Vikings ormai è diventato una soap opera, piena di amori facili che si intersecano fra loro ed intrighi prevedibilissimi.
Insomma, ha perso ogni genere di fascino che potrebbe avere una serie tv ambientata nel mondo vichingo.Dico questo senza offesa per Il segreto ( inguardabile per me ) che almeno è soap più onesta perché non vuol passare per quello che non è.In effetti al momento Vikings sarebbe una vera e propria saga sul popolo vichingo in cui vengono portate sullo schermo figure più o meno storiche come Ragnar ,i suoi figli e corredo di altri personaggi con il povero Alfred ,re importante nella storia ridotto al ruolo di regicoda del vestito di mammina sua che gli voleva tanto bene (pussa via tu vero erede al trono Aethelred,mica sei figlio di cotanto illuminato padre Athelstan diamine )
Floki non c’è al momento e il racconto ci guadagna perché i momenti dello soap Caro Vichingo , dedicati al suo soggiorno non proprio a 5 stelle ( cibo pessimo e aria condizionata da brividi ) , avevano stancato rompendo pure quel minimo di fruibilità della 5 stagione: andiamo come si è potuto ridurre il folle e visionario Floki a santone sullo stile di quello dei film di Verdone?
E veniamo alla 6 x 5 dal titolo La chiave ( di che?Non si è capito scusate una povera fangirl acefala…) in cui ci sono mostrati 4 percorsi destinati a convergere ( quello di Hvitserk non proprio centrato direi)
Spoiler 6 x 5
Capitolo Lagherta
La parte iniziale della puntata è dedicata all’arrivo di Gunnhill nell’insediamento di Lagherta ,le scene imperniate su questo fatidico evento sono noiose,senza pathos e non coinvolgono affatto.Lo stupore maggiore è verificare che Lagertha non è sconvolta per la morte del nipotino,figlio di Bjorn e della sua migliore amica Torvi ( che non credo prenderà questa morte del suo bambino ,inutile e ridicola a ben vedere , molto bene).Tra le due Shieldmaiden c’è un surreale scambio di battute che sottolinea l’indifferenza delle due per quella drammatica ed inutile morte , manco fosse morto il gatto nero porta sfiga dell’insediamento…va beh ne adottiamo un altro e via…Da notare che la virago GunnHill non muove un muscolo della sua mascella quadrata nell' apprendere la notizia e taccio di una improbabile Lagertha.
Ancora, tutto l’insediamento si prepara ad accogliere degnamente i cosiddetti briganti ma non c’è nessuna atmosfera che sottolinea una perlomeno trepida attesa , ci fanno assistere solo ad una sorta di raduno di vecchie glorie ,pure poche, che brindano a non si sa cosa ( forse al loro trionfale accesso nel Valhalla) , e dire che molte ( si fa per dire ) sono Shieldmaiden che hanno pure combattuto con Ragnar sotto le porte di Parigi.Notare le geniali fortificazioni ideate per respingere i vandali, quattro fuscelli che manco i tre porcellini avrebbero ideato per difendere la loro casetta , sapendo che il lupo cattivo con un soffio le avrebbe spazzate via.Da notare che Lagertha ha ancora sua nipote da difendere ma mostra un incredibile ( per lei) senso di rassegnazione che non le appartiene.E’ stanca , non voleva più combattere ma lo deve fare non per se stessa ma per coloro che si sono affidati a lei che ha un senso del dovere,gatto morto a parte,notevole degno di una grande guerriera ma questo suo lato di instancabile guerriera non è ben rappresentato
Capitolo Ivar
Bene è la parte più intrigante di questa sesta stagione anche perché secondo me gli sceneggiatori cercano di mostrarci un lato importante della sua personalità,quella di un ottimo stratega che si confronta con un soggetto che è poco definire peggio ,molto peggio di lui,per violenza, malignità, sete di potere, controllo perfetto di informazioni che gira sempre a proprio vantaggio.Eh caro Cardinale Voiello lo sappiamo : la conoscenza è potere. Ma Ivar è al corrente di tutte le mosse del suo amico ( si fa per dire)? A conti fatti ho avuto la conferma che sia diventato amico del principino per usarlo,non è da Ivar nutrire veri sentimenti di amicizia e affetto,egli usa solo le persone e le usa tutte per i suoi scopi .Non ho capito perché ha liberato Dir il fratello ridotto a cane rabbioso dall’ineffabile Oleg cercando la complicità di Igor che nulla di preciso fa,forse lo ha voluto rendere complice perché desidera plagiarlo del tutto dato che il bambino non si sente amato ed ha paura dello zio ,non a torto direi.In effetti tramano sia Oleg che Ivar e non conosciamo le carte in loro possesso.Al momento quelle migliori sembra averle Oleg che sospetta lo zampino di Ivar nella fuga di Dir e gli manda messaggi diciamo mafiosi se la mafia esistesse al tempo tra i Rus.Ergo fa vedere a Ivar le teste delle guardie torturate e ammazzate ( irretite dalla moglie di Dir che le aveva distratte )e prepara secondo me una sorpresa per lui “stupefacente”.In effetti sorpresona , gli dice che sta per sposarsi e gli presenta la futura moglie, la principessa Katia che somiglia alla moglie uccisa da Ivar nella stagione precedente , Freydis come una goccia d’acqua. Grande è la sua sorpresa , come lo è la nostra ,perché Ivar , da persona intelligente quale egli è , si chiede come mai Oleg abbia scelto per moglie una donna con aspetto uguale a quella della donna che lui aveva ucciso.Oleg non fa nulla gratuitamente e non credo che tutto sia dovuto al caso .Oleg e Ivar stanno giocando una partita a scacchi e Ivar è un ottimo giocatore : darà scacco ad Oleg?Lo spero perché trai i due pazzi per me è molto meglio Ivar , ha un suo fascino mentre Oleg stanca presto …Tornando ad Igor è evidente la sua strumentalizzazione : più egli realizza a fondo il suo posto CHIAVE nella linea di successione e più la situazione diventa instabile con Ivar pronto a raccogliere eventuali cocci diciamo così.
Da notare che Igor risponde a Ivar inizialmente usando una marionetta di legno, ecco secondo me ci si vuole dare di lui appunto l’immagine di un pupo manovrato dal puparo Ivar.
