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Sfida Letteraria
di Lady Monica
creato il 04 gennaio 2015

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Lady Monica
Pasticcera Reale della Barriera
Guardiani della Notte
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Lady Monica
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Guardiani della Notte

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Inviato il 29 aprile 2015 11:35 Autore

Un libro di Racconti

 

https://scontent-vie.xx.fbcdn.net/hphotos-xfa1/v/t1.0-9/15528_10206490003912730_4414911910115003304_n.jpg?oh=0b555687b0c0b8f9a07babb2a4f69e2f&oe=55D5B37D

Una raccolta di racconti d'amore con finali tragici, scelti, lo ammetto, perchè di una mia amica.
Si capisce che Cristel le parole le sa usare bene: si leggono velocemente, sono scorrevoli, forse un po' troppo semplicistici a volte.
sono dell'idea che vanno letti solo se si è di umore uggioso: siccome sto vivendo un periodo particolarmente tranquillo, mi hanno lasciato addosso un po' troppa di sofferenza e una parte di fastidio dovuta alla scelta tragica di ogni racconto.
comunque una buona prima prova e attendiamo che arrivi il romanzo vero e proprio.

voto. 7/10


È Frittella il nostro Re

Fa i pasticci, fa i bignè 

Io ne mangio pure tre

È Frittella il nostro Re!!! 

 

 

You're mine. Mine, as I'm yours. And if we die, we die. All men must die, Jon Snow. But first we'll live.

 

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La cosa bella di essere guardiani? l'affetto con cui veniamo ripagati, ma anche il rispetto, la riconoscenza. E' un impegno che dà molto onore e tanta gloria (Cit @Maya )

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Paige91
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Inviato il 30 aprile 2015 21:45

fine mese, aggiorno la lista :D

 

un libro con più di 500 pagine

La ruota del tempo 3 Il drago rinato

Sto amando questa saga libro dopo libro..Grazie Gil Galad ;) se non vi scoraggia la mole (sono 14 libri) vi consiglio di fare un tentativo

voto 5/5

 

un libro che vi ha fatto piangere

il sopracitato Shadowhunters le origini la principessa

voto 4,5/5

 

un libro scritto da qualcuno sotto i 30 anni

penso che valga la data di pubblicazione no? Non quando l'ho letto io ^^ Alla pubblicazione l'autrice ne aveva 29

Il cerchio si è chiuso (trilogia dell'averon 1) di Loredana la Puma

Letto tramite catena, è un urban fantasy ambientato in italia, a Palermo per la precisione. Mi incuriosiva molto questo fatto dell'ambientazione, non sapevo cosa aspettarmi e sinceramente l'idea mi faceva un effetto un po' strano XD Invece mi sono abituata subito, anche ai nomi italiani. La scrittura è fluida e la trama intrigante, ci sono momenti in cui è davvero difficile smettere.

voto 4/5

 

un'opera teatrale

la tempesta di Shakespeare

mi è piaciuta, sto anche cercando una versione da vedere ma per ora non ho trovato niente che mi ispiri..vorrei qualcosa di fedele, non rimaneggiato XD


Comitato L'Allegra Compagnia di Frittella Dolci e Affini: Paige91 Guardia della Glassa Reale

Comitato F. F. C. (Folletto Fan Club) ---- C.P.J.L."Comitato Pro Jaime Lannister" --- Membro del Comitato Pro Jon Snow

Membro del M.T.P.S, ovvero "Margaery Tyrell Porta Sfiga" ---- Membro del Comitato di protesta G.M.A.C (George Martin arrichisce i cimiteri)

Comitato W.F.D.M "Walder Frey deve morire (possibilmente nel crollo delle sue torri) --- Membro di S.R.D.N: "Stark re del nord" --- S.M.B. "Gli starkiani del Mulino Bianco"

Membro del C. A. T. A. J. Chi Accidentaccio è Talisa? Aridateci Jeyne! --- R.F.D.M.C.C.V. - Rhaegar fai di me ciò che vuoi!

Membro del Comitato "In cucina con Hobb Tre Dita" ---- Membro del Comitato anti-Penny C.A.P. "Buttiamola ai pesci"

Membro Onorario del T.B.D.F. "Team Baciate Dal Fuoco" ---- Membro del D.F.N.B.L "Datte foco non bruciare i libri"

Comitato di T+S Tyrion+Sansa (possibilmente a regnare su Castel Granito) --- CPML - comitato pro metalupi e lupi --- Comitato Pro Draghi

Membro del C.C.E.D.V.R (Comitato contro l'estinzione delle Vipere Rosse) --- Membro del Comitato ISCOM: "Io Sto Con Oberyn Martell!!"

R.S.E. "Reading, sleeping, eating" ------ Comitato ETST : "Edd Tollet seppellirà tutti!!" ---- Membro di di O.S.B.: "Orbi Sulla Barriera"

Sansa - Jaime - Theon Sacra Triade del C.A.P.C.E.I.C.E. (Comitato Ammiratori Personaggi Complessi Ed In Continua Evoluzione)

Comitato Regala una famiglia a Jon Snow E poi gli ho detto "Jon, al mio ritorno, parleremo di tua madre." "E chi era sua madre?" "Boh, non me lo ricordo più neanche io."

