13 minuti fa, Menevyn ha scritto:Penso che sia prevalentemente una questione di gusti; il fatto è che Mav e Ice incarnano due aspetti diversi dell'essere un pilota, Maverick è istinto puro, Iceman invece è una macchina, freddo, controllato, disciplinato, del resto c'è un motivo se hanno quei nomi da battaglia, no?
Solo ora scopro che in italiano "maverick" vuol dire "anticonformista"
Io lo tradurrei come scapestrato.
Comunque anche tu devi dire la tua su IL DIBATTITO!!
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Per te, invece, Lyra?
1 ora fa, Lyra Stark ha scritto:Comunque anche tu devi dire la tua su IL DIBATTITO!!
Dal punto di vista puramente tecnico concordo con Menevyn: è Ice il pilota migliore, in quanto quello più freddo e metodico. Però parliamoci chiaro: il protagonista è Maverick, è lui quello con cui il protagonista si identifica, il tipico eroe americano che dà retta al suo istinto e alla fine, nonostante un percorso non poco travagliato, riesce a dimostrare il suo valore, sia nel primo che nel secondo film. Quindi dico Mav.
Pensavo di averlo già scritto pagine fa
Comunque se inizialmente, come dicevo, Maverick può anche sembrare simpatico poi il suo modo di fare guascone alla D'Artagnan, tutto cuore e insofferente alla disciplina, col passare del tempo comincia a stancare e si capisce ben presto che è inaffidabile e pericoloso (cit. Ice) nel suo infrangere le regole, tra l'altro spesso solo per mettersi in mostra. E se il suo modo di volare, ma di fare in generale, rasenta istinti suicidi, è un classico che poi a rimetterci la pelle sono quelli che gli stanno attorno (chiedere a Goose).
Ice è meno simpatico e un po' se la tira (ricordiamoci che quando lo incontriamo per la prima volta sta di sera, in un bar con gli occhiali da sole a specchio!), ma più preciso e affidabile, molto tecnico (anche se è vero che il manuale lo leggono anche i nemici). Dopo 2/3 visioni di Top Gun si capisce che tutte le ramanzine e battutine che fa a Maverick sono più che opportune anche se il tono scocciato/saccente che usa non lo rende a tutta prima un principe di simpatia. Certo nelle difficoltà io non credo che lui ignorebbe un ordine per venire a salvarmi il c**o, come invece fa Maverick con Cougar (e infatti Ice commenta sprezzante era un bravo ragazzo, nel senso che si è smidollato non è più degno).
A me viene sempre da pensare che lui pensi soprattutto per sè, anche se forse non è proprio così. A Mav dà dei consigli quando potrebbe solo mandarlo a quel paese e in qualche raro frangente si dimostra più umano (tipo pare sinceramente dispiaciuto per Goose e anche per Hollywood).
Certo però è impossibile essere sempre sempre di ghiaccio quindi mi verrebbe da chiedermi cosa succede ai tipi come lui quando si trovano ad affrontare una situazione che non riescono a gestire. O evolvono o sbroccano. Lui pare comunque riflessivo quindi forse la prima. Maverick in questo caso invece avrebbe dalla sua la creatività e la malleabilità, la capacità di pensare fuori dagli schemi.
Insomma dopo tutto questo bel papirozzo io penso che la bilancia penda più dalla parte di Ice, che in effetti è il tizio che sopravvive a un dogfight aereo con 5 aerei nemici anche se tutti si ricordano di Maverick. Però secondo me per essere proprio perfetto dovrebbe essere un po' meno inquadrato e più creativo ogni tanto.
Tutto sommato credo che Ice e Mav funzionino bene come compagni di volo perché si compensano a vicenda, sempre se non finiscono per spararsi prima
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
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Piccola curiosità: ho notato solo ieri rivedendo la scena iniziale di Top Gun (perché mi piace la colonna sonora dell'intro) che la battuta tormentone di TP Maverick Che mi dici Goose? è la prima battuta che pronuncia Maverick in TP 1.
