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Commenti su film appena visti
D di Darrosquall
creato il 25 luglio 2005

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Blindevil
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Inviato il 11 giugno 2010 14:04

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Izo, di Takashi Miike. Con Kazuya Nakayama, Kaori Momoi, Ryuhzi Matsuda, Ryousuke Miki, Takeshi Kitano. Un samurai viene crocifisso e brutalmente ucciso, ma non muore. Ritorna come spirito vendicativo che uccide chiunque gli si pari davanti, in un viaggio tra il tempo e lo spazio che lo porta in epoche e luoghi diversi. Izo è un vero e proprio inno all'odio, alla violenza pura che non risparmia nessuno, trasformandosi un una sorta di battaglia morale contro dogmi e regole di una società votata alla guerra. Miike si scaglia ferocemente contro potere, religione, leggi, in una sorta di ritorno all'essenza primordiale dell'umanità, qui rappresentata senza restrizioni temporali di sorta. A un occhio poco attento apparirà soltanto come un'insensata carneficina, ma il significato che questo samurai non morto si porta dietro è assai più profondo dell'apparenza, quasi fosse un liberatore delle pulsioni più recondite e domate. La trama è scarna all'essenza come il suo personaggio, che dall'inizio alla fine vive per portare la morte, ma adempie alla perfezione la sua natura veicolante di estremismo cinematografico. Roboante. Voto 4 / 5


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Inviato il 11 giugno 2010 17:20

Agente 007 - Quantum of Solace di Marc Foster con Daniel Craig, Ol'ga Kurylenko, Mathieu Amalric, Gemma Arterton

Per la prima volta nella saga di Bond, abbiamo un film che è l'esatto sequel di quello precedente, con la storia che riprende precisamente dove era terminata. Inutile e dannoso quindi inserire la trama, poichè magari non tutti hanno visto "Casinò Royale". E già questa scelta mi pare alquanto discutibile: una saga in cui l'episodio successivo continua direttamente il plot precedente deve avere una trama forte e precisa alle spalle, con diversi protagonisti ricorrenti e con un finale già prestabilito, in pratica tutto il contrario della serie su 007. Difficile che a molti mesi di distanza (se non anni) dal primo film, lo spettatore se ne ricordi la trama e rammenti alcuni dettagli. No, ritengo che questa sia un racconto adatta a episodi autoconclusivi, come se fossero delle missioni che l'agente deve risolvere, ma slegate l'una dall'altra senza una diretta continuità narrativa. Ma oltre a questo sono numerose le divergenze tra questa pellicola (e quella precedente) con i classici film che hanno reso l'Agente 007 famoso in tutto il mondo. Il denominatore comune di questi cambiamenti è il realismo. La tradizione bondiana voleva attrezzature improbabili, cattivi dal nome e dall'aspetto esotico, un certo maschilismo di fondo, etc... Ora invece si cerca di rendere il tutto più vicino possibile a qualcosa di reale, di plausibile e vero ma risulta un'operazione "fredda" e anonima, che fatica nel coinvolgimento dello spettatore. Bond subisce una vera e propria spersonalizzazione, è una spia qualunque che ammazza a sangue freddo, non fa battute e tromba anche di meno. Pare che al giorno d'oggi debba essere obbligatorio darkizzare un personaggio in forza di un realismo esagerato e del quale non si vede necessariamente il bisogno (almeno per me). Inoltre molte scene sembrano copiate da altri film (la saga di Bourne su tutte) e ben poco coinvolgenti. VOTO: 2,5/5

Modificato il 05 July 2024 17:07

 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »

 

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Alyssa Arryn
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Inviato il 13 giugno 2010 2:06

La Papessa di Sönke Wortmann, con Johanna Wokalek, David Wenham, John GoodmanIspirato al falso storico dell'elezione di una donna al soglio pontificio nel IX secolo, il film racconta la storia di Johanna, nata in un villaggio della Germania nell'anno della morte di Carlo Magno e dotata fin da piccola di una vivissima intelligenza e di uno straordinario desiderio di conoscere

