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Vikings
M di Manna
creato il 12 giugno 2013

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Figlia dell' estate
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Inviato il 17 dicembre 2019 20:21

Premesso che non ho ancora visto le puntate (sì, lo so, shame on me), trovo che questa ricaduta di Bjorn sia sconcertante e al tempo stesso prevedibile. Difatti Bjorn é sempre stato incapace di essere un buon marito, é stato sempre volubile, si é sempre innamorato follemente al primo sguardo. Inoltre, a differenza di Ragnar, é stato sempre un padre assente, e mi pare che proprio che l'abbia detto nella quinta stagione.

Questa volta c'erano stati grandi proclami "Sono nudo al tuo cospetto, eccetera eccetera", ma realisticamente quanto poteva durare?

Modificato il 05 July 2024 17:07

"Gli dei esistono" ripetè a se stessa. "E anche i veri cavalieri. Tutto questo non può essere una menzogna".

 

Comitato Pro Brandon Stark; Comitato S.P.A. Salvate il piccolo Aemon (in difesa del figlio di Mance, del figlio di Gilly e di tutti gli altri bimbi di ASOIAF); Comitato A.T.P.A. (Aemon Targaryen pro-pro-prozio dell'anno); Comitato E.S.S.S. (Eddard Stark Santo Subito); Comitato E.T.S.T. (Eddison Tollett li seppellirà tutti); Comitato M.E.F.H. (Martin esci fuori Howland) gemellato con M.E.F.W. (Martin esci fuori Willas); Comitato T.M.G.M.S.  (Theon Mezzo Greyjoy Mezzo Stark); Comitato Y.L.J.E.M. (Ygritte levati, Jon è mio); Comitato Pro Jojen e Meera Reed; Comitato G.M.S.S. (Giù le mani da Sansa Stark); Comitato L'unico Vero Aegon (ovvero l'Egg delle novelle);

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Inviato il 17 dicembre 2019 21:19

Io trovo invece che la ballerina condotta di Bjorn anche verso Gunnhild fosse alquanto prevedibile dalla sua caratterizzazione, in particolare nella quinta stagione. Gunnhild che tra l'altro mi pare incarnare per ora l'unico punto fermo della sua vita, una donna capace di essere al contempo moglie devota e fiera shieldmaiden, un po' come lo fu Lagertha per Ragnar. Ironside si è sempre configurato, nell'immaginario collettivo, come l'erede naturale di Ragnar, eppure sono davvero poche le caratteristiche che lo accomunano al carismatico genitore, molte più quelle negative, come ad esempio il perseverare nel ricercare in altri lidi un libertinaggio che come sovrano, marito e padre non dovrebbe avere più ragione né voglia di perseguire. E' perfettamente calzante la definizione data da @JonSnow;, il suo è un moto di fuga verso una dimensione di perpetua individualità ed indipendenza, una ricerca costante di deresponsabilizzazione che è abbastanza in linea con quanto abbiamo visto finora. E' sempre stato piuttosto leggero nel passare da una compagna di vita all'altra, ogni volta illudendosi che si trattasse del grande amore, ed in questo non si è certo reso molto migliore di quel padre che per la medesima condotta egli appena ragazzino ha condannato. In più, come sottolineato, non si è mai nemmeno reso più di tanto responsabile verso i figli, al punto che lo vediamo affidarli a Torvi ed Ubbe quasi potesse in questo modo scaricarsi di un peso. Eppure, è impossibile non percepire in lui un continuo conflitto e senso di colpa tra l'attuale condizione ed i richiami di libertà che egli ancora sente dentro di se. Vedremo se saprà trovare un equilibrio duraturo.


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My faith's in people, I guess. Individuals. And I'm happy to say that, for the most part, they haven't let me down.”

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"Dreams don't mean anything, Dolores. They're just noise, they're not real." "What is real?" "That wich is irreplaceable."

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"Gli umani sono strane creature, ogni loro azione è guidata dal desiderio, i loro caratteri forgiati dalla sofferenza. Per quanto essi provino, non potranno mai liberarsi dall'essere eternamente schiavi dei loro sentimenti. Finchè la tempesta li sconvolgerà dall'interno non riusciranno a trovare pace. Né da vivi, né da morti. E quindi, giorno dopo giorno, faranno ciò che è necessario.

La sofferenza sarà la loro nave.. il desiderio la loro bussola."

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Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.

 

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza; ti salverò da ogni malinconia

perché sei un Essere speciale ed io avrò cura di te. Io sì, che avrò cura di te.

 

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Inviato il 17 dicembre 2019 21:58

Abbiamo ancora una volta avuto lo stesso promemoria che avemmo con Ragnar: tutti cadono, perfino gli uomini migliori. In quanto umani si è profondamente fallibili, indipendentemente dai propositi. Esistono quindi margini e confini tra l'errore stesso quale parametro d'evoluzione e l'errore perseverato. L'uomo non sfuggirà mai alla debolezza, poiché la fallibilità è elemento speculare della sua stessa esistenza in quanto individuo, come ogni essere vivente. Si è dunque predefiniti e predestinati all'errore, ciò che cambia è quanto esso sia volontario o in buona fede, e il come ci si rapporta ad esso una volta conseguito. Nel caso di Bjorn è chiaramente una fuga emotiva. Egli stringeva un altro corpo con lussuria, ma in verità è come se si riconciliasse a sé stesso nella portata di un gesto così superficiale e amorale. L'atto sessuale è quindi proposto come un disorientamento del suo stesso sistema nervoso, così messo alla prova e sotto pressione, al punto da ricercare un elemento esterno che gli ridesse lustro e collocazione. In questo caso Ingrid e il rapportarsi a lei sono solo una serie di istanze strumentali votate al senso di evasione e ritrovamento. E' l'unica risposta accessibile che la sua psiche gli ha dato per preservarsi e scampare ad un'autodistruzione totale. Inoltre se il suo corpo non può più viaggiare come un tempo, obbligato alla sedentarietà di Re, la sua mente continua a farlo e lì risiedono i suoi demoni. Demoni che viaggiano in flotte su mari onirici e impossibilI, sino a ribaltare il suo mondo interiore. E lui non può porvi rimedio, se non con un'apparente apatia ed una distanza siderale dall'attenzione, che non riesce più a profondere in niente e nessuno. E' piagato da una nobiltà di concetti e da una filosofia che gli rendono il mondo e l'esistenza solamente più retorici, laddove egli vorrebbe concedersi l'elasticità della libertà. Qui più che una vera fuga dalla responsabilità si ha uno snaturamento completo nel momento in cui ci si affaccia a responsabilità per cui il proprio Io non è costituito. Egli si sta sgretolando perché di fatto tutto ciò che è diventato non è al sua reale dimensione. E' così sgretolato e conflittuale da ricorrere all'unica via che gli permettesse di lenire tutto ciò, ossia un istanza superficiale e abbietta quale quella del tradimento, che è appunto sempre e solo una manifestazione di codardia e scorrettezza inqualificabile.

 

Come dice @porcelain.ivory.steel, è significativo il contrappasso che egli subisce, dato che era il primo ad aver condannato gli stessi atteggiamenti del venerato e criticato padre. E' significativo perché fa comprendere come troppe cose si diano per scontate e come facile sia sentenziare e sparare giudizi sugli altri. Nell'occasione Bjorn era solo un bambino, ma quanto tale atteggiamento sia profondamente radicato anche e più negli adulti, beh questo è palese.

