In qualunque libreria Feltrinelli: tutte dispongono d una sezione "international" in cui, se non ci sono già (a quella di Padova sono lì in bella mostra, per esempio)te li fanno arrivare nello spazio di 15 giorni.Avete un consiglio su dove/come poterli acquistare?
Poi torniamo in tema....stavolta niente sesso, niente animali fantastici, ma solo sana guerra che dimostra come altieri, già esperto in "emulsioni di sangue" (per me, povero ignorante, l'emulsione era quella dell'ovetto sbattuto col frustino da cucina) nella sua oscena trilogia di Magdeburg si diverta a trascinare Martin nel genere splatter (metto in grasetto quel che non c'è in inglese):
Il Portale delle Tenebre, p. 241
"Ho macellato il suo piccolo bastardo urlante."
Artigliò la faccia esposta di di Oberyn Martell. Le dita d'acciaio gli scavarono le cavità orbitali, riducendogli entrambi gli occhi in poltiglia.
"E poi l'ho stuprata"
Clegane colpì con il guanto ferrato la bocca di Oberyn, tramutando la sua mandibola in una morchia di schegge ossee e polpa devastata.
"E alla fine le ho sfondato il cranio. Gliel'ho sfondato..."
Tirò indietro l'immane pugno corazzato. Il sangue fresco parve quasi fumare nell'aria fredda dell'alba.
"...così!"
Si udì un suono atroce. Ellaria Sand si voltò, inorridita. Tyrion Lannister vomitò un'ondata putrida e ribollente.
Una bella scena per concludere un duello brutale oltre misura. Peccato che l'originale non sia altrettanto sanguinolento:
"I killed her screaming whelp." He thrust his free hand into Oberyn's unprotected face, pushing steel fingers into his eyes.
"Then I raped her" Clegane slammed his fist into he Dornishman's mouth, making splinters of his teeth. "Then I smashed her fucking head. Like this!" As he drew back his huge fist, the blood on his gauntlet seemed to smoke in the cold dawn air. There was a sickening crunch. Ellaria Sand wailed in terror, and Tyrion's breakfast came boiling back up.
Tradotto per i non anglofoni, suona:
"Ho ucciso il suo bambino urlante." ficcò la mano libera sul viso indifeso di Oberyn, spingendo le dita d'acciaio dentro gli occhi. "Poi l'ho stuprata" Clegane sferrò un pugno sulla bocca del Dorniano, spaccandogli i denti. "Poi ho fracassato la sua fottuta testa. Come questa!" Come tirò indietro il suo enorme pugno, il sangue sul guanto di ferro sembrò fumare nell'aria fredda dell'aba. Ci fu un crunch nauseante. Ellaria Sand gemette di terrore, e la colazione di Tyrion prese a risalire bollendo.
Cavilloso? Forse...ma Martin non specifica quali fossero i danni patiti da Oberyn prima del pugno finale di Gregor (possiamo immaginarli, ma chi dice che fosse ridotto davvero così male?); non ha bisogno di rendere particolarmente disgustoso il vomito di Tyrion; da ultimo c'è il gemito di Ellaria che diventa un voltarsi....
"Like this" si traduce proprio "cosi'", e non "come questa", comunque. Ti e' sfuggito - ma lasciami mettere i puntini sulle i... " />
Sì, hai ragione, ma non mi è sfuggito. In verità mi sono concesso io una piccola libertà: quella di far sottintendere a Clegane il fatto di aver sfasciato le teste dei due fratelli nello stesso modo: "o spaccato la sua testa così come ora spacco la tua"...opinabile? assolutamente sì, ma lo ammetto.
Se poi mettiamo i puntini sulle i, ho anche tradotto making splinters of his teeth. con spaccandogli i denti,: avrei dovuto tradurre letteralmente facendo schegge dei suoi denti....magari Martin intendeva che glieli aveva fatti schizzare via interi dalla bocca...
Capisco, ma direi che non e' opinabile: Martin fa sottolineare a Clegane l'azione, tu traduci sottolineando l'oggetto dell'azione. Questo e' un caso di "traduttore traditore", anche se si tratta di un peccato davvero veniale... Ma io sono duro e puro, per me le intenzioni dell'autore vanno rispettate al massimo possibile, senza eccezioni.Sì, hai ragione, ma non mi è sfuggito. In verità mi sono concesso io una piccola libertà: quella di far sottintendere a Clegane il fatto di aver sfasciato le teste dei due fratelli nello stesso modo: "o spaccato la sua testa così come ora spacco la tua"...opinabile? assolutamente sì, ma lo ammetto.
