Conan il barbaro: un film basato sull'idea "tanto è un fantasy, va bene tutto". La sceneggiatura potrebbe essere stata scritta da un dodicenne ubriaco, senza capo ne coda, infarcita con tutti gli stereotipi più beceri del genere, e scene senza senso all'insegna della violenza e della computer grafica.
Del vero Conan e del suo mondo, neppure l'ombra. Al confronto, persino il Conan anni '80 con Schwarzenegger è un capolavoro.
In sintesi: una ciofega. voto: 2/10
"The Black Death" con Sean Bean, tanto per dirne una. L'ho trovato leeento.
Di Dune è bellissima la storia, i libri li consiglierei a chiunque, però il film è troppo vecchio, secondo me, per essere veramente apprezzato da uno che ha in mente gli effetti speciali cinematografici del XXIsecolo. Magari rifacessero un remake!
Capitan America: Un filmetto,buona fotografia,molto realizzata bene l'atmosfera anni cinquanta,una trama un po bislacca e una recitazione abbastanza mediocre...classico film fatto solo per vendere altri fumetti,se siete marvel fan guardatelo altrimenti lasciate pure stare.
Voto: 5 e mezzo
Anch'io Capitan America " /> e me n'ero perfino dimenticata (il che parla da sé)
Mi hanno prestato il BR di Gran Torino... UN FILMONE ESAGERATO
Bello Gran Torino ç_ç
Super 8 di JJAbrahams prodotto da Spielberg. Bellissimo;un pò Goonies,un pò ET.
Calamari Union, di Aki Kaurismäki. Con Timo Eränkö, Kari Heiskanen, Asmo Hurula, Sakke Jarvenpaa, Matti Pellonpaa. Un gruppo di strambi amici decide di abbandonare la periferia di Helsinski per raggiungere il ricco quartiere di Eira. Ad attenderli nel loro viaggio troveranno un mare di (dis)avventure. Il secondo film di Kaurismaki è un'ispiratissima commedia dell'assurdo, in parte precorritrice dei due film sui Leningrad Cowboys, ma ricca di una personalità propria e affascinante nella sua verve ibridata tra ironia e tragedia. Non privo di ambizioni sociali, comunque smussate dall'atmosfera surreale, vive di splendidi personaggi, caratterizzati all'essenziale ma in grado di lasciare il segno. Gustoso.
http-~~-//www.youtube.com/watch?v=x6u9IiiJC74&feature=related
sabato sera ho visto Kung-Fu Panda 2 con la mia ragazza, molto piu' carino e divertente del primo. lo consiglio a tutti quelli che hanno 1h e 30m da buttare via :P
Benvenuti al Sud con Claudio Bisio...divertente ma non eccessivamente. Ora sto guardando a spezzettoni Salvate il soldato Ryan che non ho mai visto.
Ho appena terminato di vedere "Invictus", di Clint Eastwood.
Dopo 27 anni di prigionia, Nelson Mandela (Morgan Freeman) viene infine liberato e, di lì a poco, diventerà presidente del Sudafrica. La divisione tra bianchi e neri è però una ferita ancora aperta e gli sforzi pacificatori di Mandela sembrano portare a poco. Finché l'arrivo della Coppa del Mondo di Rugby (lo sport amato dai bianchi e odiato dai neri) del 1995, ospitata proprio in Sudafrica, sembra offrirgli la possibilità a lungo cercata: unire tutti i sudafricani, bianchi o neri che siano, donando loro qualcosa con cui identificarsi e nel quale vedere la loro futura grandezza. Mandela chiama allora Francois Pienaar (Matt Damon), capitano degli Springboks, la nazionale sudafricana di rugby data per spacciata da tutto il mondo della palla ovale, e gli chiede un'impresa: portare a casa la Coppa del Mondo...
Nonostante una prima parte un po' confusa, a causa della necessità di mostrare il Mandela pre-mondiale di rugby, il film procede comunque scorrevole e piacevole. Morgan Freeman, nonostante la stazza fisica più imponente del vero Mandela, interpreta in maniera ottima il leader sudafricano e Matt Damon rende con grande professionalità e carisma il capitano degli Springboks. Accanto a loro, una miriade di caratteristi che contribuiscono a dipingere bene un Sudafrica appena uscito dall'apartheid e alle prese con un futuro incerto, ma che allora si prospettava arcobaleno, come è la loro nazione. Buone le scene delle partite e decisamente ottima la finale: rendere il pathos di quella finale e la possanza di Jonah Lomu (eh si, la finale vide contrapposti agli Springboks gli All Blacks di Lomu) non era facile, ma Clint Eastwood ci è riuscito.
Piccola curiosità: il titolo del film è quello di una poesia di William Ernest Henley, scritta nel 1875, che Mandela soleva leggere durante la lunga prigionia a Robben Island nei momenti più difficili. Leggetela, ne vale veramente la pena.
