Per gli errori, come detto può benissimo essere una cosa personale, ma escluderli a priori mi lascia dubbio; anche perché l'assenza di errori rilevanti è una cosa che si può constatare a posteriori, non decidere a priori. E, giusto per evitare equivoci, questo non esclude la possibilità d'assenza di errori rilevanti.
Comunque, non sto dicendo che oggi si avrebbero gli stessi problemi, con le stesse probabilità, degli anni Sessanta; ma dire che il progetto in scala, il progetto teorico, non ha mai sbagliato nel prevedere prestazioni e simili mi pare approssimato. Inoltre, vedi ciclo del torio, ancora oggi ci sono obiezioni in merito alla non sperimentazione oltre il laboratorio.
Oggi ci sono sicuramente strumenti di calcolo migliori, ma "migliori" non significa "perfetti", quindi la possibilità di deviazione della pratica dalla teoria c'è sempre. Magari minima, ma c'è.
Per le ruote, non era un problema di calcolo, ma di conoscenza inadeguata (ovviamente, prima di scoprirlo pensavano di sapere tutto quanto serviva).
Allora, per la terza volta, comparando i risultati numerici e quelli ottenuti dalle campagne sperimentali (lunghissime, ripetute e accurate...era materia militare) non ci sono differenze a livelli apprezzabili. Se vuoi contestare 60 anni di risultati puoi farlo, ma secondo me sbagli.
Stesso discorso per il progetto in scala, le previsioni e i risultati ottenuti sono uguali; puoi contestarlo, ma secondo me continui a sbagliare.
Il ciclo del Torio, che è ottimo, non è ancora andato oltre il laboratorio per questioni di tipo economico. Probabilmente si passerà direttamente ai reattori veloci ma, se il problema è un "tubo che si stacca per le vibrazioni" non è certo dovuto al fatto che il ciclo Torio 232/ Uranio 233 non vada bene. Semmai il tubo è stato realizzato male, ma questo è un problema di tipo diverso.
Il calcolo non è perfetto e non lo sarà mai in nessuna materia. Ma ho la precisione necessaria per trattare il mio problema; il problema è lineare e quindi gli effetti catastrofici e destabilizzanti tipici delle non linearità non ci sono. Se supponiamo un errore di diciamo 1 su 100 milioni, allora il mio risultato sarà diverso da quello previsto per una parte su 100 milioni. E' perfetto? No. E' sufficientemente vicino al risultato perfetto? Se la precisione che voglio è inferiore (che so, 1 su un milione), allora decisamente si.
Io non sto contestando i risultati, sto dicendo che all'atto della messa in pratica potrebbero insorgere dei problemi (errori, cose non considerate, ecc.); nel passato a volte è stato cosí, a oggi non veo motivi per cui quella possibilità dovrebbe essere azzerata. Come detto, "Magari minima, ma c'è". E sottolineo che questo non vuol dire "Non li costruirei". Poi, come detto, non conosco bene l'argomento ed è solo un'opinione personale; ma azzerare la probabilità d'errore (probabilità = 0,(0)) mi lascia dubbio.comparando i risultati numerici e quelli ottenuti dalle campagne sperimentali (lunghissime, ripetute e accurate...era materia militare) non ci sono differenze a livelli apprezzabili. Se vuoi contestare 60 anni di risultati puoi farlo, ma secondo me sbagli.
Stesso discorso per il progetto in scala, le previsioni e i risultati ottenuti sono uguali; puoi contestarlo, ma secondo me continui a sbagliare
Sul progetto in scala, faccio notare che tu in primis hai detto "Lo studio dei sistemi in scala non ha mai sbagliato previsioni di prestazioni o di accoppiamento della componentistica" (grassetto mio); quello che ho contestato è quel "mai". L'esempio del tubo, come detto, era solo per portare un caso pratico di qualcosa che sulla carta funzionava, in pratica no.
