Salve a tutti.
Ho appena letto questa notizia: http://www.corriere.it/cronache/08_aprile_...44f486ba6.shtml
Cosa ne pensate?
Secondo me è giusto che una donna che sta per essere assunta dica se è già incinta o meno e anche di quanti mesi è (specialmente se all'inizio della gravidanza e perciò dall'esterno non è visibile il pancione).
Non credo però sia giusto che nel caso non lo sia le venga chiesto se ha progetti di farlo o meno, perché questo invade completamente la sfera privata e le convinzioni della persona.
mi trovo sostanzialmente d'accordo con te....
giusto dire che sei già incinta durante un eventuale colloquio di lavoro, sbagliato chiedere se ha intenzione di avere figli :wub:
Principalmente è una questione di correttezza: se si è già incinte o si sta cercando di rimanere incinte, va decisamente detto. Capisco che una donna abbia bisogno di copertura economica anche in quei mesi, forse più ancora in vista del costo di un figlio, ma sono cose a cui si deve pensare prima. Considerare di riuscire a mantenere un figlio attraverso una "fregatura" all'azienda è pessimo.
Chiederle se ha progetti al riguardo... non so. Dipende da per cosa ti assumono. Se una giovane donna appena sposata si candida per un progetto aziendale importante che dura cinque anni, è lecito chiederle se potrebbe sparire per un anno nel bel mezzo dei lavori. Se è per un posto come impiegata senza prospettive di carriera non c'è problema a trovare una sostituzione di maternità e non c'è motivo di chiederglielo.
Insomma va tanto a buon senso, è una questione di correttezza personale e di obiettivi aziendali.
Ma magari chiedessero se uno vuole avere un figlio....di solito chiedono se si è fidanzati e se si ha intenzione di sposarsi. Mia cugina ha scelto la data di nozze da un'anno ed è un anno che sta tenendo tutto in segreto e non può invitare le sue colleghe perchè aspetta il rinnovo del contratto.
Mai scrivere su un cv o dire a un colloquio che si ha intenzione di mettere su famiglia...e mai sposarsi prima di aver trovato lavoro.
Probabilmente dal punto di vista dell'onestà la tizia ha sbagliato, ma se mi fossi trovata nei suoi panni sinceramente credo che avrei taciuto anche io la cosa :wub: Poi non so, forse il datore di lavoro avrebbe potuto prendere provvedimenti di tipo legale, non so :wub:
Lady delle Gocciole Extra Dark
We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.
diciamo che la cosa scorretta sta nella subdola pressione psicologica di certe domande; se lavoro bene, la mia vita privata non ti deve interessare (con tutte le eccezioni del caso, s'intende).
certo è vero anche quanto detto da Iskall in merito a mansioni e progetti che possono protrarsi negli anni e che quindi richiedono un impegno di lunga durata.
resta il fatto (cito ancora Iskall :wub: ) che dovrebbe sempre essere il buon senso a farla da padrone.
Mia cugina ha scelto la data di nozze da un'anno ed è un anno che sta tenendo tutto in segreto e non può invitare le sue colleghe perchè aspetta il rinnovo del contratt
Cioè, se lei dice che si sposa, non le rinnovano il contratto?
Mia cugina ha scelto la data di nozze da un'anno ed è un anno che sta tenendo tutto in segreto e non può invitare le sue colleghe perchè aspetta il rinnovo del contratt
Cioè, se lei dice che si sposa, non le rinnovano il contratto?
Si, purtroppo le cose funzionano così. Perchè se ti sposi automaticamente fai un figlio e quindi automaticamente vai in maternità. Si ragiona così.
Lady delle Gocciole Extra Dark
We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.
Secolare problema.......il dato oggettivo che spesso per il datore di lavoro avere collaboratirci in maternità è un problema (non credo sia questo il caso dell'articolo, li è solo una beffa:P)
....meglio in America, devi restare a casa in cinta? ti licenzi.
....hai di nuovo tempo per lavorare? ti trovi un nuovo lavoro.
certo, da noi ci sono tutte le tutele etc....con il risultato che neanche ti assumono.......
in ogni caso nascondere cose è un po'...deleterio..