 

Paradossale che ciò che Bjorn desideri ora non sia altro che quello che Ubbe può permettersi. Ossia un viaggio di pace, riscoperta di sé e scoperta di nuove terre, conoscenza e attraversamento esistenziale. E a proposito di Ubbe, egli non è meno astratto e distante dagli altri di quanto lo sia Bjorn, sin troppo accattivato dalle chimere che la sua stessa mente produce. Ho trovato però del tutto gratuita e macchiettistica l'aggressione che Torvi fa nei suoi confronti, che mi appare più dovuta a insicurezza personale che a vere e proprie esternazioni di disappunto che sono solo presunte in Ubbe.

 

Aggiungo poi che pur essendo loro due, di fatto, i miei preferiti della figliata, non nego di aver maggior interesse per il cammino di Ivar al momento, e per la sua ascesa. Perché quando si tocca il fondo, di norma, si può solo risalire.

 

 

 

 

Modificato il 05 July 2024 17:07

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« I did what I thought was right. » Jon Snow

« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister

« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learnWinterfell is Our Home, we have to fight for it.  » - Sansa Stark 

« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark

« good act does not wash out the bad, norbad act the good. » - Stannis Baratheon

Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.

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Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.

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Inviato il 17 dicembre 2019 22:28

Ho apprezzato poco anche io quella mezza sfuriata di Torvi, ma credo che oltre alla manifesta insicurezza di cui tu giustamente parli (e non dovrebbe essere così, Ubbe per lei è il terzo marito, lei dovrebbe essere molto più matura di lui sia anagraficamente che come evoluzione personale) ci sia una scrittura che vorrebbe configurarla come l'erede di Lagertha. Se ci fai caso infatti ricorda moltissimo la reazione di Lagertha quando nella prima stagione Ragnar non volle portarla con se nella razzia sulle coste britanniche, e lo sguardo complice tra le due donne per me va in quella direzione, una passa il testimone all'altra. Ubbe, intendo il suo interprete, possiede davvero molto della fisicità di Ragnar/Fimmel, non il carisma chiaramente, per cui secondo me gli autori giocano molto su questi aspetti che ricordano il mai dimenticato re vichingo, speriamo non esagerino.

Anche Ubbe continua a nutrire il suo sogno, l'idea del suo viaggio solo posticipato, eppure per ora fa quel che deve, che è quel che gli è stato richiesto dal suo re e fratello Bjorn: amministra in sua vece, e per ora non mi dispiace.

Sicuramente il concetto di fondo che sta passando in questi primi episodi è che nessuno è esente da colpe ed errori, in quanto essere umani fallibili e perfettibili, e che chiunque salga in cattedra per giudicare l'operato altrui cade a sua volta in fallo. Condivido l'interesse per Ivar, dopo la pessima resa del suo personaggio nella quinta stagione non posso che augurarmi per lui una rinascita, in tutti i sensi.

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Inviato il 17 dicembre 2019 22:59

Possibile quanto affermi.

Difatti la narrazione ci sta proponendo due reincarnazioni distorte della stessa Lagertha: Torvi e Gunnhild. Nella prima vediamo le reazioni più ferali, votate alla castrazione della femminilità in un'emulazione mascolina che sfocia nel parziale isterismo. Dall'altra vediamo la fierezza e la combattività sul campo, alternata col ruolo di consorte che tiene testa al marito. Si tratta dunque di due estensioni che profondono gli stessi meccanismi comportamentali che ebbe un tempo Lagertha. Ed è anche ironico che ora Gunnhild rischi di ritrovarsi nella stessa posizione in cui un tempo si ritrovò la più famosa Shieldmaiden di tutti i tempi. Non dubito che potrebbe reagire in egual modo, per quanto, secondo me, nella stessa Gunnhild è presente una componente di vendicatività e soprattutto ambizione che non è mai stata propria di Lagertha, ergo i risvolti potrebbero anche essere totalmente diversi, perché difatti Gunnhild è profondamente attratta dal potere e dal conseguirlo. La sua figura non mi convince minimamente, per quanto ora appaia più incline ad una femminilità consapevole e comprensiva.

 

Su Ivar non vorrei fare grossi azzardi ma mi chiedo se la sua, oltre che una rimodulazione dei propri eccessi, non sia che una sorta di redenzione in embrione. Non so, qualcosa me lo fa indirizzare verso la sua stessa famiglia, ma non in modo distruttivo, come se potesse per una volta andare a supporto degli stessi fratelli che ha più volte rinnegato e osteggiato. Mi aspetto una specie di svolta positiva per lui. Con ciò ripeto, non sostengo che egli possa santificare la propria immagine e avere un cambiamento totalmente benevolente. Solo che il tipo di costruzione a cui stiamo assistendo fa pensare a come egli, nel momento decisivo di Olag vs Ragnarsson, possa voltare le spalle al primo e schierarsi inaspettatamente con i fratelli. 

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Inviato il 17 dicembre 2019 23:16
17 minutes fa, JonSnow; dice:

Su Ivar non vorrei fare grossi azzardi ma mi chiedo se la sua, oltre che una rimodulazione dei propri eccessi, non sia che una sorta di redenzione in embrione. Non so, qualcosa me lo fa indirizzare verso la sua stessa famiglia, ma non in modo distruttivo, come se potesse per una volta andare a supporto degli stessi fratelli che ha più volte rinnegato e osteggiato. Mi aspetto una specie di svolta positiva per lui. Con ciò ripeto, non sostengo che egli possa santificare la propria immagine e avere un cambiamento totalmente benevolente. Solo che il tipo di costruzione a cui stiamo assistendo fa pensare a come egli, nel momento decisivo di Olag vs Ragnarsson, possa voltare le spalle al primo e schierarsi inaspettatamente con i fratelli. 

Ho pensato esattamente la stesa cosa ma non osavo scriverlo perché sai com’è, con Ivar si rischia sempre di prendere una tranvata in piena fronte ogni qual volta si pensa che possa riabilitarsi.. comunque si, anche io se dovessi azzardare su di lui, andrei in quella direzione; come se tutto ciò a cui ora sta assistendo da parte del Profeta, violenza feroce e gratuita, sadismo portato all’estremo, paranoia preventiva verso il proprio sangue, possa sommuovere in lui un mutamento ed indurlo a scegliere di preservare il nucleo familiare piuttosto che Oleg. Per la prima volta non lo vedo particolarmente a suo agio, il nostro prode Senz’Ossa.. 

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Inviato il 18 dicembre 2019 0:08

Per me ora sta solamente assimilando in una funzione di pseudo-apprendistato. Ma è chiaro che il connubio con Oleg non durerà, e non per via del primo che si disferà del secondo ad obiettivo raggiunto. E' tutto il costrutto, il come The Boneless lo osservi, ne studi le mosse e sia guardingo, che fa capire che ne stia prendendo le misure per un futuro ribaltone, che non ho dubbi avverrà. Il problema è capire se avverrà per ambizione personale, ossia se si porrà contro di lui per riprendersi Kattegat in prima linea e quindi riducendolo a mero strumento che viene fregato da chi credeva suo strumento, oppure se lo farà per tutela dei propri fratelli verso i quali si renderà conto di non essersi comportato propriamente bene, arrivando anche a considerare di provare verso di loro una qualche forma di affetto. Perciò non è impossibile pensare che una parte di lui possa portarlo a tale risveglio empatico.

 

La cosa più straziante sarebbe se egli si schierasse con la propria famiglia, facesse ammenda dimostrando di essere cambiato, nonché si facesse perdonare salvo poi ritrovarsi assassinato lo stesso dall'ossessionato Hvitserk. Renderebbe il tutto molto più tragico e sorprendente, ribaltando anche i ruoli nella percezione di spettatore, che si ritroverebbe quasi a condannare Hvitserk e a provare dispiacere per The Boneless.


