Mi dispiace stavolta non sono proprio riuscita a scrivere, ho passato tutte le vacanze e i i ponti vari a studiare per un esame malefico e il mio cervello era tutto assorbito da quello "> MA siccome l'ho dato stamattina ho ancora ben due giorni per farmi venire la lampadina e scrivere... Ci provo!
Mi dispiace stavolta non sono proprio riuscita a scrivere, ho passato tutte le vacanze e i i ponti vari a studiare per un esame malefico e il mio cervello era tutto assorbito da quello " /> MA siccome l'ho dato stamattina ho ancora ben due giorni per farmi venire la lampadina e scrivere... Ci provo!
forza forza forza... hai due giorni per farti venire la lampadina.. puoi partire da questo XD
spero anch'io di riuscire a cavare qualche ragno dal buco entro domani... temo solo che l'idea che ho in mente abbia atmosfere troppo simili al racconto di Ygritte... non denunciatemi per plagio! " />
Bravi, impegnatevi, perché la salute del contest dipende dalla vostra partecipazione!
Intanto però...
Mi sono accorta di aver fatto un paio di errori di battitura. Posso correggere dato che sono fuori concorso? <br /><br />Inviato dal mio GT-I9100 utilizzando Tapatalk<br /><br />
Assolutamente sì, i pezzi fuori concorso possono essere modificati proprio perché la modifica stessa è motivo di esclusione dalla partecipazione per il voto.
Ritieniti dunque libera di aggiustare quel che più ritieni opportuno!
Addio Got
"Lo scempio ha due teste"
Mi dispiace stavolta non sono proprio riuscita a scrivere, ho passato tutte le vacanze e i i ponti vari a studiare per un esame malefico e il mio cervello era tutto assorbito da quello "> MA siccome l'ho dato stamattina ho ancora ben due giorni per farmi venire la lampadina e scrivere... Ci provo!
forza forza forza... hai due giorni per farti venire la lampadina.. puoi partire da questo XD
Ahahah è vero, non ci avevo pensato! ">
Bravi, impegnatevi, perché la salute del contest dipende dalla vostra partecipazione!
Intanto però...
Mi sono accorta di aver fatto un paio di errori di battitura. Posso correggere dato che sono fuori concorso? <br /><br />Inviato dal mio GT-I9100 utilizzando Tapatalk<br /><br />
Assolutamente sì, i pezzi fuori concorso possono essere modificati proprio perché la modifica stessa è motivo di esclusione dalla partecipazione per il voto.
Ritieniti dunque libera di aggiustare quel che più ritieni opportuno!
Fatto, grazie!
@Erin, ecco la lacrimuccia quando leggo di Kirian! Mi piace leggere quanto sia bella la purezza dei bimbi piccoli, la fiducia assoluta che ripongono nel prossimo. Ben scritto il suo interagire con il fratello maggiore. Avrei tolto l'ultima frase, quella dopo i due punti, secondo me è superflua e forza un po' la conclusione (alla quale il lettore arriva da solo).
Scusate se sono brevissima nei commenti, purtroppo se non faccio così rischio di non scriverli per niente, perchè sono sicura di non fare in tempo (anche sperando che arrivino tutti i confratelli chiamati in causa) dopo :-)
Vai, posto anche il mio " />
Secondo Megacontest di scrittura creativa
Titolo: Giorni di gloria
Caratteri (lettercount): 9988
Ecco, ce l'ho fatta... Scritto di getto e senza rileggerlo.
Se lo faccio, finisce che lo cestino come le altre idee iniziate a metà di questi ultimi due contest... Quindi, spero non ci siano troppi errori...
Buona lettura!
MEGACONTEST di Scrittura Creativa: Il numero due
Titolo: Il numero uno
Prologo
“Mi sente?” disse una voce di donna.
L’uomo non riesce a parlare. Si limita ad annuire.
“Bene, però ho bisogno di un suo sforzo. Mi faccia sentire la sua voce”.
“Sì,” rispose a fatica.
“Mi dica il suo nome, per favore”.
“Logan. Mi chiamo Logan”.
“Logan, mi deve dire il suo nome completo”.
“Logan Tucker”.
“Perfetto signor Tucker, adesso apra gli occhi”.
