un libro misterioso/thriller
L'estate di Ulisse Mele
Scorrevole, breve ma intenso. Mi è piaciuto molto e anche se è scritto in prima persona (preferisco la terza) non mi ha dato fastidio, anzi il pov è uno dei pilastri fondamentali secondo me. In breve la trama
Una casa in cima a una collina di terra e sassi, nel cuore della Sardegna rurale. È qui che Ulisse vive insieme alla sua famiglia. Ha quasi nove anni e non sopporta la parola che la gente usa per spiegare il suo problema: sordomuto. Lo fa sembrare handicappato, invece lui è solo sordo, capisce tutto benissimo e a scuola è il più bravo. Un genio. E infatti suo papà non lo prende mai a cinghiate come invece fa con Betta e Dede, che saranno anche più grandi, ma si comportano sempre da perfetti sprovveduti. Neppure lui però immagina che andare al mare di nascosto in una torrida mattina di luglio possa essere la cosa più stupida che quei due abbiano mai fatto. Fino a quando il fratello Dede torna a casa da solo, e della sorella non c'è più traccia. Da quel momento la vita della sua famiglia è sconvolta. E mentre gli adulti cercano risposte, Ulisse ha occhi ben aperti su quel che gli accade intorno. Per lui, la scoperta della verità sarà un ingresso forzato nel mondo dei grandi.
Comitato L'Allegra Compagnia di Frittella Dolci e Affini: Paige91 Guardia della Glassa Reale
Comitato F. F. C. (Folletto Fan Club) ---- C.P.J.L."Comitato Pro Jaime Lannister" --- Membro del Comitato Pro Jon Snow
Membro del M.T.P.S, ovvero "Margaery Tyrell Porta Sfiga" ---- Membro del Comitato di protesta G.M.A.C (George Martin arrichisce i cimiteri)
Comitato W.F.D.M "Walder Frey deve morire (possibilmente nel crollo delle sue torri) --- Membro di S.R.D.N: "Stark re del nord" --- S.M.B. "Gli starkiani del Mulino Bianco"
Membro del C. A. T. A. J. Chi Accidentaccio è Talisa? Aridateci Jeyne! --- R.F.D.M.C.C.V. - Rhaegar fai di me ciò che vuoi!
Membro del Comitato "In cucina con Hobb Tre Dita" ---- Membro del Comitato anti-Penny C.A.P. "Buttiamola ai pesci"
Membro Onorario del T.B.D.F. "Team Baciate Dal Fuoco" ---- Membro del D.F.N.B.L "Datte foco non bruciare i libri"
Comitato di T+S Tyrion+Sansa (possibilmente a regnare su Castel Granito) --- CPML - comitato pro metalupi e lupi --- Comitato Pro Draghi
Membro del C.C.E.D.V.R (Comitato contro l'estinzione delle Vipere Rosse) --- Membro del Comitato ISCOM: "Io Sto Con Oberyn Martell!!"
R.S.E. "Reading, sleeping, eating" ------ Comitato ETST : "Edd Tollet seppellirà tutti!!" ---- Membro di di O.S.B.: "Orbi Sulla Barriera"
Sansa - Jaime - Theon Sacra Triade del C.A.P.C.E.I.C.E. (Comitato Ammiratori Personaggi Complessi Ed In Continua Evoluzione)
Comitato Regala una famiglia a Jon Snow — E poi gli ho detto "Jon, al mio ritorno, parleremo di tua madre." "E chi era sua madre?" "Boh, non me lo ricordo più neanche io."
CCEM- Comitato contro l'estinzione dei metalupi - B.S.I.N.D.R - Basta Storpiare Il Nome di Rhaegar (perché ogni volta che accade un piccolo drago muore nelle lande del Fantasy)
E.S.S.S. Eddard Stark Santo Subito in memoria del grande Eddard Stark padre, marito, fratello, amico e lord esemplare
Gemellato con
R.S.S.S. Robb Stark Santo Subito in memoria dell'unico King in The North
Fondatrice del comitato S.F.C. (Sandor Fan Club)
Un libro ambientato in un posto che hai sempre voluto visitare.
"Una stanza piena di sogni " di Ruta Sepetys.