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Inviato il 20 dicembre 2019 8:54

Arriviamo dunque all'episodio 6x04.

 

Nelle produttive spire dell'autocontrollo e, soprattutto, della manipolazione, The Boneless sfugge alla congerie di rabbia ed esaltazione da sempre presenti dentro di lui, riuscendo così a celarsi nell'apparente deferenza, sino a obiettare la costrizione impostagli dal fato con ritrovata adrenalina. Il minore dei Ragnarsson non solo compie le sue mosse nei confronti del fratello del tiranno, ma si avvale dunque dell'estrema ratio, insinuandosi nella mente del giovane Igor come il refuso di un pensiero impossibile da ignorare; un Igor preda di continuo divellere, strappato ai margini della passività e dell'inconsapevolezza, ora introdotto oltre i confini di nuove verità, sveglio e arrembante nella lenta ma inesorabile mutazione in discente dello stesso Senz'Ossa. Un Senz'Ossa la cui intraprendenza è scevra di ogni limite, tanto da portarlo al confronto con la mandarinesca tirannide di Oleg senza remora alcuna. Così di fronte al feticcio di pietra così caro al Re sovietico si consumano potenti reazioni emotive, sino al contraccolpo di quella stessa emotività, infine spiazzata da profonda consapevolezza e da un orgoglio non dissimile dal proprio.

 

Un Bjorn dalle sfumature draconiane affronta ancora una volta l'ambiguo Kjetill, dando prova di sopraffini capacità di percezione e analisi, per nulla carpito dalla goffa dissimulazione del violento vichingo. Egli è regale, fiero, arguto, indissolubilmente famelico di rivelazione quanto rivendicazione. Ogni tentativo di negazione è falcidiato da quel medesimo atteggiamento, consunto dall'impossibilità di farvi fronte. Kjetill non può che compiere le proprie ammissioni, risentito e totalmente preda della flessuosità a cui il suo interlocutore lo ha costretto. Ancora e ancora vige nel gigante dei Ragnarsson il concetto di amicizia e fedeltà ad essa, ora manifestate nel malinconico e fidente ricordo del vecchio Floki.

 

A tratti divino e a tratti gessoso, Re Olaf è stoico nel proprio lucido delirio, ghermendo coloro attorno a sé nelle sue stesse oniriche visioni, le quali sottolineano la sterilità dell'esistenza se frapposta al continuo nutrimento dell'ego. Un'esistenza che sussiste nella miseria della predeterminazione, e che pertanto non può scindersi dalla gioia, e al contempo dalla tristezza, dell'interminabile ripetersi. Indefesso egli continua a imperterrito a tracciare le forme di un inusitato disegno, passando dall'essere aguzzino ad essere l'offerente di un'utopia che non è mai stata così raggiungibile quanto ora. Dunque ogni azione iniqua cessa di aver senso, dilavata nelle falde di un più ampio terreno. Una prospettiva che né Bjorn né Harald, date le loro situazioni, sono in grado di respingere.

 

A Kattegat prosegue l'autodistruzione di Hvitserk, carne e ossa intrappolate nella perenne e rassicurante umiliazione di sé. Per la prima volta Ubbe indugia realmente su ciò che resta dell'un tempo profondamente amato fratello, al punto da offrirgli una possibilità di fuga dalla propria condizione. Eppure il minore non può che disattendere e disattendersi, inveterato dal suo circolo di mortificazione del corpo e dell'anima. Inerme e caracollante egli non può che ricevere lo scorno del primogenito di Aslaug, il quale è afflitto, disarmato, tradito, finanche indurito dalla perseveranza nella debolezza e nella libagione che Hvitserk non cessa di mostrare. Ubbe è pertanto perentorio, assuefatto e irrigidito dalle molteplici responsabilità e dalla frustrazione di un ruolo da cui vorrebbe rifuggire, ma che risolutamente mantiene per fedeltà a Bjorn.

 

Nel villaggio di Lagertha si compie l'ennesima tragedia. Tutto ciò da cui ella stava scappando ritorna da lei con fare mordace e prevaricante, costringendola ad imperversare, per l'ennesima volta, nel ciclo di sangue e ferocia dal quale tanto alacremente contava di separarsi. E difatti, per l'ennesima volta, ella deve fare i conti con un ulteriore perdita, quella dell'innocente nipotino, un nuovo volto a lei così caro che perde il proprio colore al fine di aggiungersi alla sua malinconica collezione di fantasmi. Nella crudeltà degli eventi, così pedante e parossistica, la sua interiorità si ritrova ancora umiliata e fatta a pezzi, vittima di quanto allontanandosi dal caos ella vi si sia in realtà pericolosamente e incolpevolmente avvicinata.

 

Infine Gunnhild, perseguitata da inaspettate quanto veritiere visioni che ostracizzano il suo sonno e la rendono inquieta e smarrita. Di nuovo, la determinazione è il caratteriale diniego verso qualunque requie. La responsabilità e la fierezza un modo di sentirsi viva. Verso le rive di un possibile quanto nefasto riscontro ella ritrova la sua funzione.

 

 

 

Un episodio lineare, ma per nulla esente da evidenti pecche.

Seguono dunque note a margine sparse e variegate, un attimo più crude:

 

• Decisamente inspiegabile il comportamento di Ubbe. Mi chiedo come egli potesse aspettarsi da Hvitserk un recupero netto e subitaneo, nonché elevate capacità responsive a quanto egli gli chiedesse di fare. A tratti illogico e anche incoerente, dato che né Ubbe né Bjorn si erano interessati al fratello, permettendo così che la sua situazione si inasprisse inesorabilmente. Non so se ciò sia ascrivibile a difetto di sceneggiatura o altro.

• Un po' irresponsabile e fin troppo distante da qualunque empatia Ubbe. Egli mantiene Torvi con sé, in parte per il ruolo di consorte, in parte per il suo stato interessante. Eppure lascia partire la moglie del fratello, incinta, senza alcuna remora, senza battere ciglio, affidandole quindi il compito di verificare quanto accaduto a Lagertha ed esponendola a chiaro rischio. Quindi, come sopra, o difetto di sceneggiatura o totale noncuranza.

• Mi costa dirlo ma ho trovato farsesco e ridicolo tutto il costrutto della morte di Hali, bambino incredibilmente capace di pompose quanto nobili parole. Tutto è risultato confezionato in una sequenza priva di credibilità, forzata, incapace di suscitare vero pathos, adibita più alla mera funzione narrativa che alla costruzione di un momento chiave per l'introspezione di Lagertha e co. Lo svolgimento è poi banalissimo e per nulla sentito.

• Dai fotogrammi del trailer ufficiale della S6 vediamo Harald indossare una corona sia in battaglia che non, dunque mi pare chiaro che il progetto di rendere Bjorn regnante accettato da tutti non andrà propriamente liscio.


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Inviato il 20 dicembre 2019 10:09

Presa visione del quarto episodio, che precede una pausa di ben due settimane, il quinto infatti andrà in onda l'1 gennaio. 

 

Finalmente comprendiamo meglio quella che è la strategia di Ivarr, che come anticipato da @JonSnow; finora ha studiato l'avversario per volgere la situazione a proprio vantaggio, o quanto meno provarci. 

