Seeth, metti il titolo all'inizio..il regolamento dice così " />
ops, scusate " />
provvedo subito, grazie erin
E ti pareva che qualche pastrocchio lo combinavo
Ammetto di essere davvero idiota. Dal regolamento dice di inserire la dicitura "Contest di Scrittura Creativa seguita dalla traccia proposta".
Ovviamente adesso che Seetharaman Toral ha postato il suo brano ho capito che non bisognava scrivere l'argomento del contest, ma il titolo del brano. Seetharaman, c'è qualcuno peggio di te. " />
eh, può essere che abbia sbagliato io " />
non avevo ben capito nemmeno io, però mi sembrava strano a ogni post dover riscrivere il tema del contest, così ho messo il titolo del brano. Nel caso avessi sbagliato provvederò ad editare (certo che due pastrocchi di fila sarebbe monumentale).
Sopravviveremo. Magari Qho può passare a eliminare quest'ambiguità. La sostanza non cambia.eh, può essere che abbia sbagliato io " />
non avevo ben capito nemmeno io, però mi sembrava strano a ogni post dover riscrivere il tema del contest, così ho messo il titolo del brano. Nel caso avessi sbagliato provvederò ad editare (certo che due pastrocchi di fila sarebbe monumentale).
Comunque sono contento, anzi contentissimo perchè non potevano essere postati tre brani più diversi. Il che mi fa ben sperare per il quarto. Chissà come sarà. " />
Erin ormai non è più una scoperta e si muove con agilità in un ambiente fantasy e scrive con una tale leggerezza da fare invidia a molti scrittori di professione. Io non sono mai riuscito ad essere così, perciò leggere i suoi brani è una cosa che mi piace sempre. " />" />
Seetharaman Toral ha abbozzato un'ambientazione sci-fi credibile con una facilità estrema. " /> Ammetto di esserci rimasto male quando è finito il brano (maledetti 4000 caratteri). Confido in una versione extended da pubblicare sulla Cittadella per il mio personale divertimento. Le avventure di questo cronista-storico sembrano davvero interessanti.
E adesso sotto il prossimo. " />" />" />
Contest di scrittura : Tempesta
La grande barca di Ra stava per salpare per il suo viaggio nel mondo della notte. L'equipaggio era già a bordo: il re degli dei splendente nei suoi paramenti, assiso su uno scranno decorato, accanto a lui il suo segretario personale Toth seduto sulla tolda nella posizione dello scriba.
Ma'at reggeva il timone con mano sicura, pronta a guidare il corso del viaggio.
Seth, in piedi sul molo insieme ai suoi tre fratelli, guardava verso i guerrieri seduti a prua, Mehen, Bastet ed altri di cui non sapeva il nome. Cosa non avrebbe dato per essere come loro, per essere rispettato e accettato.
Accanto a lui i suoi fratelli si stavano già disinteressando della faccenda.
Loro non potevano capire, dato che avevano già scoperto i loro doni e ne erano soddisfatti.
Non era a loro che i genitori guardavano con perplessità, cercando di capire come mai il loro secondogenito maschio fosse nato così strano, troppo pallido e con quei capelli rossi, e perché a quattordici anni già suonati non avesse mai manifestato il minimo potere.
Uno dei servitori aveva intanto sciolto l'ultima gomena e la barca stava lentamente allontanandosi dal molo, trasportata dalla corrente.
Fu a quel momento che Seth ebbe un'intuizione folgorante: doveva assolutamente salire su quella barca, se lo avesse fatto sarebbe successo qualcosa di grandioso.
Scalciò i sandali lontano, erano un intralcio, e corse a perdifiato lungo il molo.
Alle sue spalle sentì una delle sue sorelle che chiamava il suo nome, ma era già troppo tardi.
Raggiunta la fine del molo, saltò con tutte le sue forze.
“Ora cadrò in acqua e mi metterò in ridicolo davanti a tutti.” pensò con amarezza.
Invece, dopo un breve ma esilarante momento in cui si era sentito senza peso, atterrò sulla barca, rotolando in avanti per assorbire l'impatto.
Si rialzò con un sorriso vittorioso, con gli occhi di tutti puntati addosso.
Alla fine lo lasciarono restare, anche perché non potevano tornare indietro.
Seth avrebbe voluto sedersi a prua con i guerrieri, invece fu costretto a stare accanto al timone, sotto lo sguardo vigile di Ma'at, ma non protestò
Lungo il percorso la barca fu più volte attaccata da creature delle tenebre e , dalla sua posizione di relativa sicurezza, Seth poté ammirare la maestria dei guerrieri.
Nonostante tutto, l'atmosfera era distesa e allegra.