Il mondo attorno a lui era sfuocato e la forte luce gli faceva male. Non vedeva altro che indistinte forme bianche. Ci vollero alcuni minuti prima di dare un senso a quel che lo circondava. La donna attese senza parlare.
“Mi sa dire dove si trova?”.
“No”.
“Lei è alla LC Corporation, signor Tucker. La sua procedura di risveglio si è appena conclusa,” la donna fece una pausa prima di continuare “Tre giorni fa lei è morto. A nome della LC Corp. le porgo i nostri migliori auguri di bentornato”.
Capitolo 1
Finalmente fuori.
Non gli sembrava vero di poter respirare nuovamente all’aria aperta.
Dopo il suo risveglio, Logan aveva passato diversi giorni ad eseguire test di riabilitazione. Il suo corpo eseguiva ogni movimento per la prima volta. Era stato faticoso e molto doloroso.
Si sentiva bene, per la prima volta in vita sua. Tutti i suoi debiti erano stati pagati. La morte l’aveva liberato. Nessuno gli avrebbe più detto cosa avrebbe dovuto fare.
Quella vita era tutta per lui. Doveva solo sceglierne cosa farne.
Perso nei suoi pensieri, Logan non si accorse dell’auto in avvicinamento se non quando se la ritrovò accanto. Il finestrino posteriore si abbassò.
“Logan! È un piacere rivederti!” disse l’uomo all’interno.
Logan lo fissò in silenzio. La sensazione di benessere se n’era andata, lasciandogli un brutto presentimento.
“Forza, sali”.
Il tono non era quello di una domanda. Era un ordine.
“No”.
L’uomo rise.
“Temo di dover insistere,” disse puntandogli contro una pistola, “questo è il tuo ultimo gettone, lo sai. Non fare sciocchezze”.
*****
La strada correva veloce.
Logan aspettò che fosse l’uomo a parlare per primo.
“Mi dispiace per il mio comportamento,” esordì.
“Ho pagato il mio debito Jon. Sono morto”.
“Sono nei guai Logan e in parte è colpa tua, lo sai?”
“Sono morto,” si limitò a ripetere Logan.
“Sì, è vero,” sospirò Jon “ma purtroppo non sei morto nel modo giusto”.
Logan lo fissò confuso.
“Potremmo anche dire che non hai rispettato i patti”.
“Cosa stai dicendo?”
“Quando è stato il tuo ultimo backup?” chiese indicandogli la testa.
“Tre mesi fa, penso”.
“In tre mesi sono successe un bel po’ di cose”.
L’uomo guardò a lungo fuori dal finestrino in silenzio prima di riprendere.
“La missione Cavallo di tr**a, non è stata portata a termine”.
“Cosa?”
“Ci hai promesso di poter arrivare fino al grande capo. Tagliare la testa dei nostri nemici una volta per tutte e noi ti abbiamo creduto. Abbiamo investito su di te”.
“È vero. Era tutto programmato. Non posso aver fallito”.
“Quello che non avevi programmato, era che ti saresti schiantato sugli scogli della Royal Bay come un grandissimo cogli*ne”.
Logan lo guardò stupefatto.
“Già. Proprio così. La tua macchina è addirittura esplosa, come in un f*ttuto film.”
“Avanti, questa è la mia seconda vita. Il mio ultimo gettone, come hai detto tu. Non posso rischiare. Non può essercene una terza”.
“Noi non butteremo all’aria anni di preparativi perché tu hai deciso di dimenticarti come si guida. Nessuno sa della tua morte perché siamo riusciti a tenere tutto nascosto. Puoi ancora arrivare alla testa e reciderla, come da programma”.
“E se mi uccidono?”
“Tutti devono morire, prima o dopo. Tu saresti comunque più fortunato di altri che possono permettersi di farlo una volta sola”.
Logan gettò un’occhiata fuori dal finestrino. Si sentiva in trappola.
“Logan, la mia non è una domanda” puntualizzò Jon, mostrandogli ancora la pistola.
Capitolo 2
Quando aveva pianificato l’attacco, sapeva che sarebbe riuscito ad arrivare fino al signor King, il grande capo. Però tutto gli sembrava troppo facile. Quando aveva chiamato, sembrava si aspettassero di sentirlo. Qualcosa non funzionava.
