Ho iniziato a vedere la miniserie tv Netflix La regina degli scacchi (in originale The Queen's Gambit) tratta dal romanzo di Walter Tevis e creata da Scott Frank e Allan Scott. Per ora ho visto solo il primo episodio ma mi è piaciuta la delicatezza e la classe registica con cui viene affrontata la difficile infanzia in orfanotrofio della protagonista. Gli ambienti sono oscuri, spogli, e l'unico raggio di luce per la protagonista è giocare a scacchi con il custode. Anche il tema
della dipendenza dai tranquillanti, che poi diventerà dipendenza da psicofarmaci
sembra essere sviluppato piuttosto bene.
Sono arrivato alla 1x04 di The Queen's Gambit e ho sensazioni contrastanti. Da una parte la serie tv è diretta con grande classe ed eleganza registica, con preferenza per i lunghi piani sequenza e ottime musiche, ma dall'altra parte avverto una sensazione di freddezza generale nello show, anche nei momenti più drammatici come SPOILER 1X04
la morte della madre adottiva di Beth, dovuta al suo alcolismo.
Alcune scelte di trama sono incongruenti come il fatto
che Beth sia stata adottata per volere soprattutto del signor Wheatley che però pare fin dall'inizio disinteressarsi di lei e poi divorzia (anche se tale momento non viene neanche mostrato) e se ne va lontano per lavoro.
Nel complesso lo show mi soddisfa parzialmente, ma chiaramente mi mancano tre puntate e lo finirò.
Vista ieri la 5 di Mandalorian. Devo dire che questa mi ha lasciato un pò deluso, è sembrata volare e si è conclusa senza avermi soddisfatto davvero molto. Ovviamente, ottime sempre le atmosfere (merito della formidabile tecnologia impiegata per l'illuminazione) ma mi è parsa avere poca carne al fuoco. Anche la regia l'ho trovata meno interessante ed inizia ad essere un pò ripetitivo il modulo "a tre": Mando->Baby Joda->altro personaggio.
Rimane cmq molto positivo il giudizio generale.
Ho finito di vedere The Queen's Gambit. Confermo l'impressione di una serie tv di qualità, girata molto bene tecnicamente ma fredda, in cui è difficile entrare in empatia con qualsiasi personaggio.
Due scene dell'ultima puntata sono però da antologia:
- Beth che rifiuta l'aiuto della Christian Crusade, quando vede quanto sono ammantati di fanatismo;
- Beth che alla fine batte Borgov, dopo una partita lunga e sofferta.
In generale comunque mi stupisco
di come Beth, una volta che incontra Jolene e passa al vecchio orfanotrofio, riesca a superare tanto facilmente le sue dipendenze, cosa che di solito richiede anni. È proprio il caso di parlare di sospensione dell'incredulità.
Nel complesso do alla serie un 8, ma sinceramente mi stupisce che in Italia stia avendo tutto questo successo, anche perché gli scacchi dopo tutto sono uno sport di nicchia.
16 minuti fa, Euron Gioiagrigia ha scritto:
Non soltanto in Italia: è la miniserie netflix più vista di sempre, numero 1 in 63 paesi.
Intanto il mitico David Lynch sta lavorando su una miniserie per Netflix di nome Unrecorded Night. Non vedo l'ora di vederla.
https://www.screenmovie.it/tv/netflix/unrecorded-night-david-lynch/
Vogliamo una società socialista che corrisponda alle condizioni del nostro paese, che rispetti tutte le libertà sancite dalla Costituzione, che sia fondata su una pluralità di partiti, sul concorso di diverse forze sociali. Una società che rispetti tutte le libertà, meno una: quella di sfruttare il lavoro di altri esseri umani, perché questa libertà tutte le altre distrugge e rende vane.
Enrico Berlinguer
What is honor compared to a woman's love? What is duty against the feel of a newborn son in your arms… or the memory of a brother's smile? Wind and words. Wind and words. We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.
George R. R. Martin (A Game of Thrones)
The measure of a life is a measure of love and respect,
So hard to earn, so easily burned
In the fullness of time,
A garden to nurture and protect
It's a measure of a life
The treasure of a life is a measure of love and respect,
The way you live, the gifts that you give
In the fullness of time,
It's the only return that you expect
Neil Peart (The Garden)
Ernest Hemingway once wrote, ‘The world is a fine place, and worth fighting for.’ I agree with the second part.
Andrew Kevin Walker (Seven)
In this game that we’re playing, we can’t win. Some kinds of failure are better than other kinds, that’s all.
George Orwell (Nineteen Eighty-Four)
Interessante. Lynch non dirige più un film dal 2006 e l'ultima serie tv che ha fatto è stata la S3 di Twin Peaks, di certo un lavoro controverso. Potrei decidere di vedere il suo nuovo lavoro quando esce, anche se ci vuole di solito uno stomaco robusto per vedere i prodotti del buon David.
Vista la prima stagione di due serie "minori", Barkskins del National Geographic e Warrior Nun di Netflix, mi hanno convinto molto più di altri e più blasonati prodotti, sicuramente vedrò anche la S2 (chissà quando...)