Ecco, hai preso un punto su cui stavo riflettendo ieri... ma quante sono le donne che si trovano a perdere il lavoro improvvisamente un paio di mesi dopo essere rimaste incinta? Si cambia lavoro per necessità, per caso o per scelta, ma scegliere di cambiare lavoro mentre si è in gravidanza è una cosa che palesemente non ha senso. E anche cogliere l'occasione della vita che casualmente si presenta, ma quanto spesso ti capita proprio mentre hai avviato una gravidanza? E perchè provi a far figli quando vuoi sviluppare la tua carriera? Il resto, i casi delle persone con lavoro sicuro la cui azienda fallisce nel momento più sbagliato, mi sembrano anche quelli statisticamente pochi.
Insomma non vorrei che il grosso delle situazioni di "sono incinta ma non lo dico al colloquio" abbiano più a che fare con la malafede.
Il tutto senza intaccare il discorso sulle discriminazioni come quelle di cui parlava Lady Lyanna.
da noi non tantissime perchè è illegale licenziare una perchè resta in cinta, piuttosto non assumono affatto le potenziali madri perchè licenziarle-rimpiazzarle porterebbe solo casino."ma quante sono le donne che si trovano a perdere il lavoro improvvisamente un paio di mesi dopo essere rimaste incinta?"
si e no, mentre sei in gravidanza non cambi lavoro, al lavoro ci ritorni dopo...solo che teoricamente torneresti ad un ALTRO lavoro (o magari anche presso la stessa ditta). Ma qui scadiamo nel "lavoro mobile" vs "lavoro fossile"." Si cambia lavoro per necessità, per caso o per scelta, ma scegliere di cambiare lavoro mentre si è in gravidanza è una cosa che palesemente non ha senso."
Uno/a ha una scala di interessi/valori/volontà e si muove di conseguenza uno prima si pone la domanda "quanto mi importa della carriera? che carriera voglio fare? quanto sono disposto a sacrificare (in vari termini non solo di "figli"?" Se una vuol fare la Condoleeza di turno allora segua l'esempioE anche cogliere l'occasione della vita che casualmente si presenta, ma quanto spesso ti capita proprio mentre hai avviato una gravidanza? E perchè provi a far figli quando vuoi sviluppare la tua carriera?
Il resto, i casi delle persone con lavoro sicuro la cui azienda fallisce nel momento più sbagliato, mi sembrano anche quelli statisticamente pochi.
Dove lavorava mia madre hanno fatto fallimento quando sono nato io :unsure: senza neanche pagare i contributi ed altro ai dipendenti o ex-tali....
'malafede' = 'sono dieci anni che lavoro con contratti del ca***o, ho rimandato un figlio perchè non avevo nessuna garanzia, non ce l'ho nemmeno ora che sono rimasta incinta, adesso male che vada provo - come ho continuato a provare in dieci anni - se mi prendono con un contratto serio, così nei tre quattro mesi che mancano almeno mi accumulo l'aspettativa per l'allattamento'?
Si è malafede.
Ed è esattamente quello che in molte provano a fare.
Esattamente quello che proverò io prima o poi. Questo discorso:
non è praticabile nella realtà. Le ecografie costano, prima (se vuoi farle in tempo utile). I pannolini costano (dopo). Sempre, ovviamente, che non ti dica una gravidanza sfortunata dove devi stare a letto ferma e pagarti pure chi ti fa i lavori di casa quindi.devi restare a casa in cinta? ti licenzi.....hai di nuovo tempo per lavorare? ti trovi un nuovo lavoro.
Non ci sarebbero questi episodi di 'malafede' se a 24 anni, quando una cerca lavoro, trovasse subito un normale contratto a indeterminato 'con tutte le garanzie' invece di sentirsi dire 'eh, ma noi...vede...cercavamo un maschietto'. Andando in maternità a 30 non si avrebbe l'impressione che una sta 'rubando' quei mesi. E perchè poi questa differenza? Perchè prendere i mesi di aspettativa all'inizio di un lavoro invece che dopo molto tempo, per la stessa identica motivazione, dovrebbe essere più immorale? Basta che una non se ne vada poi subito dopo...in due tre anni l'azienda si 'rifarebbe'.
Poi ci si chiede perchè siamo il paese europeo a minore natalità o quasi...
Nnni...
sono dieci anni che lavoro con contratti del ca***o,adesso male che vada provo - come ho continuato a provare in dieci anni
Ma un progetto di carriera, di sviluppo professionale? Quando una persona ha un certo peso può permettersi di fare pressione, negoziare fino a un certo punto. E poi cosa ne è delle liquidazioni che ti pagano quando scade il contratto? Mettere via quelle è un'importante riserva. Quando hai chiaro quali sono le tue qualifiche, a che punto dell'esperienza puoi permetterti di trattare, e cosa vuoi ottenere da destinare alla maternità, non dovrebbe succedere che si passi per dieci anni da un contrattino all'altro. E' qualcosa che accade quando non si è qualificati, ma per niente.
