Aggiungiamoci anche che l'Italiano medio è tifoso dentro, perciò si sente sepre "meglio" degli avversari ("sono della Roma, perciò sono meglio di te che tifi Lazio perchè si.": sostituite alle parole Roma e Lazio le parole "destra" e "sinistra" e vi viene un quadro molto simile a quello attuale), e diventa chiaro perchè non ci potrà essere, per lo meno allo stato attuale, un discorso sereno che ci faccia dire "ma si tratta di un'ideologia morta e sepolta, pensiamo al presente e andiamo avanti, insieme".
Sì ma questo è realmente vero o è solo una rappresentazione folcloristico-televisiva? Cioè siamo davvero così convinti che agli italiani importi così tanto della politica? Probabilmente un po' di più della media. Ma la maggior parte ha anche altro da fare.
Guarda, posso offrirti un esempio in presa diretta.
Nei miei anni da universitario (e già parto con un discorso da vecchiaccio, vabbè...XD) mi è capitato di condividere per tre anni la casa con un ragazzo di destra (Forza Italia), e nell'anno successivo con tre ragazzi di sinistra (rispettivamente due di Rifondazione ed un anarchico).
Ogni volta che spuntava fuori un discorso di politica si parlava tranquillamente, perchè per mia fortuna sono sempre capitato con persone civili, ma ogni tanto spuntava fuori la solita domanda "ma tu da che parte stai?", alla quale rispondevo sempre "dalla mia!".
Per farla breve, il ragazzo di destra cominciò dopo un pò a darmi del "comunista", mentre per i ragazzi di sinistra ero, testuali parole, un "reazionario"... :stralol:
Tengo a precisare che si tratta di persone sveglie ed istruite, non di bimbiminqhkia dodicenni che parlano di politica senza nemmeno sapere cosa sia, né tantomeno di politicanti da Bar Dello Sport. Quindi si, all'italiano medio della politica-tifoseria importa, e veramente tanto.
Aggiusto il tiro: come ho fatto notare con il mio post precedente, noi siamo una comunità con molti punti in comune, e ciononostante, una volta messo il problema sul tavolo, non riusciamo ad affrontarlo senza stare a tirar fuori otto pagine di disquisizioni su cosa il fascismo abbia fatto di buono e cosa abbia fatto di cattivo.
Il problema di fondo era quello della riconciliazione però. Ora non fraintendetemi, non c'è nessun intento polemico in quello che sto dicendo, ma solo il punto di partenza per una riflessione: se si parla più dei meriti/demeriti che della riconciliazione tra i due schieramenti, significa che la discussione sui meriti e demeriti è ritenuta più degna di essere affrontata. Che so, forse è più interessante...ma non è certo dicendo "il fascismo ha fatto questo di buono" che se ne favorisce il ritorno, né tantomeno dicendo "il fascismo ha fatto questo di cattivo" se ne impedisce la rinascita.
Si è trattato di un fenomeno storico, che ha avuto un inizio ed ha avuto una fine, un pò come l'Impero Austro-Ungarico di cui sopra. Lo stato italiano venera Garibaldi e Mazzini come padri della patria, ma non credo che se qualche sindaco, ministro o utente di Barriera ( :figo: ) dicesse "si stava meglio sotto l'Austria" ce la prenderemmo così; potrebbe essere lo spunto di una discussione seria, semiseria o scherzosa, ma poi finisce lì.
La diatriba fascismo-antifascismo invece è stata sempre parte integrante del panorama politico-tifoso italiano, ed è triste vedere che a sessant'anni di distanza non ancora ce ne riusciamo a liberare.
P.S. Ser Balon Swann, non immaginavo di avere un socio qui in Barriera... :lol:
Tengo a precisare che si tratta di persone sveglie ed istruite, non di bimbiminqhkia dodicenni che parlano di politica senza nemmeno sapere cosa sia, né tantomeno di politicanti da Bar Dello Sport. Quindi si, all'italiano medio della politica-tifoseria importa, e veramente tanto.
Ma è proprio questo il punto. Le persone istruite parlano di questo ma la grande massa se ne frega della politica. Parlano più dell'Isola dei Famosi, di Uomini e Donne o del Campionato di calcio. Quando gli operai del Nord vanno a votare Lega è il chiaro esempio che la divisione ideologica è minoritaria.
Il problema di fondo era quello della riconciliazione però. Ora non fraintendetemi, non c'è nessun intento polemico in quello che sto dicendo, ma solo il punto di partenza per una riflessione: se si parla più dei meriti/demeriti che della riconciliazione tra i due schieramenti, significa che la discussione sui meriti e demeriti è ritenuta più degna di essere affrontata.
Capisco l'inghippo. In sostanza siamo noi stessi a dimostrare la fallacia della riconciliazione. Ma la discussione meriti/demeriti è stata tirata in ballo proprio legata al tema riconciliazione. Si è detto che se non si riconosce il merito del fascismo non si arriverà mai alla riconciliazione. Da qui nasce la reazione degli antifascisti che crea un circolo vizioso.
Personalmente continuo a credere che il tema è stato trattato male soprattutto a livello scolastico e credo anche che la legittimazione data a certi movimenti politici sia causa di un ritorno silenzioso ma comunque evidente di ideologie "parafasciste". E che non riconoscere come la violenza sia il dato fondante di queste ideologie sia un'atteggiamento piuttosto ingenuo, che porta a tirare in ballo cose che non c'entrano niente(pensioni, bonifiche, etc...)
Secondariamente nel campo opposto si è arrivati a credere che tutto ciò che non sia "di sinistra" sia fascista. Basta vedere il topic sulla politica dove se io (di sinistra) mi trovo incidentalmente d'accordo con qualcosa del Governo, allora sono implicitamente o esplicitamente accusato di abiura (idem per i sindacati. La CISL firma=serva del potere).
Ma questo ripeto credo proprio sia un'atteggiamento minoritario. Nella realtà la riconciliazione non c'è ma perchè la gente non ci pensa proprio. Diverso ma forse no è il discorso sulla memoria storica comune dell'Italia, un discorso però che inevitabilmente porta a dei contrasti legittimi per carità, ma totalmente assurdi per una Nazione.
Lo stato italiano venera Garibaldi e Mazzini come padri della patria, ma non credo che se qualche sindaco, ministro o utente di Barriera ( ) dicesse "si stava meglio sotto l'Austria" ce la prenderemmo così; potrebbe essere lo spunto di una discussione seria, semiseria o scherzosa, ma poi finisce lì.
In parte credo perchè sono eventi tutto sommato lontani, in parte perchè il fascismo e poi la Repubblica hanno già virtualmente picconato il periodo precedente.
Per inciso io me la prenderei ugulamente :stralol:
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
non riconoscere come la violenza sia il dato fondante di queste ideologie sia un'atteggiamento piuttosto ingenuo, che porta a tirare in ballo cose che non c'entrano niente(pensioni, bonifiche, etc...)
In che senso "non c'entrano niente"? Mi spiego: a memoria, nessuno qui ha detto che la violenza sia o non sia il dato fondante (è stato detto che ha usato la violenza, e mi pare che nessuno abbia negato; dato fondante o no non mi pare sia stato tirato in ballo, o almeno ben poco), quindi direi che il tuo discorso qui (o almeno a parte dei qui intervenuti) non si applica; mentre non capisco cosa significhi dire che qualcosa fatto da qualcuno/qualcosa (chiunque/qualunque cosa sia) non c'entri nulla, nel parlare di quel qualcuno/qualcosa: se lo ha fatto, e si parla del fenomeno e di quello che ha fatto, mi pare c'entrare legittimamente.