Il suo intento è infatti quello di creare una rivalità familiare tra l'astuto ed ambizioso, seppur giovanissimo, principino Igor, erede di tutti i territori facenti parte della Rus' di Kiev e signore dei variaghi, e lo zio, il principe Oleg, che del nipote sta fin qui facendo le veci sfruttandone il ruolo chiave. Ivarr da attento osservatore qual è sempre stato comprende la necessità di instillare un dubbio nella vivida mente di Igor, o meglio ancora la consapevolezza di quanto la sua posizione sia superiore a quella dello zio. Igor che fin qui si è dimostrato, a dispetto della sua giovane età, tutt'altro che disinteressato a ciò che gli accade intorno così come a prendere presto o tardi il proprio posto nel mondo a cui sa di appartenere.

Allo stesso modo nel finale Ivarr, dopo aver appreso le intenzioni di Oleg di farne il suo sovrano fantoccio in Scandinavia, propone a Dir , il fratello ridotto in cattività, un'alleanza per spodestare proprio Oleg, non sappiamo quindi quale delle due vocazioni in lui prevarrà,  se quella di prendere egli stesso il posto del Profeta o quella di agevolare l'ascesa al trono del legittimo erede, Igor. Di certo, per il momento si sta muovendo su un terreno pericoloso, poiché se ha capito di che pasta è fatto Oleg, la stessa cosa non può dirsi di Dir. Staremo a vedere. Sempre particolarmente suggestive poi le scene in cui Oleg si lascia andare ad impeti d'ira per poi tornare sui propri passi e palesare un'indole irascibile ma conscio di tale falla, non dubito che Ivarr troverà il modo di trarre vantaggio da una simile ammissione di passeggera debolezza.

Condivido in pieno le tue perplessità sulla gestione dei punti che hai portato all'attenzione, ascrivendo il tutto ad una superficialità di sceneggiatura, temendo anche di ritrovarci di nuovo invischiati negli stessi errori che hanno reso la S5 un pastrocchio per nulla avvincente:

  • Inspiegabile la pretesa, da parte di Ubbe, che Hvisterk possa tornare in salute fisica ma soprattutto mentale in poche ore, soprattutto senza che né egli né Bjorn abbiano offerto al fratello minore alcun tipo di ascolto né di aiuto in precedenza, nonostante le continue richieste da parte di Gunnhild. Se in parte mi ricorda l'inferno in cui è sprofondato Rollo durante la S2, oltre alle diversissime caratterizzazione di tutti i personaggi c'è anche da notare come all'epoca una materna Siggy si fece carico di assistere il minore dei Lothbrok durante tutto il suo delirio, mostrandocene i fallimentari tentativi di risollevarsi e spronandolo a reagire come solo una donna di siffatto carattere sa e può fare. Characters di ben altro spessore, mi pare ovvio… Qui manca un occhio che vigili su Hvitserk, e per ora lo stesso manca di capacità di riabilitarsi, come dimostrato dal suo non essere in grado di cogliere l'opportunità offertagli da Ubbe. Condivido anche molto questa tua lettura: "[…] lo scorno del primogenito di Aslaug, il quale è afflitto, disarmato, tradito, finanche indurito dalla perseveranza nella debolezza e nella libagione che Hvitserk non cessa di mostrare. Ubbe è pertanto perentorio, assuefatto e irrigidito dalle molteplici responsabilità e dalla frustrazione di un ruolo da cui vorrebbe rifuggire, ma che risolutamente mantiene per fedeltà a Bjorn". Ubbe appare quanto mai granitico sia nel voler assolvere al proprio compito, come promesso a Bjorn, sia nel non riuscire suo malgrado in alcun modo ad offrire a quel fratello tanto amato e dal quale tanto si sente per la seconda volta tradito altre possibilità. La debolezza caratteriale di Hvitserk, la sua fragilità, non sono per Ubbe sconosciute, differentemente da quanto egli affermi, tuttavia ha sempre adoperato con lui un fare amorevole e protettivo. Proprio per questi motivi, io credo, egli si sente a maggior ragione afflitto e mortificato dalla mancata reazione di Hvitserk alla sua condizione attuale, perché cogliere in chi amiamo e cerchiamo di proteggere il persistere di una debolezza della quale quasi ci si fa scudo e vanto, piuttosto che contrastarla, ci ferisce ma al contempo ci indigna. Infine, ha stupito anche me constatare come da un lato egli tenda a preservare lo stato di gravidanza di sua moglie Torvi non permettendole di partire alla volta del villaggio di Lagertha per sincerarsi della fondatezza dei sogni di Gunnhild, dall'altro la stessa premura non la mostra nei confronti della stessa Gunnhild, anch'ella in attesa del figlio di suo fratello Bjorn. Inspiegabile tale comportamento. Mi è comunque molto piaciuto il tono perentorio in cui egli afferma di dover rimanere a Kattegat per onorare un impegno preso, diversamente da quelli che sono anche i suoi sogni di gloria: Ubbe mi sembra essere in questo momento l'unico conscio di dover tenere la barra dritta in un contesto in cui ognuno è in balìa della propria emotività e dei propri desideri. Questo, ovviamente, non cancella le pecche già notate.
  • Effettivamente la morte del figlio di Bjorn sembra semplicemente strumentale alla narrazione e ad aggiungere l'ennesima perdita nella lunga lista della già provata shieldmaiden; senza pathos alcuno, costruita malissimo, quasi accidentale nella sua banalità. Non dubito che Lagertha si caricherà del peso morale di questa uccisone, nonostante io abbia trovato invece abbastanza assurdo, visto il contesto, che due bambini così piccoli vengano lasciati non dico indifesi (sono pure sempre con una nonna guerriera) ma sicuramente non al sicuro.
  • Anche io ho notato dal trailer del prossimo episodio la corona sul capo di Harald: diciamo che Olaf fa loro un'offerta che non possono rifiutare, offerta che però, ricordiamo, sempre Olaf aveva in precedenza fatto ad Harald. Dunque, che i due vichinghi in un primo momento accettino lo trovo ovvio, sanno anche loro che l'alternativa per entrambi è perire o comunque scontrarsi con scarsissime possibilità di vittoria, ma sappiamo dalle fonti storiche che invece fu re Harald Bellachioma a riunire per la prima volta tutti i norreni all'interno di un unico regno e facendone un unico popolo, dunque è probabile che possano voler iniziare a costruire questo tipo di finale per lui. Pur avendo subito diverse battute d'arresto, Bjorn si mostra ancora indagatore, saggio ed astuto nel percepire le menzogne di Kjetill e nel portarlo ad ammettere di aver abbandonato Floki al proprio destino.

Credo che non prima del finale di stagione sapremo qualcosa di più su Floki, la mia speranza è ovviamente quella di rivederlo per un numero cospicuo di episodi prima del gran finale.

Modificato il 05 July 2024 17:07

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My faith's in people, I guess. Individuals. And I'm happy to say that, for the most part, they haven't let me down.”

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"Dreams don't mean anything, Dolores. They're just noise, they're not real." "What is real?" "That wich is irreplaceable."

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"Gli umani sono strane creature, ogni loro azione è guidata dal desiderio, i loro caratteri forgiati dalla sofferenza. Per quanto essi provino, non potranno mai liberarsi dall'essere eternamente schiavi dei loro sentimenti. Finchè la tempesta li sconvolgerà dall'interno non riusciranno a trovare pace. Né da vivi, né da morti. E quindi, giorno dopo giorno, faranno ciò che è necessario.

La sofferenza sarà la loro nave.. il desiderio la loro bussola."

___

Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.

 

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza; ti salverò da ogni malinconia

perché sei un Essere speciale ed io avrò cura di te. Io sì, che avrò cura di te.

 


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Inviato il 20 dicembre 2019 12:54

Vista la puntata 6x4

Tutti prigionieri

ed in effetti a ben vedere questo è lo status dei principali protagonisti della storia che sono prigionieri in un modo o nell'altro,compreso il crudele Oleg anche lui prigioniero della brama di potere ma anche della sua emotività che lo porta pure a minacciare Ivar...non sapendo con chi ha a che fare...