Capitolo Hvitserk
Noioso e ripetitivo e pure ridicolo perché la storia della porta di ferro che fa trascinare per essere difeso dagli spiriti è esilarante e infatti la sua ex lo raggiunge lo stesso nelle sue crisi allucinatorie: che fatica sprecata !La sua parte non si fa seguire per quanto è ripetitiva e noiosa e taccio del confronto con l’indovino : non si sa chi dei due è più drogato e sragiona ma non sono riuscita e seguire bene tutto lo scambio di battute, mi sono distratta .In ogni caso dalla prima puntata di questa 6 stagione sappiamo che egli ha nel suo destino uno scontro con Ivar e ne abbiamo avuto la conferma in questa puntata in cui Ubbe viene a sapere dove si trova Ivar e si premura di farlo sapere al fratello fuori di testa
Capitolo Bjorn la corazza
Infine la parte migliore quella che riguarda appunto Bjorn la corazza ,che è l’unica cosa affascinante da vedere in questa mediocre puntata .Da notare che i norreni ,a differenza di Salvini,hanno ottenuto libere elezioni ,pure democratiche perché aperte a tutti.E in stile isola dei famosi , compresi i morti di fama ( in un consesso molto bello scenograficamente) abbiamo le nominations e le prime votazioni , le prime 2 favorevoli a Bjorn.Ma non credo che per la Corazza tutto filerà liscio vuoi per la sete di potere di Harald vuoi perchè non mi fido di Olaf il grosso. Non diversamente dalle elezioni politiche contemporanee, credo che ci sia stata tutta una sorta di campagna dietro le quinte, e credo che Harald stia muovendo le sue pedine . Per inciso occhio a Kjetill Flatnose il cui ritorno dalla spedizione islandese di Floki solleva precise domande inevase , egli per me sarà la chiave della fronda contro Bjorn che non a caso parla di corona da prendere con onore ,parola sconosciuta all’egocentrico Harald.In ogni caso il percorso di Bjorn resta la parte migliore di tutta la storia raccontata finora . Bjorn ha subito la decisione di essere re del suo popolo e subisce la nomination a re di tutti i Norreni perché come figlio di Ragnar non si sottrae a precise responsabilità, egli vuole governare in modo onorevole anche per omaggiare la figura leggendaria del padre.Certamente avrà chi lo contrasterà ma avrà sempre il rispetto della sua gente che come lui amava conoscere altri mondi e imbastire proficui commerci.Spero solo che non faccia la fine di Ned Stark dato che il termine onore sembra essere una sorta di portasfiga non indifferente nelle serie in costume di maggiore successo .
Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei miei bellissimi ed elegantissimi avatar e firma
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« I am a wolf and I fear nobody. »
''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''
« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »
''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.
22 hours fa, porcelain.ivory.steel dice:Condivido le impressioni generali date dalla visione di un episodio, lento, stanco, anonimo ed interlocutorio si spera per il futuro. In parte ricalca quanto già detto nel precedente, in parte ci svela per lo meno alcuni aspetti della vera indole di Ironside, non che fosse questa un mistero, ma sentirlo parlare con così tanta naturalezza della propria mancanza di ambizione verso un trono ed un potere che non ha mai realmente desiderato mi fa tirare un sospiro di sollievo: non tutti i personaggi sono mandati a ramengo.
Power is always dangerous, it attracts the worst and corrupts the best. Emblematica la riflessione di @JonSnow; se ripensiamo a quella che fu una delle più iconiche citazioni di Ragnar sul potere e sul pericolo di corruzione insito in chiunque si chini per coglierlo. Bjorn si configura infine e nuovamente come colui che, pur tentando di mettere in atto una forma nuova forma di governo per il suo popolo, più stanziale e meno dedito a scorribande, commerci ed esplorazioni, in realtà riscopre dentro se stesso la sua vera natura, alla quale inizia a comprendere di non poter né voler sfuggire.
[...]
Devo poi rimarcare come Torvi si configuri ancora come donna di grande equilibrio, molto bello il modo in cui accoglie la confidenza di Ingrid su Bjorn ricordando a se stessa quante volte il vichingo è tornato da lei per poi ripartire per lidi sempre più lontani. E' un'ammissione di grande dignità quella di Torvi, mi è piaciuta parecchio.[...]
Giusto, io ho analizzato la scena in questione solo dal punto di vista di Ingrid, molto lucide le tue osservazioni su quello di Torvi. In questo senso, in un episodio ampiamente soporifero, ci sono perlomeno sporadici lampi di interesse e profondità. Nella fattispecie l'atteggiamento di Torvi denota, oltre che dignità, rilevante maturità e consapevolezza. E' sempre un segno di grande levatura morale quando, finanche dinanzi alla fine di una relazione burrascosa, si scelga di non lasciar prevalere sentimenti di risentimento e livore. Per quanto siano reazioni umane, talvolta denotano anche una certa contradditorietà verso il proprio pregresso, come un quantomai poco edificante rinnegare sé stessi attraverso il rinnegamento delle proprie scelte. Lei nella circostanza si rende esente da suddetto circolo vizioso, e a prevalere è una sorta di serafico stato di malinconia e afflizione passata. Oltre che un certo spessore umano in lei, emergono anche determinati sottofondi della figura di Bjorn. Ogni volta che egli fa ritorno, poi è destinato a spingersi più lontano di prima, ella afferma. Ancora una volta ritorna quell'emblematico contrappasso che si cela al di sotto dell'animo di Ironside, eterno ragazzo incapacitato ad allontanare sé stesso da una dimensione di totale libertà, che spesso vira anche nel libertinaggio. Potremmo paragonare Bjorn alla linea che segna l'orizzonte dei mari che egli stesso solca: chimerica, distante, eternamente libera nel suo solo quanto inequivocabile esistere, una linea alla quale è impossibile avvicinarsi realmente, ma che è possibile solo contemplare con consapevolezza, riscontrandone le illimitate sorti. L'indomabile confine. E questo dice moltissimo, come dice molto il fatto che tale scena si configuri proprio in un porto, dinanzi al mare, simbolo di infinito e inafferrabilità. L'una e l'altra si ritrovano dinanzi ad esso a disquisire di un soggetto per l'appunto parimenti inafferrabile. Un assetto di fotogrammi i cui aspetti metaforici mi rendono in parte più digeribile la mediocrità dell'episodio in sé. In questo l'introspezione di Bjorn Ironside è perlomeno salva, forse curata anche al dettaglio.
La tua disamina ironica è da incorniciare, in particolare l'accostamento dell'adunata alle nominations dell'isola dei famosi, per quanto devo dire che almeno scenograficamente tale sequenza sia stata perlomeno maestosa e immaginifica, con altrettante buone musiche a fare da supporto alla stessa. Concordo in particolare riguardo le parti di Lagertha, totalmente prive di pathos, poco credibili come la stessa dinamica del sacrificio del nipote lo è stata. A tratti parti anche mal recitate, perché ad esempio l'interprete di Gunnhild si è rivelata ai limiti del robotico. Su Hvitserk c'è poco da dire. Le sue scene dovrebbero tendere a scandalizzare, a causare inquietudine o comunque una sorta di incredulità nello spettatore, portandolo ad essere senza parole per il continuo oltrepassare di ogni limite, ma invece risultano perlopiù comiche, imbarazzanti. Nello specifico quelle in cui egli trascina la porta, con atteggiamenti degni del fantozziano, mi hanno portato più volte alle risa. Credo sia stato uno dei passaggi più comici mai visti in Vikings, al punto da superare il meglio di Floki, e in modo del tutto involontario.
Quello che non capisco, infine, è come sia possibile che non ci siano state idee nemmeno per dinamiche filler.
