. A ennesima riprova di superficialità e mediocrità, che bene o male è una costante dell'arco di Robert.
"And now at last it comes. You will give me the Ring freely! In place of the Dark Lord you will set up a Queen. And I shall not be dark, but beautiful and terrible as the Morning and the Night! Fair as the Sea and the Sun and the Snow upon the Mountain! Dreadful as the Storm and the Lightning! Stronger than the foundations of the earth. All shall love me and despair!”
She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.
“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”
***
"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor.
Non nego che la visione che Ned ha di Robert è comunque realistica visto che riconosce il declino del personaggio, ma rimane comunque carica di affetto, visto che sono cresciuti e hanno combattuto assieme. Quello che intendevo dire, è che è difficile vedere una simile emozione nei pov degli altri.
Senz'altro su questo siamo d'accordo.
Vado avanti con Catelyn II
Mi è piaciuta molto l'analisi fatta da JonSnow;. Riassume molto il mio pensiero. L'affetto e il rispetto che corre tra Ned e Cat sembra essere quasi un'unicità. Mi ha colpito molto quanto ancora tra la coppia aleggino i fantasmi del passato: Ned è tormentato dal pensiero del padre, del fratello e di Lyanna, Cat dalla madre di Jon e da Jon che è davanti a lei per ricordarle tutti i giorni che Ned le a mancato di rispetto. In particolare, Ned al pensiero di tornare a sud si sente perduto, purtroppo come qualcun altro ha già ricordato non ci risulta che abbia fatto dei piani per Jon, per cui, probabilmente, si sente combattuto tra l'onore di seguire la richiesta del proprio re e quello di tenere fede alla promessa fatta a Lyanna. Ed ecco che il pensiero corre a Brandon: lui avrebbe saputo cosa fare, lo sapeva sempre; tutto fu pensato per Brandon, Cat, Winterfell, tutto. A dire il vero, non si può dare ragione a Ned, perché Brandon con la sua impulsività non ha fatto una bella fine. Queste frasi di Ned però mi fanno pensare vagamente alle southern ambitions di Rickard. Il pensiero corre anche al padre, nell'esperienza di Ned, la scesa a sud non si accompagna a buoni presagi.
Dai fantasmi di Cat, possiamo evincere quanto forte fosse e sia l'amore di Ned per Lyanna e di conseguenza per Jon:
That was the only time in all that years that Ned had wver frightened her. "Never ask me about Jon", he said cold as ice "He is my blood, and that is all you need to know.
Whoever Jon's mother had been, Ned must have loved her fiercely, for nothing Catelyn said would persuade him to send the boy away.
Credo che la scelta di Ned di non informarla del segreto fosse giusta, Cat non mi sembra un personaggio che metterebbe in pericolo i propri figli per proteggere un nipote la cui esistenza possa essere considerata tradimento.
In questo capitolo si ha anche il primo riferimento molto blando alle vicende delle ToJ: a Winterfell girava la voce che Ned avesse sconfitto la spada dell'alba e si fosse recato a starfall per restituire la spada a Lady Ashara.
"And now at last it comes. You will give me the Ring freely! In place of the Dark Lord you will set up a Queen. And I shall not be dark, but beautiful and terrible as the Morning and the Night! Fair as the Sea and the Sun and the Snow upon the Mountain! Dreadful as the Storm and the Lightning! Stronger than the foundations of the earth. All shall love me and despair!”
She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.
“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”
***
"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor.
Arya II.
In questo caso, mi è piaciuto molto il parallelo fatto da Erodiade di Asshai tra le 2 sorelle. Sembra un dualismo che tende a ripetersi come quello tra Brandon-Ned, Cat-Lysa, Robb-Jon, Sansa-Arya, dove il fratello o la sorella maggiore sembrano aver ereditato le migliori qualità per la società del tempo, certo questo iniziale vantaggio non è detto che sia di buon auspicio a chi lo porta, anzi, ad un'osservazione più attenta lo svantaggio iniziale sembra portare a doti di maggiore scaltrezza.
Si delinea inoltre la vicinanza tra Jon e Arya, entrambi uniti dalla condizione di svantaggio che percepiscono.
In questi primi pov, vediamo Robb da punti di vista diversi da quello di Cat, da cui più avanti saremo soliti vederlo e ne esce un'idea di forza, ma, nel contempo, sembra anche molto più spensierato e probabilmente aveebo rispetto a Jon.
