Stasera ho visto "Defiance - I giorni del coraggio" (2008), diretto da Edward Zick ed interpretato da Daniel Craig e Liev Schreiber.

Basato sul romanzo "Gli ebrei che sfidarono Hitler" (1993) di Nechama Tec, il film racconto la vera storia dei quattro fratelli ebrei Bielski, che nel 1941, mentre i nazisti infuriano nell'Europa Orientale, si rifugiano nell'immensa foresta bielorussa, al confine tra Polonia e Bielorussia. Qui, sotto la guida del più grande dei fratelli, Tuvia, si forma ben presto una comunità di ebrei partigiani, la quale darà filo da torcere agli occupanti nazisti.

Dopo un inizio un po' troppo rapido, il film migliora diventando sempre più interessante, miscelando sapientemente i momenti di azione con quelli più legati alla vita del campo nella foresta e alle sue mille problematiche. Ben caratterizzati i personaggi, inclusi i comprimari, con un'ottima contrapposizione tra Tuvia (Daniel Craig) e il fratello Zus (Liev Schreiber). L'ambientazione è resa accuratamente, a cominciare da divise, equipaggiamento e armi.

Nel complesso, un bel film di guerra ed un punto originale sugli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale.

A Chinese Ghost Story, di Wilson Yip, con Louis Koo, Liu Yifei, Yu Shaoqun, Kara Hui, Wang Danyi, Louis Fan, Elvis Tsui. Ning Caichen, giovane esattore, viene incaricato dal capo di un villaggio di trovare una nuova fonte d'acqua ai piedi della Black Mountain, luogo temuto dagli abitanti per la presenza di spietati demoni. Nei pressi di un tempio, Ning Caichen incontra una bellissima ragazza, ignorando però che ella stessa sia un demone. E quando sulle tracce di lei si metterà un tormentato cacciatore di spiriti, un segreto nascosto nel passato verrà nuovamente alla luce... Wilson Yip tenta di aggiornare il mito di Storia di fantasmi cinesi con un remake (conosciuto anche col titolo alternativo di A Chinese Fairy Tale) che, nonostante alcune riuscite invenzioni visive, perde buona parte della poesia dell'originale in favore di una maggiore spettacolarità nei combattimenti e negli effetti speciali, mantenendo comunque l'operazione omaggio sui lidi della sufficienza. Menzione d'onore all'ispirata colonna sonora, dove compare anche la ormai leggendaria theme song della precedente trilogia. Discreto.

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Ho visto la settimana scorsa "Niente da dichiarare?"

TRAMA:

Con il trattato di Schengen, l’Europa nel gennaio 1993 ha aperto le frontiere e due doganieri, Ruben (Benoît Poelvoorde) e Mathias (Dany Boon), uno di origine belga e uno francese, si trovano loro malgrado a dover lavorare insieme, nella stessa postazione. Tra un controllo e l’altro, i due uomini, che si sono sempre mal tollerati per via delle loro differenze culturali, non perdono l’occasione per schernirsi a vicenda. La situazione tra i due si complica ancora di più quando Ruben scopre che Mathias ha una relazione segreta con sua sorella Julie.

A chi è in grado di farlo, consiglierei di vederlo in lingua originale (cosa che io farò non appena ne avrò la possibilità :P), perchè credo che nel film la differenza di accento abbia la sua importanza e poi perchè certe espressioni sono davvero troooppooo francesi!!! In certi momenti avevo davvero l'impressione di sentire le battute in francese, tanto il modo di dire o fare era tipico!

Vabbeh, a parte le mie visioni mistiche, è un film davvero divertente, che tratta un tema che può essere davvero molto complesso (come quello della enofobia) in maniera leggera, esasperando all'ennesima potenza i comportamenti xenofobi di Ruben, che diventano così ridicoli, e offrendo allo stesso tempo spunti di riflessione interessanti.

