No perchè?...sono tranquillissimo:siamo su un forum,alla fine... " />Ma non mi sarei mai sognato di dire una scemenza simile: forse sei arrabbiato, e questo non ti permette una lettura completamente lucida di quello che scrivo.
Posso farti una domanda allora?Come mai diciamo che,ad esempio,lo stile di Tolkien è più "aulico" mentre quello di Martin è più essenziale e scorrevole?.....stando al tuo ragionamento,noi che leggiamo le versioni storpiate dai traduttori non dovremmo essere in grado di cogliere queste differenze di stile,che dovrebbero essere colte esclusivamente da quelli che hanno la fortuna di leggerlo in lingua originale.Eppure le cogliamo....1) A chi è costretto a leggere Altieri perché l'inglese non lo sa, dico "poveretto" (senza alcun disprezzo), dato che la traduzione di Altieri è brutta, sbagliata, fuorviante, incompleta.
Dal momento che le Cronache me le godo alla grande anche allo stato attuale,non posso essere che contento della tua gioia e mi aggrego alle risate... " />2) A chi afferma che la traduzione di Altieri è ottima, e leggere l'originale non porterebe a nulla, anzi, non renderebbe, beh: posso offrire al massimo una grassa e sonora risata.
Eh...ci ho voluto provare lo stesso.....alle volte,se mi impegno,riesco ad essere quasi sullo stesso livello delle persone normali " />Ammetto che questa era più difficile da capire della precedente.
Io non ho fatto un affermazione arbitraria,ho fatto un affermazione personale.....per le mia conoscenze linguistiche e per i miei gusti letterari,leggere le Cronache in una lingua che non conosco svilirerbbe la mia esperienza di lettura.Tu hai fatto una affermazione arbitraria, dicendo che l'immersione in inglese è possibile solo conoscendo l'inglese alla perfezione. Ti assicuro che questa è una falsità, perché io non sono di madre lingua inglese, e l'immersione è stata lo stesso totale. "Quindi vorrei sapere perchè, secondo te, non poteva succedere una cosa che invece è successa" è una frase che devo rivolgere io a te, non tu a me. Se tu affermi che l'immersione è impossibile in inglese, io posso affermarlo identicamente per l'immersione in italiano (oltretutto falsata dalle invenzioni di Altieri).
Insomma,anche calcolare l'ora in base decimale piuttosto che esadecimale è una cosa fattibile,a cui ti puoi abituare fino a renderlo assolutamente normale....ma se il modello esadecimale funziona non c'è motivo di cambiare.
Si ma se si sta svolgendo una scena drammatica,e il doppiatore (pakistano,canadese,vietnamita che sia) lo doppia come se stesse leggendo la lista della spesa,direi che me ne accorgo.Certo, col doppiaggio francese, cui non sei abituato. E qui hai visto il vero - e cioè che il doppiaggio fa schifo: è nella sua natura, pare, far schifo. Perché se un francese (che sa l'italiano) venisse in Italia a vedere il doppiaggio italiano, reagirebbe esattamente come te, dicendo che il doppiaggio francese è immensamente superiore.
E il doppiaggio sarà anche intrinsecamente un male,ma è un male necessario,a meno di non voler presupporre che "ogni nazione si legge i libri che si ritrova".
Sarebbe piuttosto triste,non trovi?
Era un esempio:avrei potuto dire "nella scena Tot,Martin voleva trasmettere le tali emozioni,presentare i tali personaggi,approfondire il carattere di questo e di quello,descrivere un particolare ambiente ecc.ecc.....nella traduzione tali elemnti descrittivi,introspettivi,emotivi e narrativi sono alterati in maniera cosi grave da compromettere l'opera?Mah, se tu da Martin non vuoi più di questo, concordo.
A me pare di no,quindi non vedo dove sta il problema....
qui hai visto il vero - e cioè che il doppiaggio fa schifo: è nella sua natura, pare, far schifo.
ecco, secondo me è qui che non ci siamo.
non fa schifo.
il doppiaggio italiano (a parte un paio di intrerpreti straordinari e un decina di cani prestatati al doppiaggio dal cabaret o simili) è professionale, senza infamia e senza lode.
vedere il padrino doppiato non fa schifo.
sarà leggermente meno incisivo, ma da qui a diventare una "cosa zozzo e rovinata" ce ne passa
il grado di coinvolgimento, al prezzo di questa piccolo abbassamento del livello qualitativo, rimane intatto.
poi nei film c'è la fortuna dei sottotitoli, si ascolta in inglese ma c'è un aiuto efficace per le parti più difficili da capire.
1) A chi è costretto a leggere Altieri perché l'inglese non lo sa, dico "poveretto" (senza alcun disprezzo), dato che la traduzione di Altieri è brutta, sbagliata, fuorviante, incompleta.
