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Commenti su film appena visti
D di Darrosquall
creato il 25 luglio 2005

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sharingan
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Inviato il 30 giugno 2010 13:38

Bright Star di Jane Campion con Ben Wishaw, Abbie Cornish, Paul Schneider, Kerry Fox

Gli ultimi anni di vita del grande poeta John Keats sono difficili: gli muore il fratello, condizioni economiche disastrate, salute precaria e un'amore travagliato per la bella Fanny Brawne. Proprio quest'ultimo aspetto è quello che viene sviscerato più a lungo in questo film. E' il tipico amore da porta romantico: Keats è sì attratto dalla ragazza, ma vede in lei anche la Musa per la sua Arte, lo strumento stesso che gli permette di scrivere e quindi di vivere (non in senso economico), perchè per Keats la poesia è vita. Fanny diventa per lui ogni cosa: donna desiderata, madre, sorella e fonte di ispirazione artistica. La passione di lei è invece più "normale", è un'amore incondizionato e struggente, anche se mediato dalla poesia che avidamente vuol imparare, quasi che in questo modo possa avvicinarsi all'amore della sua vita. Il giudizio più sintetico che mi viene in mente per un'opera simile è: mattone. Difficile trovare qualcosa di più esplicito, perchè il film è semplicemente noioso e ridondante, pieno di frasi gonfie di retorica e di teatralità inutile. VOTO: 1,5/5

Modificato il 05 July 2024 17:07

 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »

 

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Inviato il 01 luglio 2010 3:09

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The chaser, di Na Hong-jin, con Kim Yoon-seok, Ha Jeong-woo, Seo Young-hee, Jeong In-gi, Choi Jung-woo. Jung-ho, un ex poliziotto, "riciclato" come protettore di prostitute, ha perso due ragazze negli ultimi tempi, letteralmente svanite nel nulla. Quando una terza ragazza scompare, Jung-ho decide di indagare sul cliente con cui la sua protetta aveva appuntamento, e in seguito a una collutazione tra i due vengono entrambi arrestati. Yong Min, il cliente, confessa di aver ucciso nove donne incluse le ragazze di Jung-ho, ma quest'ultimo crede che l'ultima vittima sia ancora in vita e fa di tutto per trovarla. Sulle tracce di Memories of murder, The chaser è l'ennesimo, incalzante, thriller coreano incentrato sul tema della scomparsa e del dolore. Intriso di una forte componente drammatica, che emerge sontuosa tra la prima e l'ultima parte, le più cariche di violenza e crudeltà. Stilisticamente perfetto, una corsa contro il tempo mantenuta costantemente sul filo della tensione grazie a una regia sicura e un montaggio efficace, che conferma ancora una volta come l'attuale cinema coreano sia il Paradiso per gli amanti del thriller. Senza fiato. Voto 4 / 5

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Inviato il 01 luglio 2010 5:57

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My heart is that eternal rose, di Patrick Tam, con Kenny Bee, Chan Wai-Man, Cheung Tat-Ming, Kwan Hoi-Shan, Tony Leung Chiu Wai. Quando suo padre, ex boss delle triadi ora dedito a una vita normale, viene rapito da un capo rivale, la bella Lap sceglie di diventare una delle donne del padrino Shen affinchè questi salvi la vita del genitore. Lap mente a Rick, giovane di cui è innamorata, che decide di partire nelle Filippine per lavorare come killer. Ma anni dopo il destino li metterà di nuovo insieme, e con l'aiuto del giovane Cheung sfideranno il potere di Shen. Classico del melò noir di Hong Kong, è una pellicola abilmente divisa tra dramma romantico e poliziesco d'azione, dove tutto o quasi si basa sui forti legami che legano i protagonisti. Tensione costante tra rapporti d'onore e d'amicizia, che conducono al sacrificio, in una storia che pur non brillando per originalità, coinvolge e appassiona strappando anche qualche alito di commozione. Ottimo cast, su cui spicca un giovane e già "magnetico" Tony Leung. Ardente. Voto 4 / 5


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Inviato il 02 luglio 2010 6:06

