Sono d'accordo sulla debolezza di fondo nel meccanismo che fa scattare la narrazione. Tutto sommato però come film a me è risultato gradevole.
Come giallo italiano costruito in modo particolare ti consiglio allora l'ottimo il testimone invisibile, questo si ben girato e con una vicenda molto intrigante. Molte spanne sopra al film sopracitato.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
The Lighthouse - 2019 - Robert Eggers
Film suggestivo, che non necessitava necessariamente del bianco e nero per evocare atmosfere cupe e claustrofobiche. Interessanti alcuni giochi di illuminazione, da quel punto di vista il film é incredibilmente tecnico (per quel poco che me ne intendo ).
Il film racconta della relazione psicotica e
della inevitabile discesa nella pazzia,
dei due protagonisti, prima in servizio, e poi abbandonati su un faro in mezzo al mare.
Tra dipendenza alcoolica, allucinazioni (malattie psichiche?), perversioni ittiche (Fantozzi docet) e passati oscuri, il film non ce ne risparmia una, mettendo a dura prova gli attori, che interpretano alla grande due ruoli difficili e impegnativi. Se Robert Pattinson mette lo stesso impegno nel suo Batman, c'é da stare allegri.
Non aggiungo un voto, il film semplicemente non é nelle mie corde, troppo sofferto e cervellotico, manca l'elemento intrattenimento, per me essenziale quando si parla di cinema.
The Town (2010) di Ben Affleck
Secondo film da regista di Affleck basato sul romanzo Il principe dei ladri di Chuck Hogan, l'ho visto perché ho avuto modo di apprezzare Affleck come attore in molti suoi film tra cui quelli di Zack Snyder in cui interpreta Batman, e volevo vederlo anche all'opera come regista. Il film è di base un classico poliziesco urbano ambientato in una zona degradata (in questo caso il quartiere Charlestown di Boston) e procede in maniera abbastanza lineare senza sorprese. Tuttavia alcuni temi di interesse emergono, come la difficoltà di lasciarsi alle spalle in passato e il peso dell'ambiente in cui cresciamo e viviamo. Nel complesso comunque la regia di Affleck è buona, e fra l'altro vengo a sapere che esiste pure una Extended Cut di due ore e mezza che aggiunge 25 minuti alla versione normale da me vista, e a questo punto sarei curioso di sapere cosa hanno aggiunto in questo lasso di tempo.
Solo un aspetto di trama non ho colto, forse per distrazione mia:
a un certo punto l'ex fidanzata di Doug, Krista, spiffera all'agente dell'FBI il prossimo piano della banda. Non ho capito come faceva lei a sapere quale fosse l'obiettivo del colpo di Doug e soci, perché non ricordo una scena in cui lei ne viene a conoscenza.
Voto: 7
Il principe cerca moglie (1988) di John Landis
Storica commedia di John Landis, già autore di Animal House, Una poltrona per due e The Blues Brothers, e molto simile a questi ultimi nella comicità molto anni '80 e surreale (per non dire grottesca) tipica del regista. Il film ha una struttura molto semplice e un soggetto potenzialmente abusato (il protagonista ricco che vuole conoscere la vita vera e il vero amore facendo la vita dei proletari), e ovviamente nonostante le difficoltà finali il lieto fine è assicurato. Di conseguenza, al di là della tematica sulla libertà di decidere il proprio destino le parti migliori sono le gag comiche spesso incentrare sui squallidi ambienti in cui si deve immergere il duo protagonista, in cui hanno un ruolo di spicco (e divertente) il proprietario dell'appartamento preso in affitto dal personaggio di Akeem e il barbiere conosciuto dallo stesso Akeem (sempre interpretato dal camaleontico Eddie Murphy). Un vero film cult degli anni '80: promosso.
Particina per Samuel L. Jackson del ruolo del rapinatore del negozio di fast food e apparizione eccezionale
dei personaggi dei fratelli Duke, già apparsi in Una poltrona per due e qui nel ruolo di due barboni (si ricorderà che nel finale del film precedente erano finiti in bancarotta). Si può definire ciò uno dei primissimi esempi di continuity nella storia del cinema moderno.
Voto: 8
Io adoravo la pubblicità Soul Glow e la relativa famiglia
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Avengers: Infinity War (2018) di Anthony e Joe Russo
Diciannovesimo film del MCU, è, per usare un'espressione abusata, l'inizio della fine. Il film in sé ha una qualità nella media del MCU quindi non si può certo parlare di alto cinema o capolavoro (anche se il montaggio è usato sapientemente), di conseguenza non rimane altro che goderselo come un grande luna park cinematografico, in cui tutti i personaggi del MCU hanno il loro ruolo, piccolo o grande, e in cui si spera fino all'ultimo che Thanos non ce la faccia.