Intanto, si fa strada l'idea di quanto i Lannister siano pieni di sé, Cersei in particolare, tanto da far adottare a Joffrey, erede al trono, un sigillo che mette sullo stesso piano la discendenza dalla casa reale a quella dai Lannister.
Infine, ci sono i primi segnali dei legami tra la nuova generazione Stark e i propri metalupi:
[Jon] messed up her hair again and walked away from her, Ghost moving silently beside him. Nymeria started to follow too, then stopped and came back when she saw that Arya was not coming.
"And now at last it comes. You will give me the Ring freely! In place of the Dark Lord you will set up a Queen. And I shall not be dark, but beautiful and terrible as the Morning and the Night! Fair as the Sea and the Sun and the Snow upon the Mountain! Dreadful as the Storm and the Lightning! Stronger than the foundations of the earth. All shall love me and despair!”
She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.
“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”
***
"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor.
Terza settimana di rilettura. AGOT, Capitoli 9-12.
Tyrion.
Si ricomincia con gli strazianti ululati di Summer. Il più giovane dei fratelli Lannister esordisce in maniera decisamente positiva, nel suo primo POV, con una notte in bianco trascorsa fra i volumi della biblioteca di Grande Inverno. Altre considerazioni più o meno sparse:
1. «Tyrion Lannister e il sonno non erano mai stati in buoni rapporti.» Qui scappa un sorriso.
2. Poco dopo, abbiamo un confronto con il nipote Joffrey, della cui indole si era già intuito qualcosa nei capitoli di Arya e Jon. Ovviamente, il giovane Baratheon non smentisce le prime – pessime – impressioni. Assieme a Joffrey c'è Sandor Clegane, il Mastino. Di lui ricordiamo il confronto aspro con ser Rodrik. Deride Tyrion, che definisce il comportamento di Sandor una farsa a cui aveva fatto l'abitudine. In effetti, il comportamento di Clegane non sembra mirato a deridere la figura di Tyrion per il puro gusto di farlo, ma potremmo definirlo (forse anche in maniera un po' semplicistica) come il recitare la propria parte: in primo luogo, esso è funzionale al guadagnarsi le simpatie del giovane principe, e - in senso lato - potrebbe essere interpretato come un comportamento difensivo.
3. Joffrey ebbe quanto meno la buona grazia di arrossire, incassando la stoccata. In realtà, non posso fare a meno di domandarmi quanto, questo piccolo satanasso, fosse vittima delle circostanze. Certo, il ragazzo è insopportabile fin da subito. Forse però...
4. Passaggio introspettivo sul fratello Jaime: […] era stato l'unico a dimostrare nei suoi confronti una sia pur infinitesima misura di affetto, di rispetto. Per questo, Tyrion era disposto a perdonare tutto al fratello, o quasi tutto. A parte il quasi tutto finale, che quasi quasi sarebbe stato da mettere in grassetto, qui non c'è solo qualcosa di Tyrion. Qui troviamo una prima linea di demarcazione fra la Regina ed il Leone di Lannister.
5. A proposito di linee di demarcazione, potrebbero essere versati fiumi d'inchiostro su quelle fra Joffrey ed i suoi fratelli minori: da sottolineare il «Io non voglio che Brandon muoia» del piccolo Tommen, pur essendo stato battuto in "duello" dal giovane Stark, ed il gemito di sollievo di Myrcella, nell'udire lo zio riportare le previsioni ottimistiche di maestro Luwin su Bran.
6. «Giurerei che è quel suo lupo senza nome a tenerlo in vita.»
6-bis. Niente, mi andava semplicemente di riportare questa frase.
7. Scambio finale fra Tyrion e Jaime. A parte l'accento messo da GRRM sull'arguzia del Folletto, in rilettura m'ha colpito più che altro la figuraccia di Jaime nei confronti del fratello quando, riferendosi a Bran, parla di "essere grottesco". Soprattutto in considerazione del punto 4.
Jon.
Jon Snow sta per partire alla volta della Barriera, e dà gli ultimi saluti.
Apertura dal sapore amaro. Si comincia con il piccolo Brandon. Il dolore di una madre, quello di un fratello. Le parole al veleno di Catelyn, espressione di ferite mai del tutto rimarginate. Su tutto questo, soprattutto in rilettura, si avverte come un macigno il peso del silenzio di Eddard Stark sull'identità della madre di Jon.
