47 minutes fa, Oathkeeper dice:l'autore incredibilmente ha scritto in carcere. C
E tra l'altro a un certo punto racconta (oppure l'ho letto... non ricordo) che l'ha iniziato sei volte perché in carcere gli hanno più volte buttato via le pagine su cui aveva già lavorato. Ora mi hanno regalato il seguito che non so se riuscirà a ripetere la "magia", ma se non altro chiarirà cosa è accaduto dopo.
Approfitto per un altro commento (ne ho accumulati parecchi in questi mesi):
The Nevernight Chronicles (Mai dimenticare - I grandi giochi - Alba oscura) di Jay Kristoff
Trama:
Mia Corvere ha solo dieci anni quando suo padre, caduto in disgrazia, viene giustiziato pubblicamente dai suoi avversari politici, mentre sua madre e suo fratello sono rinchiusi in un'oscura prigione da cui nessuno ha mai fatto ritorno. Scampata lei stessa per un soffio alla morte, Mia viene accolta da Mercurio, un assassino che vive sotto le mentite spoglie di un umile bottegaio e che le farà da padre e da maestro.
"Mai aver paura. Mai tirarsi. E mai, mai dimenticare": nella testa di Mia riecheggiano le parole dell'ultima e più preziosa lezione impartitele dalla madre. Per far fede a una tacita promessa di sangue fatta nei giorni della rovina della sua famiglia, Mia dovrà imparare a governare il suo innato potere oscuro, ma anche affinare con pratica e dolorosa esperienza le sue doti di assassina. Il suo destino è però molto più grande e le consegnerà un obiettivo più difficile e ambizioso della vendetta personale.
La mia opinione:
La trilogia Nevernight è una di quelle opere letterarie che o si amano o si odiano, ma la cui originalità è comunque impossibile negare. A rendere indimenticabili i tre libri degli "Accadimenti di Illuminotte" è la penna di Jay Kristoff. Lo scrittore australiano ha infatti un modo molto personale di raccontare, rivolgendosi spesso direttamente al lettore in un "gioco di sguardi e di intese" che aumentano il coinvolgimento e la partecipazione, intervenendo spesso a pie' di pagina con note che, pur non contribuendo a mandare avanti la vicenda, contribuiscono ad arricchire ed esplodere ulteriormente il world building.
C'è un che di "trash" nella narrazione: le scene di violenza, di sesso, ecc. sono quasi sempre esagerate. Tuttavia, è un effetto assolutamente voluto e ricercato che per questo, a mio avviso, non stona e può piacere.
Lo stile di scrittura è poi molto immaginifico. Kristoff è abilissimo nel costruire e far visualizzare la scena in tutte le sue parti. E' interessante e originale anche il modo in cui le scelte tipografiche (font, maiuscolo, ecc.) sono spesso funzionali alla narrazione o alla caratterizzazione dei personaggi.
Personaggi
Dai principali ai secondari che calcano anche molto poco la scena, tutti i personaggi sono molto vivi e ben definiti. Hanno motivazioni chiare e verosimili e tratti distintivi che non ne fanno mai delle "macchiette".
Tra tutti spicca ovviamente la protagonista, Mia Corvere. I primi paragoni che vengono in mente sono quelli con Beatrix Kiddo (Kill Bill) o Aria Stark. Mia Corvere rientra sicuramente nello stereotipo della "badass" e dell'assassina spietata in cerca di vendetta. Rispetto alle due citate, Mia è però meno "quadrata" e decisamente poco prevedibile. Nonostante lei stessa indichi continuamente nella vendetta la sua unica motivazione all'azione, è evidente che non sempre è così.
World building
Il mondo di Nevernight è, a mio parere, un'altra delle carte vincente dei libri. Lo scenario su cui si muove la vicenda è molto originale nonostante gli echi ad ambientazioni storiche reali che comunque offrono al lettore le coordinate per esplorare con la mente un universo ricco di luoghi e dettagli. L'ispirazione più evidente è quella all'Impero Romano da cui Kristoff ha preso ad ampie mani per la definizione del sistema politico-sociale. Ma ci sono anche richiami piuttosto chiari alla Venezia rinascimentale e alla pirateria caraibica del XVII secolo.