CCEM- Comitato contro l'estinzione dei metalupi - B.S.I.N.D.R - Basta Storpiare Il Nome di Rhaegar (perché ogni volta che accade un piccolo drago muore nelle lande del  Fantasy)

E.S.S.S. Eddard Stark Santo Subito in memoria del grande Eddard Stark padre, marito, fratello, amico e lord esemplare

Gemellato con

R.S.S.S. Robb Stark Santo Subito in memoria dell'unico King in The North

Fondatrice del comitato S.F.C. (Sandor Fan Club)


Seija
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Inviato il 02 maggio 2015 11:41

Un libro ambientato nel futuro.

 

"L'uomo nel labirinto" di Robert Silverberg.

 

Giocare con il mito per reinventarlo in un contesto fantascientifico è un'attività che ha affascinato più di un autore. Il più noto al pubblico è sicuramente Dan Simmons con il suo "Illium", ma va ricordato anche Roger Zelazny con "Io, Nomikos, l'immortale", Frank Herbert che nella sua saga di "Dune"si serve del dramma greco della casa degli Atreidi, oltre che un paio di memorabili puntate della serie "Star Trek".

Molto meno noto questo libro di Silverberg, autore che pure con la sua prolificita' ha da sempre fatto parte degli scaffali di fantascienza di ogni libreria.

"L'uomo nel labirinto"fu pubblicato nel 1968 e l'Editore Fazi lo ha ripubblicato una quarantina di anni dopo. Questa nuova edizione si fregia della traduzione di Riccardo Valla e di un'acuta introduzione di Neil Gaiman.

La trama è l'esplicita trasposizione del mito-ripreso dall'omonima tragedia di Sofocle-di Filottete, eroe greco che per caso viene affetto da una ferita inguaribile dalla quale emana una terribile puzza. Il fetore è tale che i suoi compagni lo esiliano sull'isola di Lemno, fin quando 10 anni dopo nel corso della guerra di T r o i a una spedizione è inviata a recuperarlo in quanto una profezia sostiene che T r o i a non cadrà finché l'eroe esiliato non tornerà a combattere. Potrebbe quindi sembrare un banale esercizio di fantasia (nemmeno tanta fantasia a dirla tutta)quello di Silverberg, che trasforma Filottete nell'eroico e arrogante Dick Muller, affetto in questo caso da una ferita dell'anima che lo rende inavvicinabile agli uomini.

Analogamente , una missione guidata da colui che gli suggerisce l'esilio-lo scaltro Charles Boardman-viene inviata su Lemnos perché solo Muller potrà porre fine alla guerra che si profila disastrosa per l'umanità contro una razza superiore proveniente da un'altra galassia. Ma viceversa Silverberg attualizza il mito con quell'unica trovata che si discosta dall'originale:la ferita interiore. Muller non puzza fisicamente, ma è stato trasformato durante la sua visita a una razza aliena incapace di comunicare con lui:modificando il proprio sistema neurale, gli alieni hanno fatto sì che dall'anima di Muller promani un'incessante cascata di sentimenti provenienti dal suo inconscio e che questi sentimenti siano pienamente percepibili da chiunque lo avvicini. Tuttavia , l'inconscio di Muller si rivela drammaticamente negativo come forse tutti gli inconsci umani, un insieme devastante di frustrazioni, delusioni, odi rancori e rimpianti che la coscienza umana di chi gli sta intorno non riesce a sopportare. Perciò, Muller sceglie l'autoesilio.

Si realizza con "L'uomo nel labirinto"un ronanzo godibile su più livelli.Quello dell'avventuroso tentativo di Boardman e del suo giovane collega per superare le insidie del labirinto omicida e giungere dall'eremita Muller;quello della space-opera ad ampio respiro che descrive antiche civiltà estinte e potenti razze pronte all'espansione;e infine soprattutto quello della riflessione filosofica. Il dramma dell'incomunicabilita'viene qui esplicitato al suo massimo grado, un pessimismo cosmico di leopardiana memoria è ciò che resta al termine della storia e la grande eredità del mito greco è quella hybris di cui Muller afferma a ragione di essere stato vittima:la tracotanza, la convinzione di poter diventare un dio, che la fama sulla terra porta agli uomini di valore e che il fato del cielo distrugge al momento opportuno, ricordandoci che siamo tutti eremiti all'interno di un labirinto impenetrabile al resto del mondo.



Seija
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Inviato il 04 maggio 2015 11:40

Un libro scritto originalmente in un'altra lingua.

 

"Fiorello, requiem para un perro"di Carlo Coccioli.

 

"Requiem per un cane" fu pubblicato originariamente a Città del Messico nel 1973. Si dice che Coccioli lo aveva scritto dietro consiglio del suo psicanalista: e infatti soltanto dopo la pubblicazione di queste pagine dolenti e profonde , l'autore di "Il cielo e la terra",di"Manuel il Messicano",e di altri impegnatissimi libri, riprendeva certo gusto alla vita con l'aiuto di un altro cane, Fiorino, cui più tardi, forse per evitare il rischio dell'esclusività in amore, si è aggiunto Oliver.

"Fiorello, requiem per un cane " è un libro che Coccioli definisce"fatto d'aria",ma in realtà è fatto di pensieri, appunti riflessioni, immagini, interrogativi, brevi racconti...Un libro del lutto, ma lieve e delicato.

Un libro-atto d'amore verso chi ha saputo ridare colori brillanti ad un mondo che era diventato scialbo.

