@Lady Robyn snow
Quello che ho apprezzato di più è la sottigliezza della tematica. Di come infine, negli stati d'animi, sono alla fine sono le cose piccole a fare le grandi differenze. Ho poi apprezzato il fatto che tu, per risolvere l'intreccio del protagonista, abbia scelto una canzone.
Le emozione del protagonista, nel suo complesso è trasmessa abbastanza bene. Ma forse, a tratti, specie sul finale, secondo me sei caduta un po nel fare suonare il tutto come una 'spiegazione', anziché lasciare accadere le cose davanti agli occhi del lettore.
Stilisticamente, ci ho trovato anche frasi che mi sono piaciute parecchio, ma credo che eliminando un po di 'parole inutili' avresti guadagnato in scorrevolezza.
Storia***
Costruzione**
Stile**
Finale***
Personaggio**
Particolare: (ne ho scelti due)
“Una frase sbagliata ed era ripiombata nell’abisso... “, (esprime bene il fatto come può bastare poco, per essere buttati fuori dal proprio equilibrio)
“il grande corso d’acqua rifletteva il cielo plumbeo somigliando ad una lingua di acciaio fuso “ (visivamente efficace con delle metafore/similitudini non scontate)
rispondo inoltre a
@sposa del re
wow. Quante stelline che mi hai dato? Vero balsamo per l'autostima (speriamo non troppo). Ad ogni modo, mi fa davvero piacere ti sia piaciuto. In particolare, mi fa piacere ti sia piaciuto anche il finale (di cui non ero sicuro funzionasse). Ho iniziato a scrivere questo racconto senza un piano preciso e senza sapere dove mi avrebbe portato.
Per quanto riguarda le considerazioni sui dialogo, ora che me lo hai fatto notare, è vero che è un po ripetitivo. A differenza di te, per me scrivere dialoghi è una fatica immensa... (Forse, proprio per questo, dovrei provare a scrivere un racconto fatto di solo dialogo...)
Ad ogni modo, grazie per i commenti che fai (non solo al mio racconto, ma in generale, li trovo interessanti), e grazie per le tue utili osservazioni.
Ps mi fa anche piacere che come particolare, tu abbia scelto proprio quella frasi li...
@Ygritte
ups.. ora che me lo fai notare, sorge il dubbio anche a me se la parole ululi esisti davvero.... una cosa non da poco, dal momento che si trova nella prima riga. Diciamo che nella lingua parlata di tutti i giorni, io la parola 'ululi' l'ho sempre usata, ma il mio italiano parlato non è molto corretto, anzi fa un po pena (molto influenzato dal tedesco). Ad ogni modo, un dettaglio importante che mi hai fatto notare. Grazie.
Per quanto riguardo il pathos, hai ragione che quello precedente ne aveva di più, ne sono consapevole e credo sia anche inevitabile. Quando ci scappa il morto, è più facile...
Anche il fatto che Tersite sia rimasto più impresso, temo fosse inevitabile. Tersite è un personaggio omerico (anche se solo di comparsa), e dunque, per definizione, imbattibile. A Omero non gliela fa nessuno.
Ad ogni modo, grazie per aver letto il racconto, e grazie sopratutto per la traccia.
Se non fosse saltata fuori, chi sa per quanto tempo Isilea sarebbe rimasto sepolta nel mio Hard Disk, quando invece aveva ancora qualcosa fare.
eccomi arrivata per gli ultimi racconti
@lady robyn snow
mi è piaciuto molto e l'ho trovato davvero realistico. Ho trovato poi una particolare sintonia con la tua protagonista che cercava la via d'uscita nel fiume, ma dipende dal fatto che in una mia fanfiction ho creato una scena simile. Inoltre mi è piaciuto come la canzone facesse da perfetto sfondo a quello che stava passando nella mente della ragazza, aiutandola a trovare la risposta, aiutandola ad uscire da quel momento difficile. Quando si dice che la musica salverà il mondo è proprio vero!
@misterpirelli.
Sono contenta che alla fine tu sia riuscita a postare il tuo racconto.