Fieramente ostacolata per via del suo sesso, Johanna decide di travestirsi da uomo per entrare nel monastero di Fulda al posto del fratello morto e poter studiare liberamente; giunta a Roma in pellegrinaggio la sua fama di abile guaritore le aprirà le porte della corte papale...La storia ha diversi aspetti da feuilleton ma grazie alla bravura della protagonista è tutto sommato godibile, specialmente per gli appassionati del genere storico.3/5

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Inviato il 15 giugno 2010 14:26

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14 blades, di Daniel Lee, con Donnie Yen, Sammo Hung, Wei Zhao, Chun Wu, Kate Tsui, Yuwu Qi. Durante la dinastia Ming, l'Imperatore aveva al suo servizio un elite speciale di guerrieri scelti, cresciuti sin da bambini (erano tutti orfani) e specializzati nelle arti di combattimento e nell'uso delle lame. Quando la corte imperiale finisce sotto il comando del subdolo eunuco Jia, il Dragone Verde a capo dell'elite viene tradito e si ribella al giogo di Jia, alleandosi prima con una banda che effettua servizi di "scorta" (e si innamora della bella figlia del capo) e in seguito con il coraggioso leader di una banda di ladri. Insieme a loro rimarrà fedele al vero imperatore. Wuxiapian con atmosfere western, ambientato quasi totalmente all'interno di aridi deserti, che contribuisce a donarvi un'atmosfera diversa dai classici del genere. Seppur non scevro di clichè e di una certa furbizia visiva e narrativa, 14 blades riesce a coinvolgere gli appassionati dell'epica orientale con una storia già vista ma non per questo meno appassionante. Merito sicuramente di un cast carismatico e personaggi magnetici, su cui spicca il sempre funambolico Donnie Yen, impegnato insieme ai suoi colleghi in coreografie spettacolari, ammantate a tratti anche da un pò evanescenti ma discreti effetti speciali. Difficilmente gli amanti degli wuxia rimarranno delusi. Piacevole. Voto 3.5 / 5


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Inviato il 15 giugno 2010 17:46

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Mulan, di Jingle Ma, con Wei Zhao, Chen Kun, Hu Jun, Jaycee Chan, Vidas. La giovane Mulan, sin da bambina portata alla lotta e a comportamenti da "maschiaccio", si arruola di nascosto nell'esercito, al posto del padre malato, fingendosi un uomo. Si innamora di un suo compagno d'armi, e grazie alle straordinarie abilità dimostrate in battaglia, diventa generale. Ma un nuovo, spietato nemico, è pronto a mettersi sulla sua strada. Un classico della cultura cinese diventa un film in costume che non ha nulla da invidiare ai migliori e recenti esponenti del genere. Se è vero che si può notare qualche pecca di sceneggiatura (com'è possibile che nessuno si accorga che la bellissima Wei Zhao sia in realtà una donna?), il film appassione e coinvolge, regalando momenti drammatici di buona intensità che si alternano a scene belliche seppur non epocali, comunque di buona fattura. Un interessante sguardo sull'identità sessuale, in un personaggio archetipo come Mulan che trova una magnifica interpretazione nella brava Wei Zhao, a suo agio nei ruoli cavallereschi come visto negli ultimi tempi. Una versione epica ed avvincente di una storia che, nel bene o nel male, un pò tutti conoscono. Riuscito. Voto 3.5 / 5


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Inviato il 15 giugno 2010 23:26

Derailed - Attrazione letale di Mikael Håfström con Clive Owen, Jennifer Aniston, Vincent Cassel, Addison Timlin