La morte del cane Fiorello-nome con cui l'autore voleva evocare quella sua Firenze paradiso perso-diventa così occasione per ripensare ai 15 anni trascorsi insieme, dal momento in cui il cucciolo con le sue frenesie e le sue dolcezze lo obbligo' ad uscire dai palazzi di bruma e di angoscia in cui abitava, fino alle prime dichiarazioni di guerra-una guerra portata avanti senza esclusione di colpi-ad Adelaide, la donna incaricata delle faccende domestiche.

Di viaggi in Europa, ai soggiorni a Firenze e in campagna-tutti luoghi visitati insieme, le stagioni trascorse, i paesaggi vissuti nei loro colori e profumi...

Da Paloma, la cagna cieca cui l'autore volle regalare una settimana d'amore perché ne serbasse ricordo prima della morte, alle dispute-fatte di furia e complicità-tra lui e quel compagno nel quale vedeva la stessa innocenza e la perfetta vulnerabilità dei bambini.

La rievocazione a tratti diventa dialogo-quasi a voler continuare un discorso solo temporaneamente interrotto-,diventa elegia, diventa accorato interrogativo senza risposta.

E la scrittura di Coccioli-autore che meriterebbe di essere ripubblicato dall'editoria- ha in se'una forte carica emotiva e risulta piena, elegante, con cadenze barocche e la frequente comparazione di termini italiani e spagnoli, per sottolineare sottili sfumature che differenziano il significato di certe parole.

Un libro non per tutti, ma che certamente piacerà a chi ama o ha amato un cane. A chi ama o ha amato, e basta!



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Inviato il 10 maggio 2015 22:46

Un libro di un autore che non hai mai letto.

 

"Lo scudo di Talos"di Valerio Massimo Manfredi.

 

"Nel pieno della bufera si dimentica che esiste il sole e si teme che le tenebre domineranno il mondo, ma il sole continua a splendere sopra le nubi nere e prima o poi i suoi raggi si aprono un varco per riportare la luce e la vita".

 

Le vicende, che occupano un ampio spazio temporale(dalla prima guerra persiana del 492-490 a.C. alla rivolta degli Iloti spartani del 464 a. C.),di questo personaggio complesso, malinconico e travagliato tra due nomi, due vite, tra il Lupo di Messenia e il Dragone di Sparta vengono suddivise in due parti.

Nella prima parte la trama è piatta, priva di colpi di scena e priva anche di originalità. Manfredi utilizza l'arcinota storiella del bambino nobile abbandonato che, dopo essere stato spesso in competizione con i membri della sua famiglia originaria senza saperlo, scopre nel posto sbagliato e al momento sbagliato le sue origini.

Kleidemas, figlio del nobile spartiata Aristarchos, poiché nato con un piede rattappito e quindi, secondo le dure e crudeli leggi di Sparta, destinato alla morte, una sera tempestosa viene abbandonato sul monte Taigeto in balia dei lupi. Tuttavia un pastore ilota(che si rivelerà essere molto di piu'),Kritolaos, lo trova e decide di prenderlo con sé affidandolo alle cure di sua figlia sterile e dandogli il nome di Talos, potente e leggendario gigante che aveva il suo punto debole nel piede.

Crescendo, Talos viene a scoprire l'amore per mezzo della bellissima contadina Antinea e un mondo nuovo e magico: quello degli spartiati che sotto le loro armature di bronzo onorano la loro patria guerreggiando duramente.Allora Kritolaos mostra al giovane delle armi segrete e gli insegna ad usarle per liberare in futuro gli Iloti dalla schiavitù.

Intanto è scoppiata una terribile guerra contro il Re della Persia, Serse, e allora alcuni Spartani, compresi il padre e il fratello di di Talos Brithos(con cui aveva avuto da giovane delle risse e degli scontri) lo sceglie come assistente per le Termopili, dove i 300 spartani inviati verranno tutti massacrati ad eccezione di Talos, di suo fratello e di un altro guerriero incaricati di recapitare a Sparta un messaggio del Re Leonidas.

La seconda parte è decisamente più bella , più emozionante e più ricca di avventura e pathos.

Talos/Kleidemas inizia a fare rocamboleschi viaggi in Asia e in terre fantastiche per assecondare il piano(mal riuscito)di alleanza con la Persia del re Pausania(che Manfredi riscatta dal giudizio generale di traditore di Sparta)ma Talos si salva e riesce a ritornare nella sua città natia, diventata sempre più dispotica e corrotta, dove capeggia, dopo aver risolto i misteri che riguardavano la sua famiglia, una rivolta degli Iloti, ma al giovane figlio di Sparta e allo stesso tempo condottiero e guida degli Iloti aspetta una fine che lascia un sapore dolce-amaro.

Manfredi, con il suo stile rapido, incalzante e travolgente, riesce ad accompagnare il lettore in un meraviglioso viaggio nel tempo conducendoci in luoghi fantastici come la dorata Cipro, dove regna il profumo di ginestra, o tra le dune e le tempeste del deserto asiatico o ancora nello sfarzo ostentato delle regge persiane, senza mai essere prolisso o scontato. Riesce nell'ardua impresa di amalgamare l'immaginario ma verosimile con la realtà storica creando personaggi ben delineati come Talos, Antinea, Kritolaos affiancati a personaggi storici sempre ben caratterizzati come Pausania, Leonidas e Themistokles.

Le uniche pecche di questa piacevole opera sono state le numerose ellissi che hanno frammentato eccessivamente le vicende e il finale dal sapore agro-dolce.