In seconda battuta, tocca a Robb Stark, che già sembra cominciare a farsi carico delle responsabilità che un giorno ricadranno su di lui.
Certo, il:«Voi Stark siete duri da far fuori» detto da Jon, serve a ricordarci che lo scrittore è Tyrion Lannister.
Nelle scene con Arya, Jon Snow tira fuori un certo senso dell'umorismo (per la verità, si esalta anche con Robb, vedi sopra). Si tratta di un rapporto straordinario. L'ultima parte di questo capitolo mi riporta alla mente il progetto originario di ASOIAF.
Daenerys.
Due rapide premesse sulla Madre dei Draghi.
1) Considerando il suo punto di partenza, credo che la parabola di Daenerys da AGOT ad ADWD sia stata decisamente notevole. E credo anche che molte delle critiche più frequentemente mosse nei suoi confronti siano ingenerose.
2) Daenerys Targaryen è una rivoluzionaria. Solo che ancora non lo sa.
Altre considerazioni sul capitolo.
Ogni evento rilevante della vita di un uomo doveva accadere al cospetto del cielo, secondo il credo dothraki. Questo, tutto sommato, credo abbia una sua profondità.
«Io defeco sui presagi dothraki.» Alta citazione di Viserys, nel constatare la profondità del credo dothraki.
Alla fine della prima parte di questo capitolo, Daenerys osserva il fratello, e pensa: "I draghi sono finiti." Poco dopo, abbiamo un primo sogno di drago, di fronte al quale prova terrore. Curiosa poi, rispetto a queste due, la chiusura delle parti successive.
Il pensiero di chiusura della parte seguente:"Io sono il sangue del drago. Io sono Daenerys Targaryen, principessa della Roccia del Drago, nata dal sangue e dal seme di Aegon il Conquistatore." Ripeterà continuamente a se stessa di essere il "sangue del drago", per farsi coraggio nei momenti di paura (qui mi verrebbe da parafrasare Ned Stark...).
Bellissimo, il momento in cui cavalca la puledra dalla criniera argentea donatale da Khal Drogo. E per la prima volta da molte ore, cessò di avere paura. Forse, per la prima volta, cessò di avere paura in assoluto.
Poi, cavalcando con Drogo, ripete ancora una volta a se stessa di essere sangue del drago. E i draghi non hanno paura.
Eddard.
«Ti accenderò volentieri la torcia.» Un certo senso dell'umorismo l'ha anche lui.
In ogni caso, quando Ned Stark non vuol dire qualcosa, non c'è verso di farlo parlare.
Robert continua a dimostrare di essere un pessimo re. Inoltre, conferma di essere diventato un pessimo uomo (anche se, l'atteggiamento tenuto di fronte ai corpi dei figli di Rhaegar, non consente di darne un giudizio positivo nemmeno in riferimento al passato...).
In ogni caso, trovo straordinario il suo legame con Eddard. Soprattutto alla luce delle profonde differenze che intercorrono fra i due, spesso sfocianti in prese di posizione diametralmente opposte su temi molto spinosi.
Inoltre, in questo capitolo, si approfondiscono alcuni aspetti della Ribellione di Robert. Si toccano varie vicende: la morte di Lyanna ("Promettimi, Ned"), l'odio di Robert verso i Targaryen ("Ucciderò ogni Targaryen su cui riuscirò a mettere le mani […]"), la "conquista" di Approdo del Re ("Non c'è stato alcun onore in quella conquista").
Ricordo che più oltre, nella saga, Jaime Lannister si chiederà come mai la gente ricordasse soltanto il mantello bianco ma non l'armatura dorata. Ned Stark, in questo capitolo, li ricorda entrambi. Ma questo, ai suoi occhi, non vale né uno "sconto della pena", né, tanto meno, un'assoluzione. Il giudizio di Eddard non cambierà. Quello del lettore, invece, sarà quantomeno destinato a traballare.
La roboante risata di Robert, in risposta al racconto di Eddard sulla vicenda avvenuta nella Sala del Trono, non può che far perdere ulteriormente credibilità alla sua figura di monarca.