Giustissimo!Se poi mettiamo i puntini sulle i, ho anche tradotto making splinters of his teeth. con spaccandogli i denti,: avrei dovuto tradurre letteralmente facendo schegge dei suoi denti....magari Martin intendeva che glieli aveva fatti schizzare via interi dalla bocca...
Non importa dove apro pagina: trovo sempre qualcosa. Ad esempio, che cosa pensa Cersei di Mace Tyrell?
His sigil ought to be a fat man sitting on his arse.
cioe', "Il suo emblema dovrebbe essere un grassone seduto sul suo c**o". Traduzione di Altieri:Il suo emblema dovrebbe avere un grassone seduto sul suo c**o straripante.
Inutile, lui quando traduce si esalta! " />Non e' che almeno alcuni di questi errori siano dati da un tentativo di rispettare metrica e ritmo, sacrificando fedelta?? (Solo alcuni, pero', gli altri sono imperdonabili :-)
No. Il tuo è un discorso parzialmente valido se riferito alla punteggiatura, alla traduzione di proverbi, di giochi di parole altrimenti impossibili da rendere, ma l'aggiungere aggettivi è una libertà che il traduttore si è autoconferito e che si rivela gratuito.Non e' che almeno alcuni di questi errori siano dati da un tentativo di rispettare metrica e ritmo
Certamente in molti casi è giusto sacrificare la fedeltà per le ragioni che tu giustamente indichi. Ma non è di questo che ci si lamenta, ovviamente... comunque, facciamo un esperimento:Non e' che almeno alcuni di questi errori siano dati da un tentativo di rispettare metrica e ritmo, sacrificando fedelta?? (Solo alcuni, pero', gli altri sono imperdonabili :-)
Ecco una delle scene più toccanti di tutta la Saga: l'addio di Jon ad Arya, prima di partire per la Barriera, quando le regala Ago.
Allora: prima metto la mia traduzione, fedelissima all'originale fino alla patologia (quindi non esattamente la cosa migliore da fare). Poi metto la traduzione di Altieri, marcando in rosso le parti inventate (o inutilmente allungate e rese verbose). E infine metto il testo originale, marcando in rosso le parti eliminate nella traduzione. Non indico le parti dove Altieri riarrangia l'ordine delle frasi...
Secondo me la mia traduzione (e lo sottolineo: non perché "sono bravo", ma semplicemente perché mi sono tenuto fedelissimo al testo - quindi il merito è di Martin) è più scorrevole, le battute sono più veloci, l'umorismo funziona meglio.
Il suo viso si illuminò. "Un regalo?"
"Si può dire. Chiudi la porta."
Cauta ma eccitata Arya controllò il corridoio. "Nymeria, qui. Di guardia." Lasciò il lupo fuori per badare agli intrusi e chiuse la porta. Jon aveva già tolto gli stracci in cui aveva avvolto l'oggetto. Glielo porse.
Gli occhi di Arya si spalancarono. Occhi scuri, come i suoi. "Una spada," disse in un piccolo bisbiglio. Il fodero era di morbido cuoio grigio, flessibile come il peccato. Jon estrasse la lama lentamente, per farle vedere il profondo splendore azzurro dell'arma. "Questo non è un giocattolo," le disse. "Attenta a non tagliarti. Gli orli sono talmente affilati da poter radere."
"Le ragazze non si radono," disse Arya.
"Forse dovrebbero. Hai mai visto le gambe della septa?"
Lei ridacchiò. "È così esile."
"Come te," le disse Jon. "L'ho fatta fare apposta da Mikken. I bravos usano spade come questa a Pentos, Myr, e le altre Città Libere. Non mozza la testa a un uomo, ma può riempirlo di buchi se si è abbastanza rapidi."
"Io so essere rapida," disse Arya.
"Dovrai farci pratica ogni giorno." Le mise la spada nelle mani, le mostrò come tenerla, e si fece indietro. "Come la senti? Ti piace come è bilanciata?"
"Certo," disse Arya.
"Prima lezione," disse Jon. "Infilzali con la parte appuntita."
Arya lo battè sul braccio col piatto della lama. Il colpo fece male, ma Jon si ritrovò a sorridere come un idiota. "So quale parte usare," disse Arya. Un espressione dubbiosa le attraversò il viso. "Septa Mordane me la porterà via."
"No, se non sa che ce l'hai," disse Jon.
"Con chi farò pratica?"
"Troverai qualcuno," l'assicurò Jon. "Approdo del Re è una vera città, mille volte più vasta di Grande Inverno. Finché non avrai trovato un compagno, guarda come combattono nel piazzale. Corri, cavalca, rafforzati. E qualsiasi cosa tu faccia..."