Tutto sommato, la lettura è stata gradevole e anche interessante perché Manfredi si è interessato a donarci un ritratto psicologico degli spartiati che, pur essendo irrigiditi dalle innaturali e crudeli leggi di Sparta, sono lo stesso umani con le loro debolezze e con i loro dolori e perché ha composto un mix equilibrato di avventura, storia, amore e mistero.



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Inviato il 18 maggio 2015 12:03

Un libro ambientato al liceo.

 

"Cercando Alaska" di John Green.

 

Ho sentito talmente parlare di questo libro che l'ho comprato per curiosità. Premetto che non ho mai letto niente di John Green, così, pronta ad affrontare la novità mi sono addentrata nel mondo di "Cercando Alaska",senza sapere esattamente cosa aspettarmi.

 

"...passi la vita inchiodato nel labirinto, pensando al modo in cui un giorno ne uscirai, e a come sarà fantastico, e immagini che il futuro ti trascinera' pian piano fuori di lì, ma non succede. È solo usare il futuro per sfuggire al presente."

 

Il protagonista è un sedicenne, Miles Halter, nessun amico e tanta intelligenza, con una grande passione per le "ultime parole famose". Quasi nessuno va alla festa organizzata da sua madre in occasione della sua partenza per una scuola preparatoria in Alabama, ma Miles già lo sapeva..sapeva che il suo carattere introverso aveva fatto sì che nessuno si avvicinasse troppo alla sua persona, così come alla sua vita. Tutto però cambia nel momento in cui mette piede a Culver Creek e, nel giro di pochi anni, ecco lo stesso Miles(che, a casa, passava il tempo da solo)scorrazzare per i corridoi della scuola fumando ed organizzando scherzi talmente intricati da far invidia ai piani di spionaggio della mafia russa, insieme a Chip-suo compagno di stanza e beneficiario di una borsa di studio-e Alaska-intraprendente, attraente e preda della maggioranza degli studenti maschi della scuola. Insieme ridono, scherzano, corrono e si raccontano;ma Miles non ci mette molto a capire che dietro gli occhi di Alaska, non ci sono solo i desideri dell'adolescente che è.

L'ambientazione in sé-i corridoi e le stanze di Culver Creek-mi hanno ricordato molto lo sfondo del film "L'attimo fuggente",così come Miles, Chip ed Alaska, mi sono sembrati come i membri della Setta dei Poeti Estinti, troppo intelligenti, troppo intraprendenti per accontentarsi e accontentare gli altri. Sono degli esploratori curiosi e senza paura, disposti a provare tutto ciò che può dar loro un brivido, un segno della vita che scorre nelle vene. Temevo che i personaggi, essendo adolescenti, si lasciassero andare in frivolezze e stupidi piagnistei, ma John Green mi ha regalato tre personalità forti anche nelle loro debolezze, con una finestra su quella categoria di adolescenti già grandi, che pensa con il proprio cervello e non con quello della televisione spazzatura, che ha il coraggio di andare controcorrente e di distinguersi dalla massa. I nostri tre amici hanno la loro bella dose di vita sulle spalle, nonostante le giovani età, ed è questo che li rende già grandi e che fa sì che questo libro venga apprezzato davvero da tutte le generazioni: Miles nella sua ricerca del "Grande Forse", Chip-il Colonnello, non ricco in termini monetari, ma furbo ed estremamente intelligente (che è la più grande ricchezza),ed Alaska che non si può descrivere se non con le parole dello stesso Miles:"se gli esseri umani fossero state precipitazioni, io sarei stato una pioggerellina, lei un ciclone". Nel libro ci sono diversi paragoni come questo e devo ammettere che li ho trovati molto utili per capire al meglio i pensieri del giovane protagonista ed entrare in sintonia con le sue emozioni.

"Cercando Alaska" è un labirinto dal quale non è semplice uscire, perché ogni pagina mette in moto un processo riflessivo che porta a riempirsi di domande, di incognite che riguardano la storia narrata, così come la nostra stessa storia vissuta. A questo punto concludo con uno dei pezzi che, più di tutti, ho adorato:" Quando gli adulti, con lo stupido sorriso di chi crede di saperla lunga, dicono "I giovani si credono invincibili",non sanno quanto hanno ragione. La disperazione non fa per noi, perché niente può ferirci irreparabilmente. Ci crediamo invincibili perché lo siamo. Non possiamo nascere, e non possiamo morire. Come l'energia possiamo solo cambiare forma, dimensioni, manifestazione. Gli adulti, invecchiando, lo dimenticano. Hanno una gran paura di perdere, di fallire. Ma quella parte di noi che è più grande della somma delle nostre parti non ha un un inizio e non ha una fine, e dunque non può fallire".



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Inviato il 18 maggio 2015 20:39 Autore

Un libro con un triangolo amoroso

 

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A Vigata viene dato fuoco ad un negozio di elettronica, ma qualcosa per Montalbano non quadra. Persone scomparse, strani rapimenti senza apparente motivo, una gelosia che sfocia nel possesso.

Diciamo che il triangolo amoroso non è la cosa principale del libro, ma è comunque uno dei tasselli fondamentali per giungere alla risoluzione del caso. Rispetto al precedente devo dire che mi è piaciuto di più in quanto fino alla fine non ho capito chi fosse l'assassino e quindi mi sono goduta il libro fino all'ultima pagina.

voto: 8,5/10


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Inviato il 18 maggio 2015 20:50

Lo Scudo di Talos è il libro che mi ha fatto innamorare di Manfredi [emoji7]

Bellissimo!!! Se ti è piaciuto allora ti consiglio anche L'impero dei Draghi e L'Ultima Legione, sempre di Manfredi.