Scusate! Sono rimasta indietro. Dò un veloce commento a Bran II, prima di passare ai 4 capitoli di questa settimana:
Qua vediamo già il primo presagio del destino del caro povero Robb:
He thought Jon was angry at him. Jon seemed to be angry at everyone these days. Nran did not know why. He was going with uncle Ben to the wall, to join the Night's Watch. That was almost good as going south with the king. Robb was the one they were leaving behind, not Jon.
Ci mostrano inoltre il fascino che Jaime esercita anche su Bran, la maturità di Robb che va oltre le apparenze dell'aspetto di Jamie, ridimensionando lo stesso Jamie agli occhi di Bran. Di conseguenza, abbiamo un primo scorcio della decadenza della guardia reale: Boros e Meryn hanno un aspetto sinistro e poco cavalleresco, Jamie nonostante l'aspetto si è macchiato dell'uccisione di un re, su 4 nominati l'unico degno di stima sembra essere Ser Barristan, ciò che resta della guardia reale della vecchia generazione.
Dall'inizio dei POV, abbiamo la prima evidenza del sesto senso dei metalupi e di quanto questi animali si pongano verso gli Stark come una sorta di guida (si veda più avanti anche Ghost al momento della fuga di Jon). È interessante la considerazione che fa Jon Snow; su BR: un pensiero comune è che i metalupi siano stati inviati da lui agli Stark, ma perché Summer avrebbe dovuto mettere in guardia Bran dalla scalata che lo renderà il corvo a 3 occhi?
Quindi, chi ha mandato o da dove arrivano i metalupi? È solo il ritorno della magia come per i draghi?
Infine sui gemelli Lannister: Cersei è paranoica, sa che i fratelli di Robert stanno muovendosi contro di lei, Stannis era alla ricerca dei bastardi reali insieme a Jon Arryn, Renly trama coi Tyrell. Il fatto che la moglie di Arryn sia la sorella di Cat la porta a pensare che il trasferimento di Ned a sud come Hand sia un pericolo. In realtà, ha più ragione Jamie quando parla di onore e dovere, poi si, anche le indagini su Jon Arryn lo convincono ad accettare, ma Ned non parte certo con una macchinazione contro i Lannister.
Cersei ammette di non avere i favori di Robert, per questo teme macchinazioni ai suoi danni. Come ci fa notare Jamie, se Cersei fosse stata astuta come le piacerà pensare più avanti nei suoi pov, avrebbe puntato ai favori di Robert come obiettivo primario. Purtroppo si sopravvaluta, il suo acume è fortemente minato dal suo orgoglio. Quello che le ha impedito di seguire questo obiettivo più logico è il sapere Robert profondamente legato all'idealizzazione di Lyanna, come racconterà anche più tardi. E si fa strada l'idea dell'uccisione di Robert perché il trono passi a Joffrey, mettendo al sicuro il posto al sole dei Lannister, di Cersei in particolare.
Jamie inizialmente vedendo Bran cadere istintivamente sembra tentare di salvarlo. Cersei esprime il suo sconcerto. Jamie gli chiede quanti anni ha, dice a Cersei "the things I do for love" con disgusto e poi lo spinge.
Noi sappiamo che Jamie è un uomo d'azione e d'istinto, cresciuto da Tywin per essere lord di Casterly Rock, finché, a sorpresa, a 15 anni, non entra nella guardia reale. Quindi oltre ad essere uomo d'istinto e azione come è necessario che sia un cavaliere, combattente che abbia un minimo d'istinto di sopravvivenza, è anche un uomo a cui è stato inculcato il principio della famiglia e della sopravvivenza del casato e del suo potere, prima di tutto e a qualsiasi costo. Ed in questo contesto si inserisce l'azione di Jamie.
Il suo primo istinto sembra essere salvare Bran, la voce di Cersei lo riporta alla realtà, alle conseguenze che qiesto gesto potrebbe avere per i Lannister, per Cersei, che lui ama, e per sé stesso. Prende tempo e valuta la decisione velocemente, chiedendo a Bran quanti anni ha, la sua età può far trasparire un forte disgusto verso il gesto per prendere una vita così giovane ed una forte gravità dell'incesto tra i 2, che come sappiamo potrebbe condurre alla scoperta del fatto che i piccoli Baratheon, non sono figli di Robert.