Charles Schine, pubblicitario di mezz'età felicemente sposato, incontra sul treno la bella Lucinda con la quale scatta subito una certa attrazione. I due finiscono per amoreggiare in un motel quando irrompe nella stanza LaRoche, un delinquente francese che picchia Charles, violenta Lucinda e rapina entrambi. A causa di questo trauma i fedifraghi amanti interrompono bruscamente la loro relazione, finchè LaRoche non si fa vivo di nuovo per ricattarli. Discreto thriller, con diversi colpi ad effetto (ma che a ben pensare sono abbastanza prevedibili) ma con evidenti punti negativi quali l'improbabilità di alcune svolte narrative, l'inesistente caratterizzazione dei personaggi ma soprattutto la palese inadeguatezza degli attori in rapporto alla propria parte; in particolare Jennifer Aniston appare poco a suo agio nel ruolo della rubamariti affascinante. Film banale, tecnicamente insufficiente merita mezzo punto in più perchè comunque non annoia e fila via veloce. VOTO: 2,5/5


 

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Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
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The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
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Inviato il 16 giugno 2010 4:25

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A chinese odissey part 1 - Pandora's box / part 2 - Cinderella, di Jeffrey Lau, con Stephen Chow, Athena Chu, Law Kar-ying, Ng Man Tat, Karen Mok, Jeff Lau, Ada Choi, Yammie Nam. Monkey King è costretto a reincarnarsi per colpa di una maledizione, finchè non ritroverà la retta via. Cinquecento anni dopo Monkey King è incosciamente incarnato in un lestofante da quattro soldi, sulle cui tracce vi sono due donne demoni, che hanno dei conti in sospeso con la divinità scimmiesca. Inizierà per il simpatico furfante, all'oscuro di essere una figura divina, un viaggio tra passato e presente in cui mettere alla prova il suo coraggio e dimostrare il suo amore. Donne ragno, uomini minotauri, dei in lotta, intrighi, salti temporali, gag bizzarre e tanto, tanto divertimento. Il dittico di Jeffrey Lau è un fiume in piena di situazioni geniali dal punto di vista visivo e da quello comico, per un calderone irresistibile di risate e azione. Colorato, completamente fuori di testa, impregnato di una fantasia folle e genuina che avvinghia da subito con il suo insperato calore emotivo, rendendo le oltre tre ore complessive assolutamente digeribili e appassionanti. Confusionario a tratti, con alcuni punti poco chiari anche dopo il the end, ha nelle interpretazioni un ennesimo punto positivo, con un Stephen Chow magnifico nel doppio ruolo di imbranato brigante e di Monkey King. Stravaganza al potere. Voto 4 / 5

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Inviato il 16 giugno 2010 5:54

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Long dream, di Higuchinsky, con Tsugumi, Shuuji Kashiwabara, Masami Horiuchi, Kenjiro Tsuda, Eriko Hatsune, Mika Ooshima, Kaei Asano. Un dottore segue uno strano caso di un paziente che mentre dorme fa sogni che durano, sempre in crescendo, anni e anni, fino ad arrivare a secoli. Questo tempo "cerebrale" cambia radicalmente anche l'aspetto del ragazzo, che si trasforma in un orribile creatura dalle sembianze aliene. Horror a basso costo dedicato al v-cinema (prodotti destinati all'uscita diretta in home video), che nonostante gli evidenti limiti tecnici riesce a inquietare grazie a una trama disturbante e affascinante, che pone delle spaventose domande. Cosa succederebbe se i sogni durassero per secoli? Il merito del film sta tutto nella storia e in qualche azzeccata inquadratura, che riescono a creare un'atmosfera di degno livello. Pur nella sua sufficienza, consigliato esclusivamente agli amanti delle inquietudini d'Oriente. Sinistro. vOTO 3 / 5


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Inviato il 16 giugno 2010 17:45