I suoi dubbi furono confermati al momento dell’incontro, davanti al Palazzo. Lo lesse chiaramente nei movimento e nello sguardo dei due uomini che gli venivano in contro. Troppo nervosi. Troppo vigili.
Non capiva come fosse potuto succedere, ma loro sapevano.
L’operazione Cavallo di tr**a era compromessa.
Logan pensò in fretta. Valutò le possibili vie di fuga. Gli uomini erano ormai a pochi passi di distanza.
Logan agì.
Estrasse la pistola. Sparò ai due uomini e corse verso il vicolo più vicino, mentre una pioggia di proiettili iniziava a cadere attorno a lui.
*****
Come aveva previsto, i suoi inseguitori si aspettavano che lui fuggisse il più in fretta possibile lontano da lì. Ma Logan sapeva di non poterselo permettere. Se non avesse ucciso il signor King, Jon e i suoi capi non gli avrebbero dato pace.
Era troppo tardi per tirarsi indietro.
Trattenne il fiato mentre alcuni uomini gli passavano tanto vicini da poterli quasi toccare. Vide partire alcune auto.
Sapevano che sarebbe arrivato, ma lo temevano tanto da scatenare quel caos.
Logan ne approfittò e si lanciò all’interno dell’edificio.
*****
“Sei veramente bravo,” disse il signor King senza neppure guardarlo.
Logan entrò nella stanza. Da lassù si poteva vedere tutta la città. Una vista mozzafiato. Ma questo a Logan non importava. Si avvicinò al signor King e gli premette la pistola contro la nuca.
“Come hai capito che volevamo ucciderti?” chiese il signor King.
“Chiamala una fortunata intuizione,” Logan si spostò per poter guardare in faccia quell’uomo “voi come sapevate di me?”
Il signor King sorrise e finalmente portò la sua attenzione su Logan.
“Ce lo hai detto tu”.
Capitolo 3
Non poteva credere a quello che Kevin King gli aveva rivelato.
“Puoi provarlo?” chiese Logan.
“No,” rispose il signor King “l’accordo era questo. Tu o, per meglio dire, il tu originale, sarebbe sparito. In cambio, io avrei ucciso te e pareggiato i conti. Niente prove”.
“E io avrei rinunciato alla mia seconda vita per una donna?”
“Non per una donna, stai attento! Per mia figlia.”
Logan rifletté a lungo. Non riusciva a credere che in poche settimane avesse conosciuto una donna e avesse buttato all’aria tutti i suoi ideali, tradito gli uomini per cui lavorava e condannato a morte se stesso.
“Tua figlia è una numero due”.
Kevin King si era limitato a fissarlo intensamente.
“Sì. Anni fa è morta durante un attentato rivolto a me. Era ancora giovanissima”.
“Quindi anche lei è alla sua ultima possibilità”.
I due uomini studiarono a vicenda, senza aggiungere nient’altro.
“Uno di noi due deve morire”.
Il signor King annuì
Logan sparò.
*****
Ci erano voluti sette mesi, ma alla fine l’aveva trovato.
Se qualcuno li avesse visti insieme, sarebbe stata la loro fine. Chi poteva permetterselo poteva vivere due vite, ma a nessuno era permesso di viverne due contemporaneamente.
Ora che era così vicino al Logan originale, doveva stare attento.
Restò a lungo immobile nella stanza d’albergo a fissare il telefono, prima di decidersi. Erano bastate poche parole per convincere il Logan originale a raggiungerlo in un luogo prestabilito.
*****
Faccia a faccia. Era come guardarsi in uno specchio.
“Non dovresti essere qui,” esordì Logan.
“Il fatto che io sia qui, significa che sia tu quello che non dovrebbe esserci” ribatté Logan.
“Che ne hai fatto di Kevin King?”
“Morto”.
“Caxxo, a lei non farà piacere”.
“No, ma meglio lui che me”.
“Jon?”
“Ho portato a termine la missione. Sono libero”.
I due Logan si sorrisero.
“Per la prima volta in vita mia, ho qualcosa da perdere. Non posso rischiare che ti scoprano”.
“Lo so,” Logan si portò lentamente una mano dietro la schiena “ma non intendo sacrificarmi”.