E sono doppiamente felice sull'argomento perché, come ho già avuto occasione di dire più volte, adoro l'epica e tutto quello che ruota intorno ad essa. In particolare ho apprezzato ancora di più il tuo racconto perché mi ha ricordato la Zimmer Bradley che molto spesso nelle sue opere si è soffermata su queste differenze tra i vari credo. In quello che hai scritto si colgono perfettamente tutti i dubbi della protagonista: quello che è successo nell'episodio precedente l'ha turbata parecchio, facendola ricredere su tutto quello che sta succedendo. Lei si pone dubbi, va più avanti rispetto al ragionamento più radicato della sua anziana compagna: distingue il singolo da tutto il resto e si chiede se sia davvero necessario uccidere anche chi non lo merita.
In particolare mi ha colpito molto il riferimento ad Atena ed il conseguente confronto con la Madre che invece le guerriere venerano. In quanto donne colgono la storpiatura di questa nascita divina con Zeus che si è voluto prendere il merito di qualcosa di peculiarmente femminile. Non è solo la guerra di Ilio, in mezzo ci sono anche dei mondi diversi a confronto, una fede molto più primordiale e semplice basata sulla madre, sulla terra e su quelle che sono le regole essenziali del mondo, ed una religione invece già più articolata con i suoi miti e le sue molteplici divinità
Very good.
appena posso rispondo all'mp
Rispondo ad Erin riguardo al commento sul mio racconto.
@erin
@misterpirelli.
Non è solo la guerra di Ilio, in mezzo ci sono anche dei mondi diversi a confronto...
Credo sia il commento più gratificante che mi potessi dare, dal momento che il mio obiettivo era proprio quello di trasmettere questo scontro tra culture.
Mi fa anche piacere che tu abbia notato quel particolare su Atena, che, filosoficamente parlando, è un aspetto della cosmologia greca che mi ha sempre affascinato (e allo stesso tempo inorridito).
Dal momento che hai citato la Zimmer Bradley, devo dire, non ci avevo fatto caso, ma possibile che sia stato anche influenzato dal suo modo di raccontare. In effetti in questo racconto, un po come fa lei, ho raccontato un mondo patriarcale con occhi femminili. Anche se poi si tratta di donne con caratteristiche di solito attribuite agli uomni (specie nel caso di Eubeka).
Ad ogni modo, grazie del commento.
Mi fa piacere ti sia piaciuto.
Rispondo ad Erin riguardo al commento sul mio racconto.
@erin
@misterpirelli.
Non è solo la guerra di Ilio, in mezzo ci sono anche dei mondi diversi a confronto...
Credo sia il commento più gratificante che mi potessi dare, dal momento che il mio obiettivo era proprio quello di trasmettere questo scontro tra culture.
Mi fa anche piacere che tu abbia notato quel particolare su Atena, che, filosoficamente parlando, è un aspetto della cosmologia greca che mi ha sempre affascinato (e allo stesso tempo inorridito).
Dal momento che hai citato la Zimmer Bradley, devo dire, non ci avevo fatto caso, ma possibile che sia stato anche influenzato dal suo modo di raccontare. In effetti in questo racconto, un po come fa lei, ho raccontato un mondo patriarcale con occhi femminili. Anche se poi si tratta di donne con caratteristiche di solito attribuite agli uomni (specie nel caso di Eubeka).
Ad ogni modo, grazie del commento.
Mi fa piacere ti sia piaciuto.
Non a caso una delle mie opere preferite della Zimmer Bradley è La Torcia, proprio sulla guerra di Ilio " />
Rispondo ad Erin riguardo al commento sul mio racconto.
@erin
@misterpirelli.
Non è solo la guerra di Ilio, in mezzo ci sono anche dei mondi diversi a confronto...
Credo sia il commento più gratificante che mi potessi dare, dal momento che il mio obiettivo era proprio quello di trasmettere questo scontro tra culture.
Mi fa anche piacere che tu abbia notato quel particolare su Atena, che, filosoficamente parlando, è un aspetto della cosmologia greca che mi ha sempre affascinato (e allo stesso tempo inorridito).
Dal momento che hai citato la Zimmer Bradley, devo dire, non ci avevo fatto caso, ma possibile che sia stato anche influenzato dal suo modo di raccontare. In effetti in questo racconto, un po come fa lei, ho raccontato un mondo patriarcale con occhi femminili. Anche se poi si tratta di donne con caratteristiche di solito attribuite agli uomni (specie nel caso di Eubeka).
Ad ogni modo, grazie del commento.
Mi fa piacere ti sia piaciuto.
