1 ora fa, Daenys The Dreamer ha scritto:

l’assenza del ragazzino prodigio

Ho ricominciato proprio in questi giorni Lost World e anche lá (e non lo ricordavo) ce ne é uno. Mamma che fastidio 

1 ora fa, Daenys The Dreamer ha scritto:

Crichton buon’anima aveva sempre così fretta di finire?

Avrá preso da King, che nei finali affrettati é un maestro, almeno dai pochi suoi libri che ho finito...

9 ore fa, Manifredde ha scritto:

Ho ricominciato proprio in questi giorni Lost World e anche lá (e non lo ricordavo) ce ne é uno. Mamma che fastidio 

Concordo, é una delle caratteristiche meno piacevoli di JP e Lost World.

Più che altro perché le vicende dei ragazzini - i quali obv si salvano sempre, persino nelle condizioni in cui nessun adulto potrebbe mai farcela - sono davvero poco credibili, eliminando quell’allure di verosimiglianza che regala tanto fascino ai romanzi di Crichton (almeno, ai 5 che ho letto sinora - sono circa a metà di Congo adesso).

Per fortuna, negli altri romanzi ci sono sì i ragazzini prodigio, ma almeno sono cresciuti .

9 ore fa, Manifredde ha scritto:

Avrá preso da King, che nei finali affrettati é un maestro, almeno dai pochi suoi libri che ho finito...

Di King ne ho letti solo 5 o 6, confesso che non mi fa impazzire.

Non ricordo, se devo esser sincera, questi finali così frettolosi.

Rammento invece benissimo di non aver mai avuto lo slancio di prendere l’opera omnia di K. e leggermela tutta .

Il 23/8/2023 at 14:19, Daenys The Dreamer ha scritto:

l’assenza del ragazzino prodigio che se la cava meglio degli adulti, la carenza di imprese fisiche al limite del credibile.

Insomma... non è un ragazzino ma pure il dottore a capo del progetto è un genio.

L'impresa finale che compie il chirurgo "uomo spaiato" è in effetti oltre i limiti del credibile 

3 ore fa, Lyra Stark ha scritto:

Insomma... non è un ragazzino ma pure il dottore a capo del progetto è un genio

sì sì… come ho detto nel post successivo, in Sfera, Andromeda e Congo i ragazzi prodigio sono ormai cresciuti e quindi ci sono le menti eccelse come Adams, Stone, Ross 

@Lyra Stark finito Congo.

Appena posso commento.

Allo stato, sui cinque romanzi di C. Letti, confermo mio preferito Sfera (per la gioia di @Euron Gioiagrigia)

Il 26/8/2023 at 16:08, Daenys The Dreamer ha scritto:

Allo stato, sui cinque romanzi di C. Letti, confermo mio preferito Sfera (per la gioia di @Euron Gioiagrigia)

"Tu hai scelto...molto bene!" (cit. puntata di HIMYM)

Io sono il potere. Confessioni di un capo di gabinetto raccolte da Giuseppe Salvaggiulo

Letto con una lentezza che molte avidi lettrici come @Daenys The Dreamer potrebbero giudicare giustamente esasperante, ma in compenso me lo sono gustato. Senza girarci attorno: uno dei migliori saggi letti in vita mia, scritto da un capo di gabinetto voluto rimanere anonimo che ha consegnato queste sue "confessioni" al giornalista della Stampa Giuseppe Salvaggiulo. Il "Deep State" spiegato bene e nei minimi dettagli, con uno stile serio e allo stesso tempo secco e sardonico, tipico di un uomo con un'intera vita al servizio dello Stato alle spalle e che di governi ne ha visti passare davvero tanti. Non vengono risparmiate velenose stoccate a grillini e populisti ma anche l'immagine di Renzi ne esce malconcia. Al di là però del particolarismo politico, il libro spiega tra le altre cose perché in Italia legiferare sia così difficile, perché cambiare questo stato di cose sia di fatto impossibile e perché in fondo non sia neanche così desiderabile farlo. L'immagine dell'Italia che ho maturato nella mente una volta finita la lettura è quella di un Paese fragile, fossilizzato sin dalla sua formazione e destinata ad esserlo per sempre, perché rimuovere il gesso che la tiene ferma potrebbe farla crollare. Lascio comunque che alcuni estratti del libro parlino meglio di me.