Insomma uno a 24 anni dovrebbe avere capito se vuole figli nella vita o no. Può impostare il lavoro in previsione dei figli o viceversa, in questo do ragione a Hildebrand.
Non ci sarebbero questi episodi di 'malafede' se a 24 anni, quando una cerca lavoro, trovasse subito un normale contratto a indeterminato 'con tutte le garanzie' invece di sentirsi dire 'eh, ma noi...vede...cercavamo un maschietto'.
L'era del contratto indeterminato è finita, e secondo me per fortuna (ovviamente va risolto il problema precariato, ma quoto la differenza tra lavoro mobile e lavoro fossile), quindi anzichè pensare di ripristinarla bisogna pensare a come vivere in questo mondo. Possibilmente senza imbrogliare in fase di colloquio o in qualunque altra fase.
Perchè prendere i mesi di aspettativa all'inizio di un lavoro invece che dopo molto tempo, per la stessa identica motivazione, dovrebbe essere più immorale?
Mi stupisce questa domanda. :unsure:
All'inizio è quando ci si conosce, si stabilisce il rapporto di fiducia e lealtà aziendale, in cui si ripaga con l'impegno l'investimento fatto su di te, si ha dimostrato in fase di colloquio di volere quel lavoro ed è un controsenso assentarsi subito dopo, per qualsiasi motivo. Non cercano mai persone che vogliono lo stipendio in cambio di sgobbata, ma che vogliono QUEL lavoro in QUELLA azienda. E poi sparisci per un po'? L'investimento è reciproco, nel primo periodo non salti un'ora perchè vuoi conoscere il posto, formarti, e farti conoscere, stabilire relazioni con i colleghi, fare parte della cultura aziendale in cui hai chiesto di poter svolgere una parte della tua crescita professionale. Se sparisci è chiaro che non te ne frega niente.
Sul cambiare lavoro in gravidanza, il mio punto è questo: capisco che una persona incinta o che ha un figlio piccolo possa perdere il lavoro all'improvviso, o che le capiti la proposta della sua vita, ma non è la norma. Una persona incinta (o che sta provando a restare incinta) con un contratto non si mette cercare un nuovo lavoro, no? Sarebbe questo il caso in cui mente durante il colloquio.
Perchè prendere i mesi di aspettativa all'inizio di un lavoro invece che dopo molto tempo, per la stessa identica motivazione, dovrebbe essere più immorale?Mi stupisce questa domanda. :unsure:
All'inizio è quando ci si conosce, si stabilisce il rapporto di fiducia e lealtà aziendale, in cui si ripaga con l'impegno l'investimento fatto su di te, si ha dimostrato in fase di colloquio di volere quel lavoro ed è un controsenso assentarsi subito dopo, per qualsiasi motivo. Non cercano mai persone che vogliono lo stipendio in cambio di sgobbata, ma che vogliono QUEL lavoro in QUELLA azienda. E poi sparisci per un po'? L'investimento è reciproco, nel primo periodo non salti un'ora perchè vuoi conoscere il posto, formarti, e farti conoscere, stabilire relazioni con i colleghi, fare parte della cultura aziendale in cui hai chiesto di poter svolgere una parte della tua crescita professionale. Se sparisci è chiaro che non te ne frega niente.
Sul cambiare lavoro in gravidanza, il mio punto è questo: capisco che una persona incinta o che ha un figlio piccolo possa perdere il lavoro all'improvviso, o che le capiti la proposta della sua vita, ma non è la norma. Una persona incinta (o che sta provando a restare incinta) con un contratto non si mette cercare un nuovo lavoro, no? Sarebbe questo il caso in cui mente durante il colloquio.
concordo, se una persona resta incinta non va a cercarsi un lavoro per poi subito assentarsi, non sarebbe onesto. Se non hai un lavoro aspetti, è uno schifo farsi assumere per prenedere uno stipendio a sbafo. Se dovessi assumere gente (fortunatamente non mi capiteranno mai di questi dilemmi dato che azienze non en avrò mai)non credo che arriverei a fare domande troppo "invasive" e spererei di aver incontrato gente onesta, ma se mi arrivasse una donna col pancione non se ne parlerebbe neppure di assumerla.