Secondo me è una puntata di passaggio che prepara eventi importanti ed è debole rispetto alle precedenti e troppo affrettata nei temi che presenta .

 

Ancora una volta la storia più interessante è quella che riguarda Ivar che sta covando qualcosa e lo capiamo già ad inizio puntata in cui sembra aizzare  Igor , il giovane erede di cui è tutore il violento Oleg e dalla parte finale in cui porta da mangiare a Dir, il fratello di Oleg messo in gabbia come un cane, e cerca un accordo con lui per contrastare il tiranno che vuole conquistare la Scandinavia mettendo al suo comando proprio lui,Ivar , come re fantoccio .Il gioco di sguardi di Ivar in tutti i momenti in cui compare in questa puntata è tutto un programma perché certamente ha un piano per tornare libero e re di Kattegat a tutti gli effetti .

 

Vediamo che Bjorn la corazza si è salvato ed è convocato da re Olaf che gli fa una proposta strana ed incredibile chiedendogli se vuole diventare re di tutti i norreni e anche qui scusate siccome non ne vedo la ragione ,gatta ci cova .Certo Bjorn non ha la vocazione di re ma è costretto a esserlo questa volta anche apparentemente perché qualcuno ha scelto che governasse su tutta la Scandinavia .Notare la stanchezza che comincia a farsi largo sul viso del primogenito di Ragnar anche se di certo egli non sarà un cattivo re ma troppi rimpianti lo assediano e gli gonfiano il cuore .

Nostante certi scivoloni che poi appartenevano pure al padre,Bjorn resta il mio preferito per la forza di animo ,la lealtà verso coloro che lo hanno aiutato ,verso gli amici come Floki che non vuol lasciare al loro destino subdorando anche il tradimento di chi gli ha riferito della sua scomparsa .Bjorn non usa nessuno per suoi fini che peraltro al momento sono in stand by perché egli non voleva essere solo un re per tutte le stagioni della guerra ,egli è come il padre ,vuole esplorare nuovi mondi anche pensando solo al bene del suo popolo ed è anche come la madre,Lagertha.

E proprio perché è una figura con senso del dovere e degli obblighi cui un vero re e’ soggetto temo che troverà qualcuno che lo tradirà anche in malo modo.
Questa è la fine degli idealisti in un mondo violento e opportunista :essere traditi magari da chi si ritiene essere a loro più vicino :Sansa e GoT ( cui Vikings si ispira certamente secondo me ) fanno proseliti , e tra i traditori che magari pugnalano alle spalle (come ha fatto Sansa con Jon del resto) non credo ci sarà Ivar ma magari chi al momento regna per lui che forse potrebbe ascoltare certe sirene non proprio disinteressate .

Lagertha prepara il piano di battaglia per combattere i razziatori che vengono respinti ad alto prezzo visto che il figlio di Bjorn muore per eccesso di entusiasmo e credulità nelle leggende vichinghe con relativo Valhalla.Credo che Bjorn sarà devastato dalla sua morte .Notare che Gunnhild, la attuale moglie,  ha un sogno profetico e va al villaggio di Lagertha per verificare che nulla di male sia accaduto .

In questa sesta stagione la sto apprezzando particolarmente perché non è il personaggio sicuro di se e arrogante della 5 stagione ma mostra di tenere molto alla famiglia di suo marito.

Piccola considerazione a latere sulla scaramuccia tra Lagertha e il suo popolo e i rubagalline perdonati dallo stesso Bjorn : non ha pathos ,non ha ritmo ,non prende e forse per questo gli sceneggiatori hanno deciso di far compiere una mattanza di bambini ( si sa la morte di un bambino colpisce sempre anche se stupida ed irragionevole come quella del figlio di Bjorn peccato che nello specifico non commuova affatto )

Ubbe continua in un percorso buonista che non so quanto gli appartenga davvero nel senso che affida ad Hivtserk la missione sulla via della seta per iniziare proficui commerci, peccato che  si imbestialisca quando vede che il fratello non è in condizione di intraprenderla .In realtà Hivtserk non poteva certo svezzarsi da droga e alcol in un giorno e il disprezzo del fratello lo farà ancora di più sprofondare nella disperazione anche se confido molto nel suo odio per Ivar come fattore scatenante preciso di una sua riabilitazione totale .

 Ripeto Ubbe non mi convince affatto ,troppo buono per essere vero in un ambiente in cui la rivendicazione dei propri diritti è fondamentale per essere rispettati e seguiti .Perchè nel duro mondo degli uomini del nord una regola resta sempre uguale: è un mondo in cui si nasce soli .
E come tali si vive. Si agisce per se stessi Chi ha saputo  maturare e diventare saggio abbastanza da far proprio questo concetto prenderà la propria strada sempre impervia e pesante da percorrere ma avrà uno scopo dopo aver conosciuto se stesso .Chi invece non ci riuscirà purtroppo fallirà  e maledira’ se stesso sapendo di aver fatto scelte sbagliate con pesanti conseguenze.

 

Al momento trovo molto più intrigante il personaggio della moglie di Ubbe che è fiera e determinata e che a ben vedere non ama che Ubbe la comandi non a caso è grande amica di Lagertha dai cui insegnamenti morali ha appreso tanto : prevedo sviluppi interessanti nel suo rapporto con Ubbe .

Peraltro non rimprovero Ubbe per aver lasciato andare la moglie di Bjorn ,Gunnhild a vedere cosa era successo a Lagertha e agli figli di Bjorn perché egli non aveva una benché minima autorità su di lei e perché un braccio di ferro con lei non sarebbe stato produttivo ,ricordo il carattere fiero e adesso scopriamo anche generoso di lei .Ma così sono le vere combattenti non certo chi cerca solo vantaggi dalla propria posizione mostrandosi sempre compiacente ma magari tramando alle spalle o peggio sparlando o spettegolando di donne forti e coraggiose e meritevoli di rispetto e considerazione .

A proposito chissà che fine ha fatto la schiava  arrivista e compiacente che non può reggere il confronto con la vera regina di Kattegat .

 

 


Insomma puntata un poco piatta in cui le pedine sono piazzate sullo scacchiere in attesa delle prossime mosse e dello scacco al re o meglio al potente di turno che sarà Ivar secondo me ,tornato se stesso , a portare a termine perché crudele abbastanza da rispondere ad un personaggio crudele con una crudele intelligenza programmatrice 

 

Modificato il 05 July 2024 17:07

Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei   miei bellissimi  ed elegantissimi avatar e firma

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''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
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« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »

''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.

 

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Inviato il 20 dicembre 2019 21:15
11 hours fa, porcelain.ivory.steel dice:

Presa visione del quarto episodio, che precede una pausa di ben due settimane, il quinto infatti andrà in onda l'1 gennaio. 

 

Finalmente comprendiamo meglio quella che è la strategia di Ivarr, che come anticipato da @JonSnow; finora ha studiato l'avversario per volgere la situazione a proprio vantaggio, o quanto meno provarci. 

[...] Condivido anche molto questa tua lettura: "[…] lo scorno del primogenito di Aslaug, il quale è afflitto, disarmato, tradito, finanche indurito dalla perseveranza nella debolezza e nella libagione che Hvitserk non cessa di mostrare. Ubbe è pertanto perentorio, assuefatto e irrigidito dalle molteplici responsabilità e dalla frustrazione di un ruolo da cui vorrebbe rifuggire, ma che risolutamente mantiene per fedeltà a Bjorn". Ubbe appare quanto mai granitico sia nel voler assolvere al proprio compito, come promesso a Bjorn, sia nel non riuscire suo malgrado in alcun modo ad offrire a quel fratello tanto amato e dal quale tanto si sente per la seconda volta tradito altre possibilità.