Cita

I berlusconiani, i leghisti e dopo di loro i grillini hanno imparato in fretta. È la prima, basilare lezione del potere romano. Le leggi non si fanno come insegnano i manuali di diritto. Le leggi non si fanno com'è scolpito in Costituzione. Le leggi non si fanno com'è scritto nei regolamenti parlamentari. La volontà generale lasciamola alle pagine dei sussidiari scolastici sui rivoluzionari francesi e a certe fumisterie telematiche. Democrazia, sovranità, rappresentanza, popolo: concetti cristallini, certo, ma per i seminari e le conferenze. Non qui.

Qui le leggi raramente si approvano per venire incontro alle esigenze vitali dei cittadini. Le leggi si fanno per favorire, garantire, promuovere, comporre interessi. Di una persona, di un gruppo, di un'azienda, di una categoria sociale, di un territorio. Si può trattare di interessi nobili o vili. La salvezza dell'Istituto italiano per gli studi filosofici fondato da Benedetto Croce e prossimo alla bancarotta. O lo sblocco della graduatoria dell'assunzione degli idonei del concorso per funzionario Inps, agognato dalla nipote di un generale dei carabinieri. Per noi poco cambia. Il chirurgo opera con la stessa maestria e precisione un boss mafioso e un bambino innocente.

Cita

Non bisogna essere schizzinosi. Ma nemmeno abituarsi a tutto.

Le leggi sono uno strumento. Il più delle volte al servizio della politica, il che non va bene. Più precisamente (e correttamente) al servizio del pluralismo istituzionale. Un concetto evanescente e prezioso, da maneggiare con cura. Il pluralismo istituzionale è la formula alchemica degli interessi in gioco. Palesi e occulti. Presenti e futuri. Organizzati e molecolari. Un'equazione che può legittimamente trascendere la politica. In fondo, il motivo ultimo per cui esistiamo noi. In nome del quale è giusto persino scrivere male una legge, per accontentare i politici - le cui esigenze vanno sempre rispettate - ma nello stesso tempo renderla inapplicabile, in modo da evitarne gli effetti nefasti. Come disse Alessandro Fusacchia, capo di gabinetto del ministro dell'Istruzione Stefania Giannini: "Ambiguità costruttiva: si fanno apposta leggi diversamente interpretabili o si rinvia a decreti attuativi per non esacerbare i conflitti politici".

Purtroppo l'inseguimento mediatico del consenso ha cambiato il nostro lavoro. "La comunicazione non è più pensiero, ma suono", insegna l'anziano Ciriaco De Mita.

In genere noi suoniamo il violino. Ma anche la batteria, quando è necessario.

Il più delle volte il ministro ci chiede di fare una legge non perché la ritiene giusta. Non perché glielo chiedono le categorie interessate. Non perché serve al partito. Ma soltanto perché è di moda. Perché c'è bisogno di battere un colpo, di emettere un suono. Perché gli omicidi stradali causati da ubriachi riempiono i pomeriggi televisivi e le sigarette elettroniche sono su tutti i giornali. Inutile obiettare che basterebbero le leggi esistenti a punire gli ubriachi assassini e a tutelare gli svapatori incalliti. Lo Stato deve fare vedere ai cittadini che se ne occupa, che sa fare qualcosa. Un'altra legge che si aggiunge alle oltre duecentomila esistenti. Il ministro se la intesterà e se ne rallegrerà con il suo staff. Nessuno ne verificherà l'efficacia o anche semplicemente la reale applicazione. E la vita andrà avanti. Soprattutto la nostra, in attesa della prossima finta emergenza.

