Disturbia, con Shia LaBeouf, Sarah Roemer " />, David Morse, Carrie-Ann Moss
Costretto agli arresti domiciliari per tre mesi, Kale perde ben presto interesse per tutti i passatempi che possono trovarsi nella casa di un adolescente, e si mette così a spiare i vicini nelle loro attività quotidiane. Col tempo coinvolge prima il suo amico Ronnie poi la nuova vicina, Ashley.
Appassionandosi al nuovo giochino, i tre iniziano a notare inquietanti collegamenti tra le abitudini di uno dei vicini e le notizie circa la sparizione di alcune ragazze della zona. Iniziano così a controllarlo ma la situazione trascende e vedranno cose che non avrebbero dovuto vedere, spingendosi fin dove la situazione cessa di essere un gioco.
Film abbastanza avvincente, non mi è dispiaciuto ma non mi ha nemmeno esaltato. Voto 2.5/5
I Cavalieri del Nord Ovest di John Ford. Un western del 1949, antimilitarista e ai bordi del comico: all'indomani della sconfitta di Little Big Horn, il capitano Brittles si prepara senz'alcuna voglia alla pensione definitiva, ma prima deve svolgere l'ultima missione: accompagnare e far prendere prendere la diligenza le due donne presenti a Forte Star, salvo trovarsi nella necessità di impedire una guerra indiana contro una coalizione di quattro o cinque diverse tribù di pellerossa, e finire felicemente promosso e riconfermato conm tanto di firme di generali a cinque stelle. Tra sergenti irlandesi pronti a nascondere e bere il whiskey (un classico di Ford), ufficialetti che si contendono la mano della bella di turno, esploratori col sorriso sulle labbra che affermano "non è mio compito, signore" e indiani divisi tra giovani guerrieri dalla testa calda e vecchi che rimpiangono la pace, sfilòano due ore di divertimento e panorami meravigliosi, ben svolti nella modalità preferita da Ford: "il cinema migliore è quello con l'azione lunga e i dialoghi brevi".
Per la cronaca, il titolo originale è She wore a yellow Ribbon.
voto: 5/5
La Spada nella Roccia per tornare bambini, sorridendo e ridendo di gusto con un cartone animato fatto senza computer, senza effetti speciali in 3D, senza arzigogoli e tecnologie varie, ma con tanto buon gusto e voglia di raccontare una bella storia. Ed il vero protagonista, sotto sotto, è il gufo Anacleto
voto 4/5
Rec 2 Non mi sono interessato né a registi né attori, tantomeno vi sto ad elencare qui sotto i fatti che dovrebbero comporre la trama.
Un horror mal riuscito, privo di tensione vera o di approfindimenti da "far rizzare i peli".
Un film pressoché inutile. Voto 0.5/5
Il mezzo punto è dato dai piccoli effetti "speciali" non sempre malvagi.
Ho visto anche io Sherlock Holmes di Guy Ritchie. Mi aspettavo qualcosa di meglio. Non malissimo però non l'ho trovato nemmeno così originale e divertente come si diceva, anzi a lunghi tratti mi ha anche annoiato un po'. Promuovo Robert Downey Jr., le scenografie e le musiche; boccio Jude Law, i cattivi e la trama. VOTO: 2,5/5
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Otto donne e un mistero, di François Ozon. Con Catherine Deneuve, Isabelle Huppert, Emmanuelle Béart, Fanny Ardant, Virginie Ledoyen, Danielle Darrieux, Ludivine Sagnier, Firmine Richard. In una villa isolata, otto donne si ritrovano a indagare sulla morte del padrone di casa. Nella ricerca dell'assassino emergono segreti di famiglia che dovevano restare sepolti, fino al sorprendente finale. Ozon dirige un'elegantissima commedia, carica di stile e con la presenza di un cast strepitoso: otto attrici il cui fascino è immortale, in ruoli congeniali cui si adattano alla perfezione, con tanto di stacchetti musicali a variare la narrazione. Il sottile umorismo che pervade la vicenda, di chiara ispirazione teatrale, è l'ultimo ingrediente di una leccornia assolutamente immancabile per gli amanti del Cinema di qualità. Delizioso. Voto 4 / 5
Ju-on: rancore, di Takashi Shimizu. Con Megumi Okina, Misaki Ito, Misa Uehara, Yui Ichikawa, Kanji Tsuda. Un'assistente sociale viene mandata ad aiutare un'anziana signora. La casa della donna è completamente nel caos e la ragazza trova al piano superiore un gatto nero e un bambino. Da qui si sviluppa la maledizione che perseguiterà diversi personaggi nell'arco di tutto il film. L'originale The grudge è ben superiore al suo remake americano, regalando momenti di grande tensione e paura, con una storia affascinante e dolorosa, che si sviluppa su più passaggi temporali. La tensione è costante e alcune scene fanno davvero saltare dalla sedia. Pur rimarcando qualche influenza di Ringu (l'originale The ring), precursore dei j-horror, lo spirito femminile è spaventoso al punto giusto. Agghiacciante. Voto 3.5 / 5
Il segreto di Vera Drake, di di Mike Leigh. Con Imelda Staunton, Philip Davis, Peter Wight, Adrian Scarborough, Heather Craney. Vera Drake è una donna altruista, che vive per gli altri. Nella sua vita c'è però un segreto, di cui nemmeno la famiglia è a conoscenza: infatti pratica aborti clandestini ormai da parecchi anni. Ma un giorno una donna da lei "aiutata" si sente male e rischia la vita, e la polizia comincia a indagare. Dramma moralistico di Leigh, su un tema così combattuto ancor'oggi come quello dell'aborto. Qui il tutto è trasferito nella Londra del 1950, in una famiglia non certo ricca e con diversi problemi, ma nessuno, nemmeno negli ambienti più ricchi, sembra esser felice. Una certa assenza di ritmo è compensata dalla bravura degli attori, e se la protagonista Imelda Staunton è eccelsa, non si può non notare una giovane Sally Hawkins, che sarà splendida protagonista de La felicità porta fortuna, sempre di Leigh. Profondo. Voto 3.5 / 5
Ringu - The ring, di Hideo Nakata. Con Nanako Matsushima, Miki Nakatani, Hiroyuki Sanada, Yuko Takeuchi. Una strana videocassetta causa entro sette giorni la morte di chiunque la guardi. Una giornalista, zia di una giovane studentessa morta dopo aver visto il filmato, comincia a indagare. Ma dopo aver visto anche lei lo spaventoso video, ha solo una settimana per riuscire a scoprire il mistero e salvare la propria vita. Il film che ha sdoganato il j-horror al mondo intero, con tanto di remake hollywoodiani e svariati seguiti, ha fascino come pochi e riesce a mantenere una tensione costante senza mai eccedere nella violenza o nel facile spavento. La storia di Samara, causa di tutto il male, è straziante e affonda le sue radici in un passato lontano, in cui i due protagonisti si trovano lor malgrado. Ben diverso dal rifacimento americano di Verbinski, più sobrio e meno spettacolare ma intriso di un magnetismo che difficilmente lascia indifferenti. Ammaliatore. Voto 4 / 5