Sharingan ma non è proprio così, capisco la tua disamina, non la voglio osteggiare, sia chiaro.

Il bicchiere mezzo vuoto era già tale ancor prima di provare a farlo passare, però, secondo me.

In quasi tutti i paesi(diciamo "civili") è entrato in vigore esplicitamente il matrimonio omosessuale, in altri ci sono già le unioni civili, in tanti paesi le coppie omo e pure i singoli possono adottare.

Sarà anche relativamente recente, seppure la storia dei riconoscimenti dei diritti lgbt ha già una trentina di anni, ma in Italia abbiamo la classica legge che non dichiara nulla di chiaro(scusa la ripetizione) e definitivo, e preclude con ostinazione, aggiungerei, a certi diritti che riguardano la parità di considerazione di ogni essere umano.

Si, è un passo avanti, ma si stava per farne uno migliore solo una settimana fa, precluso dai soliti giochi prettamente politici, che nulla hanno a che fare coi contenuti di quanto veniva proposto.

L'Europa non è che ci ha messo "fretta" così tanto per.

Che ne pensate del caso Vendola e della polemica scoppiata a riguardo?

Qui parliamo espressamente di madre surrogata e utero in affitto.

Il seme è quello del compagno di Vendola, e addirittura l'ovocita non proviene dalla stessa donna che ha poi condotto la gravidanza.

Dal punto di vista personale e umano sono assolutamente schierato a favore di Vendola, tuttavia mi è sorto un pensiero riguardante il ruolo politico e istituzionale della persona.

Non c'è reato, sia chiaro, ma di fatto Vendola e il compagno hanno scelto di non sottoporsi alla legge italiana.

Vendola è un uomo politico, e come tale dovrebbe essere un custode delle istituzioni, a costo di avere più freni e limitazioni rispetto ad un normale cittadino.

Il messaggio che passa è invece che una legge si può aggirare (nuovamenete, specifico aggirare e non violare) quando la si ritiene ingiusta... o per lo meno, a me questa sensazione è venuta.

Ora, non voglio paragonare la genitorialità e l'avere un bambino con argomenti molto più materiali e prosaici, ma il caso di Vendola non è un po' assimilabile a quello di un qualsiasi industrialotto che porta i capitali o la sede dell'azienda all'estero perché la legislazione locale gli permette di pagare meno tasse?

Certo, nel caso dell'industrialotto di cui sopra il fatto di pagare le tasse all'estero, pur magari in modo legale, comporta un "danno" alla collettività in termini di tasse non pagate, danno alla collettività che nel caso di Vendola non esiste. Tuttavia la questione di principio secondo cui una legge va rispettata anche se la si ritiene ingiusta resta.

E Vendola, come dicevo, non è un cittadino qualsiasi, ma un politico, ovvero una persona che si è presa l'impegno di rappresentare il nostro Paese.

Sinceramente fatico a farmi un'idea chiara in merito, e l'episodio mi solleva tanti interrogativi.

Voi che ne pensate?

Una questione delicata.

Forse, avrei preferito che Vendola facesse qualche dichiarazione a favore di un cambiamento necessario, da regilamentare in Italia.

Personalmente non ricorrerei mai alla fecondazione assistita, utero in affitto o similarie, per una questione fià spiegata qualche intervento fa da Ashara.

Ma questo è campo prettamente personale, e anzi, dovessi votare, lo farei sempre a favore della libertà di scelta.

Trovo che, tra l'altro, questo gesto, proprio come sta già succedendo, giustifichi reazioni basate sul dubbio e sull'inganno del decreto, che la destra porta avanti come cavallo di battaglia.

Inoltre non posso fare a meno di pensare che... se hai potere e possibilità, non sei uguale agli altri, i quali dovranno sottostare alle leggi senza poterle aggirare.

Aggirare leggi è lo sport preferito italiano.

Vendola resta col mio rispetto, nella fattispecie, sia chiaro, ma mi pongo domande praticamente identiche alle tue, Beric.

Non so... del resto adottare non avrebbe potuto... e questo è un altro paradosso(sempre che ne avesse volontà ovvio), cioè, credo che economicamente e culturalmente uno come Nicki Vendola possa essere un ottimo candidato(anche da solo) per l'adozione di un minore.