La scena che mostra le conseguenze dello schiocco di dita di quest'ultimo tuttavia mette davvero i brividi, soprattutto grazie all'assenza di musica. Quando la vidi al cinema ricordo che ero rimasto esterrefatto in senso negativo e mi sentivo preso in giro, ma già ad una seconda visione la apprezzai maggiormente, e ora la considero la scena migliore del film.
Continuo a non capire le innumerevoli discussioni su Internet riguardo la presunta filosofia di Thanos e il fatto che il personaggio risulterebbe svilito in Endgame rispetto alla sua messa in scena in Infinity War. Come dissi pure a suo tempo qui sul forum, non stiamo parlando di un personaggio di alta letteratura, e questo film di certo non è un'opera di Kubrick o Scorsese. Tuttavia è un film indubbiamente molto divertente, e si vede che gli sceneggiatori Marvel hanno saputo orchestrare con una certa maestria tutti i personaggi, le sottotrame e le situazioni di dieci anni di universo cinematografico.
Voto: 7
Avengers: Endgame (2019) di Anthony e Joe Russo
È la mia terza visione (le prime due al cinema, questa al PC) e questa volta mi sento di dare un giudizio definitivo sulla pellicola, dopo che inizialmente l'avevo definita capolavoro e poi appena sufficiente. Il mio giudizio è intermedio rispetto ai primi due: è un'opera con molte incongruenze e forzature, e in generale con fatti e accadimenti che vanno accettati per forza (si pensi alla faccenda dei viaggi del tempo). Ma un aspetto del film è centrato: la coralità e il senso di chiusura di un ciclo, e anche il senso di chiusura attorno al personaggio di Tony Stark/Iron Man.
Lui che aveva paura dello spazio e del sacrificio personale, alla fine sconfigge un nemico proveniente dallo spazio e si sacrifica per il bene di tutti.
Un aspetto che invece continua a sembrarmi poco azzeccato è la versione sfatta e ridicola di Thor ingrassato e tracannatore di birra, anche se forse è propedeutica
al prossimo film incentrato su di lui e a Guardiani della Galassia Vol. 3.
In ogni caso, nel campo dei cinecomic, è sicuramente un filmone da vedere assolutamente, ma solo se si è pratici di tutti i film precedenti. Nella mia personale classifica di cinecomic preferiti rimane al terzo posto, dopo Batman vs Superman (che è al primo posto) e X-Men: Days of Future Past, ma potrebbe scivolare al quarto posto se la Zack Snyder's Cut di JL dovesse soddisfarmi e passare al primo posto.
Momenti migliori del film:
- Il sacrificio di Natasha;
- Il ritorno di tutte le persone sparite per colpa di Thanos;
- Il sacrificio di Iron Man;
- La scena finale, con Capitan America che finalmente è riuscito ad arrivare in tempo all'appuntamento con Peggy.
Il film fu candidato all'epoca all'Oscar per i miglior effetti speciali, ma a me pare tutto artificioso, non vi è la concretezza che vi era nella trilogia del Signore degli Anelli, girato ben 20 anni prima. Un altro indizio che il MCU è un enorme luna park da godere senza troppe pretese.
Voto: 7
I mercenari 3 (2014) di Patrick Hughes
Terzo e ultimo capitolo di una trilogia di cui ancora mi sfuggono le ragioni del successo, ma che ho finito di vedere per inerzia. Al di là delle tante comparsate eccellenti (in questo capitolo oltre a Statham e Stallone sono presenti Wesley Snipes, Harrison Ford, Antonio Banderas e Mel Gibson) la trama di questo capitolo (come dei precedenti) è piuttosto debole, il cattivo stereotipato e l'atmosfera generale è ovviamente americanocentrica, nel senso che ogni nazione al di fuori degli USA è dipinta come corrotta e manovrata segretamente da criminali. L'unica cosa che rimane da giudicare a questo punto è la qualità degli effetti speciali, ma anche qui tutto sa di già visto e a volte è difficile mantenere la sospensione dell'incredulità, come dimostra il finale in cui
contro ogni previsione il personaggio di Stallone si salva dal crollo di un palazzo.
Voto: 5
Chapeau alla tua resistenza, noiosi come sono.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Io purtroppo nel campo delle serie tv e dei film sono purtroppo ossessivo come Sheldon Cooper, quando li inizio devo portarli a termine.
Rivisto Tenet per la terza volta, questa volta in BD.