In definitiva, un film che piacerà agli amanti del rugby, ma anche e soprattutto a chi sa ancora sperare nel futuro.
The bird people in China, di Takashi Miike. Con Masahiro Motoki, Renji Ishibashi, Mako, Michiko Kase, Li Li Wang. Wada è un agente di commercio giapponese che viene mandato dalla sua società in Cina per trovare una miniera di giada. Ad accompagnarlo, suo malgrado, uno yakuza mandato da un boss che ha un forte credito con il capo di Wada. Giunti sul luogo, sperduti in mezzo alla natura, incontrano la giovane Wan, una ragazza che canta una strana canzone... Un Miike poetico, lontano dagli eccessi pulp di alcuni dei suoi film culto, e che si innamora e fa innamorare di una storia semplice (e non nuova) ma non per questo priva di una fascinosa delicatezza. Il confronto tra la purezza del mondo rurale e l'arrivo del progresso non prende una posizione netta, quanto piuttosto una difficile ma possibile convivenza. Lo stesso finale, come una medaglia dai due volti, è vivo di una malinconia dolente ma non priva di speranza. Il tutto baciato dalla bellezza folgorante di paesaggi ancora incontaminati. Catartico.
http-~~-//www.youtube.com/watch?v=st1MwQD8V8Y
Ironclad, di Jonathan English. Con Kate Mara, Paul Giamatti, Brian Cox, Bob Hoskins, Jason Flemyng, James Purefoy, Derek Jacobi. Inghilterra, 1215. Il re Giovanni, costretto dai baroni a firmare la Magna Carta, infrange l'accordo e, assoldato un gruppo di guerrieri danesi e con l'appoggio del Papa, si appresta a vendicarsi. Sulla sua strada troverà un cavaliere templare e un gruppo di uomini fedeli al barone Albany, pronti ad opporsi alla sua avanzata difendendo l'inattaccabile castello di Rochester. Il film di English è un onesto quanto innocuo action movie in costume, che compensa evidenti limiti tecnici dovuti ad un budget non enorme con una certa efficacia nelle scene guerresche, rese furiosamente non lesinando sulla componente "splatter". Buone le prove del cast, e se il protagonista James Purefoy si conferma tra gli attori più sottovalutati della sua generazione, è indimenticabile l'irato re Giovanni di un insolito e sempre impeccabile Paul Giamatti. Liscio.
http-~~-//www.youtube.com/watch?v=O0Pu6v-umG8
Midnight FM, di Kim Sang-Man, con Soo-ae, Yoo Ji-tae, Ma Dong-Seok, Choi Song-Hyeon, Shin Da-Eun, Jeong Man-Sik, Kim Min-Kyu. Sun-young, bella conduttrice di un programma radiofonico, viene ricattata da uno psicopatico che tiene in ostaggio sua figlia. Giocando sull'importanza delle parole, Kim Sang-Man realizza un thriller avvincente, che pur vivendo di alcuni passaggi forzati, riesce a coinvolgere fino ai titoli di coda. Il villain, che si ispira al personaggio di Travis interpretato da de Niro in Taxi Driver, è caratterizzato ottimamente dalla convincente prova di Ji-tae Yu (Old Boy), mentre la bella protagonista ha il volto sofferto di una brava Soo-ae. Serrato.
http-~~-//www.youtube.com/watch?v=793rRKbbzv4
Ho appena finito di vedere su Iris un film che desideravo vedere da tempo, cioè "L'uomo dei sogni" (1989), diretto da Phil Alden Robinson e interpretato da Kevin Costner, Ray Liotta, James Earl Jones e Burt Lancaster.
Ray Kinsella (Costner) è un tranquillo agricoltore con moglie e figlia, che un giorno, inspiegabilmente, sente una voce che gli sussurra parole misteriose: "Se lo costruisci, lui tornerà". Decide allora di seguire il suo istinto e costruire un campo di baseball regolamentare proprio sul suo terreno. Non sa perché deve farlo, ma il motivo gli appare una sera, quando sul campo si materializza il fantasma di "Shoeless" Joe Jackson (Liotta) e con lui tutta la storica formazione dei Chicago White Sox del 1919. E' solo l'inizio di una storia ricca di magia e di nostalgia per un mondo scomparso, che porterà Ray in giro per gli USA alla ricerca di persone che, come lui, hanno nel cuore l'amore per il baseball ed il rimpianto per cose mai dette o fatte.
Tipicamente americano nella sua celebrazione del baseball, sport a stelle e strisce per eccellenza, il film si lascia comunque godere anche da un pubblico di neofiti. La trama è leggera come si conviene al tipo di storia, ma capace di regalare, per chi sa apprezzarli, momenti di pura emozione. Buona la prova del cast, a cominciare dal protagonista Kevin Costner, senza dimenticare i due mostri sacri Burt Lancaster e James Earl Jones.
In definitiva, un bel film di sport e sentimenti.