La storia è ambientata a New Orleans negli anni '50, alla domanda sulle motivazioni che hanno spinto la Sepetys a scegliere questa città, risponde che New Orleans è diversa da qualsiasi altra città americana:" È un esperienza sensoriale a tutti i livelli, c'è una storia in agguato dietro ogni angolo".
Questa diversità si manifesta a 360 gradi, dal punto di vista culturale, musicale, architettonico, culinario. L'autrice ha visitato più volte questa città e nello specifico il Quartiere Francese. Questa premessa, per affermare che i luoghi, la vita, la criminalità, i bordelli, che fanno da corona alla vicenda, rispecchiano con precisione la realtà dell'epoca.
"Una stanza piena di sogni " è un racconto fremente di vita, ricco di personaggi credibilissimi. La storia si dipana senza strappi né nodi, niente salti temporali o flask back, nessun bisogno di tornare indietro ogni tanto per riannodare fili persi. Prosa fluida, elegante, fresca. Trama non originalissima ma ricca di eventi senza essere ingarbugliata e inoltre credibile e ricca di descrizioni di una New Orleans della metà del secolo scorso che appare proprio come ce la immaginiamo :con il suo fiume misterioso e lento, le sue strade pericolose di notte, con il folklore creolo e i suoi riti voodoo.
Città attraente e torbida, New Orleans è il luogo in cui Josie lotta da sola per costruire la sua vita e per allontanarsi dal bordello in cui sua madre vive e lavora. Josie prova repulsione per quel mondo ma sa attraversarlo senza sporcarsi, forte e ricca solo delle sue capacità e del suo carattere positivo che le fa superare anche la sofferenza di non aver mai ricevuto un gesto d'amore da sua madre, donna bellissima ma gretta e anaffettiva. Da sua madre Josie ha ricevuto solo cattiverie e inganni, perché la donna che l'ha messa al mondo non prova nessun istinto materno per la sua creatura. È un personaggio negativo a tutti gli effetti persino più di Willie, la vecchia maitresse del bordello, che pur essendo una donna dura e fredda dimostra più di una volta il suo senso protettivo verso Josie. La ragazza vive da sola in una stanza sopra la libreria, quello è il suo rifugio segreto, il mondo pieno di storie e di libri che allenta la solitudine e il dolore delle sue giornate. Ed è così tra una pagina di Dickens e una di Fitzgerald cerca di dimenticare la sofferenza di non sapere chi sia suo padre e di sentirsi costantemente abbandonata.
Il sogno di affrancarsi da quell'ambiente passa attraverso il tentativo di iscriversi ad una prestigiosa università, a migliaia di km da là, dove nessuno sa chi è sua madre e lei potrebbe finalmente essere se stessa.
La vita è una corsa ad ostacoli per Josie che per forgiare il suo futuro ha a disposizione pochi mezzi ma può contare sull'affetto di molte persone e di due uomini che le sono accanto e che la amano in silenzio.
È un romanzo che parla di affetti, di amicizia, di amore, di speranza, in cui non mancano personaggi cinici e bari immersi in un'atmosfera cajun che aggiunge colore e profumo alla vicenda.
Josie è uno di quei personaggi capaci di uscire dalle pagine e diventare reali accanto al lettore, di quelli che dopo la parola"fine" continuano ad aleggiarti intorno costringendoti a rimandare l'inizio di un nuovo libro per trattenerli ancora un po'.
Un libro che avevo iniziato, ma non finito
La notte di Mosca è pericolosa. Criminali e assassini si aggirano per le strade e si mescolano agli Altri: vampiri e mutanti, stregoni e fattucchiere che escono in caccia dopo il tramonto. La loro forza è immensa, ma non bastano le armi tradizionali per combatterli. Solo Anton e quelli come lui possono riconoscerli, perché compito dei Guardiani e quello di far rispettare l'antica tregua stipulata tra le Forze della Luce e le Forze delle Tenebre. Ma qualcosa nella pace millenaria che divide il popolo della Notte da quello del Giorno sì e incrinato, e il destino dell'umanità ora è legato a quello di un ragazzo che non sa di possedere un enorme potere. Comincia così una guerra senza esclusione di colpi, tra macchine di lusso e una civetta parlante, mafia russa e minacce apocalittiche, vodka e sortilegi.