Qua abbiamo un'anteprima del tormento tra i vari giuramenti a cui deve ottemperare un cavaliere/lord, quando questi sono portatori di interessi diversi e talvolta inconciliabili: difendi gli innocenti (Bran vs piccoli Baratheon).
È un dilemma che fregherà anche Ned a KL.
"And now at last it comes. You will give me the Ring freely! In place of the Dark Lord you will set up a Queen. And I shall not be dark, but beautiful and terrible as the Morning and the Night! Fair as the Sea and the Sun and the Snow upon the Mountain! Dreadful as the Storm and the Lightning! Stronger than the foundations of the earth. All shall love me and despair!”
She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.
“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”
***
"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor.
Tyrion
La simpatia del mastino la ricordavo. Le capacità educative di Tyrion anche. Avevo rimosso quelle profetiche del mastino. "il principe si ricorderà di questo".
La coerenza trasversale dei romanzi di Martin è lodevole.
Col sennò di poi, il legame tra le condizioni di Bran e la vicinanza di Estate è parecchio inquietante. Come lo è il paragone tra il sorriso del folletto ed il digrignare delle zanne di un metalupo.
Jon
Sempre mai una gioia, ha sempre facilmente l'empatia del lettore. Io a schiantarsi sulle pietre avrei preferito Cat.
Daenerys
Viserys pacato e arguto come sempre. Anche qua empatia facile.
Bel momento la prima cavalcata.
Ned
Il buon Ned che non è mai stato ragazzo...Wylla però mmmm. Il bigotto Ned, che non perde occasione di mostrarsi rigido, di corte vedute e poco lungimirante.
" Sono io la tempesta, mio lord. La prima tempesta e l'ultima "
Volevo essere il re del mare, ma all'anagrafe sbagliarono una lettera
Tyrion I
L'incapacità educativa di Cersei e Robert viene subito fuori da Joffrey: Joffrey si atteggia da bulletto viziato accogliendo la battuta in cui il mastino gli offre di silenziare Estate definitivamente, facendo le sue rimostranze al suggerimento di dare il proprio conforto agli Stark e minacciando Tyrion, che tenta di educarlo, di dire alla madre che lo ha schiaffeggiato.
Il mastino che conosce bene Joffrey avverte Tyrion che non se ne dimenticherà. Non si dimenticherà neanche di Arya e Nymeria...
Oltre a Jon, anche Tyrion si rivela un ottimo osservatore cogliendo la speranza di Cersei e Jaimie che Bran muoia. Ma anche riportando la connessione che sembra esserci tra Bran ed Estate. Ed infine beccando Jamie sulla vicenda Bran quando resta solo con lui.
Già in questo capitolo è espressa l'avversione di Joffrey e Cersei per i metalupi.
Jon II
È il capitolo in cui Jon dà l'addio a Winterfell. Qua si vede che la decisione di diventare un GdN o la caduta di Bran lo hanno fatto maturare: per la prima volta nella vita sfida Cat pur di salutare Bran ancora in coma.
La descrizione di Bran in coma è già un primo rimando al suo destino:
The flesh had all gone from him. His skin stretched tight over bones like sticks. Under the blanket, his legs bent in ways that made Jon sick. His eyes were sunken deep into black pits; open but they saw nothing. The fall had shrunken him somehow. He looked half a leaf, as if the first strong wind would carry him off to his grave.
E più avanti: fingers like bones of birds
Cat inizia a dare i primi segni di squilibrio, intanto: si incolpa per aver desiderato che Bran non partisse per KL ed assale Jon che tenta di consolarla.
Jon riconosce una maturazione in Robb: con la partenza del padre, lo stato della madre e la disgrazia di Bran, prende in mano la situazione e cerca di gestire il vuoto che si è creato.
Col senno di poi fa molta impressione Jon quando dice che il nero è sempre stato il suo colore: non c'è niente di più vero! È il colore dei Targaryen ed era il colore dell'armatura e della monta di Rhaegar, è il colore del lutto, per il padre morto prima della sua nascita e la madre morta nel darlo alla luce.
L'ultima persona che vuole salutare è Arya: per lei ha un regalo, Needle. È quindi, tra i fratelli, la persona che sente più vicina, come lui l'altra outsider della famiglia, a cui vuole rendere giustizia, dandole ciò che lui può avere senza training e ciò che lei non può. Uno dei motivi cge fanno sentire Jon e Arya così vicini credo proprio che sia il loro status di incompletezza, chi perché bastardo e chi perché femmina.
