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Commenti sul libro che ho appena letto....
P di Polgara
creato il 18 gennaio 2008


Maya
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Inviato il 25 agosto 2020 11:58

La verità sul caso Harry Quebert

Di Joel Dicker

 

Il ritrovamento dei poveri resti della quindicenne Nora Kellergan, improvvisamente scomparsa alla fine dell'Estate del 1975, fa ripiombare l'idilliaca cittadina di Aurora (New Hampshire, USA) in un incubo dimenticato. Per scagionare l'amico e mentore Harry Quebert da una pesante accusa di omicidio, Marcus Goldman, giovane promessa della letteratura contemporanea in pieno blocco dello scrittore, si getta anima e corpo nella risoluzione di un mistero vecchio più di settant'anni. La sua indagine lo porterà a scavare nei dolorosi ricordi di un amore proibito e perduto e nei segreti più oscuri di una piccola comunità.

 

La mia opinione

"La verità sul Caso Harry Quebert" è un discreto romanzo, ma sinceramente non all'altezza della grande esaltazione che ne è stata fatta. A mio modesto avviso, inoltre, risente di una scrittura un po' immatura ed egomaniaca.

Le prime 30 pagine fanno venire voglia di chiudere tutto e passare ad altro. Difficile dire se sia più irritante l'esagerata esaltazione del protagonista (il giovane talento che, al suo primo libro, viene esaltato da critica e pubblico, coperto d'oro, osannato come una star del cinema, ecc.) o i pietosi siparietti telefonici con la madre-macchietta. Se si riesce a superare quelle prime trenta pagine e a venire a patti con lo smisurato ego del protagonista, il romanzo scorre bene e "cattura". La storia d'amore non è molto credibile, ma funzionale a muovere un thriller abbastanza interessante.

Il contesto in cui si sviluppa la storia non è particolarmente originale - la piccola comunità che, sotto una patina di perbenismo e benessere, nasconde oscuri segreti -, ma c'è qualche personaggio azzeccato e ben costruito.

Il finale ci sta, ma è un po' deludente: la sensazione è che, scartate tutte le possibilità più probabili, Dicker abbia deciso di optare per quella meno scontata, ma anche meno emozionante. Avrebbe potuto osare di più con una scelta più complessa. Ha invece scelto un porto sicuro, ma meno interessante.

 

"La verità sul caso Harry Quebert" è una lettura di puro intrattenimento, leggera e coinvolgente. Non è all'altezza dei migliori gialli o thriller, ma si fa leggere. Se però lo si approccia pensando si trovare grande scrittura, colpi di scena, atmosfere e soprattutto personaggi indimenticabili, si resta delusi. Meglio partire con aspettative molto ridimensionate rispetto al clamore mediatico che ha accompagnato questo romanzo.

Modificato il 05 July 2024 17:07

"Il peccato più sciocco del diavolo è la vanità" (La ragazza nella nebbia - Donato Carrisi)

 

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Lyra Stark
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Inviato il 25 agosto 2020 13:13

Anche il film o miniserie era parecchio deludente. 


E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.

 

A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.

 

When the snows fall and the white winds blow,

the lone wolf dies, but the pack survives

 

Stark è grigio e Greyjoy è nero

Ma sembra che il vento sia in entrambi

 
 
What do they say of Robb Stark in the North?
They call him The Young Wolf
They say he can't be killed...
 
A thousand years before the Conquest, a promise was made, and oaths were sworn in the Wolf's Den before the old gods and the new. When we were sore beset and friendless, hounded from our homes and in peril of our lives, the wolves took us in and nourished us and protected us against our enemies. The city is built upon the land they gave us. In return we swore that we should always be their men. Stark men!

 

 
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Inviato il 26 agosto 2020 9:02

Concordo. L'ho letto perché lo osannavano come un capolavoro del giallo e invece a mio gusto è stato un romanzo mediocre che ho fatto fatica a finire. Soprattutto, avrebbe potuto essere raccontato meglio con la metà delle pagine.

Modificato il 05 July 2024 17:07

Questa è l'unica Odissea:  gli Argonauti partono in cerca della realtà per trovare, alla fine,

colui che la sta sognando. (Il pappagallo dalle sette lingue)

 

Flectere si nequeo superos, Acheronta movebo. ( Virgilio - Eneide )

 

Tutte le fini sono il mio inizio, tutti i cammini sono il mio sentiero.

(benedettini disertori)

 



 

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Phoenix
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Inviato il 26 agosto 2020 9:58

L'ho letto anche io, un po' trascinata dal grande successo mediatico anche della serie. Si fa leggere bene, ma arrivata alla fine, mi sono resa conto che mi ha lasciato ben poco, sia a livello di trama che di scrittura. Ho trovato banali entrambe, senza picchi degni di nota. 