Si è proprio scelto un meccanismo di ripetizione, proponendo scene fotocopia degli episodi precedenti che ripetono concetti già approfonditi a iosa. Raramente ho riscontrato una simile mancanza di idee in una serie tv. E me ne dispiaccio moltissimo, da amante di Vikings.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Vero si avverte una mancanza di idee ed un voler giocare su situazioni già viste e riviste per cui alla fine della puntata si resta freddi e diciamolo scontenti.
Vorrei spendere alcora qualche parola su Bjorn la corazza , il figlio di Ragnar più simile al padre sia perchè grande guerriero sia perchè animato dal desiderio incessante di conoscere altri mondi.Questa serie ci ha fatto conoscere il mondo dei vichinghi ,le loro gesta , i loro miti ma soprattutto che essi erano guerrieri rapaci e razziatori ma anche uomini che amavano esplorare e conoscere e di questa febbrile libidine di esplorare che aveva agio su tutti,affetti compresi,Ragnar certamente è il simbolo che trasmette la stessa eredità ai figli, in primis Bjorn la corazza che lo ha seguito nel periodo di splendore delle sue leggendarie imprese.
Bjorn sente dentro di lui questo desiderio di conoscere nuovi paesi,i loro usi e costumi ma è uomo d'onore ergo finchè sarà re,finchè avrà responsabilità del suo popolo ( e di tutti i norreni) probabilmente sarà solo al loro servizio delegando Ubbe al ruolo di esploratore instancabile.E faccio presente che Bjorn si era ultimamente allontanato da casa non per razziare o esplorare ma perchè aveva chiesto a lui aiuto Harald che in un momento tragico per lui lo aveva supportato.Ergo si mostra e non solo a parole uomo d'onore.
Certo tradisce la moglie con una schiava che lo aveva circuito ma ricordo che il popolo vichingo aveva un rapporto di tipo sentimentale con la controparte libero nel senso che quando una storia non funzionava più o si prendeva una sbandata per un'altra donna era facile lasciare la moglie precedente e magari pure frequentarla amichevolmente come se nulla fosse.
Perchè questa premessa?
Perchè nella parte finale della 6 x 5 gli sceneggiatori danno un consistente minutaggio ad un colloquio tra Torvi e la schiava che dice di amare Bjorn ( lui o quello che era e cioè un re ?) che non può essere casuale o messo lì solo per fare meglio inquadrare la personalità libera e non vincolabile di Bjorn.
Torvi è una principessa che è cresciuta molto nelle diverse stagioni fino a diventare guerriera e braccio destro di Lagertha che la stima molto,meritamente perchè posata,forte,leale capace sempre di mettersi in gioco per la sua "famiglia" allargata diciamo così.Trovo strano che essa si ponga al livello di una schiava che anche per i vichinghi era un oggetto ( e vediamo la fine che fa la schiava asiatica che aiuta e ama Regnar) e che metta su con lei una conversazione di tipo introspettivo -malinconico solo per dire che Bjorn è un uomo che ama la sua liberta e che come l'infinito non può essere delimitato da una linea retta o circolare perchè nell'infinito si può solo "naufragare " dolcemente magari.Se il dialogo non è gratuito,come sono portata a credere,penso che Torvi o affronterà Bjorn per capire cosa è per lui la schiava e convincerlo a non darle corda o avviserà della tresca Gunnhild e qualsieasi decisione prenda essa non sarà priva di importanti ripercussioni
Ma staremo a vedere
Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei miei bellissimi ed elegantissimi avatar e firma
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Proprio su Ironside coglierei l'occasione per sottolinearne anche la tendenza contraddittoria: egli afferma di voler assumere una condotta onorevole e di dare precedenza all'onore, eppure non è in grado di comportarsi in modo simile verso la donna che sostiene di amare e che siede al suo fianco. Per quanto gli usi e costumi del tempo avallassero comportamenti molto libertini e inclini alla soddisfazione del bisogno sessuale senza repressioni psicologiche, la contraddizione di fondo è per me molto evidente. La meschinità o comunque la frivolezza di alcune attitudini, che comportano anche l'umiliazione della propria consorte, non hanno epoche né tempo, e sono sempre equamente deplorevoli. In tal senso ne abbiamo un esempio evidente in come Lagertha reagisca all'infedeltà di Ragnar, rivendicandone buonsenso e vedendo in essa un'offesa intollerabile alla propria dignità.
E infatti con Ragnar azzarderei un quantomai necessario parallelo: per quanto Bjorn ricalchi gli atteggiamenti paterni anche sul fronte negativo - nell'occasione un atto di infedeltà - egli non ha la stessa tendenza autocritica del padre. Ragnar è sempre stato profondamente consapevole della propria natura e del proprio peggio, non fingendo di essere migliore di quanto egli fosse, né trincerandosi dietro un proposito di superiorità morale per poi contraddire quello stesso proposito. Egli aveva chiaro il suo peggio e non aveva la presunzione di celarlo, né tantomeno di ascendere a creatura superiore a livello etico su chi aveva di fronte. Perciò era altrettanto conscio dei suoi errori, e non giustificava sé stesso quando applicava quelle medesime dinamiche di infedeltà.
Bjorn non ha invece la forza di manifestare una simile presa di posizione; le sue parole e i suoi atteggiamenti sottolineano un'elevata tendenza all'auto illusione, nonché una sorta di silente negazione che viene addolcita dal continuo ripromettersi di nobili intenzioni.
Eppure si smentisce di continuo, non riuscendo a far fronte a quanto egli stesso si pone come destinazione morale.
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Bjorn è un re e probabilmente sia pure per poco sarà re dei norreni ,è inoltre figlio di un re che è il primo della sua diciamo casata .
Ricordiamo chi era Ragnar e come avesse lottato contro certe prevaricazioni ergo sapeva cosa era il bene e cosa era il male ,sarà stato disincantato e autocritico ma anche lui ha avuto molte donne e pretendeva di imporre quell’impiastro di Aslaug a Lagertha per tenerle entrambe con lui.Caspita !Grande offesa per Lagertha secondo me vista anche la impalpabilità della rivale ( pure molto meno bella ).
Bjorn non credo possa fare lo stesso anche perché Grunnhild lo inseguirebbe con la clava e lo massacrerebbe di botte ,garantito al limone .
I re che a differenza di Bjorn non si sposavano per amore di solito ,ma per matrimoni politici ,avevano amanti ufficiali anche se grandi e pii re e nessuno eccepiva sulla loro onorabilità mi pare .
Per me Bjorn può onorare il padre e se stesso e essere uomo d’onore anche dopo aver ceduto per una volta alle lusinghe di una schiava interessata ,una volta , ovvio non per sempre .
Ma staremo a vedere ecco
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Condivido anche io le riflessioni di @JonSnow; ed in generale quelle relative alla figura di Bjorn, la cui evoluzione in questo inizio di stagione si sta sorprendentemente rivelando, almeno per me, portatrice di non poche pecche laddove invece prima veniva configurato, anche in maniera eccessiva e senza solide basi, come l'erede designato ed ideale di Ragnar. Visione che io non ho mai abbracciato, e non perché Ragnar fosse a sua volta stella polare perfetta ed esente da nei o imperfezioni, tutt'altro, molte volte ne abbiamo sottolineato le mancanze, piuttosto perché nella caratterizzazione di Bjorn non ho mai riscontrato fin qui quella consapevolezza e quella fortissima componente autocritica e del tutto esente da autoassoluzione che invece era propria di Ragnar.
