Giugno è pronto ad accogliere il suo secondo Contest di Scrittura Creativa, il XXVIII della serie regolare!
Come per gli altri contest regolari, ogni racconto dovrà avere una lunghezza massima di 5000 caratteri spazi inclusi, mentre la conta dei caratteri dovrà seguire come verifica il conteggio fatto da Letter Count. Per verificare che i racconti rispettino il limite vi invitiamo quindi a usarlo per il controllo del vostro racconto e in caso di problemi a scriverci preventivamente.
Ogni lavoro dovrà essere preceduto dalla dicitura Contest di Scrittura Creativa seguita dal racconto e/o da titolo. Come d'abitudine abbiamo scelto di assicurarvi almeno 2 fine settimana per la stesura, quindi avrete a disposizione fino martedì 1° luglio ore 21, dopodiché si apriranno le votazioni che dureranno 5 giorni (stavolta 5 per non terminare di sabato). Si potranno esprimere due preferenze; se i racconti arrivati fossero meno di 5, potrete esprimere invece una sola preferenza. Il voto sarà espresso pubblicamente nel topic indicando l'autore e/o il titolo del racconto (preferibilmente in grassetto o comunque in modo chiaro) e si potranno commentare liberamente i racconti in gara. Il vincitore del precedente Contest decide il tema del Contest successivo, ma non può partecipare, anche se è, come sempre caldamente invitato a donare un suo scritto sul tema proposto.
Dette le piccole note del contest, passiamo alla parte come sempre più attesa "> Il tema scelto dalla neo vincitrice in carica, Ygritte baciata dal fuoco, per questo XXVIII Contest è:
La fede
Verità incrollabile e indimostrabile oppure invenzione dell'uomo per colmare un bisogno.
E adesso, scatenate anche sotto gli ombrelloni la vostra creatività! ">
Partecipanti:
hacktuhana: io sono Giosafatte; Brezza: Abbi fede e ci divertiremo; Three-EyedCrow: Il vuoto; La Sposa del Re: Il capitano; Cavalier Stampella: Caro Dio qui è Giacinto; Erin: Questione di fede; Maya: Curva piana; Ser Lostdream: La presa della città; Lady Robyn Snow: Fallen; misterpirelli: Ombre di Ilios; Idriel Stark: NITHE; Aeron Plain: La risposta
Fuori concorso:
Ygritte baciata dal fuoco: La caduta
Addio Got
"Lo scempio ha due teste"
mmm... bel tema, ma devo aver fede per farmi venire l'idea...
Hacktuana per tante cose ci vuole fede [emoji6]
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Ollallà! Si può fare riferimento solo a "La fede" e non al sottotitoletto, oppure si deve per forza mantenerli collegati?
King puoi scegliere e non collegarli.[emoji6]
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King puoi scegliere e non collegarli.[emoji6]
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Ok grazie " /> stavo già andando in crisi XD
King puoi scegliere e non collegarli.[emoji6]
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Ok grazie " /> stavo già andando in crisi XD
Quasi quasi mi invento un personaggio che di nome si chiama Fede.... così posso scrivere quello che voglio... " />
Sto scherzando...
ad ogni modo
buon esperienza mistica a tutti... " />
Ho un paio d'idee ma tutte molto banali per ora ma sto cogitando e meditando per trovare la soluzione..
Tema che si presta a molte interpretazioni ed in un certo senso legato al tema dello scorso contest.
[emoji2]misterpirelli se ti cimenti a me va bene [emoji6]
King puoi scegliere e non collegarli.[emoji6]
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Ok grazie " /> stavo già andando in crisi XD
Quasi quasi mi invento un personaggio che di nome si chiama Fede.... così posso scrivere quello che voglio... " />
Sto scherzando...
ad ogni modo
buon esperienza mistica a tutti... " />
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uh, davvero tosto questa volta " />
Avrei già qualcosa da postare...
Contest di scrittura creativa
titolo: io sono Giosafatte
Io sono Giosafatte.
Diceva sempre il vecchio pazzo davanti ai gradini consumati,
come le sue parole, che per incanto, un giorno cominciai a capire.
Erano diverse, strane, a volte ancora senza senso,
le avevo cominciate ad ascoltare per caso,
curioso,
di eremita nonostante il mondo intorno,
che tutti dicevano quanto fuori ne fosse.