The sorcerer and the white snake, di Tony Ching Siu-tung. Con Jet Li, Vivian Hsu, Wu Jiang, Charlene Choi, Shengyi Huang. Il Serpente Bianco, demone millenario dalle sembianze di una splendida fanciulla, si innamora perdutamente di un giovane erborista. Il loro amore, puro e sincero, sarà però ostacolato dal monaco Fa Hai, cacciatore di demoni. Dal regista di Storia di fantasmi cinesi, un racconto fantasy spettacolare, che riesce a giostrarsi abilmente tra favola romantica e avvincenti scene d'azione a base di buoni effetti speciali (anche se a tratti sin troppo esasperati). Non manca neanche una riuscita ironia, con una sequenza in cui alcune "guest star" del cinema di Hong Kong si prestano per un simpatico incontro "animalesco". Dotato di una forte carica visionaria, il film non dimentica neanche temi etici sulla "diversità" e sulla possibilità di coesistere nello stesso mondo, e il personaggio di Jet Li invece che un vero e proprio eroe si rivela una sorta di giudice esecutore ostinato verso l'intolleranza. Non tutto è perfetto, e il Green Snake di Tsui Hark (ispirato alla stessa leggenda) rimane nettamente superiore, ma per gli amanti del suddetto il divertimento è assolutamente garantito. Sfavillante.

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Le vergini cavalcano la morte, di Jorge Grau. Con Espartaco Santoni, Silvano Tranquilli, Lucia Bosè, Ewa Aulin. La marchesa Erszebet Bathory, discendente della famosa e sanguinaria contessa, sogna di mantenere per sempre la giovinezza. Suo marito invece, uomo ambiguo, trascorre il suo tempo con i suoi falconi e le sue amanti. Quando in città si tiene il processo per un atto di presunto vampirismo, i due escogitano un crudele tranello per poter ottenere entrambi ciò che vogliono... Elegante horror spagnolo, che indaga sul mito dei vampiri seguendo la strada del folklore e delle antiche tradizioni, rimanendo in questo modo più collegato alla realtà, per poi giungere ad un finale assai beffardo e anticonvenzionale. Non privo di tematiche sociali, si distingue per una messa in scena della violenza sobrio e raffinata, con un cast in buona forma su cui spicca una splendida Lucia Bosè. Diabolico.

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Meek's Cutoff, di Kelly Reichardt. Con Michelle Williams, Bruce Greenwood, Will Patton, Shirley Henderson, Paul Dano. Una carovana di pionieri, accompagnata dalla rude e ambigua guida Stephen Meek, si sta dirigendo verso le montagne di Cascade. Ma a causa di una scorciatoia errata, il gruppo (composto da tre famiglie) finisce per perdersi in lande desolate. Alla ricerca dell'acqua, seguendo un indiano da loro catturato, ignari se questi li stia accompagnando in una trappola o verso la salvezza. Il mito della frontiera viene rappresentato nella sua forma più umana e terrena dalla regista Kelly Reichardt, che realizza un western in cui le donne (soprattutto lo splendido personaggio interpretato da una sempre più brava Michelle Williams) sono il punto focale del racconto, centro morale nel confronto con l'asprezza classica da avventuriero scavato della figura di Meek (un ottimo, e irriconoscibile, Bruce Greenwood). Lo stesso finale, apparentemente tronco ma in realtà voluta scelta di immedesimazione post-visione, rappresenta in pieno il cuore di un film non semplice, ma prezioso. Diretto.

http-~~-//www.youtube.com/watch?v=5rhNrz2hX_o

Sector 7, di Yoon Je-kyoon, con Ha Ji-won, Ahn Seong-gi, Oh Ji-ho, Lee Han-wi. Su una piattaforma petrolifera l'equipaggio viene minacciato da un'entità mostruosa che ha preso vita all'interno della struttura. Mentre la creatura comincia a mietere le sue vittime, un segreto dal passato porterà a galla la verità... Blockbusterone coreano che segue in pieno gli stilemi del filone, con i suo pro e i suoi contro. Una caratterizzazione sin troppo macchiettistica dei personaggi e l'altalenanza delle sequenze d'azione viene però bilanciata da una buona resa visiva del mostro e dalla presenza della bella Ha Ji-won. Lontanissimi dall'eccellenza di The Host, ma per gli appassionati rimane comunque un prodotto godibile. Famelico.

http-~~-//www.youtube.com/watch?v=xp0PbZtxbeQ

Melancholia, Lars Von Trier.

La depressione umana ed un enorme pianeta blu che finirà per schiantarsi sulla terra.

Un film terribile e bellissimo, senza speranza sin dall'inizio, non fa altro che trascinare più in basso fino all'inevitabile.