A partire, come già sottolineato, dalla condotta sentimentale del primogenito di Ragnar, tutt'altro che fedele ad una sola donna, tutt'altro che devoto, molto spesso in balìa dei propri impulsi e delle proprie passioni, mai capace di contenersi e di controllarsi, nemmeno alla corte di re Alfred, non diversamente da quanto spesso si è imputato in passato a cotanto padre; tuttavia, per quel che ne sappiamo, della vita di Ragnar hanno fatto parte solo due donne, Lagertha ed Aslaug, alle quali va aggiunta per quel che ne sappiamo la parentesi con la principessa cinese mai del tutto chiarita. Bjorn ha collezionato parecchie più conquiste, almeno nella serie tv, e siccome su quella ci dobbiamo basare per tracciarne un profilo direi che almeno in questo ha superato di gran lunga la condotta paterna, che pure ha così tanto biasimato da bambino.
Al di la di queste osservazioni sulla vita sentimentale di Bjorn, che lasciano il tempo che trovano e servono solo a rimarcare quanto egli sia ancora distante dal divenire uomo affidabile e costante sia per una donna che per un intero popolo, non posso che constatare come anche in veste di re egli non si dimostri poi tanto convinto di voler realmente governare in pianta stabile. Non mi stupirei, come già detto, se Ironside venisse scalzato all'ultimo dal mai pago Harald.
Torvi già da diverse stagioni si sta configurando come l'altra figura femminile di riferimento per lo spettatore, insieme alla amatissima regina Lagertha ed alla compianta Helga. In questo dialogo, che sento particolarmente toccante e vicino, ella si configura davvero come una figura che ha trovato ormai totale collocazione e dignità all'interno della trama; ella non rivendica nulla a Bjorn, semplicemente accoglie le pene di un'altra ragazza che come lei ha amato l'indomabile figlio di Ragnar e per la quale teme simile sorte di abbandono da parte di una personalità, quella di Bjorn, che non si porrà mai dei limiti, a costo di far soffrire chi lo ama, e che pertanto ella potrà solo limitarsi a sfiorare.
Come scriveva Truman Capote, se ci si concederà il lusso di amare una creatura selvatica si finirà per guardare il cielo.
In tutto ciò anche io sono abbastanza curiosa di capire quale sia il ruolo di Gunnhild, per adesso fiera moglie ma che ha già dimostrato di sapere essere sia scaltra che vendicativa. Vedremo.
”My faith's in people, I guess. Individuals. And I'm happy to say that, for the most part, they haven't let me down.”
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"Dreams don't mean anything, Dolores. They're just noise, they're not real." "What is real?" "That wich is irreplaceable."
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"Gli umani sono strane creature, ogni loro azione è guidata dal desiderio, i loro caratteri forgiati dalla sofferenza. Per quanto essi provino, non potranno mai liberarsi dall'essere eternamente schiavi dei loro sentimenti. Finchè la tempesta li sconvolgerà dall'interno non riusciranno a trovare pace. Né da vivi, né da morti. E quindi, giorno dopo giorno, faranno ciò che è necessario.
La sofferenza sarà la loro nave.. il desiderio la loro bussola."
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Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza; ti salverò da ogni malinconia
perché sei un Essere speciale ed io avrò cura di te. Io sì, che avrò cura di te.
Potremmo anche definire Ironside un soggetto deliziosamente immaturo, ma ci ritroveremmo dinanzi ad un giudizio monco, parziale, basato solo su un assetto puramente sintomatico. Poiché verso altre branche dell'esistenza egli si dimostra più che maturo, consapevole dell'importanza di ciò con cui ha a che fare e di come sia richiesta una determinata condotta per spingersi oltre i margini della conoscenza e della preservazione di quello stesso sapere. Tuttavia la sua condotta intepersonale è tremendamente carente e contraddittoria di quegli stessi propositi che egli non esita a rivendicare verbalmente.
E' come se nell'esternare determinati discorsi sull'onore egli tenti di lenire più una sensazione individuale di incalcolabile incertezza, come di rassicurarsi di essere in grado di ascriversi ad una categoria di nobiltà d'animo e fermezza di cui comunque non è del tutto manchevole. Eppure ove il padre era in grado di essere del tutto consapevole dei propri peccati, e di non reclamare una superiorità morale, non rendendosi dunque ipocrita, Bjorn non riesce a compiere il medesimo passo.
Quest'assenza di vera propensione critica è limitante, denota uno stato di passività e assuefazione ideologica. Il suo amore del viaggio e della scoperta ha le medesime caratteristiche dei suoi processi interiori. Egli scopre per il gusto di farlo, viaggia per il gusto di raggiungere una meta. Ma pragmaticamente non sa che farsene della terra appena raggiunta, così come non sa cosa farsene del rapporto appena conseguito con una persona. Ragnar invece era in grado di far prosperare tanto i legami che instaurava quanto le terre che scopriva ed esplorava, pianificando all'interno di processi mentali chiari e schematici. Per contro è come se Ironside non sapesse edificare, né nel governo, né soprattutto a livello di rapporti personali. Rapporti che sono in parte visti come una dimensione costrittiva della propria individualità, in grado però di conferirgli brevi ed effimeri momenti di passionalità apicale, sgretolandosi tuttavia poco dopo nell'asetticità e nell'inerzia di non dar loro un vero e proprio seguito.
Questa tendenza è quasi tragica, perché lo ingabbia e lo fa soffrire più di quanto egli possa sentirsi ingabbiato in situazioni e categorie invece aleatorie. E' ciò che non gli permette di conseguire lo step successivo e di evolvere realmente in una forma definitiva e ferma, che possa donare stabilità al prossimo e a sé stesso. La sua non è solo indomabilità, ma una controversa manifestazione di pigrizia che lo rende tanto indomito quanto emotivamente inerte. E' ben lontano dai profondi virtuosismi di Ragnar, ma lo è anche da una profondità di Sé.
Venendo ad ipotesi più pratiche... Gunnhild.
Come abbiamo visto nella Season 5B, ella è donna sì fiera, ma con altrettanti aspetti oscuri e con una sensibilità all'ambizione personale e al materialismo. Sempre come abbiamo avuto modo di vedere, Re Harald si era invaghito di lei al punto da perdere in parte la ragione. I due hanno una conversazione abbastanza significativa proprio negli episodi della S5B. Harald le esterna il suo proposito di divenire Re collettivo, e lei lo irride tra il serio e il faceto, affermando di voler essere parimenti Regina. Le sue parole si perdono in un disorientamento seduttivo, che rende Harald solamente più passionale di quanto egli già non sia. La passionalità di Harald è tale da spingerlo quasi a sacrificarsi pur di salvare la vita a Bjorn in virtù dell'amata Gunnhild, evitando la morte di Ironside, conscio che quest'ultima ne avrebbe sofferto. Ora, è mio pensiero ed ipotesi che una Gunnhild venuta a sapere del tradimento di Bjorn nei suoi confronti potrebbe essere spinta a manifestare lo stesso quantitativo di infedeltà. Non mi sorprenderei dunque se Gunnhild decidesse di abbandonare Ironside, raggiungere Harald e di accettare la corte di questi, solo per vendicarsi della ferita e dello sfregio subiti dal primogenito di Ragnar.
