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Commenti su film appena visti
D di Darrosquall
creato il 25 luglio 2005

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Inviato il 14 settembre 2010 1:25

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La signora Oyu, di di Kenji Mizoguchi. Con Kinuyo Tanaka, Nobuko Otowa, Kiyoko Hirai, Yuji Hori. Shinnosuke è prossimo al matrimonio con la bella Oshizu, ma si innamora della sorella maggiore della futura sposa, rimasta vedova anni prima. Le nozze si faranno comunque, innescando un insolito triangolo di dolore e repressione. Attraverso un menage a trua tutto particolare, Mizoguchi ci racconta nuovamente la condizione sociale femminile in un Giappone prossimo alla modernità ma ancorato a certi valori e regole di una vita passata. Un romanticismo che si nasconde dietro alle scelte sofferte dei tre protagonisti, che culmineranno in un finale desolante in cui solo una nuova vita sempre esser segno di speranza. Bravissima la Tanaka. Cocente. Voto 4.5 / 5


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Inviato il 14 settembre 2010 3:41

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Harry a pezzi, di Woody Allen. Con Woody Allen, Judy Davis, Mariel Hemingway, Billy Crystal, Kirstie Alley, Amy Irving, Robin Williams, Stanley Tucci. Scrittore nevrotico trascrive i passaggi chiave della sua vita sottoforma di romanzo, arrivando a confondere la finzione con la realtà. In una storia di stampo quasi kingiano, Allen dirige uno dei suoi film più cinici e irriverenti, andando contro ogni perbenismo ipocrita e interpretando il ruolo più "bastardo" della sua carriera. Con una trama a tratti indecisa tra il reale e l'immaginario, si dipana una storia che offre diversi spunti di riflessione sulla società attuale. Irresistibile il viaggio all'inferno, luogo dove il regista piazza un pò tutti i fautori del falso moralismo sociale. Cast numerosissimo e di grandi nomi, come sempre di ottimo livello. Sprezzante. Voto 4 / 5


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Inviato il 14 settembre 2010 5:38

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Criminali da strapazzo, di Woody Allen. Con Woody Allen, Hugh Grant, Elaine May, Tracey Ullman, Michael Rapaport. Un gruppo di improbabili ladruncoli organizza il colpo a una banca, ma finisce per diventare ricco grazie al successo riscosso dal negozio di biscotti "creato ad hoc" come copertura. Ma la vita da alta società non sembra far per loro. Un Allen comico come ai tempi migliori, in un film divertente e spassoso dall'inizio alla fine. Se è vero che alcuni clichè del suo Cinema qui sembrano ripetersi, non si può che plaudire la smaliziata (e alta) ironia con cui si critica la high class e le sue manie, qui inserita però in un contesto meno critico e più portato alla risata. Come sempre intrecci amorosi a intersecare questa storia di amore e brama di ricchezza, salvo poi comprendere cosa vale veramente. A colpo sicuro. Voto 3.5 / 5


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Inviato il 14 settembre 2010 21:38

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Anything else, di Woody Allen. Con Woody Allen, Jason Biggs, Christina Ricci, Danny DeVito, Stockard Channing. Un giovane autore comico, in crisi di identità e alle prese con una relazione sentimentale complicata, conosce una sorta di strambo mentore, trent'anni più vecchio di lui, che gli cambierà il modo di vedere le cose. Un Allen "spalla" che rivive nei due protagonisti, quello da lui interpretato, e nel personaggio di Jason Biggs (sorprendente, lontano dalle frivolezze di American Pie & co.), un suo corrispettivo più giovane. E' uno degli Allen più disillusi, sicuramente il più fuori di testa, in cui Allen non si fa problemi a distruggere vetture, e, a parole, sparare nel fondoschiena a poliziotti antisemiti. Ennesima, bella e cinica metafora sull'ipocrisia della vita e della falsità dei rapporti, che culmina in un finale liberatorio in cui è facile osservare molte attinenze alla realtà. Brava e sensuale la presenza femminile che le sembianze di Christina Ricci. Beffardo. Voto 3.5 / 5


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Inviato il 15 settembre 2010 3:04