2) A chi afferma che la traduzione di Altieri è ottima, e leggere l'originale non porterebe a nulla, anzi, non renderebbe, beh: posso offrire al massimo una grassa e sonora risata.
c'è anche il rovescio della medaglia
1) A chi può leggere (in modo pieno e appagante) Martin in orignale perché l'inglese lo sa, dico "fortunato" dato che la traduzione di Altieri è di qualità minore rispetto all'originale, talvolta sbagliata, ogni tanto fuorviante
2) A chi afferma che la traduzione di Altieri è orrendamente orrenda, e leggere la traduzione non porterebe a nulla, anzi, non renderebbe, beh: posso offrire al massimo una grassa e sonora risata.
Bravo, pigrizia è la parola chiave, anche se io la intendo in maniera diversa. La pigrizia non sta tanto nel non volersi mettere a leggere il libro in una lingua diversa, quanto nel non fermarsi mai davanti alle incongruenze evidenti della traduzione. Risposte incomprensibili, reazioni esagerate, descrizioni confuse, situazioni impossibili: solo con un atteggiamento pigro nei confronti del testo è possibile non accorgersene e continuare nella lettura senza perdere il coinvolgimento. Resta la storia, che per fortuna rimane gradevole e avvincente, ma il merito è solo dell'autore.Joramun, tu hai deciso che in inglese non raggiungeresti l'"immersione". Beh, ti assicuro che è falso. E no, nemmeno se lo leggi in italiano non ti devi fermare mai, capisci tutto e ti immedesimi totalmente. Credo che questo tuo atteggiamento sia più facilmente spiegabile con pigrizia
Risposte incomprensibili, reazioni esagerate, descrizioni confuse, situazioni impossibili
BUM!
Puristi contro Neopossibilisti (questa me la sono inventata perche' altisonante): chi vincera' questo epico scontro?
Per come sono ora, non rinnego una sola parola della versione italiana che ho letto (altierate a parte), ma consiglio a chi conosce gia' bene le cronache di fare un tentativo. Non perche' cosi avete The Real Thing ®, ma piuttosto perche' puo' essere una occasione per rileggerle e per migliorare l'inglese. E' vero, leggerlo nella propria lingua madre permette di perdercisi molto piu' agevolmente, ma almeno nel mio caso vado abbastanza spedito, non mi fermo MAI a tradurre cio' che non capisco e che riguarda solitamente qualche descrizione e l'immersione, se non totale, e' decisamente sufficente.
Non sottovalutate il fatto che conoscendo bene la trama basta capire grosso modo le frase per far riemergere le sensazioni.
Esempio: "Joselyn tremò spaventato" eppure Jocelyn è una donna, "Ero a letto con i gemelli Fowler", ma non erano delle ragazzze? "Il Creatore di Regine", ma il capitolo si riferisce ad Arianne." /> Concordanze di sesso? cavoli... sapevo che erano state calcate le parti erotiche, ma che arrivasimo allo scambio di sesso... " /> ...ecco il vantaggio di leggere solo in lingua originale
Muoia Altieri con tutti i filistei...
Mi dispiace solo di non conoscere così bene l'inglese da permettermi di leggere il libro in lingua madre...sob...
Ha tradotto i terribili Goodbrother come Buonfratello...non ho parole...
Prova a leggerlo in inglese, e vedrai che e' facilissimo: l'inglese di Martin e' semplice.Mi dispiace solo di non conoscere così bene l'inglese da permettermi di leggere il libro in lingua madre...sob...
Prova a leggerlo in inglese, e vedrai che e' facilissimo: l'inglese di Martin e' semplice.
Mi dispiace solo di non conoscere così bene l'inglese da permettermi di leggere il libro in lingua madre...sob...
Attento a questa campagna "leggiamo martin in inglese", che non diventi fuorviante http://www.hinaworld.it/labarriera.net/forum/public/style_emoticons/default/biggrin.gif Cioe', martin scrive in maniera molto semplice (tanto che ad esempio non ho mai dubbi su come una frase sia stata costruita) ma ci sono una discreta quantita' di termini che il lettore medio come me non conosce. Quindi, si, ho trovato l'inglese di Martin inaspettatamente semplice, ma o hai un vasto vocabolario, o il vocabolario ce l'hai a portata di mano.