Ma questo è altro discorso... anche se mi vien naturale collegarlo.

In ogni caso spero che sia felice il figlio, i genitori e le persone a loro vicine. In fondo è la cosa che più conta in assoluto.

Magari tra qualche anno sarà un esempio da "sbattere" in faccia ai bigotti ed ai "naturisti"!

Non che debba essere questo il "ruolo" della loro famiglia(che è semplicemente quello di ogni famiglia), ma casomai ben venga ecco.

Le persone si rispettano e trovo disgustose polemiche e strumentalizzazioni attorno alla nascita di un bambino, che, comunque la si pensi e quanto meno nel caso specifico, dovrebbe essere una festa :)

Detto questo, a me non piace l'idea di considerare la nascita di un bambino un diritto dei genitori, e questo mi porta ad interrogarmi sulla vicenda, anche a monte delle considerazioni fatte da Beric rispetto al ruolo politico di Vendola, che pure ci stanno.

Per la legge italiana il bambino è quindi figlio del compagno di Vendola e basta, o sbaglio?

Boh

Biologicamente e' figlio solo del compagno di Vendola. Poi bisogna vedere come funziona la paternita' nella legislazione del paese dove e' nato.

Comunque, ammesso che sia giuridicamente figlio del compagno di Vendola, lui potrebbe scegliere di chiederne l'adozione all'estero... e qualora gli fosse concessa, in Italia si tratterebbe di riconoscere o meno una sentenza straniera.

Oppure, chiede l'adozione in Italia. L'adozione normale e' senz'altro riservata a coppie etero, ma l'adozione in casi speciali (di cui la stepchild e' un tipo) potrebbe anche essere riconosciuta da un Tribunale per i minori - non ho approfondito ma ho letto che ci siano dei precedenti.

Polemica ridicola ed inutile.

Personalmente comunque, non ci trovo nulla di male, se le istituzioni non tutelano i tuoi diritti e riesci a realizzare un desiderio o un progetto con le tue gambe, va e fallo. Non mi pare abbia violato leggi o recato danno a nessuno.

Riguardo gli interrogativi che Beric e Hack si pongono... io non me li pongo.

È un discorso per certi versi assimilabile alla possibilità di avere un'istruzione o una sanità privata migliore di quella pubblica in Italia o all'estero. Tutti cittadini uguali, stesse tasse e stesse leggi, non sarebbe immorale ottenere servizi migliori se si è più facoltosi? Parliamo sempre di servizi statali. Parliamo sempre di diritti uguali per tutti ma non alla portata di tutti.

Per me il livello di indignazione è lo stesso, nel senso che lo trovo poco equo, ma attualmente ineccepibile.

Ora, non voglio paragonare la genitorialità e l'avere un bambino con argomenti molto più materiali e prosaici, ma il caso di Vendola non è un po' assimilabile a quello di un qualsiasi industrialotto che porta i capitali o la sede dell'azienda all'estero perché la legislazione locale gli permette di pagare meno tasse?

Certo, nel caso dell'industrialotto di cui sopra il fatto di pagare le tasse all'estero, pur magari in modo legale, comporta un "danno" alla collettività in termini di tasse non pagate, danno alla collettività che nel caso di Vendola non esiste. Tuttavia la questione di principio secondo cui una legge va rispettata anche se la si ritiene ingiusta resta.

E Vendola, come dicevo, non è un cittadino qualsiasi, ma un politico, ovvero una persona che si è presa l'impegno di rappresentare il nostro Paese.

Vendola è un uomo politico, ma non più un uomo delle istituzioni, da quel che mi risulta. Quindi non ha più l'obbligo o il dovere di rappresentare lo Stato, ma solo di svolgere la sua funzione di politico con onestà e competenza. Il discorso che fai tu sarebbe valido se parlassimo della Boschi, di Renzi, di Grasso o di Alfano. Senza contare che per quanto mi riguarda (credo di aver citato Rosa Parks qualche decina di volte su questo forum) disobbedire ad una legge ignominosa lo considero un atto meritorio, non esecrabile, e posso solo augurarmi che a seguire l'esempio di Vendola e a disobbedire alla disgustosa legge italiana siano quanti più cittadini possbile.