"And now at last it comes. You will give me the Ring freely! In place of the Dark Lord you will set up a Queen. And I shall not be dark, but beautiful and terrible as the Morning and the Night! Fair as the Sea and the Sun and the Snow upon the Mountain! Dreadful as the Storm and the Lightning! Stronger than the foundations of the earth. All shall love me and despair!”
She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.
“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”
***
"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor.
Tyrion:
Origini antiche. Forse quelle di un personaggio da vera Top 3, ben prima che finisse scavalcato (a buon ragione) da Stannis. C'è una sensazione totalmente diversa nell'affacciarsi a questo Tyrion. Forse, consapevoli della direzione sbieca in cui egli s'inoltrerà in futuro, c'è una certa nostalgia a dettare legge. Tuttavia, proprio in virtù di quel futuro che ad oggi è così lontano, c'è una percezione di originalità. E tale considerazione non vuol lasciar intendere che il Tyrion di ADWD non sia Tyrion, perché a meno di archi complessi sulla propria identità, ognuno è sé stesso anche e soprattutto quando cade. Mi riferisco, piuttosto, alla sagacia che dimostra già in AGOT. Al suo spirito ironico, alla verve. Ad un'intelligenza sempre rapida, in movimento. E' arguto, di pronta presa. Caratteristiche che col passare del tempo si affievoliranno inesorabilmente, ma che, ad ora presenti, lo rendono un unicum. Ovviamente, nel riprendere Joffrey, si viene a conoscenza con la prima contraddizione Lannister, i quali sinora sono presentati esclusivamente come dei nemici a sangue freddo. Con quel confronto ''educativo'' si prende invece piena conoscenza della diversità morale di Tyrion in confronto ai familiari, peculiarità già intuibile dallo scambio di parole con Jon.
Il Mastino, pur non compiendo nulla di grandioso, è risultato comunque esilarante nella sua parte. Per ora è comunque più dormiente rispetto al Clegane delle riflessioni filosofiche.
A tavola con i fratelli ritorna quel senso di ironica spietatezza con cui il folletto coglie ogni minima sfumatura. Ancor più interessante secondo me è il fatto che non si dissoci tanto per la propria etica o per valori differenti, quanto per il semplice gusto di andare nella direzione contraria rispetto ai suoi consanguinei. Solo per divertimento. Questo, pur mantenendo Tyrion tra i personaggi positivi, lo espone ad un interesse maggiore nella sua controversia e ne suggerisce un certo cinismo.
Jon
Proprio come dovrebbe essere. Ben lontano dallo stereotipo del giovane protagonista che, nonostante abbia subito le ire del mondo, si ritrova a sorridere e ad emanare positività, elargendola agli altri nel non arrendersi mai. Pur condividendo il tratto della non rassegnazione, Jon è completamente lontano da certi canoni. Sconforto, malinconia, senso di smarrimento. Sensazioni che emergono con forza e che rendono il suo percorso iniziale privo di futili pomposità. Tra l'altro Jon dimostra un legame con Bran di cui avevo solo vaghi ricordi. Un legame che, forse per la rivalità innata, ricordo assolutamente meno nei confronti di Robb, verso la cui perdita non accuserà particolari ripercussioni. Il confronto con Cat è stupendo, indice che ai tempi la penna di Martin fosse veramente senza perdono. Ho trovato particolarmente bello il fatto che Catelyn, pur odiando il figlio bastardo di suo marito, cominci a parlare con naturalezza, dandogli corda in un momento di totale irrequietudine. Forse, in tutto quel dolore, un dolore che l'ha spezzata quanto il figlio, ella riesce ad esentarsi per qualche istante dal bruciante odio che prova nei confronti di Jon, giungendo ad una lucidità temporanea che le esponesse quanto quest'odio fosse immeritato. Una lucidità da cui si scuote violentemente dinanzi all'assoluzione di Jon, per ritornare nella propria posizione. Mi è piaciuto moltissimo.
Forse troppo sbrigativo l'addio con Robb, soggetto speculare di ciò che egli stesso sarebbe potuto essere. Resto del parere che avremmo necessitato di più Robb in generale.