E complimenti per l'analisi, fatta benissimo come al solito :)

 

inviato tramite Corvo da Tapatalk


 

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"Different roads sometimes lead to the same castle"
- Jon Snow


SPOILER TWOW

 

"It may be that we shall lose this battle," the king said grimly. "In Braavos you may hear that I am dead. It may even be true. You shall find my sellswords nonetheless."
The knight hesitated. "Your Grace, if you are dead..."
"...
you will avenge my death, and seat my daughter on the Iron Throne. Or die in the attempt."
- Stannis Baratheon


Fondatrice di T+S: Tyrion+Sansa (possibilmente a regnare su Castel Granito)
Fondatrice del Comitato Pro Shireen: perché noi la vogliamo mora

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Comitato Pro Draghi dragon.gif
C.K.P.K.: Comitato Kitters per Kit: perché a noi ci piace
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G.M.S.S.: Giù le Mani da Sansa Stark, in difesa della giovane lupa
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Inviato il 20 maggio 2015 11:06

E' ormai maggio, quindi non credo di riuscire a completare la sfida letteraria entro dicembre! So many books, so little time, come si suol dire! Però posso provare a leggerne qualcuno!

Penso avrò qualche problema con 'A book that takes place in your hometown'... o leggo un libro di storia locale, o niente, un romanzo ambientato qui non esiste!

Parto con il libro che sto leggendo attualmente!

 

A Book of Short Stories: Piramide, di Henning Mankell

 

Poteva ricadere nella categoria mystery, ma visto che sono racconti, cinque, per l'esattezza, lo inserisco in questa categoria! Nonostante questo libro sia stato scritto in seguito alla serie di romanzi che vedono il commissario Wallander come protagonista, i racconti sono ambientati cronologicamente prima degli altri romanzi. Quindi vediamo, per esempio, nel primo racconto, un Wallander ventenne, ancora agente, alle prese con il suo primo caso importante. Io ho letto gli altri romanzi di Wallander in ordine, quindi è molto piacevole leggere la sua evoluzione come poliziotto (e anche l'evoluzione delle sue relazioni, nel primo libro della serie di Wallander per esempio lui è già divorziato, ha un brutto rapporto col padre). Credo quindi che la scelta di leggerlo dopo aver letto gli altri sia stata ottima, ma se qualcuno preferisce i racconti ai romanzi lunghi, credo possa partire proprio anche da questo! Mi manca solo l'ultimo racconto. Sono stata conquistata da Wallander, dai suoi tanti caffè bevuti, dalle poche ore di sonno che si ritaglia, dai suoi successi sul lavoro e dai suoi problemi nella vita privata. Se poi piace, esiste una bella serie della BBC su Wallander, con Kenneth Branagh!



Seija
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Seija
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Inviato il 20 maggio 2015 12:24

Un libro in fondo alla tua lista di letture.

 

"Nel sangue" di Francesca Petrizzo.

 

In questo romanzo è il Rinascimento a fare da sfondo alle vicende narrate, ambientate nella Roma dei Borgia, famiglia che deve la sua fama non solo alla controversa elezione al papato di Alessandro VI e alla sua formidabile conoscenza dei meccanismi di potere, ma soprattutto alla spregiudicatezza e crudeltà dell' intera casata, sulla quale si narrano tante leggende nere.

L'autrice studia storia alla facoltà di Oxford e, partendo da questo presupposto, mi ero fatta l'idea che quello che stavo per leggere fosse un libro interessante e ricco di particolari su un'epoca storica così piena di eventi, giochi di potere e sfarzose manifestazioni di ricchezza.

Purtroppo la Petrizzo si è tenuta alla larga da una vera e propria ricostruzione storica, procedendo per lo più di pura inventiva, cosa che in un contesto simile ho trovato poco appropriata. Un conto è favoleggiare su personaggi inventati o su fatti poco chiari, un altro è storpiare volutamente eventi comprovati proponendosi di scrivere un romanzo storico.

Quando si parla di una delle famiglie protagonista della storia rinascimentale, sulla cui vita e nefandezze ci sono ampie documentazioni, la licenza narrativa dovrebbe concentrarsi su particolari marginali e fare da contorno agli eventi reali.

Tralasciando per un attimo gli aspetti negativi, vediamo cosa c'è di buono in questo libro.

La narrazione procede alternando diversi punti di vista, nello specifico quelli di Cesare, Lucrezia e del narratore. Fin dalle prime pagine emergono la grande competenza e padronanza che l'autrice ha della lingua italiana;quello che ci accompagna lungo tutto il romanzo è un linguaggio ricco e ben elaborato, con una terminologia mai banale e sempre raffinata, sebbene non così tanto da allontanare il lettore meno esperto.

Ho molto apprezzato, inoltre, il modo in cui viene affrontato il rapporto fra Cesare e Lucrezia:l'amore fra i due è di fatto una leggenda non provata da alcuna fonte degna di credito, e la Petrizzo si attiene a questa incertezza dipingendo un amore fraterno molto forte, con qualche sottinteso appena accennato, che sta al lettore interpretare in un modo o nell'altro. Il suo tentativo di mettere in risalto la crudeltà di Cesare nella vita reale e il suo essere, di contro, estremamente premuroso verso la sorella è abbastanza riuscito. Utilizzare gli stessi protagonisti come narratori dà una dimensione molto introspettiva alla narrazione, ed è forse l'espediente che colpisce maggiormente il lettore:l'autrice è riuscita in modo brillante ad analizzare gli svariati tipi di sentimento che di volta in volta colgono i due personaggi. Messi insieme tutti questi elementi, i primi capitoli del libro scorrono in fretta e in modo molto piacevole.