In alternativa, se hai gia' letto le cronache piu' volte, te ne freghi se qualche frase ti sfugge che tanto la storia la ricordi comunque, e di capitolo in capitolo saranno sempre meno le cose che non capisci. Io, pigramente, seguo quest'ultima opzione " />
EDIT: per chiarire un po': l'inglese di martin e' abbastanza semplice che e' facile seguire lo svolgimento della trama. E' facile capire, ad esempio, che ora sta descrivendo la valle di Arryn, oppure l'abbigliamento di qualcuno. Poi per' le descrizioni fanno uso di numerosi termini specifici. Leggere le cronache e' facile perche' normalmente interessa poco capire esattamente tutto in una descrizione, e visto che la struttura e' chiara, e' facile individuare dove sono le parti davvero importanti. Ancora meglio, i dialoghi sono davvero alla portata di tutti la stragrande maggioranza delle volte " />
Basta leggere i primi capitoli davanti a un laptop puntato su http://dizionari.repubblica.it/. Poi non serve più, i termini alla fine tornano a essere sempre quelli. I vocaboli sono la cosa più facile: se l'inglese di Martin fosse complesso allora sì che sarebbe un vero problema...Attento a questa campagna "leggiamo martin in inglese", che non diventi fuorviante " /> Cioe', martin scrive in maniera molto semplice (tanto che ad esempio non ho mai dubbi su come una frase sia stata costruita) ma ci sono una discreta quantita' di termini che il lettore medio come me non conosce. Quindi, si, ho trovato l'inglese di Martin inaspettatamente semplice, ma o hai un vasto vocabolario, o il vocabolario ce l'hai a portata di mano.
Basta leggere i primi capitoli davanti a un laptop puntato su http://dizionari.repubblica.it/. Poi non serve più, i termini alla fine tornano a essere sempre quelli. I vocaboli sono la cosa più facile: se l'inglese di Martin fosse complesso allora sì che sarebbe un vero problema...
Attento a questa campagna "leggiamo martin in inglese", che non diventi fuorviante http://www.hinaworld.it/labarriera.net/forum/public/style_emoticons/default/biggrin.gif Cioe', martin scrive in maniera molto semplice (tanto che ad esempio non ho mai dubbi su come una frase sia stata costruita) ma ci sono una discreta quantita' di termini che il lettore medio come me non conosce. Quindi, si, ho trovato l'inglese di Martin inaspettatamente semplice, ma o hai un vasto vocabolario, o il vocabolario ce l'hai a portata di mano.
Esatto, giusto pero' che si sappia, soprattutto per quelli che hanno intenzione di leggerlo al lavoro (chesso pausa pranzo, o durante gli spostamenti). " />
A parte tutto, un dizionatio inglese-italiano di buon livello è accessibile a tutti, basta fare un salto in libreria, e non costa un sproposito. In alternativa, mi pare strano che non si conosca almeno una persona che lo possieda e sia pronto a prestarlo....
Diverso diventa il discorso di "resa" del traduttore che decide arbitrariamente di modificare la frase...magari sarà una piccolezza, e tuttavia...
Maritn - Suddenly he realized that the table had fallen silently and they were all looking at him. (Jon, ubriaco, sta alzando la voce con o zio Benjen)
altieri - Su quel tavolo pieno di risate e di vino scese il silenzio, gli occhi di tutti si puntarono su di lui.
traduzione corretta - improvvisamente si rese conto che sulla tavola era sceso il silenzio, e che tutti lo stavano guardando
1 - il soggetto della frase è Jon, ma altieri lo cancella
2 - il tempo dell'azione è modificato: Jon si rende conto in quel momento che la tavolata s'è azzittita e che i convitati lo stanno guardando...ma la cosa è probabilmente iniziata da prima
3 - ridondanza inutile: non ci serve sapere che al tavolo la gente beve e ride, è stato detto prima, ma da parecchio l'azione si è sposata ed è concentrata nel dialogo tra Jon e Benjen
Non sono sbagli (quasi mai): sono modifiche intenzionali e personali. La mia teoria in proposito e' che il traduttore italiano e' in genere anche una persona che vorrebbe essere, cerca d'essere, o magari e', uno scrittore. In ogni caso, fatalmente, uno scrittore "da poco", che vende (se vende) al massimo qualche migliaio di copie di qualche sua cosetta fantasy. Cosi', per sbarcare il lunario, si mette a fare traduzioni.Ma se l'inglese di Martin è così semplice, come fanno Altieri e la sua recente complice a sbagliare in maniera così clamorosa?
E qui viene la grande frustrazione: l'invidia: perche' Martin vende milioni di copie, non diecimila: milioni. E perche'? "Perche' e' americano", "Perche' scrive in inglese", eccetera. E l'"altierino" continua a ragionare: "Se io fossi americano, e le mie cose fossero scritte in inglese, sarei miliardario". Cosa che non e' vera, ovviamente: il poveretto non sa scrivere, punto e basta - ma lui questo non lo riconoscera' mai.
Come mai lo scrittore fantasy (o SF) italiano non sa scrivere? Perche', purtroppo, in Italia esiste una diffusa convinzione che scrivere bene significa scrivere lunghe frasi sbrodolose, piene di avverbi e aggettivi. Spesso si mettono gli aggettivi prima dei nomi, perche' "suona piu' poetico". Ad esempio, ecco una tipica frase di uno scrittorucolo italiano:
I suoi lunghi e biondi capelli venivano accarezzati dolcemente dalla fresca brezza, mentre il caldo sole mandava generosamente i suoi dorati raggi sulla verdeggiante pianura punteggiata da multicolori fiori che emanavano un profumo deliziosamente inebriante.