Justine: "Io arranco fra tutti quei fili di lana grigi che mi si attaccano alle gambe.

Sono così pesanti da trascinare.."

voto: 5/5

Finalmente visto La gabbianella e il gatto. Tratto da un romanzo del poeta cileno Sepulveda (Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare), è un cartone animato realizzato da una casa produttrice italiana.

La trama è piuttosto semplice, incentrata sull'assurda richiesta a un gatto da parte di una gabbiana morente di accudire il pulcino che nascerà dall'uovo che deve ancora deporre. Il gatto terrà fede alla parola data ed arricchirà la sua esistenza e quella degli altri gatti della comitiva.

Sullo sfondo alcuni dei problemi che affliggono la nostra società, con qualche irriverente sortita verso alcune fissazioni, come quella sui croccantini che fanno rincitrullire i gatti.

Sullo sfondo si muovono infatti i topi, o meglio i ratti di città, che spiano i gatti (quando non sono a loro volta spiati dai felini sempre più perplessi delle loro attività) e attendono il momento prossimo nel quale potranno finalmente dominare incontrastati la città. Per il loro capo, un alleato involontario è costituito proprio dagli innaturali croccantini...

Menzione a parte per la riuscitissima colonna sonora, basati su diverse canzoni che vanno dall'allegro e spensierato all'intnso e sofferto.

Detto altrimenti, consigliatissimo.

JCVD, di Mabrouk El Mechri. Con Jean-Claude Van Damme, François Damiens, Zinedine Soualem, Karim Belkhadra, Jean-François Wolff. In un periodo di crisi interiore, che lo vede a processo per l'affidamento della figlia, Jean-Claude Van Damme si ritrova invischiato nel bel mezzo di una rapina in un ufficio postale. A causa di una sfortuita concidenza, la polizia pensa che sia proprio il famoso attore ad aver sequestrato i dipendenti e chiesto l'ingente riscatto. Operazione metacinematografica che fa leva sulla presenza di un sorprendente Van Damme, che alla soglia dei cinquant'anni e dopo una carriera in declino inesorabile, si conferma ancora atleticamente in gran forma (straordinario il lungo piano sequenza iniziale) e maturato profondamente anche sotto il profilo della recitazione, che lo vede nella prova più convincente della sua carriera recente. Indagando sulla crisi che ha coinvolto l'ex Kicboxer nella vita, professionale e non, reale, il regista riesce a raccontare una storia che appartiene come non mai al suo protagonista. Carne e muscoli, ma soprattutto anima. Inaspettato.

http-~~-//www.youtube.com/watch?v=OwwuiQBfSlQ

Whistle, di Duncan Jones, con Dominic Mafham, Sarah Winman, Charlie Hicks. Un uomo, felicemente sposato, lavora per un'agenzia governativa. Tramite un'avveneristica tecnologia satellitare, riesce a inviare bombe miniaturizzate a chilometri di distanza e in un tempo rapidissimo, uccidendo dei particolari obiettivi scomodi ai piani alti. Ma quando per errore muore una bambina... Cortometraggio d'esordio di Duncan Jones, autore in seguito dei già cult Moon e Source Code, che dimostra sin da subito, nonostante i mezzi limitati a disposizione, tutta l'inventiva del regista e l'amore per il genere. Tra fantascienza e sociale, il dramma di un uomo che viene a patti con la propria coscienza. Il buongiorno si è davvero visto dal mattino... Breve ma intenso.

La soufrière, di Werner Herzog. Nel 1976 l'isola di Guadalupa venne minacciata dall'imminente esplosione di un vulcano, il cui impatto sarebbe stato pari a quello di sei bombe atomiche. Il regista, insieme a due operatori, si recò sul posto per indagare sulla storia di un uomo che, nonostante l'evacuazione generale, scelse di rimanere nel luogo dove era cresciuto. Ennesima grande pagina documentaristica firmata Werner Herzog, in un mediometraggio che colpisce tanto per le splendide, e spaventose, immagini della natura in un impeto di "rabbia", quanto per il coraggio dei tre uomini che, incuranti della morte, decisero di restare sull'isola. Ammaliante.