Non a caso una delle mie opere preferite della Zimmer Bradley è La Torcia, proprio sulla guerra di Ilio " />
Non lo conosco, dovrò andare a leggermelo..
innanzitutto, grazie a chi ha letto, commentato, “criticato e elogiato” il mio raccontino " />
Completo con i commenti alle letture che mi rimanevano
Maya
Mi è piaciuto davvero tanto il “viaggio della fede nel tempo” (se così si può chiamare) che hai raccontato. Ne sono rimasta piacevolmente colpita
Ygritte baciata dal fuoco
Peccato sia fuori concorso! Bello! Anche se ho dovuto leggere il precedente racconto per apprezzarlo meglio, mi sfuggiva qualcosa :p
Ser Lostdream
Non ricordo bene la storia di Gerico, ma Rahab mi ricorda qualcosa… Forse è il nome in ebraico della città o simile? Forse non c’entra nulla ahahah
Credo comunque tu abbia descritto il culto della luna, giusto? Chissà come fu presa Gerico, la tua versione è affascinante... Bravo
Lady Robyn Snow
Se si sa ascoltare, tutto può darti una risposta, in questo caso è arrivata con una canzone.
Uno scritto interiore e profondo. Brava anche tu!
Ma siete tutti bravi qui? " />
misterpirelli
è sempre così, non è vero? Arriva un nuovo dio, una nuova dea, e la gente si fa la guerra per la fede che crede più giusta. E si uccide in nome del proprio dio, dea, madre, o quello che è. Ma vogliono proprio questo?
Bello! Bravo/a! " />
Ecco c'era anche il racconto di Misterpirelli e non l'avevo notato!!!
Felicissimo di rileggerti
Mi è piaciuto molto il tuo scritto, forse anche di più del precedente, ma siamo lì.
Mi piace il dialogo tra le due protagoniste, mi piace la decisione dell'una e il titubare dell'altra.
La fede che mostra entrambe le facce!
Hai scritto sempre ottime cose Mister
E pensa, sono molto critico e severo in quello che ti dico eh " />
Non so perché ma le donne di spada, mi fan pensare alle erinni/eumenidi, o anche ad Elektra...
Un po' last minute come sempre, ecco anche Idriel... " />
Questo racconto è stato un autentico travaglio: la storia si è formata abbastanza presto, ma più passavano i giorni più si aggiungevano dettagli, personaggi, momenti, elementi dell'ambientazione, e il difficile è stato scegliere esattamente cosa mostrare. Spero che la selezione di scene che ho fatto alla fine sia interessante, ma soprattutto di non aver lasciato troppe cose per scontato, nè viceversa di aver fatto un pelo di infodump " />
Non ne sono convinta, come sempre, ma il resto lo lascio giudicare a voi
XXVIII CONTEST DI SCRITTURA CREATIVA: LA FEDE.
LETTERCOUNT: 4974 caratteri.
NITHE
Nithe era nascosta nell'unico luogo al mondo dove potesse sentirsi al sicuro: l'odore dei libri, di tutti quei libri, era sempre stata la migliore delle medicine, per lei. Nelle vaste sale della Biblioteca dell'Accademia, il cozzare delle armi e le grida dei morenti arrivavano smorzati, attutiti.
“Come se quest'insana follia si stesse svolgendo in un paese lontano, o in un terribile incubo.”
Parte di lei voleva illudersi che quello fosse anche l'ultimo dei luoghi cui i Cithaeron si sarebbero rivolti nella loro caccia agli infedeli, ma in realtà sapeva che era solo questione di tempo: c'erano uomini, lì fuori, che desideravano punire soprattutto lei, e quegli uomini sapevano dove cercarla.
«Perchè con i miei insegnamenti devio le coscienze di poveri, ingenui fanciulli» disse a bassa voce, un sorriso triste sul volto.
*
«Maestro Nithe, mio padre si è convertito al culto di Cithaer».
«La cosa ti preoccupa?»
«Beh... sì. Fino a poche settimane fa era uno dei più devoti alla dea Lith, ma da ieri va in giro per le strade a predicare il culto di Cithaer, definendolo l'unico vero Dio, e scagliandosi contro chiunque compia i sacrifici rituali! Un tale cambiamento mi spaventa».
«Ethar, tu in cosa credi?»
«In nessun dio, Maestro. Sono convinto che dèi e religioni siano invenzioni degli uomini per trovare giustificazioni e consolazioni». Lo aveva detto con voce fiera e testa alta, guardandola dritto negli occhi.