L'addio con Arya segna lo spartiacque del più bel legame di ASOIAF e lascia dietro di sé la famosa frase secondo cui diverse strade conducano spesso al medesimo castello. E' indicativo, comunque, che Jon le lasci una lama in dono. E' segno di estrema fiducia, di lungimiranza nel vedere in lei una certa capacità di responsabilità, nonostante sia praticamente solo una bambina. E forse è anche perché non la tratta poi molto da tale che lei lo adora.
Malinconia è la parola iniziale quanto quella finale. Forse, più di tutte, è la parola di Jon Snow in generale.
Daenerys
Tralasciando l'ilarità che suscita di continuo Viserys, è uno dei capitoli di trasformazione. Tutta la vulnerabilità e la fragilità di Daenerys smettono di essere l'epicentro della sua intimità e divengono solo un passaggio temporaneo, un'esibizione necessaria per rendere la sua maturazione e il suo cambiamento ancor più ridondanti. E' una delle prime prese di consapevolezza, un richiamo al suo sangue, alla sua identità completa. Per quanto non odi il fratello e provi pena per lui, ella non ha fiducia né in Viserys né nel futuro. E' inizialmente una fanciulla con un nome di cui non ha totale coscienza e a cui non appartiene. I sogni di Drago di questo capitolo li intendo appunto come uno dei primi richiami a sé stessa, che poi muteranno nel famoso mantra d'incoraggiamento ''Io sono il Sangue di Drago''.
Intravedo e avverto una cura maniacale da parte di Martin nel costruire Daenerys e il suo percorso. C'è una minuziosità, perlomeno in quest'occasione, che con altri capitoli riguardanti soggetti diversi non è colta.
Abbiamo modo di esplorare la rozzezza e la barbarie dei Dothraki, il viscidume di Illyrio, la pochezza di Jorah. Il passaggio della cavalla è segno di spensieratezza e libertà, ma soprattutto di purezza. Ella deve apparire tale.
Il rapporto finale con Drogo rappresenta appunto l'apice di questa preparazione. Il primo addio alla ragazzina Dany in favore della giovane donna Daenerys. Per quanto la metà finale del capitolo possa essere intesa come romantica e afferente ad un dualismo, in realtà è l'ascesa di un solo ego, che diviene consapevole di sé.
Eddard
Tutto l'onore e la rispettabilità di Ned a confronto con il lordume e la cloaca di inerzia e marcio che è Robert Baratheon. Il capitolo, più per la differenza di vedute e la questione morale, è affascinante per i corposi retroscena sulla Ribellione. Nessun cenno all'odio di Ned per Rhaegar, altro materiale per la R+L=J con i promettimi Ned che, diciamolo, non potevano andare che in una direzione. Purtroppo non ce la faccio proprio per niente ad avere anche un minimo di empatia per il Re corrente. E', per me, ingiustificabile. Emblematico che Ned gli dica ''Tu non sei Tywin Lannister che stermina innocenti''. Ecco, è in questo, secondo me, che Ned un po' pecca a livello mentale. Ned non è stupido, è solo vittima della propria etica. Con quella frase cerca di autoconvincersi egli stesso che Robert non possa essere capace di simili atrocità e con questa convinzione impostasi da solo si allontana dalla realtà. In verità trovo che Robert ne sia assolutamente capace, com'è centrale la sua inclinazione allo sterminio e la sua totale mancanza di vergogna quando si tratta di infanticidio. E' preda di una mentalità fradicia e retriva e trova il suo vantaggio nel fatto che Ned viva nel passato quasi quanto lui, non volendo affrontare ciò che è adesso, una versione più pigra e ancor più indecente dell'uomo già immorale che fu.
Assolutamente riprovevole, poi, la sua inerzia e totale indifferenza verso il regno che si ritrova a governare, rendendosi nient'altro che un servo della famiglia di sua moglie e completamente distante dai suoi doveri. Come lo è anche dalla famiglia, visto che al nome di Stannis non batte ciglio in quel senso. La risata di fronte ad un atto serio come quelli di Jaime, che ha colpito la morale del suo migliore amico nel profondo, è l'ennesimo affronto alla decenza ed una mancanza di rispetto completa verso Ned, con cui concordo quando considera il trono lordato da Robert.
Quindi in definitiva... Sì, Stannis è l'unico Baratheon degno.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.