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Accordi e disaccordi, di Woody Allen. Con Sean Penn, Samantha Morton, Uma Thurman, Brian Markinson, Anthony LaPaglia. Storia di un eccentrico chitarrista jazz che, tra un presente da alcolizzato e un matrimonio infelice, non riesce a trovare più l'ispirazione. Solo attraverso la sofferenza riuscirà a tornare grande. Allen, qui solo regista, racconta la storia di un musicista immaginario spacciandola per vera (espediente già usato nel suo Cinema), con tanto di interviste a se stesso e ad altri fantomatici critici musicali. Il film si inserisce tra gli Allen più introspettivi, e dedica poco spazio alla vena comica, quanto addicendo invece ai protagonisti una sottile ironia che emerge, gustosa, saltuariamente. Attori in stato di grazia, su tutti un Sean Penn strepitoso nei panni del protagonista. Asciutto. Voto 3 / 5


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Inviato il 16 settembre 2010 6:44

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Tokyo Gore Police, di Nishimura Yoshihiro, con Shiina Eihi, Itao Itsuji, Benny Yukihide, Bû Jiji, Horibe KeisukeVagina mutante cannibale. La polizia di Tokyo, da tempo privatizzata, si macchia delle più crudeli atrocità in nome di un fantomatico rispetto della legge. A mettere i bastoni nelle ruote alle forze dell'ordine ci sono però gli engineer, orribili creature mutanti predisposte ad uccidere e a smembrare chi capita sul loro cammino. A dare la caccia a questi "mostri" è la giovane poliziotta Ruka, dapprima fedele al suo ordine, ma che durante la sua missione scopre segreti che cambieranno i suoi ideali. Splatterone eccessivo, violento, emoglobinico all'esasperazione, Tokyo Gore Police è ovviamente una pellicola dedicata a quel pubblico di nicchia amante del genere. Ciò nonostante si sente una certa pesantezza nella parte centrale, complice una storia che decolla solo verso la fine, e che, a conti fatti, ha ben poco da dire nella sua acida e flebile critica contro "lo stato di polizia". L'atmosfera generale che si respira è quella di un enorme giocattolone, impreziosito da alcune sequenze di grande e morboso fascino visivo (la vagina cannibale e lo scontro finale sono geniali), che però non raggiunge livelli di suoi simili come il divertentissimo The machine girl. Elitario. Voto 2.5 / 5


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Ser Balon Swann
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Inviato il 17 settembre 2010 3:03

The Road

 

dopo il capolavoro "non è un paese per vecchi", un nuovo film tratto da un romanzo di cormak mccharty.

avevate trovato "non è un paese per vecchi" angosciante per il cinismo, la mancanza di speranza e l'umanità corrotta e senza morale? beh, al confronto i fratelli coen sono più allegri e spensierati dei topini di cenerentola.

 

se "the road" non fosse uscito dopo il libro, avrei scommesso che il buon cormak si fosse sparato almeno 120 ore di Fallout 3, tanto film e videogioco sono simili.

comunque... ambientato in un futuro post-apocalittico, il film è la storia del rapporto tra padre e figlio... una storia di sopravvivenza e dignità.

ma più che altro è la descrizione di come homo homini lupus est, all'ennesima potenza.

 

che dire... angosciante è angosciante.

resto tuttavia sempre perplesso davanti a film che si propongono di essere l'apoteosi del cinismo, della disillusione dinnanzi alla "cruda realtà, ma poi hanno cadute di verosimiglianza non da poco (vedi: training day).

ad esempio: non si capisce bene cosa sia successo, sta di fatto che sono morti praticamente tutti gli animali, le coltivazioni e gli alberi. Gli uomini invece no. Che caxxata è mai questa? l'uomo biologicamente è un animale tale quale agli altri.

oppure: è improbabile uno stato di anarchia così totale. Dove sono i militari? con bunker anti-atomici, superiorità tecnologica e una (nel caso) sana mentalità fascista feticista dell'ordine, dovrebbero emergere come forza dominante.

vabbè, forse infondo film (o il libro) vuole essere più metaforico che altro. Anche se non sembra.

 

comunque vale la pena vederlo.

 

 

8/10

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Inviato il 17 settembre 2010 23:28

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I figli degli uomini, di Alfonso Cuarón. Con Clive Owen, Julianne Moore, Michael Caine, Chiwetel Ejiofor, Charlie Hunnam. 2027. L'umanità è vicina alla sua fine, infatti da vent'anni non si registrano nuove nascite. In Gran Bretagna, schiava di un regime totalitario, nasce una speranza: una ragazza, immigrata illegale, è infatti incinta. Un ex-militante viene "reclutato" dalla compagna di un tempo per proteggere la giovane, e condurla illesa a un sito protetto nelle Azzorre. Cuaron dipinge un futuro cupo, figlio della paure odierne sulle derive razziste e sui governi guerrafondai, forse sin troppo esasperato nella sua oscura crudezza. Ciò nonostante l'ambientazione, di gran fascino, è realizzata con dovizia e attenzione ai particolari, così come i rapporti sociali tra la varie classi in "Lotta", con intrighi e doppi-giochi dove il bene e il male non viaggiano per assoluti. Spettacolari e drammatici i quaranta minuti finali, "aggraziati" da una fotografia d'eccezione. Bravo Owen, ma la scena la ruba ancora una volta sir Michael Caine, pur in un ruolo secondario. Apocalittico. Voto 3 / 5