Me l'ero presa lo scorso anno per il compleanno sulla scia di recensioni positive sul forum di La Barriera e forse mi sono lasciata un po' troppo trasportare, infatti l'ho terminato solo oggi. L'ho trovato macchinoso fin troppo (soprattutto la seconda parte), esagerato, ma forse perchè è solo la prima parte di una trilogia. Insomma, ammetto che ci sono rimasta male e che mi aspettavo molto di più.
Voto: 6,5
È Frittella il nostro Re
Fa i pasticci, fa i bignè
Io ne mangio pure tre
È Frittella il nostro Re!!!
You're mine. Mine, as I'm yours. And if we die, we die. All men must die, Jon Snow. But first we'll live.
La cosa bella di essere guardiani? l'affetto con cui veniamo ripagati, ma anche il rispetto, la riconoscenza. E' un impegno che dà molto onore e tanta gloria (Cit @Maya )
Un libro che possiedi ma che non hai mai letto.
"Se una notte d'inverno un viaggiatore" di Italo Calvino.
"Se una notte d'inverno un viaggiatore" è un romanzo pubblicato nel 1979, che ha avuto un notevole successo in Italia e all'estero, specialmente negli Stati Uniti, dove è stato letto immediatamente come esempio di letteratura postmoderna. Appartiene quindi al genere del metaromanzo, un romanzo che s'interroga sulla sua natura.
Ammetto che mi trovo un po'in difficoltà nel dover recensire un libro di questo spessore perché c'è il rischio di banalizzarlo o di non rendere l'idea della sua magnificenza.
"Se una notte d'inverno un viaggiatore " è uno stupefacente esempio stilistico, sia per magnati della letteratura che lettori alle prime armi. L'originalità del suo stile, accompagnato da una trama brillante ed avvincente, hanno inevitabilmente proclamato la sua immortalità.
Libro da leggere e rileggere per imparare a sentirci in quanto lettori parte attiva,fondamentale, in connessione con la scrittura. Ci racconta l'avventura di un lettore medio, definito dall'autore con il pronome personale"Tu",il quale, alle prese con la lettura dell'ultimo romanzo di Calvino, si ritrova per un apparente problema di stampa ,interrotto al primo sedicesimo d'impaginazione.
Il lettore parte alla ricerca del continuo della sua lettura, e s'imbatte sempre in altri testi, di cui però, per un motivo o per un altro riesce sempre a leggere solo l'incipit.
Nella sua ricerca è affiancato da un'altra coprotagonista che ,a differenza di lui, è dotata di un nome:Ludmilla.
Ecco che così noi lettori ci ritroviamo con 10 incipit di storie di diversi generi, intermediati da altri 12 capitoli che ci narrano le avventure dei nostri protagonisti.
È un intreccio razionale-fiabesco, che ci presenta dei prototipi narrativi,e dei prototipi di vita dei vari lettori medi, insomma, dei prototipi di vita testuale e meta testuale.
La narrazione va costruendosi, per selezione e compromessi, tra l'attrazione del lettore e l'interesse dell'autore a soddisfare i suoi virtuosismi letterari. Un vero e proprio laboratorio di scrittura a cielo aperto.
Con entusiasmo e spirito d'avventura, saltella tra vocaboli e storie, carpendone solo il meglio, cercando così di mostrare il suo ambizioso obiettivo poetico: raggiungere la leggerezza.
Leggerezza raggiunta attraverso la cancellazione del superfluo per giungere esclusivamente all'essenza delle cose, alla squisitezza dei termini, donati al lettore nella maniera più colloquiale possibile. Mi viene in mente un esempio pittorico coevo del romanzo, l'arte della cancellatura di Emilio Isgro',come l'artista con i segni neri evidenzia ancor più ciò che rimane, così Calvino, lasciando in sospeso i romanzi, ancora più nel romanzo apocalittico finale, non fa che evidenziare ciò che rimane:l'incipit più saliente delle cose.
Una volta che sei riuscito a prescindere da qualcosa che credevi essenziale,t'accorgi che puoi far a meno anche di qualcos'altro, poi ancora di molte cose. Eccomi dunque a percorrere questa superficie vuota che è il mondo.
