Beh, con questo non concordo: per me Trono di Spade è una buona traduzione, e in diversi contesti "iron" può essere tradotto in modi diversi.Un esempio pratico: il Trono di Spade nell'originale è Iron Throne, letteralmente Trono Ferreo (o di ferro, ma è irrilevante preferire una delle due forme). Altieri lo traduce "di spade" forse riferendosi al fatto che le lame di spade ed altre ami sono state fuse nel trono stesso per renderlo scomodo...o forse perché gli suonava meglio.
Discutibile, ma accettabile, non fosse altro che resta "trono di spade" per tutta la saga. L'incoerenza nasce quando Ironborn viene tradotto correttamente "uomini di ferro" (letteralmente "nati dal ferro") e Iron Islands con "Isole di ferro": la stessa parola, con lo stesso significato, tradotto volutamente in due modi differenti...Il problema è che il trono di spade ha tutte la ragioni di essere "iron", scomodo, non imbottito, perfino brutto a vedersi, contrapposto agli scranni più comodi degli altri signori.
Non riadattarlo ora, ma durante la traduzione. Sarebbe l'unico modo per rendere comprensibili alcuni passaggi, e guarda che è proprio ciò che alcuni chiedono.Beh, non credo che davvero qualcuno stia pensando che la soluzione sia adattare ora il testo in modo da ridare coerenza alle incongruenze.
Il tipo di incoerenza a cui mi riferivo è un altro, ed è legato alla comprensione del testo. Un trono chiamato di spade anziché di ferro non crea dubbi nel lettore ignaro; un personaggio che fa i complimenti agli occhi di chi se li è appena coperti, o che cita frasi o eventi di cui non dovrebbe essere a conoscenza, sì.L'incoerenza nasce quando Ironborn viene tradotto correttamente "uomini di ferro" (letteralmente "nati dal ferro") e Iron Islands con "Isole di ferro": la stessa parola, con lo stesso significato, tradotto volutamente in due modi differenti...
Il nome completo della casata Frey non è "house Frey of the Twin Towers" ma "house Frey of the Crossing", ovvero "dell'Incrocio", mentre casa Arryn del Nido dell'Aquila si chiama "house Arryn of the Eyrie". Il Nido dell'Aquila è uno chalet che era di proprietà di Adolf Hitler, si trova nell'Obersalzberg delle Alpi bavaresi vicino Berchtesgaden nella Germania meridionale in Baviera a una ventina di chilometri da Salisburgo in Austria. Non ditemi che Jon Arryn fosse Hitler travestito per sfuggire ai processi?
" />Non ditemi che Jon Arryn fosse Hitler travestito per sfuggire ai processi?
Sì, sì...e le acrime di Lys sono in realtà la boccetta di cianuro con cui si sarebbe suicidato nel bunker...
E' vero, iron puo' significare piu' cose in base al contesto. Per esempio, ho appena letto il capitolo in cui, preso un ostaggio, si racconta l'episodio dicendo "I took him here in iron" che noi probabilmente tradurremmo con "in catene".
Tradurrei con "guado" in questo caso.Altro errore: il nome completo della casata Frey non è "House Frey of the Twin Towers" ma "House Frey of the Crossing", ovvero "dell'Incrocio",
mentre casa Arryn del Nido dell'Aquila si chiama "House Arryn of the Eyrie", se fosse "Nido dell'Aquila" ci sarebbe la parola "nest".
Mmm, credo che continuare a dire "andiamo al nido" o "e' rimasto al nido" puo' generare qualche immagine puffosa, per via del significato che alla parola si puo' dare in italiano (come luogo protetto, destinato principalemente all'infanzia). Forse e' questo che lo ha spinto a specificare.
O forse meglio "passaggio", o "attraversamento", dato che c'e' un bel ponte... (guado si dice ford).Tradurrei con "guado" in questo caso.
Altro errore: il nome completo della casata Frey non è "House Frey of the Twin Towers" ma "House Frey of the Crossing", ovvero "dell'Incrocio",
Eyrie e' una parola inglese che significa esattamente "nido di uccello predatore". Non abbiamo una parola corrispondente in italiano, e quindi la traduzione "Nido dell'Aquila" e' perfetta.Mmm, credo che continuare a dire "andiamo al nido" o "e' rimasto al nido" puo' generare qualche immagine puffosa, per via del significato che alla parola si puo' dare in italiano (come luogo protetto, destinato principalemente all'infanzia). Forse e' questo che lo ha spinto a specificare.
mentre casa Arryn del Nido dell'Aquila si chiama "House Arryn of the Eyrie", se fosse "Nido dell'Aquila" ci sarebbe la parola "nest".