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Inviato il 18 settembre 2010 2:40

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Rosemary's baby, di Roman Polanski. Con Mia Farrow, John Cassavetes, Ruth Gordon, Sidney Blackmer, Maurice Evans, Ralph Bellamy. Rosemary, sposata con Guy, attore teatrale, è vittime delle oppressanti attenzioni dei nuovi vicini. Quando rimane incinta, questi si fanno ancora più assillanti, e ben presto la donna scopre un mistero legato a stregoneria e ad antichi riti che riguarderebbero proprio il suo futuro bambino. Polanski dirige un horror introspettivo, ricco di inquietudini e risvolti psicologici, che porta la protagonista, e lo spettatore con essa, a non fidarsi di niente e nessuno. Giocando sul confine tra la paranoia e la realtà, il regista instaura un'atmosfera cupa e opprimente, un incubo ad occhi aperti dove la via d'uscita sembra sempre più lontana. Ottimo cast, su cui spicca la spaventata ma tenace Rosemary di Mia Farrow. Sabbatico. Voto 4.5 / 5


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sharingan
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Inviato il 18 settembre 2010 10:03

The Libertine di Laurence Dunmore con Johnny Depp, Samantha Morton, John Malkovich, Rosamund Pike

Il film narra la vera storia di John Wilmot, II conte di Rochester e amico personale di Re Carlo II d'Inghilterra che trascorse una vita tra teatro e donne, gozzoviglie e prostitute, specchio dell'ideale libertino. Realizzazione piuttosto fiacca e opaca, quasi interamente concentrata sulla figura di Johnny Depp, attore indubbiamente bravo ma che ha ricoperto ruoli migliori. L'incipit è particolare e di effetto, vediamo infatti il conte di Rochester che si rivolge direttamente al pubblico affermando che la storia della sua vita provocherà disgusto e raccapriccio. Dopo un esordio del genere ci si aspetterebbe di vedere chissà che cosa e invece troviamo una storia tutto sommato abbastanza ordinaria e un prototipo di personaggio che è già stato abbondantemente sfruttato in vari medium artistici. Tutto è poi permeato da frasi fatte scontatissime in stile "Dorian Grey", con la stessa tendenza a sproloquiare citazioni a vanvera senza un apparente coerenza logica. In aggiunta il film non colpisce nemmeno dal punto di vista emotivo, non commuove particolarmente e anzi risulta piuttosto freddo. VOTO: 2/5


 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »

 

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Inviato il 18 settembre 2010 13:51

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Black death, di Christopher Smith. Con Sean Bean, Carice van Houten, Eddie Redmayne, Kimberley Nixon, Tim McInnerny. Un gruppo di cavalieri, guidati da un giovane frate, è mandato a indagare per conto del vescovato su un villaggio rimasto immune alla terribile piaga della peste. Si sospetta che il "mancato" arrivo della Morte Nera sia dovuto a pratiche di stregoneria, e voci ricorrenti dicono che gli abitanti venerino un Negromante. Interessante mistery/horror in costume, che pone spunti interessanti sul dramma religioso che ha contraddistinto il Medioevo, tra pratiche pagane e intolleranza cristiana, roghi di presunte streghe e riti magici. L'impronta data dal regista è oscura, a tinte forti, con una violenza che nel finale raggiunge alte vette, fisiche ma soprattutto psicologiche, con un (semi) colpo di scena finale davvero intenso, e un drammatico epilogo. Ottimo il cast, e se Sean Bean in panni cavallereschi è ormai una garanzia, ottima la prova di una glaciale Carice van Houten. Affascinante. Voto 3.5 / 5


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Eddard Seaworth
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Inviato il 18 settembre 2010 15:43

La legge è legge con Fernandel e Totò, in bianco e nero.