Un libro che tua madre ama.
"Stane creature"di Tracy Chevalier.
C'è molta grazia nella penna di Tracy Chevalier che scrive amabilmente un'opera dal contenuto insolito, attingendo da personaggi realmente vissuti. Mary Anning, musa ispiratrice del racconto della Chevalier, nacque a Lyme nel 1799 e si dedicò alla paleontologia, i reperti da lei rinvenuti furono di fondamentale rilevanza scientifica.
Realtà e fantasia si fondono con delicatezza, eccoci catapultati sulla costa inglese nei primi decenni dell'800, in un piccolo borgo sul mare e un clima sociale agli albori dell'epoca vittoriana.
Tre donne scendono dalla cupa diligenza, dall'aristocratica metropoli londinese alla piccola realtà marittima le sorelle Philpot:Margaret e la passione per la moda e il ballo, Louise e l'amore per la botanica, Elisabeth e l'infatuazione per i pesci fossili.
Una passeggiata sulla spiaggia alla ricerca di impronte di esseri vissuti in tempi e luoghi ameni e due destini si incrociano, Elisabeth e la piccola Mary Anning ci terranno compagnia per tutto il progredire della narrazione.
Il clou del romanzo, da un punto di vista dell'azione, è naturalmente rappresentato dal momento in cui Mary scopre quello che lei definisce il fossile di un coccodrillo, in realtà si tratta di un ittosauro. Ma le strane creature a cui è intitolato il libro, a mio parere, non sono gli animali del passato ritrovati dalle due ricercatrici, ma proprio queste due donne coraggiose che infischiandosene di cliché e convenzioni vanno avanti per la loro strada fino a raggiungere risultati strabilianti ed importanti, non solo per loro, ma tutta l'umanita'a divenire.
La scrittura piacevolmente lenta e rilassante, il paesaggio indimenticabile, la capacità di dare nuova vita e vigore ad un argomento così apparentemente noioso come quello riguardante l'emisfero fossile rendono questo libro gradevole e particolare, alla scoperta di personaggi femminili dimenticati nel tempo. Rispolverare la figura di Mary Anning, riportarla alla luce con dedizione pagina dopo pagina, come lei era solita fare con le sue strane creature, è stato emozionante quasi come restaurare una forma di vita sconosciuta appena scavata dalla roccia.
Un libro di un autore che ami ma che non avevi ancora letto
Due storie apparentemente slegate e con due personaggi veramente agli antipodi delle personalità, che lentamente si annodano per arrivare ad avere un epilogo comune. Roberto e Giacomo che ci portano all'interno soprattutto dei loro pensieri, oltre che delle loro vite, fatte per lo più di solitudine e pensieri.
Un libro che mi ha chiesto di volerne di più: mi piace molto Carofiglio, riesce a creare dei personaggi profondi e interessanti con pochi tratti di penna. Qui siamo su un altro piano rispetto all'avvocato Guerrieri e soprattutto alla fine speri che ci sia altro per poter capire meglio che ne è dei due personaggi, soprattutto Roberto con i suoi demoni interiori.
Consigliato.
Voto 8,5/10
È Frittella il nostro Re
Fa i pasticci, fa i bignè
Io ne mangio pure tre
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La cosa bella di essere guardiani? l'affetto con cui veniamo ripagati, ma anche il rispetto, la riconoscenza. E' un impegno che dà molto onore e tanta gloria (Cit @Maya )
Un libro della tua infanzia.
"Il giro del mondo in 80 giorni"di Jules Verne.
(Rilettura)
"Il giro del mondo in 80 giorni"racconta la storia di Phileas Fogg, un ricco londinese del 1872. Riservato, incredibilmente preciso e metodico, Phileas vive una vita estremamente regolare e controllata:percorre sempre le stesse strade, mangia sempre alla stessa ora, utilizza acqua ad una temperatura precisa per radersi e raggiunge il suo club facendo sempre lo stesso numero di passi.
Durante una delle sue solite conversazioni con i soci del club, decide di fare una scommessa:riuscirà a fare il giro del mondo in 80 giorni esatti, non un minuto di più. Se ci riuscirà i suoi amici dovranno versare nelle sue tasche ben 20,000 sterline.