Lo ripetevano davanti ai bar e le stazioni, convinti,
come quelle abitudini ai discorsi fatti mille volte uguali
tanto per bisogno di ragione, o forse a non voler pensare,
pieni di esperienze ripetute di certezze a confermare.
Ecco là il matto, dicevano a sorsi di vino bianco,
di motori accessi a respirare, di lavori fatti per pagare,
di problemi grandi da capire, e tutti uguali ad affrontare.
Eppure era lì, puntuale,
al momento che sceglieva di apparire,
guardava, a volte sorrideva,
che io aspettavo la saggezza di porte aperte alla follia,
senza chiedermi più sensi di verità da pronunciare.
Mi dissero che non sarebbe più venuto,
parole atte a farmi aprire gli occhi alla ragione,
dedicate alla speranza di non doverne più ascoltare,
che di spaccare quelle mura di cementi quotidiani
nessuno aveva voglia di affrontare, a convincersi che no!
Ragione non potesse mai avere.
Fermo ad aspettare.
Ogni giorno della sua assenza,
come se avessi la certezza di sentirne ancora,
sui gradini consumati,
e quelle porte da guardare.
Che passino i giorni, che suonino parole al vento,
non era andato via, nonostante le apparenze,
e lo scuotere la testa della gente.
C’era, lo so adesso come allora,
seduto ancora ad ogni istante ad apparire,
guardate quanto è viva la presenza,
anche solo ad occhi persi ad osservare.
Non pretendo risposte da tacere,
e nemmeno domande cui non dar ragione,
non voglio che porte, anche solo una,
e gradini su cui stare, solo per poterlo dire,
che io
sono Giosafatte.
Contest di scrittura creativa
titolo: io sono Giosafatte
L'ho letto già 3 volte. Mi piace tantissimo, anzi, più lo leggo e più mi piace
Oh, Arya, piccola mia, soffiano venti selvaggi dentro di te.
Nel mio cuor dubitoso
sento bene una voce che mi dice:
“Veramente potresti essere felice".
Lo potrei, ma non oso.
Paura, Umberto Saba
Grazie Ser Gult!
Non male come tema, ho già un'idea in mente ma non so... vedremo se riuscirò a scrivere qualcosa di decente!
Che cosa carina! " />
Voglio provare a partecipare anch'io...
Ho provato a buttare giù qualcosa, proprio ora ora, che non è neppure lontanamente bella come quella di Hacktuhana (davvero complimenti!)... ma per iniziare a giocare con voi, dai, può andare " />
Non devo fare altro per partecipare, vero? Solo postare qui la storia, giusto?
comunque, eccola...
Contest di scrittura creativa
titolo: Abbi fede e ci divertiremo
Lucia aveva sempre avuto l’impressione di essere spiata, ventiquattro ore su ventiquattro. Si sentiva come le bambole con cui giocava.
“Sono il gioco di qualcuno”, disse un giorno a suo fratello Milo. “Deve essere Dio… La catechista dice che ci ama, ma dobbiamo anche temerlo, come un padre… Tu hai paura di papà?”.
“Meglio non farlo arrabbiare”, le rispose prudente e sarcastico.
“Non si dovrebbe avere paura di chi ci ama”, sentenziò Lucia. “Non mi piace essere la bambolina di qualcuno, né essere osservata, manovrata, illusa, guidata o quello che è! Lo odio!”.
Milo rise di lei e delle sue paranoie: la stava prendendo decisamente troppo sul serio! Lucia difatti era sempre attenta al Catechismo, credeva nella parola del Signore e in tutte le tradizioni pastorali. Lei ci credeva sul serio!
Ci credeva talmente tanto, che pianse e scalpitò il giorno della Prima Comunione. Ripeteva alla madre che non si sentisse pronta per compiere il sacro passo, che non era stata una brava bimba, che non aveva rispettato taluno o talaltro comandamento.
Sua madre le infilò di forza la tunica bianca: non c’era tempo per quei capricci, avevano speso soldi e tempo per quella festa! C’erano parenti arrivati da lontano soltanto per lei e non si poteva rinviare tutto al prossimo anno. I suoi compagni non vedevano l’ora di buttarsi alle spalle quel passo obbligato della loro vita, perché lei non era come tutti gli altri?
Quest’ultima implicita accusa ferì Lucia più di quanto non volle ammettere.