In un borgo delle alpi, la frontiera italo-francese passa proprio in mezzo al paese, tra l'altro dividendo esattamente in due l'unica osteria che si ritrova con la cucina da una parte e la sala da pranzo dall'altra. Fernandel è l'inflessibile doganiere che sorveglia e dà la caccia a Totò, l'immigrato napoletano che ha aperto un negozio di articoli vari, fa il contrabbandiere, ed ha sposato l'ex moglie di Fernandel. La difficile convivenza si rompe e tutto precipita quando risulta che Fernandel, essendo stato partiorito nella cucina dell'osteria, sarebbe in realtà italiano, quindi non può essere doganiere, anzi risulta prima bigamo (in Italia non esisteva il divorzio) al pari dell'ex moglie, poi disertore perché a suo tempo non ha fatto il militare in Italia. In un crescendo di equivoci, tentativi di risolvere la faccenda che complicano le cose, rappresentanti della legge che chiedono istruzioni al capoluogo e non la discutono, il tutto condito dalle smorfie dei due attori, la situazione sembra arrivare al culmine quando si risolve grazie ad un colpo di genio e ad una etichetta falsificata.

Un film con la F maiuscola, con una trama, dei veri attori, e la capacità di tenere incollati al televisore.

Voto 5/5 e tantissime risate assicurate.


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Inviato il 19 settembre 2010 10:15

Mangia prega ama di Ryan Murphy con Julia Roberts, James Franco, Billy Crudup, Javier Bardem

Elizabeth Gilbert, donna newyorkese felicemente sposata, viene improvvisamente assalita da un bisogno di evasione e di svago. Questo la porterà al divorzio, a una nuova relazione e infine ad un viaggio intorno al mondo verso l'Italia, l'India e l'Indonesia. Il film è divisibile in quattro parti corrispondenti alle diverse località di residenza di Elizabeth. La prima parte, a New York, è forse quella meglio riuscita con una buona alternanza di romanticismo, comicità e introspezione psicologica. Poi viene la parte italiana, probabilmente la più divertente ma anche la più ridicola per la quantità di stereotipi demenziali sugli abitanti del Bel Paese (mai lo slogan "pizza e mandolino" fu più azzeccato). La trasferta in India si rivela invece un'autentica palla al piede, una mattonata decisamente pesante, densa di riflessione interiore New Agee drammi più o meno "drammatici". L'ultima parte, quella indonesiana, è la più originale anche grazie all'apporto di Bardem (doppiato in modo osceno) ma è risolta in modo troppo frettoloso e con trovate francamente strampalate. Ne risulta complessivamente una commedia molto scarsa, troppo lunga, con troppe cose da raccontare e senza che queste siano raccontate a dovere. Ma il punto più negativo è la descrizione dei luoghi e delle persone che Julia Roberts incontra nel suo viaggio con italiani che fanno gli italiani, indiani che fanno gli indiani, brasiliani che fanno i brasiliani, etc... con una tecnica descrittiva esageratamente cartolinesca, tipica di chi vuol dare un'immagine semplice e sbrigativa dei cittadini di altri Paesi, sia nei vizi che nelle virtù. VOTO:1,5/5


 

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The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
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satan_shark
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Inviato il 19 settembre 2010 11:28

Metacritic (che è USA) gli da un misero 50/100.

Non parliamo poi di Resident Evil Afterlife (che mi tocca vedere domani): 34/100...


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Guardiano della notte
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Inviato il 19 settembre 2010 19:14

Ho appena terminato di vedere il dvd di "Codice Genesi-the book of Eli".

Il misterioso Eli (Denzel Washington) vaga negli USA postapocalittici, tra paesaggi bruciati dal sole, autostrade ingombre di rottami e banditi di strada. Una voce interiore lo guida, la stessa che lo spinge a leggere ogni sera un misterioso libro nero, con una croce sulla copertina. Quando giunge nella cittadina governata con pugno di ferro dallo spietato Carnegie (Gary Oldman), la sua fede e la sua forza si scontrano coi disegni del despota. Carnegie vuole il libro di Eli ed è disposto a tutto per averlo. Solara, la figlia adottiva di Carnegie, è invece affascinanta e incuriosita dal misterioso straniero e dalla sua cerca di qualcosa che si trova ad ovest...

Thriller postapocalittico di discreta fattura, il film si caratterizza per una trovata di base molto interessante ed un gruppo di personaggi ben riusciti, su tutti Eli. Peccato per la fotografia non proprio al top (non conosco il linguaggio tecnico, ma mi riferisco soprattutto alle scene dove i personaggi hanno sullo sfondo grandi paesaggi...ecco, quelle non sono granchè) e per la risoluzione sbrigativa del finale. Inoltre, a parte Eli e Carnegie, gli altri personaggi peccano di scarso approfondimento.

In definitiva, si tratta di un buon film, che però avrebbe potuto rendere meglio quanto promesso.

VOTO 3/5.


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