http-~~-//www.youtube.com/watch?v=m3egdEeGK_I

Formosa betrayed, di Adam Kane. Con James Van Der Beek, Wendy Crewson, Will Tiao, John Heard, Tzi Ma. 1984. Jake Kelly, agente dell'FBI, viene inviato a Taiwan per indagare sull'omicidio di uno scrittore americano originario del luogo. Giunto nel paese asiatico, Jake si trova coinvolto in un grosso intrigo governativo, scoprendo le torture perpetuate ai danni dei civili e finendo per rischiare egli stesso la vita. Diligente, ma coraggioso, il film di Adam Kane, che sotto le spoglie di un classico thriller si pone invece il compito di raccontare una pagina di storia dimenticata, che vede anche gli Stati Uniti tutt'oggi complici di una vera e propria dittatura sanguinosa. Nei panni del protagonista un bravo Van der Beek che, ormai libero dagli ingombranti panni di Dawson Leery della famosa serie per teenager, si conferma un buon attore dopo la sorprendente performance in Le regole dell'attrazione. Si può riscontrare una certa mancanza di ritmo, ma la storia riesce comunque a interessare sino ai titoli di coda. Rivelatore.

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Strade violente, di Michael Mann. Con Willie Nelson, James Caan, Tuesday Weld, James Belushi, Robert Prosky. Frank, formidabile scassinatore, è deciso ad abbandonare il mestiere dopo un grosso colpo propostogli da un potente boss. Ma a rapina riuscita le cose si complicano... Una storia apparentemente banale, riletta da un esordiente (sul grande schermo) Michael Mann assume un sapore del tutto nuovo e incredibilmente avvincente. Già agli inizi maestro nel raccontare attraverso le immagini ed elevare il cinema di genere a un qualcosa di superiore, complice una fotografia notturna superba, il regista di Chicago ci offre un finale intenso e pirotecnico, accompagnato dalle suadenti note dei Tangerine Dream. James Caan in una delle prove più alte della sua carriera. Calamita.

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Vildspor, di Simon Staho, con Nikolaj Coster-Waldau, Mads Mikkelsen, Nukâka Coster-Waldau, Pálína Jónsdóttir. Jimmy, ormai felicemente sposato con prole, riceve dopo molti anni la visita del suo vecchio amico Ossy. Quest'ultimo, con cui ha condiviso un passato di droga e violenza, finisce per incrinare la sua nuova vita riportando a galla i demoni del passato... Storia toccante di amicizia e redenzione, di parole non dette e ricordi dolorosi. Staho riesce a trattare con una sempre più rara umanità un rapporto sincero ma ostacolato dalle paure del domani, da tradimenti e bugie, fregiandosi di un duo di protagonisti, Mikkelsen e Coster-Waldau (futuro Jamie Lannister in Game of Thrones) in stato di grazia. Un piccolo gioiellino da riscoprire. Sofferto.

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Blackthorn, di Mateo Gil, con Sam Shepard, Dominique McElligott, Eduardo Noriega, Stephen Rea, Daniel Aguirre, Luis Bredow, Nikolaj Coster-Waldau. Butch Cassidy, sopravvissuto allo scontro con l'esercito boliviano, si è ritirato sulle montagne in una vita pacifica con il nome di James Blackthorn. Ormai vecchio, il leggendario pistolero decide di tornare a casa per trovare il figlio mai conosciuto. Ma durante il tragitto si imbatte in un ingegnere spagnolo in fuga per aver rubato 50.000 dollari a uno spietato possedente. Suo malgrado, dovrà unire le forze con l'uomo per far fronte agli inseguitori. Parte da recenti scoperte il plot di Blackthorn, coproduzione iberico-americana sulla figura del mitico Butch Cassidy, il cui mito viene così aggiornato. Troviamo perciò un ex-fuorilegge nell'imbrunire della vita, impersonato con accesa dedizione da uno strepitoso Sam Shepard (e nei flashback di gioventù da un bravo Nikolaj Coster-Waldau di Game of Thrones), che si ritrova a combattere un'ultima battaglia per la sopravvivenza, in un'atmosfera crepuscolare e disincantata di un'era ormai al tramonto. Grandi spazi aperti, splendidi paesaggi e dosate ma avvincenti scene d'azione dimostrano come il western sia un genere destinato a non morire mai. E per fortuna. Polveroso.

http-~~-//www.youtube.com/watch?v=5tDoU-FqGU4