Maya
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Inviato il 26 agosto 2020 10:17

Non è un libro "brutto" o scritto male. Questo no. Tuttavia, a mio avviso, non è tale da meritare l'entusiasmo generale che lo ha accompagnato. Detto questo, potrei comunque dare una chance all'ultimo romanzo di di Dicker, "l'enigma della camera 622", che potrebbe essere un'opera più "matura". Vedremo... :) 


"Il peccato più sciocco del diavolo è la vanità" (La ragazza nella nebbia - Donato Carrisi)

 

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Inviato il 26 agosto 2020 11:48

4321

di Paul Auster

 

Quante reali opzioni di vita ci sono in ciascun individuo? Infinite.

Archie Ferguson nasce a Newark (USA) il 3 Marzo 1947. Da quel punto in poi le possibilità "esplodono". Paul Auster sceglie di percorrere quattro differenti sentieri per raccontare l'infanzia, l'adolescenza e la prima maturità del suo protagonista. Ognuno dei quattro Ferguson è il frutto di diversi fortuiti accadimenti, svolte del destino, scelte personali che segnano deviazioni del percorso, puntando in direzioni differenti. I quattro personaggi sono così tutti diversi eppure sempre lo stesso Ferguson che, seguendo le linee imprevedibili del suo destino, si trova comunque a incrociare momenti e personaggi inevitabilmente incastrati nella sua esistenza.

 

Commento

"4321" è un romanzo "enorme" non solo fisicamente (sono circa 950 pagine). Racconta i primi vent'anni di vita di un uomo in quattro possibili sviluppi. L'idea "cosa sarebbe successe se..." non è certamente originale. Tuttavia, Auster la sviluppa in maniera eccezionale e molto personale. L'ambizione è infatti qui raccontare non solo le molteplicità dell'esistenza umana come frutto di differenti scelte personali o imprevedibili accadimenti esterni, ma soprattutto come infinite possibilità d'essere di una stessa singola individualità. I quattro Ferguson sono il frutto di percorsi che si sovrappongono solo a tratti. Le differenze contribuiscono a formare la personalità per cui i quattro personaggi descritti nel romanzo si comportano e reagiscono in maniera diversa in situazioni simili, hanno pensieri, sentimenti, persino orientamenti sessuali differenti. Eppure nella parte più profonda del suo essere, è sempre lo stesso Archie Ferguson semplicemente "modellato" dai momenti di vita vissuta.

 

"4321" è un romanzo esistenziale inserito in una cornice storica viva e palpitante: quella degli Stati Uniti d'America tra la fine degli Anni '40 e la fine degli Anni '60, il Paese del grande sogno americano all'indomani della Seconda Guerra Mondiale, ma anche delle illusioni infrante sulle barricate delle lotte per i diritti civili, degli scontri generazionali, del furore generato dalla Guerra del Vietnam. Il romanzo è dunque un esempio eccelso di "grande romanzo americano" che non celebra il contesto, ma piuttosto ne offre una visione critica.

 

La scrittura è magistrale, trascinante, palpitante. Con questo romanzo, Paul Auster si conferma una delle voci americane più grandi del nostro tempo e compie un ulteriore passo avanti nell'affrontare la tematica dell'evoluzione esistenziale dell'individuo.

 

Nonostante la mole imponente, "4321" è un libro che si legge facilmente e da cui è quasi impossibile staccarsi. L'intreccio scelto dall'autore e l'alternanza dei capitoli delle quattro storie possono effettivamente confondere il lettore (nessuno esclude comunque che si possa leggere prima la storia di Ferguson-1, poi quella di Ferguson-2 e così via). Tuttavia, la voce di ogni protagonista è così ben caratterizzata e "viva" che, andando avanti con la lettura, diventa praticamente impossibile confondere un Ferguson con l'altro.

 

In sintesi: un libro "potente", assolutamente da leggere e consigliato a chi è alla ricerca di una bella storia, scritta in maniera eccellente, perfettamente contestualizzata dal punto di vista storico-sociale. Indimenticabile.