Trascinando con sé Passepartout, il suo servo francese, Phileas parte la sera stessa per questa incredibile avventura, portandosi dietro solo i soldi per le necessità. Dall'Egitto al Giappone fino alle Americhe, attraversando mari e monti, Phileas e Passepartout dovranno fare ritorno a Londra prima che il tempo sia scaduto. Ma si sa anche il viaggio meglio organizzato non è immune agli imprevisti e il determinato Phileas rischierà più volte di vedere sfumare il suo grande obiettivo. Riuscirà a tornare a Londra in tempo per incassare il premio della scommessa?
"Il giro delmondo in 80 giorni " è un romanzo leggero e divertente. La scelta di creare un personaggio così estremo nei suoi comportamenti, tanto da rischiare di essere additato come ossessivo, e di buttarlo in un'avventura che per sua natura è soggetta ai più vari imprevisti, è stata secondo me una scelta perfetta. Affascinato dalla tecnologia e dalle innovazioni, Verne non manca di inserirle tutte in questo racconto permettendo a noi, abitanti ipertecnologici del XXI secolo, di fare un salto indietro nel tempo, in un'epoca nella quale l'aereo non era altro che una fantastica macchina volante del futuro.
Oh io adoro "Il giro del mondo in 80 giorni!" Avevo (l'ho regalata a mio fratello) una bellissima versione con copertina rigida rossa e sovrascritture dorate che amavo.
È Frittella il nostro Re
Fa i pasticci, fa i bignè
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UN LIBRO CHE TI HA FATTO PIANGERE
Ultimo capitolo della saga del maghetto più famoso del mondo. Le vicende di Harry volgono al termine con la battaglia più grande che il mondo magico abbia mai visto e avverrà nel luogo per eccellenza: La scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
Generalmente non piango quando leggo. Magari mi arrabbio o ci resto male, ma le lacrime mai. Eppure non ho mai pianto così tanto alle
morti di Edvige, Dobby e soprattutto Fred. Neanche la dipartita di Sirius e Silente, che sono personaggi molto più importanti, sono state così devastanti per me.
E mi succede praticamente ogni volta che lo rileggo.
Per il resto forse non è il migliore della saga (per me resta il terzo) e inizia troppo lento, perchè almeno fino a metà libro non appare Hogwarts e questa mancanza è un colpo al cuore e si sente in ogni riga di ogni pagina.
Voto: 8/10
È Frittella il nostro Re
Fa i pasticci, fa i bignè
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Quanto ho pianto alla morte di
Fred
non ci credevo!
A proposito di lacrime
Con questo ho finito la serie "Le origini" di Shadowhunters e mi ha sorpresa il fatto che mi abbia fatto piangere più di una volta
Non mi aspettavo niente di buono da questi libri e invece non sono male (turbe amorose a parte, ma meglio questi che la serie principale)..appena un anno fa non avrei scommesso un soldo bucato
Comitato L'Allegra Compagnia di Frittella Dolci e Affini: Paige91 Guardia della Glassa Reale
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Comitato di T+S Tyrion+Sansa (possibilmente a regnare su Castel Granito) --- CPML - comitato pro metalupi e lupi --- Comitato Pro Draghi
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R.S.E. "Reading, sleeping, eating" ------ Comitato ETST : "Edd Tollet seppellirà tutti!!" ---- Membro di di O.S.B.: "Orbi Sulla Barriera"
Sansa - Jaime - Theon Sacra Triade del C.A.P.C.E.I.C.E. (Comitato Ammiratori Personaggi Complessi Ed In Continua Evoluzione)
Comitato Regala una famiglia a Jon Snow — E poi gli ho detto "Jon, al mio ritorno, parleremo di tua madre." "E chi era sua madre?" "Boh, non me lo ricordo più neanche io."
CCEM- Comitato contro l'estinzione dei metalupi - B.S.I.N.D.R - Basta Storpiare Il Nome di Rhaegar (perché ogni volta che accade un piccolo drago muore nelle lande del Fantasy)
E.S.S.S. Eddard Stark Santo Subito in memoria del grande Eddard Stark padre, marito, fratello, amico e lord esemplare
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Fondatrice del comitato S.F.C. (Sandor Fan Club)
Un libro ambientato in un paese diverso.