Arrivò anche la Cresima e non si sentì più “pulita e degna” di riceverla, non più di quando non lo fosse stata per la Prima Comunione. Stavolta però, non protestò, non proferì parola. Fece il suo dovere da brava tredicenne.
Alla sala del ristorante, piena di parenti mai visti prima e di altri che odiava, Milo la vide seduta in disparte e l’avvicinò chiedendole perché la festeggiata non si divertisse.
“Cosa c’è di vero in questa sala? Cosa c’era di vero in Chiesa?”.
“Non cominciare con i tuoi filosofeggiamenti!”, l’avvertì il fratello, in tono lamentoso.
“Riesce a divertirsi con noi? Siamo uno spettacolo talmente noioso…”, proseguì testarda Lucia.
“Chi?”.
“Sai chi”.
Milo alzò gli occhi al cielo, quanto mai appropriato in quel momento.
“Perché non provi a ravvivare lo spettacolo, allora”, scherzò.
Lucia non rise.
“Ci credevo così tanto”, seguitava imperterrita. “C’ho creduto così tanto, ma è solo ipocrisia”.
“Dio?”, domandò confuso, Milo.
“Non Lui, ma ciò che pensano si debba pensare, dire e fare di e per Lui”, rispose con la fronte corrugata. “Forse c’ho creduto troppo… Se ne avessi avuta di meno, forse, forse sarei come tutti gli altri…”.
“Tu sei tu e vai bene così”.
“No, non andavo bene com’ero io, o non sarei qui adesso... Nessuno sarebbe qui adesso, se fosse se stesso”.
Milo si arrese e le si sedette accanto.
“Forse dovresti fare il prete, hai lo spirito adatto per le prediche”, ironizzò.
“Non potrei mai fare il prete, sono donna”.
“Un vero peccato”.
Stavolta, Lucia sorrise.
“E tu?”, domandò dopo un po’.
“Io cosa, sorellina?”.
“Ci credi?”.
“Che mi spii?”, rise Milo. “Ma lo farà anche quando vado in bagno? E con una ragazza?”.
“Tu osservi i The Sims quando lo fanno”.
“è diverso”.
“Perché? In fondo, noi giochiamo a fare Lui e se è vero che siamo a sua immagine e somiglianza…”.
“Perché con te finisco sempre a parlare di ‘ste cose!”, si lamentò il ragazzo e si alzò, prendendola per mano. “Andiamo a ballare”, disse e non attese la sua risposta, la trascinò in pista, assieme ai loro anziani parenti che ci davano dentro già da più di mezzora. Chissà quanto ancora avrebbero retto, Milo li trovava buffi e a loro modo teneri.
“Se ti bacio si arrabbierà? Come pensi ci punirebbe?”, lo provocò Lucia, sussurrandogli all’orecchio.
“Lo scopriremo quando moriremo, suppongo”, rispose a disagio. “Nostro padre sarebbe più veloce…”, borbottò lanciando uno sguardo al loro vecchio, seduto a un tavolo a sorseggiare vino.
“Allora ci credi nell’Aldilà”, sentenziò lei, abbracciandolo maliziosamente.
“Chi vuoi fare infuriare dei due padri?”, la respinse lui, se pure dolcemente.
Non voleva ammetterlo, ma quel gioco pericoloso cominciava ad eccitarlo.
“Non loro, ma la Fede”, ribatté lei.
“La Fede?”.
“La Fede che Lui ci grazierà o ci punirà, a seconda di come ci comportiamo in vita e non voglio farla arrabbiare, piuttosto sfidarla”.
Milo la tirò a sé con nervosismo e poi scoppiò a ridere tra i suoi capelli.
“Adesso chi è che gioca con me?”, l’accusò tra l’ironico e il greve.
“Abbi fede, fratello. Che Dio ci osserva e se non si diverte abbastanza con noi, ci eliminerà e creerà un altro in sostituzione”, rise lei, poi divenne seria. “Le persone ubbidienti non piacciano a nessuno, neppure a Lui, o lo avrebbe aggiunto al nostro ingrediente, no?”.
Milo non disse nulla. Continuò a danzare con lei, osservando suo padre seduto al tavolo a scolarsi il terzo bicchiere di vino.
“Abbi fede, fratello”, sussurrava ancora Lucia, al suo orecchio. “Abbi fede e ci divertiremo tutti…”.