Confermo le mie opinioni positive, mi si sono chiariti alcuni punti (non tutti) ma penso a questo punto di non essere in grado di comprendere davvero cosa accade a meno che non mi metta lí con carta e penna ad analizzare le sequenze di eventi. É come per la fisica moderna: si puó avere una comprensione intuitiva e approssimativa della relativitá o della meccanica quantistica, ma é solo facendo i calcoli che se ne possono apprezzare i dettagli.
E, come per la fisica, non credo che lo faró
Watchmen (2009) di Zack Snyder
Premessa doverosa: nonostante le mie buone intenzioni, non ho ancora letto il fumetto originale di Moore e Gibbons, e sono consapevole che per un nerd come me è una mancanza grave. Tuttavia ho voluto vedere il film, anche per apprezzare meglio la cinematografia di Snyder in previsione della sua Cut di prossima uscita di Justice League. E il film è un raro esempio di cinecomic adulto e scevro da facili soluzioni. La trama in sé a dirla tutta si sarebbe retta in piedi anche con un film molto più corto (ho visto la versione di 162 minuti, ma un giorno cercherò di rimediare la director's cut di 3 ore), ma Snyder lo riempie con divagazioni, approfondimenti, flashback e dialoghi che lo rendono davvero interessante e maturo. In sostanza è il ritratto del fallimento del Sogno Americano, ambientato in una realtà distopica ma che potrebbe essere benissimo la nostra. Il tono è quello tipico dei film di Snyder: cupo, fluviale, con molte scene anche robuste dal punto di vista della violenza e un paio di intermezzi erotici come in 300 (in uno di questi fra l'altro c'è in sottofondo la canzone Hallelujah di Leonard Cohen, la stessa usata per il primo trailer del prossimo film sulla Justice League!). La caratterizzazione dei personaggi è ottima e il finale è piuttosto amaro, ma coerente con lo spirito dell'opera anche se non so se coincidente con quello del fumetto. È probabilmente al momento il miglior film di Snyder, ed è un peccato che al box office abbia incassato meno di quanto ci si aspettava. Ma se teniamo conto che l'anno prima era uscito Iron Man della Marvel, film portatore di un'idea radicalmente diversa di cinecomic, direi che lo scarso incasso è comprensibile.
Ottima fotografia dai toni notturni di Larry Fong (lo stesso di 300 e Batman vs Superman) e ottimo e difficile montaggio di William Hoy.
Voto: 9
Purtroppo non ho ancora letto la graphic novel, ma ho apprezzato particolarmente il film nonostante non sia un estimatore di Snyder. Eppure so che molti lettori dell'opera originale ritengono che il film sia insoddisfacente. Sono perplesso.
Vogliamo una società socialista che corrisponda alle condizioni del nostro paese, che rispetti tutte le libertà sancite dalla Costituzione, che sia fondata su una pluralità di partiti, sul concorso di diverse forze sociali. Una società che rispetti tutte le libertà, meno una: quella di sfruttare il lavoro di altri esseri umani, perché questa libertà tutte le altre distrugge e rende vane.
Enrico Berlinguer
What is honor compared to a woman's love? What is duty against the feel of a newborn son in your arms… or the memory of a brother's smile? Wind and words. Wind and words. We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.
George R. R. Martin (A Game of Thrones)
The measure of a life is a measure of love and respect,
So hard to earn, so easily burned
In the fullness of time,
A garden to nurture and protect
It's a measure of a life
The treasure of a life is a measure of love and respect,
The way you live, the gifts that you give
In the fullness of time,
It's the only return that you expect
Neil Peart (The Garden)
Ernest Hemingway once wrote, ‘The world is a fine place, and worth fighting for.’ I agree with the second part.
Andrew Kevin Walker (Seven)
In this game that we’re playing, we can’t win. Some kinds of failure are better than other kinds, that’s all.
George Orwell (Nineteen Eighty-Four)
13 minuti fa, Jacaerys Velaryon ha scritto:Eppure so che molti lettori dell'opera originale ritengono che il film sia insoddisfacente.
Questo è dovuto al fatto che Moore non ha mai voluto il suo nome accostato a qualunque film basato sulle sue opere e al fatto che i nerd sono incontentabili. Ma Watchmen di Alan Moore e Dave Gibbons è, da quello che so, un'opera mastodontica, lunghissima e fluviale che sarebbe stata non rappresentabile in modo integrale sullo schermo, come nessun opera cartacea. Fra l'altro, il film di Snyder è pure piuttosto lungo quindi penso che il regista si sia pure sforzato di non tagliare troppo.
Riguardo il cinema di Snyder nel complesso, questo è il suo quarto film che guardo (Justice League del 2017 non lo considero perché di fatto non è suo) e gli riconosco una certa autorialità e originalità.