Modificato il 05 July 2024 17:07

"Il peccato più sciocco del diavolo è la vanità" (La ragazza nella nebbia - Donato Carrisi)

 

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Euron Gioiagrigia
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Inviato il 04 ottobre 2020 16:15

La signora del lago di Andrzej Sapkowski

 

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Settimo e ultimo romanzo della saga di Geralt di Rivia (escluso il midquel La stagione delle tempeste, uscito molti anni dopo questo), è un romanzo che conferma e amplifica pregi e difetti stilistici e tematici dei romanzi precedenti. Da un punto di vista stilistico, assistiamo ad una narrazione sempre più frammentata, con continui salti spazio-temporali, e ad una moltiplicazione dei POV transitori, anche se quelli principali nel complesso non sono molti (Geralt, Yennefer, Ciri, Triss e qualcun altro). Dal punto di vista tematico, il romanzo rappresenta la perfetta chiusura del cerchio, visto che tutti i temi dei romanzi precedenti vengono affrontati: il senso di colpa, la responsabilità delle proprie scelte, la xenofobia nella società, il difficile rapporto tra vita "teorica" improntata all'etica e la vita "pratica" (mi chiedo se Sapkowki abbia letto o studiato Kant), il mondo che amaramente sembra cambiare ma in realtà non cambia affatto (non a caso si parla molto di circolarità temporale all'interno del romanzo). I difetti sono gli stessi dei tomi precedenti: una narrazione fin troppo intimistica, poco worldbuilding e un certo gusto che sperimenta l'autore ad anticipare vagamente nel bel mezzo del libro avvenimenti futuri, cosa che personalmente non mi è piaciuta.

In ogni caso riconosco a Sapkowski di aver creato una saga originale e molto coerente con sé stessa, che affronta temi etici importanti. Lo stile, tuttavia, avrebbe potuto essere meno "sfarinato" e maggiormente curato.

In ogni caso i capitoli che ho maggiormente apprezzato sono stati

quelli in cui Ciri viaggia nel Multiverso, capitoli ricchi di atmosfera.

Poco chiaro invece

il destino di Geralt, che dopo essere stato in fin di vita si ritrova in una specie di Paradiso insieme alla sua amata Yennefer, la quale poco prima aveva esaurito le forze nel tentativo di guarirlo dalle ferite. Personalmente, lo considero morto, e considero quello che vede frutto di un'allucinazione pre mortem.

 

Voto: 7

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Lyra Stark
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Inviato il 06 ottobre 2020 14:08

Complice tempo un po' così è palinsesto TV carente mi sono messa a rileggere Sfera di Michael Crichton. 

Non ricordavo che fosse così tanto diverso dal film!!

Comunque presto lo avrò finito e posto la recensione. Anzi, magari recensisco entrambi.


E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.

 

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Euron Gioiagrigia
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Inviato il 06 ottobre 2020 14:18
9 minutes fa, Lyra Stark dice:

mi sono messa a rileggere Sfera di Michael Crichton. 

 

Stai leggendo il mio romanzo preferito in assoluto. L'avrò letto almeno tre volte, e lo considero un perfetto cocktail tra temi filosofici, spettacolo (in senso letterario, ovviamente) ed equilibrio di trama. Crichton sapeva davvero scrivere...

Il film l'ho visto anch'io, ma è piuttosto carente rispetto al libri, nonostante il cast importante.


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Lyra Stark
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Inviato il 06 ottobre 2020 18:59

Più che altro è parecchio diverso.

A presto un confronto dettagliato!


E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.

 

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Inviato il 12 ottobre 2020 15:49

Eccoci qua:

Come anticipato ho ripreso in mano dopo tantissimo tempo

Sfera di M. Crichton.
Ora che ho finito di leggerlo e lasciato sedimentare passo a scrivere le mie impressioni.
Premetto intanto che lo avevo giá letto tantissimo tempo fa e che ho visto anche il film più volte cosicché si era creato nel mio immaginario un mescolone tra i 2 ^^".
Qui analizzo il libro inserendo però anche delle inevitabili considerazioni rispetto al film e magari farò un commento al film con le differenze dal libro in Myr.

NB sotto spoiler ho messo gli spoiler appunto da libro e film.

Dunque libro che appartiene alla sacra quartina di Crichton con Andromeda (con cui ha moltissimi punti in comune in primis la situazione claustrofobica), Congo e Jurassic Park. Se vogliamo in ognuno di essi dominano certi aspetti scientifici (astrofisica e medicina/antropologia, archeologia e informatica/ paleontologia a ingegneria genetica. Qui quello fisico/astrofisico e psicologico. La cosa interessante è che per sviscerarlo e parlarci di buchi neri il buon Michael ci porta in fondo al mare. Geniale!
Il romanzo è organizzato a parti, presentato come una vicenda realmente accaduta come d'abitudine per l'autore, e molto incalzante. Noto anche come al solito una parte finale molto "tirata" e eroistica al limite dell'improbabile nonostante le premesse iniziali.
In generale credo che Crichton sia un maestro nel costruire la vicenda e regga molto bene fino a metà della trama. Forse della sacra quartina questo è il libro che si sgonfia prima, difatti per me il difetto principale rispetto al film 

Sta nel fatto che viene fatto intendere e poi proprio rivelato abbastanza presto che non c'è niente di alieno nell'astronave. Se vogliamo nel film hanno fatto delle modifiche per cui la scoperta avviene con altre dinamiche e quindi la tensione rimane alta per più tempo e la scoperta ha un impatto senza dubbio più consistente.