Oh, questa e' la seconda volta che mi tocca difendere Altieri: mi sento strano... " />
No, aspetta, facciamo un bel distinguo: un conto è tradurre una "frase fatta", un modo di dire che ha un senso in una lingua ma nessuno in un'altra, e un altro è attribuire un signifcato che ci può stare, ma comunque forzato.
Accettabile. Ma sarebbe stato accettabile anche lasciare il nome inglese, lingua in cui esiste proprio eagle's nest, e non necessariamente riferita allo chalet di Berchtesgaden (tra l'altro, posto molto carino, se ne consiglia la visita).Eyrie e' una parola inglese che significa esattamente "nido di uccello predatore". Non abbiamo una parola corrispondente in italiano, e quindi la traduzione "Nido dell'Aquila" e' perfetta.
Discutibile anche questo: dal contesto par di capire che fa riferimento al passaggio del fiume, ma "casa frey del passaggio" in italiano suona orrendo; "guado", per quanto forzato, suona effettivamente come la soluzione migliore...anche se nello specifico è un guado artificiale.il nome completo della casata Frey non è "House Frey of the Twin Towers" ma "House Frey of the Crossing", ovvero "dell'Incrocio"
Tradurrei con "guado" in questo caso.
O forse meglio "passaggio", o "attraversamento", dato che c'e' un bel ponte... (guado si dice ford).
Vero. Ma anche in inglese puoi dire "in chains"; e in italiano puoi dire tranquillamente "in ceppi" o, più letteralmente ancora, "ai ferri" (ok, d'accordo, ormai si usa quasi esclusivamente in linguaggio marinaro). E nell'originale martiniano l'elemento iron in quanto ferreo del trono è ribadito altrove, più volte, mentre per venire a sapere delle spade e lance fuse nel trono dobbiamo attendere che Stannis lo racconti a Davos...per me Trono di Spade è una buona traduzione, e in diversi contesti "iron" può essere tradotto in modi diversi.
E' vero, iron puo' significare piu' cose in base al contesto. Per esempio, ho appena letto il capitolo in cui, preso un ostaggio, si racconta l'episodio dicendo "I took him here in iron" che noi probabilmente tradurremmo con "in catene".
Sono sicuro che la composizione del trono sia raccontata prima... Ned ci si siede sopra a metà del primo libro, sicuramente almeno in quell'occasione viene descritto
Stavo pensando... visto che il simbolo degli Arryn è un falco non sarebbe stato meglio "Nido del Falco"? Altra imprecisione: ho scoperto che il cognome di Brienne è proprio Tarth, quindi non è giusto scrivere "di Tarth" visto che il nome completo della casata è Tarth di Evenfall Hall. http://www.westeros.org/Citadel/Heraldry/Entry/House_Tarth/
Certo, hai perfettamente ragione. E poi "Nido dell'Aquila" è un po'... nazista. " />Stavo pensando... visto che il simbolo degli Arryn è un falco non sarebbe stato meglio "Nido del Falco"?
Uhm... qui non sono sicuro.Altra imprecisione: ho scoperto che il cognome di Brienne è proprio Tarth, quindi non è giusto scrivere "di Tarth" visto che il nome completo della casata è Tarth di Evenfall Hall. http://www.westeros.org/Citadel/Heraldry/Entry/House_Tarth/
Discutibile anche questo: dal contesto par di capire che fa riferimento al passaggio del fiume, ma "casa frey del passaggio" in italiano suona orrendo; "guado", per quanto forzato, suona effettivamente come la soluzione migliore...anche se nello specifico è un guado artificiale.il nome completo della casata Frey non è "House Frey of the Twin Towers" ma "House Frey of the Crossing", ovvero "dell'Incrocio"
Tradurrei con "guado" in questo caso.
O forse meglio "passaggio", o "attraversamento", dato che c'e' un bel ponte... (guado si dice ford).