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Lightyear (2022) di Angus MacLane
Ventiseiesimo film della Pixar basato sul popolare personaggio della saga di Toy Story. Non credo ce lo ricorderemo come uno dei principali capolavori della casa cinematografica di Emeryville, ma si tratta comunque di un film d'animazione scorrevole e divertente, con molti personaggi e momenti indovinati (il simpatico gatto robot Sox, le citazioni e i riferimenti visivi a Star Wars e a Toy Story 2) e un piccolo colpo di scena a due terzi della trama che la rende interessante anche solo a livello concettuale. È anche carina la scritta a inizio film che in qualche modo lo incorpora nella continuity di Toy Story, creando una sorta di metanarrazione visto che come detto prima questa stessa pellicola contiene riferimenti alla saga principale. Ovviamente il lieto fine è assicurato come da tradizione Disney/Pixar, ma vi conviene davvero rimanere in sala fino alla fine (non aprite l'articolo se non volete spoiler). In originale Buzz è doppiato da Chris Evans e Mo Morrison da Taika Waititi.
Voto: 7
https://www.badtaste.it/cinema/speciali/transformers-3-non-potete-che-arrendervi/
Recensioni filosofiche sulla trilogia dei transformers
Le ho lette tutte e 3, articoli interessanti e spassosi. Sono in attesa di sentire il parere su Transformers 5 L'ultimo cavaliere cui, ancora non mi capacito, ha partecipato pure Anthony Hopkins
Comunque una cosa divertente è stato il retcon selvaggio che nei prossimi 2 capitoli, 4 e appunto 5, diventerà ancora più selvaggio!
Del 3 che ho sbirciato ieri sera, comunque, non mi ricordavo la parte a Chernobyl.
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In questi giorni di caldo afoso e vuoto cosmico continua la mia rassegna cinematografica.
Jungle Cruise
Filmetto pescato giusto perchè non facevano nulla in TV e non sapevo cosa guardare, avevo voglia di qualcosa di disimpegnato ma non cretino del tutto. Ero scettica perchè non mi piaceva il contesto (Brasile/foresta amazzonica, indios e conquistadores, epoca di ambientazione metà 1800/inizi 1900, qualche blando accenno di femminismo) eppure il film ha fatto il suo: mi ha intrattenuta per quelle 2 orette senza particolari coinvolgimenti. Certo si nota che è stato pensato per promuovere la nuova attrazione di Disneyland, tra gli interpreti The Rock sempre più insopportabile quando fa il piacione (qualcuno dovrebbe spiegare a lui e ad altri colleghi per per un ruolo non basta essere grosso), sempre bellissima Emily Blunt (che è una sorta di incrocio tra Indiana Jones e Lara Croft ante litteram e fa rimpiangere quello che hanno combinato con l'originale) anche se sprecata in questo film, macchiette tutti gli altri, compreso un fratello che fa addirittura coming out (trattato coi soliti stereotipi, mi sorprendo che nessuno abbia detto nulla e che la Disney si sia presa questo bel rischio). Diciamo che il risultato finale ricorda un po' La Mummia, ma non c'è quel tocco di umorismo forse anche involontario che aveva il primo film. Oltretutto difficile avere le atmosfere che si ottengono con l'ambientazione egiziana.
Comunque la dottoressa Lily Hougton (laureata botanica) ben si presterebbe a un filone tutto suo come esploratrice.
Mi pare sia già in cantiere un sequel.
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Assassinio sul Nilo
Ebbene sì alla fine l'ho recuperato. Credo che il fatto di avere stoppato un film per ben 4 volte sia indicativo della noia.
E quando si tratta di un giallo non è un buon segno...
Trovo difficile scrivere anche il commento. Mi aspettavo una cosa deludente, ma qui... siamo oltre la delusione. Un polpettone che da un lato mira a celebrare il regista/protagonista Kenneth Branagh (e badate che mai Poirot è così irritabilmente pieno di sè o beota come quel surrogato che viene presentato qui), e che dall'altro vorrebbe costruire un discorso tutto attorno al tema dell'amore (in tutte le sue forme, per restare al passo coi tempi), quasi come una tragedia teatrale (e in effetti Branagh tratta tutti i suoi film come pieces teatrali) quando in realtà ne ottiene solo una melassa stucchevole (ci mancava pure quell'interminabile introduzione a tema). Spariscono così tutti quei dettagli utili al racconto e al dipanarsi della storia, anche divertenti e invece vengono calcati i toni tragici inventando di sana pianta personaggi, relazioni, trovate che non fanno che appesantire e banalizzare la storia. Pesante oltretutto anche l'accompagnamento musicale tutto incentrato sul blues che c'entra proprio una fava con l'ambientazione (egiziana) o la società dell'epoca che si vuole rappresentare (inglese, ma ovviamente qui è tutto americanizzato). Insomma, se devi cambiare fallo per cambiare in meglio non per peggiorare.