Fu solo verso la decima ora della notte che i volti si fecero tesi e il silenzio calò sulla barca.
Anche Ra sembrava impallidito.
Le acque del fiume si aprirono ed emerse un mostruoso serpente.
I guerrieri gli si scagliarono contro con le lance ma il mostro era veloce, per essere così grosso.
Improvvisamente si inabissò di nuovo e per alcuni momenti regnò la quiete.
“Forse è andato via.” disse Mehen.
E invece, con un'esplosione di acqua Apophis riemerse a poppa, con l'intento di spezzare il timone.
I guerrieri erano troppo lontani e con il timone rotto si sarebbero persi per sempre nel mondo della notte.
Seth aveva paura, ma in un improvviso momento di chiarezza seppe cosa doveva fare, cosa solo lui poteva fare.
Chiamò la tempesta e quella rispose come se non avesse aspettato altro.
Le nuvole si addensarono sopra la barca e iniziò a piovere forte, all'improvviso.
Seth allungò una mano e il fulmine, docile, si lasciò afferrare, riconoscendolo come suo signore.
E allora Seth lanciò un grido di guerra e colpì il serpente tra gli occhi, sfogando tutta la sua rabbia e il suo desiderio frustrato di essere accettato dagli altri, di non essere più l'escluso, il diverso.
E dopo il primo fulmine ne scagliò un altro e un altro e un altro, e il mostro guizzò e urlò, bruciato, e si inabissò per non risalire più.
Rise, zuppo di pioggia ed esausto, rise come un bambino, ma poi si voltò verso gli altri e la risata gli morì in gola.
Sui loro volti vide la sorpresa, il rispetto e la paura, ma non quello che cercava e che più voleva.
Alcuni di quegli adulti avevano paura di lui.
In quel momento ebbe la certezza che qualunque cosa avesse fatto, non lo avrebbero mai accettato.
Sopravviveremo. " /> Magari Qho può passare a eliminare quest'ambiguità. La sostanza non cambia.
Ecchime " />
Ogni brano che concorrerà per la sfida, dovrà essere preceduto dalla dicitura Contest di Scrittura Creativa seguita dalla traccia proposta, in modo da poter distinguere con chiarezza i brani proposti dagli eventuali commenti degli utenti.
La mia idea era che si mettesse solo la traccia, in questo caso Tempesta, e non un titolo vero e proprio, ma non vedo che problema ci sia nel mettere entrambi
Modifico quindi i post da modificare, e se Nymeria Sand ed Erin voglione mettere un titolo al loro brano sono liberissime di farlo
Modifico quindi i post da modificare, e se Nymeria Sand ed Erin voglione mettere un titolo al loro brano sono liberissime di farlo " />
Veramente avevo capito che bisognava riscrivere solo il nome della traccia. Ma non fa nulla. Lascio lo stesso Tempesta perchè è un titolo che mi piace
Sto lavorando al mio pezzo, posso annunciarvi che sarà un fantamarr, ovvero cosa succederebbe se Vin Diesel avesse accesso alla magia.
Modifico quindi i post da modificare, e se Nymeria Sand ed Erin voglione mettere un titolo al loro brano sono liberissime di farlo " />
Veramente avevo capito che bisognava riscrivere solo il nome della traccia. Ma non fa nulla. Lascio lo stesso Tempesta perchè è un titolo che mi piace
Infatti l'idea iniziale era quella °_°
Lascio anche io solo il titolo del contest (anche perchè non saprei come chiamarlo).
Uhm uhm vi seguo da un po' ma per mancanza di tempo e/o pigrizia non ho mai commentato/partecipato. Adesso però che è partito il contest un pensierino ce lo faccio... il problema è che ho un esame proprio il 17 e non so se in questi due giorni riesco a finire il programma e scrivere anche qualcosa per il contest. Però sto leggendo i vostri racconti e certamente voterò, anzi, se mi volete come giudice (nel caso in cui non trovi il tempo di scrivere il racconto) mi propongo volentieri ^^
mi è venuta voglia di partecipare, scusate se ci son errori di grammatica, non sono voluti! ho dovuto un po' tagliare per rientrare nei 4000 caratteri " />
Contest di scrittura : Tempesta
In quel momento erano solo la roccia e la tempesta. La roccia a cui le sue dita insensibili si stringevano, lasciando chiazze di sangue rosso scuro che la pioggia cancellava nell' istante in cui si formavano; la roccia che lo sosteneva mentre i suoi muscoli gridavano di dolore per ogni centimetro faticosamente conquistato e la tempesta che lo irrideva mentre con un frammento della sua immensa potenza minacciava di mandarlo a sfracellarsi sulle pietre aguzze sotto di lui. Raffiche di vento gelido lo sferzavano senza sosta spostando minuscole gocce d'acqua ad una velocità tale che gli sembrava di essere trafitto da migliaia di aghi.