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Re-cycle, di Oxide Pang Chun, Danny Pang, con Angelica Lee, Ekin Cheng, Rain Li, Zeng Qiqi, Lau Siu-Ming. Una scrittrice, specializzata in libri d'amore semi-autobiografici, decide di scrivere un romanzo horror. Nel frattempo l'uomo che ha amato, torna dopo otto anni, dicendole di aver appena divorziato dalla moglie e voler tornare con lei. Questo catapulta l'autrice in incubo, palpabile e reale, all'interno di un mondo dove si trovano gli oggetti e gli spiriti dimenticati dai viventi. I fratelli Pang realizzano una pellicola che travalica più volte i generi, passando dall'horror puro (i primi minuti, dove qualche salto sulla sedia fa capolino) a un fantasy dark e surreale, toccando infine temi drammatici quali quelli dell'abbandono e dei ricordi perduti. Fortemente visionario, ricco di colorati e virtuosi effetti speciali, riesce sapientemente a ibridare suddette influenze, regalando alcune scene madri davvero spettacolari. Il pre-finale, breve e intenso, dimostra tutta la potenza, a volte un pò eccessivamente e autocompiacemente sfarzosa, di un talento registico non sempre ai suoi massimi ma senza dubbio innegabile. E la bella Angelica Lee, già protagonista degli incubi di The eye, si adatta bene al ruolo, tra spaventi e sofferenze inquietanti e crudeli. Lacerante. Voto 4 / 5


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Inviato il 17 giugno 2010 2:57

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My sassy girl, di Kwak Jae-young , con Cha Tae-hyun, Jun Ji-hyun, Kim In-mun, Song Wok-suk. Un ragazzo timido e imbranato si innamora di una sua coetanea, conosciuta mentre lei era in stato di ubrachezza. Da qui il giovane sceglie di prendersene cura, instaurando un rapporto assai particolare, tra due caratteri molto diversi, passivo per lui, fin troppo autoritario per lei. Ma l'amicizia si trasforma ben presto in qualcosa di più. Questa commedia coreana, record di incassi in patria, ha tutti gli ingredienti per piacere al pubblico di ogni dove: un romanticismo ironico e mai smielato, situazioni e gag divertenti, una leggerezza inusuale per una pellicola di oltre due ore. Convincono anche i protagonisti, soprattutto la bella Cha Tae-hyun, perfetta "antipatica" da adorare. Certo la sceneggiatura è pregna di vizi un pò "furbi", e la lunghezza eccessiva si fa sentire in alcuni momenti, francamente superflui e noiosi. Ma per chi è a caccia di commedie romantiche, difficile trovare di meglio. Amabile. Voto 3.5 / 5


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Inviato il 17 giugno 2010 21:58

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Resurrection (Yomigaeri), di Shiota Akihiko, con Kusanagi Tsuyoshi, Takeuchi Yuko, Ishida Yuriko, Aikawa Sho, Yamamoto Keiichi, Ito Misaki, Tanaka Kunie, Rui, Nagasawa Masami. Nella cittadina di Aso i morti ritornano in vita, anche dopo anni dalla loro scomparsa, senza ricordare nulla se non il momento precedente la loro morte. L'ispettore Kadawa viene mandato ad indagare, e la causa dell'inspiegabile fenomeno sembra abbia causa nella vicina foresta. Un film d'atmosfere fantastiche che non lesina in introspezioni drammatiche, regalando un interessante affresco sul valore della vita e di come vada vissuta. Dopo una prima parte in cui è il mistero e la ricerca della verità ad appassionare lo spettatore, Resurrection vira su lidi sentimentali che, seppur ben narrati, possono portare una certa noia, così come il finale incredibilmente "forzato". Lo stesso si può dire per alcuni excursus narrativi che mostrano punti oscuri nella sceneggiatura, ma non mancano comunque i motivi di fascino per una pellicola sicuramente imperfetta ma non priva di spunti interessanti. Malinconico. Voto 3 / 5


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Inviato il 18 giugno 2010 18:08

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The eye 2, di Oxide Pang Chun, Danny Pang. Con Shu Qi, Eugenia Yuan, Jesdaporn Pholdee. Joey, in crisi col compagno, finisce in coma per overdose di psicofarmaci e da quel momento comincia a vedere gli spiriti che si muovono nel mondo intorno a lei. In più scopre di essere incinta, e il fantasma di una donna comincia a perseguitarla. Completamente distaccato dal punto di vista narrativo dal primo episodio, il secondo capitolo della trilogia horror dei fratelli Pang perde di parecchi punti rispetto al precedente, garantendo sì alcuni momenti di tensione pura, ma inseriti in una trama troppo velleitaria per risultare appassionante. In più la nota posizione anti-abortista dei registi è qui fin troppo esasperata, e risulta in più tratti perfino fastidiosa. Pur non mancando di scene ad effetto, non regge assolutamente il confronto con il primo The eye, contando anche su delle interpretazioni non eccelse (Shu Qi ha fatto molto di meglio in carriera), e si rivela un prodotto di routine, consigliato solo a chi non può fare a meno di terrore d'Oriente. Sottotono. Voto 2 / 5