«Eppure, quando hai iniziato a frequentare l'Accademia, seguivi alla lettera i precetti di Lith».
Il giovane era arrossito, e subito aveva chinato il viso. «Era prima di conoscere lei, Maestro».
«Ma questo cosa ti fa pensare?»
«Che... che anche io sono cambiato in poco tempo...»
*
«Mi ha fatta chiamare, Gran Maestro?»
«Sì, Nithe, mia cara». L'anziano uomo aveva la voce stanca e gli occhi socchiusi. «Oggi il padre di un allievo ha annunciato che suo figlio lascerà l'Accademia, e ho il serio timore che non sarà il solo».
«Perchè?»
«Quest'uomo sostiene che i tuoi insegnamenti siano dannosi per dei ragazzi così giovani, che tu devii le loro menti dalla retta via, che inculchi in loro idee empie e li spingi a ribellarsi ai loro padri...»
La donna non aveva risposto.
«Lo so, Nithe, è assurdo. So che sei un'ottima insegnante, e da quando ci sei tu le lezioni di astronomia sono le più seguite di tutta l'Accademia. So anche che molti ragazzi si rivolgono a te per chiederti consiglio, sullo studio e sulle questioni della vita, e che tu hai sempre fatto un ottimo lavoro con loro». Aveva sospirato, per poi riprendere: «Tuttavia, ti ho anche sempre detto che le tue sono idee pericolose, in una città come questa. Da sempre sono stati in molti a contestare il fatto che tu non partecipassi ai riti di Lith. E adesso...»
«...adesso ci sono i Cithaeron». Di colpo aveva capito, e il dolore per aver perso Ethar le aveva stretto il cuore.
«Devi stare attenta, Nithe. Lith non è mai stata una dea intransigente, ma questo Cithaer pare che lo sia, e che sia anche... vendicativo. I Cithaeron sono sempre più numerosi, giorno dopo giorno, pronti a combattere e a morire per il loro dio». Aveva sospirato ancora, e scosso la testa. «Come ben sai, Re Rotha è molto malato, e il Principe Lutho è un Cithaeron... Si prospettano tempi duri, figliola, credimi».
*
Scosse la testa, tornando al presente: il Principe Lutho era al potere, e i tempi duri erano arrivati. Prese a passeggiare tra gli scaffali, accarezzando il dorso di quegli amati volumi, cercando, con quel gesto familiare, di esorcizzare nostalgia e paura. Ne scelse uno, lo tirò fuori e ne sfogliò le pagine, ingiallite dal tempo. Come sempre, ne annusò a fondo l'odore, e la magia parve funzionare.
Ma un attimo dopo sentì dei rumori dall'ingresso della sala.
«Questo posto puzza di vecchio» disse una voce maschile.
«Sta' zitto, sono sicuro che è qui» rispose un'altra, che le parve di conoscere.
Non c'era posto in cui nascondersi: la sala era composta da due file di scaffali, tutti paralleli alla porta, separate da uno stretto corridoio che andava dall'ingresso all'uscita posteriore.
Lentamente si mosse verso il fondo dello scaffale, sperando di confondersi nel buio. Ma insieme ai passi degli uomini si avvicinava anche un chiarore rossastro. Un presentimento la colpì come uno schiaffo, gettandola nel panico in pochi istanti: le gambe si fecero molli e cadde in ginocchio con un tonfo, il libro ancora stretto tra le braccia.
«Hai sentito?»
I passi si affrettarono, e in un attimo i due uomini furono di fronte a lei. Ognuno aveva una spada e una fiaccola: il presentimento si fece certezza.
«Eccola, il Maestro» quell'ultima parola grondava disprezzo «Già pronta in ginocchio a chiedere pietà» disse il padre di Ethar.
«Confessi i tuoi peccati, pu***na?» aggiunse l'altro.
Nithe tacque.
«Almeno guardami quando ti parlo! Confessi di essere un'infedele?» gridò.
Nithe alzò gli occhi, ma tutto quello che riuscì a dire, tra le lacrime, fu: «Vi prego... non bruciate i libri!»