Se Harald riuscisse poi davvero a divenire Re di tutti i norreni, ciò sarebbe il tassello finale che perfettamente si incasellerebbe nell'ipotesi.
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Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Dimentichi che Bojrn ha sofferto molto per la scelta della madre di lasciare Ragnar in quanto troppo fiera per accettare un menage a trois, egli va con la madre che lo ama di più e che sente di dover supportare e proteggere, ma risente molto del fatto di dover lasciare il padre.Un altro non avrebbe fatto la sua scelta anche per non andare all'avventura e dover ricostruire un mondo.
Tradotto Bjorn almeno nella sua immaturità come dici tu ( io direi insicurezza) mai ha proposto ad una moglie un menage a trois perchè incapace di scegliere .
Circa la tua ipotesi su Grunnhild , non credo sia peregrina è troppo fiera per accettare il tradimento di Bjorn con una schiava per giunta...
Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei miei bellissimi ed elegantissimi avatar e firma
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« I am a wolf and I fear nobody. »
''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''
« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »
''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.
Visto l'emozionante episodio 6.
Finalmente, nel cerchio dell'inusuale circolo elettivo, la corona è posta sul capo. Laddove le ambizioni di un uomo trovano il proprio compimento, così l'umanità conferma la propria miseria; gli dei osservano, contemplando la ritualità materiale dei loro stessi discendenti, inebriati dalle gioie e dalle proiezioni fatue di un potere transitorio quanto le loro esistenze. Sono volti di marmo coloro i quali offrono gioia e quiescenza all'uomo che si pone al centro e che invoca il padre di tutti gli Dei, un padre a cui egli stesso, in cuor suo, sente di essere superiore. Tale è l'assuefazione da divenire dimentichi di qualsivoglia autocontrollo, la seducente possenza della prevaricazione è roboante. L'uomo con corona non può che ergersi in una magniloquenza che invalida persino il divino.
Sono vacue promesse ad aver posto Harald Finehair nella condizione di ottenere quanto egli ha sempre desiderato, ed è a quella stessa vacuità che è ascritto il suo potere, una raffinata quanto effimera dialettica quasi affettuosa nella stessa capacità di divenire rassicurante. Eppure, per quanto l'intelligenza e l'astuzia siano inespressive forze dense di significato, esse vengono addomesticate ed emarginate dall'euforia, veleno per qualsivoglia autocontrollo. Ed è nel faccia a faccia tra il nuovo Re dei Norreni e Re Olaf che ogni assenza di autocontrollo è infine provata. Il conflitto tra un uomo così pieno di sé e dall'ebrezza della propria posizione, ed un uomo la cui fede è ormai crollata, dapprima depauperata e poi irrisa dall'ambizione umana, tracotante potenza terrena che tutto domina. Con quanta grazia e precisione il verbo di Harald è sprigionato, mellifluo, ricolmo di velenosa padronanza. I suoi derisori sussurri si confondono con espressioni facciali adombrate da un ego mai pago, incapace d'esser colmato. Cosa può, dunque, un uomo privo dei propri dei di fronte ad una simile manifestazione di materialismo e prevaricazione. Ancora Olaf non può che rifugiarsi nell'onirico, l'unica roccaforte in cui le sue delusioni possano trovare sponda.
Nulla fermerà mai le ambizioni di Harald, altresì avvolte nel singulto di un'aggressiva paranoia, paranoia che gli fa comprendere quanto vulnerabile egli sia finché il proprio rivale, pur senza corona, ha respiro. Ma Bjorn Ironside non è uomo comune, egli discende da Odino e da Ragnar, e su di lui aleggia un mito di invincibilità. Il gigante dei Ragnarsson è rinchiuso nei confini del suo stesso risentimento, ciononostante torna a sentirsi vivo nello scorrere del sangue altrui, nel clangore di asce e lame, nei fumi delle torce e nel suono delle imprecazioni. Allora egli nella fuga giunge a nuova consapevolezza, giunge a comprendere per cosa sia realmente nato e quanto in vero vada da egli compiuto. Una sequenza d'emblematica contraddizione: un uomo insegue ed un uomo fugge, il primo con la corona ed il secondo senza, eppure è proprio colui che insegue ad essere dominato dalla paura, non chi nell'occasione scappa salvandosi la vita.
Nell'indomita Kiev nuovi dileggi si consumano, nuovi schemi manipolatori ed irrisori. Non vi sono armi, se non l'uso di menti affilate e plasmate dalla conoscenza e dalla strategia. Mai prima d'ora Ivar The Boneless si era riscoperto tanto uomo, così spezzato dalla propria fragilità interiore, al punto da essere deprivato da ogni processo reattivo. Ed è nelle ombre del suo volto sconcertato che Oleg sceglie di insinuarsi, di renderlo testimone dei peccati di tutti loro, e delle infinite strade della propria pericolosità. Nell'esprimersi del piacere carnale, il minore dei Ragnarsson è costretto a osservare il proprio fallimento, ed un passato costellato di azioni sconsiderate.
Lagertha. Lagertha. Lagertha.
Sulle note della bellissima Snake Pit Poetry si consuma l'ultimo duello della sua esistenza. I suoi passi sono lenti, apparentemente mediocri ove comparati al dinamismo di un tempo. Eppure tutta la propria intimità trova compimento, ella non è solamente armata di spada, è armata di tutti i propri fantasmi. Nell'adrenalina dello scontro ella non è sola, ma accompagnata dalle manifestazioni del suo meraviglioso passato. E' la voce di Gyda che ella percepisce dentro di sé, non il cozzare delle lame. Sono gli occhi chiari di Ragnar ed il sorriso accogliente e sornione di quest'ultimo che ella vede intorno a sé. E' la risata del bambino che Bjorn è stato, che ella avverte. E' la vita meravigliosa di un tempo e la sua quiete che l'aliena ora dalla violenza e dalla belligeranza di uno scontro altisonante.
Lo scudo... lo scudo così simbolo di lei e di ciò che è stata tanto da divenire l'estensione del suo braccio, esplode in mille pezzi e si frammenta, tanto quanto frammentata e a pezzi è la sua interiorità, ormai stanca e svuotata di ogni volontà all'esistenza. E' di fronte ai fantasmi e alla Lagertha donna che White Hair trova la propria morte, non dinanzi alla grandezza della Shieldmaiden. Lagertha è un dipinto di straziante bellezza, austero e impreziosito dal suo stesso sangue colante, rigagnoli di onore e furia. Non può fuggire, ella afferma, e nemmeno Hvitserk.