Arya sapeva cosa veniva dopo. Lo dissero insieme.
"Non... dirlo... a Sansa!"
Jon le scompigliò i capelli. "Mi mancherai, sorellina."
D'improvviso lei sembrò sul punto di piangere. "Vorrei che tu venissi con noi."
"Strade diverse a volte portano allo stesso castello. Chissà?" Si sentiva meglio ora. Non si sarebbe lasciato prendere dalla tristezza. "Meglio che vada. Passerò il mio primo anno alla Barriera a svuotare pitali se faccio aspettare ancora Zio Ben."
Arya corse a lui per un ultimo abbraccio. "Metti prima giù la spada," l'avvertì Jon, ridendo. Lei la mise da parte quasi vergognandosi e lo coprì di baci.
Quando alla porta si voltò, lei la teneva di nuovo, provandone il bilanciamento. "Quasi dimenticavo," le disse. "Tutte le migliori spade hanno un nome."
"Come Ghiaccio," disse lei. Guardò la spada nella mano. "Ha un nome? Oh, dimmelo."
"Non indovini?" punzecchiò Jon. "Proprio la tua cosa preferita."
Arya parve inizialmente perplessa. Poi ci arrivò. Era una tipa sveglia.
Lo dissero insieme:
"Ago!"
Il ricordo delle sue risate lo scaldò nel suo lungo viaggio verso nord.
La traduzione di Altieri:Il viso di Arya s'illuminò. «Un regalo?»
«Una specie. Chiudi la porta.»
Sul chi vive e tutta eccitata al tempo stesso, Arya si protese a dare un'occhiata nel corridoio. «Nymeria, qui.» Fece uscire la meta-lupa dalla stanza. «Di guardia» le ordinò, chiudendo la porta.
Jon tolse dall'involto di stoffa l'oggetto che aveva portato e lo tese a sua sorella.
Gli occhi di Arya si spalancarono, occhi scuri come i suoi. La voce di lei era un sussurro: «Una spada».
Il fodero era di soffice cuoio grigio, liscio e ricco come il peccato. «Arya, questo non è un giocattolo...» Lentamente, Jon estrasse la lama, in modo che lei vedesse la sfumatura azzurra del puro acciaio. «Sta' attenta a non tagliarti. È affilata come un rasoio.»
«Alle ragazze non servono rasoi» scherzò lei.
«Ad alcune sì» sorrise Jon. «Le gambe della septa le hai mai guardate?»
Arya ridacchiò alla battuta, ma il suo sguardo non si staccò mai dalla spada. «È così sottile...»
«Proprio come te» confermò Jon. «L'ho fatta fare da mastro Mikken apposta. I braavos usano spade come questa a Pentos, Myr e nelle altre Città Libere. Un uomo non lo decapita, ma a usarla nel modo giusto, con la rapidità giusta, lo può riempire di brutti buchi.»
«Io ce l'ho la rapidità!»
«Ma dovrai far pratica tutti i giorni.» Jon le mise l'elsa in mano, le mostrò come impugnarla e fece un passo indietro. «Come la senti? Ti piace il suo bilanciamento?»
«Direi di sì.»
«Prima lezione: infilzarli sempre di punta.»
Arya gli diede un colpo con il piatto della lama. «Lo so con quale parte colpirli!» dichiarò, ma immediatamente dopo fu piena di dubbi. «Septa Mordane me la porterà via.»
«Per portartela via, dovrà sapere che ce l'hai.»
«Ma Jon, con chi potrò fare pratica?»
«Troverai qualcuno» l'assicurò lui. «Approdo del Re è una vera città, mille volte più vasta di Grande Inverno. Fino al momento in cui non troverai un compagno di lama, osserva gli addestramenti nel cortile della Fortezza Rossa. E poi corri, va' a cavallo, diventa forte. Ma qualsiasi cosa tu faccia...»
Arya conosceva quel gioco privato tra loro due. Lei e Jon continuarono in coro: «Non-dirlo-a-Sansa!».
Jon le scompigliò i capelli. «Mi mancherai, sorellina.»
Improvvisamente, l'irriducibile Arya parve sul punto di mettersi a piangere.
«Vorrei che tu venissi con noi.»
«Strade diverse a volte conducono allo stesso castello. Chi può sapere?» Ora Jon si sentiva meglio, non avrebbe permesso alla tristezza di aggredirlo di nuovo. «Devo andare, adesso. Se faccio aspettare zio Benjen un altro po', passerò il mio primo anno sulla Barriera a svuotare pitali.»