 

Concordo a mia volta con la tua lettura. Si è trattato forse di un episodio ampiamente steccato. Comunque, sì, come dicevo l'atteggiamento di Ubbe lo fa apparire come un illuso e a tratti quanto un idiota, non può essere diversamente se egli si aspettasse che in 24 ore o in pochi giorni Hvitserk fosse in grado di riprendersi, a maggior ragione senza ausilio alcuno. Però vedi, anche in episodi mal riusciti come questo non mancano determinati dettagli che portano avanti un'evoluzione introspettiva o pongono in essere determinati tratti che portano alla comprensione di talune cose. Ad esempio è la prima volta che ravviso, proprio in tutta la sequenza sfoggiata da tale puntata, della negatività così imperante in Ubbe, al punto da renderlo meno empatico e comprensivo. E ciò va al di là della delusione che egli nutre per il fratello minore. Egli non può che avvertire il peso della castrazione dei suoi sogni individuali, per quanto temporanei. Il suo Io sta reagendo ad un senso di ingabbiamento che lo porta a divenire intollerante e, per l'appunto, negativo. Fin troppo soggiogato dalla responsabilità e da un ruolo che egli non sente suo ma che prosegue solo per lealtà e dovere. Eppure ciò lo sta alienando, lo sta rendendo una proiezione più marcata di quanto egli è sempre stato: una figura equilibrata e razionale, ora però portata allo stremo, in parte fredda, adibita al distacco e a reazioni accese e poco controllabili. Dunque non può che essere quasi straziato e isolato in un'insofferenza dilagante che lo porta ad essere quantomai inavvicinabile, chiuso in sé stesso nel contrasto di un risentimento e una mancanza di respiro senza pari. Motivo per cui non è minimamente aperto né disteso verso Hvitserk, Torvi e Gunnhild, ma estremamente perentorio, secco, per alcuni versi anche inusualmente tagliente. Non riesce più a contenere tutto ciò che ha dentro, questo lo porta ad esporre lati di sé stesso che non aveva sin lì mai espresso. Non so, è come se stesse implodendo in sé stesso, ma al contempo si mantenesse razionale in tale implosione. Una sorta di svolta prevedibile ma al tempo stesso antinomica, che propone due istanze in contrasto tra loro nello stesso individuo. Questo l'ho trovato particolarmente significativo. Infine c'è da dire che Ubbe e Bjorn stiano condividendo lo stesso tipo di frustrazione. L'incastro in posizioni che non sentono proprie, e condividono lo stesso desiderio: il viaggio in libertà, alla ricerca della continua conoscenza.

 

8 hours fa, Iceandfire dice:

Vista la puntata 6x4

Tutti prigionieri

 

[...] Vediamo che Bjorn la corazza si è salvato ed è convocato da re Olaf che gli fa una proposta strana ed incredibile chiedendogli se vuole diventare re di tutti i norreni e anche qui scusate siccome non ne vedo la ragione ,gatta ci cova .Certo Bjorn non ha la vocazione di re ma è costretto a esserlo questa volta anche apparentemente perché qualcuno ha scelto che governasse su tutta la Scandinavia .Notare la stanchezza che comincia a farsi largo sul viso del primogenito di Ragnar anche se di certo egli non sarà un cattivo re ma troppi rimpianti lo assediano e gli gonfiano il cuore . [...]

 

Al tuo Bjorn manca una vera e propria svolta catarchica.

Di rado mi sono sentito così interiormente angosciato da un'individualità su schermo. Eppure è impossibile non sentirsi così in ogni fotogramma che lo riguardi: non è solamente malinconico, ma a dir poco straziato, svuotato di qualsivoglia motivazione e adrenalina. Procede per inerzia, come se la sua fosse solo la risposa ad un meccanismo di cui si è riscoperto parte passiva. Ma è evidente come egli, per quanto stia cercando di gestirsi, stia in realtà accumulando un dolore interiore che rende impari qualsivoglia confronto con la sua emotività. Non si tratta di un disfacimento egoistico, quanto di un vero e proprio stridere dei suoi sogni con ciò che invece attraversa nel pratico. E' perduto perché sinora non rivendica sé stesso, e immagino non lo faccia perché fin troppo scosso da quanto sta vivendo, fin troppo toccato e segnato, tanto dall'esserne in balìa e non aver nemmeno il tempo o la possibilità di incanalare una rabbia produttiva. Le sue azioni lo ascrivono ad un ciclo ripetuto, che si alterna di continuo nell'avvicinarsi a Ragnar e nell'allontanarsi da lui in modo veneratorio o violento, a seconda del caso. Non ci sono luci e non ci sono ombre sul suo cammino, perché di fondo nulla può realmente sottrarlo allo stesso. Ritorna il discorso dell'apparente predestinazione, contrapposta invece al perorare un libero arbitrio. 

 

Di fondo si può dire che solo Bjorn Ironside possa rendersi capace di salvarsi da sé stesso e di scuotersi. E non è un caso che gli unici lampi di sporadica vitalità si configurano quando egli debba difendere la posizione, pratica o astratta, di qualcuno a lui caro, vedasi come reagisce su Floki.


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Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.


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Inviato il 22 dicembre 2019 18:16

Si hai centrato il punto : è diventato re e ha sposato la donna che amava ,donna combattente e fiera che ha scelto lui e non altri .Dovrebbe essere soddisfatto a maggior ragione perché la moglie aspetta un figlio e invece è profondamente infelice perché si sente ,appunto,prigioniero limitato come è in una sorta di gabbia nei suoi doveri di re e di marito e padre .

Egli invece vorrebbe esplorare nuovi mondi,conoscere nuovi usi e costumi ,avviare commerci e per sovrappiù non è un uomo crudele e vendicativo infatti ha risparmiato coloro che gli uccideranno un figlio e questo mentre lui era altrove a mostrare lealtà e vicinanza a chi a suo tempo era stato dalla sua parte in un momento drammatico .

Dirai che poteva fare una scelta e non accettare di essere re ma guarda che beffa dato che persino  un suo nemico gli offre di diventare addirittura re di tutta la Scandinavia : la sua faccia quando Olaf gli comunica la sua decisione è tutto un programma .

Ricordo che nelle sue aspirazioni è molto simile al padre Ragnar anch’esso con forte desiderio di conoscenza ed esplorazione dei mondi ,dei loro usi e costumi e delle loro credenze che cerca di comprendere per arricchirsi non praticamente ma mentalmente.

Ma avercene di persone come lui :forti,fiere , leali e probabilmente inadatte per questo a governare a Kattegat dove il tradimento era sempre una possibilità affatto trascurabile.E infine credo proprio che non avrebbe trattato un fratello come fa Ubbe con Hivtserk no perché a ripensare a tutto il primo vuole usarlo per ampliare i commerci senza capire in quale abisso è precipitato il fratello altrimenti non avrebbe dato da matto vedendo che in poco tempo Hiv non si era ripreso come gli aveva ordinato perché era un ordine e non un gesto di affetto quello che Ubbe aveva fatto nei confronti di Hivtserk.

Tradotto vedremo il percorso di Ubbe nelle seguenti puntate cosa ci riserverà visto che a Kattegat un re ci dovrà essere ( purché non Ivar )


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Inviato il 22 dicembre 2019 21:23

Il comportamento di Bjorn è comprensibile ma non del tutto da piena assoluzione.