Così il pugnale affonda ripetutamente nel suo ventre, un ventre che un tempo ha generato vita e amore, che l'ha resa più umana di quanto ella sia mai stata. Il momento non è drammatico, ma liberatorio. Ella può finalmente ricongiungersi a tutti coloro che ha perduto, alla figlia Gyda, bambina destinata a permanere tale, e all'amore della sua vita, l'indimenticato Ragnar. Un Ragnar che ha odiato, al fianco di cui ha combattuto e con il quale ha litigato mille volte. Un Ragnar che l'ha fatta sentire offesa e umiliata, risentita, fragile ed esposta. Ma lo stesso Ragnar che ha amato e accanto al quale ella si riscopriva più viva che mai, avvolta da una moltitudine di emozioni incontrollabili. Un Ragnar il cui ricordo ella ha sempre conservato dentro di sé, sino a renderlo parte di una simbiosi ineguagliabile. Troppo le è mancato avere quei volti accanto a sé, ma ella non lo nega più. La Shieldmaiden più grande di tutti i tempi accetta con onore e dignità il suo destino, e così si chiude la sua bellissima storia, fatta di inaudita sofferenza quanto di tanta, tantissima gioia.
Onore a Lagertha.
Un episodio bellissimo, che per me è da 9 pieno e che rimembra ciò che Vikings è stato in passato.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
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Death and the Serpent.
Titolo sibillino di encomiabile potenza e di immaginifico richiamo ad altre morti e ad altri serpenti, come puntualmente tu rimarchi. Non è infatti casuale l'aver scelto di accompagnare la sequenza dell'ultimo combattimento della mai così tanto amata Lagertha con le note di quella che fu la cornice melodica della morte di Ragnar, altro episodio di struggente profondità e bellezza.
E' dunque giunto anche per lei il momento di raggiungere il Valhalla e tutti i volti amati e da lungo tempo perduti ma mai dimenticati. Ella combatte un'ultima volta a difesa di un fortilizio, ma combatte anche e soprattutto per se stessa, per onorare la shieldmaiden che fu e la donna fiera, leale e coraggiosa che è sempre stata.
Non ha più la forza di un tempo Lagertha, ed ha il cuore colmo di dolore, imploso a causa delle tante, troppe perdite che nel corso della propria vita ha dovuto affrontare e superare.
Eppure ella sa che solo a lei spetta l'onere di concludere quell'attacco vigliacco, ed il suo scudo che pezzo dopo pezzo si frantuma lasciando il suo braccio quasi scoperto e senza protezione è il simbolo di un tempo e di un'era che si avviano al disfacimento.
Così come ella ha vissuto, coraggiosamente e senza paura, affronta il proprio destino: come le aveva predetto il Seer, ella trova la morte per mano di uno dei figli dell'amato Raganr. Quell'Hvitserk obnubilato dai propri demoni e dalla paranoia verso Ivarr che, incapace di risollevarsi, incapace di riaversi, lasciato solo da un mondo brutale in cui la prestanza fisica è l'unica cosa che conta, commette il più grande dei propri errori: scambia la ex regina di Kattegat per il proprio serpente e ne trafigge con molteplici colpi il ventre. Ella sa che è giunta la sua ora, lo comprende e non reagisce, ha anche la forza di perdonare Hvitserk e di carezzarlo ancora una volta.
E' così che si conclude la storia umana e l'epopea di Lagertha, donna, moglie, madre, shieldmaiden e regina di Kattegat. Nessun'altra sarà mai come lei.
Sul resto dell'episodio ho poco da aggiungere: come previsto, Harald sovverte ogni pronostico scalzando Bjorn da un trono che Olaf gli aveva di fatto servito su un piatto d'argento ma che era evidente che il figlio maggiore di Ragnar non desiderasse poi molto. Più che il dispiacere per non essere stato eletto re dei Norreni, difatti, vediamo Bjorn infastidito dal fatto che qualcuno possa aver tradito il favore accordatogli in precedenza. Ed è in questa rivalità, è in questo antagonismo che vengono rimarcate tutte le differenze tra Ironside e Bellachioma : laddove uno accoglie con null'altro che stupore il fatto di non essere stato scelto come re, dimostrando un'ambizione personale verso il potere per il potere pari quasi a zero, l'altro invece non può esimersi dall'esagitare tutta la sua persona, cadendo preda della propria sfrenata vitalità e brama di affermazione.
E' in verità nello sbeffeggio del rivale, verso il quale si rivela insicuro al punto tale da attentare alla sua vita dopo che questi aveva messo in pericolo la sua per salvarlo, più che nell'esternazione di quanto vacue siano state le sue promesse, che re Harald si dimostra del tutto debordante e straripante e vittima delle proprie paranoie, come sempre è stato in passato.
Al contrario, nel clangore delle asce e degli scudi che si infrangono nella notte Bjorn si sente di nuovo vivo, libero e se stesso; un guerriero indomito che di nulla ha paura se non delle catene della propria condizione personale imbrigliata in un potere che egli rifugge ormai in tutti i modi.
Ivarr è infine, per la prima volta da quando si trova alla corte del Profeta, in balìa totale delle proprie emozioni: non solo nell'episodio precedente lo avevamo visto avvicinarsi in maniera incauta a quella che egli è convinto essere la reincarnazione di Freydis, ma che allo stato dei fatti è la promessa sposa del suo carceriere/alleato, addirittura le parla a cuore aperto convinto di trovare in lei complicità mentre questa non perde tempo per mettere Oleg al corrente dell'accaduto.
Questi ovviamente non si lascia sfuggire la ghiotta occasione di ripagare il Senz'ossa per aver fatto fuggire il principe Dir, al contempo cercando di sottolineare la sua condizione di supremazia psicologica sul suo gradito ospite; lo fa trascinandolo a fondo nei ricordi e suscitando in lui una sorta di incapacità di reazione che potrebbe prefigurare un rimorso per le azioni passate.
Nel complesso anche per me è stato un episodio a tratti sontuoso, ma trattandosi dell'episodio in cui diciamo addio a Lagertha non c'era da aspettarsi nulla di meno.
”My faith's in people, I guess. Individuals. And I'm happy to say that, for the most part, they haven't let me down.”
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"Dreams don't mean anything, Dolores. They're just noise, they're not real." "What is real?" "That wich is irreplaceable."
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"Gli umani sono strane creature, ogni loro azione è guidata dal desiderio, i loro caratteri forgiati dalla sofferenza. Per quanto essi provino, non potranno mai liberarsi dall'essere eternamente schiavi dei loro sentimenti. Finchè la tempesta li sconvolgerà dall'interno non riusciranno a trovare pace. Né da vivi, né da morti. E quindi, giorno dopo giorno, faranno ciò che è necessario.
La sofferenza sarà la loro nave.. il desiderio la loro bussola."
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Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza; ti salverò da ogni malinconia
perché sei un Essere speciale ed io avrò cura di te. Io sì, che avrò cura di te.