Anche perchè poi non è tanto vero che una persona che rimanga incinta debba necessariamente sparire per secoli, quindi se una è disoccupata e rimane incinta può tranquillamente aspettare un altro po' di tempo prima di cercare un lavoro...alla sua prima gravidanza mia madre si assentò dal lavoro solo al settimo mese (e nessuno se nera accorto che fosse incinta, pensavano tutti che fosse un po' grassottella e basta), e partorì all'ottavo, quindi potè tranuqillamente lavorare fino all'ultimo...nelmio caso dal sesto mese in poi dovette mettersi al letto, ma altrimenti avrebbe continuato a lavorare tranuiqllamente...non è che una donna appena rimane incita diventa "diversamente abile"
sono dieci anni che lavoro con contratti del ca***o,adesso male che vada provo - come ho continuato a provare in dieci anni
Ma un progetto di carriera, di sviluppo professionale? Quando una persona ha un certo peso può permettersi di fare pressione, negoziare fino a un certo punto. E poi cosa ne è delle liquidazioni che ti pagano quando scade il contratto? Mettere via quelle è un'importante riserva. Quando hai chiaro quali sono le tue qualifiche, a che punto dell'esperienza puoi permetterti di trattare, e cosa vuoi ottenere da destinare alla maternità, non dovrebbe succedere che si passi per dieci anni da un contrattino all'altro. E' qualcosa che accade quando non si è qualificati, ma per niente.
Insomma uno a 24 anni dovrebbe avere capito se vuole figli nella vita o no. Può impostare il lavoro in previsione dei figli o viceversa, in questo do ragione a Hildebrand.
Beh ma certo che si parla di lavoro non qualificato :unsure: . Cioè con un diploma, o con una laurea o anche due che -senza offesa per nessuno- sul mercato non valgono nulla (lettere) o sono super inflazionate (giurisprudenza, ma persino economia); con buona parte degli anni di esperienza in lavori in nero o stage e il resto a progetto (che per inciso, Yskall, non prevede liquidazioni quando finisci, nè l disoccupazione tra due lavori ovviamente).
Oppure, con una laurea sopra i 100 punti ma anche un'eta sopra i 29 anni, è lo stesso.
Ma è giusto dire a una ragazza a 18 nni 'vieni con me a ingegneria oppure sarai una fallita?'
Insomma,i miei ex colleghi maschi hanno trovato tutti un lavoro con minime o buone (in qualche caso ottime) garanzie anche avendo lasciato l'università (tra parentesi, prendono più di me che gli davo ripetizioni sulle materie su cui ora lavorano, quindi anche sul 'valore' e la 'qualifica' delle persone ci sarebbe da fare un bel discorso lungo :D).
Le mie ex colleghe femmine, stanno ancora saltellando tra i lavoretti. Anche con due lauree. Anche con tre quattro stage.
E si, alla fine chi ha deciso di avere un figlio si è ridotta a non lavorare e a dipendere del tutto dal marito per quei mesi, che fossero tre per le fortunate, o dodici per le sfortunate - perchè si, qualcuna in gravidanza diventa 'diversamente abile' senza marciarci. E' una soluzione, ma a me non sembra un granchè.
Non lo so, sarà stata particolarmente sfortunata la mia generazione, ma vi assicuro che le cose non sono così facili e tranquille per cui basta pianificare, nè dipendono solo dalle qualifiche delle persone. Non quando le persone sono femmine.
Mi viene un po' da risponderti che io sono femmina e per me non è così.
Riconosco che c'è un problema sia di discriminazioni che di mancanza di agevolazioni per la maternità, e addirittura la paternità non è contemplata, ma bisogna stare veramente attenti a non marciarci sopra.
Non mi piace raccontare esperienze altrui, ma conosco avvocati donna che passano da un megastipendio all'altro (trent'anni), insegnanti in materie le cui lauree non valgono, persone laureate bene in quelle materie e con proposte di lavoro come segretarie. Io ho sempre rifiutato stage o roba non retribuita del genere, e sto vivendo del mio stipendio.
Per me dipende tantissimo dalle qualità della persona, da come si sa progettare e formare, da come si sa vendere, da quanto è intelligente.
Ti posso fare esempi di persone che non si sono date una svegliata, magari che mi dicono di sì e poi non fanno nulla per crearsi una combinazione interessante sul mercato. Escludo che queste persone possano dare la colpa al sistema. Se poi a parità di confusione prendono un maschio e non una femmina è discriminazione, ma restare in attesa di un cambio del sistema è inutile, visto che tutti dobbiamo mangiare adesso e vivere in questi decenni.