Per questo spesso si scrivono leggi che sono soltanto manifesti. Manifesti politici. Inutile scandalizzarsi, protestare, eccepire. Non resta che affinare le tecniche di riduzione del danno.

Ce ne sono diverse.

Cita

Dagli anni novanta c'è la moda di togliere competenze ai ministeri, per dare maggiore indipendenza e approfondimento, seguendo il modello della public authority anglosassone. Hanno moltiplicato [le autorità amministrative indipendenti] il poltronificio e il numero di posti buoni per un capo di gabinetto. Ci sono Agcom, Antistrut, Art a Torino e Arera a Milano e altre cinque-sei. Ma quella che oggi conta di più è l'Anac. Perché un parere dell'autorità anticorruzione può dare fastidio a chiunque.

Cita

Non si è mai capito come si sia formato un così immenso debito pubblico pur essendoci, dal 1862, un organo [la Corte dei conti] che vigila sui conti delle amministrazioni e sulla spesa pubblica. Se doveva prevenire sprechi e cattive gestioni, c'è di che disperarsi. Bisogna anche dire che noi capi di gabinetto siamo sempre stati abili ad aggirare ogni tentativo preventivo della Corte, specie in materia di bilancio pubblico. Ha funzioni di controllo su tutti gli atti ministeriali. Bisogna mantenere rapporti cordialissimi con i consiglieri della Corte dei conti. Altrimenti non ti registrano più un atto.

Cita

Parmalat, Cirio, le innumerevoli Lehman Brothers...A piazza Verdi la Consob che faceva? Dovrebbe vigilare sui mercati finanziari dal 1974 per la tutela degli investitori che operano in Borsa e la trasparenza dei prodotti finanziari. Ma le forze che muovono il mercato sono altre.

Da leggere, per chiunque voglia capire davvero il sistema Italia.

Voto: 10 e lode

4 ore fa, Euron Gioiagrigia ha scritto:

 

"Tu hai scelto...molto bene!" (cit. puntata di HIMYM)

Cita

Io sono il potere. Confessioni di un capo di gabinetto raccolte da Giuseppe Salvaggiulo

 

Letto con una lentezza che molte avidi lettrici come @Daenys The Dreamer potrebbero giudicare giustamente esasperante

L’ho appena cominciato (non so quanto ci metterò a finirlo, perché contemporaneamente ne ho iniziati altri due)

Dubito che, per il mio gusto personale, sarà un 10 e lode, ma penso possa valerne la pena (o forse mi hai fatto una « testa così », chi può dirlo!)

Il 27/8/2023 at 14:57, Euron Gioiagrigia ha scritto:

"Tu hai scelto...molto bene!" (cit. puntata di HIMYM)

ispirata a Indiana Jones e l'ultima crociata?

26 minuti fa, Lyra Stark ha scritto:

ispirata a Indiana Jones e l'ultima crociata?

Esatto.

Ultimi libri letti ad Agosto

- Marisha Pessl "Teoria e pratica di ogni cosa". Dopo la morte della mamma in un tragico incidente stradale, Blue Van Meer viene cresciuta a pane e libri dal padre Gareth, professore di scienze politiche e intellettuale di tendenze radicali. I due si spostano di città in città fintanto che, giunti all'ultimo anno delle superiori di Blue, Gareth decide per una sosta più lunga a Stockton, North Carolina. Qui, nella prestigiosa scuola di St. Gallaway, Blue legherà con la controversa docente di cinema Hannah Schneider ed entrerà a fare parte di un gruppo elitario di studenti e studentesse a questa legati. Per la prima volta dovrà fare i conti con invidie, gelosie e pulsioni tipiche dell'adolescenza e sarà inoltre costretta ad affrontare segreti e misteri che la porteranno a mettere in discussione tutta la sua vita. Un po' romanzo di formazione, un po' thriller, lo consiglio a chi ama il genere "dark academia", i libri fuori dagli schemi, le letture lenti, il citazionismo più estremo.