Alla lunga, però, questa scrittura stanca. È un tipo di narrazione in cui accade poco o niente, gli eventi sono solo accennati e lasciati all'immaginazione, in un modo quasi onirico e completamente staccato dalla realtà. Se il romanzo è perfetto nel suo modo di trattare i sentimenti dei personaggi, è terribilmente carente nel raccontare il momento dell'azione o nel descrivere qualsiasi fatto concreto:il suo più grande difetto è proprio questo, sorvolare quasi completamente-tranne in pochi punti, dove la narrazione non lo consente-gli avvenimenti esterni all'amore fra Cesare e Lucrezia. In questo modo, come già accennavo, si finisce per ignorare accadimenti storici estremamente interessanti che arricchirebbero non poco i contenuti, ma, soprattutto, si finisce per darvi così poca importanza da ritenere di doverli cambiare e raccontare in modo falsato. Ad esempio, non viene detto praticamente nulla di Alfonso d'Aragona, che Lucrezia amava moltissimo e che aveva tentato di fuggire con lei, se non per raccontare la sua morte in modo poco congruente alla realtà. Non si accenna nemmeno a Rodrigo d'Aragona, il figlio di Lucrezia e Alfonso. In generale ho trovato le scelte narrative dell'autrice davvero limitanti sul piano contenutistico.

Ciò che si ottiene non è altro che un qualcosa magistralmente scritto ma piuttosto vuoto da qualsiasi altro punto di vista. Per concludere, se volete leggere qualcosa sulla famiglia Borgia o sul Rinascimento italiano, sia di romanzato sia storico, potete sicuramente aspirare a materiale migliore. Se vi interessa una semplice storia d'amore, invece, questo libro potrebbe soddisfarvi.


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Emma Snow
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Inviato il 24 maggio 2015 11:52

Un libro che è diventato un film: Stardust di Neil Gaiman

In una fredda sera di ottobre una stella cadente attraversa il cielo e il giovane Tristan, per conquistare la bellissima Victoria, promette di andarla a prendere. Dovrà così oltrepassare il varco proibito nel muro di pietra a est del villaggio e avventurarsi nel bosco dove ogni nove anni si raccoglie un incredibile mercato di oggetti magici. È solo in quell'occasione che agli umani è concesso inoltrarsi nel mondo di Faerie. Tristan non sa di essere stato concepito proprio lì da una bellissima fata dagli occhi viola e da un giovane umano e non sa neppure che i malvagi figli del Signore degli Alti Dirupi sono anche loro a caccia della stella... (da ibs)

 

Sono arrivata a questo libro per vie traverse, dopo aver scoperto che il protagonista della serie Daredevil era stato protagonista anche dell'omonimo film tratto dal romanzo.

Non l'ho apprezzato quanto American Gods, ma l'ho trovato comunque scorrevole e intrigante e mi è piaciuto molto il mondo di Faerie e le creature che lo popolavano.

Voto 7/10


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Inviato il 25 maggio 2015 11:39

Qualche pagina fa Seija scriveva di Suite Francese, io ho scelto un libro della stessa autrice per la categoria:

 

Un libro che possiedi ma che non hai letto: Il Signore delle Anime, di Irène Némirovsky

 

Il libro segue la storia di Dario, medico straniero che fatica a inserirsi nella società francese e trovare lavoro per mantenere la sua famiglia, ma che, messo di fronte a tante difficoltà, troverà la soluzione, non onesta, per guadagnare molti soldi, curando 'le anime' dei suoi pazienti, da cui il titolo. I capitolo sono narrati da diversi punti di vista, se si parte con Dario, si trovano poi capitoli narrati da uno dei suoi pazienti, e dalla moglie di quest'ultimo- donna unica al mondo per cui Dario prova un'immensa fascinazione- o dal figlio Daniel. La prima parte del libro segue la prima parte della vicenda, le difficoltà di Dario nel pagare i debiti, nell'affermarsi nella sua professione, i suoi sentimenti nei confronti delle donne che fanno parte della sua vita, i ricordi del suo passato; la seconda parte ce lo mostra dopo diversi anni, ricco, celebre, eppure i problemi non sono spariti. Né quelli economici, tra ricatti e prestiti di denaro, né quelli personali, con la disapprovazione che il figlio ha per lui.

 

Trovo che ci vorrebbe molto tempo per fare una recensione adatta a questo libro, che gli renda giustizia. Dico però che questa autrice usa sempre delle immagini stupende (ho letto un paio di altri suoi romanzi), e che anche qui la narrazione scorre fluida, con capitoli brevi, e questo non impedisce di approfondire la psicologia dei suoi personaggi, anzi. Sembra di averli davanti, di conoscerli nel profondo.

 

Consigliato!



Seija
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Inviato il 25 maggio 2015 18:50
Un libro di racconti.

"I racconti dell'età del jazz" di Francis Scott Fitzgerald.