L'atteggiamento verso Hvitserk è parimenti imperdonabile a quello che assume Ubbe. In verità nel figlio di Lagertha c'è una responsabilità più grande perché egli oltre a disinteressarsi del fratello minore si limita alla cecità. E' come fosse totalmente inconsapevole di quanto stia attraversando Hvitserk, come se non se ne rendesse conto e per questo si mantenesse profondamente passivo verso di egli, limitandosi a non vedere e a non compiere alcun passo nei suoi confronti.

 

Anche verso Gunnhild, per quanto sia un meccanismo di fuga comprensibile dalle mille oppressioni, compie un qualcosa di decisamente discutibile che lui stesso, da bambino, aveva fortemente criticato e condannato.

 

Deve fare i conti con la fallibilità e con l'umanità che è in chiunque. Ma credo sia anche ora che assurga a consapevolezza e che si accorga di non poter più vivere quanto egli avrebbe voluto.

 

Ora è Re e ciò significa avere su di sé la responsabilità di una moltitudine di esistenze. Dunque o rinuncia alla corona o uccide definitivamente il ragazzo dentro di sé e compie quanto va compiuto, tante alternative non ne ha, auto distruzione a parte che è comunque evidente.


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Inviato il 02 gennaio 2020 19:44

Ritorna oggi la serie di Vikings, con l'episodio 5.

 

Fiacchezza e inquietudine si amalgamano sul volto di Lagertha. Ogni colore è esaurito dal pallore di chi trascina la propria esistenza. Nemmeno specchiarsi in Gunnhild, emblema di ciò che ella è stata in passato, è di ristoro nel momento in cui ella è latrice della peggiore delle notizie, un'ennesima perdita si costituisce come lo stridere di una melodia nefasta dalle cui note ella intendeva fuggire. In ogni centimetro della sua intimità domina l'apatia sinché la giunonica erede non la desta da tale stato, rammentandola la funzione che ella ha svolto e rappresentato in ogni istante della sua vita: l'essere un esempio per le generazioni correnti e future, l'incarnato rifiuto verso ogni forma di arrendevolezza e castrazione, simbolo di una libertà da rivendicare con una metodica altera e prorompente. La preservazione della vita altrui diventa sinonimo di vivere, e la Shiledmaiden più famosa di tutti i tempi riconosce a sé stessa il dovere e la portata di un tale assunto, comprendo e accettando che per quanto doloroso sia andare avanti, il momento di abbandonarsi realmente non è ancora giusto.

 

Sono l'arguzia e l'autocontrollo le nuove nozioni guida di Ivar The Boneless, vivido, irrimediabilmente fervido nella nuova dimensione di razionalità e prontezza. Ancora egli si rifà ad elementi tutt'altro che aleatori, facendo della manipolazione l'estensione delle proprie ambizioni e possibilità di rivalsa. Il sapiente e considerevole contatto empatico con l'erede russo è suggestione e fattuale incentivo ad ogni mossa successiva. Il Senza Ossa non può fare a meno di rivalersi di un essere schematico che è sempre stato nelle sue corde. La liberazione di Dir si configura come passaggio significativo, segno di intraprendenza e lungimiranza senza eguali. Il minore dei Ragnarsson è già proiettato nel futuro e fa sì che esso si realizzi costruendolo minuziosamente nel presente, dimostrando quanto la sua mente elastica e acuta sia la sua arma più letale. Un essere da sempre preda dell'ira vive ora il paradosso di porre un'inibizione ai suoi impulsi più incontrovertibili, ritrovandosi ad essere l'opposto, nonché una nuova versione di sé stesso. Nel continuo confronto con Oleg e con il suo sadismo emergono lati inediti, quanto un'insolita e sagace propensione all'analisi penetrante. Ma non è la sola cosa ad emergere: emerge anche un volto familiare e mai realmente dimenticato, quello della consorte che egli stesso aveva assassinato. Fantasma, illusione, demone o essenza reale sottile è la differenza nello sconvolgimento che egli ha provato su di sé, ritrovandosi alla mercé del proprio assetto di convinzioni, minato nella propria lucidità.

 

Nel tumulto di una sfarzosa assemblea Bjorn Ironside si propone al mondo e all'esistenza per ciò che egli è sempre stato: un soggetto avulso da qualsivoglia brama di potere, totalmente incline a conseguire solo un concetto di conoscenza e libertà. ''Non desidero corone prive di onore'', egli afferma, ed è in tale potente esternazione che vige il fulcro della sua natura. Una natura lontana tanto dal gozzoviglio quanto dal banale e materialistico predominio. Egli vive e compie per differenziarsi, e per rivalersi in tale differenza. E ciò lo rende irraggiungibile, profondamente fermo e consapevole di dove risieda davvero la forza della propria intimità. Nell'apparente disinteresse alla corona si celano anche meccanismi di difesa verso la costrizione del ruolo. Egli non teme uomo né intrigo alcuno, ma solo l'invalidante ombra del tedio e della mancanza di dinamismo costituita da una tale posizione. Ciononostante altri uomini, più avvezzi all'umana miseria e a dimensione di tangibile vizio e di quello stesso predominio, si muovono con sfacciataggine e audacia. Harald non ha dimenticato la propria vocazione, tanto quanto Bjorn Ironside ha fatto lo stesso. Ove l'uno è dedito solo a virtuosismi di scoperta e rivendicazione della propria facoltà di compiere ogni cosa desiderasse, l'altro è dedito a forme più radicate e palesi di potere e conquista, senza le quali il suo Io si percepisce nullo e invalidato. Così l'adunata ha luogo e le sorti della nazione sono a un passo dall'essere stabilite. Eppure è lo stesso Harald che farà si il destino si pieghi nella direzione desiderata, con buona pace dei progetti di Re Olaf.

 

 

Sulla passerella di un porto tormentato vigono altri tormenti, come quello dell'ambiziosa Ingrid. Nella desaturazione della fotografia si avvertono tanto la drammaticità dell'atmosfera, tanto come i suoi propositi emergano come plateali, ambigui e risoluti. Ella non ha vergogna di celare a Torvi ciò che pensa realmente, ed è in uno scambio apparentemente vacuo che fluiscono all'esterno tutti i propri assetti morbosi e ambiziosi, seminando inquietanti semi di tracotanza e possibile instabilità.

 

Poi Hvitserk, Hvitserk la cui chioma è sempre più lunga e dispersa, tanto quanto la sua interiorità, tanto quanto lungo e sempre più esteso è il suo strazio nei confronti dell'esistenza. Nei funghi allucinogeni si configurano gli unici luoghi che la sua psiche ambisce a visitare, l'esperienza stessa è tormentata e mai ludica, un onirico traghettarsi verso lande inesplorate e psichedeliche. Ma lì profetico sono tanto la voce quanto il suo suono, a ricordargli le basi della sua vita e il compito che ineluttabilmente pare attenderlo, per quanto ciò non sia in grado di risvegliarlo nel modo dovuto. Non l'atto in sé, ma ciò che verrà dopo. Un emblematico segno che nemmeno l'assassinio di Ivar The Boneless potrà costituirsi come adempimento della sua reale missione; è ciò che si cela al di là, oltre la distruttività di un singolo atto, ad aspettarlo e a formarsi come il vero senso del suo cammino. Un monito allarmante e travolgente, che lascia sfumare qualunque stasi sulle sue sorti.

 

Infine Ubbe, un Ubbe saturo, laconico ed essenziale. Egli capisce che il solo modo di salvare il proprio fratello da sé stesso, il solo modo di ridestarlo, sia dargli ciò che più ardentemente desidera. La possibilità di vendetta e riscatto personale, dunque agisce di conseguenza, decisivo e perentorio.