Si mossero entrambi.
“Io sono l’originale, tu solo una copia”, disse Logan stringendo la pistola e tentando di ignorare la canna che gli premeva contro la fronte, “fatti da parte”.
Le pistole spararono nello stesso istante.
Epilogo
Logan Tucker, sdraiato su un letto d’ospedale, aspettava paziente.
Era arrivato a notte fonda, barcollando. Sporco del suo stesso sangue.
“Sono caduto,” aveva detto ai dottori, indicandosi la testa.
La ferita era profonda. Erano stati necessari anche dei punti. Ci era voluto coraggio per picchiare la testa contro quel muro in modo da procurarsi quella ferita. Eppure l’aveva fatto. Era necessario.
Poco prima dello sparo, si era buttato sulla sinistra e il proiettile dell’altro gli era esploso a pochi centimetri. Solo ora ricominciava a sentire qualcosa da quell’orecchio. Un leggero fischio. Aveva fatto sparire il corpo e ora era lì, ad attendere.
“Amore?”
Si voltò verso la porta mentre una donna entrava di corsa.
“Amore, stai bene?” la paura dipinta sul suo viso.
“Sì, non è niente,” rispose osservandola. Era bellissima.
“Cosa ti è successo?”
“Niente, solo una brutta caduta. Ora sto bene”.
Più la guardava e più capiva.
“Mi hai fatto prendere paura,” disse e lo abbracciò sull’orlo delle lacrime.
“Ho solo preso una brutta botta.” Logan la strinse a se “i dottori dicono che non ho subito danni permanenti, ma ci vorrà del tempo”.
Lei si allontanò, fissandolo preoccupata.
“Per cosa? Che succede?”
“Solo la testa. Non ricordo più molto. Amnesia o qualcosa del genere”.
“Oh, Logan!” la ragazza iniziò a piangere.
“Non ti preoccupare. Sono sicuro che con il tuo aiuto, tutto tornerà a posto. Sto bene”.
Logan le sorrise e questo sembrò tranquillizzarla.
“Andrà tutto bene,” confermò lei, respirando profondamente “tu sei il migliore. Il mio numero uno”.
Il sorriso di Logan si allargò.
Fine
Bello Ser Matthews!
Tematica che mi affascina moltissimo, ed un po' fa sognare... quasi una speranza, quella che un'altra specie, oltre l'uomo, abbia(o avrà...), un'evoluzione che tolga l'aura del predestinato all'essere umano!
Piaciuto molto!
@Eddard stiamo entrando sempre più nel racconto (o dovrei dire saga) di Immis, e trovo che la scrittura sia molto migliorata. Questo in particolare è molto ben scritto, equilibrato nelle parti e più studiato (a volte negli scorsi racconti notavo una certa fretta di dire, mostrando poco e fermandosi poco sui dettagli). Quindi sono molto colpita. Le parti d'azione sono molto ben descritte e si immaginano con chiarezza.
Dovresti usare le caporali nei dialoghi «...» invece dei segni maggiore e minore doppi, così non sprechi caratteri per la conta ed è corretto.
Attendo di leggere il proseguimento ovviamente ;-)
@Lady Robyn il tuo racconto mi ha colpito positivamente. La scrittura è ben resa e le emozioni di Stefano e Mara sono tangibili. Non sono del tutto convinta della fecondazione eterologa, ma probabilmente non conosco di persona i problemi e le enormi difficoltà delle adozioni. Continuo a pensare che dovrebbero essere cambiate le norme per le adozioni, rese più semplici, prima ancora di consentire l'eterologa. Tutto ciò non toglie nulla al tuo racconto che è decisamente scritto bene e mi è piaciuto.
Megacontest di scrittura
La Caduta
Questa notte ho sognato.
Questa notte ho pianto.
Sono questi i primi due pensieri che colpiscono la mia consapevolezza dopo essermi svegliato di colpo, ancora tremante.
Da quanto non piango? Da quando le prime luci dell’alba bagnarono le rovine fumanti di Sodoma e Gomorra.
Da quanto non sogno? Non credo di averlo mai fatto. Le dita della mia mente frugano, timide e avide, nella memoria alla ricerca di quello che ho visto ad occhi chiusi:
Pioggie che urlano sangue, Anime che pregano un cielo vuoto, Fiamme che non conoscono la cenere... un lampo bianco e poi niente.