Per chi fosse curioso sulla fonte d'ispirazione di questo racconto:
L'idea era quella di rendere in qualche modo omaggio a Ipazia di Alessandria, uno dei miei più grandi miti personali. In un primo momento avevo pensato di scrivere il racconto proprio su di lei, poi m'è mancato il coraggio, e ho cercato di reinventare il personaggio (che senza volerlo ha acquisito un qualcosa di Socrate) e inserirlo in un'ambientazione personale, mantenendo giusto un paio di punti fondamentali (ma alla fine l'immagine e la storia dell'antica Alessandria d'Egitto hanno fatto fatica ad uscirmi dalla testa, e sono rimaste un po' più di quanto avrei voluto " /> ).
evviva è tornata saretta " />
Man mano che leggevo la tua storia non ho avuto alcun dubbio su quale sia stata la tua ispirazione. Ricordo ancora il bellissimo film sulla filosofa che fu veramente di grande impatto e con la dote di lasciarmi un grande amaro in bocca. Purtroppo è il traumatico passaggio dalla vecchia fede ad una nuova che non accetta quello che era stato, anzi lo considera addirittura pericoloso. E sappiamo bene come si passi in pochissimo tempo da gesti dimostrativi e carichi di paura (come il ritiro degli allievi dalla scuola) fino alla violenza vera e propria. La storia di Ipazia è stata davvero terrificante u.u
Il tuo è un bel racconto, mi è piaciuta molto l'immagine di lei che si rifugia tra i libri e, nonostante tutto il caos attorno a lei, riesce a trovare un minimo di pace. E ho apprezzato tantissimo anche l'ultima frase finale che mi rimanda a quelle dolorosissime scene del film in cui viene distrutta la biblioteca di Alessandria... cosa non riesce a fare l'ignoranza e la chiusura mentale, a prescindere dalla religione a cui appartengono.
Ho apprezzato questo tuo omaggio, l'unico problema, riguardante la mia persona, è che ho intuito subito il tuo riferimento e quindi è stato un pochino "telefonato"
Per il resto felice di rivedere una tua opera
@ Idriel Stark
il racconto è scritto molto bene ed effettivamente il tema della persecuzione religiosa è stato toccato poco in questo contest (forse solo da Maya), invece è molto utile e "acchiappabile".
Non conosco la storia di Ipazia ma è piacevole e molto "moderna".
XXVIII Contest di Scrittura Creativa.
La Risposta.
Uno stanco sole sorge dagli abissi del Grande Nulla aldilà dell’orizzonte, mentre l’idea di essere il primo al mondo a vedere l’alba sfiora il mio orgoglio seduto.
È il terzo giorno in cima al Monte Zanna, l’ultimo comunque vada.
Quanti giorni può vivere un uomo mangiando neve sciolta e solitudine?
Alle mie spalle l’imponente mole di legna per il fuoco segnaletico, impassibile ad un vento che cerca di strappare l’anima dalle ossa. Ai piedi della montagna i miei compagni continuano l’assedio di Rost, città custode della Luce di Pietra, Cuore di Azhul il Sommo.
Se lascio che il nemico accenda questo falò tutto sarà perduto, Marzenis intera prenderà le armi e ci ritroveremmo schiacciati.
Quanto vicino alla follia mi sta portando il peso di questo pensiero? Preferirei morire che scoprirlo.
La prospettiva di ascendere alla Pianure Celesti non è mai stata così bella...
Eccolo.
Il mio avversario sta arrivando, annuciato da una scintilla in mezzo alla bruma. In una mano la torcia, nell’altra la spada. Il suo incedere incerto e costante, come il Destino che ti viene incontro.
Nonostante il mio corpo, mi alzo, sfodero la spada e comincio a pregare.
Azhul è in me ed io sono in Azhul.
Del suo volto rimangono solo due occhi sottili e neri dietro strati e strati di lana marrone. Non c’è bisogno di dire niente. Le nostre lame si toccano come due timidi amanti al primo bacio, e tutto ha inizio.
Tento un affondo sul lato sinistro, il lato della torcia. Se la spengo è già qualcosa. Devia il colpo con la spada e mi molla un calcio nel basso ventre. Indietreggio boccheggiando ed impugno a due mani.
Suo è l’unico nome nelle nostre preghiere.
Sferro un colpo dall’alto verso il basso con tutta la mia forza. Lo para di nuovo con la spada nel pugno destro alzato, ma è costretto a chinarsi di lato per attutire l’impatto. Ne approfitto per un colpo orizzontale, si piega all’indietro quanto basta per schivarlo e darmi un pestone sul ginocchio sinistro. Quelle sue stramaledette gambe. Mentre cerco l’equilibrio perduto, la sua lama si fa strada attraverso le mie vesti, il mio cuoio e le mie carni. Sangue caldo e viscido inizia a scendere da poco sotto l’ascella destra. Un senso di nausea sovrasta il dolore acuto.