Per contro però mi è piaciuto il modo in cui viene trattato l'aspetto psicologico (come disciplina) che non è mai invadente o pedante (ma Crichton non lo è mai, un suo pregio), così come ho molto apprezzato 

Le possibili spiegazioni su cosa sia la sfera, che nel film per contro non vengono mai date. Sappiamo inoltre attraverso Norman più o meno che cosa accade nella sfera, elemento che sgonfia l'alone di mistero attorno a questo manufatto ma rappresenta un punto di onestà da parte dell'autore che poteva scegliere di mantenere il mistero o inventarsi qualcosa di troppo new age. Invece sceglie una soluzione credibile che non stona rispetto al contesto.

Anche il resto della trama regge abbastanza bene salvo qualche cambiamento che invece ho apprezzato di più nel film

Per esempio non si capisce alla fine se c'è mai stato un equipaggio e quale fosse il vero scopo dell'astronave - nel film questo punto è inserito e ben reso.

Non è neanche ben chiaro sempre chi fosse il responsabile

delle manifestazioni e da un certo punto in poi chi fosse entrato nella sfera e le conseguenze.

Se devo muovere qualche critica rispetto al film ho trovato i personaggi poco approfonditi, laddove nel film vengono fin troppo caratterizzati, e in generale un ritmo un po' più lento e forse anche meno chiarezza in certi frangenti (vedi sopra).
Resta comunque il fatto che per come viene presentata la vicenda il film pare quasi un'altra storia alla fine ^^'


E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.

 

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They say he can't be killed...
 
A thousand years before the Conquest, a promise was made, and oaths were sworn in the Wolf's Den before the old gods and the new. When we were sore beset and friendless, hounded from our homes and in peril of our lives, the wolves took us in and nourished us and protected us against our enemies. The city is built upon the land they gave us. In return we swore that we should always be their men. Stark men!

 

 

Euron Gioiagrigia
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Euron Gioiagrigia
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Inviato il 12 ottobre 2020 19:34

Riguardo il difetto rispetto al film

credo che la Sfera sia di origine aliena e raccattata mentre fluttuava nello spazio dall'astronave, ma in ogni caso non conta tanto la sua origine, quanto tutta la metafora dell'inconscio. Non a caso Crichton lascia questo punto volutamente irrisolto.

Riguardo l'ultimo dubbio

credo che il responsabile di quelle particolari manifestazioni fosse Harry, e comunque tutti e solo i quattro scienziati protagonisti sono entrati nella Sfera, altri responsabili non possono esistere.

Il film lo ricordo vagamente ma non mi era piaciuto. Molto meglio il libro, davvero intrigante e profondo pur nella sua prosa scorrevole.


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Inviato il 13 ottobre 2020 8:38

Grazie Lyra! Libro magnifico, certamente tra i miei preferiti di sempre. Non ricordavo grossissime differenze rispetto al film a dire il vero, anzi mi é sempre parso un adattamento molto fedele, anche se non perfettamente riuscito.

 

Cita

Sta nel fatto che viene fatto intendere e poi proprio rivelato abbastanza presto che non c'è niente di alieno nell'astronave

 

Io credo che Crichton voleva raccontare una certa storia e forse non si é completamente reso conto che invece questa era la parte davvero intrigante, e l'ha risolta troppo rapidamente. 

 

Concordo sui personaggi forse poco approfonditi, ma Crichton non eccelle in questo (rileggendo molti suoi libri da adulto mi sono trovato a pensarlo). Possono essere interessanti, ma non proprio eccezionali. Lo adoro invece nelle scene di azione, credo che sappia rendere benissimo il ritmo frenetico (e JP, in questo, l'ho amato particolarmente) e, ovviamente, la capacitá di rendere le premesse scientifiche (perlomeno nei primi libri).

 

 


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Inviato il 14 ottobre 2020 16:53

Sì con quella patina di credibilità davvero verosimile, tanto che da piccola quando ho letto i suoi libri vedendo quelle relazioni e grafici etc. ero rimasta molto sorpresa dell'illusione che riusciva a creare con questi espedienti.