"Educazione Siberiana" di Nicolai Lilin.
"C'è chi si gode la vita, c'è chi la soffre, invece noi la combattiamo". Antico detto degli Urka siberiani.
C'è un lembo di terra schiacciato tra Ucraina e Moldova chiamato Transnistria, una sorta di discarica umana in cui il governo russo ha deportato ai tempi di Stalin varie minoranze etniche teoricamente ree di svariati reati. Qui si sono stabiliti gli Urka siberiani, insediati nella città di Bender ed abituati a vivere secondo un codice feroce ed insindacabile ma non privo di una propria importante motale.
Nicolai Lilin racconta di questa comunità definita criminale, indubbio è infatti il rapporto simbiotico che essa ha instaurato con la violenza e certi reati regolati sempre da una integrità spiazzante.
A disquisire di etica criminale vien quasi da ridere, eppure se il malvivente resta sempre e comunque tale agli occhi della legge e a quelli dell'opinione pubblica, viene naturale fare un distinguo con i rappresentanti del malaffare appartenente al mondo in cui il piccolo Kolima cresce, apprende e comincia a delinquere.
Ora, a mio modesto parere, è necessario lasciar decadere la concezione sociale rappresentata, non credo sia nelle intenzioni dell'autore assumere posizioni da reazionario avverso alle istituzioni, queste secondo gli Urka vero cancro sociale e per questo da combattere più delle stesse etnie"nemiche". La realtà di Kolima è infatti presentata non come un probo esempio sociale da seguire, bensì come un microcosmo contraddittorio, violento perché geloso della propria indipendenza e della propria essenza che la politica aggressiva del Cremlino e la contaminazione con le altre culture rendono sempre più instabile e vicina all'estinzione. Lilin parla di una forma di autodifesa estrema, di un giustizialismo autoimposto in quanto estraneo all'autorità di Mosca, poco importa poi se l'autore abbia davvero vissuto sulla sua pelle certi fatti o si sia limitato a trarre ispirazione da storie tramandate di generazione in generazione.
Preferisco valutare la consistenza contenutistica del libro che nonostante un approccio stilistico essenziale è astutamente accattivante nel suo incastro anedottico che permette di toccare le coordinate salienti di questa cultura, favorendo un'idea antropologica piuttosto chiara.
Normale poi che alcuni episodi siano più intriganti di altri : alcuni scioccanti, altri curiosi o semplicemente divertenti, altri ancora un po'sciatti. Una delle parti più belle del libro è il racconto dei tatuaggi. Il tatuaggio è un codice per raccontare il carattere di una persona e il percorso della sua vita, il tatuaggio degli Urka siberiani è un'eredità antica che viene da molto lontano. Nel libro sono meravigliose le pagine dove Lilin racconta come il tatuatore sia una figura speciale , quasi un sacerdote.
Tatuaggi, santini, armi, altari votivi in un tripudio di rituali in bilico tra fede e superstizione;Lilin forse accomoda i toni ma dona dignità ad un popolo tacciato a priori nella sua interezza di vivere al di fuori della legge. Sottolinea le difficoltà di estraniarsi da un destino segnato a cui si è preparati fin dalla tenera età, infine presenta il conto a un governo famelico, desideroso di tributi in sangue e oneri, dopo aver abbandonato i suoi figli senza rimorso alcuno.
"Una volta mentre eravamo a pesca parlavamo di felicità. A un certo punto, lui mi ha chiesto:-"Guarda gli animali, secondo te ne sanno qualcosa della felicità?"-
-"Beh, penso che anche gli animali ogni tanto si sentono tristi o felici, solo che non riescono a esprimere i loro sentimenti. .."-ho risposto io.
Lui mi ha guardato in silenzio e poi mi ha detto: -"E lo sai perché Dio ha dato all'uomo una vita più lunga di quella degli animali?"-
-"Non ci ho mai pensato..."-
-"Perché gli animali vivono seguendo il loro istinto e non fanno sbagli. L'uomo vive seguendo la ragione, quindi ha bisogno di una parte della vita per fare sbagli, un'altra per poterli capire, e una terza per cercare di vivere senza sbagliare."