Sulla questione della precisione, faccio notare che non a caso ho parlato di errori rilevanti.
Mornon, forse hai inteso male quello che ho scritto io...o probabilmente ho lasciato delle cose sottintese. Il progetto numerico e lo studio in scala si basano sulla conoscenza corretta di proprietà fisiche. Come la conducibilità, la durezza, le sezioni d'urto eccetera. Se queste sono corrette (e qua entrano in ballo le campagne sperimentali) allora l'errore va spostato a valle; se il modello fisico matematico è corretto, il calcolo numerico ha raggiunto la precisione voluta...allora l'errore è nella realizzazione. Ma, una cosa è sbagliare perchè non si è tenuto conto di particolari situazioni; un'altra è sbagliare perchè dove serve un materiale con certe caratteristiche se ne ha un'altro. Per inciso le statistiche dimostrano che circa il 90% delle rotture e malfunzionamenti è da ricondurre a pezzi che non corrispondono alle caratteristiche richieste. A valle di questo, sapendo che da oltre 20 anni i materiali usati in una centrale nucleare sono testati singolarmente e non a campione, posso dire che sia le realizzazioni in scala che quelle a grandezza da progetto sono esenti da quegli errori di cui sopra. Se un tubo vibra è stato realizzato male.
Quello che dici te lascia pensare, a chi magari non sa bene cosa sia la progettazione o il calcolo di tipo ingegneristico, che l'errore sia figlio di un lassismo del progettista; qualcosa della serie "questo effetto lo teniamo in conto?? Noooo...Quest'altro? Si, ma solo un po'...". E ovviamente non è così. L'errore sul modello è figlio di un passato (remoto) dove la potenza di calcolo era molto limitata. Oggi si mettono nel calcolatore tutte le equazioni che servono (e anche di più) proprio perchè il problema della sicurezza è fortemente sentito anche dalla popolazione. Per inciso, che la popolazione prema per la sicurezza è più che giusto...MA basta un giornalista esibizionista o un politico interessato per infiammare le opinioni di chi non sa nulla della materia (che sia nucleare o meno). Mi scuso se sono un po' pesante ma credo che le cose vadano dette con precisione per evitare fraintendimenti.
Da Fusione Fredda:
Due differenze fondamentali tra eolico/solare e fotovoltaico sono che (1) l'idrogeno è un vettore (ossia un modo di trasportare energia), l'eolico e il solare una fonte (ossia qualcosa che si trova in natura usato per produrre energia); (2) l'inquinamento: partiamo dal presupposto che chi dice che ci sono fonti non inquinanti o è in mala fede, o è in buona fede ignorando l'inquinamento dovuto alla produzione (produrre la torre eolica inquina, per esempio, e va considerato); detto questo, una volta costruite le attrezzature eolico e solare non inquinano, l'idrogeno... il discorso è complesso: produrlo per elettrolisi implica una grande quantità di energia elettrica, che in qualche modo andrà prodotta (se da fonte fossile, si inquina piú che bruciandola in centrale), e ovviamente richiede una grande quantità d'acqua; cosa da non trascurare in un mondo che ogni Estate sempre piú lamenta siccità.Ho accostato l'eolico, la solare, l'idrogeno perchè hanno in cumune il fattore inquinamento, non di certo le procedure di ricavamento energetico. Vorrei capire che c'è che non va con l'idrogeno, non mi linkare altrove ti prego >_>, il procedimento per irvare idrogeno dall'acqua che io sappia è addirittura banale, e bruciando non emette sostante tossiche, che c'è che non va? forse su uso in scala mondiale ci sono effetti collaterali?
Altrimenti ci sono altri modi per produrlo, tramite l'utilizzo di acqua e di combustibili fossili; questi modi sono piú affrontabili dell'elettrolisi, ma implicano produzione di anidride carbonica, piú di quella ottenuta dalle centrali classiche, se si confronta con l'energia prodotta. Ovviamente, ogni "pezzo" che si mette in mezzo (trasporto, produzione, ecc.) ha delle perdite.