Si, per questa ragione avevo detto guado anche se non e' la traduzione esatta. Non me ne veniva in mente una corretta che fosse anche stilisticamente accettabile... mentre guado, in un certo senso, e' una parola evocativa (forse perche' non cosi' frequente nel linguaggio quotidiano).
I commenti di Septa Mordane su Arya e la sua capacità di cucire:
nell'originale Arya has the hands of a blacksmith, cioè "Arya ha le mani di un fabbro" (o "da fabbro"); nell'altierata Arya? la delicatezza di un fabbro ferraio
Sarà una piccola cosa, ma:
1 - parliamo di mani che cucino, mani che alteri elimina a favore di una delicatezza generica
2 - l'originale è una frase piana, tranquilla, che da sola definisce l'esasperazione della Septa; l'altierata inserisce un'interrogativa retorica inutile
3 - sottigliezza cavillosa: un fabbro non è necessariamente ferraio...
Esatto: e cosi' viene sottolineato ed esagerato il caratterino un po' "pepato" di Arya, attribuendole una pesantezza e una grezzaggine generica. Arya prova a cucire, ci si mette d'impegno, ma con le mani che ha non ci riesce bene - e questo la esaspera. E' un profilo importante di questo personaggio. Non si tratta di una piccolezza (soprattutto pensando che questa abitudine di "etichettare" Arya in un certo modo viene perseguita in tutto il libro).Sarà una piccola cosa, ma:
1 - parliamo di mani che cucino, mani che alteri elimina a favore di una delicatezza generica
Certo: la retorica e l'aggiunta di parole inutili sono il marchio di fabbrica di chi scrivere non sa.2 - l'originale è una frase piana, tranquilla, che da sola definisce l'esasperazione della Septa; l'altierata inserisce un'interrogativa retorica inutile
3 - sottigliezza cavillosa: un fabbro non è necessariamente ferraio...
beh, arya è una grezzona.
oltre a non saper cucire, non sa cantare, non sa ballare, gioca e si inzacchera, non è interessata alle storia delle nobili case e quanto ad etichetta lascia decisamente a desiderare.
ha la faccia, i modi e gli interessi di un maschio.
e comunque dal contesto si capisce benissimo che "la delicatezza" in questione è riferita essenzialmente alla sua abilità come sarta.
Non nei suoi sentimenti, e certamente non a priori.beh, arya è una grezzona.
Certo, ma sentimi un attimo: quando leggo "Arya ha le mani di un fabbro" mi immagino delle mani inadatte al lavoro delicato del cucito, che sono quindi la causa prima del rifiuto di Arya nei confronti di quest'arte (e, per induzione, nei confronti di tante altre). Quando invece leggo "Arya ha la delicatezza di un fabbro" e' un giudizio finale su un lato caratteriale di Arya, cioe' quello di essere insofferente a priori nei confronti del cucito, non importa che cavolo di mani abbia. Caruccio quanto voi, se ti piacciono a priori le ragazzine geneticamente programmate per cercare ogni modo possibile di versare caraffe di sangue a spadate, ma letterariamente questo puo' risultare interessante solo a uno che fino a quel momento ha letto unicamente Cappuccetto Rosso (dove il lupo e' cattivo perche' "e' un lupo").e comunque dal contesto si capisce benissimo che "la delicatezza" in questione è riferita essenzialmente alla sua abilità come sarta.
Le due descrizioni sono completamente diverse.
Il lettore italiano non lo sa, non se ne rende conto, non ci fa caso, se ne frega, digerisce tutto, e piano piano si costruisce inconsapevolmente una immagine di Arya totalmente distorta rispetto a quella che aveva voluto creare Martin. Un personaggio che ha motivazioni che nascono dall'ambiente, dalla sua struttura fisica, dalle situazioni che incontra, e non uno fatto con lo stampino "Ragazzina innatamente irriducibile e ribelle".
(Rispondi pure quello che vuoi, ma non ripetermi che tanto tu le Cronache le leggi solo per spassartela un po' e non t'importa di questi dettagli: ne abbiamo gia' discusso, il punto e' che a me importa: parlo esclusivamente di me. Se le Cronache non fossero state scritte nel modo che dico qui, non sarei mai riuscito ad andare oltre al primo libro).