Un lampo illuminò la parete rocciosa, immobile e imponente, un blocco di pietra grigia che si protendeva sull'oceano sfidandone la collera. Alzò lo sguardo ma non riuscì a scorgere la fine del dirupo e in quello stesso momento, il mondo attorno a lui esplose. Le sue orecchie si riempirono del boato del tuono e lui si strinse ancora di più alla roccia, fu allora che il suo piede destro perse l'appiglio, la sua mano strisciò violentemente verso il basso e lui potè notare una delle sue unghie che veniva strappata via prima di sentire il vuoto al di sotto che lo attirava a se.
Una raffica di vento lo colse in quella posizione precaria e lui fu certo che sarebbe caduto.
"No" pensò e si proiettò in avanti contro la roccia sbattendo la faccia su uno spuntone, senza pensarci, strinse la nuda pietra tra i denti, con tutta la forza di cui era capace, e ne sentì uno o due che si spezzavano, procurandogli delle nuove fitte di dolore.
Non poteva cadere, questo era un fatto e lui doveva semplicemente accettarlo; così come aveva accettato tutti gli altri che l'avevano condotto qui. Era un fatto che lui fosse il miglior scalatore, ed era di conseguenza un altro fatto che dovesse esser lui a portare il messaggio mentre i suoi amici si sacrificavano per farlo fuggire. Questo non gli impedì di provare vergogna per se stesso ripensando a come si erano battuti valorosamente, compreso il ragazzo, in mezzo ai nemici che li soverchiavano.
"Questo è per loro" raccogliendo gli ultimi residui di coraggio riprese ad avanzare.
Era un semplice fatto che il loro comandante li avesse traditi, gettati in trappola, sacrificati come animali, eppure non riusciva a non provare rabbia quando ripensava al suo sguardo indifferente mentre iniziava il massacro.
Prima di allora c'erano state le battaglie e prima ancora la sua fuga precipitosa dalla città, dopo aver ucciso quell'uomo.
Sentì un rumore sordo, mentre l'ondata di acqua salata gli riempiva la bocca e le narici, causandogli violenti conati.
Eppure ricordava un tempo in cui tutta la sua vita erano stati una donna e i campi, gli sembravano trascorsi secoli, allora si era illuso di essere un uomo, ma invece era ancora un ragazzino. Cos'era rimasto di quel ragazzo? Cos'era rimasto in quest'essere malridotto che si arrampicava portandosi dietro il fardello di tutte le persone morte attorno a lui?
Tutto molto più semplice, sarebbe bastato mollare la presa e tutto sarebbe finito in un attimo.
Strinse i denti ancora una volta, portò il braccio verso l'alto e la sua mano non trovò nulla, solo aria e nient'altro.
Il mercenario si erse in piedi e barcollando percorse i metri che lo separavano dala punta dello spuntone, la pioggia aveva aumentato la sua intensità ora, e il forte vento sembrava soffiargli dritto in faccia come per impedirgli di raggiungere la sua meta. Ci fu un altro lampo, questa volta sul mare e gli sembrò di scorgere una figura tra le onde, forse una nave, ma già i fantasmi gli danzavano attorno sussurrando e la realtà sembrava sfumare.
Alzò lo sguardo al cielo e allora cantò, o forse gridò. Una parola, forse un nome o chissà che altro. In quel momento un fulmine colpì la roccia, spezzandola a metà e questa iniziò a cadere, fu un movimento lento, quasi pigro si potrebbe dire, dopodichè franò e venne inghiottita dagli abissi.
Uhm uhm vi seguo da un po' ma per mancanza di tempo e/o pigrizia non ho mai commentato/partecipato. Adesso però che è partito il contest un pensierino ce lo faccio... il problema è che ho un esame proprio il 17 e non so se in questi due giorni riesco a finire il programma e scrivere anche qualcosa per il contest. Però sto leggendo i vostri racconti e certamente voterò, anzi, se mi volete come giudice (nel caso in cui non trovi il tempo di scrivere il racconto) mi propongo volentieri ^^
Ovviamente sei molto ben accetta (ma non nel senso che ti accettiamo con l'accetta °_°) come giudice " />
Sono còntento di presentarvi il mio lavoro, due parole per inquadrarlo. Intanto ringrazio chi ha scelto questo tema, che è davvero molto interessante e consente di scrivere un po' qualsiasi genere. Io ho scelto il genere high-fantasy, con draghi, magia, distruzione, etc etc. In pratica un video dei rhapsody. Per chi lo vuole dopo posso scrivere una mini-presentazione dei due personaggi, che sono conosciuti a pochi qui su barriera. Inoltre specifico una cosa: avevo messo delle cose tra virgolette, ma poiché occupano caratteri le ho invece messe sotto corsivo ^^ Sallatelo.