Arya corse da lui per l'ultimo abbraccio.
«Calma, sorellina!» l'avvertì con una risata. «Prima metti giù la spada.»
Lei la mise da parte quasi con vergogna, poi lo tempestò di piccoli baci.
Quando fu giunto sulla porta, si voltò verso di lei per l'ultima volta e la vide con la spada in pugno, che se la bilanciava nella mano.
«Oh, a momenti dimenticavo...» le disse. «Tutte le grandi spade hanno un nome.»
«Come Ghiaccio» convenne Arya studiando la sua lama. «E questa? Ce l'ha, un nome? Dimmelo, Jon!»
«Non indovini?» fece lui con un sorriso ironico. «Qual è la tua cosa preferita?»
Arya apparve perplessa, ma non durò che un batter d'occhi perché era rapida, molto rapida. Dissero in coro anche questo: «Ago!».
Il ricordo della loro ultima risata insieme riscaldò Jon Snow per tutta la lunga cavalcata verso settentrione.
Ed ecco George R.R. Martin:Her face lit up. "A present?"
"You could call it that. Close the door."
Wary but excited, Arya checked the hall. "Nymeria, here. Guard." She left the wolf out there to warn of intruders and closed the door. By then Jon had pulled off the rags he'd wrapped it in. He held it out to her.
Arya's eyes went wide. Dark eyes, like his. "A sword," she said in a small, hushed breath.
The scabbard was soft grey leather, supple as sin. Jon drew out the blade slowly, so she could see the deep blue sheen of the steel. "This is no toy," he told her. "Be careful you don't cut yourself. The edges are sharp enough to shave with."
"Girls don't shave," Arya said.
"Maybe they should. Have you ever seen the septa's legs?"
She giggled at him. "It's so skinny."
"So are you," Jon told her. "I had Mikken make this special. The bravos use swords like this in Pentos and Myr and the other Free Cities. It won't hack a man's head off, but it can poke him full of holes if you're fast enough."
"I can be fast," Arya said.
"You'll have to work at it every day." He put the sword in her hands, showed her how to hold it, and stepped back. "How does it feel? Do you like the balance?"
"I think so," Arya said.
"First lesson," Jon said. "Stick them with the pointy end."
Arya gave him a whap on the arm with the flat of her blade. The blow stung, but Jon found himself grinning like an idiot. "I know which end to use," Arya said. A doubtful look crossed her face. "Septa Mordane will take it away from me."
"Not if she doesn't know you have it," Jon said.
"Who will I practice with?"
"You'll find someone," Jon promised her. "King's Landing is a true city, a thousand times the size of Winterfell. Until you find a partner, watch how they fight in the yard. Run, and ride, make yourself strong. And whatever you do..."
Arya knew what was coming next. They said it together.
"... don't... tell... Sansa!"
Jon messed up her hair. "I will miss you, little sister."
Suddenly she looked like she was going to cry. "I wish you were coming with us."
"Different roads sometimes lead to the same castle. Who knows?" He was feeling better now. He was not going to let himself be sad. "I better go. I'll spend my first year on the Wall emptying chamber pots if I keep Uncle Ben waiting any longer."
Arya ran to him for a last hug. "Put down the sword first," Jon warned her, laughing. She set it aside almost shyly and showered him with kisses.
When he turned back at the door, she was holding it again, trying it for balance. "I almost forgot," he told her. "All the best swords have names."
"Like Ice," she said. She looked at the blade in her hand. "Does this have a name? Oh, tell me."
"Can't you guess?" Jon teased. "Your very favorite thing."
Arya seemed puzzled at first. Then it came to her. She was that quick.
They said it together:
"Needle!"
The memory of her laughter warmed him on the long ride north.
Beh con questo confronto é chiara la portata dell'altierizzazione, molto profonda. A questo punto andrebbe ritradotto da capo temo... e quale casa editrice farebbe mai una cosa del genere?
Confesso che non mi dispiacciono gli "arricchimenti" di Altieri, anche se avrei fatto a meno, l'importante per me é che non ci siano sviste clamorose, poi se pompa qualcosa non mi tange più di tanto.
Non ho chiaro perché hai segnato questo passaggio come inutilmente allungato e reso verboso: non solo è abbreviato (la tua traduzione è "Gli orli sono talmente affilati da poter radere"), ma non mi pare cambiare il significato, e "affilato come un rasoio" è una forma piú comune di "talmente affilato da poter[cisi] radere".È affilata come un rasoio
[...]
The edges are sharp enough to shave with
Volevi dire che reputi renda meno diretto il passaggio che porta alla risposta di Arya?