- Agatha Christie "Tragedia in tre atti". Quando il reverendo Babbington crolla a terra morto nel pieno di un ricevimento a casa del famoso attore sir Charles Cartwright, neppure Hercule Poiroit dubita che il decesso sia avvenuto per cause naturali. Tuttavia, quando qualche mese più tardi, il dottor Bartholomew Strange muore in circostanze abbastanza simili, iniziano a sorgere i dubbi e il piccolo investigatore belga, insieme all'amico Satterthwaite e allo stesso Cartwright, inizia a indagare.

Forse non è la più famosa delle avventure del famoso detective - che in effetti rimane ai margini della storia per buona parte del romanzo - ma è comunque una storia godibile dal finale tutt'altro che scontato.

47 minuti fa, Maya ha scritto:

 

- Agatha Christie "Tragedia in tre atti »

 

Forse non è la più famosa delle avventure del famoso detective - che in effetti rimane ai margini della storia per buona parte del romanzo - ma è comunque una storia godibile dal finale tutt'altro che scontato.

Carino anche questo.

Lo lessi qualche anno fa.

Anche se dopo un po’ si assomigliano tutti, tanto che solo di pochi ricordo esattamente la trama guardando il solo titolo, leggere la Christie mi rilassa sempre.

In effetti anch'io ho letto il libro ma non ricordo come va a finire. 

1 ora fa, Jacaerys Velaryon ha scritto:

In effetti anch'io ho letto il libro ma non ricordo come va a finire. 

Della Christie, ricordo nitidamente i miei tre preferiti tra i suoi gialli (Dieci piccoli indiani, L’assassinio di Roger Ackroyd, Verso l’ora zero) e qualche altro tra i più famosi, tra cui i recenti stu***i, ehm, volevo dire adattamenti cinematografici, oltre al grazioso Se morisse mio marito.

Circa gli altri, ricordo solo di averli letti, ma poco e nulla della trama.

Tra parentesi, ho letto anche uno dei romanzi rosa scritti dalla Christie e pubblicato con uno pseudonimo: una noia mortale, l’ho completamente rimosso 

8 ore fa, Maya ha scritto:

Agatha Christie "Tragedia in tre atti"

Non mi pare di averlo letto o forse non me lo ricordo. 

Su A. Christie potrei scrivere un sacco anche solo perché mi piace la sua autobiografia, comunque concordo che gli ultimi adattamenti non se possono guardare. Un buon Poirot è sempre di aiuto prima di dormire, mi piace meno Miss Marple, comunque i miei preferiti sono principalmente Poirot sul Nilo e La parola alla difesa, poi me ne piacciono molti altri.

23 ore fa, Lyra Stark ha scritto:

Un buon Poirot è sempre di aiuto prima di dormire, mi piace meno Miss Marple

Sono pienamente d’accordo.

Mi sono piaciuti quasi tutti i gialli della C., a dire il vero; citavo solo quelli che mi sono rimasti più impressi, ecco.

Prima di dimenticarmi, volevo spendere proprio due parole su Congo, che mi é piaciuto abbastanza.

Non ho provato grande simpatia per il

personaggio di Karen Ross, troppo controllata, egoista ed algida per i miei gusti, mentre ho apprezzato Elliot ed il suo rapporto con Amy, anche se il mio personaggio preferito é Munro, più vero ed umano pur con tutti i suoi innegabili difetti.

Come romanzo l’ho trovato decisamente meno inquietante degli altri, meno emozionante e più freddo, ma forse più equilibrato nello sviluppo della trama e un po’ meno « mission impossible ».

Mi sarebbe piaciuto un approfondimento maggiore sulla 

Il finale, questa volta, non mi é parso tirato via né frettoloso, però non compensa la scarsa empatia che suscitano i personaggi principali.