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Return, di Lee Kyoo-man, con Yu-seok Jeong, Myeong-min Kim, Roe-ha Kim, Tae-woo Kim, Yu-mi Kim, Kwak Min-Seok, Baek Seung-Hwan, Jun-Sang Yu. Un bambino, per un errato uso di anestetici, ha subito una delicata operazione al cuore in stato di coscienza, restando in vita ma provando un dolore atroce. Venti anni dopo, all'interno di un ospedale, strane morti cominciano ad avere luogo, e sembrano tutte riguardare, più o meno direttamente, i dottori che parteciparono a quell'atroce intervento. Thriller sul dolore, fisico ma soprattutto psicologico, affilato come un bisturi, che per certi risvolti colpisce duro e profondo nelle viscere, laddove il rimorso e il senso di colpa emergono sontuosi e toccanti in più occasioni. La seconda parte, ricca di colpi di scena, è un vero e proprio gioco a Indovina chi, e quando tutte le domande sembrano aver trovato risposte certe, ecco la sorpresa. Registicamente dignitoso, pur senza guizzi che lo consacrino a capolavoro di stile. Ma per gli amanti del thriller un prodotto di indubbio interesse. Tagliente. Voto 3 / 5


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Inviato il 04 luglio 2010 20:15

The Host di Bong Joon-ho con Song Kang-ho, Byeon Hee-bong, Park Hae-il, Bae Doona

Seoul, 2006. Un giorno dalle profondità del fiume Han, emerge un mostro che semina morte e distruzione. Una bambina, creduta morta, viene in realtà catturata e portata via dalla creatura e così il nonno, il padre e gli zii si metteranno alla sua ricerca, pronti a tutto pur di salvare la vita della piccola. Singolare film horror coreano del sottogenere "mostri", che riesce nello stesso tempo a essere fedele alla tipologia "classica" del genere ma riuscendo nel contempo a inserire qualche elemento in più che ne fa così un qualcosa di decisamente originale, soprattutto rispetto alle produzioni hollywoodiane. Un'esempio può essere l'inserimento di scene comiche e grottesche in contesti fortemente drammatici o comunque poco consoni all'ilarità. Uno dei punti forti sono le scene d'azione e di massa che sanno essere davvero sconvolgenti e caotiche, tanto da far pensare che i soldi spesi per la realizzazione del film siano superiori agli undici milioni dichiarati dalla produzione. Anche la computer grafica utilizzata per rappresentare il mostro è egregia, almeno rispetto a quanto ci si possa aspettare da un prodotto a basso costo di questo tipo. Interessanti anche la regia e la fotografia, con una certa attenzione per il dettaglio, ma soprattutto interessante è il modo in cui viene sviluppato il tema centrale del film, quello della famiglia. Il finale è efficace, potente e poetico allo stesso tempo. Da vedere. VOTO: 4,5/5


 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
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Inviato il 05 luglio 2010 7:39

The host ancora mi manca, nonostante sia in lista d'attesa da mesi. Se comunque ti è piaciuto, ti consiglio altri due bellissimi film di Bong Joon-ho, Memories of murder e Mother, thriller dal forte impatto drammatico.


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Inviato il 05 luglio 2010 12:57

All'ombra delle aquile di Ferdinando Baldi con Cameron Mitchell, Beba Loncar, Gabriella Pallotta, Paul Windsor

Durante il regno dell'imperatore Tiberio, le tribù dell'Illiria e della Pannonia si ribellano all'autorità di Roma. A sedare la rivolta viene inviato sul posto il tribuno Marco Ventidio che si innamorerà però di Helen, figlia del capo pannone Magdo e promessa sposa a Batone, capo degli Illiri. Nasce così una disputa in parte militare, in parte amorosa condita con complotti, gelosie e tradimenti sia nel campo romano che in quello "barbaro". Il contesto storico è solo un pretesto, l'ambientazione romana pure: in realtà si tratta di un film "sentimentale" con un'atmosfera e una narrazione vagamente ispirata al western classico. Le pretese sono poche, i soldi a disposizioni pure ma non manca il divertimento, cioè il principale scopo del "peplum" italiano, genere che ebbe il suo boom negli anni Sessanta e che fece fruttare diversi soldini a molti produttori. Con tutti i suoi limiti (trama improbabile, costumi approssimativi, caratterizzazione dei personaggi inesistente) infatti questo film sa essere convincente nelle sue parti dedicate al puro intrattenimento, nel suo sapiente dosaggio della drammaticità o nell'uso del colore. Soprattutto la battaglia finale contiene tutti e tre questi elementi e contribuisce al giudizio positivo che un'opera simile merita. VOTO: 3/5

 

Ho visto anche il primo Sex and the City e mi è piaciuto molto poco. Una commedia già di per sè poco innovativa, noiosa, con diverse scene ripetitive e un deficitario apporto di bravi comprimari non può durare 2 ore e venti! VOTO: 1,5/5

 

 

"Planet Terror", girato da Robert Rodriguez, è sicuramente migliore di "A prova di morte"

 

Non e' "sicuramente" migliore: e' solo una tua opinione (con la quale, incidentalmente, sono in totale disaccordo). "A prova di morte" e' semplicemente un capolavoro. Secondo me.

 

Quando si esprimono giudizi su libri, film, fumetti, etc... è implicito che si parla per se stessi e non con pretese di rappresentare l'opinione comune. Anche io a volte aggiungo "Secondo me", "IMO" o locuzioni simili ma ogni tanto può capitare che mi scappi di non metterle; e questo non significa che io non riconosca che l'opinione che esprimo sia relativa.

 

Per quanto riguarda "A prova di morte", confermo il mio giudizio negativo. E' un film lentissimi, poco brillante e basato su un'infinita e lunghissima serie di dialoghi che vorrebbero essere molto f***i ma che sono invece di una banalità incredibile. Il punto è ancora più grave, visto che i dialoghi sono sempre stati riconosciuti come il pezzo forte di Tarantino, quelli che lo hanno reso davvero "diverso" dagli altri registi (non solo quello ovvio). Ma se paragoniamo i dialoghi di "Pulp Fiction", "Le iene" o "Kill Bill" con quelli di "A prova di morte" quest'ultimo ne esci a pezzi e ti viene da chiedere se il regista sia lo stesso. Secondo me è chiaro che Tarantino abbia fatto "A prova di morte" senza particolari ambizioni, come per riempire il tempo e farsi quattro risate con l'amico Rodriguez.

 

Comunque se vuoi approfondire il discorso, ci conviene continuare qui: Link, così non andiamo OT.

 

The host ancora mi manca, nonostante sia in lista d'attesa da mesi. Se comunque ti è piaciuto, ti consiglio altri due bellissimi film di Bong Joon-ho, Memories of murder e Mother, thriller dal forte impatto drammatico.

 

Ti ringrazio per i consigli. "Memories of Murder" mi era già stato consigliato, mentre "Mother" non lo conoscevo.

Modificato il 05 July 2024 17:07

 

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Inviato il 05 luglio 2010 13:43

Mother è recente, e inedito in Italia (mentre i cugini d'Oltralpe hanno avuto pure la fortuna di vederlo nei cinema, con buon successo di pubblico: ennesimo sintomo della totale assenza di cultura cinematografica in Italia) ma si trova coi sottotitoli. Ti linko una pagina dove sono reperibili (essendo prodotto non distribuito qui, i subs son più che legali) e vi è anche una bella recensione del suddetto.

 

http://www.asianworld.it/forum/index.php?showtopic=10627

 

 

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No mercy, di Kim Hyeong Joon, con Seol Kyeong Gu, Han Hye Jin, Ryoo Seung Beom, Seong Ji Roo, Nam Kyeong Eup, Park Sang Wook. Il dr. Kang, un patologo forense, è incaricato di ispezionare il corpo di una donna trovata morta nei pressi di un fiume, e con gli arti smembrati. Le indagini della polizia sembrano condurre a Lee Seong Ho, un noto attivista ambientale. Ma nel frattempo la figlia di Kang, che sarebbe dovuta tornare dopo un lungo periodo passato all'estero, sparisce misteriosamente. Il dr. Kang viene così costretto a stipulare un patto con Lee Seong Ho, che ha minuziosamente organizzato il rapimento già tempo addietro. E qualcosa nel passato sembra legare indissolubilmente i due uomini. Thriller coreano teso, intenso, e dalla forte componente drammatica, che trova il suo apice nel disperato e struggente finale. Pregno di temi e scene forti, dallo stupro alla dissezione dei cadaveri, vede una buona caratterizzazione dei protagonisti inseriti in una storia, seppur in buona parte prevedibile, che si dilunga per oltre due ore senza eccessive lungaggini o tempi morti. La vendetta, centro portante della vicenda, è ben narrata e il flashback sul passato mette bene in chiaro i motivi e i perchè che spingono i protagonisti a compiere certe scelte estreme, e finiscono per rendere il villain, per quanto crudele, almeno umano nella sua sete di giustizia sommaria. Interpretazioni di buon livello, anche se volutamente contenute. Senza pietà. Voto 3 / 5


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Tyrion Hill
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Inviato il 05 luglio 2010 15:32

Comunque se vuoi approfondire il discorso, ci conviene continuare qui: Link, così non andiamo OT.

 

Non c'e' molto da approfondire, ho solo la domanda che ho messo qui per evitare l'OT, come da tuo suggerimento.

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sharingan
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Inviato il 05 luglio 2010 23:02

Niente da nascondere di Michael Haneke con Daniel Auteuil, Juliette Binoche, Maurice Benichou, Walid Afkir

La vita di una normale famiglia borghese composta dal giornalista Georges, dalla moglie Anne e dal figlio Pierrot, viene sconvolta dall'arrivo di alcuni video che li ritraggono di nascosto, oltre a macabri e inspiegabili disegni. Chi è il responsabile di tutto questo? Se all'inizio lo stupore è totale, col passare del tempo Georges pensa di capire qualcosa e riterrà che la soluzione dell'enigma sia da rintracciare nel suo lontano passato. Vista l'accoglienza quasi entusiastica della critica e diversi suggerimenti positivi fatti da alcune persone di mia conoscenza ero partito con aspettative altissime verso questo film, aspettative che sono state assolte solo in parte. L'aspetto più irritante è il finale, assolutamente inconcludente ed inaccettabile per un'opera di questo tipo nella quale la risoluzione del mistero dovrebbe essere un elemento imprescindibile. Ma forse questo film non è in realtà un giallo e il regista non ha alcuna intenzione di rivelarci il colpevole; interessa invece comunicare alcuni messaggi relativi alla comunicazione e alle immagini, al concetto di colpa collettiva e individuale o a quello del declino della famiglia borghese. Il tema che viene descritto in maniera più efficace è quello della comunicazione e di una società in cui le diverse barriere ostacolano e deformano lo scambio di informazioni, persino all'interno di uno stesso nucleo familiare. Meno riuscito è invece lo sviluppo della trama sulla colpa, in cui si usa troppa furbizia ideologica condita con banali parallelismi. La regia è interessante e varia, così come il montaggio con il quale si sovrappongono tre momenti diversi di narrazione (presente, passato remoto e passato prossimo). VOTO: 3/5


 

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Inviato il 06 luglio 2010 2:48

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Confucius, di Mei Hu. Con Chow Yun-Fat, Yi Lu, Jianbin Chen, Quan Ren, Huang Jiao, Ban Wang, Xun Zhou, Lu Yao, Kaili Zhang. La vita di Confucio, filosofo e consigliere imperiale, vissuto nel 6° secolo a.C. durante la dinastia Zhang. Tra intrighi, complotti e ombre di guerra, i suoi insegnamenti di uguaglianza e prosperità universale vanno contro gli interessi dei nobili del tempo che cercano in tutti i modi di eliminare un personaggio così scomodo. Per un film che in Cina è arrivato a rivaleggiare addirittura col successo planetario di Avatar, ci si aspettava qualcosa di più. Una figura così eminente della cultura cinese infatti, nonostante i 22 milioni di dollari di bufget, avrebbe meritato uno spessore ben maggiore. Confucius è sin troppo spezzettato, narrando diversi periodi cruciali della vita del Pensatore, ma perdendo il senso profondo di quanto si voleva trasmettere, rilasciando un ritratto confuso e appena accennato, quasi svariati tagli siano stati effettuati al minutaggio (e, se fosso vero, speriamo in una più copiosa director's cut). Gli effetti speciali in digitale, a tratte dozzinali, stonano con l'atmosfera di epica drammatica della vicenda, risollevati in parte dalle buone scelte in fase di costumi e scenografia. Ma il punto forte di una pellicola altrimenti "anonima" è la strepitosa prova di Chow Yun-Fat, forse l'unico che avrebbe potuto incarnare così sublimamente un uomo dal fascino immortale e leggendario. Sotto il lungo pizzetto, è lui il lume che porta un pò di luce all'intero progetto. Sottotono. Voto 2.5 / 5


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Inviato il 06 luglio 2010 6:10

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Acacia, di Park Ki-Hyung, con Shim Hye-Jin,Kim Jin.Geun,Mun Wu-Bin. Mi-Sook e Do-Il, felicemente sposati, decidono di adottare un bambino. La scelta cade su Jin-sun, autore di spaventosi ritratti che ricordano l'urlo di Munch per lo stile orrorifico. Fin da subito il bambino sviluppa una morbosa attrazione per l'albero di acacia cresciuto in giardino. Nel frattempo, dopo anni di tentarivi, Mi-Sook rimane incinta, ma il nuovo nato sembra provocare reazioni di odio in Mii-Sok, che, un giorno, scompare improvvisamente. Dramma familiare con sfumature horror, che seppur pregno di reminescenze "classiche", si fa apprezzare per uno stile autoriale suadente e inquietante, che permea un'atmosfera morbosa dall'inizio alla fine, che si rivela crudelmente col suo colpo di scena. Un deteriorarsi dei rapporti narrato attraverso il soprannaturale, che distacca il film dalla classica concezione di horror per portarlo su un percorso dell'anima visionario e brutale. Originale. oto 3.5 / 5


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Inviato il 07 luglio 2010 0:52

The Twilight Saga: Eclipse di David Slade con Kristin Stewart, Robert Pattinson, Taylor Lautner, Jackson Rathbone

Sicuramente uno dei film più esilaranti degli ultimi tempi, se non fosse che le risate causate sono del tutto involontarie e non dovute. Perchè questo? In primo luogo per l'incredibile scontatezza e banalità dei dialoghi che sembrano per davvero scritti da 14enni in odore di tema scolastico; e in secondo luogo per l'inadeguatezza generale degli attori, alcuni prigionieri del proprio personaggio, altri totalmente fuori parte e altri che sono semplicemente scarsi e basta. La storia stessa dopotutto non è proprio il massimo, la trama è piatta e monotona, con troppa poca azione e un'idea generale che non è mai troppo chiara. Tutto è mediocre in questo film, effetti speciali compresi, basta vedere la bassa credibilità dei licantropi inaccettabile per realizzazioni di questo tipo. VOTO: 1,5/5


 

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Inviato il 07 luglio 2010 1:59

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Ivan il terribile, di di Sergej M. Ejzenstejn. Con Nicolaj Cerkasov, Lyudmila Tselikovskaya, Serafina Birman, Andrei Abrikosov. Nel 1547, Ivan viene incoronato re, con lo scopo di unificare l'intera Russia. Ma entra in conflitto con i boiardi, e deve difendersi da pericolosissimi intrighi di palazzo. Rivoluzionario, epocale. Ivan il terribile è un'Opera ancor oggi unica che rappresenta perfettamente la perfezione della Settima Arte. Evocativo, potente, con scene di massa che superano di gran lunga i tanto decadantati kolossal storici odierni, è un film di attori e luoghi, di immagini e parole, di musiche ed emozioni. Inutile sprecare troppe vane parole per un Capolavoro assoluto della storia del Cinema. Da vedere assolutamente. Voto 5 / 5


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Inviato il 07 luglio 2010 4:18

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Aleksandr Nevskij, di di Sergej M. Ejzenstejn. Con Nicolaj Cerkasov, Nicolaj Ochlopkov, Andrej Abrikosov. Quando i teutoni invadono la Russia, il principe Alessandro (che già in passato sconfisse gli svedesi) è pronto a scacciarli. Tutto si deciderà nella battaglia sul lago ghiacciato Peipus. Maestosa avventura cavalleresca, spettacolare e grandiosa, su cui aleggia fortemente uno spirito nazionalista e di propaganda. Ma poco importa delle idee politiche o di lavori su commissione quando ci si trova dinanzi a un Capolavoro intenso e avvincente, una storia epica di amore e morte dal così innato spirito patriottico. Ejzenstein gioca sempre sulle immagini, sui volti che nei loro silenzi trasmettono ogni cosa, come nel teso e drammatico epilogo. Monumentali le scene belliche, su tutte quella sul lago ghiacciato, entrata di diritto nella storia del Cinema. Focalizzato su un gruppo di personaggi, laddove è l'assenza di un protagonista assoluto, ma la coesione di tanti a rendere la narrazioni più empatica e profonda. Gigantesco. Voto 5 / 5


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