The Mandalorian proprio non mi sta entusiasmando, al netto della 2*5 (per altro decisamente "spuria") ho trovato tutto piatto come l'encefalogramma di una mummia.
Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.
Per il momento è stata più che altro un gigantesco spot per le nuove serie in arrivo (Ahsoka e Rangers of the new repubblic in primis), vediamo quanto l'ultimo episodio riuscirà a fare andare avanti la trama.
Come ogni Natale rinnovato l'abbonamento a Netflix mi sto guardando mezzo catalogo.
In primis recuperata doverosamente la quarta stagione di The Crown. Sontuosa come sempre, la quarta stagione mi ha convinto molto più della terza grazie a scelte di casting azzeccate aka la nuova Lady Diana che compensano quelle piuttosto deludenti dei personaggi Big già visti nella terza qui più defilati, es. Margareth. Non so bene cosa pensare della Thatcher di Gillian Anderson, francamente non so tanto di lei però ne è uscita una specie di caricatura. Era lei davvero così stramba nel muoversi e nel parlare? In genere su questi dettagli però sono piuttosto fedeli.
Devo dire che si nota sempre di più il cambiamento del compositore della colonna sonora e un po' mi dispiace.
Sicuranenge presto vorrei vedere The old guard e Bly Manor, sperando non mi faccia troppa inquietudine.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Adesso, Lyra Stark ha scritto:francamente non so tanto di lei però ne è uscita una specie di caricatura. Era lei davvero così stramba nel muoversi e nel parlare?
Io la Tatcher ce l'ho presente per via di qualche intervista o documentario, ma anche se l'intrepretazione della Anderson l'ho trovata eccezionale, sotto quei punti di vista non è molto fedele.
Esatto, l'attrice comunque brava ma resta quell'effetto di forzato e posticcio che a volte fa sembrare il personaggio ridicolo. Cosa che invece non accadeva con Churchill, il migliore mai visto su schermo.
Ah e ovviamente grande giubilo per il ripescaggio della grandiosa Claire Foy nell'episodio 8.
Ad ogni modo stagione 4 che a differenza della 3 molto noiosa, è densa di avvenimenti. Mi è piaciuto che abbiano dedicato interi episodi a eventi meno "noti" come la visita notturna alla Regina o il mistero delle 2 cugine piuttosto che sottolineare troppo Carlo e Diana o eventi più mainstream come le nozze di Andrea (appena accennate). Di certo anche in questo caso ne esce un ritratto di Carlo impietoso, probabilmemte perchè a conti fatti non ci sono scuse che tengano, mentre stando a quanto si dice rispetto alla realtá la Regina viene sempre salvata in corner.
Regia una spanna (anche 2/3) sopra a tutto quanto si vede sullo schermo da anni. Anche in un solo episodio si notano soluzioni creative davvero interessanti e ben fatte con una cura quasi maniacale per i dettagli.
MAESTOSO
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
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Ma sembra che il vento sia in entrambi
Sì, come ho scritto anche io nel rapporto con Diana Carlo ne esce come un povero cojonazzo (specialmente quando le rinfaccia che la sua popolarità fa soffrire la povera Camilla), ma la serie mostra come anche lui, come la moglie (e come il padre, e la zia e perfino la nonna) sia incastrato in una famiglia che non è una famiglia, ma anche un'istituzione, e l'istituzione deve funzionare per forza, la famiglia può anche andare a gambe all'aria. La differenza tra Carlo e Diana è che lei è appena arrivata (anche se la serie copre i primi sei o sette anni di matrimonio, credo), e certe cose deve ancora metabolizzarle, Carlo invece c'è nato, in quel circo, e sta iniziando a cedere (e a desiderare di cedere del tutto). Quindi non si riesce ad essere completamente contro di lui, benchè Diana sia diventata un'icona non solo di stile, ma anche di quanto l'ambiente reale l'abbia soffocata come persona.
5 ore fa, Menevyn ha scritto:Carlo ne esce come un povero cojonazzo
Forse perchè comunque la si giri alla fine quello è e quello rimane... anche in questa serie cercano in parte di fornirgli delle giustificazioni, ma la realtà è quella che gli sbatte in faccia la Regina durante uno dei loro colloqui: riesce solo a pensare a sè stesso e a lamentarsi di quanto è sfortunato.
Poi in generale come famiglia mettono un po' i brividi, empatia proprio zero. E' stato anche triste vedere come si rendessero conto dei problemi degli altri ma facessero finta di nulla perchè in genere sono invidiosi della popolarità altrui e questo è sempre accaduto:
Margareth verso Elizabeth, un po' anche la madre verso Elizabeth, poi Philip verso Elizabeth e poi ovviamente con l'entrata in scena di Diana che catalizza l'attenzione molti hanno da rammaricarsene.
Che poveracci.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
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Ma sembra che il vento sia in entrambi
Non capisco come si possa vedere una serie su una monarchia che non preveda almeno un regicidio.
Ho visto "Lovecraft Country", mi è piaciuta parecchio, non è priva di problemi, tutt'altro, ma vivaddio una roba ambiziosa, che dopo quella pallosissima trip down memory lane di The Mandalorian ci voleva proprio.
Lunga vita ad HBO.
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