I sensi iniziano a bussare alle porte della mia coscienza. I muscoli contratti sotto la morbida seta, le rose di Babilonia e la voce del silenzio che sussurra i suoi segreti. Affianco a me dorme Mylwen, la sua pelle nera perlata dal sudore dove la penombra non arriva, il suo umore ancora sulle mie labbra.
Alla fine arriva anche l’ultimo senso, il sesto, come un ospite inatteso: Eden, casa. Devo tornare.
È una notte che sembra eterna come tante, eppure una fretta improvvisa mi assale. Neanche il tempo di chiedermi cosa sto facendo e sono sulla terrazza, pronto a spiccare il volo.
Padre, fratelli, preparatevi. Io, Samael, il Castigo di Dio, il Primo Arcangelo, sto tornando e non so se dovrete chiedere il mio aiuto o il mio perdono.
Dispiego le ali e una colonna di fuoco mi inghiotte mentre illumina il deserto.
Eden, la città-mondo, al di sopra di ogni cosa ed appena al di sotto dell’infinito. Le sue bianche mura, gli immensi palazzi, la alte torri sono adesso il teatro della peggiore tra le guerre. Stormi di angeli danzano al ritmo del ferro, un coro di urla e pianti accompagna ogni incantesimo proibito, corpi e speranze cadono inermi lungo le strade dei sei livelli della città. Nessun nemico esterno, nessun Pantheon che attacca, solo il fratello che alza la spada contro il fratello.
Le lacrime ricominciano a solcare le mie guancie, fiumi di sale in piena. D’istinto dispiego le seconde ali ed un armatura cremisi mi scivola liquida addosso, dura come la vita e fredda come la morte.
Dalla torre di guardia est la visuale è crudelmente perfetta, con uno sguardo frenetico cerco e trovo Raphael, il Quarto Arcangelo, intento a prestare soccorso ai feriti; e Gabriel, il Terzo, in preda ad una magnifica furia cieca. La tentazione di volare da loro è forte, riabbracciarli, aiutarli. Ma non posso. La rabbia e la paura stanno prendendo velocemente il sopravvento. Devo capire cosa sta succedendo, devo andare da nostro Padre.
Mi libbro verso il centro della città evitando gli scontri. Non dispiegare le terze ali, non dispiegare le terze ali, continuo a ripetermi, mentre maledico gli occhi e le orecchie che implacabili mi ricordano la tragedia che è diventata il mio mondo. Per tutta la vita ho eseguito il volere di Yahweh, il Dio Padre, ho sterminato popoli, ucciso Dei... ma la mia anima non si macchierà con i miei simili, mai. Non dispiegare le terze ali, non se lo meritano.
Risalgo la Torre Celeste verso il Settimo Cielo, la dimora di Dio. Non mi sono mai sentito tanto leggero, come una lacrima di sangue che ritorna sui suoi passi.
Arrrivo. La stanza circolare di nuvole marmorizzate, le colonne così alte da sfidare la fantasia.
Mikael, il Secondo Arcangelo, con i suoi lunghi capelli biondi e l’armatura dorata, se ne sta in piedi difronte a me con lo sguardo assente. In pugno tiene una lancia di un candore senza pari, su cui il rosso del sangue disegna decorazioni in movimento. Dietro le sue splendide ali da aquila intravedo il velo che cela il Trono, macchie di sangue sono arrivate sino a lì.
- Dio...
- Non più. - Mi risponde con un filo di voce, senza guardarmi negli occhi. - Era diventato così vecchio e stanco. Pensa che non ha nemmeno tentato di reagire, era come se sapesse, come se volesse. -
Dispiego le terze ali, come se questo servisse a mettere ordine alla tempesta che ho in testa.
Lux, la Prima Spada, il Flagello degli Dei di Ur, compare nella mia mano sinistra. Il suo bagliore si riflette sulle pareti mentre la roteo sopra di me e scaglio il primo fendente, parato prontamente da Mikael con la lancia messa di traverso.