Inoltre ci sono problemi di immagazzinamento: se si comprime o si liquefa, anche senza ignorare l'energia che questo richiede si va incontro a diversi problemi, tra cui che l'idrogeno liquefatto tenderebbe a evaporare molto velocemente (almeno in parte si può evitare, ma richiede ulteriore energia).
Per l'eolico, la necessità di venti non è da trascurare, le zone buone non sono molte: serve un vento né troppo forte, né troppo debole (se è troppo veloce o troppo lento non si produce energia); inoltre deve essere costante (statisticamente parlando), costante con le giuste velocità, e con un buon compromesso tra velocità ed energia. Le zone ottimali non sono molte, meno di quante si potrebbe pensare.
Inoltre, non è necessariamente vero che se metto un aerogeneratore produco uno, se ne metto due produco due, in quanto si deve tenere in considerazione l'influenza reciproca, e questo ovviamente riduce o la producibilità, o il numero di generatori che si possono mettere.
Aggiunta: Sui reattori di quarta generazione: può essere che abbia capito male io, da come dici sembrerebbe in effetti una cosa affidabile ;)
Comunque, se non ricordo male, quei tubi vibravano per errori nel progetto dei sostegni. Concordo con quanto hai detto sul "giornalista esibizionista o [il] politico interessato".
Sembra che apriranno una centrale sperimentale a idrogeno :unsure:
Non ne sapevo niente..però è una buona cosa per vedere come girano le turbine a idrogeno, tralasciamo poi sull'insensatezza di produrre l'idrogeno dalla gassificazione..ma questo è un primo passo e va bene così.
Non ne sapevo niente..però è una buona cosa per vedere come girano le turbine a idrogeno, tralasciamo poi sull'insensatezza di produrre l'idrogeno dalla gassificazione..ma questo è un primo passo e va bene così.
Ma perchè cambiando combustibile occorre progettare e costruire una nuova turbina?
Io pensavo che ci fosse da progettare un nuovo bruciatore, ma che il gas che viene usato come fluido per effettuare il ciclo rimanesse comunque l'aria (o l'acqua) indipendentemente da ciò che viene usato per scaldarlo, e quindi perchè non va bene una turbina ad aria (o a vapore) già in commercio?
La turbina è una macchina che va progettata ad hoc a seconda del combustibile e del tipo di impianto.. per un impanto a vapore il fluido che si espande sarà vapore ed aria, per un turbogas avremo aria e gas di combustione eccetera.
A seconda del gas che andrà ad espandere saranno necessari accorgimenti costruttivi diversi, ad esempio se il gas è reattivo o corrosivo occorre ricoprire le pale di materiale adatto..oppure a seconda del combustibile può variare la soluzione scelta come raffreddamento dei primi stadi..è tutt'altro che banale, questo è poco ma sicuro.
A quanto giustamente detto aggiungo che l'idrogeno ha la caratteristica di infragilire i materiali (problema che si riscontra anche qualora lo si voglia immagazzinare), e quindi le pale vanno progettate tenendo conto anche di questo.
Novità sulla fusione fredda: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4...ulesView=Libero
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4...ec-00000e25108c
Che questa sia la volta buona (pur con tutti i problemi sulla scarsità di palladio, ecc.)? :unsure:
Novità sulla fusione fredda: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4...ulesView=Libero
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4...ec-00000e25108c
Che questa sia la volta buona (pur con tutti i problemi sulla scarsità di palladio, ecc.)? :unsure:
Non è che poi semplicemente ci si trova dipendere da altri elementi invece che dal petrolio?
Questo sí, ma già riuscire ad ottenere un simile processo e riuscire a ripeterlo a volontà sarebbe un passo a mio parere non da poco; poi, ovviamente bisognerebbe riuscire a replicarlo con materiali piú presenti, se possibile.