Un libro basato su/diventato una serie tv: Ross Poldark di Winston Graham
Ho fatto una piccola modifica alla mia lista per inserire questo titolo. Ho deciso di leggerlo perchè sto seguendo la serie che va in onda in UK e devo dire che questo è uno dei rarissimi casi (l'unico altro che mi viene in mente è The White Queen) in cui la trasposizione cinematografica mi è piaciuta di più dell'originale cartaceo Lo stile è fin troppo semplice e spesso gli avvenimenti sembrano susseguirsi uno dopo l'altro in modo affrettato e senza una descrizione adeguata. Nonostante tutto però ci sono delle parti che meritano, soprattutto dalla seconda parte in poi (come
le riflessioni di Verity dopo il duello del capitano Blamey con Francis e quindi la sua partenza
), quindi nel complesso si salva. Voto 6/10
Un libro che ha vinto il premio Pulitzer.
"La strada" di Cormac McCarthy.
"Quando sognerai di un mondo che non è mai esistito o di uno che non esisterà mai e in cui sei di nuovo felice, vuol dire che ti sei arreso".
Il mondo al quale fa riferimento il padre che ammonisce il figlio, è un mondo senza vita, freddo, pieno di cenere, orrendo, senza speranza. Ma è il mondo reale in cui vivono, è lo scenario apocalittico che attraversano, mentre percorrono la strada che li porterà verso il mare, dove forse sarà rimasto un barlume di vita e quindi una comunità che potrà accoglierli.
Il libro è quasi completamente scritto"in bianco e nero",le scene che lo compongono lasciano pochissimo spazio ai colori, i colori sono dei pochi ricordi pre-apocalisse e del finale, dove i colori sono appena accennati.
Favoloso il clima che lo scrittore riesce a creare, porta il lettore ad un livello di interesse, che si è sempre in attesa che succeda qualcosa di eclatante, di sensazionale e ad un certo punto ci si rende conto che tutto il racconto è eclatante, sensazionale. Il padre e il figlio in perenne lotta con gli eventi, in continuo conflitto tra la semplicità di lasciarsi morire e l'estrema difficoltà di sopravvivere. Un padre che anche in tanta disperazione, in tanta devastazione, riesce a proteggere il figlio educandolo e rendendolo uomo. Il bambino è il simbolo di pura e genuina bontà, toccante quando incontrano un altro bambino, forte il significato del dialogo con il padre, il più alto gesto di carità e solidarietà in uno scenario di disintegrazione totale.
Un uomo e un bambino senza nome, come a voler sottolineare il fatto che si tratta di due persone qualsiasi, alle quali è stato tolto tutto, anche il nome. Un uomo e un bambino, l'umanità tutta, che deve lottare tutti i giorni, e camminare su quella strada, magari verso sud, quella strada che potrebbe anche uccidere da un momento all'altro o che forse sarà la salvezza.
Il bene e il male, l'odio e l'amore, il conflitto tra queste dualità sono insite nella nostra natura, l'apocalisse è cenere, è un sole che non si vede più, è un mare gelido e in burrasca, corpi devastati e brutalizzati e senza un nome. Tutto ciò fa venire in mente l'olocausto.
Primo Levi scriveva:"...Ci toglieranno anche il nome:e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare si' che dietro al nome, qualcosa di noi, di noi quali eravamo, rimanga".
McCarthy fa dire al suo Uomo:"...ma ancora una volta si ripeté quello che già si era detto in precedenza. Che la fortuna poteva anche non essere tale. Erano poche le notti in cui, sdraiato nel buio, non provava invidia per i morti".
Sempre a sottolineare il concetto di lotta per la sopravvivenza e identità fino all'ultimo respiro.
Un romanzo sulla lotta, sulla vita, nonostante sia disseminata di morte, sui conflitti, sul coraggio e sulla forza di volontà.
Un libro importante da leggere, nonostante il fortissimo impatto emotivo, da leggere per capire di cosa può essere capace l'uomo, nel bene e nel male, un libro che fa riflettere.