La notizia pone una diversa questione, che a mio avviso è fondamentale (e mi dispiace che il buon Vendola non abbia pensato di spenderci due parole): andare all'estero, rivolgersi ad un centro che si occupa di fecondazione assistita, trovare una mamma donatrice, occuparsi delle spese legali e burocratiche.....costa. Chi ha impedito l'approvazione della legge in Italia forse non si rende conto del fatto che non ha impedito in assoluto la pratica dell'utero in affitto, nè della fecondazione assistita nè dell'adozione per le coppie omosessuali; ha semplicemente reso possibile queste pratiche solo a chi ha i soldi per potersele permettere andando all'estero. E un mondo in cui l'accesso a determinati diritti avviene per censo è un mondo parecchio schifoso in cui vivere.

Precisamente Joramun, quello che non mi piace e che mi perplime, non riguarda Vendola persona e nemmeno politico, ma "rappresentante" di una tipologia di persone, cosiddette "più possibilitate a fare" di tante altre.

Non mi piace, è l'affermazione della disuguaglianza delle persone, e non riguarda in alcun modo una qualsivoglia meritocrazia.

Non c'entra quindi Vendola in se, poteva essere chiunque, il mio "cruccio" riguarderebbe sempre il "c'è chi può e chi non può", quando sarebbe giusto che tutti avessero stesso diritto e stessa opportunità.

Detto questo mi fa ribrezzo quello che stanno dicendo a Vendola in questi giorni!

Ma diventare padre è un diritto?

Ma diventare padre è un diritto?

Considerata la tecnologia che già in altri campi consente di aggirare i vincoli di natura, l'impossibilità biologica a procreare deve essere un criterio di cui tenere conto nella determinazione di un eventuale diritto all'essere genitori?

É una scelta di vita.

Dal momento che si sceglie di diventarlo, dovrebbe essere garantita la possibilità di esserlo, tutti con i medesimi diritti, e doveri derivanti.

Diventare genitore credo non sia né un diritto né un dovere.

Se è possibile diventarlo e qualcuno lo desidera non vedo dove sia il problema.

Certo, però accade anche che si facciano leggi per non far essere genitore un determinato genere di persone, ritenuto evidentemente non adatto.

E queste persone di conseguenza, nonostante il desiderio di voler essere genitore (perché pure la domanda: "ma diventare madre è un diritto?" deve essere presa in considerazione allo stesso modo), non può diventarlo.

Salvo poter aggirare la legge.

Genitori di varie serie e classi.

That's umanity...

senza entrare nel merito (giusto-sbagliato), vorrei far notare che la questione non è così semplice.

nel senso che se ad un ordinamento (un complesso di leggi e di diritti) si chiede di essere coerente e "non discriminatorio" non solo al suo interno, ma addirittura rispetto ad ordinamenti diversi... beh imho gli si chiede troppo. Diventa un qualcosa di veramente impossibile da ottenere.

In Italia si è deciso che la cosa X non si può fare, in quanto contrario a opinabilissimi principi etici e morali, e per legge nessuno la può fare. Giusto o sbagliato che sia, sotto il profilo della coerenza e dell'uguaglianza più di questo l'ordinamento italiano non può fare.

Se poi i ricconi (eroi dei diritti civili o furbetti che siano) vanno all'estero per fare la cosa X, beh, è qualcosa che non si può mica controllare...

In Italia, per esempio, il sesso con i minori di anni 16 è vietato (o 14, ma il senso è lo stesso). Per opinabili motivi etico-morali. Norma forse un pochino desueta e soglia che forse non tiene proprio conto della realtà dei fatti, ma tant'è. E sei io con il mio pacco di dollaroni lieto lieto me ne vado in qualche paradiso sessuale tropicale dove mi stendono tappeti rossi e mi riempiono di 15enni la camera d'albergo? I diritti dei poveracci che vorrebbero divertirsi come me ma sono costretti a restare in Italia sono lesi? L'ordinamento italiano può essere accusato di incoerenza?

Sì ok, ci sono le norme internazionali, l'UE bla bla... ma sono cose ancora abbastanza "fumose", in divenire. Finché i "diritti del cittadino del mondo" (o dell'Europa) non saranno definiti in modo chiaro, in questi settori un po' border-line è ingiusto accusare l'Italia di discriminazione o che.