Contest di scrittura: Tempesta
"Sta arrivando una tempesta"
Ammassi di nuvole scure si stavano radunando lungo l'orizzonte, gettando ombra sulle fila dell'immenso esercito che avanzava.
"Questa sarà la battaglia definitiva"
Il vento stuzzicava l'erba alta con folate sempre più decise mentre migliaia di piedi coperti di metallo la calpestavano tutti assieme, avanzando.
"Soprattutto per me, l'ultima battaglia"
Le sue labbra erano screpolate e gli occhi segnati da una stanchezza innaturale. La sua mano coperta di cicatrici nere era tesa, pronta a chiudersi sull'elsa. La spada obbedì al richiamo e una scintilla di elettricità si scatenò quando la carne avvolse il metallo come un'amante. La donna sentì un brivido lungo la schiena mentre il potere si insinuava dentro di lei come un doloroso orgasmo.
"Morirò in una tempesta, come sono sempre vissuta"
Marciava pochi passi avanti, in prima linea, scrutando l'orizzonte nero solcato dai draghi. La battaglia si sarebbe combattuta nel cielo, tra i fulmini e il vento, e in terra, tra la pioggia e il fango. Il suo compito era portare la furia del temporale in basso, dove la gente si affida all'acciaio più che alla magia. La sua strategia era sfruttare entrambi. Il suo obiettivo era la vendetta.
"Lui mi seguirà all'inferno"
La marcia degli eserciti si era trasformata prima in una urlante corsa e poi in un mulinare di sangue e acqua. Corpi vivi e morti cadevano nel fango, con l'eco del tuono nelle orecchie e l'immagine di una donna dai capelli bianchi incisa per sempre nelle loro pupille. Lei si faceva strada tra la massa di carne lacerando con la spada e bruciando con il fulmine. La furia della tempesta sembrava seguirla come una estensione della sua furia. Lo vide, lo raggiunse, le loro lame cozzarono in una pioggia di scintille. Si era liberato del mantello zuppo d'acqua e sul petto nero come l'ossidiana scivolavano lucidi rivoli d'acqua.
Combattevano veloci, con gli occhi socchiusi per vedere oltre il muro d'acqua. Il resto della battaglia era nascosta ai loro sensi da una cortina di tuoni. Erano soli.
La tempesta era al culmine, improvvisati fiumi scorrevano attraverso la campagna ricoperta di corpi, i fulmini si abbattevano al suolo senza pietà. Sempre più vicini. Il suo stivale scivolò sul pantano, affondando nel miscuglio di sangue e fango e costringendola in ginocchio. La spada del suo nemico calò su di lei come una ghigliottina. Sollevò un braccio solcato da venature nere a parare il colpo che risuonò come un tuono. Un lampo immortalò quella scena nella memoria del mondo.
"Eccola!"
L'uomo si accorse di essere disteso nel fango. Aprì gli occhi solcati dai puntini luminosi, e si alzò sentendo dolori atroci a tutto il corpo. Non c'era più la pioggia, e i tuoni erano lontani, ma la tempesta era tutta attorno a lui, risparmiando soltanto quelle poche decine di metri. Gli tornarono alla mente gli ultimi istanti di Teefa: si era alzata con una furia che avrebbe atterrato un bisonte ma poi... una colonna di luce dal cielo, e ora un cadavere carbonizzato. Inginocchiato sul suo cadavere tremava per lo shock. Le orecchie gli ronzavano ancora per il botto che lo aveva scagliato a diversi metri di distanza e la sua mente gli diceva che qualcosa non tornava.
Non ha la spada!
Indoril saltò di lato appena in tempo per evitare una scarica che lo avrebbe incenerito sul posto. Si voltò a guardare e il suo cuore mancò un colpo.
Sollevata a mezzo metro da terra, il suo corpo avvolto da nuvole di temporali, i capelli come scariche elettriche a incorniciarle il volto, lo guardava. La sua pelle era del colore e della consistenza della pioggia, i suoi lineamenti fatti di ombre e saette. Allargò la bocca in un atroce sorriso che le divise la faccia in due porzioni, e sollevò la spada, ora grottescamente piccola in mano ad una creatura alta tre metri.
"Io sono Tempesta"
La sua voce rimbombò nelle orecchie come un terribile tuono, la pioggia si abbattè nuovamente sul terreno come una montagna d'acqua. Mille fulmini squarciarono il cielo e la terra.
"E sono arrivata"