Proprio brutto, non trovo altre parole. Oltretutto con scene come quella del ballo iniziale (poi ripresa sul sito di Abu Simbel) che rasentano pure la volgarità per ammiccamenti sexy che mi hanno davvero sorpreso per quanto erano fuori luogo.
L'unico elemento buffo è stato vedere come si siano sforzati di tagliare il più possibile dalle inquadrature la faccia di Armie Hammer dopo lo scandalo che lo ha colpito.
NB: un appello accorato: chiedo con il cuore in mano a chi ha visto questa ciofeca di leggere il libro originale che nulla ha a che spartire. Mi dispiace perchè tutto sommato il finale sarà già noto, ma davvero uno tra i migliori romanzi di Agatha Christie non merita di essere ridotto così e soprattutto non merita che voi pensiate che sia così come mostrato qui.
Mi chiedo quale sarà il prossimo che K.B. andrà a rovinare. Temo un altro tra i miei preferiti: La parola alla difesa.
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Penso di accogliere l'appello : Il film sull'orient express l'avevo trovato carino, questo l'ho trovato molto meno ispirato e costruito male.
Da una parte non mi torna proprio che il colpevole possa tranquillamente muoversi e scomparire a piacimento su una nave di tale stazza. Dall'altra come poirot sia arrivato alla soluzione non è neanche spiegato: sembra che mirqcolosamente abbia avuto un colpo di fulmine e ha collegato in un secondo un numero enorme di indizi. Come gialli, questi due film sono molto inferiori a pellicole come knives out
5 ore fa, Lyra Stark ha scritto:Mi chiedo quale sarà il prossimo che K.B. andrà a rovinare. Temo un altro tra i miei preferiti: La parola alla difesa.
Ho letto su qualche sito inglese che potrebbe toccare a Poirot e i quattro, che se ci pensi si presta benone a questo tipo di film.
L'ora più buia (2017), di Joe Wright
La filmografia dedicata a Winston Churchill non è molto vasta, ma L'ora più buia è senz'altro una delle opere più riuscite dedicate alla vita (o meglio, ad un decisivo anno della vita, il 1940) dello statista britannico. Negli anni '70 Richard Attenborough ce lo raccontò giovane soldato e giornalista ne Gli anni dell'avventura (film visto in tv secoli fa e credo ormai introvabile), mentre Wright ce lo consegna sessantenne, navigato, disprezzato e alla vigilia di quel celebre discorso, "Combatteremo sulle spiagge, combatteremo sulle teste di ponte, combatteremo nei campi e nelle strade, combatteremo sulle colline, noi non ci arrenderemo mai" col quale è entrato nella Storia. Gary Oldman irriconoscibile grazie a centinaia di ore di trucco che lo hanno trasformato in Churchill e che completano una metamorfosi perfetta.
Voto, 8,5.
Molto bello questo film, come tutti quelli di Joe Wright in effetti. Magistrale la performance di Gary Oldman anche se il mio Churchill preferito resta quello visto in The Crown.
1 ora fa, Menevyn ha scritto:
Ho letto su qualche sito inglese che potrebbe toccare a Poirot e i quattro, che se ci pensi si presta benone a questo tipo di film.
Mi spiace per loro, ma ci sono meno affezionata.
2 ore fa, osservatore dal nord ha scritto:Penso di accogliere l'appello : Il film sull'orient express l'avevo trovato carino, questo l'ho trovato molto meno ispirato e costruito male.
Da una parte non mi torna proprio che il colpevole possa tranquillamente muoversi e scomparire a piacimento su una nave di tale stazza. Dall'altra come poirot sia arrivato alla soluzione non è neanche spiegato: sembra che mirqcolosamente abbia avuto un colpo di fulmine e ha collegato in un secondo un numero enorme di indizi.
Effettivamente io conosco la storia e ho fatto poco caso a come hanno spiegato il caso, inoltre quella di spiegare tutto alla fine è una tecnica molto usata dalla Christie (come anche da Conan Doyle) ma come dici non spiegano molto davvero di come sono andate la cose anche perchè il tutto è "contaminato" dall'emozione di Poirot per quanto lo ha toccato personalmente. E nel libro non c'è niente di tutto ciò.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
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Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi