La morte negli occhi del gatto di Anthony M. Dawson con Jane Birkin, Venantino Venantini, Serge Gainsbourg, Hiram Keller
Sul castello di Dragstone di proprietà della dinastia MacGrieff pende una terribile leggenda: se un membro dei MacGrieff viene ucciso da una persona della sua famiglia, diventa un vampiro. L'arrivo di Lady Alicia (sorella dell'attuale proprietaria di Dragstone) e di sua figlia Corringa scatenerà una serie di delitti che rinvigoriranno la credibilità della profezia. Thriller gotico italiano piuttosto insolito, che da un punto di vista strutturale e narrativo si caratterizza come "giallo" mentre visivamente appare più come una gradazione dell'horror. Ed è forse questa la caratteristica più forte e valida del film, nel sapere cioè un'atmosfera inquietante, rarefatta e onirica che avvolge la vicenda e i protagonisti dall'inizio alla fine. Più debole la trama, forse troppo sbrigativa e comunque non sempre avvincente nè credibile. VOTO: 3/5
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Morte a Venezia, di Luchino Visconti. Con Dirk Bogarde, Romolo Valli, Mark Burns, Nora Ricci, Marisa Berenson, Björn Andersen, Carole André, Silvana Mangano. Musicista di mezz'età in crisi artistica e con derive psicologiche, si reca a Venezia per un periodo di vacanza. Qui si innamora del giovane Tadzio, un ragazzo tedesco figlio di una nobile famiglia residente nel suo stesso albergo. Dal racconto di Thomas Mann, Visconti realizza un'Opera memorabile, ricca di inquietudini (una Venezia in preda a una presunta epidemia di colera è il miglior sfondo a questo tortuoso percorso interiore) e raffinata nella sua apparente morbosità, dove Visconti, omosessuale dichiarato, racconta al meglio il tormento di una persona "comune" alle prese con l'imprevedibile. Andersen, l'interprete del giovane "oggetto del desiderio" è una figura alla vista quasi assessuata e di una bellezza magnetica senza risultare effemminato, e Bogarde è uno splendido e intenso protagonista. Musiche, costumi e scenografie come sempre eccelse, come nel classico stile del Maestro italiano. Magnifico. Voto 4.5 / 5
Bellissima, di Luchino Visconti. Con Anna Magnani, Walter Chiari, Gastone Renzelli, Tina Apicella, Tecla Scarano. Un'infermiera proletaria fa di tutto affinchè la figlia piccola venga scelta per un ruolo nel prossimo film del regista Alessandro Blasetti. Ma la concorrenza è alta, e la donna è costretta a scendere a compromessi, rischiando e sacrificando (quasi) tutto. Visconti cinico e senza peli sulla lingua mostra il mondo dei compromessi, di un Italia che va avanti a raccomandazioni (come espresso in un discorso breve e conciso del personaggio di Chiari), e di come il Cinema stesso non sia esente da tali pratiche. Ecco perciò che il luogo dei Sogni viene tramutato così a crudele e terrena realtà, e fa da contraltare alla povertà di quegli anni, rappresentata tramite la madre tenace (e ingenua) di una sempre formidabile Anna Magnani. Nudo e crudo. Voto 4 / 5
La Casa dei Fantasmi titolo italiano (per una volta non tanto fuori luogo) per The House of Haunted Hill, con Vincent Price - la versione in bianco e nero del 1959, con Vincent Price, non quella rifatta nel 1999.
Un miliardario eccentrico invita cinque sconosciuti a trascorrere una notte in una villa isolata, in cui sono satti commessi precedentemetne sette efferati omici ed in cui i fantasmi si aggirano tutt'ora: se resisterano fino al mattino riceveranno ciascuno diecimila dollari, se moriranno quegli stessi soldi saranno concessi ai parenti più prossimi o divisi tra i spravvissuti. Malgrado il titolo e la struttura, il film è un giallo/thriller, e non un vero e proprio horror, anche se gli elementi soprannaturali che fanno pensare realmente a dei fantasmi ci sono tutti. Peccato che questo miscuglio porti più ad una confusione di generi e lasci delle cose in sospeso, per cui rimangono delle domande che non ricevono risposta.
Un buon film, che tiene alta la tensione, adatto ad una sera di "tensione leggera", ma non molto di più. E la versione in dvd balla a tratti.
voto 2-3/5
Mangia, prega, ama: Liz Gilbert (Julia Roberts) ha tutto ciò che una donna moderna può sognare – un marito, una casa e una carriera di successo – ma come tante altre donne, è insoddisfatta, confusa ed è alla ricerca di cosa effettivamente desidera dalla vita. Appena divorziata, trovandosi ad un bivio, Liz decide di allontanarsi dal suo mondo rischiando tutto e, per dare un cambiamento radicale alla sua vita, intraprende un viaggio intorno al mondo, un percorso per ritrovare se stessa. Nel suo viaggio in Italia riscopre il piacere di mangiare; in India arricchisce la sua spiritualità e, inaspettatamente, a Bali ritrova il suo equilibrio interiore grazie al vero amore.
Non mi ha convinto pù di tanto, come tutti i film tratti da libri. Troppo schematico, si vedeva proprio che hanno dovuto tagliare e, a mio parere, non l'hanno neanche fatto tanto bene. Il tema principale del film però era buono. Non ho apprezzato per niente la parte in Italia (come penso tutti gli italiani). Ok qualche battutina ma quando ce ne sono trenta inizia a diventar pesante.
Voto: 2/5
“Non mi sono piaciute per niente quelle accuse, no, no e no“ grugniva la scrofa, ancheggiando per il vialetto. La coniglietta e l’asina le consigliarono più giudizio, perché quanto successo all’ape regina non era piacevole. “Dai, suvvia, non esagerare… secondo me i rospetti son stati fuori luogo“ si impuntò in particolar modo la coniglietta, ma la scrofa, beh, ormai l’avrete capito anche voi, non gliene poteva fregare di meno. “Le è stato rubato un alveare, ma di cosa stiamo parlando!“
Willow, di Ron Howard. Con Warwick Davis, Val Kilmer, Jean Marsh, Joanne Whalley, Patricia Hayes, Billy Barty, Pat Roach. Willow, un piccolo nelwin, si prende cura di una neonata trovata sulla riva di un fiume. La bambina in realtà è l'eletta che potrà mettere fine al regno di terrore della regina Bavmorda. Con l'aiuto del riluttante cavaliere Madmartigan, dovrà proteggere la piccola e infine sfidare le forze della tiranna. Prodotta da Lucas, una favola fantasy tipicamente ottantiana, entrata tra i classici del genere, grazie a una storia seppur ingenua, avvincente per messa in scena ed effetti speciali. Nonostante l'occhio rivolto al pubblico dei bambini, la vicenda appassiona un pò tutte le età, grazie anche a dei personaggi azzeccati e mai stucchevoli, capaci di coinvolgere nella giusta misura lo spettatore. Magico. Voto 3.5 / 5
Starman, di John Carpenter. Con Jeff Bridges, Karen Allen, Charles Martin Smith, Richard Jaeckel, Robert Phalen, David Wells. Quando la sua astronave viene abbattuta dai caccia della difesa, un alieno prende le sembianze di un uomo morto da poco, l'ex compagno della bella Jenny. Con l'aiuto della donna cercherà di raggiungere un posto di ritrovo dal quale potrà fare ritorno a casa, ma l'esercito è sulle sue tracce. Carpenter dirige una favola moderna sul caro filone dell'alieno buono - terrestri cattivi. Nonostante alcune perplessità sul comportamento "forzato" di diversi personaggi secondari, la storia funziona e tiene incollati allo schermo per quasi due ore, regalando al contempo un sobrio divertimento e una platonica love story. Bridges è bravissimo nell'incarnare un protagonista pressochè "vergine" dei classici comportamenti umani, e plasmabile a piacimento del regista e, con lui, del pubblico. Etereo. Voto 3.5 / 5
Un uomo tranquillo, di John Ford, Con John Wayne, Maureen O'Hara, Victor McLaglen, Barry Fitzgerald, Ward Bond, May Craig, Eileen Crowe. Sean Thornton, da anni pugile in America, ritorna nella natia Irlanda per comprar casa, ma si attira le antipatie del burbero Will Danaher. Le cose si complicano quando Sean si innamora della nevrotica Mary Kate, sorella proprio di Will. John Ford omaggia l'Irlanda, paese dei genitori, con una commedia nostalgica e divertente, in cui i riti e le tradizioni paesane vengono tratteggiate con spirito burlesco e caricaturale, tra risse di massa e sbronze ai bar locali. Si (sor)ride per circa due ore, grazie anche a un cast affiatato, e la coppia Wayne - O'Hara funziona alla grande. Effervescente. Voyo 4 / 5
The housemaid, di Ki-young Kim. Con Sung-kee Ahn, Aeng-ran Eom, Jeung-nyeo Ju, Seok-je Kang, Jin Kyu Kim. Un professore di musica, felicemente sposato e con due figli, riceve le attenzioni di una sua studentessa. Denuncia il fatto alla preside della scuola, che caccia la giovane, che si suicida pochi giorni dopo per la disperazione. Per vendicarsi, un'amica della ragazza, fa assumere dall'uomo una domestica che metta a sconquasso la vita del maestro. La nuova arrivata, che dimostra da subito una psiche instabile, soggiogherà ben presto la famiglia. Un thriller dalle parti di Hitchcock ma dotato di una carica perversa, che mette a durissima prova le vite dei suoi protagonisti. Incalzante, teso e sorretto da interpretazioni di alto livello, è un film che non risente per nulla dei cinquant'anni sulle spalle, e avvince fino all'ultimo, con un epilogo beffardo. Regna un'atmosfera opprimente, che provoca una forte e dilaniante empatia dove vittime e aguzzina si scambiano i ruoli in un gioco diabolico di crudeltà, tra ossessioni di carattere sessuale e rimpianti più o meno dolorosi. Perfida gemma. Voto 4.5 / 5
Valhalla Rising, di Nicolas Winding Refn. Con Mads Mikkelsen, Maarten Stevenson, Gordon Brown, Andrew Flanagan, Gary Lewis, Gary McCormack.
1000 A.D. , per anni One-Eye, un guerriero muto e con una forza spaventosa, è stato tenuto prigioniero dal capo-tribù scandinavo Barde. Riuscito a sfuggire ai suoi aguzzini, li stermina e comincia un viaggio assieme a un ragazzo-schiavo di nome Are, che li porterà ad imbarcarsi con dei crociati Vichinghi, diretti in Terra Santa. Ma non è lì che arriveranno....
Girato in Scozia, Valhalla Rising è un film molto poco d'azione (tranne nei primi 20 minuti e nel finale), introspettivo. I lunghi silenzi (del protagonista, che per tutto il film non parla mai) e le inquadrature statiche sono spesso interrotte violentemente da combattimenti brevi e sanguinosi. Diviso in 6 parti, il film si concentra sulla redenzione del protagonista con una parabola ascendente che lo porterà a sacrificare la vita. Un film diverso dal solito, almeno per me. 4.5/5
Benvenuti al Sud di Luca Miniero con Claudio Bisio, Angela Finocchiaro, Alessandro Siani, Valentina Lodovini
Direttore di poste di stanza in Brianza vorrebbe essere trasferito a Milano, ma finisce per andare a lavorare a Castellabbate in provincia di Napoli. Partito con mille ansie e paure, scoprirà invece un ambiente allegro e gioviale che lo farà ricredere nei suoi pregiudizi. Bisogna distinguere due aspetti in questo film, uno emozionale e uno razionale. Con il primo punto di vista il risultato è soddisfacente, il film è brillante e divertente, gli attori sono efficaci, la trama fila che è un piacere e si ride per quasi tutto il tempo. Analizzando però l'opera in maniera più distaccata non si possono non notare alcuni difetti. La tematica fondamentale è il confronto/scontro tra il Nord e il Sud d'Italia, un problema sicuramente caratterizzante della storia del nostro Paese e che quindi può essere facilmente sfruttato a fini artistici/commerciali. Il problema è che in "Benvenuti al Sud" ci si limita alla superficie della questione, si sfruttano soprattutto i reciproci stereotipi enfatizzati al massimo ma senza che questo porti a una reale riflessione, mentre si preferisce una soluzione a "tarallucci e vino", eccessivamente buonista e consolatoria. Soprattutto l'impressione è che regista e sceneggiatore facciano apertamente il "tifo" per il Sud e quello che dovrebbe essere in teoria un film di riconciliazione nazionale appare piuttosto come un trionfo del sudismo, dove gli stereotipi anti-meridionali vengono ribaltati in un consolante "volemose bene" mentre al contrario quelli anti-settentrionali rimangono tutti, tanto che chi viene dal Nord per fare bella figura deve "meridionalizzarsi" al contrario di chi sta al Sud che sembra essere dotato di una simpatia quasi naturale. VOTO: 3/5
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
°_° ho visto Prince Valiant degli anni cinquanta. Decisamente meglio di quello fatto verso la fine dei novanta.
Benvenuti al Sud di Luca Miniero con Claudio Bisio, Angela Finocchiaro, Alessandro Siani, Valentina Lodovini
Direttore di poste di stanza in Brianza vorrebbe essere trasferito a Milano, ma finisce per andare a lavorare a Castellabbate in provincia di Napoli. Partito con mille ansie e paure, scoprirà invece un ambiente allegro e gioviale che lo farà ricredere nei suoi pregiudizi. Bisogna distinguere due aspetti in questo film, uno emozionale e uno razionale. Con il primo punto di vista il risultato è soddisfacente, il film è brillante e divertente, gli attori sono efficaci, la trama fila che è un piacere e si ride per quasi tutto il tempo. Analizzando però l'opera in maniera più distaccata non si possono non notare alcuni difetti. La tematica fondamentale è il confronto/scontro tra il Nord e il Sud d'Italia, un problema sicuramente caratterizzante della storia del nostro Paese e che quindi può essere facilmente sfruttato a fini artistici/commerciali. Il problema è che in "Benvenuti al Sud" ci si limita alla superficie della questione, si sfruttano soprattutto i reciproci stereotipi enfatizzati al massimo ma senza che questo porti a una reale riflessione, mentre si preferisce una soluzione a "tarallucci e vino", eccessivamente buonista e consolatoria. Soprattutto l'impressione è che regista e sceneggiatore facciano apertamente il "tifo" per il Sud e quello che dovrebbe essere in teoria un film di riconciliazione nazionale appare piuttosto come un trionfo del sudismo, dove gli stereotipi anti-meridionali vengono ribaltati in un consolante "volemose bene" mentre al contrario quelli anti-settentrionali rimangono tutti, tanto che chi viene dal Nord per fare bella figura deve "meridionalizzarsi" al contrario di chi sta al Sud che sembra essere dotato di una simpatia quasi naturale. VOTO: 3/5
Davvero è stato così deludente? Volevo vederlo perché il film francese mi era piaciuto molto e volevo vedere come avevano reso questa versione italiana.
Boadicea tieni sempre a mente che i giudizi dati sono strettamente personali, quindi le valutazioni variano in base ai propri gusti.
Personalmente non mi piacciono le commedie, quelle di Boldi e De Sica ad esempio negli anni sono peggiorate. Puntano molto di più sulla bonazza di turno e sulle battutacce a sfondo sessuali o comunque volgari. Ma allo stesso tempo ci sono commedie che si basano su altri fattori che mi piacciono decisamente di più (un po' come la serie di The Big Bang Theory).
Radio days, di Woody Allen. Con Mia Farrow, Dianne Wiest, Seth Green, Paul Herman, Julie Kavner. Storia di una famiglia di Brooklyn negli anni '30, ai tempi in cui la radio era fondamentale nella vita della gente. Allen dirige un ispirato omaggio ai tempi d'oro della radio, con la sua solita e sfacciata ironia, ricca qui di diverse gag di grande ispirazione comica. Delizioso l'accompagnamento musicale, con classici di quel jazz tanto caro al regista che si rivelano sottofondo fondamentale e integrante delle vicende, equilibrate saggiamente tra commedia e istanti più drammatici, con un'ottima caratterizzazione del periodo storico. Farrow strepitosa nei panni di una svampita cameriera destinata a diventare una donna della high-class, in un cast come sempre impeccabile. Delizioso. Voto 3.5 / 5
Written, Di Kim Byeong-wo. Con Lee Jin-seok-I,Kim Bo-yeong, Lee Sang-hyeok, Park Jin-soo, Kim Yeong-hwan, Kim Moo-sin, Ham Jeong-i. Risvegliarsi in una vasca da bagno, in un luogo oscuro e lugubre, scoprendo che qualcuno ti ha tolto un rene. E poi venire a conoscenza di essere soltanto il personaggio di un film, e che l'autrice della sceneggiatura vuole aiutarti a non morire. In una lotta contro il tempo, trovare il modo di sopravvivere in un'ardua lotta con l'attore che veste i tuoi panni nella pellicola che si sta girando. Thriller koreano inquieto e oscuro, con una trama che piacerebbe tanto a Stephen King. La continua lotta tra l'illusione e la realtà, la consapevolezza di esistere, la sfida contro la morte imminente, rendono questo viaggio nella mente e nella fantasia un percorso oscuro e irto di incognite. Ma grazie a una solida sceneggiatura, e a un adeguato comparto visivo tra luci oscure, ambientazioni degradate e trucchi visivi di grande efficacia il film di Byeong-wo convince e avvince sino alla fine, complice anche interpretazioni di tutto rispetto. Tagliente. Voto 3.5 / 5