Ma i grandi scrittori, quelli veri, non scrivono cosi': scrivono in modo semplice, essenziale, diretto. Provate a leggere Pirandello, Verga, Manzoni. E si', provate a leggere Martin (in inglese).
Quando Altieri legge Martin probabilmente pensa: "Ma come e' possibile che questo scribacchino, che non sa nemmeno scrivere come si deve - con tutti quei bellissimi aggettivi e avverbi che io ci metterei, oh, quanti ne metterei!!! - abbia un tale successo? Non e' giusto, non e' giusto, no, no, e poi no! Comunque adesso lo metto a posto io..." E nella foga, corregge anche la struttura della storia.
He he, Tyrion Hill non ce l'ha con Altieri, proprio no " />
Il mio punto di vista:
Non sono sbagli (quasi mai): sono modifiche intenzionali e personali.
Ma se l'inglese di Martin è così semplice, come fanno Altieri e la sua recente complice a sbagliare in maniera così clamorosa?
Su questo sono totalmente d'accordo: a parte le inevitabili sviste, gli errori piu' antipatici che troviamo nelle cronache non possono essere assolutamente frutto del caso: sono state alterazioni volute. Per convincersene basta leggere i post di questo stesso thread.
Questo non lo condivido. O meglio, magari alle volte e' cosi' perche' capita che gli scrittori possano essere i piu' adatti a ricreare sensazioni che non possono essere frutto di conversione automatica del testo. Tuttavia, dibito che una categoria di professionisti come quella dei traduttori possa essere considerata come 'gli scrittori mancati'.La mia teoria in proposito e' che il traduttore italiano e' in genere anche una persona che vorrebbe essere, cerca d'essere, o magari e', uno scrittore. In ogni caso, fatalmente, uno scrittore "da poco", che vende (se vende) al massimo qualche migliaio di copie di qualche sua cosetta fantasy. Cosi', per sbarcare il lunario, si mette a fare traduzioni.
E qui viene la grande frustrazione: l'invidia: perche' Martin vende milioni di copie, non diecimila: milioni. E perche'? "Perche' e' americano", "Perche' scrive in inglese", eccetera. E l'"altierino" continua a ragionare: "Se io fossi americano, e le mie cose fossero scritte in inglese, sarei miliardario". Cosa che non e' vera, ovviamente: il poveretto non sa scrivere, punto e basta - ma lui questo non lo riconoscera' mai.
Beh, sulle motivazioni di altieri non mi dilungo perche' non le conosco, ma scrittori italiani che vendono milioni di copie per libro ne conosco pochi, di americani ed inglesi ce ne sono valanghe. Esattamente come per i film. Ci sono ben altre ragioni che non 'lui non sa scrivere, gli americani si'.
Come mai lo scrittore fantasy (o SF) italiano non sa scrivere? Perche', purtroppo, in Italia esiste una diffusa convinzione che scrivere bene significa scrivere lunghe frasi sbrodolose, piene di avverbi e aggettivi. Spesso si mettono gli aggettivi prima dei nomi, perche' "suona piu' poetico". Ad esempio, ecco una tipica frase di uno scrittorucolo italiano:
I suoi lunghi e biondi capelli venivano accarezzati dolcemente dalla fresca brezza, mentre il caldo sole mandava generosamente i suoi dorati raggi sulla verdeggiante pianura punteggiata da multicolori fiori che emanavano un profumo deliziosamente inebriante.
Ma i grandi scrittori, quelli veri, non scrivono cosi': scrivono in modo semplice, essenziale, diretto. Provate a leggere Pirandello, Verga, Manzoni. E si', provate a leggere Martin (in inglese).
A me piace lo stile di Altieri http://www.hinaworld.it/labarriera.net/forum/public/style_emoticons/default/biggrin.gif
madò quanto astio! che è, altieri vi ha rubato la donna?
La mia teoria in proposito e' che il traduttore italiano e' in genere anche una persona che vorrebbe essere, cerca d'essere, o magari e', uno scrittore. In ogni caso, fatalmente, uno scrittore "da poco", che vende (se vende) al massimo qualche migliaio di copie di qualche sua cosetta fantasy. Cosi', per sbarcare il lunario, si mette a fare traduzioni.
sarebbe interessante sapere su quali basi sono fondate affermazioni come "tutti i traduttori italiani sono scrittori falliti", perchè finchè si tratta di critiche ad altieri ci possono stare benissimo e se ne può discutere, ma dare addosso a tutta la categoria così ad minchiam no.