Il titolo della raccolta evoca il decennio dell'illusione plutocratica americana dei primi anni Venti. Fitzgerald scriveva racconti quasi esclusivamente per denaro, spesso sottraendo tempo alla stesura delle sue opere maggiori, e non di rado considerandoli egli stesso come veri e propri prodotti di consumo attraverso cui guadagnarsi da vivere.
In realtà, i"Racconti dell'età del jazz", benché siano scritti in occasioni e periodi diversi, benché oscillino tra i fatti di cronaca, da cui spesso Fitzgerald prendeva spunto e invenzioni fiabesche, sono uno spaccato stupefacente di quegli anni.
"Primo maggio" non è soltanto il racconto più lungo, ma anche quello che meglio rappresenta il titolo della raccolta. Da qui emerge un vivace affresco della New York di inizio anni Venti, percorsa dalla "paura rossa",da dimostrazioni antisocialiste e da orde di giovani che, nonostante il recente regime proibizionistico, vagano da un locale all'altro della città alla ricerca di alcool e divertimento. Attraverso 4 storie emblematiche che si sviluppano in maniera indipendente, ma all'interno di un contesto tematico e spazio temporale univoco, l'immagine che Fitzgerald tratteggia è quella di una società in profonda crisi, che sembra aver perso di vista i valori che fino a quel momento hanno contribuito a creare l'identità degli Stati Uniti. Una società in cui il desiderio di svago sembra permeare l'intera esistenza degli individui, o, per lo meno, di coloro che, appartenendo alla classe agiata, possono permetterselo.
Non a caso, in questo come in diversi altri racconti, una delle scene più ricorrente è quella della festa. È il luogo simbolo di quegli anni, teatro di avventure amorose e di sfoggio d'apparenza, occasione ideale per dedicarsi a futili pettegolezzi. Ecco quindi che ne" La parte posteriore del cammello" un ragazzo amante della mondanità, per partecipare a un ballo in maschera, arriva a travestirsi da cammello, pagando un taxista affinché impersoni il di dietro dell'animale. La spensieratezza dei giovani rampolli americani, la loro attitudine al divertimento, l'aspirazione a partecipare agli incontri mondani, per bere, ascoltare e ballare il jazz vengono così ridicolizzate da Fitzgerald, o tratteggiate attraverso iperboliche rappresentazioni ai confini della realtà.
Come ne " Il diamante grosso come l'Hotel Ritz",a detta dello stesso autore, una delle cose migliori che abbia mai scritto. Qui simbolismo, critica sociale e satira si mescolano per stigmatizzare l'aspirazione, tipica di quegli anni, al lusso sfrenato, cui lo stesso Fitzgerald non era certo immune. La vicenda si svolge in un luogo fuori dal tempo, fra le montagne del Montana, un castello di ricchezze meravigliose, dove gli abitanti vivono fra pareti d'argento, avvolti da musica celestiale, consumando cibi prelibatissimi su piatti di diamanti, serviti e riveriti da una schiera di servi di colori; un luogo che sembra riprendere il mito dell'Arcadia, riletto in maniera originale da Fitzgerald, acuto osservatore di una società americana in piena espansione, ma che, attratta da guadagno facile, è ormai priva di ogni vincolo morale. L'idea del denaro che corrompe moralmente è del resto un tema caro allo scrittore americano e questo racconto appare proprio come un monito rivolto agli Americani perché non perdano uno dei valori supremi della propria identità:la cultura del lavoro.
Ma l'interesse per questa raccolta non risiede soltanto nella critica sociale."Il caso singolare di Benjamin Button",da cui è stato tratto il film di Fincher, muove certo da premesse grottesche per giungere tuttavia a riflettere, attraverso una vena malinconica presente anche negli altri racconti, sul valore dell'esistenza. Più convenzionale, ma anche più amara, è la storia d'amore platonico narrata in "La strega dai capelli rossicci", il cui protagonista proietta in una misteriosa donna che incontra più volte a distanza di anni nel corso di tutta la sua vita, il proprio desiderio di evadere da un'esistenza troppo monotona e priva di emozioni.
Con gli ultimi racconti, Fitzgerald sembra ricercare nella campagna modelli di vita alternativi a quello plutocratico delle grandi città americane. Così, nel tristissimo"La feccia della felicità" la piccola cittadina di Marlowe rappresenta la genuinità della vita,così come l'instancabile ed energica protagonista femminile, in contrasto con un'altra donna solo dedita al lusso e ai beni materiali, è portatrice di valori autentici :la sua storia d'amore viene spezzata da una malattia che riduce in stato vegetativo il marito per 11 lunghi anni, durante i quali lui lo accudisce fino alla morte con fedeltà e zelo.
Prive di trame sensazionali, ma tutti incentrati nella descrizione di situazioni emotivamente significative, questi racconti, che poco hanno da invidiare ai grandi romanzi di Fitzgerald, lasciano nel lettore un senso di tristezza e malinconia per un'età lontana nel tempo, ma al contempo assai vicina e forse simile a quella che abbiamo vissuto prima della crisi che stiamo attraversando.


Seija
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Inviato il 25 maggio 2015 18:55

Un libro di racconti.

 

"I racconti dell'età del jazz" di Francis Scott Fitzgerald.

 

Il titolo della raccolta evoca il decennio dell'illusione plutocratica americana dei primi anni Venti. Fitzgerald scriveva racconti quasi esclusivamente per denaro, spesso sottraendo tempo alla stesura delle sue opere maggiori, e non di rado considerandoli egli stesso come veri e propri prodotti di consumo attraverso cui guadagnarsi da vivere.