Mi riavvicino. La mia faccia ridotta ad un ghigno animale, il suo respiro diventa nuvola in modo regolare. Aspetto che sia lui ad attaccare stavolta.
Senza di Lui, noi siamo perduti. Senza di Lui, siamo sconfitti. Senza di Lui, Noi non siamo.
Punta alla mia spalla destra con un fendente obliquo. Scarto di lato e blocco la sua spada con il braccio sinistro stretto al fianco. Lo colpisco di taglio alla coscia. Una volta. Due volte. Il ferro incontra l’osso e le urla muoiono nel vento.
Ogni volta che alzo il braccio per colpire una fitta risale fino a dietro l’orecchio destro, mentre l’avambraccio sinistro chiede pietà per le ferite inflitte dalla lama nemica nei suoi tentativi di liberarsi.
Prima del terzo colpo, il nemico schianta la torcia sul mio volto.
Che la Sua Luce ci guidi, che la Sua Forza ci salvi, che la Sua Via sia percorsa.
D’un tratto, metà del mondo si spegne in un vortice di fiamme e agonia. L’occhio sinistro è andato. Piegato in due, mi giro appena in tempo per vedere il grigio metallo puntare dritto verso di me. Mi rialzo di scatto, quasi ubriaco di dolore, ed abbatto la spada sulla mano della torcia. Dopo l’impatto, perdo la presa e l’arma cade in compagnia della torcia e di qualche dito.
La massa del nemico mi travolge.
Siamo avvinghiati in una mischia disperata in mezzo alla neve, che dimentica il sapore della notte ed assaggia quello del nostro sangue... e ne chiede ancora. Ancora.
Con una mano evito che mi rompa un altra costola o mi prenda alla gola, con l’altra afferro il pugnale della cintura ed affondo. Si gira di lato e si rialza barcollante. Dove l’ho preso? Dove?
Adesso è in piedi davanti a me, con la spada di nuovo pronta per il colpo di grazia. Il suo petto si gonfia ad un ritmo pesante. Un ginocchio cede. Anche l’altro. Crolla.
Tutto con Lui ha inizio e con Lui ha fine.
Mi trascino vicino. Mormora alcune parole. La voce di un padre con l’insicurezza di un bambino:
<< Dove sono? Dove sono le Sei Grazie? Devono condurmi alla dimora dei miei antenati... >>
I suoi occhi riflettevano un infinito senza ritorno.
<< Ti supplico. Tu lo sai dove sto andando? >>
Secondo le Vere Pergamene, l’anima di ogni infedele finiva divorata dal Grande Nulla, ma non riesco a dirlo. A malapena pensarlo.
<< Dove...? >>
<< Non. Non lo so. >> è l’unica cosa che si fa strada tra le mie labbra.
<< Già. >> e poi il suo silenzio.
Mentre riposo il mio mezzo sguardo su di un cielo piatto, una parte di me muore. Lasciando un vuoto, dove il pensiero brancola nel dubbio.
Complimenti anche a Idriel, con un racconto che effettivamente sembra storia... già accaduta nell'esistenza umana, e forse, mai completamente finita come minaccia.
E anche Aeron Plain è tornato a scrivere, bella descrizione di un duello, una fede incrollabile a cui aggrapparsi, che vale per entrambi... bravo anche a inventare i nomi.
Che dire, complimenti a tutt'e due!!!
Con leggero ritardo, annunciamo ufficialmente chiusa la fase di invio dei racconti!
Da stasera e fino a martedì 8 luglio alle 21.00 sarà possibile esprimere la propria preferenza per due dei racconti in gara.
Buona fortuna a tutti! ">
Voto Erin e Idriel Stark.
uh, un racconto last minute!
@aeron plain
mi è piaciuta molto l'idea del duello, del resto è anche in momenti simili che la propria fede può essere l'arma vincente in quanto dà la forza di andare avanti e non arretrare. L'idea della prima persona era buona, tuttavia a un certo punto l'ho trovata discordante con la descrizione del duello... è come se il protagonista in qualche modo si distaccasse e questo ha smorzato un po' l'emotività. In ogni caso bel racconto!
right, domani mi rivedo i racconti e valuterò chi votare.
Nel frattempo ringrazio Eddard per il voto