Non ho chiaro perché hai segnato questo passaggio come inutilmente allungato e reso verboso: non solo è abbreviato (la tua traduzione è "Gli orli sono talmente affilati da poter radere"), ma non mi pare cambiare il significato, e "affilato come un rasoio" è una forma piú comune di "talmente affilato da poter[cisi] radere".È affilata come un rasoio
[...]
The edges are sharp enough to shave with
Volevi dire che reputi renda meno diretto il passaggio che porta alla risposta di Arya?
Questo e' uno dei casi in cui preferisco l'originale. L'avrei tradotto pressapoco come hai fatto tu:
"I bordi sono affilati abbastanza da radercisi."
Richiama l'azione, non l'oggetto: se dici rasoio devo prima immaginare l'oggetto e poi immaginarne l'uso. Se dici radere il messaggio e' diretto. Sottigliezze, pero' mi sembra una di quelle circostanze in cui si poteva tranquillamente tradurre in maniera piu' letterale, si facevano felici tutti e si era a posto con la coscienza " />
Come detto, ho di proposito tradotto il pezzo letteralmente, sottolineando che questa non e' sempre la cosa migliore da fare. Questo passaggio l'ho segnato non come "inutilmente allungato o reso verboso", ma come "inutilmente modificato". E' vero, non l'ho precisato, ma la ragione per cui l'ho marcato mi sembra evidentissima. Manifredde ha colto poi perfettamente la questione - e concordo con lui. Il punto e' che questa modifica costringe a cambiare anche i dialoghi successivi: Arya deve poi dire che "alle ragazze non servono rasoi", che si adatta malissimo a una situazione in cui una ragazza dovrebbe apparire ultrafelice di ricevere in regalo una spada: dicendo quella frase sembra quasi che rifiuti il regalo!!! "Alle ragazze non servono i rasoi" e' ben diverso, a tutti i livelli, da "Le ragazze non si radono".Non ho chiaro perché hai segnato questo passaggio come inutilmente allungato e reso verboso: non solo è abbreviato (la tua traduzione è "Gli orli sono talmente affilati da poter radere"), ma non mi pare cambiare il significato, e "affilato come un rasoio" è una forma piú comune di "talmente affilato da poter[cisi] radere".È affilata come un rasoio
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The edges are sharp enough to shave with
Volevi dire che reputi renda meno diretto il passaggio che porta alla risposta di Arya?
Ora, puo' darsi che il traduttore non abbia tempo di pensare a perche' un autore ha scelto di scrivere una cosa in un certo modo piuttosto che in un altro. O puo' darsi che sia troppo idiota per capirlo. Ma a questo c'e' rimedio: basta rispettare il testo originale. Il bravo traduttore e' quello che sa di non sapere. Quello che non fa il galletto, ma accetta umilmente cio' che il genio ha saputo produrre.
Il trono di spade, p. 33
"L'ultima volta che l'ho visto, il più piccolo stava ancora succhiando latte." (Ned sta parlando di Tommen)
[...]"Che ci piaccia o no, la signora di Lannister rimane la nostra regina. e si dice che, ogni anno che passa, lo faccia pesare sempre di più." (è parte la risposta di Catelyn)
in inglese:
"The youngest was still sucking at the Lannister woman's teat the last time I saw him."
[...]
The Lannister woman is our queen, and her pride is said to grow with every passing years."
"Il più giovane stava ancora succhiando alla tetta della donna Lannister l'ultima volta che l'ho visto."
"La donna Lannister è la nostra regina, e si deci che il suo orgoglio cresca ad ogni anno che passa."
Può sembrare una piccola cosa, tuttavia:
1 - nella versione altierata si perde il disprezzo che Ned esterna subito con quel "donna di Lannister"
2 - c'è l'informazione indiretta che Cersei ha allattato i propri figli, anziché rivolgersi da subito ad una nutrice
3 - nell'originale Catelyn rimarca il termine "donna di Lannister", mentre in italiano sembra averne una maggior considerazione definendola "signora"
4 - che l'orgoglio di una persona cresca e che riesca a farlo pesare sono due cose distinte e non necessariamente conseguenti
Concordo e per quanto riguarda il punto 2: non puoi mai sapere ogni piccola informazione fornita quanto importante diventera' dopo qualche centinaio di pagine...
Concordo e per quanto riguarda il punto 2: non puoi mai sapere ogni piccola informazione fornita quanto importante diventera' dopo qualche centinaio di pagine...
Unicorno/cervo docet, se non sai come va a finire non cambiare... " />