Sistema magico
La magia è un elemento importante, ma non diffuso. La componente più interessante riguarda la figura dei tenebris, categoria cui appartiene la protagonista. I tenebris sono essere umani dotati di un potere molto particolare che consente loro di utilizzare le ombre in molti modi (che non vi descrivo per non spoilerare troppo). Non solo. I tenebris possono ospitare nella propria ombra dei demoni che possono assumere una forma definita e dialogare con il proprio ospite. Nell'ombra di Mia viaggia fin dall'infanzia l'umbragatto Messer Cortese. Quest'ultimo è anche uno dei personaggi meglio riusciti della saga. E' una sorta di Grillo Parlante (Pinocchio) oppure di daimon (Queste Oscure Materie), ma molto più irriverente, ironico e impertinente. Gli scambi tra lui e Mia e tra lui e molti altri personaggi sono tra le parti più divertenti, ma anche toccanti dei tre libri.
I demoni che viaggiano nell'ombra di un tenebris assolvono, però, anche un'altra preziosa funzione: divorano la paura del proprio ospite. Se da un lato questo aiuta i tenebris e in particolare Mia a trovare coraggio, ma anche empatia e altruismo nelle situazioni più disperate, dall'altro implica ilnon affrontare mai davvero le proprie paure e non sviluppare capacità o esperienza sufficienti per superarle.
Conclusioni
La saga Nevernight è sicuramente qualcosa che vale la pena di leggere se si ama il fantasy, ma si cerca qualcosa di un po' diverso dal canone in termini di linguaggio, world building e personaggi. Si tratta di una vicenda che può risultare un po' "forte" - onestamente non capisco come si possa considerarla letteratura YA - a tratti anche un po' "sopra le righe", per cui probabilmente non adatta a chi preferisce uno stile più tradizionale e non apprezza gli eccessi.
Good Omens - Terry Pratchett e Neil Gaiman
Trama
Dall'alba dei tempi (letteralmente) l'angelo Azaphrael e il diavolo Crowley percorrono le pagine dalla storia umana, facendo ognuno la propria parte nel bilanciare Bene e Male. Dopo millenni finiscono con lo stringere un più o meno esplicito patto di non belligeranza, instaurando anche un'improbabile "amicizia".
Ora però tutto questo sta per finire perché nelle "Alte Sfere" hanno deciso che il Momento è giunto. Sulla Terra è arrivato il neonato Anti-Cristo che, compiuti undici anni, farà scattare l'Apocalisse. Azaphrael e Crowley, però, non sono ancora pronti per imbracciare le armi, ma soprattutto si sono affezionati al loro ménage terrestre e persino al genere umano. Ignorando i divini desiderata e gli ordini dei rispettivi superiori, i due improbabili alleati faranno di tutto (e spesso tutto molto male) per scongiurare la fine del Mondo e salvare l'umanità dalla catastrofe.
La mia opinione
Good Omens è un libro divertentissimo che parte da un'idea dissacrante, cioè che Bene e Male in realtà giochino un'eterna partita a scacchi con il destino del Mondo, guidati più dai protocolli che non da radicati principi e convinzioni.
Il libro offre una carrellata di personaggi straordinari, irriverenti e molto poco probabili come eroi e come villain. Il tutto è inoltre pervaso da un'ironia tipicamente British che spinge a riflettere non solo sulle credenze metafisiche e spirituali alla base della religione cristiana, ma sulla stessa natura umana e sulle reali responsabilità dell'essere umano.
La scrittura, affidata a due maestri, è impeccabile e vi si riconoscono i contributi stilistici di entrambi gli autori.