McCarthy vinse il premio Pulitzer nel 2007 per questo libro e la cosa non stupisce, la sua pulizia e linearità nello scrivere scorrono parallele a quella strada che è al contempo la via per chissà quale salvezza e il luogo dalla quale stare lontani per evitare di morire.
,
Libro con più di 500 pagine
Stato di paura è fra i romanzi più ambiziosi di Michael Crichton. Porta il lettore dai ghiacciai islandesi ai vulcani dell'Antartide, dal deserto dell'Arizona alle giungle impenetrabili delle isole Salomone, dalla strade di Parigi alle spiagge della California. In un incalzare di colpi di scena e di invenzioni che lasciano il lettore senza fiato, affronta temi controversi, dalla preoccupazione per l'effetto serra al ruolo dell'informazione nella società contemporanea; ma soprattutto s'interroga sulle cose in cui crediamo, e sul perché ci crediamo. Intrecciando realtà e fantasia, angosce e speranze, guarda ai problemi del presente per aiutarci a immaginare il nostro futuro.
Sinceramente mi aspettavo di più. Innanzi tutto per arrivare al succo o comunque al momento in cui un libro scatta e ti prende, ci sono volute più di 200 pagine. Inoltre personaggi, a parte uno, terribilmente piatti e stereotipati e ancora peggio, per niente approfonditi. Sembrano macchiette in attesa di dire qualcosa di più. L'argomento è, invece, trattato molto seriamente, come Crichton sapeva fare, ma sarà che forse non è un qualcosa che mi interessa più di tanto, l'ho bypassato velocemente, cosa che non avevo mai fatto con libri come Andromeda o Jurassic Park.
alla fine sei comunque curiosa di sapere come va a finire, ma siamo lontani dal capolavoro Giurassico che fu.
Voto: 6,5/10
È Frittella il nostro Re
Fa i pasticci, fa i bignè
Io ne mangio pure tre
È Frittella il nostro Re!!!
You're mine. Mine, as I'm yours. And if we die, we die. All men must die, Jon Snow. But first we'll live.
La cosa bella di essere guardiani? l'affetto con cui veniamo ripagati, ma anche il rispetto, la riconoscenza. E' un impegno che dà molto onore e tanta gloria (Cit @Maya )
Un libro con più di 100 anni.
"Eugenij Onegin" di Aleksander Puskin.
"Eugenij Onegin " è un vero gioiello della letteratura russa, il cui autore è riconosciuto come "il Poeta"per eccellenza. Romanzo in versi, composto fra il 1823 e il 1831 , è un'opera d'arte, di cui consiglio vivamente la lettura. Non conosco il russo per cui mi sono affidata a una delle traduzioni italiane fra le più recenti, quella di Gabbrielli, che spiega come sia davvero un compito arduo trovare un modo per tradurre versi scritti in tetrapodi giambici, caratteristici e unici della lingua madre dell'autore.
Perno del romanzo è una storia d'amore, quella fra Eugenij Onegin e la giovane Tatiana, lui svogliato dandy avvezzo e ormai stanco a qualsiasi tipo di vizio e lei semplice ragazza della borghesia di campagna, amante della lettura e con un carattere introverso e lunare. Man mano che si legge il romanzo attorno a questa storia d'amore si sprigiona un turbinio di immagini, suoni, colori che Puskin fa emergere nelle descrizioni degli ambienti, dei personaggi, dei costumi della società del tempo e dei vari personaggi. Emerge la vasta cultura classica e contemporanea(di allora) di cui era in possesso, con molteplici citazioni da Dante a Schiller. Emergono note autobiografiche quando in alcuni passaggi sembra quasi confondersi con il protagonista passando dal rivolgersi direttamente al lettore nella narrazione dei fatti relativi a quello che definisce il "suo amico Onegin"alla prima persona che vive delle emozioni e delle esperienze.
L'opera risulta incompiuta e in alcune parti è stata anche censurata.
Molto fedele al romanzo da cui è tratto è il film"Onegin"di Martha Fiennes del 1999, interpretato da Ralph Fiennes e da Liv Tyler.
Per concludere dico solo che questa perla si legge d'un fiato e man mano che si va avanti nella sua lettura non si smette di sorprendersi della straordinarietà di una delle opere più belle, espressione del romanticismo russo dell'800.