Vikings 6 Episodio 6
La morte e il serpente
Questa puntata riscatta in tutto e per tutto la precedente ,direi che è stata una puntata epica
Spoiler Vikings 6 x 6
Comincio dall'inizio e cioè dall'elezione del re di tutti i norreni .Nella puntata precedente sembrava che tutto fosse come una camminata trionfale per Bjorg scelto peraltro per le sue peculiarità, credo, da Olaf.E anche nell'incipit di questa puntata il trionfo di Bjorn sembra assicurato,ma progressivamente tutto si capovolge ed è eletto Harald, l'ambizioso,inaffidabile Harald che come il cardinale Rodrigo Borgia aveva tramato per vincere promettendo di tutto e di più a coloro che lo avessere votato. Da notare che Bjorn, pur deluso , afferma che sarà leale al nuovo re che ha vinto elezioni "democratiche".
Peccato che tale re che si rimangi subito la parola data ai suoi alleati gabbati e come primo atto ordini di uccidere Bjorn.Sono soggetti molto differenti Bjorn e Harald ma vediamo come la parola onore non fosse un termine gratuito per Bjorn mentre Harald si mostra per quello che è ,un ambizioso senza regole e appunto onore .Spero paghi per le sue malefatte prima, possibilmente, o poi.
Liquido pure i pochi minuti dedicati a Ivar dicendo che Oleg ribadisce una cosa importante e cioè che sa moltissime cose di lui e della sua famiglia.E avendo saputo che Katia somiglia molto alla moglie uccisa da Ivar in un certo senso lo umilia praticando sesso in sua presenza.Era come per dirgli che aveva il controllo di tutto e che quello che era di Ivar sarebbe diventato suo senza che Ivar potesse protestare.Ivar guarda , è sconvolto ma fa tesoro della sceneggiata di Oleg secondo me.
E veniamo al momento clou della puntata e cioè quello in cui ci viene mostrata prima Lagertha che si batte con il capo dei banditi e poi la sua sconvolgente morte.Sappiamo che la lotta tra le shieldmaiden con a capo Lagertha e Grunnhild è disperata ,anche perché i pochi reietti espulsi da Kattegat chissà come sono diventati molto numerosi e sappiamo quanto essi siano feroci visto che non esitano a massacrare bambini .Non ho capito la scena dell'anziano a supporto di Lagertha e coll che urla contro i nemici di essere anche ansioso di entrare nel Valhalla, egli ovviamente e gratuitamente viene infilzato da molte frecce prima che faccia sfoggio delle sue capacità marziali,mah,
La battaglia è ben rappresentata ma ovviamente il clou di essa è lo scontro tra Lagertha e il capo dei ribelli,un omaccione grande come 2 ante di armadio,mentre Lagertha è piccola e provata da una vita di lotte e di ferite prese su diversi campi di battaglia.Nonostante tutto si batte come una leonessa per salvare la sua gente e soprattutto la nipotina, e abbiamo pena a vederla arrancare , non più tonica e scattante come quando era giovane e ben addestrata.Non vuole aiuti di sorta ,si batte faccia a faccia con la morte con il solito orgoglio e con grande volontà di farla finita una volta per tutte ed è come se sentissimo sulla nostra pelle i colpi pesanti che prende e che le riducono a pezzi lo scudo , veramente abbiamo l'impressione che ella possa soccombere da un momento all'altro contro un cane rognoso e rabbioso che peraltro lei ha la freddezza di schernire.Ma Lagertha è Legertha , donna fiera,coraggiosa, indomabile,mai compiacente e quindi in grado di dare vero amore in particolare al suo Ragnar , alla sua bambina piccola e al nipotino entrambi morti.Ed ha senso del dovere altissimo perché ha subito la necessità di difendere tutti coloro che si erano affidati a lei,non con rassegnazione ma con fierezza e consapevolezza.Ella ammazza l'avversario con due colpi ben mirati mentre sta per essere finita dall'avversario, e il tutto è costruito molto molto bene.
Nulla risulta superfluo o troppo epico: Lagertha vince ,ha fatto il suo dovere di grande shieldmaiden, niente altro.E' ferita ma decide di andare a Kattegat per avvertire Ubbe del pericolo e lì si compie il suo destino come predetto dal solito , oscuto ,indovino.
Molto belle le sequenze in cui ci viene mostrato un Hvitserk con cervello disfatto ed in preda alle sue solite allucinazioni che vede il serpente Ivar strisciare in una strada della capitale, un incubo il suo che cerca di esorcizzare affondando la lama nel serpente che in realtà è Lagertha .Ella è stanca , provata,delusa,si sente colpevole per non aver protetto il nipotino e gli altri caduti nella battaglia.E accoglie con sollievo la morte che la renderà libera dalle ambasce terrene : nel Valhalla che ha meritato troverà le persone che ha amato di più con grande sincerità.
Una morte epica direi,essenziale,altamente drammatica che non può non emozionare lo spettatore e soprattutto coloro che hanno sempre apprezzato le doti non da poco di Lagertha
Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei miei bellissimi ed elegantissimi avatar e firma
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« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »
''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.
Rivedendo alcuni parti dell'episodio e alcune sequenze di Lagertha mi è impossibile non giungere alla conclusione che di fondo ella anelasse la morte.
E' straziante per personalità così radicate nella fermezza e nell'orgoglio dover giungere a simili conclusioni interiori, eppure è solo un ennesimo ed enorme sigillo sull'umanità che permea ogni fibra di lei. Nessun essere vivente, per quanto tracotante e sicuro, sarà mai esente dalla fragilità. La fragilità è parte di ogni aspetto umano e di ogni tratto dell'esistenza in rapporto a suddetta umanità. Perfino la Shieldmaiden più grande di tutti i tempi non si è potuta esulare dal percepire la delicatezza del suo essere tremendamente umana, tangibile, perciò vulnerabile. Ella, tanto quanto il suo scudo, è simbolo ambivalente di forza e fragilità, nonché il promemoria di come chiunque possa ritrovarsi ad andare in pezzi. E' struggente e al tempo stesso rassicurante, e ciò che ha accentuato la sua grandezza anche nel declino. Troppo è stato il dolore provato per ogni frammento perduto lungo il cammino. Ella ha accumulato così tanto strazio da resistervi per quanto le sue capacità glielo permettessero, eppure quello strazio ha infine straripato, portandola ad esplodere in un senso di angoscia e perdizione senza pari. Un'esistenza che ha perso così tanto ed è venuta in contatto con così roboanti forme di dolore ne è stata inevitabilmente consumata, consumata al punto da non avere più alcuna gioia nel semplice esistere. Lagertha ha provato con tutte le sue forze a dirsi il contrario, ad illudersi nella convinzione di potersi lasciare andare ad un'esistenza pacifica ed eremitica, ma persone così oneste e dirette come lei non mentono nemmeno a loro stesse troppo a lungo: quell'esperienza rendeva il suo dolore solamente più rigido e pulsante, al punto da essere sollecitudine al pianto e alla rimembranza dei traumi passati. Ma mai avrebbe posto fine a sé stessa, per fierezza e dignità. Ella compie l'unica scelta possibile, ossia morire come ha sempre vissuto, andarsene proprio allo stesso modo in cui è giunta nell'immaginare collettivo: come una guerriera. Alla fine per quanto il suo destino sia stato apparentemente determinato, ella ha avuto una sua scelta ed una sua consapevolezza, un suo rapportarsi agli ultimi lampi di quell'esistere ormai così tortuoso. E' così paradossale ma anche così di ristoro, al punto da lasciar comprendere che le sue parole fossero profondamente vere: quanto intensa è stata la sua vita, quanto ardentemente e con quanta grazia ella ha onorato il significato di vivere. Ma ora era il momento di posare lo scudo, era il momento di concedersi un qualcosa che troppo a lungo non aveva più potuto avere: pace, quiete. Quindi, per quanto possa dispiacere, la sua fine ha il senso poetico e il compimento della liberazione. Spalancate sono le porte del Vahlalla per la Shieldmaiden più grande di sempre.