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Inviato il 22 giugno 2010 23:43

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Riso amaro, di Giuseppe De Santis. Con Vittorio Gassman, Doris Dowling, Raf Vallone, Silvana Mangano. L'amante di un ladro si unisce a un gruppo di mondine per nascondere una preziosa collana rubata dal compagno. La refurtiva fa però gola anche a Silvana, sfacciata mondina, di cui si invaga un tenente dell'esercito. Melodramma di ambientazione popolare, teso, sanguigno e dal drammatico epilogo, che coinvolge grazie a un ritmo incalzante. Sfoggia interpretazioni di ottimo livello, da un giovane Gassman nei panni di insolito "villain", alla procace bellezza di un'erotica Silvana Mangano, fino alle più dosate ma altrettanto riuscite prove della Dowling e di Vallone. Lo spaccato che offre sulla realtà delle mondine è interessante, così come le simpatiche canzoni cantate dalle donne al lavoro. Per ricordare com'eravamo. Nostalgico. Voto 3 / 5


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Inviato il 23 giugno 2010 2:07

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The grass labyrinth, di Shuji Terayama, con Hiroshi Mikami, Takeshi Wakamatsu, Keiko Niitaka. Difficile descrivere la trama di questo folle e geniale mediometraggio firmato Terayama. Ci si muove tra ricordi, viaggi onirici, allucinazioni più o meno reali, immersi in un caos temporale che spiazza e affascina, lasciandoci davanti alla bellezza di immagini surreali e situazioni al limite, in una sorta di teatro cinematografico dove Maschere e figure astratte agiscono e si muovono, sconvolgendo l'esistenza del giovane protagonista, che alla fine si impegnerà in una ricerca per lui fondamentale. Quando ci si trova davanti a Opere del genere, le descrizioni appaiono superflue, e solo la visione può mostrare davvero il talento di un Autore fuori dagli schemi. Fulminante. Voto 4 / 5


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Inviato il 23 giugno 2010 8:56

10 di Blake Edwards con Dudley Moore, Julie Andrews, Bo Derek, Robert Webber

George Webber, musicista quarantenne in crisi esistenziale, si innamora a prima vista di una giovane sposa e la segue di nascosto nel suo viaggio di nozze in Messico, lasciando sola a casa la propria compagna. Commedia strutturata in due parti abbastanza distinte: la prima, ambientata in America, è caratterizzata da un tono più espressamente comico e farsesco con episodi di puro divertimento; la seconda, che si svolge nella spiaggia messicana di Acapulco, assume un tono più sentimentale e romantico, da commedia vera e propria. Tema centrale del racconto è il sesso, un'aspetto che nessuno dei protagonisti sembra affrontare con la dovuta serenità, quasi fosse il simbolo della propria triste condizione esistenziale : c'è il protagonista George che con la propria frigida compagna non riesce ad avere che un rapporto meramente "filosofico"; c'è il vicino di casa che al contrario è continuamente dedito a festini orgiastici; c'è l'amico e confidente, omosessuale dichiarato e fidanzato con un'aitante ragazzo più giovane; infine c'è la giovane sposa, idealizzata da Webber con connotati quasi angelici, la cui vera natura verrà svelata solo alla fine. Diversi momenti spassosi e interessanti, anche se il film non riesce a convincere del tutto. Forse spesso si ha la sensazione che Dudley Moore sia troppo isolato nelle sue gag comiche e che avrebbe necessitato di una spalla alla sua altezza. VOTO: 3/5

Modificato il 05 July 2024 17:07

 

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