Good Omens è un libro consigliassimo a chi è alla ricerca di una lettura divertente (ci sono momenti in cui si ride davvero di gusto), ma non semplicemente "comica". Fondamentale qui non prendersi troppo sul serio e magari mettere da parte la propria confessione religiosa per calarsi in una storia fantastica, ma anche profondamente critica.
Nota a margine
Da questo romanzo è stata tratta una - a mio avviso - riuscitissima serie disponibile su Prime TV.
22 hours fa, Maya dice:Nota a margine
Da questo romanzo è stata tratta una - a mio avviso - riuscitissima serie disponibile su Prime TV.
Il libro l'ho comprato ad una bancarella di usato ma ancora devo leggerlo. Comunque ho visto la serie tv e devo dire che è stata davvero divertente da guardare, soprattutto grazie alla magistrale interpretazione dei due protagonisti, perfettamente calati nella parte.
Questa è l'unica Odissea: gli Argonauti partono in cerca della realtà per trovare, alla fine,
colui che la sta sognando. (Il pappagallo dalle sette lingue)
Flectere si nequeo superos, Acheronta movebo. ( Virgilio - Eneide )
Tutte le fini sono il mio inizio, tutti i cammini sono il mio sentiero.
(benedettini disertori)
14 minutes fa, Oathkeeper dice:ho visto la serie tv e devo dire che è stata davvero divertente da guardare, soprattutto grazie alla magistrale interpretazione dei due protagonisti, perfettamente calati nella parte.
Sono completamente d'accordo. Il libro è ancora più divertente, a mio parere (non perderti le note a pie' di pagina: alcune fanno scassare!). Leggendolo mi figuravo Azaphrael e Crowley come Micheal Sheen e David Tennant e ridevo ancora di più.
Il 5/8/2020 at 09:41, Oathkeeper dice:Shantaram è un gran bel romanzo, scorrevole e offre un punto di vista onesto su una storia sicuramente "romanzata" ma vera, che l'autore incredibilmente ha scritto in carcere. Che vita che ha vissuto.
Pensare invece che io Shantaram lo odio. Raramente ho provato una simile avversione per un libro, e non riesco a capire perché. Voglio dire, non mi aspettavo che mi piacesse più di tanto perché quel genere di polpettone non è mai stato nelle mie corde, ma mi ha proprio irritato, mi ha fatto inc***are. Lo stesso sentimento che mi evoca un altro bestseller inspiegabilmente considerato un capolavoro letterario, I pilastri della terra.
Dal mio punto di vista condividono entrambi lo stesso difetto: adoperano furbescamente una presunta "profondità" di contenuti (una ricostruzione storica ben documentata, il pathos esotico dell'India che tira sempre) per contrabbandare una storia inverosimile e devota a tutti i clichè che tirano nella letteratura americana d'evasione. I Pilastri, se non altro, sono riuscita a finirlo. Shantaram no, l'ho mollato a mezzo. Dell'India mi piace quando ne scrivono gli indiani (I Figli della mezzanotte e Il Dio delle piccole cose, in particolare, sono due capolavori) ma gli occidentali li metterei a fuoco. Tollero solo Lapierre, quando non ricicla troppe volte lo stesso aneddoto
1 hour fa, Pongi dice:adoperano furbescamente una presunta "profondità" di contenuti (una ricostruzione storica ben documentata, il pathos esotico dell'India che tira sempre) per contrabbandare una storia inverosimile e devota a tutti i clichè che tirano nella letteratura americana d'evasione.
Per quanto riguarda i Pilastri della Terra (e tutti i libri di Follett) non mi pare sia mai stato fatto mistero della sua reale "importanza" a livello letterario e artistico. Sono appunto letteratura d'evasione americana (come anche Martin).