 

 

 

Un episodio interlocutorio e filler, a tratti decisamente soporifero, che nulla aggiunge ma che anzi ripete scenari e significati introspettivi già ampiamente mostrati dai precedenti e già portati oltre lo stremo. Mi è sembrata una spiacevole ripetizione, che denota una forte mancanza di idee con cui proporre il riempimento necessario atto a traghettare il tutto verso gli snodi cruciali della trama.

 

Mi spiace dover constatare un notevole calo dopo un buon inizio di Season.

 


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Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.

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Inviato il 02 gennaio 2020 22:52

Condivido le impressioni generali date dalla visione di un episodio, lento, stanco, anonimo ed interlocutorio si spera per il futuro. In parte ricalca quanto già detto nel precedente, in parte ci svela per lo meno alcuni aspetti della vera indole di Ironside, non che fosse questa un mistero, ma sentirlo parlare con così tanta naturalezza della propria mancanza di ambizione verso un trono ed un potere che non ha mai realmente desiderato mi fa tirare un sospiro di sollievo: non tutti i personaggi sono mandati a ramengo.

3 hours fa, JonSnow; dice:

E ciò lo rende irraggiungibile, profondamente fermo e consapevole di dove risieda davvero la forza della propria intimità. Nell'apparente disinteresse alla corona si celano anche meccanismi di difesa verso la costrizione del ruolo. Egli non teme uomo né intrigo alcuno, ma solo l'invalidante ombra del tedio e della mancanza di dinamismo costituita da una tale posizione.

Power is always dangerous, it attracts the worst and corrupts the best. Emblematica la riflessione di @JonSnow; se ripensiamo a quella che fu una delle più iconiche citazioni di Ragnar sul potere e sul pericolo di corruzione insito in chiunque si chini per coglierlo. Bjorn si configura infine e nuovamente come colui che, pur tentando di mettere in atto una forma nuova forma di governo per il suo popolo, più stanziale e meno dedito a scorribande, commerci ed esplorazioni, in realtà riscopre dentro se stesso la sua vera natura, alla quale inizia a comprendere di non poter né voler sfuggire.

Quello di diventare re di Kattegat era dunque forse un qualcosa che sentiva di dovere a se stesso ed a Lagertha, spodestata da Ivarr, ma gli è ora chiaro quanto questa situazione di per sé prestigiosa e vantaggiosa lo costringa a condurre una vita che non sente sua, che non gli appartiene e che lo imbriglia in una serie di responsabilità, che lo priva di quella libertà di scelta e di scoperta di limiti sempre diversi che a cui egli anela fin da ragazzo.

A maggior ragione egli non desidera davvero, a mio avviso, divenire re di tutti i norreni, allo stesso modo mi aspetterei un qualche colpo basso da Olaf, Giano bifronte del quale continuo a non comprendere le vere intenzioni; una mina vagante, un pericolo da non sottovalutare nemmeno per re Harald, che non dubito avrà già subodorato l'occasione di riprendersi il ruolo a cui ambisce fin dalla sua apparizione.

 

Poco da dire sul resto: Ubbe comprende che l'unico sassolino in grado di smuovere Hvitserk dall'apatia, dall'accidia e dall'assuefazione in cui è piombato è la consapevolezza che Ivarr è vivo ed è alla sua portata. Eppure il minore in vita dei figli di Ragnar sembra incapace di compiere qualsivoglia passo che lo porti oltre se stesso e la sua attuale condizione di paranoia, di allucinazione e di miseria. Devo dire che sta davvero iniziando a stancare il tutto, un paio di episodi a mio avviso erano sufficienti a mostrare il suo stato d'animo, adesso si sta scandendo un po' nel grottesco al punto che hanno dovuto ripescare il Seer per ricordarci che Hvitserk ha, in teoria, ancora un ruolo. 

 

Anche Lagertha appare sempre più stanca, e se sappiamo che da shieldmaiden di siffatta fama possiamo e dobbiamo aspettarci il Canto del Cigno prima del gran finale, che non può certo essere quello da contadina anonima ed attempata, è pur vero che anche la sua trama, come già dicevo in precedenza, sembra la più tirata per i capelli. La perdita dell'amato nipotino è l'ennesima ferita nel suo animo già piagato, eppure ella stoicamente va avanti, e sprona a fare altrettanto le donne di cui è divenuta punto di riferimento; anche il ritrovare la fiera e dignitosa Gunnhild al suo fianco, oltre a riempirle il petto di gratitudine, come è ovvio che sia, non fa altro che ricordarle che sta per passare definitivamente il testimone di una vita vissuta intensamente e coraggiosamente, come nessuna donna prima di lei. Un velo di serena rassegnazione si può chiaramente leggere sul suo volto ormai segnato.

Devo poi rimarcare come Torvi si configuri ancora come donna di grande equilibrio, molto bello il modo in cui accoglie la confidenza di Ingrid su Bjorn ricordando a se stessa quante volte il vichingo è tornato da lei per poi ripartire per lidi sempre più lontani. E' un'ammissione di grande dignità quella di Torvi, mi è piaciuta parecchio.

 

Terminiamo con Ivarr, che pur essendo per me una delle personalità più vive ed interessanti subisce anch'egli una battuta di arresto in questo episodio. Non mi aspettavo che la liberazione di Dir avvenisse così presto, né che coinvolgesse il principe Igor in una sorta di rito di iniziazione che è per Ivarr una sorta di test di lealtà a cui sottoporre il principino. Igor supera brillantemente la prova, non tradendo emozione alcuna di fronte alle teste mozzate presentategli nel piatto dal cugino e tutore e non tradendo quindi il suo coinvolgimento nel piano per liberare lo zio Dir. Lo sguardo quasi impercettibile di approvazione di Ivarr significa molto, perché il Senz'ossa sa ora, ha la certezza, di poter realmente contare sul principe ereditario di Kiev. Effettivamente siamo di fronte ad una evoluzione di Ivarr, necessaria alla sua sopravvivenza,  che da proverbiale giocatore si ritrova potenzialmente pedina ma che non rinuncia a fare a sua volta le sue mosse, apparentemente passivo di fronte ad un Oleg che lo aveva forse sottostimato. Impossibile per me non rifarmi alla quarta stagione quando un giovanissimo imberbe Alfred gli insegnò i primi rudimenti del gioco degli scacchi, instillandogli quell'amore per la pianificazione e per la strategia che tuttora lo qualifica e lo distingue dagli tutti gli altri.

 

In generale anche per me un episodio che si lascia facilmente archiviare senza grandi patemi. Sperando in un miglioramento, visto che siamo pur sempre al giro di boa, continuo a credere che Floki lo rivedremo nel finale di questa prima parte di stagione.

Modificato il 05 July 2024 17:07

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My faith's in people, I guess. Individuals. And I'm happy to say that, for the most part, they haven't let me down.”

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"Dreams don't mean anything, Dolores. They're just noise, they're not real." "What is real?" "That wich is irreplaceable."

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"Gli umani sono strane creature, ogni loro azione è guidata dal desiderio, i loro caratteri forgiati dalla sofferenza. Per quanto essi provino, non potranno mai liberarsi dall'essere eternamente schiavi dei loro sentimenti. Finchè la tempesta li sconvolgerà dall'interno non riusciranno a trovare pace. Né da vivi, né da morti. E quindi, giorno dopo giorno, faranno ciò che è necessario.

La sofferenza sarà la loro nave.. il desiderio la loro bussola."

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