Un altro pezzo profondissimo di Vikings che se ne va per sempre.
A proposito di ciò, ho trovato quasi da ''rottura della quarta parete'' il discorso dell'anziano dinanzi ai banditi e quel ''nomi che non siete degni di pronunciare''. Mi è sembrato come nel citare Ragnar, Rollo e Floki si volesse comunicare allo spettatore che si ha coscienza di quanto Vikings sia stato e non sia più. Una sorta di tributo all'opera stessa e alle parti più belle del viaggio.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
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Il 10/01/2020 at 15:59, JonSnow; dice:A proposito di ciò, ho trovato quasi da ''rottura della quarta parete'' il discorso dell'anziano dinanzi ai banditi e quel ''nomi che non siete degni di pronunciare''. Mi è sembrato come nel citare Ragnar, Rollo e Floki si volesse comunicare allo spettatore che si ha coscienza di quanto Vikings sia stato e non sia più. Una sorta di tributo all'opera stessa e alle parti più belle del viaggio.
Esattamente. E' una presa d'atto ed un'ammissione implicita di quanta bellezza ed epicità Vikings sia andata via via perdendo per strada. Inammissibile ed incomprensibile una simile involuzione narrativa.
Aggiungo solo, perché davvero su questo episodio ogni riflessione diviene superflua, quanto stoni in un certo senso l'anonimato della morte di Lagertha (mi riferisco alle molteplici pugnalate di Hvitserk nel buio e nel fango), se rapportato alla straordinarietà di tutto ciò che ella ha sempre rappresentato in vita: una morte silenziosa, in solitudine, lontana da qualsivoglia palcoscenico o schiamazzo, intima e straziante per la shieldmaiden per eccellenza quando mi sarei aspettata invece per lei un ultimo grandioso urlo di battaglia, un canto del cigno mancato. Ma in fondo è anche meglio così.
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La sua fine è il poetico realizzarsi di quanto ella aspirava per gli ultimi frammenti della propria esistenza: divenire una persona comune, slegarsi dal mito che ella rappresentava nell'immaginario collettivo, seppellire scudo e armatura ed essere solamente una donna in là con gli anni, stanca e piena di cicatrici interiori. E per quanto Lagertha abbia fallito nel realizzare tale proposito in vita, vi riesce invece al suo culmine. Ella si spegne nel buio, con il tamburellare della pioggia sul suo corpo martoriato e su un terreno fangoso, fondale dei suoi ultimi respiri, sporchi e dilaniati come il suo giaciglio finale. Perfino il suo volto è solamente illuminato da qualche lampo sporadico, come se perfino gli Dei dovessero evitare di riconoscerla, come se Thor battesse il suo martello nell'alto dei cieli solo al fine di concederle l'anonimato; tuoni a coprire il suono dei lancinanti lamenti, tempesta e buio a renderne irriconoscibile il bellissimo quanto segnato volto. Finanche i cieli, la natura stessa, si ribella ad una così dilaniante morte, ad una separazione così netta e brutale, ad un addio a cui essa stessa non era pronta. Così il cielo si ritrova a piangere e a commemorare una natura che si ritrova parimenti a poter accarezzare quella creatura ormai morente e un tempo parte di essa solo mediante la pioggia battente che incessantemente si propaga su di lei, concedendole un ultimo bagno, una lavanda che porti via i suoi peccati e le sue sofferenze e la purifichi per sempre. In quell'istante tutte le esistenze, il mondo stesso, sono lì a magnificarla, a tributarle onore nelle forme più impensabili. Non c'è la paura, ma lo spegnersi di una candela che ha illuminato e avvampato chiunque con la propria calorosa fiamma, che ora si è però spenta del tutto nella tenebra. E' proprio in quel buio che tutto ciò avviene, e Hvisterk la tiene tra le braccia come il riconfigurarsi di una distorta immagine della Pietà. E anche in quegli ultimi istanti non c'è tristezza, ma un senso di sollevamento, quasi di gioia, il fremere dalla consapevolezza che di lì a poco si sarebbe ricongiunta con l'indimenticato Ragnar e tutto il dolore provato nella sua vita sarebbe stato cancellato, così come i suoi fallimenti e le sue ferite. La sua uscita di scena è magnifica nella sua forza di causare dolore, nel suo essere così irrimediabilmente struggente e significativa. Chiunque abbia amato visceralmente Vikings è in lutto, ora.
E comunque, al di là di tutta la lettura approfondita, c'è da considerare quanto accadrà ora nel post-mortem e il come Bjorn reagirà a quanto successo.
Non solo i Ragnarsson vs Ivar, ma Bjorn vs Hvisterk, Ubbe vs uno dei due, tutti contro tutti. Fratello contro fratello.
Proprio come nella profezia del Ragnarok, un Ragnarok sempre più vicino.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
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Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Non ha paura Lagertha certamente .
Ha vissuto non una vita ma tante vite e non da persona normale .
Ha sofferto moltissimo più che fisicamente moralmente ma è sempre andata avanti fiera ,forte e coraggiosa .
Ma non si può essere fieri ,forti e coraggiosi all’infinito specie dopo la morte del vescovo che era stato il suo ultimo amore sfortunato : tale morte la aveva segnato nel profondo .
Decide che avrà meno problemi se diverrà una donna anonima che cerca di vivere serenamente magari con i nipotini ,la parte finale della sua vita .
Bellissima è la scena in cui seppellisce la spada e giura di non usarla più convinta della sua decisione .
Ma deve tornare ad essere una grande guerriera perche’ ha un senso del dovere fortissimo e perché deve proteggere i nipotini ,cosa che peraltro le riesce solo al 50%.
E diventa preda di grande amarezza ma accumula una grande forza dentro e sprigiona tutte le sue ultime energie in una esplosione di rabbia adrenalinica nel combattimento contro capelli bianchi che la prosciuga di ogni energia vitale e Gunnhilld che la omaggia con grande ammirazione lo capisce .
Nondimeno compie il suo dovere fino in fondo pur essendo ferita ma davvero e’ allo stremo ,stanca ma non sfiduciata ,non domata ,non oppressa o manipolata ,è , dopo il duello che ha vinto ,una donna libera da ogni legame terreno che al momento ha la mente solo rivolta ai suoi legami più importanti ,ella desidera unirsi a loro e accoglie la morte come una liberazione che forse cercava da tempo
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« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »
''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.