 

Il 12/10/2020 at 19:34, Euron Gioiagrigia dice:

Riguardo il difetto rispetto al film

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credo che la Sfera sia di origine aliena e raccattata mentre fluttuava nello spazio dall'astronave, ma in ogni caso non conta tanto la sua origine, quanto tutta la metafora dell'inconscio. Non a caso Crichton lascia questo punto volutamente irrisolto.

Riguardo l'ultimo dubbio

  Nascondi Contenuto

credo che il responsabile di quelle particolari manifestazioni fosse Harry, e comunque tutti e solo i quattro scienziati protagonisti sono entrati nella Sfera, altri responsabili non possono esistere.

Il film lo ricordo vagamente ma non mi era piaciuto. Molto meglio il libro, davvero intrigante e profondo pur nella sua prosa scorrevole.

 

Rispondo agli spoiler con altri spoiler ^^"

Il primo

teoricamente questo è quello dato per assodato nel film, mentre nel libro effettivamente non si capisce la sua origine. Diciamo che si intuisce possa essere per il 90% aliena ma viene anche ventilato possa provenire dal futuro in cui ci sono tecnologie più avanzate - di fatto non si spiega neanche lo scopo dell'astronave. Nel film invece è chiaro dai diari di bordo che l'astronave fosse in missione e abbia raccattato la palla, poi successivamente sia incappata in un evento sconosciuto ovvero incappati nel buco nero (che verosimilmente li porterà poi sul fondo dell'oceano in un tempo diverso). Nel libro pare che lo scopo della nave fosse indagare un buco nero invece. Tuttavia è anche strutturata in modo peculiare. Forse una sorta di astronave col compito di indagare i misteri dell'universo.

Però non è chiarissimo. 

 

Riguardo sempre la sfera, non si sa se sia un "oggetto" o bella anche l'ipotesi che sia una forma di vita per quello che si sa perduto nello spazio, lasciato lì per essere trovato ma soprattutto, ed era quello su cui mi soffermavo, vengono fornite ipotesi sui motivi dietro all'eventuale scopo in questo senso. La sfera è stata semplicemente perduta o lasciata/inviata nello spazio al pari dei nostri dischi d'oro per un contatto tra civiltà e ha quindi la capacità di mettere alla prova chi la trova (se ha un'evoluzione sufficientemente avanzata sarà un beneficio, altrimenti potrà rivelarsi un pericolo), oppure ancora è un'arma? E' molto intrigante tutta questa parte, come il fatto che spesso siamo portati a pensare che una civiltà aliena avrebbe scopi pacifici, mentre questo non è così scontato. 

Una delle ipotesi più suggestive è quella secondo cui conterrebbe un enzima in grado di ampliare i poteri del nostro inconscio, che tutto sommato è una spiegazione verosimile.

 

Riguardo al secondo

nel film è chiarissimo come tutti e 4 siano entrati nella sfera da subito. Si vedono proprio i filmati a un certo punto.

Nel libro invece pare che Norman ci entri solo alla fine per ottenere il potere di contrastare quello di Beth. Lei dice che lui era già entrato nella sfera ma di fatto non si capisce. E' vero però che alcuni episodi farebbero pensare che le materializzazioni non siano solo opera di Harry. Lui potrebbe aver generato il calamaro, ma tutti gli altri non sarei così convinta fossero opera sua. Sicuramente l'attacco di meduse si rifà a Norman che appunto racconta poi l'episodio.

Beth sostiene che sia proprio Norman da subito l'artefice di tutto suggestionato dal calamaro di Harry, così come delle conversazioni. Jerry non sarebbe Harry ma sarebbe Harrison il secondo nome di Norman. 

E' vero però che anche l'attacco dei serpenti si rifarebbe di più a Beth, e insomma, secondo me nel libro non si capisce chi fa cosa e soprattutto se è vero che è tutta colpa di Norman dall'inizio. Non che sia un difetto, ma lo sottolineo solo per curiosità.

Nel film invece la parte in cui il responsabile potrebbe essere solo Norman mi pare sia totalmente assente.

Ma di questo e altri cambiamenti inutili parlerò nell'analisi del film in Myr quando la posto.

 


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Inviato il 14 ottobre 2020 17:10

Io credevo che la ragione per il viaggio dell'astronave fosse proprio 

entrare nel buco nero: infatti Barnes introduce le proprie competenze ingegneristiche analizzando la struttura interna della nave, che reputa molto leggera ma estremamente resistente. Potrei sbagliare di grosso peró, sono anni che non lo rileggo...

 


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