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Ma infatti a me il Follett degli inizi piaceva. Letteratura d'evasione ma ben confezionata, thriller avvincenti, dal ritmo serrato e di dimensioni contenute. Che a un certo punto si sia montato la testa e abbia tentato il salto di qualità con questo tomazzo ci sta, ci sta pure che sia stato un successo editoriale, ma ti garantisco che conosco un sacco di gente che lo considera un capolavoro della letteratura di ogni tempo e questo mi lascia francamente esterrefatta
E che non lo so? anche se secondo me nel suo settore è un esempio onesto e mantiene le sue premesse.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
La torre della rondine di Andrzej Sapkowski
Sesto romanzo della saga di Geralt di Rivia, è quello finora più "sfarinato", con continui salti temporali tra passato, presente e futuro e continui cambi di POV e prospettive. Narrato sostanzialmente come un lungo flashback (Ciri narra la sua storia all'eremita Vysogota di Corvo), ha il merito di sbrogliare i principali nodi della storia e preparare al gran finale. Tuttavia non mi ha preso moltissimo: l'eccesso di dialoghi è evidente e dimostra che all'autore preme più entrare nella psicologia dei personaggi e affrontare tematiche morali che costruire un universo narrativo degno di questo nome. Il che non è necessariamente una cosa cattiva, ma per uno fissato con il worldbuilding come me, costituisce un limite.
Voto: 6,5
E' FATTA!
Dopo non so quanti anni finalmente ho ultimato di leggere un nuovo libro, Le montagne della Follia, di Lovercraft.
Ammetto che non vado matto per il suo stile, nei 2 suoi libri che ho letto, e che l'ho finito solo perchè breve. In prima persona, senza dialoghi, molte descrizioni che indulgiano su quello che il protagonista "prova" nel visitare certi luoghi, emozioni e sensazioni mica sempre giustificate dalle descrizioni oggettive che da. Un pò 'na noia. Ma l'universo che Lovercraft ha creato, in questo periodo, mi suscita curiosità, e penso che lo approfondirò.
Fun fact: ho terminato il libro il 19 agosto. Subito dopo ho scoperto che il compleanno di Lovercraft è il 20 agosto.
Fun fact 2: il 20 agosto è il giorno della mia iscrizione alla Barriera. Che sia un segno degli Antichi?
Lovecraft è uno di quegli scrittori che mi ha sempre suscitato curiosità, e di cui avrei voluto leggere almeno i suoi libri più famosi, ma per un motivo o per un altro non ho mai portato a compimento tale intenzione. Sarà che sono respinto dal suo stile narrativo, che è invecchiato malissimo.
In compenso ho visto Il seme della follia di John Carpenter, che è un film lovecraftiano fino al midollo.
44 minutes fa, Euron Gioiagrigia dice:In compenso ho visto Il seme della follia di John Carpenter, che è un film lovecraftiano fino al midollo.
Beh, è risaputo che Lovercraft è uno degli scrittori a cui si ispira King
Non vorrei sbagliarmi, ma il film da me citato non c'entra nulla con King. Dovrebbe essere tutta farina del sacco di Carpenter.
Il 22/8/2020 at 20:25, Euron Gioiagrigia dice:
In compenso ho visto Il seme della follia di John Carpenter, che è un film lovecraftiano fino al midollo.
Questo film riesce a ancora oggi a lasciarmi un senso profondo di malessere ogni volta che lo guardo, un cult.
Questa è l'unica Odissea: gli Argonauti partono in cerca della realtà per trovare, alla fine,
colui che la sta sognando. (Il pappagallo dalle sette lingue)
Flectere si nequeo superos, Acheronta movebo. ( Virgilio - Eneide )
Tutte le fini sono il mio inizio, tutti i cammini sono il mio sentiero.
(benedettini disertori)
Il 22/8/2020 at 21:13, Euron Gioiagrigia dice:Non vorrei sbagliarmi, ma il film da me citato non c'entra nulla con King. Dovrebbe essere tutta farina del sacco di Carpenter.
WHAAAT???
Ero assolutamente convinto che fosse tratto da un romanzo di King, mentre invece hai ragione: è una storia originale ispirata a Lovercraft