- Quella... è osso di Leviatano. - adesso capisco come ha fatto a uccidere nostro Padre. - Da dove..? –
- Le cose che ho dovuto, forse un giorno capirai. - è come se si rivolgesse all’arma, non a me. - Non si accorgeva dei traditori del nostro Credo, ma io li ho fatti venire allo scoperto. Nell’ombra ho sparso la voce che il Portatore di Luce avrebbe compiuto la ribellione che tanto aspettavano, e ora eccoti qui. -
Il suo piano prendeva corpo nella mia mente in tutta la sua lucida follia. - Come speri di convincermi a non ucciderti? -
- Questa battaglia richiederà un numero insostenibile di vittime prima della sua fine. Uccidimi, poi dovrai uccidere tutti i ribelli e la nostra razza sarà perduta. - adesso mi guarda negli occhi. - Esci di qui sconfitto, come il Portatore di Luce promesso e ordina la ritirata, conducili verso un nuovo mondo dove confinarli. Sei l’unico abbastanza potente da riuscirci. -
Affonda la lancia a sinistra, a destra e poi ancora a destra, scalfendo l’armatura.
- Grandi guerre forgeranno il nostro destino, contro gli Dei del Nilo, dell’Olimpo, persino Asgard cadrà! - il più insicuro dei parricidi si era trasformato nel più esaltato dei fratricidi. - Non potevamo permetterci un comandante debole. Avevo bisogno di purificare le nostra fila dalle mele marce, avevo bisogno di un nemico per unire i superstiti... Mikael, Chi è come Dio, perché darmi tale nome se non per questo? -
- Ti dimentichi sempre che il tuo nome è una domanda. E la risposta non credo sia questa. - Le forze mi vengono a mancare mentre penso all’incubo avuto stanotte, un incubo che dovrò abituarmi a chiamare casa.
@Maya il racconto è scritto molto bene, quasi un flusso di coscienza del pilota, che è onnisciente e sa benissimo che non ce la farà ma persevera. Si legge d'un fiato e alla fine resta quel senso sospeso di tristezza, di sconfitta.
@Ser Mattews bello il tuo pezzo, il racconto del Homodon è quello che preferisco, mentre trovo un po' sottotono la parte finale, dove potevi dare un po' più spazio al paleontologo e togliere la spiegazione delle ultime righe (forse il problema è mio che non amo leggere le riflessioni finali in un racconto, perchè ho trovato lo stesso concetto nel racconto di Erin e ho detto anche a lei che avrei tolto quella parte e lasciato le conclusioni al lettore).
Ser Lostdream!
Mi è piaciuto moltissimo, non solo per la "solita" capacità di impostazione che hai, nel proporre lo scritto, ma anche per la scelta del nome ... Logan, il numero uno, il migliore in quel che fa... beh, non dico proprio proprio perché, ma hai toccato un nervo scoperto.
E comunque, seppure la tematica del doppio non è nuova, e nemmeno è nuova la "legge" secondo la quale, o l'uno o l'altro, il tutto è trattato e scritto molto, decisamente molto bene. Ed anche in maniera da non dare troppe spiegazioni sul perché in tal senso(scelta ottima, proprio per non rischiare, secondo me, di cadere in soluzioni di già sentito dire).
Bravo!
Padre, fratelli, preparatevi. Io, Samael, il Castigo di Dio, il Primo Arcangelo, sto tornando e non so se dovrete chiedere il mio aiuto o il mio perdono.
NO! Aeron... Questo no... così mi catturi l'anima e sono, almeno, testimone di quanto scrivi, come se ne facessi parte, tanto è il mio trasporto per questo...
Uno dei miei nomignoli è... Samaele...
"persino Asgard cadrà!"
Questo è quello che tutti crederanno! Asgard resisterà... e risorgerà dal Ragnarok! Chiunque sia a portarlo!
Io, Odino, lo so...
Dannazione Aeron hai preso una tematica che prende la mia attenzione e la sbatte in faccia allo schermo!
Bravissimo!
Veramente bello quello che hai scritto, e anche interessante(se non originale, ma questo, forse, non voglio fare il presuntuoso eh, pochi lo danno per certo, riguardo il secondo Arcangelo).
Mamma mia, certo che lo fate apposta a scrivere tutti alla fine!!! " />
Adesso si che non so proprio come fare a dare i miei voti!(non che prima fossi sicuro!) " />