In realtà, i"Racconti dell'età del jazz", benché siano scritti in occasioni e periodi diversi, benché oscillino tra i fatti di cronaca, da cui spesso Fitzgerald prendeva spunto e invenzioni fiabesche, sono uno spaccato stupefacente di quegli anni.7

"Primo maggio" non è soltanto il racconto più lungo, ma anche quello che meglio rappresenta il titolo della raccolta. Da qui emerge un vivace affresco della New York di inizio anni Venti, percorsa dalla "paura rossa",da dimostrazioni antisocialiste e da orde di giovani che, nonostante il recente regime proibizionistico, vagano da un locale all'altro della città alla ricerca di alcool e divertimento. Attraverso 4 storie emblematiche che si sviluppano in maniera indipendente, ma all'interno di un contesto tematico e spazio temporale univoco, l'immagine che Fitzgerald tratteggia è quella di una società in profonda crisi, che sembra aver perso di vista i valori che fino a quel momento hanno contribuito a creare l'identità degli Stati Uniti. Una società in cui il desiderio di svago sembra permeare l'intera esistenza degli individui, o, per lo meno, di coloro che, appartenendo alla classe agiata, possono permetterselo.

Non a caso, in questo come in diversi altri racconti, una delle scene più ricorrente è quella della festa. È il luogo simbolo di quegli anni, teatro di avventure amorose e di sfoggio d'apparenza, occasione ideale per dedicarsi a futili pettegolezzi. Ecco quindi che ne" La parte posteriore del cammello" un ragazzo amante della mondanità, per partecipare a un ballo in maschera, arriva a travestirsi da cammello, pagando un taxista affinché impersoni il di dietro dell'animale. La spensieratezza dei giovani rampolli americani, la loro attitudine al divertimento, l'aspirazione a partecipare agli incontri mondani, per bere, ascoltare e ballare il jazz vengono così ridicolizzate da Fitzgerald, o tratteggiate attraverso iperboliche rappresentazioni ai confini della realtà.

Come ne " Il diamante grosso come l'Hotel Ritz",a detta dello stesso autore, una delle cose migliori che abbia mai scritto. Qui simbolismo, critica sociale e satira si mescolano per stigmatizzare l'aspirazione, tipica di quegli anni, al lusso sfrenato, cui lo stesso Fitzgerald non era certo immune. La vicenda si svolge in un luogo fuori dal tempo, fra le montagne del Montana, un castello di ricchezze meravigliose, dove gli abitanti vivono fra pareti d'argento, avvolti da musica celestiale, consumando cibi prelibatissimi su piatti di diamanti, serviti e riveriti da una schiera di servi di colori; un luogo che sembra riprendere il mito dell'Arcadia, riletto in maniera originale da Fitzgerald, acuto osservatore di una società americana in piena espansione, ma che, attratta da guadagno facile, è ormai priva di ogni vincolo morale. L'idea del denaro che corrompe moralmente è del resto un tema caro allo scrittore americano e questo racconto appare proprio come un monito rivolto agli Americani perché non perdano uno dei valori supremi della propria identità:la cultura del lavoro.

Ma l'interesse per questa raccolta non risiede soltanto nella critica sociale."Il caso singolare di Benjamin Button",da cui è stato tratto il film di Fincher, muove certo da premesse grottesche per giungere tuttavia a riflettere, attraverso una vena malinconica presente anche negli altri racconti, sul valore dell'esistenza. Più convenzionale, ma anche più amara, è la storia d'amore platonico narrata in "La strega dai capelli rossicci", il cui protagonista proietta in una misteriosa donna che incontra più volte a distanza di anni nel corso di tutta la sua vita, il proprio desiderio di evadere da un'esistenza troppo monotona e priva di emozioni.

Con gli ultimi racconti, Fitzgerald sembra ricercare nella campagna modelli di vita alternativi a quello plutocratico delle grandi città americane. Così, nel tristissimo"La feccia della felicità" la piccola cittadina di Marlowe rappresenta la genuinità della vita,così come l'instancabile ed energica protagonista femminile, in contrasto con un'altra donna solo dedita al lusso e ai beni materiali, è portatrice di valori autentici :la sua storia d'amore viene spezzata da una malattia che riduce in stato vegetativo il marito per 11 lunghi anni, durante i quali lei lo accudisce fino alla morte con fedeltà e zelo.

Prive di trame sensazionali, ma tutti incentrati nella descrizione di situazioni emotivamente significative, questi racconti, che poco hanno da invidiare ai grandi romanzi di Fitzgerald, lasciano nel lettore un senso di tristezza e malinconia per un'età lontana nel tempo, ma al contempo assai vicina e forse simile a quella che abbiamo vissuto prima della crisi che stiamo attraversando.


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Emma Snow
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Inviato il 26 maggio 2015 14:59

Un libro con un colore nel titolo: La Torre Nera di Stephen King (o meglio, tutta la saga della Torre Nera)

 

Ne ho parlato anche qui, ma essendo pieno di spoiler vi sconsiglio di leggere ;)

Riassumere la trama senza anticipare nulla è difficile e non voglio rovinare la sorpresa a nessuno... posso solo dire che è un misto di fantascienza, avventura, western e horror e che il viaggio compiuto dal protagonista Roland Deschain è una ricerca epica e che tutte le ambientazioni del romanzo, anche quelle più desolate, sono splendide. Durante la lettura si ride, si piange, ci si arrabbia, si cambia insieme a Roland e agli altri protagonisti... Insomma, saga iper consigliata!

Voto 10/10


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